Untitled - Comune di Monreale
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Indice Pag. Premessa 2 Descrizione architettonica 3 Stato dei difetti delle coperture 4 Programma degli interventi 5 1 Premessa Fenomeni di umidità di infiltrazione dovuti a sconnessioni del manto di copertura di Santa Maria La Nuova in Monreale sono stati evidenziati dalle relazioni trimestrali, volte a monitorare lo stato conservativo del monumento, redatte dal tecnico della Fabbriceria del Duomo di Monreale. Il Consiglio d’amministrazione della citata Fabbriceria, avendo preso atto del cattivo stato di conservazione delle coperture del monumento, relazionato dalle perizie tecniche di cui sopra, ha constatato l’inefficacia di singoli interventi puntuali di riparazione, già messi in atto, per preservare il bene culturale in oggetto. Pertanto, dopo aver consultato la Soprintendenza per i Beni culturali e Ambientali della provincia di Palermo, ed aver ricevuto dalla stessa parere positivo a procedere, il Consiglio d’amministrazione della Fabbriceria del Duomo di Monreale ha deciso di predisporre un progetto organico di manutenzione straordinaria delle coperture del Duomo di Monreale. Conseguentemente a quanto esposto, in data 30 novembre 2007 la Fabbriceria del Duomo di Monreale ha affidato ai professionisti Dott. Arch. Maria Raffaella Segreto, iscritta all’albo professionale degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Palermo al n. 4642 e al Dott. Ing. Filippo Patellaro, iscritto all’albo professionale degli ingegneri della provincia di Palermo al n. 4568, l’incarico per “L’intervento per il rifacimento e la manutenzione straordinaria delle coperture della cattedrale Santa Maria La Nuova in Monreale”. Si premette altresì che: - il progetto è stato approvato dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo – Servizio per i beni architettonici con parere N. 1155/A in data 20/11/2008; - in data 05/08/2008 la commissione edilizia comunale ha espresso parere favorevole nella conformità urbanistica; - il Comune di Monreale, con determinazione dirigenziale N. 111/APAT del 25/02/2010, ha nominato Responsabile Unico del Procedimento l’ing. Salvatore Cassarà. - il progetto esecutivo allegato è stato oggetto di revisione e di adeguamento prezzi. 2 Descrizione architettonica La cattedrale Santa Maria La Nuova, sita in Monreale, provincia di Palermo, è ubicata in piazza Guglielmo II e su questa si affaccia il prospetto principale. La chiesa, edificata a partire dal 1172 per volere del re Guglielmo II, presenta un impianto basilicale a tre navate, di cui la centrale ha ampiezza tripla rispetto alle laterali. L’imponente santuario a base quadrangolare (comprendente il presbiterio, il transetto e la solea) si presenta elevato altimetricamente rispetto alle navate, ed è concluso da tre maestose absidi, orientate ad est, secondo la tradizione bizantina. All’esterno, oltre i suddetti elementi, emergono le torri angolari che incorniciano il prospetto principale, i portici occidentale e settentrionale, i volumi delle cappelle del SS. Crocifisso, di S. Castrense, di S. Benedetto. I suddetti elementi architettonici presentano coperture tipologicamente differenti per mettere in risalto le parti più nobili del’edificio, secondo i dettami dell’architettura medioevale : • la navata centrale, il presbiterio, la solea e le ali laterali del transetto sono coperti da tetti a due falde; • le navate laterali presentano coperture ad una falda; • l’abside centrale è sormontato da un tetto ad una falda su pianta semicircolare; • la copertura della protesi e della diaconia è realizzata con volte a crociera con sovrastante tetto a padiglione; • il portico settentrionale è coperto da volta a schifo lunettata sormontata da copertura a terrazzo piano. Le coperture a falde sono composte dai seguenti elementi strutturali: • capriate semplici nella navata centrale; • travi di grande luce nel presbiterio, nella solea e nelle due ali del transetto; • puntoni, contro puntoni e monaco nei tetti a padiglione della protesi e della diaconia. Al di sopra delle citate strutture portanti sono messi in opera, dal basso verso l’alto, arcarecci, tavolato, manto lamina, tetrapodi distanziatori fittili, fissati al tavolato con resina epossidica, tegole in cotto maiolicate. Queste ultime sono tegole piane (denominate nelle tavole di progetto tegole di tipo “A”), tegole colmarelli (denominate nelle tavole di progetto tegole di tipo “B”), tegole speciali di colmo (denominate nelle tavole di progetto tegole di tipo “C”, “D”, 3 “E”). Le acque meteoriche dalle falde convogliano in canali praticabili impermeabilizzati con resina. L’accesso alla copertura del santuario si ha attraverso il percorso che conduce alle terrazze panoramiche. Le coperture a terrazzo dei portici sono coperte da mattonelle maiolicate verdi, con bordo bianco su un lato. Nei terrazzi sono presenti dei canali, che raccolgono le acque meteoriche convogliate dai pluviali discendenti delle coperture sovrastanti. Anche i canali a sezione quadrangolare, e piano in pendenza, sono rivestiti di maiolica, coperti da griglia di acciaio zincato. L’accesso alle coperture a terrazzo dei portici si ha attraverso la torre settentrionale. Stato dei difetti delle coperture L’esame visivo delle coperture della navata centrale, delle navate laterali e del terrazzo occidentale rileva un discreto stato conservativo, che necessita di interventi di semplice manutenzione ordinaria. L’esame visivo delle coperture del santuario e del terrazzo settentrionale, rileva, invece, un cattivo stato di conservazione. In particolare il manto di tegole poste a rivestimento delle coperture del Santuario (indicate nelle tavole di progetto con i numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9), presenta incrostazioni, fratture, sconnessioni e distacchi fra le tegole. Gli elementi di tipo “B” presenti nel tegumento sono di due tipi: di vecchia e di nuova fattura. Le tegole di recente fattura sono state realizzate al tornio e non a stampo, come invece avrebbero dovuto essere realizzate e ciò comporta che differiscono rispetto a quelle di antica fattura in dimensioni e spessori a tal punto che la loro sovrapposizione genera vuoti colmati con spessi giunti di malta. Pertanto a parere degli scriventi, appare che l’eccesiva quantità di malta, messa in opera per sigillare i giunti tra le tegole, possa rappresentare un sovraccarico che determina uno scivolamento di parte del manto di copertura verso la gronda di raccolta delle acque meteoriche. Il danno sopra rilevato, costituendo una discontinuità sul manto di copertura, genera fenomeni di infiltrazione delle acque meteoriche sugli strati e sui livelli di tetto sottostanti, che compromettono la conservazione del bene culturale. 4 In particolare all’interno del monumento si sono già verificati fenomeni di degrado: nelle absidi si riscontrano evidenti efflorescenze saline che causano distacchi e cadute delle tessere musive; nell’ala settentrionale del transetto si sono verificate infiltrazioni d’acqua, che hanno minacciato il soffitto ligneo decorato e il pavimento a tarsie marmoree. I canali di gronda che raccolgono le acque meteoriche delle coperture del santuario mostrano fenomeni di esfoliazione dello strato di protezione superficiale. La superficie della pavimentazione del terrazzo, realizzata con ceramica maiolicata, in diversi punti risulta distaccata, priva di stuccatura e sigillatura tra le piastrelle. Inoltre, i canali di raccolta delle acque meteoriche, anch’essi rivestiti dalle piastrelle maiolicate, presentano in più punti analoghi problemi di distacco e di mancanza di stuccatura e sigillatura. Quanto sopra esposto costituisce la causa delle macchie di umidità visibili sugli intonaci del soffitto del portico e, se non attenzionati con opportuni interventi, nel tempo potrebbero inficiare anche elementi strutturali dello stesso. Non sono stati riscontrati dissesti statici delle strutture di copertura. Quanto sopra riportato, trova riscontro nella documentazione fotografica allegata. Programma degli interventi Gli interventi previsti dal presente progetto, compatibili con la struttura esistente, mirano al ripristino delle condizioni ottimali per garantire la conservazione di uno dei più importanti esempi del patrimonio culturale, non soltanto siciliano, ma nazionale ed internazionale. Visto il discreto stato di conservazione delle coperture delle navate, relativamente a queste sono previsti interventi generali di manutenzione ordinaria e interventi puntuali, in economia, di riparazione e sigillatura tra gli elementi. Gli interventi previsti relativamente alle coperture del santuario sono, invece, di manutenzione straordinaria, volti a diminuire il carico e ripristinare la continuità del tegumento. In particolare il programma degli interventi prevede: • allestimento del cantiere: opere provvisionali e di sicurezza (ponteggi, recinzioni, coperture provvisionali); • rimozione di pavimento in mattoni di cotto maiolicato del terrazzo settentrionale; • rimozione di sottofondo di pavimento del terrazzo settentrionale; 5 • dismissione accurata del manto di tegole e degli elementi di colmo smaltati, nonchè dei tetrapodi fittili sottostanti, compreso la pulizia e l'ordinato accatastamento del materiale da riutilizzare; • posa in opera di massetto premiscelato; • posa in opera di manto impermeabile prefabbricato costituito da membrana bitume polimero elastomerica armata con "tessuto non tessuto" di poliestere da filo continuo; • ricollocazione di mattoni in cotto maiolicato provenienti dalla dismissione, posati in opera sul letto di malta bastarda; • posa in opera sul letto di malta bastarda della pavimentazione con mattoni in cotto maiolicato; • impermeabilizzazione praticabile di tetti, mediante la spalmatura di un manto continuo composto da DAKORIT Ruflex, rivestimento pastoso autoreticolante, a base acrilica che non contiene emollienti, da eseguirsi direttamente sul supporto sottostante esistente; • posa in opera di lastre sottotegola monostrato ondulato a base di fibre organiche a file parallele e reciprocamente sfalzate, con la sovrapposizione di un’onda; • ricollocazione del manto di tegole, con elementi in cotto smaltato di tipo "A" e “B”, provenienti dalla dismissione e di nuova fattura; • posa in opera di elementi per colmo di manto di copertura di tetti a spiovente o a padiglione, con elemento di tipo "C" e/o "D" e/o "E", ottenuti da stampi sull'originale esistente, con l'impiego di malta di calce viva in zolle e/o resina epossidica, posta in opera; • posa in opera di fermapasseri a pettine in rame da applicare con l'impiego di resine ad alta forza adesiva sul sottostante fondo adeguatamente preparato e ripulito; • dismissione del cantiere. Per quanto non meglio rappresentato nella presente si rimanda alla documentazione fotografica, alle tavole di progetto, al piano di sicurezza e coordinamento e alla relazione storica. 6