Scarica - BigMat

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Scarica - BigMat
L’EDILIZIA
SECONDO
n° 15
DICEMBRE 2014
PREMIO BIGMAT
TORNA BIGMAT ’15 INTERNATIONAL ARCHITECTURE AWARD
PREMIAZIONE FINALE A BERLINO
EMOZIONI E FINITURE
ALCUNE TRA LE NOVITÀ PIÙ INTERESSANTI DEL SETTORE
SECONDO HABIMAT BY BIGMAT
PROGETTI
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
L’AUTOCOSTRUZIONE
CHE FA SCUOLA IN VENETO
ARCHITETTURA ORGANICA
FRANK LLOYD WRIGHT È STATO IL PRIMO A TEORIZZARE L’ARCHITETTURA ORGANICA CHE OGGI TORNA ALLA RIBALTA
NEL MONDO DELLA PROGETTAZIONE PER METTERE AL CENTRO DEL COSTRUITO L’AMBIENTE CON PROGETTI INNOVATIVI COME
IL PARIGINO VILLAGE NATURE, L’IDEA VISIONARIA DELLA CASA CONCHIGLIA DI MARGOT KRASOJEVIC, IL PADIGLIONE
DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE A EXPO MILANO 2015 E IL BOSCO CHE ENTRA IN AZIENDA
PROGETTARE
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L’EDILIZIA SECONDO BIGMAT
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Anno 4 - Numero 15 - Dicembre 2014
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Direttore responsabile
Francesca Negri
Consulenza editoriale
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Hanno collaborato a questo numero
Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo,
Alessandra Guzzi, Zoe Lafleur, Luca Mercante,
Francesca Negri, Enrico Nicoli, Nicola Pisano,
Rosa Santavite, Cristina Serra, Susanna Tamborini,
Carlo Vacca, Bibi Velluzzo
Grafica e Impaginazione
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®
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Periodicità: trimestrale
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L’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici
senza riuscire a reperirli. Ovviamente è a piena disposizione per
assolvere a quanto dovuto nei loro confronti.
EDITORIALE
C
ari Lettori,
è con piacere che firmo il mio primo editoriale di UP!.
In questo numero affrontiamo un tema che costituisce un filo conduttore
nell’attuale contesto architettonico e urbanistico: le città diventano sempre più
vegetali, nel senso che c’è un ritorno, nella sostanza e nella forma, all’architettura organica teorizzata per la prima volta da Frank Lloyd Wright agli inizi
del Novecento. Come lui stesso la intendeva “un’architettura che si sviluppi
dall’interno all’esterno, in armonia con le condizioni del suo essere, distinta da
un’architettura che venga applicata dall’esterno”.
Uno tra gli esempi più attuali è il progetto Village Nature, complesso turistico
a pochi chilometri da Parigi voluto dalla Disney: già dal nome si intuisce quali siano le “attrazioni”
della struttura, interamente incentrata sul recupero del rapporto uomo-Natura a partire da sistemi
costruttivi perfettamente integrati nell’ambiente e che fanno uso di materiali organici o, comunque,
sostenibili. Questa nuova corrente del costruire – o meglio, una vecchia teoria che oggi torna alla
ribalta – sta portando alla ricerca anche di nuovi prodotti a km zero e biocompatibili: ne sono esempi
il bambù (con cui sarà costruito anche il padiglione della Repubblica Popolare Cinese a Expo Milano
2015), le fibre di carbonio organiche e, in generale, un sempre più diffuso utilizzo del legno.
Legno fa rima con tradizione, ma oggi anche con grande innovazione tecnologica, specie se parliamo di BigMat VASS, il sistema costruttivo per tetti in esclusiva per il nostro Gruppo, di cui leggerete
ampiamente all’interno del giornale. In generale, gli edifici di oggi e di domani devono e dovranno essere sempre più attivi, nel senso che
dovranno autoprodurre energia e tutto quello di cui hanno bisogno (persino verdure e frutta!) in modo
da puntare dritto verso quello che oggi è ancora un sogno: le zero emissioni. Non mi resta che augurarvi una buona lettura e, soprattutto, un sereno Natale e un 2015 che ci
veda ancora tutti insieme per costruire il futuro del nostro settore.
■
Rocco Alfano
Presidente BigMat Italia
3
SOMMARIO
L’EDILIZIA SECONDO BIGMAT
In copertina Frank Lloyd Wright ©
The Estate of Yousuf Karsh. All Rights Reserved.
6
LA CITTÀ VEGETALE
SECONDO DISNEY
Villages Nature sarà pronto per il 2016
e sarà il più innovativo polo turistico
in chiave green d’Europa.
12
IL BOSCO VERTICALE DI MILANO
FIRMATO BOERI
Alcuni dei prodotti strategici impiegati
dallo Studio Boeri per realizzare l’importante
progetto in zona Porta Nuova, che ha appena
vinto l’International Highrise Award 2014.
6
16
16
L’ACCIAIO NATURALE
Costruire con il bambù, nuova moda pronta a
sbarcare in Europa?
22
IL BOSCO IN AZIENDA
24
LA TRADIZIONE
CHE GUARDA AL FUTURO
La riqualificazione delle facciate del Pastificio
Felicetti di Predazzo (TN), unico pastificio di
montagna italiano, ha mirato a riprodurre la
natura della Val di Fiemme sull’architettura
dell’edificio.
Uno storico borgo termale toscano ritorna al
suo antico splendore con l’impiego di materiali
moderni al servizio della tradizione.
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N. 15 - DICEMBRE 2014
28
AUTOCOSTRUZIONE, PRIMO
CANTIERE SCUOLA IN VENETO
L’esempio di Casa Santa Rita, nel padovano,
dove l’Associazione Fraternità e Servizio Onlus
vuole “tornare al passato” e fare da sé la
ristrutturazione dell’edificio – che conta anche
su un isolamento molto particolare in paglia –
affiancando alla manodopera specializzata
lavoratori non specializzati.
32
24
BIGMAT VASS
VA IN FATTORIA DIDATTICA
Un’azienda agricola umbra si rinnova e realizza
una copertura in legno hi-tech, antisismica e
ad alto risparmio energetico.
36
BIGMAT PREMIA I MIGLIORI
PROGETTI EUROPEI
D’ARCHITETTURA
Seconda edizione del Premio Internazionale
BigMat per l’archittetura di qualità.
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ARPINGE, LO SBLOCCA-CANTIERI
DEGLI ORDINI PROFESSIONALI
Le Casse di previdenza delle professioni
tecniche hanno fondato Arpinge
una società di investimento in infrastrutture e
immobiliare che opera con la logica del project
financing. Cento progetti saranno sbloccati
entro il 2015, con benefici per tutta la categoria
e una ricaduta sull’economia nazionale di circa
un miliardo di Pil aggiuntivo.
32
39
RUBRICHE
50 FEDERLEGNO INFORMA
52 FORMEDIL INFORMA
54 IL CONSULENTE D’AZIENDA
56 BIGMAT VASS INFORMA
58 RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
60 NEWS DAL MONDO BIGMAT
62 BIGMAT INTERNATIONAL
5
LA CITTÀ VEGETALE
Villages Nature sarà pronto per il
2016 e sarà il più innovativo polo
turistico in chiave green d’Europa.
di Zoe Lafleur
6
F
ondere architettura e natura, mettendo la vegetazione al centro della progettazione. Leggendo gli
ultimi progetti delle archistar più conclamate del
mondo si era già capito che questa era una delle
nuove tendenze del costruire, ma ora a esplicitarla ci pensa
Villages Nature, progetto immobiliare in costruzione che
aprirà nel 2016 ideato da Joe Rohde (vice presidente senior
SECONDO DISNEY
GREEN UTOPIA, LA CITTÀ VEGETALE TEMPORARY TUTTA MADE IN ITALY
Se in Francia la città vegetale sta per diventare realtà, in
Italia si fanno ancora le “prove tecniche”. È successo lo
scorso aprile durante il Fuori Salone di Milano, quando
è stata realizzata Green Utopia negli spazi della Fabbrica
del Vapore di via Procaccini. Bambù, terra, paglia, salice,
canne palustri e verde tecnico erano i materiali di cui era
fatta questa città vegetale temporanea: 2.000 mq dedicati
a esempi reali di progettazione vegetale, innovativa risposta alle esigenze di sostenibilità in architettura e design.
Nella città, una cupola di salice vivo gareggiava in altezza
con lo ziggurat (il tempio mesopotamico dalla forma di
una torre composta da tronchi di piramide sovrapposti a
più piani) in paglia e terra di oltre 5 m, c’erano costruzioni
in terra cruda, colonne di verde verticale, archi di bambù
e canna palustre, giardini e orti pensili.
Il progetto ha coinvolto architetti
“green” da tutta Italia ed è stato
coordinato da Maurizio Corrado,
uno dei maggiori esperti italiani
del rapporto fra piante, architettura e design. L’intento
del progetto di Green Utopia era mostrare come l’elemento vegetale sia tornato a essere una materia prima
di costruzione adatta anche agli ambienti dei cittadini
moderni dallo stile “verde” ed ecologico, a chi desidera
annullare il confine tra costruzione e vegetazione, tra
architettura e natura.
L’esposizione di queste tecniche nuove, in realtà molto
antiche, ha riproposto materiali dalle grandi peculiarità
ecologiche e antisismiche come la terra cruda e il bambù, o ancora dalla tradizione antica e dai benefici effetti
isolanti come la paglia e la canna palustre.
Le caratteristiche naturali di questi elementi sono stati poi
integrati dalla tecnica e dal design, fino alla realizzazione
di costruzioni artificiali che utilizzano elementi architettonici naturali,
come orti botanici e pareti vegetali,
per arredare e rinverdire nuove città
a orientamento ecologico.
7
www.villagesnature.com
Giardini straordinari
Foyer
Forum
Ristoranti e negozi
lungo lago
Bowling
Percorso vita
nella foresta
Centrale Geotermica
Spiaggia
Piscine naturali
Aqualagon
Fattoria
SPA
Isola dell’avventura
La cartina di Villages Nature
di Walt Disney Imagineering) e Thierry Huau (paesaggista,
urbanista ed etnobotanista francese di fama internazionale).
Tra i finanziatori di questa nuova realizzazione c’è la Disney,
che da sempre nei suoi cartoon ha raccontato la natura e i
suoi abitanti.
IL PROGETTO
Villages Nature sarà un complesso che comprenderà 1.730
residenze turistiche composte da cottage e appartamenti di
pregio, che in totale copriranno solo il 10% della superficie
disponibile. Le tre ambientazioni possibili per le abitazioni – Bulle, Nature e Clan – sono pensate e realizzate
con l’obiettivo di realizzare una fusione tra architettura e
vegetazione e mettere la Natura al centro dell’architettura,
assegnando il ruolo di protagonista agli elementi
architettonici naturali quali il legno, i muri
vegetali e i giardini pensili. In questo modo, Villages
Nature varierà costantemente da una stagione all’altra consentendo ai suoi abitanti e visitatori di vivere tutto l’anno
al ritmo della natura. Un vero e proprio parco naturale a 6
chilometri da Disneyland Paris e a 32 chilometri da Parigi
8
destinato a diventare il più innovativo polo turistico in
chiave green in Europa.
Spiega Joe Rohde: «Abbiamo scelto due metafore che sono
presenti in tutto il sito: quella del giardino, per cui in qualunque punto di Villages Nature è possibile scoprire quanto
di meglio la Natura e l’uomo hanno da offrire insieme; e
quella della presenza geotermica (che esprime l’energia della
Terra, ndr), rappresentata nel cuore del sito attraverso la star
del parco, Aqualagon». Aqualagon è costituito da
una grande laguna geotermica costellata di cascate
e vasche idromassaggio per un totale di 2.500 mq dove i
visitatori potranno nuotare tutto l’anno grazie ai 30 °C di
temperatura costante dell’acqua.
A gestire la struttura è Villages Nature de Val d’Europe Sas,
joint venture a metà tra il gruppo Euro Disney Sca e Pierre
& Vacances-Center Pars Group. La società supervisiona la
progettazione, lo sviluppo, la costruzione e la pianificazione
delle operazioni per la nuova destinazione turistica europea
Villages Nature, vera e propria innovazione nel turismo
sostenibile family-friendly che offrirà soggiorni di breve e
media durata completamente orientati alla ricerca dell’armonia tra uomo e natura.
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9
Qui e nella pagina seguente esempi di edifici
in legno di Villages Nature
TUTTA COLPA DI QUEL VISIONARIO
DI FRANK LLOYD WRIGHT
L’architettura organica, filosofia centenaria oggi alla ribalta.
di Carlo Vacca
F
rank Lloyd Wright (1867-1959) è stato il primo a parlarne nel suo volume dal titolo “Architettura organica”
del 1939. Il famoso architetto e designer americano la
definiva «una branca dell’architettura moderna che promuove
un’armonia tra l’uomo e la natura, la creazione di un nuovo sistema
in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso
l’integrazione dei vari elementi artificiali propri dell’uomo
(costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell’intorno ambientale del
sito. Tutti divengono parte di un unico interconnesso organismo,
spazio architettonico. Architettura organica corrisponde molto
da vicino a società organica».
L’architettura organica mira a una concezione integrata
dell’edificio tesa a esprimere già nella pianta e nell’articolazione esterna anche le funzioni degli spazi interni e della sua
Kaufman House a Bear Run, in Pennsylvania. Questa foto mostra la parte
della costruzione che si estende al di sopra di una cascata naturale: una soluzione che rispecchia la concezione di Wright, secondo cui lo spazio abitativo
si deve integrare armonicamente nell’ambiente naturale che lo circonda.
10
abitabilità, inserendo l’edificio in un’urbanistica che risponda
a funzioni non solo utilitarie, ma di svago, educative e sociali.
Altri elementi caratterizzanti sono l’uso di materiali naturali e
un rapporto dialettico fra architettura, ingegneria e ogni altra
scienza (dalla sociologia all’ecologia) che concorra alla costruzione
di un ambiente umanamente abitabile.
LA FILOSOFIA
Thierry Huau descrive così il concetto alla base di Villages
Nature: «La Natura è celebrata ogni giorno attraverso l’arredamento, la cucina, i giochi e ovviamente le fonti energetiche provenienti da madre Natura: la geotermia, il sole
e il vento».
Nella realizzazione del parco e nella sua fruizione sono fondamentali la valorizzazione della biodiversità del
sito, della sua flora e della sua fauna, così come la sensibilizzazione dei visitatori alla loro preservazione. L’obiettivo
è quello di minimizzare l’impatto del progetto
sulle specie presenti nell’area attraverso un mix di
strategie per azzerare, riudurre e compensare l’incidenza
della sua realizzazione mediante la conservazione di distese
erbose e isolotti boscosi, la creazione di “corridoi ecologici”
e l’acquisizione di aree di boscaglia periferica compensativa. Anche per questo Villages Nature è stato scelto dal
Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP)
per partecipare al Partenariato mondiale per il turismo
sostenibile, inoltre gode della qualifica di “operazione di
interesse nazionale” e “progetto di interesse generale” da
parte delle autorità francesi. ■
Accanto a Frank Lloyd Wright, che è comunque la personalità più
significativa di questo movimento architettonico, vanno ricordati
il suo quasi successore, l’altro architetto americano Bruce Goff
(1904-1982), e il finlandese Alvar Aalto (1898-1976). Questi
architetti sono quelli che hanno posto i canoni del progetto
organico: un’architettura creativa e interpretativa dei bisogni più
significativi dell’uomo, nello spazio e nel tempo e in contatto e
simbiosi con la natura. L’italiano Paolo Soleri (1919-2013) ha
evoluto le posizioni dei primi maestri fondando negli Stati Uniti
l’Arcologia, fusione non solo sintattica delle due parole architettura ed ecologia ma un modo di costruire attento alle relazioni
ambientali tanto da divenire organicamente ecosistemico. In
armonia dell’anima può essere provata solo là dove nell’ambiente, in forme figure e colori, si rispecchia ai sensi umani ciò che
l’anima riconosce come i propri più degni pensieri sentimenti e
impulsi». Steiner ne era convinto e oggi anche molte archistar.
L’ARCHITETTURA ORGANICA DIVENTA CONCHIGLIA
Italia l’architettura organica è stata annunciata
nel dopoguerra da Bruno Zevi (1918-2000), teorico
dell’architettura, che ha fondato nel 1945 a Roma assieme a
Luigi Piccinato (1899-1983), Mario Ridolfi (19041984), Pier Luigi Nervi (1891-1979) e altri, l’Associazione
per l’Architettura Organica, mentre era in uscita il suo saggio
“Verso un’Architettura Organica”. Nel nostro Paese, però, non
c’è stato un vero e proprio sviluppo di questo tipo d’architettura,
si ritrovano più che altro elementi o singole opere di vari autori.
Dal punto di vista teorico, una grande influenza sui lavori degli architetti organici è stata apportata dal filosofo
Rudolf Steiner (1861-1925) che teorizzava modi di costruire che rispettassero l’ecosistema terrestre includendo l’idea di
agricoltura biologica e invitando a considerare come un unico
sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. «Un’autentica
Vivere in una casa dalla geometria a conchiglia, cullati dal suono delle
onde in un ambiente in grado di funzionare autonomamente solo con
energie rinnovabili. È questo il progetto visionario della Hydroelectric
Tidal House, firmato dall’architetto e designer serba Margot Krasojevic.
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11
IL BOSCO
VERTICALE
DI MILANO
FIRMATO
BOERI
Alcuni dei prodotti strategici impiegati
dallo Studio Boeri per realizzare l’importante
progetto in zona Porta Nuova,
che ha appena vinto
l’International Highrise Award 2014.
Ž
di Bibi Velluzzo
I
due prestigiosi edifici del Bosco Verticale di Porta Nuova, su cui crescono
più di 1.000 esemplari di piante, si integrano alla perfezione nel verde che
li circonda. Bosco Verticale propone un nuovo modo di abitare, conciliando
comfort, centralità e sicurezza con il desiderio di vivere immersi nella natura.
Un progetto innovativo, capace di rigenerare l’ambiente e la biodiversità urbana.
La progettazione delle torri di Bosco Verticale è stata sviluppata da Boeri Studio
(Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra) che, negli ultimi anni,
si è soprattutto orientato alla progettazione di edifici e di spazi aperti in aree
urbane europee da valorizzare o recuperare.
Per il progetto del verde di Bosco Verticale, Boeri Studio ha collaborato con lo
studio Emanuela Borio e Laura Gatti.
I due edifici di Bosco Verticale offrono un’ampia scelta di tagli e finiture.
Appartamenti aperti a viste spettacolari, capaci di rispondere a ogni desiderio:
dai 60 mq dei bilocali compatti e funzionali sino ai 495 mq delle penthouse e
dei duplex. La progettazione degli interni degli appartamenti è stata curata da
Dolce Vita Homes.
Il complesso, che ha ottenuto la prestigiosa certificazione LEED Gold, si è aggiudicato l’International Highrise Award 2014, promosso dal Museo di Architettura
di Francoforte che ogni due anni premia l’edificio alto più bello e innovativo del
mondo. Il Bosco Verticale è stato scelto tra 800 grattacieli in gara.
12

Œ
La qualità
Isolmant
che “non si sente”
Isolmant ha offerto un importante contributo con le sue soluzioni per l’isolamento
acustico. Per la realizzazione delle partizioni orizzontali interpiano degli edifici,
destinate ad alloggiare l’impiantistica
elettrica e idrica e un impianto di riscaldamento a pavimento, è stata eseguita la
posa di Isolmant BiPlus come materiale
anticalpestio. Raccomandato in tutti i casi
in cui si necessiti di elevato comfort acustico e di resistenza alla pedonabilità e alla
lacerazione insieme alla Fascia Perimetrale
Isolmant doppio spessore per il disaccoppiamento del massetto di pavimentazione dalle pareti laterali. Top gamma di
Tecnasfalti, è il prodotto “acustico” per
eccellenza, dalla notevole facilità di posa
è un materiale in grado di isolare al meglio dai rumori di calpestio mantenendo
bassa la frequenza di risonanza del sistema
e garantendo le prestazioni acustiche e
meccaniche nel tempo.

Si scende
e si sale
con scale
Albini & Fontanot
Nella lobby d’ingresso dell’edificio sono
state inserite scale a rampa con fascione
laterale in acciaio inox lucido; i gradini
sono in vetro in perfetta simbiosi con le
grandi superfici vetrate che si fondono
con l’esterno.
Œ
Ž
Il cuore
sostenibile
e innovativo
di Holcim
Due le ricette fornite da Holcim: calcestruzzo ad alta resistenza (nello specifico
C60/75) in grado di mantenere omogeneità e costanza per garantire lavorabilità e
pompabilità ad alta quota; e calcestruzzo
a bassissimo calore d’idratazione C 30/37
formulato per i getti massivi delle fondazioni con alti spessori come quelli per le
due torri. I calcestruzzi sono stati composti
da un’additivazione con filler appartenenti
alla categoria Leed 100% pre-consumer a
elevate caratteristiche di pozzolanicità per
migliorare le prestazioni e per risultare
maggiormente sostenibili.
13

Canali
e Chiusino
by ACO
Passavant
ACO Passavant Spa ha fornito i canali di
drenaggio delle aree esterne del cantiere
Bosco Verticale a Milano e in particolare i canali in calcestruzzo polimerico,
Multiline V100 altezza 15-8-6 cm con
griglia in ghisa classe di carico D400;
i chiusini di ispezione in acciaio inox a
riempimento per pavimentazione esterna
300x300 cm in classe di carico D400.

U-BootBeton®
di Daliform
Group nei solai
dell’edificio
Daliform Group ha fornito casseri a perdere in polipropilene riciclato per creare
solai alleggeriti e bidirezionali in calcestruzzo armato gettati in opera. Il prodotto possiede l’Attestato di Compatibilità
Ambientale per l’assenza di emissività di
sostanze tossiche con conseguente beneficio per la salute degli utenti intermedi,
finali e dell’ambiente.
‘
Facciata
ventilata
con Saint-Gobain
Isover
Per la facciata ventilata sono stati utilizzati
i pannelli isolanti in lana di vetro SaintGobain Isover X60 VN G3, soluzione che
assicura non solo il massimo di prestazioni
in termini di isolamento termoacustico,
ma anche l’uso di materiale “verde”, prodotto con 95% di materie prime naturali
e riciclate (80% di vetro riciclato e sabbia).
Ottima reazione al fuoco, elevata rigidità e resistenza meccanica, traspirabilità:
caratteristiche fondamentali per questa
tipologia di edificio.
14
•
”
“
’
’
Riscaldamento
a pavimento:
i piedi sono
al caldo
con Laterlite
Per il sistema di riscaldamento a pavimento è stato scelto il premiscelato PaRis
di Laterlite, il massetto radiante a elevata conducibilità termica certificata e
antiritiro (sino a 100 mq senza giunti).
Fibrorinforzato e resistente, consente la
migliore efficienza del sistema radiante e
l’ottimale diffusione del calore negli ambienti grazie all’omogeneità di temperatura superficiale del massetto.
“
Comfort
termico
e acustico con
Knauf Insulation
I pannelli isolanti in lana di roccia, utilizzati per l’applicazione in divisori interni,
sono un’eccezionale soluzione per la coibentazione di un edificio perché offrono
elevate prestazioni di isolamento termico,
acustico e protezione al fuoco.
”
‘
2.000 mq di
Stiferite Class B
e GT per
coperture,
pavimenti e pareti
I prodotti di Stiferite utilizzati nel progetto sono Class B negli spessori 40 e 50 mm,
pannello sandwich indicato per coperture
sotto manti impermeabili bituminosi e
dove si richieda un’elevata resistenza alla
sfiammatura; GT nello spessore 70 mm
o misura superiore, pannello sandwich
adatto a coperture a falde, coperture piane
sotto massetto o con membrane sintetiche
o bituminose incollate, pareti perimetrali,
pavimenti civili e industriali.
•

Pavimentazione
aree sopraelevate
esterne
con Antoniazzi
Bianco Reflex
La mattonella Bianco Reflex (40x40 cm)
unisce estetica ed eco-sostenibilità, è realizzata con materie prime riciclate e consente grande assorbenza del calore, scelto
in quanto possiede delle caratteristiche
essenziali al fine dell’ottenimento di un
maggior puntegeggigio relativo al LEED.

15
L’ACCIAIO
NATURALE
Costruire con il bambù, nuova moda pronta a
sbarcare in Europa?
di Cristina Serra
16
I
n alcune zone rurali di molti paesi del mondo potrebbe
essere la situazione abitativa perfetta per rimanere in
simbiosi con la natura. Tra i principali “testi-
monial” dell’utilizzo del bambù c’è Simon
Velez, colombiano, famoso per le sue architetture con
questo materiale: «Il bambù – afferma – è un elemento
naturale con la stessa resistenza dell’acciaio, è
ecologico inoltre perché durante la sua crescita genera un
effetto ambientale positivo, perché produce ossigeno.
Cresce in molti punti del pianeta e lo fa molto rapidamente.
Il futuro è ecologico e sostenibile e sarà l’utilizzo su larga scala del bambù».
Il bambù è, a tutti gli effetti, uno dei materiali in fase di
sperimentazione (e anche di indagine) nelle costruzioni europee. In Italia, un paio di esempi sono gli uffici al Business
District Certosa a Milano della STAM Europe a Goring &
Straja (vedi box a piè di pagina) e la costruzione risalente
al 2003 di un padiglione realizzato a Vergiate (Varese) con
struttura reticolare, fondazione di calcestruzzo armato e
collegamenti realizzati con perni di acciaio inseriti nelle
aste di bambù e rinforzati con malta di cemento.
Ma è la Cina la patria dove questo materiale sta
L’ESEMPIO DEGLI EDIFICI STAM EUROPE DI MILANO
Nel contesto del Business District Certosa a Milano, è stato realizzato l’edificio per uffici
commissionato dalla STAM Europe a Goring & Straja. Il progetto si unisce alla cortina di
edifici esistenti andando a ricostruire un isolato chiuso, tipico del disegno urbano milanese.
La corte, che si viene così a creare, è impreziosita da un giardino piantumato con diverse
essenze, importante fondo scenografico sul quale si affacciano le vetrate dell’edificio. Una
terrazza sulla copertura del corpo C crea un sistema del verde ricco e ben distribuito.
L’edificio, progettato per ottenere la certificazione LEED Gold, consta di circa 7.400 mq
interrati adibiti a parcheggi e circa 15.400 mq fuori terra disposti su 4 livelli e tre corpi
di fabbrica con area verde interna. I piani terra dell’intero complesso immobiliare sono
destinati a laboratori, ingressi e a uno showroom. I restanti piani sono tutti destinati a uffici.
L’obiettivo del progetto è di riqualificare e migliorare l’impatto con il contesto nel quale
l’edificio è collocato ricostruendo la logica dell’isolato chiuso e compatto. Architettonicamente il progetto è caratterizzato dal diffuso uso di vetro e alluminio, cemento di
strutture e marcapiani e dal bambù dei sistemi schermanti. L’immobile prevede l’uso
del vetro su tutto il piano terra, creando una sorta di basamento trasparente, e sui fronti
est sud e ovest, dove è schermato da un sistema di brise soleil in bambù che recepisce un
soleggiamento eterogeneo: infatti, il brise soleil si dirada, si infittisce e si regola a seconda
dell’inclinazione/irraggiamento solare, creando un gioco di densità e di rarefazioni che
rende le facciate, già spezzate da cambi di direzioni, vibranti e mutevoli. La terrazza sul
corpo C, infatti, oltre a fornire una prospettiva di grande impatto dal fronte sud della
corte interna, crea un gioco di volumi che si compenetrano sul fronte nord, rendendo la
facciata un interessante elemento scultoreo. Il progetto architettonico ha previsto anche
l’installazione di un frangisole a “pale” a schermatura dai raggi solari.
17
Il progetto architettonico, elaborato per il padiglione della Repubblica Popolare Cinese a Expo Milano 2015 da un consorzio formato dalla Tsinghua University
e dal Beijing Qingshang Environmental & Architectural Design Institute, riproduce delle “onde di grano” dove le forme di un paesaggio naturale si fondono
a quelle di uno skyline urbano, riprendendo le linee tradizionali dell’architettura cinese ed esaltandole attraverso l’uso delle moderne tecnologie. Il tetto
realizzato in bambù filtra la luce naturale e permette di ridurre i consumi energetici in linea con il messaggio di sostenibilità promosso da Expo Milano 2015.
facendo le prove generali per dimostrare tutto
il suo valore architettonico e dove, per questo, è stata
costruita la prima casa multipiano al mondo in bambù (tanto
che il bambù è il materiale caratterizzante del padiglione
della Repubblica Popolare Cinese a Expo Milano 2015,
vedi infografica qui sopra), realizzata dal team di ricerca
cinese Oval Partnership all’Integer Expo di Kunming, nella
provincia dello Yunnan (vedi foto a pag. 21).
La struttura a due piani è stata progettata per il tipico terreno collinare della parte occidentale della Cina. L’esterno
e i pannelli interni sono tutti in bambù, scelto perché è il
materiale più ecologico disponibile nella zona, caratterizzato
da un ciclo di crescita di quattro anni in grado di assorbire
un’elevata quantità di anidride carbonica nel corso della
sua vita.
La struttura in bambù è leggera e pertanto
molto più adatta a sopportare le sollecitazioni
sismiche delle più pesanti strutture in cemento armato.
Il parquet di bambù è “verde” e per questo è stato scelto per la nuova
sede milanese di Saint-Gobain, in particolare per la sala riunioni. «Abbiamo
scelto di impiegare bambù proveniente da foreste certificate FSC e privo
di VOC. Questo perché il bambù si rigenera velocemente. Una piccola idea
per evitare di danneggiare le foreste primarie!», fanno sapere dall’azienda.
18
La casa in bambù può essere costruita dagli abitanti dei
villaggi locali, senza la necessità di macchinari pesanti e
costosi. La tecnologia utilizzata nella casa dell’Integer Expo
è basata su un sistema a telaio con pannelli sandwich che
fornisce un valore molto elevato di isolamento termico. Il
potenziale di questa tecnologia è immenso ed è in grado
di fornire una tipologia costruttiva economica ed
ecologica per le nuove cittadine e per i villaggi in Cina.
Oval Partnership ha realizzato questo progetto pilota in
collaborazione con gli scienziati e gli ingegneri delle istitu-
Guarda il video Painting Natural su
www.boero.it
Per informazioni:
[email protected]
Brise soleil in bambù
zioni accademiche locali, tra cui l’Università della Scienza
e della Tecnologia di Kunming.
IL BAMBÙ COME MATERIALE
DA COSTRUZIONE IN OCCIDENTE
In occidente le potenzialità del bambù come materiale da
costruzione sono ancora poco conosciute.
In realtà è un materiale dotato di ottime proprietà meccaniche e con un elevato modulo di elasticità che permette
di utilizzarlo anche per strutture tipologicamente molto
complesse. Il bambù è un vegetale (considerato un’erba, e
precisamente una graminacea) con un rapidissimo ci-
clo di crescita tanto che già nel primo anno è in grado
di raggiungere i 15 metri di altezza, mentre raggiunge lo
sviluppo massimo in soli 4 anni.
Il bambù ha anche delle eccezionali capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico: una piantagione
è in grado di catturare fino a 17 tonnellate di carbonio per
ettaro all’anno, 40 volte superiore a quella assorbita da un
bosco della medesima estensione.
Ecco perché è considerato oggi uno degli elementi chiave
per l’evoluzione sostenibile della produzione edilizia nei
paesi in via di sviluppo, e non solo.
Interessante a questo proposito è paragonare il bilancio
energetico (ovvero l’energia richiesta per la produzione) di
MATERIALI DEL FUTURO:
LE FIBRE DI CARBONIO ORGANICHE
Non solo bambù. Innventia e Swerea Sicomp, due istituti di ricerca norvegesi, puntano allo sviluppo di
una fibra di carbonio organica a basso costo che potrebbe rivoluzionare il mercato.
di Stefano Guolo
I
l suo utilizzo risale a una cinquantina di anni fa. Materiale
leggero e molto resistente che, in virtù delle sue caratteristiche, trova impiego in molti ambiti, la fibra di carbonio
ha però un difetto: costa molto. Per questo la sua domanda è
ancora limitata a quegli utilizzi per i quali le prestazioni sono
più importanti del prezzo. L’introduzione di una fibra di carbonio
20
più economica potrebbe estendere il raggio di utilizzo e ampliare le opportunità di mercato, ed è proprio questo l’obiettivo
della partnership tra Innventia e Swerea Sicomp, due istituti
di ricerca norvegesi, che puntano allo sviluppo di una fibra di
carbonio organica derivante dalla lignina, un sottoprodotto del
legno. Sfruttando la preziosa risorsa naturale della Svezia, la
NORME SUL BAMBÙ
Da un punto di vista normativo, non vi sono norme tecniche di riferimento né a livello nazionale
UNI né a livello europeo CEN (Comitato Europeo
di Normazione) e le stesse Norme Tecniche per le
Costruzioni non comprendono riferimenti al bambù.
In ambito ISO invece sono disponibili due norme sul
materiale e una norma di tipo comportamentale per
i laboratori.
Le norme in questione sono:
· ISO 22156 “Bambù - Progettazione strutturale”;
· ISO 22157-1“Bambù - Determinazione delle proprietà fisiche e meccaniche - Parte 1: Requisiti”;
· ISO/TR 22157-2:2004 “Bambù - Proprietà fisiche e
meccaniche - Parte 2: Linee guida per i laboratori”.
Pannello in bambù BMB
alcuni tipi di materiale da costruzione (MJ/m3 per N/mm2):
• cemento: 240
• legno: 80
• acciaio: 1.500
• bambù: 30
In edilizia il bambù non viene utilizzato solo come elemento
colonna/trave, ma viene impiegato anche nella produzione
di pannelli BMB (bamboo-mat boards) per la costruzione di porte, pareti divisorie, scatole, ecc.; pannelli
laminati LBL (laminated bamboo lumber) con
elevata resistenza alla flessione; pannelli prefabbricati di
bambù e cemento; pannelli per pavimentazioni. La sua
resistenza e leggerezza lo rendono paragonabile alle prestazioni dell’acciaio tanto che è stato definito appunto l’“acciaio
naturale”. Sarà il materiale naturale del futuro? ■
realizzazione di una fibra di carbonio organica derivante dalla
lignina costituirebbe una materia prima rinnovabile in un’ottica
di maggiore responsabilità sociale e minor impatto ambientale.
«Innventia e Swerea Sicomp hanno stretto una collaborazione
strategica e, insieme ai rappresentanti dell’industria, stiamo
progettando un impianto dimostrativo per la produzione di
materiali compositi con fibra di carbonio a base di lignina, che
avrà una capacità annua di circa 50 tonnellate», ha fatto sapere
Peter Axegård, vice presidente di Innventia.
Attualmente, la realizzazione di questo materiale è ancora confinata alle attività di laboratorio con scopi di ricerca, ma i due
istituti ambiscono a una loro produzione commerciale entro il
2015. In questo modo le fibre di carbonio organiche potrebbero
essere impiegate soprattutto nella realizzazione di materiali
compositi avanzati, leggeri ma a elevate prestazioni, per uso
strutturale.
La norma ISO 22156, pubblicata nel 2004 e riconfermata nel 2012, si applica alla progettazione delle
strutture di bambù, per esempio bambù tondo o tagliato, bambù laminato incollato, o pannelli a base di
bambù incollati o collegati con connettori meccanici.
La norma si basa sul calcolo agli stati limite e sulla
prestazione della struttura, e considera solo i requisiti
di resistenza meccanica, funzionalità e durabilità.
La norma ISO 22157-1, pubblicata anch’essa nel 2004
e riconfermata nel 2008, definisce i metodi di prova
per la valutazione di umidità, massa volumica, ritiro,
compressione, flessione, torsione, ecc..
La norma ISO/TR 22157-2 infine fornisce delle linee
guida informative per i laboratori sulle modalità di
esecuzione dei test secondo la ISO 22157-1.
L’interno della casa multipiano
realizzata dal team di ricerca
cinese Oval Partnership all’Integer
Expo di Kunming, nella provincia
dello Yunnan
21
IL BOSCO
IN AZIENDA
L’
acqua è uno degli elementi fondamentali per
la produzione della pasta. Quella della Val
di Fiemme è particolarmente buona, sgorga
dalle rocce dolomitiche del Trentino e viene
immediatamente raccolta, entrando così com’è nel circolo
produttivo del pastificio guidato da Riccardo Felicetti (nuovo presidente dell’IPO, l’International Pasta Organisation
per la valorizzazione della cultura della pasta nel mondo);
viene aggiunta alle lavorazioni mantenendone la limpidezza, la freschezza, la trasparenza, caratteri peculiari e
unici che sono trasferiti immediatamente alla pasta, facendone risaltare sapori e profumi, conferendo al prodotto
una purezza che attinge alla natura circostante. Per questo
l’importanza dell’ambiente per il ciclo produttivo del Pastificio Felicetti si trasforma in
estrema attenzione nei confronti della natura
e questa filosofia si è realizzata anche nel rifacimento delle
facciate della sede storica del pastificio, curata dallo studio
di progettazione RWA Architetti di Milano. L’obiettivo?
22
Portare i famosi boschi della Val di Fiemme in azienda,
per integrare il più possibile il progetto nel
meraviglioso ambiente che la circonda.
COME NASCE LA PROGETTAZIONE
Lo studio progettuale per le nuove facciate della sede del
Pastificio Felicetti, fondata nel 1908, si situa in un più ampio
programma di riqualificazione aziendale, per molti versi già
ampiamente avviato, in cui l’obiettivo è quello di trovare
una perfetta sintonia fra scelte architettoniche, funzionali,
strategiche, commerciali, comunicative dell’azienda. Per
questo motivo un unico percorso di progettazione ha toccato
principalmente le seguenti fasi:
immagine e visibilità: le facciate come elemento di
raccordo fra visibilità, funzionalità, paesaggio e comunicazione. Considerando l’attigua presenza di una grande
arteria stradale, le facciate dell’edificio diventano importante
veicolo di comunicazione; inoltre lo studio si presenta neces-
1
La riqualificazione delle facciate
del Pastificio Felicetti
di Predazzo (TN), unico pastificio
di montagna italiano, ha mirato
a riprodurre la natura della
Val di Fiemme sull’architettura
dell’edificio.
di Cristina Serra
sistemi (il nuovo e il vecchio) interagiscono e si pongono fra
essi in una sequenza di coerenza e continuità, senza negare
la propria stratificazione storica e la propria successione
temporale.
Il tema individuato consiste nella predisposizione di un tema
figurativo che è quello di segni ed elementi verticali
in legno disassati l’uno rispetto all’altro, in
grado di evocare l’“ordine sparso” del bosco
fiemmese ma anche la metafora di alcuni prodotti dell’azienda.
Tipo di intervento:
Luogo:
Progettista:
Tempi di intervento:
Classe energetica:
Rifacimento delle facciate
Predazzo (TN)
RWA Architetti
60 giorni
Da classe E a classe A
sario per l’adeguato inserimento dell’ampliamento in atto
entro un unico sistema di prospetto, in maniera coerente e
compiuta con i corpi di fabbrica esistenti.
accoglienza e funzionalità: la riorganizzazione di
alcuni spazi interni (ed esterni) come luoghi dell’accoglienza e della comunicazione. Prevede la predisposizione
di luoghi e percorsi in cui l’azienda possa condurre il visitatore (ospite, consulente, giornalista, ecc.) alla scoperta dei
prodotti Felicetti e delle loro peculiarità, alla degustazione
e all’approfondimento tecnico.
comunicazione e marketing estemporaneo:
creazione di uno showroom (“pastateca”) in cui creare
uno store aziendale.
2
3
LA REALIZZAZIONE
Il tema architettonico per il disegno delle nuove facciate si
basa su un segno unitario e coerente, capace di relazionare
la facciata esistente a quella del nuovo ampliamento. I due
Questo tema è reiterato secondo materiali e tecniche diversi
su ciascuno dei tre corpi di fabbrica, ponendosi di volta in
volta in maniera coerente e continuativa ma anche autonoma.
È importante infatti che il nuovo assetto non sia costituito da
una pelle ex novo, ma piuttosto dalla rilettura dei successivi
stati di crescita aziendale, in mondo che la nuova figura di
facciata sia una nuova veste e al contempo testimone della
“storicità” dell’azienda.
La facciata del corpo a nord presenta listoni in legno, distanziati con retroilluminazione, anche con interessanti
effetti di ombreggiature; inoltre la parola “PASTA” diventa
acronimo dei cinque principali concetti che stanno alla base
della filosofia aziendale (Persone, Acqua, Storia, Territorio,
Aria). La facciata è pensata per essere letta a due
livelli: alla scala del transito veicolare (dalla Strada Statale
delle Dolomiti) e alla scala pedonale (dal percorso ciclopedonale collettivo); la duplice scala di lettura rappresenta lo
spirito stesso dell’azienda, una realtà con profonde radici
nel territorio ma che dialoga a livello globale.
La facciata del corpo centrale riprende e consolida il ritmo
del pilastro: lo spazio fra un elemento e l’altro è tamponato a
mezzo di un pannello in legno (anche a funzione di coibente)
e il tema figurativo è ripreso in negativo, sottolineato anche
dal gioco delle ombre. Il corpo a sud prevede la ripresa
tematica a mezzo di rasatura e tinteggiatura.
Così, l’architettura si fa metafora della natura, della storia
secolare di una famiglia di imprenditori e delle tradizioni
di un territorio. ■
23
LA TRADIZIONE
CHE GUARDA
AL FUTURO
Uno storico borgo termale toscano
ritorna al suo antico splendore con
l’impiego di materiali moderni al
servizio della tradizione.
di Nicola Pisano
24
R
icostruire un antico borgo romanico e la sua
ex-stazione termale dalle acque sulfuree ricche
di proprietà benefiche. È in questo contesto che
si colloca l’intervento di recupero di una serie
di case coloniche di borgo Mummialla, nel Comune di
Gambassi Terme (FI), che oggi si sono rianimate ospitando
appartamenti di civile abitazione con utilizzi turistici grazie
alla collaborazione con BigMat Arrighi e Brogi.
Panorama circostante a borgo Mummialla
Uno scorcio della piscina di borgo Mummialla
25
Borgo Mummialla prima dell’intervento
Tipo di intervento:
Ricostruzione e
ristrutturazione con
recupero materiali
Luogo:
Gambassi Terme (FI)
Progettista:
Roberto Fusi
Direttore lavori:
Massimo Paolini
Tempi di intervento: 2006-2012
Classe energetica:
Da classe G a classe C
L’INTERVENTO
Grazie ai lavori di ricostruzione attenti e qualificati, il borgo Mummialla è oggi un esempio di come i materiali e le
tecniche costruttive moderne possano restituire il fascino
del tempo e della storia.
A questo scopo, ogni singolo fabbricato è stato ricostruito
in muratura mista a facciavista di laterizi e pietre recuperati dallo stesso edificio prima diroccato. Tutti i fabbricati
esistenti allo stato di ruderi, con tetti e solai crollati, nonché
con murature completamente inconsistenti, sono stati appositamente smontati in modo organizzato, recuperando in
fase di smontaggio ogni materiale laterizio e lapideo idoneo
a essere ricollocato successivamente. Grazie all’attenzione in
questa prima fase è stato possibile utilizzare poi i materiali
di recupero e garantire un profilo dell’edificio coerente con
le caratteristiche stilistiche del borgo storico. I solai sono
stati eretti con profili in acciaio e volte di mezzane, il tetto
tipicamente in legno e cotto ha un manto di copertura
in coppi e tegole toscani, anch’essi di recupero, la gronda
Borgo Mummialla oggi
26
è in cotto conforme a quella esistente, gli infissi esterni
presentano forme e caratteristiche tipiche toscane in legno
e/o ferro secondo le necessità architettoniche. Le docce e i
pluviali sono in rame, il marciapiede è in cotto limitato
alla porzione sullo scannafosso, mentre la maggior parte
del perimetro del fabbricato è pavimentato con pietre dei
luoghi semplicemente appoggiate sul terreno e stuccate
a terra e sabbia in modo tale da permettere all’erba di
nascere nelle fessure, così come ha sempre fatto, al fine di
integrare il manufatto necessario dal punto di vista pratico
e igienico-sanitario, con l’ambiente circostante. Emerge da
questi particolari lo sforzo di mantenere salde le radici e
le caratteristiche originarie della struttura, valorizzandone
gli aspetti tipici della tradizione regionale che vanta una
storia antica. Con la ristrutturazione è stato possibile ottenere i vari appartamenti a cui si aggiunge la realizzazione
di un’ampia piscina esterna. Anche la suddivisione nelle
diverse unità abitative ha rispettato “l’ossatura” principale
e originaria delle murature.
Un lavoro minuzioso quello svolto dal progettista Roberto
Fusi e dal direttore dei lavori strutturali Massimo Paolini,
durato sei anni e dall’importo notevole di oltre 5 milioni
di euro.
I risultati hanno superato le aspettative e hanno saputo ricreare quell’armonia con il paesaggio circostante inizialmente
IL RUOLO DI BIGMAT
Protagonista dell’intervento a Mummialla è stata
BigMat Arrighi e Brogi Srl, azienda nata nel 1983,
che con la sua consulenza e con l’elevata qualità del suo
servizio si è rivelata una professionale interlocutrice
e ha permesso di eseguire i lavori di ristrutturazione
nei tempi prestabiliti.
Di fondamentale importanza sono stati i prodotti forniti al cantiere quali blocchi sismici e forati di Donati
Laterizi, calcestruzzo alleggerito e massetti Laterlite,
malta termica M10 Laterlite, malte colorate CVR e
biocalce pietra Kerakoll.
Una realtà quella della BigMat Arrighi e Brogi consolidata e tuttora in continua crescita la cui missione,
come dice il titolare Marco Brogi, «è quella di investire in un valore distintivo che renda questa società
sempre più competitiva. Anche per questo facciamo
parte di BigMat».
auspicata, dando così continuità alle usanze del passato senza
rinunciare agli elementi innovativi del mondo dell’edilizia
odierno. ■
Se hai realizzato un progetto
di rilevanza pubblica o con particolari
soluzioni costruttive in collaborazione
con un Punto Vendita BigMat o habiMat,
puoi vederlo pubblicato su UP!
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27
BigMat Italia
mondobigmat
bigmat.it/community
www.bigmat.it
AUTOCOSTRUZIONE,
PRIMO CANTIERE
SCUOLA IN VENETO
L’esempio di Casa Santa Rita, nel padovano, dove l’Associazione Fraternità
e Servizio Onlus vuole “tornare al passato” e fare da sé la ristrutturazione
dell’edificio – che conta anche su un isolamento molto particolare in paglia –
affiancando alla manodopera specializzata lavoratori non specializzati.
di Rosa Santavite
C’
è un cantiere, in provincia di Padova, che
sta facendo scoprire nuove vie al settore
delle costruzioni. Siamo a Brugine, sulla
strada verso Piove di Sacco, in una zona
fertile ricca di campi e lambita dal corso di due piccoli corsi
d’acqua, il Fiumicello e la Schilla. È qui che si trova il primo cantiere scuola del Veneto legiferato in autocostruzione
familiare (ovvero l’iniziativa dei privati di costruirsi casa
da sé senza avvalersi di manodopera specializzata, vedi box
pag. 31) nonché la prima ristrutturazione con balle di paglia
della provincia di Padova.
28
UNA RISTRUTTURAZIONE SUI GENERIS
Casa Santa Rita è un edificio residenziale in zona rurale che
l’Associazione Fraternità e Servizio Onlus, vuole ristrutturare per avere la possibilità di ospitare nuove famiglie nonché
creare un luogo di ritrovo associativo e polivalente.
A seguire i lavori c’è il geometra Cristiano Rossi, che ha
raccolto con entusiasmo la sfida. L’obiettivo è quello di
ricavare tre nuove unità residenziali distinte e riqualificare
le attinenze per le attività ricreative di laboratorio e socializzazione. L’edificio esistente è stato edificato nel 1973 e nel
Tipo di intervento:
Ristrutturazione e
ampliamento edifico
rurale
Luogo:
Brugine (PD)
Progettista:
Geom. Cristiano Rossi
Tempi di intervento: 3 anni, in corso
Classe energetica:
Da classe G a classe A
per primo piano e a
classe B per piano terra
corso degli anni ha subito modifiche e ampliamenti, con
tratti costruttivi temporali ben visibili che, analizzati nel
globale, non presentano elementi distintivi tipici della zona
agricola in cui è inserito. Costruttivamente è in condizioni
discrete, sia internamente sia esternamente, ma è da rivisitare per i canoni di vita attuali soprattutto per quel che
riguarda il concetto energetico.
ABITAZIONE PRINCIPALE
Come già detto, l’abitazione principale si presenta in condizioni discrete che non vincolano particolarmente i suoi
occupanti se non per il lato energetico o piccoli accorgimenti
di sfruttamento degli spazi interni.
Il Piano di Costruzione n. 1641 del 27.04.2012, presen-
tato dai vecchi proprietari per sanare la situazione edile
dell’immobile all’atto dell’acquisto da parte dell’Associazione Fraternità e Servizio Onlus, prevede la demolizione
della scala esterna (peraltro abusiva e non consona al luogo
agricolo) sostituita dalla costruzione di una interna andando
a favorire la destinazione prevista, oltre ad assegnare due
posti auto. L’appartamento al piano terra subirà una leggera
ristrutturazione interna che consisterà nel ricavare un nuovo
bagno al posto della scala interna e un locale studio, mentre
l’abitazione al primo piano subirà una ristrutturazione più
importante poiché si procederà a rielaborare il 50% circa
degli spazi dotandola di tre camere distinte, due bagni
e un grande salone con angolo cottura. Al suo esterno si
ricostruirà la terrazza, ampliandola per poterne usufruirne
in maniera più ludica.
29
Le finiture per entrambi gli appartamenti (nei locali interessati dai lavori) saranno di pavimenti e di rivestimenti
piastrellati in grès porcellanato per la zona giorno e per i
bagni, di pavimenti in listoncini di legno per la zona notte.
È stata aggiunta una doppia canna fumaria che servirà in
maniera distinta i due appartamenti per l’uso del caminetto
a legna, le porte saranno in legno tamburato e le finestre in
legno o PVC con vetrocamera.
AMPLIAMENTO
L’ampliamento mira a creare una nuova unità abitativa ristrutturando il ripostiglio e alzandone il tetto. Avvalendosi
dell’attuale norma denominata “Piano Casa” ovvero la
Legge Regionale n. 14 del 08.07.2009 all’art. 2 è possibile
usufruire di una volumetria di 160 m3 (il 20% degli 800 m3
ammissibili in zona agricola) ulteriormente incrementata
di un 10%, per un totale di 240 m3 grazie all’utilizzo integrato di un impianto fotovoltaico da 3 KWp già installato.
L’ampliamento trova il naturale posizionamento sopra al
fabbricato originale posto dietro al corpo principale residenziale e attualmente destinato ad area agricola quale
cantina, ripostiglio e pollaio, in quanto questa porzione di
immobile ha una struttura portante in ottime condizioni
a cui si dovrà aggiungere solamente la parte di muratura
mancante del primo piano e la copertura.
Le finiture di questo appartamento sono le stesse descritte
per i primi due a esclusione del tetto che sarà in legno
travato a vista.
Infine, per motivi di cubatura è stato previsto al piano terra,
oltre ai due garage obbligatori per normativa all’interno
del fabbricato residenziale, la zona giorno e al primo piano
la zona notte con due camere, il bagno e un sottotetto a
uso ripostiglio.
30
L’EDIFICIO AGRICOLO
L’edificio agricolo è un capannone costruito in vari periodi,
con muri di tamponamento in blocchi di cemento intonacati,
telaio portante e tetto in ferro con sovrastante una copertura
di pannelli sandwich coibentati. La struttura della stalla e
del pollaio invece è in blocchi di cemento portanti intonacati
con solaio in latero-cemento e manto di copertura in coppi
rossi. Per la sua ristrutturazione si prevede innanzitutto di
spostare la cubatura occupata dalla nuova unità residenziale sul lato nord-est della stalla prolungandone la falda
e costruendo un locale chiuso su tre lati utile al riparo dei
mezzi agricoli. All’interno ci sarà anche uno spazio per il
ricovero attrezzi, nuovi servizi igienici e un locale tecnico
per la caldaia e gli inverter.
La nuova parte di costruzione seguirà il canone estetico
della stalla, con la copertura uguale a quella del ricovero
attrezzi, a cui sarà aggiunta la tinteggiatura.
ASPETTI ENERGETICI:
IL CAPPOTTO DI BALLE DI PAGLIA
Nell’affrontare la scelta costruttiva, l’associazione ha chiesto di indirizzare le valutazioni tecniche verso la qualità
energetica più che quella estetica, andando ad analizzare
i punti critici delle costruzioni moderne correlate alle esigenze e agli stili di vita umani. Inoltre è da evidenziare che
l’ampliamento, così come progettato, è possibile solo se la
struttura residenziale risulta in classe energetica B.
Strutturalmente la casa attuale è in muratura di mattoni forati, solaio in latercemento, tetto in tavelloni e così
per la ristrutturazione e l’ampliamento si utilizzeranno i
medesimi materiali a esclusione del tetto in legno, sia per
l’ecologicità del materiale sia per il notevole apporto isolante
che il materiale stesso offre, ovviando spontaneamente alla
risoluzione dei ponti termici di eventuali poggioli, cornici,
ecc.. Si provvederà a coibentare la struttura totale con un
sistema a cappotto in balle di paglia fissate alla muratura
tramite appositi tasselli a esclusione dello zoccolo di base
che sarà in pannelli di XPS per ovviare alle problematiche
dell’umidità di risalita e degli spruzzi quando piove.
La finitura esterna sarà in intonaco in calce altamente traspirante con tinteggiatura tenue. Gli isolamenti del tetto saranno in balle di paglia con adeguate membrane traspiranti
sovrastanti e freni vapore sottostanti. Questa scelta di isolamenti combinati comporta una trasmittanza termica delle
superfici fuori terra di circa U=0,12 W/m2K, e sfasamenti
termici superiori alle 14 ore. Saranno montati nuovi infissi
in legno che avranno il vetro con il valore Ug=0,8 W/m2K
raggiungendo un valore medio Uw=1,10 W/m2K ben inferiore alla normativa che si attesta al valore Uw=2,2 W/m2K.
Gli impianti di riscaldamento saranno alimentati da una
pompa di calore comune a tutte le abitazioni con C.O.P.
(Coefficient Of Performance) >3 a scambio termico.
Tutti i materiali impiegati nella ristrutturazione sono stati
scelti il più possibile in base alla certificazione EPD.
Anche se l’immobile dal punto di vista pratico non si presenta integralmente agricolo, vista la presenza di particolari
moderni intrinsechi alla struttura, la posizione architettonica intrapresa è sempre stata volta alla costruzione di un
immobile agreste, interpretando ciò che i nostri genitori
praticavano nel corso naturale della vita, integrandosi coattivamente all’interno del processo naturale delle stagioni
e avvalendosi dei suoi benefici. ■
UNA NORMATIVA CHE NON C’È
A oggi manca un quadro normativo nazionale che,
in modo compiuto e organico, definisca regole, modalità e strumenti dell’edificazione in autocostruzione. Questo vuoto legislativo impedisce di portare a
sistema le “esperienze” che si sono andate comunque
realizzando nel Paese in anni recenti. Infatti, oltre al
Veneto ci sono anche altre Regioni che si sono mosse con progetti sperimentali, come l’Umbria che ha
supportato dal 2001 il Programma di autocostruzione
“Un tetto per tutti”. Sono seguiti negli anni successivi
interventi sperimentali in Emilia Romagna (2003),
Toscana (2005), Lombardia (2005), Campania (2014).
Queste stesse Regioni hanno messo a punto alcuni
Progetti legislativi (tutti ispirati a una stessa filosofia
e con contenuti analoghi), nessuno dei quali tuttavia
risulta iscritto all’ordine del giorno di alcun dibattito.
L’unica ad aver emanato ufficialmente le linee guida
per l’autocostruzione è la Regione Puglia. È comunque
evidente che, nel rispetto delle competenze regionali
in materia urbanistica, solo un quadro normativo
nazionale potrebbe consentire di portare a sistema le
esperienze in corso e lanciare l’autocostruzione come
una pratica che può, accanto e insieme a quelle tradizionali, contribuire a risolvere il problema della casa
per i meno abbienti.
AUTOCOSTRUZIONE FAMILIARE:
IL CASO DI “ARIA FAMILIARE”
di Cristiano Rossi Progettista e consigliere di Aria Familiare
L’
autocostruzione familiare si può definire un termine
relativamente nuovo nella visione edilizia attuale, un
anacronismo indotto che impedisce ciò che l’uomo
ha sempre fatto, ovvero costruirsi la propria abitazione. La
legge latita, permettendo non proprio un’autocostruzione ma
consentendo comunque la presenza di persone non professionali in un determinato ambito lavorativo.
Per riuscire a volgere la legge positivamente verso gli autocostruttori edili, l’associazione Aria Familiare ha promosso un
regolamento esplicativo su diritti e doveri degli autocostruttori ponendo come principale causa la sicurezza dei lavoratori
e/o autocostruttori in cantiere nonché la responsabilità delle
figure preposte all’attuazione della stessa e regolamentando
le figure professionali partecipative obbligatorie.
Alla luce di questo, se si vuole autocostruire la propria abitazione utilizzando anche volontari, si dovranno applicare
una serie di adempimenti obbligatori sulla sicurezza, mentre
la parte progettuale resterà invariata e il tutto dovrà essere
coordinato da un tutor (che può coincidere anche con il progettista o il direttore dei lavori) preparato nell’autocostruzione,
nella formazione degli autocostruttori e negli adempimenti
legislativi di tutela.
A oggi la parte dolente è negli organi di controllo (ISPESL,
ASL, SPISAL, ecc.) che non sono pronti a questo tipo di
pratica e considerano gli autocostruttori come lavoratori in
nero con conseguenti denunce.
31
BIGMAT VASS
VA IN FATTORIA
DIDATTICA
Un’azienda agricola umbra si rinnova e realizza una copertura
in legno hi-tech, antisismica e ad alto risparmio energetico.
di Stefano Guolo
S
arà pronto entro fine anno il restyling dell’azienda
agricola Res Nova-Il Colle, immersa nella campagna umbra tra il verde di Portaria (Acquasparta,
TR), le fonti San Gemini e l’ingresso del sito archeologico Carsulae. La ristrutturazione è finalizzata alla
creazione di spazi per l’attività di fattoria didattica, tanto
apprezzate da grandi e piccini; non appena i lavori saranno
conclusi, a Res Nova-Il Colle sarà possibile vivere in prima persona la laboriosità di un’azienda agricola entrando
in contatto con i ritmi della natura, con i pesanti lavori
della terra, con gli impegni che richiedono gli animali e
le coltivazioni, fino a scoprire più nel dettaglio i prodotti
agroalimentari più tipici, le loro proprietà, le lavorazioni
tradizionali e il loro utilizzo in ricette tipiche. La ristrutturazione ha visto come protagonista il rifacimento della
32
copertura sfruttando tutti i vantaggi del sistema in legno
BigMat VASS.
L’INTERVENTO
L’obiettivo è quello di una totale revisione dell’intero manufatto al fine di utilizzarlo anche nella parte del sottotetto
con la creazione di cinque unità immobiliari distribuite
su tre piani. Per poter rivisitare gli spazi interni sui tre
livelli del fabbricato sono state demolite delle tramezzature
esistenti e costruite nuove pareti divisorie con conseguente
rifacimento degli intonaci nonché l’apertura e la chiusura di
nuove e vecchie porte di passaggio sulle murature portanti
interne. Al piano terra sono state fatte anche alcune opere
di bonifica consistenti nella realizzazione di vespai areati.
PAROLA ALL’ESPERTO
di Luca Mercante Direttore tecnico Team BigMat VASS
Il cantiere di Acquasparta può essere considerato un buon
esempio di come il coordinamento tra gli uffici tecnici del
centro di lavorazione, i tecnici VASS e il Punto Vendita
BigMat abbia permesso di ottenere un ottimo risultato
anche in un cantiere che a prima vista poteva sembrare
pieno di variabili.
Il modulo BigMat VASS ha un formato standard che
viene utilizzato nelle porzioni di tetto regolari e poggia
su puntoni paralleli tra di loro; le restanti parti del tetto
vengono coperte con moduli realizzati a misura sulla
travatura progettata. Questo consente al sistema di essere
molto versatile e di adattarsi senza problemi anche a
situazioni in cui i muri sono fortemente fuori quadro e
la struttura molto irregolare. La soluzione basa la propria
forza nella possibilità di avvalersi di 4 centri di lavorazione in Italia che seguono il processo completamente,
dal rilievo alla realizzazione, consentendo di ridurre al
minimo le incertezze e le possibilità di errore.
Nella figura a fianco si può notare la differenza tra la
forma reale dell’edificio (in rosso) e un rettangolo ideale.
Sulle facciate esterne del fabbricato, intonacate e successivamente tinteggiate con opportune colorazioni, sono state
realizzate alcune nuove aperture nonché la modifica delle
dimensioni di finestre esistenti in modo da rispettare il
La travatura è stata progettata per adattarsi alla
forma dell’edificio e ospitare moduli, come si vede
nell’immagine seguente, di dimensioni e caratteristiche
molto diverse:
- diverse larghezze per via dell’interasse non regolare
dei puntoni;
- forme diverse lungo le converse;
- tagli a piombo per moduli di partenza e di colmo;
- 31 moduli con faretti led incassati;
- 1 modulo con imbotte isocornìs Velux.
Per tutte queste ragioni su 224 moduli solo 61 avevano
un formato standard (AA). È stato inoltre necessario
compensare alcune differenze tra il progetto della travatura e lo stato di fatto a travi posate. Non sempre è
possibile, per le più diverse esigenze di cantiere, rispettare con precisione inferiore al centimetro, durante la
posa, la disposizione della travatura come da progetto.
Un’ulteriore conferma della versatilità dei moduli è stata
la dimostrazione di come essi possano essere adattati per
compensare queste differenze.
In base a queste considerazioni si può capire come parlare
di formato standard per i moduli BigMat VASS sia solo
un modo per indicare la dimensione che consente di
ottimizzare tempi e materiali in produzione. Cantieri
come questo dimostrano come sia possibile produrre
moduli ad hoc per ogni realizzazione, mantenendo però
sempre alti gli standard di qualità del prodotto e un
elevato rapporto qualità/prezzo.
rapporto delle superfici illuminanti. A tutto ciò si aggiunge
l’ampliamento sul lato ovest del fabbricato per la realizzazione di un porticato e sul lato nord mediante la creazione
di un vano interrato da adibire a locale tecnico.
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Tipo di intervento:
Smantellamento e ricostruzione
copertura in legno hi-tech antisismica
Luogo:
Loc. Portaria, Acquasparta (TR)
Progettista:
Geom. Maurizio Liti,
Geom. Claudio Paris
Tempi di intervento: 30 giorni
Classe energetica:
Da classe G a classe A
FOCUS TETTO
La parte più importante dell’intervento è rappresentata
dal completo rifacimento del tetto curato da BigMat Ricci
Manfredo Srl di Spoleto secondo il sistema modulare in legno hi-tech BigMat VASS che si basa sull’utilizzo di moduli
preassemblati in azienda completi di tutte le funzionalità
sia interne (luci, audio, prese e interruttori, abbaini, ecc.)
sia esterne (antenne, linea vita, pannelli fotovoltaici, ecc.).
Grazie a queste caratteristiche la nuova copertura dell’azienda agricola Res Nova-Il Colle è stata realizzata seguendo
la tradizione costruttiva della zona, ma rispettando le più
attuali normative: la struttura dell’orditura lignea, infatti,
è stata opportunamente collegata alle murature perimetrali
da un cordolo in cemento armato in modo da rispondere a
quanto previsto dalle vigenti normative in materia antisismica. Le lavorazioni in copertura hanno contemplato anche
IL RUOLO DI BIGMAT
BigMat Ricci Manfredo Srl di Spoleto (PG) è stata coinvolta
in questa importante realizzazione per quanto concerne la
fornitura di tutta la struttura della copertura, realizzata
con il brevettato ed esclusivo sistema BigMat VASS.
L’attività di questo storico rivenditore di materiali per
l’edilizia ha inizio il 26 giugno 1956, quando Manfredo
Ricci fondò il suo primo stabilimento con un obiettivo
chiaro: creare l’esclusività di un servizio a 360 gradi. Oggi
la società, guidata dall’esperienza imprenditoriale di una
famiglia giunta alla seconda generazione, è una moderna
azienda che opera su un’area attrezzata di 33.000 mq, punto
di riferimento per chi cerca soluzioni nel settore dell’edilizia,
termoidraulica e delle finiture con uno showroom habiMat.
34
l’aspetto relativo al contenimento energetico mediante la
posa in opera di idoneo materiale termoisolante posto al
di sotto dello strato di guaina impermeabilizzante e del
sovrastante manto di copertura in coppi.
OCCHIO AI DETTAGLI
Per quanto concerne altre opere di finitura sono previsti
pavimenti in monocottura, rivestimenti in ceramica, infissi
interni ed esterni in legno con vetrate termiche, nonché un
completo rifacimento di tutta la parte impiantistica.
Anche gli spazi interni saranno rivisitati per essere ottimizzati nell’ottica dei servizi utili all’attività di fattoria didattica, tramite la quale l’azienda agricola vuole promuovere
la ricchezza del territorio in cui è immersa, un legame che
si traduce anche nella filosofia dell’intervento di ristrutturazione che abbiamo appena visto. ■
35
INTERNATIONAL
ARCHITECTURE
AWARD
BIGMAT
PREMIA I MIGLIORI
PROGETTI EUROPEI
D’ARCHITETTURA
Seconda edizione del Premio Internazionale BigMat
per l’architettura di qualità.
di Zoe Lafleur
S
ta per prendere il via la seconda edizione del Premio Internazionale indetto da BigMat International, rivolto agli architetti di 6 paesi: Belgio,
Francia, Italia, Repubblica Ceca, Spagna e per la
prima volta anche Portogallo.
Da gennaio 2015 si apriranno le iscrizioni per il premio
biennale “BigMat ‘15 International Architecture Award”,
promosso dal BigMat International con lo scopo di premiare
le eccellenze in architettura.
che hanno realizzato progetti nel proprio paese nel periodo
compreso tra il 1° gennaio 2011 e il 1° gennaio 2015.
Solo per il Portogallo, alla sua prima partecipazione, sarà
possibile presentare opere realizzate tra il 1° gennaio 2007
e il 1° gennaio 2015.
Ogni partecipante potrà presentare più progetti registrandoli sul sito dedicato al Premio.
CHI PUÒ PARTECIPARE
Una prestigiosa giuria internazionale, coordinata e
presieduta dall’Architetto Jesús Aparicio, selezionerà 18
finalisti, e tra questi eleggerà il vincitore del Gran Premio
Internazionale BigMat ’15 e i 6 vincitori dei Premi Nazionali
BigMat ’15.
Sarà inoltre attribuita una Menzione Speciale Giovani Architetti
a un’opera di un architetto di età inferiore ai 40 anni al
momento della conclusione dei lavori.
La selezione si concentrerà su opere architettoniche di ogni
tipologia (residenziale, commerciale, industriale, edilizia
pubblica, ecc.) che abbiano contribuito alla cultura architettonica contemporanea in uno dei paesi indicati mantenendo
La filosofia di BigMat, anche in un periodo di recessione
come quello attuale, si manifesta attraverso iniziative che
vogliono premiare e valorizzare le figure professionali della
filiera incentivando il ruolo degli architetti nella società
contemporanea e favorendo il dialogo per sviluppare un’edilizia di alta qualità.
Destinatari di questo premio sono esclusivamente archi-
tetti che risiedono professionalmente in uno dei
6 Paesi europei in cui BigMat è presente (Belgio,
Francia, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca e Spagna) e
36
SELEZIONE DELLE OPERE
COME E QUANDO
Per il bando ufficiale
e per partecipare
è necessario accedere al sito:
www.architectureaward.bigmat.com
dal 15 gennaio
al 1° maggio 2015
e iscrivere il proprio progetto.
NOVITÀ
Potete consultare anche il blog ufficiale
www.bmiaa.com con news sul premio,
sul mondo dell’architettura e di BigMat.
A breve saranno attivati anche
i profili Twitter e Facebook.
Xaveer De Geyter Architects.
Elishout Kitchen Tower Campus Coovi - Anderlecht.
Vincitore del BigMat ’13 International Architecture Award
il legame con la storia dell’architettura e una particolare
attenzione per il rispetto di un’edilizia sostenibile mirata
ad aumentare il comfort abitativo.
PREMI
Grande Premio Internazionale BigMat ’15
valore: 30.000 euro.
5 Premi BigMat ’15
valore: 5.000 euro, assegnati ai finalisti non vincitori del
Gran Premio.
12 premi per i finalisti BigMat ’15
valore: 1.500 euro, assegnati ai secondi e terzi classificati
dei Premi Nazionali BigMat di ogni Paese partecipante.
Menzione Speciale Giovani Architetti
PREMIAZIONE FINALE
La cerimonia di premiazione e consegna dei riconoscimenti
avrà luogo venerdì 20 novembre 2015 durante il Congresso annuale del Gruppo BigMat che si terrà a Berlino
in Germania.
GIURIA
Jesús Aparicio – Presidente di giuria
Dottore Architetto e Cattedratico
di Progetti Architettonici della E.T.S.A.M.
Jesus Donaire – Segretario di giuria Architetto e Professore
Associato di Progetti Architettonici della E.T.S.A.M.
Francesco Dal Co – Italia
Architetto e Direttore del magazine di architettura
internazionale Casabella.
Olivier Bastin – Belgio
Architetto e Ministro della regione di Bruxelles.
Heinri Ciriani – Francia
Architetto e medaglia d’oro per il French Architecture
Academy nel 2012.
Manuel Aires Mateus – Portogallo
Architetto e fondatore di Aires Mateus Associados e professore
all’Accademia di Architettura di Mendrisio, Svizzera.
Martin Rajnis – Repubblica Ceca
Architetto e fondatore di Hut’ architektury e del Global
Prize of Sustainable Architecture nel 2014.
Antonio Ortiz – Spagna
Architetto e fondatore di Cruz y Ortiz Architectos e
medaglia d’oro dell’architettura al CSCAE nel 2014.
37
www.arpinge.it
ARPINGE, LO
SBLOCCA-CANTIERI
DEGLI ORDINI
PROFESSIONALI
Le Casse di previdenza delle professioni tecniche hanno fondato Arpinge
una società di investimento in infrastrutture e immobiliare che opera con la
logica del project financing. Cento progetti saranno sbloccati entro il 2015,
con benefici per tutta la categoria e una ricaduta sull’economia nazionale di
circa un miliardo di Pil aggiuntivo.
di Francesca Negri
N
on un semplice fondo immobiliare, infrastrutturale o strategico, ma una società per azioni,
che a pochi giorni dallo Sblocca-Italia e dopo
i primi mesi di lavoro ‘in sordina’, è uscita
allo scoperto presentando pubblicamente i propri obiettivi, le prime opportunità di investimento individuate e
le indicazioni utili a favorire l’investimento privato nei
propri settori di interesse. Si chiama Arpinge, è una nuova
società di investimento in infrastrutture e immobiliare
che opera nella logica del project
financing ed è stata costituita dalle Casse di previdenza delle
professioni tecniche, ovvero
geometri (Cipag), periti industriali (Eppi), ingegneri e
architetti (Inarcassa). L’intento
è quello di creare un vero e proprio
38
delle città, sulla riqualificazione energetica, su parcheggi
e così via. Nei primi 8 mesi dell’anno abbiamo esaminato
oltre 100 progetti di cui circa il 40% cantierabili
tra il 2014-2015, con un investimento potenziale diretto
di oltre 100 milioni di euro e complessivo di oltre
300 milioni che consentirà di far ripartire il
lavoro dei nostri iscritti. Quello che vogliamo fare è
un contributo indiretto alla crescita dell’intero Paese, stimabile, in base ai parametri di contabilità nazionale, in circa
1 miliardo di Pil aggiuntivo».
Ecco in breve la carta d’identità
di Arpinge Spa, che dopo l’iniziale fase di start-up, ha concentrato l’attenzione su iniziative
bloccate dalla crisi o dalla
scarsità di capitali per lo svi-
“sblocca-cantieri” privato
luppo, senza tralasciare opportunità connesse alla valorizzazione
ispirato alle migliori esperienze
internazionali che inverta il paradigma pre-crisi ponendo la finanza
al servizio dell’industria. Valerio
Bignami, presidente di Eppi, spiega: «Arpinge investirà sull’economia
reale, ovvero sulla riqualificazione
Guidata dall’amministratore delegato Federico Merola, Arpinge
è aperta ad altri investitori istituzionali e previdenziali che ne
condividano obiettivi e valori. ■
e privatizzazione di beni
pubblici.
news
E M O Z I O N I
E
F I N I T U R E
POSA A 5 STELLE
PER I RIVENDITORI
DUE E DOGMA
DI CERAMICA DEL CONCA
WALL PAPER
DI PASTORELLI
MOVE
DI NOBILI RUBINETTERIE
ONE
DI CAESAR
REVOLUTION
DI NOVELLINI
SOLERAS
DI ABK
ULTIME TENDENZE
DEI PARTNER HABIMAT
N
ata dall’esperienza e dalla professionalità
del Gruppo BigMat, l’insegna habiMat oggi
è presente sul territorio nazionale con 16
showroom di alto livello e altri di prossima apertura,
per dialogare con interior designer, progettisti e
clienti finali.
Gli showroom habiMat seguono tutte le fasi di
ristrutturazione o realizzazione ex novo di ambienti
interni della casa: dalla progettazione 3D alla scelta
delle finiture più adatte allo stile di ognuno, fino
all’assistenza durante la posa in opera, proponendo
soluzioni personalizzate e i materiali più idonei per la
realizzazione di ogni progetto.
Nelle prossime pagine potrete vedere alcuni prodotti
di marchi partner di habiMat che si distinguono per
originalità, praticità o innovazione.
Lo showroom habiMat Rubiolo & Bonivardo
POSA A 5 STELLE PER I RIVENDITORI
«Abbiamo avviato il processo riguardo i piastrellisti, ora è il momento di passare alla qualificazione dei
rivenditori»: questa, in sintesi, la posizione del presidente di Assoposa Paolo Colombo, che durante lo
scorso Cersaie ha avuto modo di tracciare un primo bilancio di quanto fatto in questo primo anno di vita
dell’associazione. BigMat e la sua insegna habiMat sposano appieno questa scelta e la filosofia che la guida.
Avviato il capitolo posatori, il passo successivo è quello di rivolgersi alla qualificazione delle rivendite di
piastrelle ceramiche: «Assoposa vuole rappresentare anche le rivendite che desiderano offrire un
servizio di qualità per la propria clientela – prosegue Colombo –. Vogliamo determinare
le caratteristiche che deve avere quella che abbiamo chiamato Rivendita 5 Stelle,
in grado di seguire il cliente in ogni fase del processo, da quando mette piede nello
40
news
DUE E DOGMA
di CERAMICA DEL CONCA
D
alla lunga esperienza di
Ceramica Del Conca nella
ricerca di nuove soluzioni
resistenti agli agenti atmosferici,
alle sollecitazioni e ai grandi
carichi, ma anche dall’estetica
impeccabile, nasce la vastissima
offerta di pavimentazioni
denominata Due, 20 mm, ossia
di spessore raddoppiato rispetto
al tradizionale 10/12 mm a uso
prevalentemente indoor. A questa
serie si aggiunge, oggi, la nuova
collezione Dogma che coniuga
la tradizione di pavimentazioni
Del Conca in materia di grande
spessore, con il grande formato
di dimensioni 60x120. Due
combinazioni che si stanno
rivelando una scelta azzeccata
per il contesto outdoor. In più,
la finitura della pavimentazione
Dogma a effetto cemento ha un
aspetto “vissuto” volutamente
non uniforme molto richiesta
dal mercato delle superfici
ceramiche. L’effetto “cemento” di
grande formato è una tendenza
che viene riproposta anche per
il contesto domestico e che
ricorda le pavimentazioni delle
vecchie fabbriche riqualificate
in modernissimi loft. Regala
un’atmosfera ricercata,
disponibile in tre tonalità sempre
a effetto non uniforme, grazie
alla lavorazione con tecnologia
digitale. La piastrella di spessore
20 mm in grès porcellanato è
adatta per pavimenti esterni
sia sopraelevati sia tradizionali,
è antigelivo, ignifugo e ad alta
resistenza agli attacchi chimici
e agli agenti atmosferici. Inoltre
Lo stand del Gruppo Del Conca al Cersaie 2014
Due, grès porcellanato
a tutta massa, spessore 20 mm
unisce le caratteristiche di
resistenza e durata del grès
porcellanato a molteplici
possibilità di installazione.
Può essere posato a secco su
massetto, ghiaia ed erba, oppure
in modalità sopraelevata grazie
ai supporti in polipropilene
di altezza variabile, è facile e
veloce da installare e rende la
pavimentazione immediatamente
fruibile. Il sistema di posa a secco
infatti è rapido e pulito, in quanto
non richiede l’utilizzo di collanti
e stucchi. Le lastre spessorate di
grès sono facilmente removibili
e riutilizzabili. Il sistema di
pavimento sopraelevato aiuta a
ridurre i dislivelli e i movimenti
strutturali, favorisce l’isolamento
termico e acustico. L’intercapedine
tra pavimentazione e fondo
permette il passaggio di tubazioni
e impianti che rimangono
facilmente ispezionabili in
qualsiasi momento.
news
41
WALL PAPER
di PASTORELLI
D
alla ceramica alla carta da
parati. Pastorelli propone
la nuova collezione Wall
Paper: attraverso le lavorazioni
tecnologiche rese possibili
dagli impianti d’avanguardia
dell’azienda e con il supporto
di partner d’eccellenza nella
lavorazione della carta, Wall
Paper di Pastorelli è la prima
carta da parati che richiama
nella texture i motivi delle
superfici ceramiche best-seller
dell’azienda.
L’idea è quella di regalare agli
interni un’allure raffinata e
ambienti dal risultato visivo
coerente grazie alla continuità
grafica fra pavimento e
rivestimento, senza rinunciare
all’innovazione garantita dal
connubio carta-ceramica.
Wall Paper comprende le serie
Shade, Atelier, Milano City, che
richiamano i nomi delle collezioni
ceramiche corrispondenti,
riecheggiandone in maniera
delicata i decori di fondo, tutte
declinate sia nella variante
“Warm” (toni caldi dominati dai
beige) sia nella variante “Cold”
(toni freddi dei grigi). Unicum
Wall Paper Shade Warm
42
news
Wall Paper Shade Cold
della collezione è Elite, una
raffinata riproduzione della carta
geografica cinquecentesca “Nova
totius terrarum sive novis orbis
tabula” del cartografo, navigatore
e fabbricante di atlanti olandese
Willem Janszoon Blaeu.
Le immagini impresse sulla
collezione Wall Paper sono
state rilevate con una tecnica
di acquisizione all’avanguardia,
chiamata SD, grazie alla quale
la gamma dei colori riproducibili
Lo stand di Pastorelli al Cersaie 2014
è molto più ampia e la stampa
ad alta definizione risulta così
più luminosa e definita con un
sorprendente effetto di profondità
e contrasto. Anche il montaggio
è semplice: ogni proposta grafica
Wall Paper misura 584x290
cm ed è costituita da pannelli
di larghezza 73 cm numerati,
da assemblare secondo uno
schema di posa dove è presente
la corrispondente numerazione
riportata su ogni rotolo.
MOVE
di NOBILI RUBINETTERIE
F
ascino contemporaneo,
innovazione tecnologica ed
ecosostenibilità sono le tre
direttrici attorno alle quali ruota
la proposta di Nobili Rubinetterie,
specializzata nella produzione di
rubinetteria per bagno e cucina.
Ultima nata, la rivoluzionaria serie
di miscelatori per lavello Move,
frutto dell’intuizione creativa
del designer Marco Venzano. La
rivoluzione avviene sia sotto il
profilo estetico sia funzionale.
La prima caratteristica che
differenzia Move da tutto quanto
esiste sul mercato è la posizione
anteriore del centro di rotazione
della doccetta, in posizione
opposta rispetto ai lavelli
tradizionali e ruotabile a 360 gradi,
che duplica così il raggio d’azione
del miscelatore.
Non solo, ma la doccetta si
riposiziona da sola grazie a
un potente magnete, cosa che
consente di effettuare tutte le
operazioni con una sola mano.
Cento per cento italiano e unico
al mondo, il lavello Move segna
così l’inizio di una nuova era
nel campo della miscelazione
professionale, rivoluzionando
la tecnica e anticipando il
futuro. L’innovativo sistema di
funzionamento e il suggestivo
equilibrio formale (coperti
entrambi da brevetto) valorizzano
l’esperienza nell’ambiente
cucina, semplificando le
operazioni sul piano lavello. La
linea minimalista ed elegante
non scende a compromessi:
la cartuccia a immersione
Nobili Widd® 28 racchiude
Un’ambientazione di Move
le più avanzate peculiarità
tecnologiche in un diametro di
soli 28 mm, garantendo massima
affidabilità e doti ecosostenibili
di primo livello, aiutando ogni
giorno a risparmiare acqua ed
energia. Il regolatore dinamico
di portata Nobili WaterSaving
ottimizza infatti i consumi idrici e
il limitatore di temperatura Nobili
I movimenti di Move
EcoFresh riduce anche il consumo
d’acqua calda con significativi
benefici in termini di risparmio
energetico.
La collezione Move è disponibile
in quattro varianti, dedicate
a differenti target stilistici: in
ottone cromato e in acciaio inox
spazzolato, con flessibili rivestiti a
molla o in gomma nera opaca.
Lo stand di Nobili Rubinetterie
al Cersaie 2014
news
43
ONE
di CAESAR
C
on One, il sapore della
tradizione del cotto e la
modernità del cemento
nell’architettura trovano nel
grès porcellanato Caesar il loro
perfetto punto di incontro per
creare uno stile unico, un’unica
armonia.
One nasce da una intensa ricerca
sulla materia e sulle sensazioni
che ne derivano, fondendo in
un progetto unico e naturale
elementi tipici della tradizione
architettonica come appunto il
cotto e il cemento, un contrasto
tra due realtà apparentemente
lontanissime che si incontrano
e si fondono armonicamente
in un’identità unica tra il
contemporaneo e il vintage.
Declinata in sei formati e in
altrettante tonalità calde e
avvolgenti, One si caratterizza
per il morbido aspetto tattile
della sua superficie, che regala
agli ambienti una percezione
rassicurante, di naturalezza ed
eleganza. L’armonica variabilità
cromatica personalizza in modo
originale gli spazi, enfatizzando
l’aspetto vintage di una collezione
che arricchisce gli spazi con il
suo fascino unico e moderno e
offre nuovi impulsi per esprimere
potenzialità creativa. Negli interni
dal sapore rustico, abbinata a
materiali di pregio quali legno e
pietra a vista, One contribuisce
a creare un ambiente intimo e
raffinato, mentre il decoro Frame
si arricchisce di tradizione grazie
alle delicate pennellate tono su
tono che lo rendono ideale per
essere impiegato sia a pavimento
One Cement, Mix Deco_30x30
sia a rivestimento.
One ha inoltre ampliato le
sue possibilità d’utilizzo
completandosi della versione
Aextra20 con finitura antiscivolo
per esterni, in cui è disponibile
anche il decoro Frame. Aextra20 è
One Gesso, Mix Deco_30x30
44
news
il sistema di lastre monolitiche in
grès porcellanato perfettamente
squadrate e rettificate di spessore
20 mm realizzato dalla divisione
tecnica CaesarTech Solutions.
Grazie a questa soluzione, One
risulta la soluzione ideale anche
per l’outdoor, garantendo un
elevato senso estetico e l’alta
qualità tecnologica tipica del grès
porcellanato Caesar e offrendo
nuove soluzioni compositive e
continuità progettuale anche con
l’interno.
Dedicata a una clientela
trasversale che comprende
architetti, progettisti, così come
retailer e privati, One si propone
al pubblico come collezione in
grado di rispondere e anticipare
le esigenze dell’architettura
moderna. Grazie alla sua
versatilità, One risulta la
soluzione ideale.
REVOLUTION
di NOVELLINI
U
na doccia nuova di zecca
in pochissimo tempo e
senza opere murarie. È
questa la novità proposta da
Novellini, specializzata nella
produzione di box doccia, piatti
doccia, colonne doccia e cabine
doccia, con Revolution, un sistema
che consente di intervenire sul
vecchio bagno con una cabina
personalizzabile e facile da
installare. I lavori di muratura
sono infatti ridotti al minimo ed
essendo adattabile a qualsiasi tipo
di bagno rappresenta la soluzione
ideale per sostituire la vecchia
vasca o doccia. La proposta
Revolution mobiletto lavatrice
di Novellini nasce infatti dalle
sempre più numerose richieste
di intervento per la sostituzione
della vasca da bagno o dei sanitari
o della vecchia cabina doccia con
l’inserimento di uno spazio doccia
che chiuda completamente o in
parte lo spazio che si è liberato.
L’installazione di Revolution è
centrata sull’estrema semplicità,
utilizzando prodotti standard
come il piatto doccia della gamma
Olympic Plus o i box doccia della
gamma Zephyros con apertura
scorrevole centrale o laterale,
oppure le pareti fisse componibili
Giada H. Le pareti con rivestimento
mancante vengono coperte da
pannelli di fondo in vetro temprato
di sicurezza in due colorazioni
(laccato bianco o laccato nero) e in
due misure (alta o bassa), mentre
la zona di pavimento viene coperta
dal piatto doccia. Revolution può
inoltre essere completata da
molti accessori come la colonna
attrezzata con soffione pioggia
e idromassaggio, lo specchio
con porta oggetti, il poggiapiedi,
il maniglione di sicurezza o il
sedile per facilitare la mobilità
all’interno dello spazio doccia.
Questi accessori si montano sul
binario di unione delle pareti di
fondo e possono essere acquistati
anche tempo dopo il montaggio a
seconda dei bisogni che possono
sopravvenire. Il montaggio di
Revolution è estremamente
semplice e non necessita della
presenza di varie professionalità,
ma solo del proprio idraulico
o istallatore di fiducia e viene
completato nell’arco della
giornata, a seconda del tempo
utilizzato per togliere i vecchi
elementi.
Revolution colonna doccia
news
45
SOLERAS
di ABK
S
i chiama Soleras, a produrla
è ABK ed è una collezione
di listoni che racchiude
tutta la magia delle doghe in
legno delle botti utilizzate per
l’invecchiamento di vini e liquori
con il metodo criaderas y soleras.
Le botti di rovere si dispongono su
alcune file sovrapposte, iniziando
a riempire solo le botti più in
alto; dopo un anno una parte
del contenuto viene travasato
nelle botti che si trovavano
al livello inferiore, e quelle
superiori vengono riempite con
il nuovo vino, rum o brandy, e il
procedimento si ripete di anno in
anno; in tale maniera il vino che si
trova nelle botti alla base, pronto
per il consumo, risulta composto
da uve di annate diverse, e di
anno in anno si arricchisce di
particolari sapori.
Un lavoro artigiano che modella il
legno con colori e profumi d’altri
tempi.
ABK ha saputo individuare la
particolarità di questo processo
e ricomporre, utilizzando il grès
porcellanato, sia le venature
dell’essenza naturale sia i segni
caratteristici e affascinanti
lasciati dai liquidi durante la lunga
permanenza all’interno delle botti.
La proposta della collezione
Soleras prevede la possibilità
di scegliere fra sei sfumature
diverse: bianco, grigio, antracite,
naturale, beige e avana, su una
struttura con le caratteristiche
tipiche delle piallature manuali,
nei formati 40x170, 20x170,
20x120, 20x80, 13,5x80 e 60x60
rettificati. Con Soleras, ABK ha
Lo stand ABK al Cersaie 2014
dato vita alla nuova tecnologia
autoleveling che, attraverso
l’utilizzo di materie prime a
elevata plasticità dona grande
flessibilità alle lastre, studiate
con un minimo di convessità per
facilitarne la posa. Le lastre,
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46
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una volta posate sul massetto,
si autolivellano per il loro stesso
peso, rendendo la superficie
dell’intera pavimentazione
perfettamente planare e
consentendo la realizzazione di
qualsiasi schema di posa.
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SHOWROOM HABIMAT BY BIGMAT IN ITALIA
A oggi sono 16 gli showroom habiMat attivi in Italia in 8 regioni e sono previste nuove aperture entro il 2015.
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16
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1. COMED S.r.l. - Diano Marina (IM)
2. DE TOMMASI BRUNO & C. S.a.s. - Chieri (TO)
3. EDIL NOVELLI S.r.l. - Roma
4. EDILIZIA DUE S.r.l. - Carcare (SV)
5. EDILPARISE S.r.l. - Arzignano (VI)
6. F.LLI CRUSCO S.r.l. - Grisolia (CS)
7. FIORINI EDILIZIA S.r.l. - Empoli (FI)
8. GIACOMELLI MIRCO & C. S.n.c. - Arsiero (VI)
9. GUGLIELMINA S.r.l. - Varallo Sesia (VC)
10. IDEA S.r.l. - Satriano (CZ)
11. MANIERI & CECCARELLI S.r.l.- Roma
12. MARTORANO Geom. Domenico S.r.l. - Tito (PZ)
13. MELCA S.r.l. - Capezzano Pianore (LU)
14. PROCACCI S.p.A. - Fossato Di Vico (PG)
15. RICCI MANFREDO S.r.l. - Spoleto (PG)
16. RUBIOLO & BONIVARDO S.r.l. - Manta (CN)
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SHOWROOM HABIMAT
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d’opera · fornitura completa dei materiali per la messa in opera · collaborazione diretta con i fornitori per
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benessere di chi le abita. Per questo ha studiato la Linea
GreenPlanet, i cui prodotti possiedono una serie di parametri
fondamentali che li rendono sostenibili, ovvero ideali per costruire
in maniera responsabile. Oggi la Linea GreenPlanet si compone di
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incremento del potere fonoisolante del sistema parete, e di Isolmant
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CONTRACT ALBERGHIERO
Incontro al top tra imprenditori dell’ospitalità e protagonisti del design made in Italy
Come vengono scelti gli arredi, le finiture e gli altri
elementi costruttivi quando un albergo decide che è
giunta l’ora di rinnovarsi? Quali linee deve seguire un’impresa
per essere selezionata come fornitore? In questo processo
che differenze ci sono tra una grande catena internazionale,
una nazionale e un grande albergo indipendente?
A questi e altri quesiti si è cercato di dare risposta in un
incontro a Mestre il 17 settembre per conoscere le modalità
con cui gli albergatori selezionano i fornitori di arredi ed
elementi costruttivi in previsione di MADE4CONTRACTHOTEL, il grande evento B2B in programma a marzo 2015
in occasione della fiera MADE expo.
I lavori sono stati introdotti da Matteo Zoppas, presidente
Confindustria Venezia che durante i saluti iniziali ha dichiarato: «Il turismo è un settore in crescente sviluppo che
risulta di fondamentale importanza per Venezia ma anche
e soprattutto per la provincia. Rappresenta quindi una leva
di sviluppo di forte impatto anche per altri settori a esso
correlati come l’arredamento, il contract di forniture e le
utilities, in grado di creare nuova occupazione altamente
specializzata».
«La scelta di organizzare l’evento – spiega Andrea Negri
presidente MADE Expo – nasce dalla volontà di creare opportunità di business tra due mondi che hanno la qualità in
testa alla propria agenda. Filosofia pienamente condivisa dalla
fiera MADE Expo che è sempre in prima linea nell’offrire alle
aziende strumenti concreti e facilmente realizzabili e che vedrà l’apice in occasione della prossima edizione a marzo 2015».
COSTRUIRE MEGLIO GRAZIE A BUILD SMART!
MADE Expo, in programma a Fiera Milano Rho dal 18 al
21 marzo 2015, ha anche un nutrito palinsesto tecnicoculturale: in primo piano Build Smart!, il nuovo programma
di eventi organizzato da MADE Expo in collaborazione
con Agorà, società di consulenza e marketing.
Build Smart! affronterà il tema del costruire e del riqualificare in maniera sostenibile e sicura attraverso momenti
di approfondimento e formazione organizzati in due luoghi
fisici interconnessi anche se in padiglioni distinti. Ogni area
sarà caratterizzata, oltre che da un intenso programma di
convegni e workshop che garantiranno crediti formativi,
anche da coinvolgenti appuntamenti interattivi, in grado
di avvicinare i visitatori alle soluzioni e ai prodotti più
evoluti che le aziende espositrici di MADE Expo mettono
al servizio della progettazione e delle costruzioni. L’area
Involucro e Serramenti costituirà il palcoscenico in cui
andrà in scena principalmente il tema della sostenibilità,
50
e ospiterà le LAB STATIONS: il format innovativo, curato
da protagonisti di spicco del mondo della sostenibilità,
prevede un percorso a tappe tra laboratori dedicati all’involucro, al sistema tetto, all’integrazione edifici-impianti,
alla salubrità indoor e al pacchetto pavimento. Ogni station
illustrerà le innovazioni e le motivazioni di scelta delle
diverse tecniche costruttive e di posa, con approccio
dinamico, pratico e operativo.
Il tema dell’innovazione sarà declinato soprattutto nell’area Costruzioni e Materiali. A completamento del palinsesto culturale, qui troveremo il modulo HI-TECH LAB
for the Building Industry: lo spazio dinamico e interattivo,
cui collabora anche il Politecnico di Milano, consentirà ai visitatori di poter sperimentare nuove tecnologie
e di ripensare il modo di progettare e costruire grazie
alle ultime novità in tema di BIM, stampanti 3D, droni,
Augmented Reality.
Una giornata intensa che, come ha spiegato Giovanni De
Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo: «È stata propedeutica al grande evento B2B che avrà luogo in occasione
della prossima edizione di MADE Expo e che consentirà a
committenti e aziende di entrare in contatto per creare
rapporti commerciali proficui e duraturi. Anche oggi è stato
confermato l’impegno della Federazione nel portare avanti
politiche pragmatiche il cui scopo è quello di offrire alle
aziende i mezzi per continuare a crescere sia sul mercato
interno sia all’estero. Alle imprese servono più fatti e meno
parole e oggi, visto il successo dell’iniziativa, ancora una volta
lo abbiamo dimostrato».
Concetto ribadito da Giorgio Palmucci, presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi, secondo cui: «Il
settore alberghiero italiano punta sulla qualità dell’offerta
per intercettare un numero sempre maggiore di ospiti e la
cura dell’immagine strutturale, oltre all’attenzione rivolta ai
dettagli di arredo, rappresentano un imprinting che stimola positivamente l’esperienza di soggiorno della clientela.
L’appuntamento di oggi si inserisce nell’ambito delle attività
a sostegno delle aziende per la ristrutturazione e riqualifi-
cazione alberghiera che l’Associazione Italiana Confindustria
Alberghi, in linea con quanto già avviato attraverso l’accordo
UniCredit, sta portando avanti anche grazie alla fattiva collaborazione con FederlegnoArredo. Ora, non ci resta che
attendere il decreto attuativo che dovrà dar seguito alle
novità introdotte dalla legge sul turismo e sulla cultura con
particolare riferimento al bonus mobili».
In merito a questo tema sono state presentate alcune importanti misure a sostegno del settore alberghiero inserite nel
recente decreto Turismo con lo scopo di favorire il rinnovo
delle strutture alberghiere in vista dei prossimi grandi appuntamenti internazionali che vedranno coinvolto il nostro Paese.
Spenti i riflettori sulla giornata di Mestre il prossimo appuntamento è a marzo 2015 con MADE4CONTRACT-HOTEL,
il grande evento B2B in programma a Fiera Milano Rho dal
18 al 21 marzo 2015 in occasione della rassegna MADE
Expo e che vedrà nuovamente coinvolti FederlegnoArredo
e l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
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IN UN ANNO, FORMATO L’11% DELLA FORZA LAVORO TOTALE
DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
Presentato a Roma il Rapporto FORMEDIL 2014 sulla formazione in edilizia
Martedì 30 settembre e mercoledì 1 ottobre si
sono tenute le Giornate della Formazione del
Formedil. Due giornate durante le quali si sono susseguite diverse tavole rotonde con ospiti prestigiosi tra i
quali Norbert Lantschner, Paolo Buzzetti e Marco Panara
che ha partecipato anche come moderatore.
«Siamo di fronte a uno smottamento epocale. L’industria
italiana delle costruzioni sta scomparendo e gli effetti
sono sotto gli occhi di tutti. Da un lato i numeri: una
perdita degli investimenti dal 2008 pari ad un terzo, con
una contrazione di attività “regolare” registrata dalle
Casse edili che si attesta intorno al 50%. Uno scenario
che per le imprese strutturate è ben peggiore se si considera che la gran parte del mercato della riqualificazione
tenuto in piedi dagli incentivi non riguarda le imprese
52
piccole e medie strutturate. Sul piano occupazionale
oggi ci sono 700.000 lavoratori regolari in meno, compreso l’indotto. Quello che si stenta a comprendere è
che il 70% della perdita occupazionale italiana riguarda
il settore delle costruzioni. Un tessuto imprenditoriale slabbrato, annichilito dal crollo dei lavori pubblici,
dall’arresto della domanda di nuova edilizia residenziale
e da un mercato immobiliare bloccato, che colpisce le
imprese strutturate allargando le quote di lavoro nero
e irregolare. Continua poi un susseguirsi di notizie allarmanti: infortuni sul lavoro, povertà crescente, crisi
del welfare». È l’allarme circostanziato che il presidente
del Formedil Massimo Calzoni lancia al Governo, alle
forze politiche, ma anche alle parti sociali, associazioni
imprenditoriali e organizzazioni sindacali che insieme
guidano il Sistema Bilaterale delle Costruzioni, di cui
le 103 scuole edili coordinate dal Formedil sono parte.
E lo fa nel giorno in cui il Formedil presenta il proprio
Rapporto 2014 sull’andamento dell’attività di formazione
nel settore. Un anno, il 2013 difficile, ma eccezionale
per quanto riguarda la formazione: 12.715 corsi per
oltre 343 mila ore di formazione, che hanno coinvolto
164.300 tra operai (131.000), tecnici (30.450) e altre
figure professionali. Con un aumento rispetto al 2012
di circa un 25%.
«Complessivamente – sottolinea il vicepresidente
dell’Ente Enzo Pelle – negli ultimi quattro anni, dal 2010
al 2013, sono stati formati 560.000 allievi, dei quali quasi
100.000 tecnici. Se si considera che l’occupazione nel
2013 è ormai di poco superiore a 1 milione e 400 mila
unità, e che i dipendenti sono 870.000, vuol dire che in
un anno abbiamo formato l’11% della forza lavoro totale
e il 18% di quella dipendente. Un’attività che a partire
dal 2009 si è andata sempre più caratterizzando secondo
progetti strutturali, tra i quali 16 ore MICS (MICS è un
progetto modulare, unitario, nazionale, che ha lo scopo
di migliorare la professionalità e la sicurezza; approfondimenti su www.16oremics.it) dei lavoratori edili e nel
contempo di permettere alle imprese di costruzione
l’adempimento degli obblighi di formazione previsti dalla
legge, una vera e propria campagna di massa di alfabe-
tizzazione professionale e a favore di una consapevole
cultura della sicurezza che ha coinvolto complessivamente oltre 171.000 allievi attraverso 21.026 corsi e 324.860
ore formative. Campagna caratterizzata da una regia e
da una programmazione formativa unitaria nazionale e
da una offerta formativa omogenea sull’intero territorio
nazionale, concretizzatasi in un vero e proprio servizio
formativo nazionale di settore».
Per il presidente del Formedil «è essenziale partire dal
lavoro per affermare un nuovo modello di “buona occupazione” fondato su poche regole, su una contrattazione semplificata e univoca, che persegua la stabilità
del lavoro senza compromettere i principi stessi dell’attività di impresa. Un sistema che preveda la flessibilità
come fattore temporaneo e transitorio a cui collegare
politiche e strumenti attivi in grado di riqualificare e
reinserire nel mercato del lavoro chi è stato costretto
ad uscirne. Vanno perseguite soluzioni a sostegno di
una forte integrazione tra politiche del lavoro e welfare,
anche di settore, utilizzando le buone pratiche esistenti
all’interno della bilateralità, per dare sicurezza e dare
prospettive professionali, per responsabilizzare tutti i
soggetti, i lavoratori come gli imprenditori, ma anche le
amministrazioni pubbliche, le associazioni imprenditoriali
e le organizzazioni sindacali. Un percorso essenziale,
che tuttavia potrebbe non bastare. Per dare senso alla
formazione e per giungere a poter disporre di “una
buona occupazione” ci vuole una stagione di riforme
che sappia da un lato utilizzare esperienze e cercare
soluzioni concretamente applicabili, dall’altro restituire
alle imprese quelle condizioni economiche e finanziarie
in grado di trovare un nuovo equilibrio così da poter
sopravvivere e investire».
L’ospite di spicco del “Rapporto FORMEDIL 2014” è stato Hidetoshi Ohno, professore dell’Università di Tokyo,
ideatore del progetto “Fibercity Tokyo 2050”: un grande
lavoro di ricerca urbanistica basato sul binomio tra fibre
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innovazione in cantiere
IL CONSULENTE D’AZIENDA
LA GREEN ECONOMY: OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
O COSTO NECESSARIO?
È opinione ormai ampiamente condivisa che la fase
di crisi che stiamo vivendo non sia solo economica e
finanziaria ma che abbia coinvolto anche aspetti legati all’ambiente nella sua accezione più ampia, tanto da mettere in
discussione la sostenibilità dell’intero sistema. Per anni infatti
la gestione delle risorse naturali ed energetiche è risultata
scarsamente controllata nel loro sfruttamento e soprattutto
nei relativi effetti inquinanti sull’eco-sistema (la cosiddetta
brown economy) sia nelle economie più mature sia in maniera
sempre più rilevante nelle economie emergenti. Da ciò è nata
l’esigenza – o la necessità in molti casi – di un uso consapevole
e responsabile delle risorse, con una maggiore attenzione
all’ambiente naturale e sociale, la cosiddetta green economy.
Il recentissimo rapporto degli esperti dell’ONU sui cambiamenti climatici ha confermato che senza interventi drastici
sulla riduzione delle emissioni mondiali di gas serra (dal 40%
al 70% tra il 2010 e il 2050) vi saranno conseguenze tragiche
per l’uomo e per la natura.
Come ha detto il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon
vanno anche considerate le potenzialità economiche che
deriverebbero da un’azione decisa contro le cause del cambiamento climatico, azioni che invece molti Stati hanno ritardato
fino a ora invocando i costi inerenti.
Come ha ribadito anche il segretario di stato John Kerry,
si rischia di mettere in pericolo noi e le generazioni future.
La green economy deve essere interpretata come un nuovo
modo di ridisegnare il sistema economico e i suoi meccanismi
di equilibrio.
Anche il settore dell’edilizia sta vivendo un momento di revisione e rivisitazione dei paradigmi che hanno caratterizzato le
costruzioni degli ultimi decenni, non solo quelle residenziali.
Si sta consolidando infatti un nuovo modo di interpretare e
vivere gli spazi abitativi ma anche quelli lavorativi: un differente disegno degli spazi in funzione della persona e delle sue
molteplici esigenze. Da qui è facile immaginare l’effetto dirompente sulle differenti modalità di costruzione del “nuovo”
e di ristrutturazione del “vecchio”, ma anche sulla ricerca di
nuovi materiali e di soluzione tecnologiche da impiegare per
il risparmio energetico e l’eco-compatibilità.
Non parliamo quindi di una mera evoluzione del precedente
contesto produttivo e commerciale, ma di un vero e proprio
54
nuovo scenario, i cui confini e la cui portata sono ancora in via di definizione.
Ad esempio, il passaggio dal tradizionale pannello fotovoltaico inteso come
tecnologia “additiva” che lascia intatta
l’edilizia pre-esistente all’utilizzo di vetri
fotovoltaici è un caso emblematico di
come l’esigenza “green” possa cambiare
il modo di strutturare gli ambienti, di Roberto Schiesari
utilizzare le tecniche di illuminazione e
di progettare le funzionalità energetiche in un nuovo disegno
“sistemico” degli spazi, siano essi abitativi o lavorativi. Ma
anche la riscoperta di materiali tradizionali – quali ad esempio
il legno – può rappresentare una co-evoluzione sempre più
spinta tra design e tecniche di costruzione. In questo trend,
la tecnologica può essere ancor più incidente se si considera
la veloce evoluzione e la progressiva accessibilità, sempre più
ampia e a costi sostenibili. L’interesse dei grandi operatori
in questo ambito è estremamente rilevante, basti pensare
alla recente acquisizione dei “termostati intelligenti” di Nest
(società che ha tra i fondatori uno degli “inventori” dell’iPod),
da parte di Google – per oltre 3 miliardi di dollari – per comprendere l’impatto che le nuove soluzioni di smart-home e di
smart-office potranno avere nel settore. Ma come le nostre
organizzazioni possono “cavalcare” questa nuova onda in un
mercato caratterizzato da una sostanziale “bonaccia”?
Se da un lato queste prevedibili evoluzioni possono rappresentare grandi opportunità di rilancio e rivitalizzazione del
settore, è pur vero che le competenze e le conoscenze richieste diventano sempre più complesse, multidisciplinari
e intersettoriali. Risulta necessario ripensare ad una nuova
logica di filiera, in cui la collaborazione competitiva tra i diversi
attori consenta di creare nuove soluzioni progettuali condivise
proattivamente tra tutti gli attori della filiera. Questa nuova
proposizione “integrata” di valore richiede un linguaggio comune ma differenti competenze, tecnologiche e di prodotto,
di design e di comunicazione, tutte finalizzate a comprendere
le esigenze, anche potenziali, dell’utente e “tradurle” in soluzioni che includano indifferentemente prodotti – tangibili – e
servizi – intangibili. Joseph Conrad, raccontando le sue fonti
di ispirazione, affermava: “Non riuscirò mai a spiegare a mia
moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando”.
Forse in un futuro ormai prossimo le nostre imprese, gli spazi
lavorativi e di vita quotidiana saranno immersi in ambienti
naturali non più considerati “esterni”, ma parte integrante di
un sistema unico e inclusivo. Non sarà più necessario “guardar fuori”, ma vivremo e lavoreremo in un macro-ambiente
eco-compatibile in grado di garantire la propria sostenibilità
nel lungo periodo.
Considerare la green economy come un’ulteriore “tassa” è
peccare di miopia anche dal punto di vista economico. Sempre
più persone nel mondo considerano un cibo, un’abitazione, una stanza d’albergo dotati di un maggior valore (anche
emozionale) se rispettosi dell’ambiente e ben integrati con
la natura e le tradizioni.
Vi sono già segnali non trascurabili sul mercato che mostrano
come chi sarà in grado di integrare tale vision nel proprio
modo di “fare impresa” adottando un green-business model,
potrà generare vantaggi competitivi sostenibili e crescenti
nel medio periodo, in cui al “ben-avere” si sostituirà sempre
di più il “ben-essere”.
Roberto Schiesari
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La spinta che il mercato dell’edilizia sta registrando negli ultimi anni verso il settore delle costruzioni in legno
e l’incremento di realizzazioni in legno lamellare pretagliato,
sta portando con sé un cambiamento e un’evoluzione anche
degli utensili elettrici utilizzati dal carpentiere. Nell’ambito
dell’utensileria professionale, i parametri che determinano
la qualità dell’utensile sono da sempre la sua affidabilità nel
tempo, la sua capacità di alleggerire la fatica dell’operatore
e di conseguenza anche il prezioso risparmio di tempo e
i vantaggi economici che ne derivavano. L’utensile giusto
può rendere il lavoro più veloce, aumentare la produttività
dell’impresa e soprattutto consente di lavorare con la sicurezza necessaria, sicurezza che deve essere uno degli aspetti
da tenere più in considerazione al momento dell’acquisto.
Tuttavia, per l’acquirente non è cosa semplice districarsi nella
ampia varietà di offerta del mercato e scegliere l’utensile in
funzione della scheda tecnica. Ci si affida dunque ai marchi
più noti o alla consulenza del rivenditore.
Quali sono le caratteristiche più importanti da valutare per
ottenere la massima soddisfazione dall’utensile?
Gli aspetti da valutare sono diversi:
1) dispositivi di sicurezza e certificazione di prodotto;
2)rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza
sul lavoro;
3)prestazioni;
4)tipologia di alimentazione.
1)Dispositivi di sicurezza e certificazione di prodotto
Ricordiamo che la sicurezza è una responsabilità sia dell’operatore sia del datore di lavoro. Preferire gli utensili dotati di
frizione, dispositivi anticontraccolpo e sistemi di attenuazione
delle vibrazioni a quelli convenzionali, non deve essere visto
come un ulteriore costo, ma come un investimento che si
ripagherà molte volte nel giro di poco tempo. La certificazione CE, è un’autocertificazione, per tanto di per sé non può
garantire al 100% che l’utensile sia affidabile. Ovviamente,
ciò dipende dalla serietà e responsabilità del costruttore,
affidarsi a marchi conosciuti e consolidati, è forse tra le
migliori garanzie di affidabilità, qualità e sicurezza. Meglio
ancora se oltre alla marcatura CE, l’utensile è dotato di
certificazioni indipendenti, in questo caso, le garanzie sono
pressoché assolute, in quanto spesso questi enti certificatori
richiedono specifiche più esigenti di quelle convenzionali.
56
2)Rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sul
lavoro
La normativa più importante che
dobbiamo considerare, riguarda l’esposizione alle vibrazioni regolata dal
D. Lgs. 81/2008 e successivi aggiornamenti. La normativa chiede al datore
di lavoro di valutare il rischio per l’oLuca Mercante
peratore relativamente all’esposizione
alle vibrazioni. Maggiori sono le vibrazioni che l’utensile
trasmette attraverso le articolazioni, maggiori sono i rischi
per la salute e di conseguenza le responsabilità del datore di
lavoro. Alti livelli di vibrazioni, riducono in modo drammatico il tempo limite per cui è consentito l’uso dell’utensile. Il
libretto di istruzioni della macchina, riporta i valori dichiarati
dal costruttore secondo le specifiche del legislatore e rappresenta una documentazione da esibire su richiesta delle
autorità preposte ai controlli.
Minori sono le vibrazioni dell’utensile, minori sono le conseguenze, i costi e i ritardi per l’impresa.
3)Prestazioni
Gli utensili elettrici professionali sono costruiti per svolgere
una determinata applicazione. A volte i costruttori enfatizzano prestazioni che sotto l’aspetto pratico risultano “superflue” o, in qualche caso, controproducenti. Consideriamo
quindi le capacità espresse in: diametro massimo di foratura
(legno, muratura, metallo), dimensioni massime di avvitatura
IL SISTEMA COSTRUTTIVO IN
LEGNO “BIGMAT VASS” ASSEGNA
4 BORSE DI STUDIO
in superfici morbide (legno), massima capacità di avvitatura
in superfici rigide (viti metriche, bulloni, viti da muro, ecc.).
I dati tecnici relativi a coppia, potenza di percussione, ecc.,
non sono facilmente interpretabili da tutti, le capacità al
contrario sono molto chiare e possono essere eventualmente
“contestate” nel caso non venissero raggiunte.
4)Tipologia di alimentazione
Oggi la gamma di utensili a batteria che offre il mercato,
copre la quasi totalità delle applicazioni più frequenti. La
praticità di lavorare senza il vincolo del cavo, stimola molti
utilizzatori a preferire questa soluzione a quella più tradizionale dell’utensile a filo.
In questo settore gli utensili più performanti e affidabili, oggi
utilizzano batterie al litio. Nelle applicazioni di carpenteria il
voltaggio preferito dagli installatori è senz’altro quello a 18 V.
Questa piattaforma rappresenta spesso il miglior equilibrio
tra prestazioni ed ergonomia e offre una gamma molto estesa
di utensili che normalmente consente di utilizzare lo stesso
sistema di batterie. La compatibilità tra gli utensili con la
stessa batteria e caricabatterie, consente di ottimizzare e
razionalizzare la dotazione, con una conseguente riduzione
di costi.
a.Tipologia di motore elettrico
Tra gli utensili a batteria, quelli oggi tecnicamente più avanzati
utilizzano un motore brushless. Questa tecnologia, aumenta considerevolmente l’autonomia dell’utensile ed elimina
praticamente i costi di manutenzione. Alcune aziende offrono altre caratteristiche in aggiunta molto interessanti,
quali ad esempio dispositivi elettronici per la protezione
del sovraccarico e frizioni elettroniche, questi dispositivi
aumentano notevolmente la produttività, l’affidabilità e la
sicurezza dell’utensile senza particolari differenze di prezzo
BigMat Italia e VASS Technologies, nell’ambito del
progetto BigMat VASS - sistemi costruttivi in legno by
BigMat, bandiscono per l’anno accademico 2013/2014
un concorso rivolto agli autori di una tesi sui sistemi
costruttivi in legno per abitazioni residenziali che prevede l’assegnazione di 4 borse di studio del valore di
1.000 euro e tre periodi di formazione per ciascuno dei
4 vincitori presso la VASS School di Cellarengo (AT),
comprensivi delle spese di vitto e alloggio, escluse spese
viaggio.
Il premio intende promuovere gli studi e l’approfondimento delle tecniche di utilizzo del legno in ambito
edilizio favorendo l’approccio degli studenti a questo importante materiale in ambito strutturale e architettonico.
Sono ammessi a partecipare alle borse di studio tutti
gli studenti che abbiano discusso la tesi e conseguito la
laurea in architettura nel periodo compreso tra il primo
ottobre 2013 e il 31 dicembre 2014, residenti in Italia
alla data di pubblicazione del bando.
Il termine ultimo d’invio della propria candidatura è
fissato per il 28 febbraio 2015.
Leggi il bando completo su www.bigmat.it
rispetto alle versioni più comuni.
Lo sviluppo degli utensili a batteria è in continua evoluzione,
e si possono trovare alternative impensabili fino a pochi anni
fa, come ad esempio chiodatrici alimentate esclusivamente a
batteria, evitando le difficoltà dell’uso di quelle a gas.
b.Autonomia
Riguardo alle batterie, oggi sono disponibili capacità diverse
a seconda delle esigenze dell’installatore. Un utensile con
motore brushless e batterie di alta capacità (5 Ah), che garantiscono tempi di esercizio che superano spesso le aspettative
degli utilizzatori più esigenti, con rapporti qualità/prezzo
elevati e buona maneggevolezza.
I moduli di copertura BigMat VASS, come descritto nel box
“Parola all’esperto” di pag. 33, vengono realizzati a misura
adattandosi a tutte le realizzazioni; non hanno quindi bisogno
di ulteriori modifiche in cantiere e possono essere montati
solo con l’utilizzo di un trapano avvitatore. La listellatura di
supporto alle tegole e le perline della parte esterna possono
invece essere posate in corso d’opera in maniera tradizionale; in questo caso si potranno utilizzare seghe alternative
o circolari per il taglio a misura e chiodatrici per il fissaggio.
Luca Mercante
Direttore tecnico Team BigMat VASS
57
RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
ALGHE E CAPPERI
58
I nostri comportamenti si stanno modificando nella
direzione della maggior condivisione, dello sharing,
del co-housing, del co-working, e le nostre città, sempre
più dense per essere più sostenibili, saranno sempre
meno specializzate mescolando e sovrapponendo gli usi,
dai percorsi agli edifici. Le nostre città future, oltre che
luogo di vita, di scambio, di consumo e di produzione di
servizi saranno (o torneranno a essere) anche luogo di
produzione agricola. Dentro le città si può prevedere una
buona produzione, una micro-agricoltura urbana diffusa
a diverse scale e a diverse condizioni. Dalla politica di
finanziamento delle Urban-Farm a Detroit, fino agli orti
urbani costruiti nel terrazzo dell’appartamento. Questa
direzione ci porterà a sfruttare tutti gli spazi interstiziali
possibili all’interno del perimetro metropolitano inventandoci un nuovo “terzo paesaggio”, il paesaggio degli
spazi di risulta diventa una risorsa produttiva.
L’urbanistica e la progettazione urbana delle città stanno cambiando e dovranno cambiare anche i parametri
della qualità urbana. Contemporaneamente alle infrastrutture e gli spazi pubblici, la mixitè (in urbanistica, è
il concetto legato al tema della città contemporanea,
che rimanda a una strategia progettuale tipica della fase di passaggio da un modello industriale a uno basato
sul terziario e sull’informazione) di
funzioni modificherà la costruzione degli edifici. A cominciare dalla
copertura che può essere il suolo
naturale per produzioni agricole controllate. Proseguendo con le serre
al suolo o tutte le sperimentazioni
delle vertical-farm basate su culture
intensive senza suolo. Altre conse- Gabriele Lelli
guenze produttive interessanti sono
già evidenti, ad esempio, mi risulta che ci sia una buona
produzione di miele “urbano” che sfrutta la curatissima
vegetazione dei giardini negli attici di Parigi.
Nelle costruzioni, visto il processo di densificazione
urbana in atto, sono di grande interesse gli studi e le
ricerche per lo sfruttamento delle pareti verticali come
risorsa per la produzione agricola. Ci indirizzano su come si potrebbero costruire le pareti e i muri dei nostri
edifici nei prossimi anni.
Al Fuori Salone di Milano 2014, per esempio, si potevano vedere due prototipi, sviluppati dallo studio Carlo
Ratti Associati con Ecologic Studio e Cesare Griffa,
che mostravano innovative declinazioni della coltura di
alghe legata a sistemi di copertura (Algae Canopy) e di
Edificio ad Amburgo BIQ HOUSE, The Clever Treefrog, facciata
Edificio ad Amburgo BIQ HOUSE, The Clever Treefrog, dettaglio facciata
dall’interno
RIFLESSIONI DI UN ARCHITETTO
Particolare di facciata
in microalghe Algae Canopy
per Future Food District,
Expo 2015
Facciata in microalghe
Algae Canopy
per Future Food District,
Expo 2015
facciata (Algae Facade). Quest’ultimo prototipo è una
risposta sperimentale, ma concreta, di come pensare
la pelle di un edificio in termini di produzione agricola.
Questa pelle biologica composta di microalghe in cultura idroponica sfrutta la capacità dei microorganismi
di innescare i processi di fotosintesi veramente molto
efficienti. La piccola installazione con il prototipo di
qualche mq di parete è un’anticipazione del progetto
Future Food District per l’Expo 2015. Il risultato è un
sistema di produzione agricola integrato con la pelle
dell’architettura. Consumando acque di riciclo e anidride
carbonica, attraverso la fotosintesi, la nuova superficie
che vedremo all’Expo produrrà la stessa quantità di
ossigeno di 4 ettari di bosco e 150 kg di biomassa al
giorno. Quindi, a fronte di consumo di Co2, sfruttamento
solare, riutilizzo dell’acqua di riciclo e produzione di
ossigeno, otterremo una produzione di alghe ad uso
alimentare, farmaceutico, oltre a trigliceridi utilizzabili
nella produzione di biodiesel. La realizzazione utilizza,
come “contenitore” della coltura di microalghe, una
struttura esterna in ETFE, un polimero utilizzato in
ambiente medico, e, come racconta Walter Nicolino,
partner di Carlo Ratti Associati, intende essere l’evoluzione del BIQ House, un edificio di Amburgo alimentato
al 100% dalla bioenergia, che utilizza pareti in vetro per
ospitare le colture di microalghe. Naturalmente queste
prime sperimentazioni di pelli di edifici utilizzate come
superfici per la produzione di microalghe aprono prospettive nuove e affascinanti sulla loro interpretazione
architettonica.
Tutto senza dimenticare di valorizzare e nulla togliere
alle colture spontanee, di riconosciuta e secolare qualità,
come quelle dei capperi nelle mura storiche di alcune
nostre città.
Gabriele Lelli
Lelli & Associati Architettura
Vincitore del Premio internazionale di architettura BigMat ’13
Premio Nazionale Italia
59
NEWS DAL MONDO BIGMAT
HABITAT LAB: SAINT-GOBAIN
E IL MODELLO DELL’HABITAT SOSTENIBILE
Ristrutturazione e riqualificazione sostenibile
sono stati i temi dell’incontro che ha coinvolto il
Gruppo BigMat con oltre 60 tra titolari e dipendenti presso
HABITAT LAB di Corsico (MI), il primo edificio italiano
multicomfort inaugurato nel 2012 e fiore all’occhiello
di Saint-Gobain Italia. Esempio d’eccellenza dell’edilizia
sostenibile, con tanto di certificazione LEED PLATINUM
(con un punteggio di 90 su 110, il più alto d’Italia e il secondo punteggio più alto d’Europa secondo il protocollo
LEED Italia NC 2009), la struttura adibita a centro di
formazione teorica e pratica è anche showroom delle
soluzioni Saint-Gobain per il vivere bene e sostenibile.
Presente fin dal XVII secolo, Saint-Gobain è la più antica
azienda del mondo e al tempo stesso una delle realtà
maggiormente impegnate nell’innovazione dell’edilizia
sostenibile e nella formazione.
La giornata studiata ad hoc per BigMat, svoltasi lo scorso
ottobre, è stata dedicata alla formazione e ha visto una
prima parte in aula seguita da workshop di carattere
pratico, alla scoperta dei materiali e delle metodologie
performanti per un’architettura sostenibile, con focus ad
esempio sull’applicazione del cartongesso a regola d’arte. I partecipanti hanno potuto inoltre visitare il centrolaboratorio e toccare con mano un modello del “buon
costruire”, proprio alle porte di Milano.
La bellezza, tutta sostenibile, della location è ben evidente: qui sono state applicate le più innovative tecnologie
integrate Saint-Gobain per assicurare comfort termico,
visivo e acustico. 1.200 mq in classe A+ e livello acustico
60
NEWS DAL MONDO BIGMAT
da 45 a 66 dB; la struttura è il concentrato del know-how
di tutti i marchi del Gruppo che hanno contribuito alla
realizzazione: involucro estremamente performante con
trasmittanza delle pareti di soli 0,10 W/m2K; 20 cm di
isolamento termico all’esterno e 10 cm all’interno, controsoffitti, divisori interni, coperture, tripli vetri a controllo
solare e molto altro per garantire eccezionali prestazioni
termiche. Attenzione ai dettagli del comfort con utilizzo
di prodotti fonoassorbenti e materiali di finitura “green”
come il bambù ecologico, utilizzato per la pavimentazione della sala riunioni (vedi pag. 18), o ancora il giardino
autoctono a chilometro zero.
Esplicita l’elevata sensibilità per l’energia pulita: impianto
fotovoltaico, illuminazione con lampade a basso consumo
dimmerabili, due sistemi per la gestione separata delle
acque, smaltimento ecologico dei materiali utilizzati per
test e corsi, alimentazione per veicoli elettrici.
È stato possibile visitare anche Habitat Truck, lo showroom
itinerante di Saint-Gobain Italia che si muove su tutto il
territorio nazionale per diffondere e promuovere insieme
ad HABITAT LAB un modello di edilizia moderna: sostenibilità, qualità delle materie prime e innovazione per un
concetto dell’abitare eco-friendly che coinvolge anche il
design, l’atmosfera e il comfort.
61
BIGMAT INTERNATIONAL
HABITAT LAB: SAINT GOBAIN E IL MODELLO DELL’HABITAT
LA SLOVACCHIA ENTRA IN BIGMAT
SOSTENIBILE
BigMat International continua a espandersi in Europa.
L’11 settembre scorso a Bratislava,
Zdenko Francisty, nuovo presidente di BigMat Slovacchia, insieme
a Claude Coutant, presidente di
BigMat International, e a Matteo
Camillini, direttore di BigMat
International, ha annunciato l’ingresso del Gruppo in Slovacchia.
L’arrivo della Slovacchia in seno al
Gruppo consolida il posizionamento
di BigMat come riferimento internazionale nel mondo della distribuzione dei materiali edili e dimostra
gli ambiziosi progetti di sviluppo
62
Da sinistra, Matteo Camillini, Claude Coutant e Zdenko Francisty
BIGMAT INTERNATIONAL
nell’Europa Orientale. L’insegna in
Slovacchia è attualmente composta da 6 soci con in totale 8 Punti
Vendita che apporteranno una nuova dimensione al Gruppo, sfruttando
a loro volta l’esperienza di un marchio internazionale. Nel caso specifico della Slovacchia, la missione
dell’insegna è essere una rete che
copra geograficamente il Paese in
funzione del suo mercato, della sua
popolazione e della concorrenza.
La presidente di BigMat International
Claude Coutant ha sottolineato:
«La nostra forza, ovunque siamo
presenti, consiste nell’avere una
rete ben sviluppata e densa, condizione sine qua non per poter offrire e sfruttare i vantaggi risultanti
dall’associazione di imprese che si
riuniscono sotto la stessa insegna.
BigMat Slovacchia possiede l’esclusività del marchio BigMat in questo
Paese e i soci slovacchi saranno
responsabili del suo sviluppo e del
ritmo che a questo vogliono dare».
BigMat International è ormai composta da oltre 840 Punti Vendita
SiStemi qualificati
per la poSa dei
Serramenti
distribuiti in 7 Paesi europei e mantiene l’obiettivo di riunire imprese
di diverse nazioni intorno a una formula ben sperimentata e al tempo
stesso flessibile, segreto del successo di una realtà in continua crescita,
nonostante le difficoltà del settore.
progetto pqS poSa qualificata del Serramento
progetto pqS
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del Serramento
Il sistema di Posa “PQS” di mungo®, testato presso i
laboratori del Consorzio Legno Legno, attraverso una
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9
4
5
7
2
1
6
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6
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63
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BIGMAT INTERNATIONAL
HABITAT LAB: SAINT GOBAIN E IL MODELLO DELL’HABITAT
BIGMAT A DUBLINO PER IL COLLOQUE 2014
SOSTENIBILE
L’utilizzo della tecnologia e degli
strumenti di marketing online per
ascoltare e quindi rispondere sempre
di più alle esigenze del cliente, interagire con lui in modo adeguato sempre
nell’ottica di fornire servizi, prodotti
e consulenza sia online sia nel Punto
Vendita. Sono questi i temi su cui si è
sviluppato l’incontro internazionale di
BigMat, appena conclusosi a Dublino.
Il tema del congresso, che ha visto come sempre la presenza di una rappresentanza di tutti i Paesi in cui l’insegna
BigMat è presente, per il 2014 è stato
ascoltare il mercato per sviluppare il
business del futuro. Il tema è stato sviluppato in maniera molto approfondita, avvalendosi anche dei risultati di un
questionario fatto dai titolari di ogni
nazione su un panel di clienti. Ciò che
è emerso ha tracciato le linee per il domani del settore della distribuzione di
materiali edili:
•il Punto Vendita dovrà porre ancora maggiore attenzione al servizio
nell’ambito di normative, caratteristiche tecniche e richiesta di un servizio digital;
•trovare concept forti di distribuzione;
•gestire e sfruttare il mix di strumenti
digitali.
Delineati questi temi, è stata la volta di
una tavola rotonda sui temi affrontati e
della presentazione delle attività e dei
progetti in corso in ogni nazione dove è
presente l’insegna BigMat. Il congresso
si è concluso con il lancio del seconda edizione del Premio Internazionale
d’Architettura BigMat (vedi pag. 36),
che proclamerà i vincitori a novembre
2015 nella città di Berlino sede del prossimo Convegno Internazionale.
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La tavola rotonda dei presidenti BigMat
Claude Coutant, presidente di BigMat International
Matteo Camillini, direttore di BigMat International
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