Per saperne di più - Centro Trattamenti Shiatsu

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Per saperne di più - Centro Trattamenti Shiatsu
Per saperne di più
Per saperne di più...... Shiatsu, massaggi ed ignoranza!
I motori di ricerca su internet è roba strana. Sempre lì, tutto il giorno a guardare quello
che la gente scrive e a fare collegamenti tra le parole che trovano… L’antefatto: dentro al
nostro blog, c’è una sezione dedicata alle statistiche (che voi non potete vedere). Dentro
questa sezione ci sono, tra le altre cose, le chiavi di ricerca che i viandanti della rete
digitano per accedere qui. Fino a poco tempo fa, erano molto innocenti e attinenti ai temi
che trattiamo.
Poi abbiamo pubblicato un articolo su saune a affini che introduceva un termine fino a quel
momento mai usato: “nudo integrale”. Da quel momento, le chiavi di ricerca che portano al blog
si sono moltiplicate in direzioni impreviste, soprattutto orientate verso prestazioni e situazioni
non proprio affini a quello che è lo Shiatsu e la professionalità di chi lo pratica. In giro c’è gente
assai disturbata. Per capire meglio quanto siamo evidenti su Google in questa direzione malata,
ho provato a digitare una delle chiavi di ricerca più frequenti (che non riporterò per evitare di
aggravare la situazione). Risultato: terzi in prima pagina. Fastidiosissimo. L’occhio mi cade,
però, sul primo link. Un sito che propone “L’ABC dello Shiatsu: tutto quello che vorresti sapere
su questo tipo di massaggio”. Clicco, visito e m’innervosisco. Leggo questi 5 punti e scopro un
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concentrato d’ignoranza e beceri luoghi comuni. L’autrice dell’articolo riporta l’autorevole parere
della direttrice di un albergo-centro benessere. Di sicuro, un faro per la nostra disciplina. Entro
nel dettaglio e mi concentro sulle singole scempiaggini lette.
Innanzi tutto, ovunque, sempre, si legge “massaggio Shiatsu”: “questo tipo di massaggio”,
“non è un massaggio adatto a tutti”, “è un massaggio asciutto”, “un buon massaggio”. Posso
capire che chi non conosca lo Shiatsu o ha ricevuto pochi trattamenti, lo chiami così. Ma
nessuno che si intenda di Shiatsu potrà mai chiamarlo “massaggio”. Lo Shiatsu non è un
massaggio. Punto e basta. I massaggi comportano manipolazione, impastamenti, sfregamenti e
quant’altro.
Lo Shiatsu è “trattamento”, è “digitopressione”. Non è
“massaggio”
.
Secondo punto: “lo Shiatsu è sconsigliato a bambini ed anziani, a meno che non abbiano una
cultura particolare rivolta alle discipline orientali” e, ancora, “lo Shiatsu dà reali benefici solo a
chi lo sceglie sapendo su qualiblocchi va ad intervenire”. Mamma mia! Vale a dire? Che lo
Shiatsu funziona solo se ci credi? Se sei “culturalmente propenso”? E allora tutti gli anziani in
istituto a cui lo proponiamo, anche gratuitamente, da anni? Sono tutti taoisti, sinologi o studiosi
di arti orientali? E i bambini delle scuole elementari o i ragazzi adolescenti a cui abbiamo
proposto laboratori di Shiatsu? Sono consapevoli dei propri blocchi?
Ma fatemi il piacere! Lo Shiatsu funziona. A prescindere. Su chiunque.
Terzo punto: “in genere si evita la nudità totale e si fa indossare almeno un perizoma […] in
generale, il contatto delle mani del terapista (sic!) direttamente con la pelle del cliente ha un suo
perché, in quanto permette di percepire prima quelli che possono essere i blocchi e i punti su
cui lavorare di più”. Altra nefandezza di pachidermiche dimensioni. Lo Shiatsu si pratica
esclusivamente sul corpo vestito. Si cerca di evitare il contatto con la pelle in quanto le
pressioni potrebbero “scivolare” e causare fastidio. La percezione dei blocchi e dei punti su cui
lavorare di più avviene non tramite il tatto come lo intendiamo usualmente, ma tramite una
pressione profonda. Lavorare sul corpo vestito è indispensabile ed agevola molto l’operatore
(non “terapista”, per favore). Quindi, se un operatore (non “terapista”, per favore) vi dice
“signorina, si spogli” e, magari, vedete un certo lampo attraversargli lo sguardo, girate i tacchi e
andatevene.
Quarto punto: “Lo Shiatsu agisce principalmente a livello nervoso. Il terapista (sic!) si
concentra sui chakra, le giunture (sic!), i punti di snodo (sic!) dell’energia, non lavora su tutto il
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corpo”. Certo, ovvio, naturale.Principalmente a livello nervoso. Per quello parliamo di “energia”,
di “ki”, di “vitaltà”… è una roba nervosa. Non agisce mica a livello energetico o, che so, anche a
livello muscolare o articolare (“giunture”?)! L’operatore (non “terapista”, per favore), ovviamente
si concentra sui chakra che, essendo lo shiatsu una pratica giapponese, c’entrano più o meno
come Gigi D’Alessio che fa un concerto a Umbria Jazz: sempre musica è, ma di due generi
completamente differenti! E poi, sempre, sempre, ai seminari, ai corsi, sia da studente che da
assistente, ho sentito dire agli istruttori che si trattano sì in modo specifico e particolare alcune
zone, ma che il trattamento va fatto comunque su tutto il corpo! Sennò che disciplina olistica
sarebbe?
Quinto punto: il continuo uso della parola “terapista”, gigantesca corbelleria per noi che da
anni si predica in lungo e in largo che lo Shiatsu non è una pratica curativa o medica, che non
“guarisce”, che non comporta diagnosì né, tantomeno, terapie. Appunto.
Intanto,
continuiamo a sognare un mondo in cui la gente parli di ciò che sa, in cui i gestori di alberghi
parlino di questioni alberghiere e i titolari di centri estetici parlino di cerette, ricostruzione unghie
e massaggi anti-cellulite, senza andare in giro a far danni rigurgitando idiozie su ciò che non
conoscono. E un retro-pensiero mi fa venire i brividi, immaginando quanti pensano che lo
Shiatsu possa essere di esclusivo appannaggio delle estetiste: il che, viste queste perle di
saggezza, significherebbe la morte della nostra disciplina
.
Tratto dal sito www.artedelloshiatsu.wordpress.com
PERCHÈ RIDURRE LO SHIATSU AD UNA SEMPLICE TERAPIA SINTOMATICA O
FINALIZZARLO ALLA CURA DI UNA PATOLOGIA QUANDO PUO' PRODURRE UNA
GLOBALE RIVITALIZZAZIONE DI TUTTA LA PERSONA?
Sta (finalmente) prendendo vita all'interno del "popolo dello shiatsu" un dibattito sulla figura
professionale dell'operatore Shiatsu e, tra le posizioni emergenti, si pone autorevomente e
raccoglie consensi la definizione dello Shiatsu come una terapia per "curare le patologie" o,
quanto meno, "alleviare i sintomi". Per molti praticanti di vecchia e nuova generazione il
riconoscimento della validità dello Shiatsu da parte della medicina ufficiale, delle istituzioni
scientifiche costituisce il massimo delle aspirazioni. Riuscire a portar la pratica dello Shiatsu in
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ospedale, come in alcuni casi si è riusciti a fare, sembra diventare la patente di credibilità
definitiva, il punto d'approdo di una lunga marcia di "conquista delle istituzioni". Tutto ciò è
legittimo e umanamente comprensibile; del resto una cultura dominante è tale proprio perchè
riesce a imporre a tutti i propri valori; riesce a controllare e ridimensionare i fenomeni
rivoluzionari, o anche semplicemente radicalmente innovativi, obbligandoli a misurarsi secondo
i propri paradigmi, assorbendoli nel proprio contesto ideologico, adattandoli ai propri ambiti
istituzionali. Se la pratica dello Shiatsu si è affermata in oltre vent'anni di evoluzione tra
mille incomprensioni e centomila ostacoli è proprio perchè ha mantenuto il proprio
contenuto di novità, di "alterità" rispetto la cultura dominante, di alternativa ai modi
comuni di intendere e trattare la persona, la salute, la vita
. La triste fine
dell'agopuntura, che nonostante l'immensa cultura sottesa e la pratica millenaria che la fonda, si
è trovata ridotta a profilassi anestetica e/o terapia sintomatica, ci può dare una profetica visione
dell'inglorioso destino che attende lo Shiatsu se rinuncia alla sua forza innovativa.
Quale universo e quale figura professionale? Sono sostanzialmente tre le visioni dello
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Shiatsu e le figure professionali che ne scaturiscono:
a) Una visione che lo inserisce in un universo strutturale e materiale, fatto di ossa e muscoli,
vasi sanguigni e tendini, organi e funzioni; ovviamente la figura professionale dovrebbe avere
una formazione di base di stampo medico o paramedico su cui innestare una preparazione
specifico-specialistica; una sorta di infermiere professionale o un massofisioterapista che sa far
le pressioni, o un fisioterapista che affianchi alle altre sue competenze tecniche una
specializzazione "pressoria". Questa è sostanzialmente l'impostazione del mondo Shiatsu che
fa riferimento allo stile Namikoshi.
b) Una seconda visione lo inserisce in un universo fatto di organi e di visceri, di orbite
energetiche, di punti e meridiani in cui scorre e si manifesta l'energia; in una frase un universo
di "medicina cinese", o meglio di medicina cinese più o meno occidentalizzata. Questa
impostazione è tipica del mondo Shiatsu che fa riferimento allo stile Masunaga. La figura
professionale che ne scaturisce è quella di un "agopuntore in sedicesimo"che usa i pollici al
posto degli aghi, e che quindi dovrà possedere una formazione simile ma ridotta a quella
richiesta ai praticanti di agopuntura. Ma visto che gli agopuntori devono essere medici con una
formazione specifica (attualmente non definita ma il cui curriculum tenderà ad essere
formalizzato), l'operatore Shiatsu finirà per avere una figura simile a quella definita al punto "a",
ovvero paramedico che preme bene con una preparazione specifica in medicina cinese.
c) La terza visione dell'universo Shiatsu è focalizzata sui fenomeni vitali olistici, sulla relazione
tori-uke, sulla qualità della pressione e la percezione della risposta, sulla carica evolutiva del
contatto manuale, semplice ed essenziale, che risveglia la vita. La figura professionale che ne
scaturisce coerentemente è quella di un operatore in ambito socio-educativo che produce
benessere, la cui funzione è produrre servizi per la qualità della vita. Può garantire anche
assistenza, quando si muove nell'ambito del disagio e dell'handicap, ma più in generale opera
per creare, mediante la tecnica Shiatsu, le migliori condizioni perchè la vitalità di ciascuno si
esprima pienamente.
Penso che nessun praticante abbia dubbi sul fatto che lo Shiatsu funzioni in termini
globali, che stimoli e valorizzi le potenzialità vitali di tutta la persona; possiamo dire che
la sua indubbia efficacia sul piano sintomatico e della cura della patologia è solo un
effetto secondario, una sorte di sottoprodotto della pratica Shiatsu.
Un sottoprodotto importante e desiderabile ma che non esaurisce la carica di rinnovamento, di
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risveglio vitale, di cambiamento globale che nasce dall'incontro tra tori e uke. Sappiamo che le
"buone pressioni" vanno oltre i muscoli, i tendini, gli organi, le funzioni energetiche e i meridiani;
che è impossibile togliere il dolore a un ginocchio senza che migliori anche la digestione e il
sonno, senza che l'umore cambi, che i rapporti si modifichino, che tutta la vita (in piccola o
grande misura) si trasformi. Ciò che ha colpito i medici dell'Istituto Geriatrico presso cui è
operativo un servizio permanente di trattamenti Shiatsu, è stato il fatto che "si potevano
verificare netti miglioramenti in ordine alla postura, ai disturbi lamentati ecc. ma
soprattutto i vecchietti uscivano dal trattamento sorridenti"
.
Tratto dal sito www.shiatsuapos.com
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