rInascImento e arte prImItIva

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rInascImento e arte prImItIva
Da Parigi
RInascimento
e arte primitiva
Scultura italiana del XV e XVI secolo
da Sismann. E importanti gallerie
internazionali alla XII edizione
di Parcours des Mondes. Di Vilma Sarchi
L
a tradizione rinascimentale italiana esercita un grande fascino, cui
la Galerie Sismann, sulla
Rive Gauche, non è riuscita
a sottrarsi. Specializzata in
scultura europea dal Medio
Evo al XVIII secolo, la galleria rende infatti omaggio
all’Italia con una rassegna
dedicata alla scultura del
Rinascimento, in corso dal
24 settembre fino all’8 ottobre. Nell’impostazione
della mostra, che include
una quarantina di pezzi, la
galleria ha seguito un ordine cronologico per un percorso espositivo articolato
in tre grandi periodi, tre temi chiave per mettere in
evidenza la forza motrice
della scultura italiana. La
prima parte è dedicata al
Quattrocento e in questa
sezione spicca un busto di
Drago di bronzo della
bottega di Giuseppe de
Levis (Galerie Sismann).
santa in terracotta dipinta
dell’Italia del Nord, eseguito attorno alla fine del XV
secolo. La seconda sezione,
riservata al Cinquecento, è
centrata sul periodo in cui
gli artisti italiani mirano in
particolare a trovare uno
stile personale ispirandosi
alle opere classiche dell’antichità, ma anche a due importanti punti di riferimento come Michelangelo e
Raffaello. Ecco allora una
testa di giovane Bacco, in
marmo bianco,
sopra: testa di giovane Bacco in marmo, probabilmente
Firenze, prima metà del XVI secolo (Galerie Sismann).
probabilmente eseguita a
Firenze nella prima metà del
XVI secolo, di autore anonimo. Bacco è rappresentato
come un giovane imberbe,
dai tratti disegnati e successivamente scolpiti con precisione e delicatezza (in
vendita a 18.000 euro).
La terza sezione riguarda invece il Manierismo, e qui si segnala
una scultura in bronzo
raffigurante un drago
eseguita nella bottega di
Giuseppe de Levis (15521611-14) a Verona (in vendita a 20.000 euro).
(7 rue de Beaune; www.
galerie-sismann.com).
L’opera del veronese Giuseppe de Levis si inserisce
stilisticamente nel contesto veneto padovano della seconda metà del ’500.
Le sue opere sono conservate in diversi musei
italiani e stranieri.
Fra i
tanti appuntamenti della
rentrée autunnale, merita
una segnalazione particolare
la XII edizione di Parcours
des Mondes, evento che nel
corso degli anni è arrivato a
occupare un posto di rilievo
sulla scacchiera internazionale del mercato dell’arte
primaria. Snodandosi tra
una sessantina di gallerie
specializzate di tutto il mondo, con sedi nel quartiere di
Saint-Germain-des-Prés
(rue des Beaux Arts, Bonaparte, de Seine, Jacques Callot, Mazarine, Guénégaud,
Visconti, Jacob, de l’Echaudé e St-Benoit), Parcours des
Mondes si tiene dal 10 al 15
settembre. In questa incredibile ricchezza di pezzi esotici e rari, tutti rigorosamente controllati da un severo
vetting, ci si perde tra maschere policrome dalle
espressioni terrificanti, tra
sculture rigide o disarticolate nella postura, con fianchi
Attrazione esotica.
Antiquariato ● 15
Da Parigi
sopra, da sinistra: scultura zoomorfa, Bamana, Mali, primo ’900 (da Galerie Jacques Germain); poggia-cranio
agiba, popolazione Kerewa, Papua Nuova Guinea (da Galerie Voyageurs et Curieux). Al Parcours des Mondes.
ceramiche sulle due
rive della senna
Dal 24 al 28 settembre, in occasione della sesta
edizione del Parcours de la Céramique
(per informazioni: www.franceantiq.fr/siccaf ),
convergono a Parigi alcuni tra i maggiori
specialisti europei di ceramica, ospiti delle gallerie
partecipanti all’evento e dislocate in parte
nel Carré Rive Gauche, in parte al Louvre des
Antiquaires (2, place du Palais Royale).
I partecipanti propongono le più pregiate nuove
acquisizioni: archeologia, maioliche, porcellane
di Meissen, di Sèvres e di Vincennes, ceramiche
del XVII e del XVIII secolo, ma anche vetri
smaltati. Tra gli highlights da non perdere la Coupe
trompeuse, una coppa in maiolica policroma
su piedistallo realizzata a Urbino verso il 1570-80.
In vendita da Pierre-Richard Royer a 45.000 euro.
“Coupe trompeuse” in maiolica di Urbino,
realizzata nel 1570-80 (da Pierre-Richard Royer).
16 ● Antiquariato
esuberanti. Le opere di arte
primaria impressionano,
seducono o addirittura creano disagio, ma mai lasciano indifferenti. È il caso
della maschera zoomorfa
del primo ’900, etnia Bamana, nel Mali, che veniva
indossata dagli iniziati, considerati detentori di saggezza (dalla galleria canadese
Jacques Germain che espone presso la Galerie Aittouarès al 2 di rue des BeauxArts ). Quest’anno gli espositori si sono ancora più
impegnati in mostre tematiche per offrire ai collezionisti maggiori approfondimenti: la Galerie Maine
Durieu (7, rue Visconti),
per esempio, ha allestito
Salon de Beauté, un’esposizione dedicata agli oggetti
destinati all’ornamento della persona, per mettere in
luce la volontà ancestrale di
sublimare il corpo nelle culture d’Africa, Asia e Oceania. Altra mostra da non
perdere è Ritratti d’Oceania, presentata da Michael
EvansTribal Art di Digione
(ospite della Galerie Couteron, 16, rue Guénégaud): è
proposto un nucleo di fotografie del XIX secolo sulla
vita quotidiana e le tradizioni degli aborigeni d’Australia e dei Maori della
Nuova Zelanda. Da segnalare anche la galleria Laurent Dodier, che ha organizzato una mostra con una
quarantina di pezzi rari provenienti da Melanesia e Polinesia. Al di là delle rassegne, sono molti i pezzi d’eccezione che vale la pena
andare a scoprire. Tra questi
un crochet-crâne (letteralmente un reggi-cranio) agiba della popolazione Kerewa (Golfo di Papua, Nuova
Guinea), presentato dalla
galleria Voyageurs et Curieux (al numero 2 di rue
Visconti).
(www.parcours-des-mondes.
com).