Discorso capodanno 010117

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Discorso capodanno 010117
UMANITÀ!
UMANITÀ,
Onorevole Signor Sindaco,
Stimate autorità civili e religiose,
Gentili signore e signori,
UMANITÀ è uno dei sette principi fondamentali della Croce Rossa, e UMANITÀ è stato il primo sentimento di un
giovane imprenditore e filantropo ginevrino, quando si trovò per puro caso nel giugno 1859 in mezzo ad una feroce
battaglia tra soldati dell’impero francese e di quello austriaco.
Un vero massacro, 39'000 morti, altre migliaia di feriti, una vera ecatombe! E che cosa fa questo semplice turista e
testimone involontario in mezzo a tanti sventurati e gravemente mutilati: chiama aiuto, raduna la popolazione, invita
le donne ad assistere i malcapitati, incitandole con “siamo tutti fratelli!”.
Sto parlando delle battaglie di Solferino e San Martino, quest’uomo si chiamava Henry Dunant.
UMANITÀ è uno degli auspici principali che un Comitato privato, composto da cinque illustri personalità ginevrine, di
cui il generale Henri Dufour nonché lo stesso Henry Dunant, propone quattro anni dopo al congresso che riunisce a
Ginevra personalità di 16 Paesi e che si conclude con un appello ai governi dell’Europa di allora:
cito: “… con la richiesta che in tempo di guerra le potenze belligeranti dichiarino neutrali, cioè inviolabili, i
lazzaretti e gli ospedali da campo e che la protezione si estenda al personale sanitario degli eserciti, ai
collaboratori volontari e ai feriti stessi, e infine che i governi scelgano un segno distintivo comune per le
persone e i beni protetti.”
In onore della Svizzera, questo segno distintivo scelto per la nuova organizzazione è la nostra bandiera nazionale a
colori invertiti: una croce rossa su sfondo bianco. Questo simbolo UMANITARIO sventola da allora praticamente
ovunque nel mondo ed è diventato sinonimo di speranza per chi sta vivendo momenti di angoscia. Oggi per motivi
politici e religiosi e per sottolineare il principio della neutralità della Croce Rossa, come emblema vengono usati anche
la mezzaluna rossa e il cristallo rosso.
Il principio dell’UMANITÀ ed il pensiero di Henry Dunant “siamo tutti fratelli” li troviamo alla nascita di numerose
società nazionali di soccorso, fra cui, nel 1866 (quindi 150 anni fa), la Croce Rossa Svizzera, oggi raggruppata nel
Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e che conta 189 Società nazionali.
Uomini e donne di buona volontà che porgono una mano al prossimo, che accendono una nuova speranza, che
portano del conforto senza pregiudizi, che offrono un pasto caldo, che mettono a disposizione il loro tempo e
l’esperienza per aiutare i più deboli.
Alle mie spalle vedete l’apertura delle festività in occasione dei 150 anni di Croce Rossa Svizzera sulla Piazza federale a
Berna, in data 2 aprile 2016.
Veniamo alla nostra realtà ticinese.
Tanta UMANITÀ è la spinta delle costituzioni delle Sezioni ticinesi, di Bellinzona prima e nel 1917 (esattamente 100
anni fa) della Sezione del Luganese, nel frattempo diventata Sezione del Sottoceneri.
Un secolo non facile, nemmeno per una piccola sezione come la nostra, che oggi conta 318 volontari e volontarie: due
guerre mondiali, situazioni geopolitiche molto tese, crisi umanitarie.
Al centro della nostra attenzione sempre e unicamente la popolazione: indipendentemente dalla loro cultura,
nazionalità, religione, colore della pelle, genere o stato sociale. Questo …
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… in caso di malattia: pensiamo per esempio all’influenza spagnola del 1918, ai quasi 300 decessi annui in Ticino
dovuti a tubercolosi all’inizio del secolo scorso, dove intervenimmo con “infermiere” volontarie, all’assistenza agli
ammalati, alla distribuzione di biancheria, all’impegno nelle questioni d’igiene pubblica.
… nel periodo dei due conflitti mondiali: la raccolta di materiale sanitario volto ad allestire ospedali da campo, la
ricerca di automezzi per il trasporto di ammalati e feriti.
… nell’accoglienza di bambini, di minorenni non accompagnati e di richiedenti l’asilo adulti: qui si può citare la
migrazione durante la rivoluzione antisovietica in Ungheria, il conflitto in Vietnam, la guerra civile in Sri Lanka, la
guerra in Bosnia, oggigiorno la Siria, l’Afghanistan, per non citarne altri. Ricordo un periodo su tutti: il soccorso nel
1944 ai rifugiati della vicina Val d’Ossola con tutte le difficoltà economiche ed alimentari e le già misurate risorse che il
nostro Cantone disponeva. Eppure, tra le iniziative intraprese dalla nostra Sezione, anche un’azione di padrinato, ossia
la richiesta alle famiglie ticinesi di ospitare per un certo periodo bambini provenienti dalle zone di guerra. Alla fine del
1944 si contavano in Ticino 594 bambini presso famiglie.
Oggi, all’inizio del terzo millennio, le esigenze sono solo in parte cambiate, altre necessità si sono aggiunte.
Rimangono i malati, gli anziani che soffrono di solitudine, rimangono i richiedenti l’asilo, troppo spesso additati con
disprezzo e oggetto di minacciosi commenti. A questo proposito vi chiedo: perché esiste ad esempio una Pro Ticino
con antenne sparse in tutto il mondo? In Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, California, Australia, per fare solamente
qualche esempio. Abbiamo forse dimenticato che pure i nostri nonni e bisnonni, alla stessa stregua, hanno dovuto
lasciare le loro terre, i loro cari, gli affetti, le certezze, le proprietà per recarsi in terre lontane, non conoscendo la
lingua, la cultura e le usanze del posto? Anche loro portarono nel bagaglio, oltre ai pochi effetti personali, solo la
speranza di una vita migliore per se stessi e per i loro famigliari.
Alle mie spalle vedete il Centro Richiedenti l’asilo che sta sorgendo nel quartiere di Cadro, che riunirà
prevalentemente famiglie con bambini ora collocate a Paradiso in uno stabile in demolizione e nelle vecchie baracche
dell’ex Stampino di Cadro. Un bel faro di UMANITÀ nella nostra città, grazie al sostegno finanziario da parte della
Confederazione e del Cantone Ticino.
Chiudo con una domanda che mi è stata posta da chi mi ha invitato a questa cerimonia di Capodanno: “che cosa
significa per lei la Croce Rossa?”
La mia risposta, forse non scontata, è: con il volontariato sto facendo un atto egoistico: la gratitudine che raccolgo
supera ogni mio sacrificio. Se non mi credete, riflettete:
o
Siete già stati colpiti dallo sguardo di un bambino felice che gioca nel nostro “Mondo del bambino”?
o
Avete già stretto la mano calda di un anziano che passa la sua giornata in compagnia nel nostro “Centro
diurno terapeutico”?
o
Avete già vissuto la gioia di una giovane donna che trova con una spesa moderata un vestito firmato nel
nostro “Negozio abiti”?
o
Avete già ottenuto la gratitudine di una persona invalida che viene accompagnata dal medico con il nostro
“Servizio trasporti”?
o
Avete già alleviato la solitudine di un anziano con la visita settimanale a domicilio?
o
Avete già fatto sognare una nonna leggendole a casa il suo libro preferito?
o
Avete già accudito una bambina malata consentendo alla sua mamma di recarsi serenamente al lavoro?
o
Avete già tolto l’imbarazzo ad una giovane famiglia sostenendola nel pagamento del conguaglio spese?
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o
Avete già assistito un gruppo di anziani durante una vacanza estiva?
o
Avete già ricevuto un affettuoso abbraccio dopo un pranzo di solidarietà?
Se ad una o più di queste domande rispondete in modo affermativo, sapete che la gratitudine che raccogliete in
cambio al vostro impegno supera in ogni momento il vostro sacrificio.
Vorrei ricordare quanto c’è scritto nel preambolo della nostra Costituzione svizzera: “La forza di un popolo si
commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”.
Auguro a tutti voi un Buon Anno, tanta felicità e d’incontrare sul vostro cammino tanta UMANITÀ.
Buon Compleanno, Croce Rossa di Lugano!
Adriano P. Vassalli
Presidente Croce Rossa Svizzera, Associazione Cantonale Ticino
Membro del Consiglio di Croce Rossa Svizzera, Berna
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