band: cocorosie

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band: cocorosie
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BAND: SUNTRACK
TITLE: DEEPLY INSIDE
LABEL: SNOWBIT
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XTM
http://www.xtm.it/DettaglioMusicAffair.aspx?ID=6760
Un substrato di elettronica che si mescola al beat di un rock progressivo di origine controllata e dà
vita ad un insieme sonoro molto suggestivo e pregno di significato. Il progetto Suntrack è frutto
dell’idea di due polistrumentisti di valore come Cris Black e G&C e si capisce subito, anche solo nel
voler pronunciare il nome dato al progetto, che non si tratta tanto di “musica del Sole”, quanto di
potenziali “soundtrack”, colonne sonore molto colorate, visionarie e anche - in alcune occasioni,
come “Body Rest” per esempio - molto belle. Musica tutta da ascoltare, che prende le mosse dal
rock tradizionale, che ammette ispirazioni ed influenze di gruppi come King Crimson, Pink Floyd,
Genesis e Radiohead, ma che si spinge anche oltre, verso il trip-hop dei Massive Attack, per
esempio, o ancora verso un’elettronica un po’ ovattata ed egemone. E’ come se l’Alan Parsons
Project si fosse modernizzato e avesse cominciato a strizzare l’occhio alle campionature e ai loop
dei computer, facendoli convivere con il suono - insieme melodico e ficcante - di chitarre elettriche
puntuali ed affascinanti. Molto buona anche la sezione vocale. Da ascoltare.
IL MUCCHIO ONLINE
http://www.ilmucchio.it/fdm_content.php?sez=scelte&id_riv=47&id=805
Progetto nato da due musicisti italiani (nascosti dietro agli pseudonimi, rispettivamente, di Chris
Black e Guy Chances) attivi nel campo della pubblicità e delle colonne sonore, i Suntrack
debuttano con un album sicuramente interessante, nel quale tuttavia l’utilizzo accorto dei linguaggi
non solo musicali (l’importanza dell’elemento grafico-visivo è evidente fin dalla lettura del booklet)
e un consapevole ricorso ad una sorta di “teoria dell’oscurità” dalle vaghe reminescenze
residentsiane, rischiano di lasciare in secondo piano la musica. Che non ci pare del tutto all’altezza
della – ripetiamo – intrigante appetibilità dell’idea di fondo che l’ha prodotta. Addentrandosi nello
specifico, i brani di maggiore impatto rock (ad esempio “Battle” o “Flow”, vagamente floydiana
nell’uso della voce) potrebbero far venire in mente i disciolti Earthlings, ma sono penalizzati da
basi elettroniche che risultano un po’ datate, e le ambizioni che scalpitano dietro alla pulizia del
suono sono limitate dalla prevedibilità di certe soluzioni. Viceversa, i momenti più ambient e
cinematografici, come “It Is Not Time” e “Imago Mundi” finiscono per essere i più efficaci nel
disegnare un mondo sonoro che, pur non avendo grandissimi meriti in termini di innovazione in
senso stretto, rispecchia con buona approssimazione la cifra poetica del gruppo. Se insomma le
potenzialità dei Suntrack sono enormi, per arrivare a sfruttarle al meglio, anche attraverso le
orecchie, c’è ancora qualcosa da fare. Probabilmente mettersi un po’ più in gioco
(www.thesuntrack.com).
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COOLCLUB
http://www.coolclub.it/recensioni/dettaglio_dischi.asp?menu=6a&submenu=1&Id_Recensione=17
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Come una colonna sonora che trae ispirazione dal mondo, la natura…a questo fa pensare il nome
di questo progetto. Ampi spazi in cui intersecare tracce sonore che arrivano dalle cordinate più
disparate. Musica che non ha coordinate gegrafoche precise, difficile da datare sospesa tra passato
e presente. C’è un velo di psichedelia, che sembra prendersi aria, sfociare in “ambienti” sonori con
“progressioni” che affondano le radici negli anni 70 ma ergono i loro rami verso galassie lontane.
Sono due, poco è dato sapere di loro, sfogiando il booklet e scavando tra i riferimenti sparsi tra
note e parole l’enigma di svela pian piano e si scopre un disco veramente bello.
ROCKSHOCK
http://www.rockshock.it/news.asp?id=3241
Con Deeply inside i Suntrack vi invitato a risolvere il gioco dei nove punti.
Deeply Inside è l’esordio per questa insolita band, un progetto atipico formato da Chris Black e
Guy Chances, addetti alla voce, agli effetti, ai drums e alla programmazione.
Di loro non si sa nulla, la casa discografica spiega solamente che entrambi lavorano nel campo
pubblicitario, che non suoneranno mai dal vivo e che parlano attraverso un portavoce.
Questo alone misterioso è legato al concepimento del loro disco, un concept-album dedicato
appunto al mistero e alle mappe mentali. L’album propone il “gioco dei nove punti”, che più che un
test è una metafora sulle abitudini spesso schematiche a cui ormai siamo abituati all’interno della
nostra società.
Nove punti come nove sono le tracce del disco, dove l’ascoltatore è invitato a risolvere l’enigma di
Deeply inside: Solo se il tuo punto di vista esce fuori dal quadrato magico tu puoi farlo, cita
Someone, la seconda traccia.
I Suntrack propongono vari stili diversi fusi tra loro, in bilico tra elettronica, ambient e progressive.
La prima parte del disco risulta più psichedelica e inquietante, come nell’apertura di Morning e più
aggressiva in Someone e Battle. Musiche che sembrano essere incise per i film visionari e
incredibili di David Lynch.
La seconda parte del disco ha atmosfere più ambient, specialmente con la strumentale Imago
Mundi e chiude con uno dei brani più riusciti del disco Seven line.
In conclusione, è buona l’idea del concept, ma il disco risulta molto freddo, troppo programmato e
calcolato, dove le parti strumentali risultano migliori delle parti vocali. E’ un progetto da rivedere.
Intanto avete risolto il gioco dei nove punti? (6.5/10)
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INDIEFORBUNNIES
http://www.indieforbunnies.com/2008/04/26/suntrack-deeply-inside/
Un disco come questo “Deeply Inside” sembra davvero uscito negli anni settanta, che ne so… Da
qualche parte, in un qualche istante tra “Red” dei King Crimson, “Wish You Were Here” dei Pink
Floyd e la colonna sonora di “Blade Runner”. L’avessero sentito alcuni miei amici avrebbero
sicuramente gridato al capolavoro, ma l’album più recente che hanno sentito è probabilmente “In
Utero”: comunque anche noi siamo rimasti abbastanza sorpresi.
Infatti non tutti sono capaci di miscelare senza sbalzi gli ingredienti sopracitati con un gusto
atmosferico degno dei Japan e con scansioni ritmiche che sembrano prese dall’ultimo
Dopplereffekt. E la cosa che ci ha resi ancora più felici è il fatto che i Suntrack sono italiani,
fiorentini per la precisione: non troverete neppure in internet i loro veri nomi, ma sappiate che
dietro questa affascinante ragione sociale si nascondono due eccezionali polistrumentisti conosciuti
con gli alias Cris Black e G&C.
Se l’inizio con “Morning” è alquanto efficace (i Japan migliori giusto un poco più distorti), è la
successiva “Someone” a farci sussultare sulla sedia: quattro minuti e mezzo capaci di evocare
spettri del Bowie berlinese, climax degni dei Radiohead più poetici ed inquieta elettronica che non
avrebbe stonato in “Mezzanine” dei Massive Attack.
Altri pezzi sono altrettanto belli (su tutte la cosmica e ritmata “Battle” e la psichedelica e
cinematografica “Body Rest”), mentre alcune volte i nostri appaiono leggermente sfuocati: “It Is
Not Time” per quanto avvolgente non sa bene nemmeno lei dove vuole andare a finire, “Imago
Mundi” invece cita a sproposito Gerald Donald appesantendo il tappeto electro con una chitarra
piuttosto insipida. Bisognerebbe anche lavorare un attimo sulla voce, buona ma ancora poco
personale. Ottima al contrario la produzione, rifinita ed assai levigata con alcuni suoni davvero
degni di nota (è sempre un piacere quando entra quel basso così ben trattato).
“Flow” riporta lo spettro dei Japan, ma allo stesso tempo ricorda i Pink Floyd più modernisti (quelli
di “Welcome To The Machine” per esempio). Al contrario “Burn Up” e la conclusiva “Seven Line”
approfondisco il discorso elettronico calandolo in un’atmosfera abbastanza datata ma non per
questo polverosa (un’inedita fusione di panorami ambient e salite prog, malinconia trip-hop e
romantico rock).
Bella sorpresa insomma questo “Deeply Inside”: lungi dall’essere un album indimenticabile, è un
lavoro dignitoso e pieno di spunti interessanti che speriamo i nostri riprendano e personalizzino
ulteriormente nei prossimi anni.
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AUDIODROME
http://www.audiodrome.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=3502
A volte capita di ritrovarsi per le mani dischi che ci ricordano quante cose possano andar male
nella difficile arte della creazione musicale. Il reato, già di per sé imperdonabile, risulta ancor più
grave quando gli autori del crimine sembrano "crederci" e "fare sul serio". I Suntrack
rappresentano a tale proposito un ottimo caso-studio. Dalla cartella stampa veniamo a sapere che i
Suntrack, ovvero tali Cris Black e Guy Chances, "lavorano entrambi nel campo pubblicitario, non
suoneranno mai dal vivo e parlano attraverso un portavoce esterno al gruppo". Ora, quando mai
un gruppo che "muove i suoi primi passi" (sempre citando la suddetta cartella stampa) non fa
concerti alla morte per farsi conoscere e non ci mette la faccia a meno che abbia qualcosa di cui
nascondersi o vergognarsi? Magari è solo timidezza o, nella peggiore delle ipotesi, presunzione. Se
poi il disco presenta "il gioco dei nove punti", uno di quei puzzle dove "non bisogna mai staccare la
matita dal foglio" che vi possono allietare le serate se avete molto culo ed uscite con qualcuno di
molto saccente e nerd, e tali punti sono disposti su di un logo che ricorda pericolosamente il logo
dei King Crimson in formazione double-trio, comincerete pure un po' ad innervosirvi. Per la cronaca
la soluzione del simpatico rompica...po la trovate sul sito internet della band
(www.thesuntrack.com) che lascio giudicare al vostro senso estetico... Sfogliando il booklet che
accompagna il cd non si può non rimanere colpiti da una copertina che sembra una brutta
imitazione del lavoro di Storm Thorgerson/Hypgnosis per i Pink Floyd, in particolare vedasi la
copertina del dvd di "Pulse" qui riprodotta in versione Polifemo. I Pink Floyd aleggiano anche nei
triangoli che decorano le pagine interne del booklet nelle quali potrete leggere gli insulsi testi
tradotti (male) in ben 4 lingue e chiedervi come si fa a citare le proprie fonti di ispirazione
letterarie, musicali e cinematografiche sbagliando i nomi dei libri, dei dischi e dei film che si
suppone amiate. Se poi, nonostante tutto, tenterete pure di ascoltare il disco pensando che tanto
l'abito non fa il monaco, potrete deliziarvi con un brano d'apertura che sembra un brutto scontro
frontale tra i Pink Floyd di "A Momentary Lapse Of Reason" ed i Nine Inch Nails più morbidi
(cantato da Mark Knopfler) ed altri vaneggiamenti che sembrano tirati su alla buona rubacchiando
da varie collezioni di sample, interessanti e coinvolgenti come la pubblicità del dentifricio. Da
evitare accuratamente. (1/5)
KDCOBAIN
http://www.kdcobain.it/pagine/recensioni/suntrack.htm
E' un duo che viene da Firenze ma ha senz'altro ambizioni internazionali con un album dalle
innumerevoli sfaccettature che andremo a scoprire. I Suntrack basano il loro stile su tinte ambient,
ma anche sulla psichedelia e la melodia. "Deeply inside" è infatti un perfetto compromesso tra
musica elettronica e strumenti tradizionali che convivono insieme creando atmosfere di particolare
impatto emotivo. Le numerose citazioni in ambito letterario o cinematografico contraddistinguono
questo disco che propone un gioco in nove punti presente nel booklet, risolvibile attraverso
l'attenta analisi dei testi.
Ed è proprio l'ambizione internazionale di questa band che li ha spinti a tradurre i loro testi in
quattro lingue. L'album si apre con l'inquietudine narrata in "Morning", tema che ritornerà
ciclicamente nel disco alternato dall'introspezione di "Someone" e "Seven Line" o dalla ricerca
mistica orientale di "Flow". "Deeply inside" è un progetto da scoprire poco alla volta per poterne
comprendere le intenzioni.
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DRIVE MAGAZINE
http://www.drivemagazine.net/cartarece/suntrack/suntrack.html
In questi ultimi anni si ha spesso l'occasione di discutere, purtroppo non a torto, sulla crisi che
attanaglia l'uomo del nuovo millennio, combattuto fra l'ambizione smodata di salire sempre più in
altro nella scala sociale e vittima regolarmente di depressioni, delusioni e disillusioni. In questa
sorta di caos dell'animo umano buona parte dell'arte, come il cinema e la musica, sembra riflettere
pienamente tutte le nostre incertezze ed i nostri timori ed allo stesso tempo cerca di suggerire e
stimolare la spinta giusta per uscire da uno stato esistenziale alquanto deprimente e soffocante.
Un'ultimo esempio di questa possibile tendenza sono i Suntrack, un misterioso duo composto da
Cris Black e G&C, probabilmente pseudonimi dietro i quali si celano, così pare dalle poche
informazioni disponibili, un musicista fiorentino ed uno islandese... I Suntrack sembrano elaborare
il malessere contemporaneo occidentale (e non) attraverso un concept album in cui si cerca di
trovare uno spiraglio di luce nelle ampie zone d'ombra della nostra società contemporanea, un
buio spesso determinato da un materialismo sfrenato e spersonalizzante e ben alimentato dai tanti
focolai di guerra sparsi ancora in molte aree povere del nostro pianeta. In Deeply Inside la musica
prende l'aspetto di un pop elettronico atmosferico e dalle molte sfacettature che può ricordare il
Peter Gabriel solista come alcune cose di Bjork, gli ultimi Pink Floyd ed i Portishead: melodico e di
facile presa nella sua forma canzone, il fascino di Deeply Inside risiede tutto nelle sue atmosfere
dilatate, futuristiche ed allo stesso modo romantiche; l'uso accorto dei campionamenti ed effetti
permette ai Suntrack di conferire al tutto un ambientazione quasi cinematografica inserendo qua e
là citazioni e campionamenti vari tratti da film come Blade Runner, Apocalypse Now, Syriana, Il
Gladiatore ecc... Fra l'alto nel booklet realizzato possiamo leggere direttamente le fonti
d'ispirazione dei Suntrack attraverso una rispettiva bibliografia, filmografia e discografia; inoltre i
testi delle canzoni sono stampate in tre lingue oltre all'inglese, ovvero in francese, italiano e
tedesco, un modo ideale per rendere più recepibile il messaggio di pace amore e saggezza
presente in Deeply Inside. Come disco d'esordio i Suntrack hanno così realizzato un buon lavoro
anche se non manca di qualche incertezza a livello puramente tecnico, specialmente per quanto
riguarda le parti vocali, ancora un pò acerbe e non del tutto pienamente godibili seppur
abbastanza espressive ed intense. Disco da provare ed ascoltare, Deeply Inside riesce a
comunicare sensazioni positive, con un pizzico di poesia e romanticismo che è bene ascoltare in
questi tempi duri e cinici.
ULTRASONICA
http://www.ultrasonica.it/site/modules/recensioni/index.php?op=r&rev_id=429&cat_id=1
Suntrack è il sinonimo sotto il quale si cela il duo formato da Cris Black e G&C. I due musicisti si
dividono equamente il compito tra tastiere, batterie, basso chitarre e computer programming.
Influenzati da musica che copre un arco di tempo che va dal David Bowie di Changes a Come to
Daddy di Aphex Twin, le composizioni che si possono ascoltare in questo Deeply Inside sono un
mix accattivante di elettronica e rock, ritmi drum&bass su cantati melodici, soundescape dal
sapore pinkfloydiano, atmosfere intimiste a volte glitch. Un disco "down tempo" che cattura, che
riesce a coniugare i manira intelligente il classico con il moderno e che sicuramente va ascoltato
con concentrazione per assaporarne i lati più intimi ed oscuri. Forse la cosa meno convincente è la
voce che ascoltata per tutta la durata del disco risulta a tratti monocorde, a seconda dei brani. Un
prodotto che comunque vale la pena di ascoltare, pur non convincendo appieno e che
probabilmente troverà consensi in un pubblico più maturo. (2.5/5)