Approccio del MMG al paziente con problemi
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Approccio del MMG al paziente con problemi
Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale Reggio Emilia, 11 e 18 aprile 2012. Approccio del MMG al paziente con problemi renali Dott. Giulio Malmusi, Nefrologo. www.malmusi.it STUDIO E TRATTAMENTO DEI PAZIENTI CON MRC Fino ad ora, lo studio e la cura delle malattie renali sono stati indirizzati prevalentemente a diagnosticare e trattare le singole malattie renali. Un piano di azione appropriato per i pazienti con malattia renale cronica prevede interventi negli stadi precoci della malattia renale, indipendentemente dalla specifica patologia causale. Questi interventi devono comprendere • il rallentamento della progressione della malattia renale, • la diagnosi e il trattamento delle patologie associate, • la riduzione del rischio da patologia cardiovascolare. LA VALUTAZIONE dei pazienti affetti da MRC deve comprendere: la diagnosi, il tipo di malattia renale da cui sono affetti le comorbidità (ipertrofia prostatica, gammopatia monoclonale) le complicazioni (ipertensione, anemia...) il rischio di patologia cardiovascolare Bisogna farsi un’idea della velocità di progressione 70 60 filtrato glomerulare 50 40 Gino Mario Luigi 30 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 anni 10 11 12 13 14 15 16 17 Come definiamo l’eccesso di progressione? Come riduzione dell’ eGFR >5 ml/min/1,73m2 SC in un anno o >10 ml/min/1,73m2 SC in 5 anni Le cause di peggioramento repentino L’ostruzione della via urinaria: ipertrofia prostatica; calcoli e neoplasie L’ostruzione di un’arteria renale. Un danno da farmaci IL TRATTAMENTO deve comprendere: la terapia specifica, in base alla diagnosi di malattia renale il rallentamento della perdita della funzione renale il trattamento delle comorbidità la prevenzione e il trattamento della patologia cardiovascolare IL TRATTAMENTO deve comprendere: la prevenzione e il trattamento delle complicazioni dovute alla ridotta funzione renale la preparazione al fallimento della funzione renale, e all’inizio della terapia sostitutiva la sostituzione della funzione dei reni con la dialisi o il trapianto, quando i segni e i sintomi dell’uremia divengono manifesti. Per rallentare la progressione della malattia renale: Interventi di provata efficacia: • stretto controllo della glicemia nei diabetici • trattamento ottimale dell'ipertensione • uso di ACE-inibitore o inibitore periferico dell'Angiotensina Interventi di cui si sta valutando l'efficacia, ma questa non è ancora provata: • restrizione proteica • (terapia ipolipemizzante) • (correzione parziale dell'anemia) " piano di azione " Per ogni paziente bisogna sviluppare un “piano di azione clinica” in base allo stadio della malattia. Nel piano di azione devono essere compresi i modi di comportamento e gli stili di vita, in quanto anche questi possono contribuire al miglioramento degli esiti. QUESITO 11 Nei pazienti con MRC il miglioramento degli stili di vita può rallentare la progressione della malattia? Raccomandazioni Bisogna incoraggiare i pazienti con MRC ad avere stili di vita sani, in quanto è importante svolgere attività fisica, raggiungere un peso-forma e smettere di fumare non solo per l’apparato cardiovascolare, ma anche per la funzione renale. DIABETE e RENE, ovvero: come il danno renale si associa alle altre complicazioni del diabete. Il rischio di patologia cardiovascolare, retinopatia e altre complicazioni del diabete è maggiore nei pazienti diabetici con nefropatia diabetica, rispetto ai diabetici senza danno renale. Sulla prevenzione delle complicanze del diabete esistono linee guida specifiche, ma è chiaro che uno stretto controllo glicemico e uno stretto controllo della pressione, prevalentemente con l'uso di ACE-inibitori e inibitori dell'angiotensina, può prevenire o ritardare gli esiti negativi legati alla nefropatia e alle complicazioni cardiovascolari. Lo stile di vita: il FUMO " Il fumo di sigaretta è stato posto in relazione con la comparsa di microalbuminuria o proteinuria conclamata in pazienti diabetici. Nelle nefropatie non diabetiche, il fumo sembra avere addirittura un effetto dose dipendente sullo sviluppo di uremia terminale. Considerando anche l ’elevato rischio cardiovascolare dei pazienti con insufficienza renale cronica, il fumo di sigaretta deve essere sconsigliato con fermezza ". Ritmo di perdita del Filtrato Glomerulare in diabetici fumatori e non fumatori ml ml//min min//month mese 1.5 - Diabete tipo 1 Diabete tipo 2 NF NF 1.0 - 0.5 - F F G Biesenbach et al. Nephrol Dial Transplant 1994: 9: 1097-1102 Smettendo di fumare il diabetico ritarda la dialisi Progressione nei diabetici 70 60 50 40 FG NO fumo FUMO 30 20 3 anni dopo 10 0 0 1 2 3 4 anni 5 6 7 Stadi della MRC: piano di azione Stadio FG Azioni * 1 >90 Diagnosi e terapia Trattamento delle comorbidità Rallentamento della progressione Riduzione del rischio cardiovascolare 2 60-89 Verifica e rallentam. della progressione 3 30-59 Diagnosi e terapia delle complicanze 4 15-29 Preparazione alla terapia sostitutiva 5 <15 Sostituzione della funzione renale, se compaiono i sintomi di uremia *) incluse le azioni proprie degli stadi precedenti La progressione e l’equilibrio metabolico: cosa si può fare per rallentare la progressione e far stare bene il paziente • Evitare i farmaci nefrotossici e dosare adeguatamente i farmaci prescritti • Raggiungere un controllo pressorio ottimale con i farmaci corretti • Trattare il diabete quando c’è • Trattare la dislipidemia quando c’è • Abolire il Fumo • Trattare l’anemia • Ottimizzare Calcio, fosforo e PTH • Mantenere normale la Potassiemia • Prevenire e trattare l’Acidosi • in tutto aiutati dalla Dieta • ottenendo una compliance ottimale determinanti di patologia cardiovascolare Altri ipotensivi Pressione arteriosa Ace-inibitore Statine Dislipidemia Gemfibrozil Potassio Proteinuria Diuretici Sevelamer Ca CO3 Apporto proteico Apporto di acqua Dieta Fosforemia Calcitriolo Calcemia Paratormone Carico di sodio Carico acido Supplemento HCO3 HCO3 Mg CO3 Magnesio Anemia Eritropoietina Ac.folico Ferro Vit.B12 Dal rene passano tutte le sostanze che ci sono nel sangue, e il rene le deve trattare singolarmente, in modo preciso e finalistico. Le funzioni del rene naturale: •rimuove dal circolo i prodotti finali del metabolismo delle sostanze azotate: urea, creatinina, acido urico •regola livelli ematici e bilanci di Na, K, Ca, Mg, Cl, P, HCO3 •rimuove polipeptidi: β2 microglobulina, insulina, paratormone •regola i volumi idrici dell’organismo (per autoregolazione, e come organo effettore di ADH e Aldosterone) •secerne renina, eritrpoietina •attiva la vitamina D, idrossilandola L' insufficienza renale deve essere vista come un fenomeno graduale, con progressione più o meno rapida a seconda della patologia che la causa (la perdita istantanea della funzione renale è l’eccezione). Le funzioni del rene devono essere svolte anche durante le fasi della (progressiva) riduzione della funzione renale, e c’è la necessità di mantenere comunque il bilancio dei soluti da eliminare: •per alcuni (urea, creatinina) questo avviene a spese di un loro accumulo •per altri (gli elettroliti) c’è la necessità di mantenere i livelli ematici comunque normali L’ urea è un esempio di una sostanza la cui eliminazione rimane costante a spese del suo accumulo, poichè di essa si deve comunque mantenere il bilancio. Se l’insufficienza renale dura anni, solo una minima parte dell’urea prodotta si accumula, ma in qualche modo deve essere mantenuto un bilancio sostanzialmente in pareggio. Nel paz. stabile, non catabolico, la generazione è uguale alla eliminazione, e questo è espresso dall’equazione: Generazione = quantità eliminata = C x K cioè la Generazione è uguale alla Quantità eliminata , che corrisponde alla Concentrazione ematica C per la Clearance renale K. È la formula che abbiamo visto per determinare il livello di creatinina, ribaltata: allora avevamo detto C = G / K C = G/K Poichè la generazione di urea è nella pratica costante, in base alle abitudini alimentari della persona, e quindi la quantità da eliminare è una costante, se ne deduce che, se la clearance si dimezza, il bilancio si mantiene in pareggio solo a spese di un livello ematico doppio. L’aumento dell’urea ematica nell’uremico non è dunque tanto espressione di un progressivo accumulo per ridotta eliminazione, quanto della necessità di trovare un nuovo livello ematico, al quale si mantiene poi nuovamente il pareggio tra produzione ed eliminazione. La dieta ipoproteica riduce l'urea ematica ("C") non perché migliora la clearance renale, ma perché riduce "G" cioè la generazione dell'urea. Un esempio di come vengono trattati gli elettroliti è dato dal fosforo: •un apporto dietetico normale è di 1000 mg di fosforo al giorno, •per una fosforemia normale (3,5 mg/dl) e una funzione renale normale (100 ml/min) il carico filtrato giornaliero è circa 5000 mg; •la maggior parte del carico filtrato deve dunque essere riassorbito. Se il filtrato glomerulare si riduce, è sufficiente ridurre il riassorbimento tubulare per mantenere il bilancio, ma già al di sotto di 50 ml/min la riduzione del riassorbimento si effettua a spese di una maggiore secrezione di Paratormone, che contemporaneamente attiva però anche gli osteoclasti, e ciò ha effetti negativi sul bilancio calcico dell’osso. Al di sotto di 15 ml/min, il carico filtrato, anche a fosforemia 4,5 mg/dl, non è sufficiente a garantire l’eliminazione di 1000 mg al dì; l’iperfosforemia è inevitabile, se non si limita l’apporto alimentare. Massima attenzione ai farmaci Ad ogni visita, bisogna eseguire una revisione delle terapie, in particolare per: • adeguare il dosaggio alla funzione renale • evidenziare i possibili effetti collaterali, sulla funzione renale o sulle complicanze della MRC • identificare le interazioni farmacologiche • monitorare l’effetto terapeutico, ove possibile Una completa revisione dei farmaci deve comprendere: farmaci prescritti farmaci da banco vitamine integratori farmaci da medicine non convenzionali erbe e sostanze di cui vi può essere abuso. Associazione fra la MRC e la Patologia Cardiovascolare È riconosciuta dall’Agenzia Italiana del Farmaco, che prevede (nota 13): - Iperlipidemie in pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) • per livelli di trigliceridi ≥500 mg/dL omega3 • per livelli di LDL-C≥ 130 mg/dL atorvastatina Iperlipidemie in pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) Il danno aterosclerotico nei pazienti con insufficienza renale cronica (IRC), a parità di livello dei fattori di rischio, è superiore a quello che si osserva nella popolazione generale; le malattie cardiovascolari sono infatti la principale causa di morte dei pazienti con IRC. Per tale motivo è necessario, in questi pazienti, un controllo particolarmente accurato dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari, tra cui la dislipidemia. Le statine sembrano efficaci nella prevenzione di eventi vascolari in pazienti vasculo-patici con IRC e sono in grado di ridurre la proteinuria e di rallentare la progressione della malattia renale. Per pazienti adulti con IRC in stadio 3-4 (GFR < 60ml/min, ma non ancora in tratta-mento sostitutivo della funzione renale), così come per coloro che pur con una GFR > 60 ml/min presentino segni di malattia renale in atto (proteinuria dosabile), va considerato un trattamento farmacologico ipocolesterolemizzante, nel caso di insuccesso della correzione dello stile di vita, con l’obiettivo di raggiungere un TT per LDL-col almeno <100 mg/dL; secondo alcuni autorevoli enti internazionali, il TT può essere fissato a <70-80 mg/dL (specie in presenza di condizioni che aumentano ulteriormente il rischio, come una storia clinica di eventi cardiovascolari accertati o diabete mellito). Se i livelli della trigliceridemia sono ≥ 500 mg/dL, va considerato un trattamento con fibrati, tenendo conto dell’esigenza di adeguare il dosaggio di questi farmaci, escreti per via renale, alla funzione renale residua. Fattori di rischio C.V. nella MRC TRADIZIONALI Età avanzata Diabete mellito Sesso maschile Fumo di tabacco Razza bianca Sedentarietà Iperetensione Menopausa Elevato colesterolo LDL Stress psicosociale Basso colesterolo HDL Familiarità per mal C.V. Fattori di rischio C.V. nella MRC CORRELATI ALLA MRC Tipo di malattia renale Malnutrizione FG ridotto Infiammazione Presenza di Proteinuria Infezione Iperattività del SRA Fattori trombogenici Sovraccarico di liquidi Stress ossidativo Alterazioni di Ca e Fosforo Iperomocisteinemia Anemia Tossine uremiche Quesito 6: Quali valori di FG influenzano la prognosi dei soggetti con MRC? - Sia la mortalità generale, che quella per cause cardiovascolari, risultano associate a MRC. L’eccesso di rischio si manifesta soprattutto nello stadio 3 e in particolare nello stadio 3b. La proteinuria, espressa come albuminuria (ACR), è un fattore di rischio indipendente per la mortalità generale. - Anche gli eventi cardiovascolari risultano associati a MRC, soprattutto a partire dallo stadio 3. La proteinuria sembra essere fattore di rischio indipendente per stroke. - L’unico studio reperito conferma l’associazione tra fragilità e MRC soprattutto a partire da livelli di GFR < 45 ml/min. Raggiungimento dei goal terapeutici di colesterolemia nella popolazione ipertesa (esclusivamente ipertesa e non diabetica) IPERTENSIONE L’ipertensione è sia una causa che una conseguenza della MRC. Come complicazione, l’ipertensione si può sviluppare precocemente nel corso della malattia renale, e ha come conseguenze • un più rapido declino della funzione renale • lo sviluppo di patologia cardiovascolare Bisogna quindi: • tenere controllata la pressione ai pazienti con MRC • porsi dei target per il controllo pressorio • usare farmaci ipotensivi che riducano anche la progressione target per il controllo pressorio The Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation and Treatment of High Blood Pressure • L’obiettivo di salute pubblica che ci si pone con la terapia antiipertensiva è la riduzione della morbilità e della mortalità per cause cardiovascolari e renali • Mantenendo la pressione arteriosa al di sotto dei valori di 140/90 mmHg si riducono i danni cardiovascolari e renali • Negli ipertesi affetti anche da diabete o da malattie renali, l’obiettivo è di mantenere la PA al di sotto di 130/80 mmHg. Per i nefropatici con proteinuria, la LG italiana propone: In pazienti con MRC e ACR ≥620 mg/g, (approssimativamente equivalente a escrezione urinaria di proteine ≥1,0 g/24 h), in particolare se diabetici, bisogna cercare di mantenere la pressione sistolica al di sotto di 125 mmHg e la pressione diastolica al di sotto di 75 mmHg (quindi: PA ottimale 120/70) Raggiungimento dei target pressori nella popolazione di ipertesi (non diabetici) 100% 90% 80% 30,9 28,6 26,7 29,2 25 70% 60% % non a target 50% 40% 30% 69,1 71,4 73,3 70,8 75 > 90 90-60 60-30 30-15 15-0 20% 10% 0% classi di FG (m l/m in) a target ACE-inibitori e Sartani PREMESSA Perché quando una malattia ha causato una riduzione della funzione renale, questa tende poi a ridursi ulteriormente nel tempo ? Ragioniamo su uno schema della circolazione glomerulare: art. afferente art. efferente ansa capillare filtrato La capacità delle arteriole afferenti ed efferenti dei glomeruli di dilatarsi o di restringersi, per modulare il flusso ematico e la pressione di filtrazione, conferisce al rene la sua caratteristica capacità di autoregolazione, che lo difende in parte dagli effetti dannosi dell’ipertensione arteriosa, e permette di adattare la velocità di filtrazione glomerulare alle diverse situazioni, mantenendo una “riserva funzionale” da attivare quando serve: ad esempio, dopo un pasto copioso, o nella gravidanza. Secondo l’ipotesi dell’iperfiltrazione, un compenso al ridotto numero di glomeruli funzionanti si ottiene con la costrizione dell’arteriola efferente, con cui aumenta la pressione di filtrazione e quindi la frazione di filtrazione. Aumenta così il filtrato glomerulare, ma anche la quantità di proteine che attraversano la membrana basale glomerulare. art. afferente art. efferente ansa capillare filtrato Le proteine filtrate in eccesso rimangono in parte intrappolate nel mesangio, ove inducono una reazione di infiammazione, che ha come esito la sclerosi delle anse capillari, causa di per sé di ulteriore perdita di nefroni funzionanti. Un’altra parte delle proteine filtrate in eccesso passa nella preurina, e compare nell’urina sotto forma di proteinuria. Ecco perché nell’iperteso, nel diabetico, nell’insufficienza renale cronica, la proteinuria, anche lieve, è considerata un indice di danno renale e di rischio di progressione della nefropatia. Il meccanismo dell’iperfiltrazione ha un suo potente alleato nell’ipertensione arteriosa sistemica, che pure induce aumento di pressione nei capillari glomerulari, ed è quindi fattore di iperfiltrazione. art. afferente art. efferente ansa capillare filtrato Per questo motivo, il controllo ottimale dell’ipertensione arteriosa, fino a mantenere la pressione il più bassa possibile (compatibilmente con il benessere del paziente) è uno dei cardini della prevenzione del danno renale progressivo. Tra i farmaci ipotensivi, gli inibitori dell’ Angiotensina (ACEinibitori e inibitori recettoriali) offrono un ulteriore vantaggio, in quanto sono capaci non solo di ridurre la pressione arteriosa sistemica, ma anche quella intraglomerulare. Questo è possibile perché vasodilatano anche le arteriole efferenti, e quindi neutralizzano quel meccanismo di iperfiltrazione che si basa invece sulla loro costrizione. art. afferente dilatata art. efferente dilatata pressione capillare Ø Filtrato Ø Cosa possiamo aspettarci da un simile assetto pressorio? • nel breve termine, un calo del filtrato glomerulare, misurabile con un aumento della creatininemia; • ma anche, nel tempo, una minore glomerulosclerosi, e quindi un mantenimento della funzione renale già ridotta. ACE-inibitori e Sartani (Linee Guida SIN) Il trattamento è efficace nel rallentare la progressione del danno renale se è iniziato precocemente, con FG > 30 ml/min. Non è dimostrata l’efficacia del trattamento quando iniziato al di sotto di tale valore I pazienti già trattati con ACE-I e sartani possono invece mantenere tale terapia anche quando FG scende sotto 30 ml/min ACE-inibitori e Sartani (Linee Guida SIN) “ La maggior parte dei pazienti trattati presenta un iniziale peggioramento della funzione renale (aumento dei valori di creatinina plasmatica fino al 30% rispetto al dato basale), seguito poi da un rallentamento della velocità di progressione rispetto a quello precedente la terapia (76). Tale peggioramento iniziale è solo funzionale (infatti è reversibile) e deve essere quindi considerato come segno di efficacia degli ACE inibitori a livello renale. ACE-inibitori e Sartani (Linee Guida SIN) “ È necessaria inoltre particolare cautela nella somministrazione degli ACE inibitori in caso di • età avanzata, • scompenso cardiaco congestizio di classe II, III, IV secondo la NYHA, • terapia diuretica e/o con anti-infiammatori non steroidei per un aumentato rischio di peggioramento della funzionalità renale “. Dalla nuova LG italiana Quali sono i farmaci anti-ipertensivi più appropriati per rallentare la progressione della malattia e ridurre la mortalità? Suggerire ACE-inibitori o ARB a pazienti diabetici con microalbuminuria, indipendentemente dalla presenza di ipertensione o dallo stadio di MRC. Prescrivere ACE-inibitori o ARB a pazienti non diabetici con ipertensione e proteinuria, indipendentemente dalla presenza o meno di IRC. Prescrivere ACE-inibitori o ARB a pazienti non diabetici con proteinuria, indipendentemente dalla presenza di ipertensione, MRC o malattie cardiovascolari. Prescrivere a pazienti non diabetici con MRC e ipertensione, senza proteinuria, un trattamento anti-ipertensivo a scelta tra quelli raccomandati dalle linee guida sull’ipertensione, per prevenire o rallentare la progressione della MRC. Dalla nuova LG italiana Durante il trattamento con ACE-inibitori o ARB a scopo anti-proteinurico, aumentare gradualmente la dose fino al massimo dosaggio terapeutico tollerato, prima di aggiungere un agente di seconda linea. Per ottimizzare l’aderenza al trattamento, informare i pazienti sottoposti a trattamento con ACE-inibitori o ARB dell’importanza di: - raggiungere la dose ottimale tollerata di ACE-inibitori o ARB - monitorare nel frattempo l’eGFR e i livelli di potassio nel sangue per evitare effetti collaterali. Dalla nuova LG italiana Controllare, nei pazienti con MRC, la concentrazione di potassio nel sangue ed eGFR, prima di iniziare la terapia con ACE-inibitori/ARB. Ripetere i controlli 1-2 settimane dopo l’inizio della terapia con ACEinibitori/ARB e dopo ogni incremento di dose. Normalmente la terapia con ACE-inibitori/ARB non dovrebbe essere iniziata se la concentrazione di potassio nel sangue è significativamente superiore al normale range di riferimento (di norma 5,0 mEq/l). Qualora l’iperkaliemia dovesse precludere l’utilizzo di ACE-inibitori/ARB, è opportuno valutare, indagare e trattare altri fattori che costituiscono una potenziale causa di iperkaliemia e successivamente ripetere il test della concentrazione di potassio nel sangue. Non ci sono controindicazioni alla prescrizione di ACE-inibitori/ARB in concomitanza con farmaci che costituiscono una potenziale causa di iperkaliemia, ma potrebbe essere necessario monitorare più frequentemente la concentrazione di potassio nel sangue. Dalla nuova LG italiana Interrompere la terapia con ACE-inibitori/ARB se la concentrazione di potassio nel sangue supera 6,0 mEq/l e se sono già state sospese le altre terapie che costituiscono una potenziale causa di iperkaliemia. Dopo l’inizio o l’aumento di dosaggio della terapia con ACE-inibitori/ARB, non modificare la dose né se la riduzione di GFR è <25% rispetto al valore pre-trattamento, né se l’aumento di creatinina nel sangue è aumentata meno del 30% rispetto al valore pre-trattamento. Se si verifica una brusca riduzione di eGFR, o un sensibile aumento della creatinina nel sangue, ma restano inferiori al 25% (eGFR) o al 30% (creatinina), dopo l’inizio della terapia con ACE-inibitori/ARB o l’incremento del dosaggio, è necessario ripetere il test entro 1-2 settimane. Non modificare le dosi di ACE-inibitori/ARB, se la variazione di eGFR è <25%, o la variazione di creatinina nel sangue è del 30%. Dalla nuova LG italiana Se la variazione di eGFR è ≥25% o quella della creatinina nel sangue è ≥30%: - indagare altre cause del deterioramento della funzionalità renale, come ipovolemia o trattamenti concomitanti (es. farmaci antinfiammatori non steroidei – FANS o presenza di stenosi dell’arteria renale) - se non sono individuate altre cause di deterioramento della funzionalità renale, interrompere la terapia ACE-inibitori/ARB o ridurre il dosaggio fino alla dose minima precedentemente tollerata e aggiungere, se necessario, un farmaco anti-ipertensivo alternativo. ANEMIA E’ comune che si sviluppi anemia nel corso dell’insufficienza renale, cioè al di sotto di 60 ml/min. A parte l’ovvio impatto sul benessere e sulla capacità fisica, l’anemia ha come conseguenza una maggiore morbilità cardiovascolare. Dobbiamo stabilire: • quale trattamento dell’anemia è possibile • le condizioni per prescrivere l’Eritropoietina • una soglia di Hb sotto la quale intervenire con Eritropoietina • a quale valore di Hb riportare e mantenere il paziente Prima di prescrivere l’ Eritropoietina Indagini di base: • Hb • indici eritrocitari (MCV, MCH, MCHC), conta dei reticolociti • metabolismo del ferro (sideremia, transferrina e ferritina) • ricerca di sangue occulto nelle feci • dosaggio della vitamina B12 e dei folati Indagini complementari : • conta e formula leucocitaria • test per emolisi (aptoglobina, LDH, test di Coombs) • elettroforesi serica e urinaria (pre escludere γpatia monocl.) Il problema della carenza di ferro I principali parametri a cui far riferimento per la valutazione dell’assetto marziale rimangono la saturazione della transferrina (TSAT) e la ferritinemia. La terapia con ESA non va iniziata senza una contemporanea terapia marziale in presenza di carenza marziale, assoluta (ferritinemia <100 ng/mL) o funzionale (TSAT<20% e Ferritinemia > 100 ng/ml). Nei pazienti in terapia con ESA i supplementi di ferro dovrebbero essere adattati per mantenere una TSAT >20% e una Ferritinemia tra 200 e 800 ng/m. Per non eccedere gli 800 ng/ml, il dosaggio del ferro va riconsiderato quando la ferritinemia è >500 ng/ml . Quando intervenire con l’Eritropoietina La valutazione dell’anemia deve essere effettuata in tutti i pazienti con IRC e proseguita sistematicamente quando Hb <11 g/dL nei due sessi prima della pubertà e nelle donne in età fertile, e quando Hb < 12 g/dL nei maschi adulti e nelle donne in menopausa. Non è accettabile un valore di Hb < 10 g/dl. In assenza di altre cause di anemia, nei soggetti con IRC il deficit di eritropoietina rappresenta il fattore eziologico più verosimile. Il dosaggio dei livelli serici di eritropoietina non è utile. A quale valore di Hb riportare il paziente Il livello di Hb da raggiungere come obiettivo della terapia è 11 g/dL. Il limite superiore è definito ora a 12 g/dL per non incorrere in un aumento del rischio della patologia cardiovascolare. Recentemente, dopo il riscontro di un eccesso di ictus in diabetici con Hb portata >12 g/dl, la FDA ha riformulato la raccomandazione sui target emoglobinici: nei pazienti con malattia renale cronica in pre-dialisi la soglia al di sotto della quale si raccomanda di considerare il trattamento con ESA viene abbassata a 10g/dl . Inoltre l’FDA raccomanda di “interrompere l’ESA se l’Hb supera 10g/dl e di usare la dose minima che consente di evitare le trasfusioni”. In altre parole la FDA raccomanda di usare gli ESA quando l’Hb è <10, senza specificare quanto più bassa, e dice poi di interrompere o ridurre la dose degli ESA quando l’Hb è >10g/dl …. INAPPLICABILE ! QUESITO 27 Il trattamento dell’anemia in pazienti con Malattia Renale Cronica Raccomandazioni Se non sono già stati controllati, testare i livelli di emoglobina in pazienti con MRC, stadi 3b, 4 e 5 per identificare l’anemia. (in caso di HB <11,0 g/dl – vedi NICE clinical guideline 39: “Anemia management in people with chonic kidney disease”). La frequenza dei test successivi deve essere determinata dai valori riscontrati e dalle circostanze cliniche. IPERPARATIROIDISMO Nei soggetti con Insuff. Renale è SECONDARIO alle alterazioni del metabolismo del calcio e del fosforo E' caratterizzato dalla decalcificazione delle ossa, ma soprattutto dalle calcificazioni vascolari. Fisiologicamente, il Paratormone: ¾mantiene normale la calcemia, mobilizzando il fosfato di calcio dalle ossa ¾promuove l'escrezione di fosforo dai reni L' ipocalcemia e la iperfosforemia stimolano la produzione del paratormone; ambedue queste alterazioni sono tipiche dell'Insufficienza Renale. Nella I.R. che dura a lungo, il persistente stimolo sulle paratiroidi causa una iperplasia (aumento di volume), e una maggiore produzione di ormone, anche quando non serve più. Bisogna quindi prevenire l'iperparatiroidismo, mantenendo · normale la calcemia, con vitamina D · normale la fosforemia, con la dieta e i chelanti del fosforo ® calcio carbonato ® magnesio carbonato ® chelanti sintetici (per ora ammessi solo nei dializzati) E' indispensabile un monitoraggio del calcio e del fosforo, per contenerli in limiti fisiologici (Ca 8-9 mg; P 3,5-4,5 mg). I rischi dell'ipocalcemia (< 8 mg/dl): stimolazione delle paratiroidi perdita di massa ossea I rischi dell'ipercalcemia (>10 mg/dl): calcificazioni vascolari calcificazioni parenchima renale I rischi della iperfosforemia (>4,5 mg/dl) stimolazione delle paratiroidi calcificazioni vascolari La potassiemia Il livello di potassio nel sangue deve essere mantenuto entro limiti stretti, pena la morte per paralisi muscolare o arresto cardiaco. Anche per il potassio, il rene deve mantenere il bilancio, eliminando ogni giorno il carico assunto con gli alimenti. Il potassio presente nelle urine dipende in gran parte dalla secrezione tubulare nel nefrone distale; che a sua volta dipende dal livello di Aldosterone. L’equilibrio acidobase determina invece la distribuzione intra- ed extra-cellulare del potassio, nel senso che l’acidosi determina un innalzamento della potassiemia. La potassiemia In definitiva, nell’insufficienza renale si può presentare il problema di una cronica iperpotassiemia, che può essere contrastata: •correggendo l’acidosi •con una dieta povera di potassio •con l’uso di diuretici potassio disperdenti •evitando i diuretici risparmiatori di potassio •limitando la dose di ACE-inibitore (antialdosteronico) •somministrando la resina scambiatrice (Kayexalate®) IL BICARBONATO, L' EMOGASANALISI. Fra le funzioni del rene, c'è quella di rigenerare il bicarbonato che si "consuma" per neutralizzare gli acidi organici. Nell'insufficienza renale è comune l'acidosi metabolica: ) il bicarbonato nel sangue si abbassa sotto i 24 mEq/l Questo è un problema? Sì: nell'insufficienza renale avanzata, l'acidosi può essere grave, e causare iperkaliemia, astenia, vomito nelle fasi precedenti, spesso per anni, causa consumo di tamponi dell'osso e quindi è un fattore di osteopatia. La soluzione è semplice: dare bicarbonato per bocca; ma cela una altro problema: il bicarbonato è un sale di sodio, quindi c'è il rischio di sovraccarico di sodio. Per guidare la terapia bisogna dosare la bicarbonatemia, che è un dato derivato dell'emogasanalisi. Se di questo esame non ci interessano pCO2 e O2 ma solo il bicarbonato, può essere eseguito su sangue venoso (per il paziente e per il prelevatore è molto più comodo) La dose di bicarbonato da assumere giornalmente dipenderà: •dalla bicarbonatemia •dal carico di sodio che il paz. può tollerare 9dalla possibilità di ridurre il sodio alimentare 9dalla possibilità di eliminare più sodio dando diuretici... ALIMENTAZIONE In una precedente lezione avevo schematizzato così il problema: La DIETA nell'IRC, ovvero: il difficile equilibrio fra limitare l’iperfiltrazione evitare la malnutrizione Anche oggi, questa diapositiva potrebbe avere due titoli: Dalle linee guida SIN: Dalle linee guida K/DOQI 2. Diete ipoproteiche nell’insufficienza renale cronica " NUTRITIONAL STATUS " 3. Trattamento dietetico dell’insufficienza renale cronica con sindrome nefrosica Appendice 1 Metodi per la valutazione dello stato di nutrizione nell’ I.R. “Nel corso della MRC si sviluppa malnutrizione calorico-proteica” LG 24: apporto proteico alimentare LG 25: apporto energetico raccomandato Il Problema è la malnutrizione Malnutrizione calorico proteica si sviluppa nel corso della malattia renale cronica, e si associa ad esiti avversi. Un insufficiente apporto di calorie e proteine è una causa importante di malnutrizione nella MRC L’apporto calorico-proteico è correlato al filtrato glomerulare Con FG < 60 ml/min è alta la prevalenza di pazienti con ridotto apporto calorico-proteico. Ai pazienti con FG<60 devono essere valutati l’apporto nutrizionale e lo stato nutrizionale Con FG<20 ml/min bisogna valutare periodicamente: albumina serica, peso corporeo, nPNA Quando serve una prescrizione: NO alle diete “fai-da-te” sul tipo “non mangiare carne” Si invia al servizio dietetico, con una prescrizione personalizzata; i parametri ideali sono: ) Con FG<25 ml/min: 0,6 g di proteine / Kg di peso corporeo ideale; valido se il paziente: • accetta una dieta ristretta, in genere con alimenti aproteici • mantiene nel tempo indici di nutrizione adeguata ) Per i pazienti con FG<60, e per quelli con FG<25 non gestibili con dieta 0,6 si prescrivono 0,75 g di proteine / Kg di peso corporeo ideale. Cosa fa la brava dietista? • Ascolta le abitudini alimentari del paziente • Si informa sulla sua attività fisica, per stimare il fabbisogno calorico • Prescrive la dieta, tenendo conto delle comorbidità (diabete, dislipidemia..) • Controlla periodicamente il paziente, per: 9 Verificare l'aderenza alla dieta 9 Verificare i parametri antropometrici 9 Adattare lo schema dietetico alle variazioni I vantaggi di una dieta ben prescritta e ben seguita Nel lungo periodo di insufficienza renale lieve e moderata previene la dislipidemia previene l'osteodistrofia aiuta il controllo pressorio può rallentare glomerulosclerosi e progressione Quando l'insufficienza renale è severa o terminale, evita: 9 9 9 9 9 la ritenzione idrosalina l'acidosi l'iperkaliemia l'iperfosforemia gli eccessivi valori di urea Quali sono le principali differenze fra la dieta “libera” e quella adatta a un nefropatico? La dieta spontanea della nostra regione è caratterizzata da consumo di: • pasta all’uovo, che apporta colesterolo e fosforo in eccesso • formaggi stagionati (Parmigiano...) che contengono sodio e fosforo in eccesso • carne di maiale conservata, con eccesso di sodio e lipidi (che il prosciutto crudo possa essere “magro e dolce” è una mera illusione !) Questi sono gli errori più comuni da correggere! Nell’ anziano, spesso il problema non è l’eccesso alimentare, ma l’anoressia per i cibi proteici e la perdita di massa magra. Inoltre, nell’anziano il fabbisogno calorico è basso, sia per il ridotto metabolismo basale, che per la poca attività fisica. Nell’anziano, è quindi sufficiente correggere gli errori alimentari più comuni, prescrivendo una dieta dettagliata solo se lo richiede perché “ha paura di sbagliare”. Il problema della prescrizione di una dieta personalizzata è tipico del giovane, che deve assumere una quantità limitata di proteine, ma molte calorie. Quanti e quali liquidi deve bere il soggetto con IRC ? Serve la poliuria? Può far scendere l’urea, perché un più rapido flusso di preurina nei tubuli ne previene la retrodiffusione; ma è importante avere 10 o 20 mg di urea in più o in meno? NO ! Ö Quanto si deve bere? In base al senso della sete! •gli anziani vanno a volte stimolati a bere, se il loro senso della sete è inadeguato •ma è inutile ingozzarsi di acqua, per poi trovarsi con degli edemi, e dover prendere diuretici Soprattutto cardiopatici, diabetici, epatopatici, in cui maggiore è la tendenza ad accumulare liquidi, hanno un senso della sete inappropriato, per cui bisogna raccomandare di bere poca acqua, e bisogna insegnare che le occasioni di introdurre acqua sono innumerevoli: • The o latte a colazione • Frutta, succhi di frutta • Brodo; la stessa acqua di cottura della pasta “asciutta” • L'acqua con cui si deglutiscono i farmaci In ogni caso, per capire se una diuresi di “solo” un litro al dì è o no un problema; per capire se dobbiamo insistere per far bere uno che “beve poco”; è importante valutare lo stato di idratazione: 9 Determinare il peso del paziente, e confrontarlo con il peso abituale 9 misurare la pressione arteriosa, e confrontarla coi valori abituali; misurare anche la sua variazione nel passaggio dal clino all'ortostatismo (l'ipotensione ortostatica è indice di disidratazione) 9 valutare lo stato della mucosa orale (se è asciutta, o umida come di norma); 9 valutare lo stato di idratazione del sottocute: la plica cutanea rimane sollevata? o vi è invece formazione di fovea alla pressione digitale nelle parti declivi (caviglie, sacro)? 9 ricercare se vi sono rantoli fini alle basi polmonari, come segno di sovraccarico del circolo polmonare. Come deve essere un soggetto con insufficienza renale? Il trucco è tenerlo leggermente iperidratato: con le caviglie la sera appena succulente, ma mai con rantoli alle basi polmonari. Perché una lieve espansione di volume favorisce la funzione renale, e riduce il rischio di caduta del filtrato da Ace-inibitore. A questo punto risulta evidente che molti pazienti con I.R. devono assumere terapie complesse, con molti farmaci, da prendere a orari precisi, o in relazione ai pasti. I farmaci somministrati più di frequente sono: Furosemide Ipotensivo 1 Ipotensivo 2 Allopurinolo Antiaggregante Statina Calcitriolo Calcio Carbonato Sodio bicarbonato Ferro per os Eritropoietina mattino e pomeriggio al mattino al pomeriggio a pranzo a pranzo dopo cena a dì alterni a pranzo e a cena a colazione e a cena al mattino, a digiuno iniezione s.c., 1 volta la settimana Il coinvolgimento del paziente è importante in tutte le patologie croniche, ma è necessario nell' I.R., per vari motivi: •Adesione alla dieta •Autocontrollo nella quantità dei liquidi assunti •Adesione alla terapia •Autocontrollo Pressione Arteriosa, peso corporeo, presenza di edemi •Eventuale modifica della dose di diuretico e ipotensivi (se autorizzata) •Organizzazione esami e visite di controllo secondo le scadenze proposte Quanto spesso controllare gli esami? Tutti i pazienti identificati come portatori di Malattia Renale Cronica devono essere sottoposti almeno una volta all'anno a una determinazione della Creatinina, e quindi del Filtrato Glomerulare. Misurazioni più frequenti servono: • Se FG<60 ml/min • Se FG cala rapidamente, cioè più di 2 ml/min per anno • Se vi sono fattori di rischio per una progressione rapida • Se abbiamo attivato un trattamento per rallentare la progressione • Se il paziente è stato esposto a possibili agenti di danno renale, che ho elencato prima. QUESITO 29 Quali strumenti sono necessari nella gestione territoriale per i medici di famiglia e per gli operatori di cure primarie? In una ricerca… si è mostrata una riduzione significativa del declino di eGFR dopo 12 mesi di programma per la gestione della malattia, rispetto ai 9 mesi precedenti il programma. Una riduzione significativa è stata anche riscontrata nei soggetti con declino di eGFR ≥5 ml/min. Sarebbe utile implementare strumenti per l’ identificazione dei pazienti con MRC e per l’ identificazione di pazienti con MRC a rischio di progressione della malattia. Cosa può fare il Medico di MG? Avere presenti i pazienti “a rischio” Identificare i pazienti con anomalie urinarie o FG ridotto Riconoscerli come portatori di MRC Stadiarli in base a FG e altre anomalie Predisporre la diagnostica di base Avere presenti e trattare comorbidità e fattori di rischio Registrare le terapie complesse e vigilare per evitare interferenze farmacologiche Prescrivere dosi corrette di nuovi farmaci Cosa può fare il Medico di MG? Mettere a punto la terapia ipotensiva Motivare il paziente a: • curare la pressione • prendere i farmaci • seguire la dieta • tenersi controllato nel tempo Cogliere al volo i problemi intercorrenti Nel dubbio, ricontrollare il paziente a breve Se serve, cercare il nefrologo per rivalutazione urgente Quesito 10: Quali sono i criteri per l’invio alle cure dello specialista? Dovrebbero essere normalmente deferiti alle cure dello specialista i pazienti con MRC che appartengono alle seguenti categorie: - stadi 3b, 4 e 5 della MRC (con e senza diabete); - proteinuria o ematuria, a meno che la proteinuria non sia già stata attribuita al diabete - riduzione rapida di eGFR - ipertensione che rimane scarsamente controllata nonostante l’uso di almeno 4 anti-ipertensivi, tra cui un diuretico, somministrati a dosi terapeutiche - soggetti che abbiano, o si sospetta abbiano, cause genetiche di MRC; - soggetti con sospetta stenosi dell’arteria renale. Cosa può fare il NEFROLOGO ? Collaborare alla definizione diagnostica, anche con la Biopsia Renale, quando indicata Gestire la terapia immunosoppressiva, se indicata Mettere a punto terapia diuretica, ipotensiva, ecc. nel paziente instabile, che tende a scompensarsi Sorvegliare più frequentemente i pazienti in fase 4 e 5 Informare tempestivamente il paziente in fase 5 sulle opzioni del trattamento dialitico e sulla possibilità di trapianto precoce da donatore vivente Valutare il momento giusto per iniziare la terapia sostitutiva MMG e Nefrologo insieme contro la malattia renale