Una - Corriere del Mezzogiorno
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M EZ Z OG IORNO EC ONO MIA LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2008 XV Stili di vita L’altra faccia del vino Fashion Il 3 dicembre serata d’onore nello store di Chiaia. Per l’occasione tutti i monili saranno autografati grazie ad una penna-laser di Gimmo Cuomo La griffe del gioiello punta su Napoli Piancastelli, nel Casertano ha ritrovato il suo Principe Pianegonda presenta due nuove collezioni: una è dedicata alla star del pop Laura Pausini Franco Pianegonda presenterà a Napoli due nuove linee della sua collezione di gioielli In occasione dell’evento organizzato per il prossimo 3 dicembre nello store di via dei Mille, il designer autograferà ogni monile con una speciale penna laser. Franco P e la collezione disegnata per Laura Pausini sono le due nuove linee che debutteranno all’ombra del Vesuvio DI ANNA PAOLA MERONE H a scelto Napoli. Qui, il prossimo 3 dicembre, Franco Pianegonda presenterà le sue due nuove linee di gioielli. «Ho scelto la città che amo incondizionatamente — racconta — per questo debutto molto speciale che segna un po’ la ricerca delle nostre origini e la conferma della nostra crescita». Le origini, dunque, nella linea «Franco P», quella più easy . «Quattordici anni fa siamo partiti proprio da prodotti che ci somigliavano. Poi — aggiunge l’industriale e designer di gioielli — siamo cresciuti. La mia compagna è diventata più adulta e per lei ho pensato altri materiali e forme. Così è nata Veritas con l’oro, le perle, i brillanti... Ora mi sono di nuovo girato indietro verso giovani che immagino essere determinati, con il fuoco dentro. Per questo uno dei segni della collezione è il peperoncino». Da un lato i ragazzi, dunque, dall’altro gli adulti e la vibrante personalità di una star - Laura Pausini per la quale è stata realizzata l’altra collezione. Catene e tutti i simboli della maison — la chiace, la croce, il cuore... — per gioielli che sono il simbolo di una commistione, l’unione fra mondi diversi. «Una atmosfera rock ma glamour, il dolce e il salato — aggiunge Pianegonda —. La collana per Laura è un pezzo unico, quella in vendita sarà una versione più piccola». Novecento negozi multimarca e venticinque boutique monomarca. Questi i numeri, a livello mondiale, della griffe che nel Mezzogiorno d’Italia con le boutique esclu- Scelto per voi Angels of Love, dal by night al by day L a club-culture e la passione per la moda. La poesia e la street-art. L’infanzia, l’adolescenza e il gioco della seduzione. E le tendenze metropolitane. È l'itinerario della Angels of Love Gallery di Napoli, in via Merliani al Vomero: 200 metri quadri di abbigliamento, accessori, gadget buffi e contenuti contempora- nei che trasformano lo stile e i desideri del vivere by-night in stile e volontà del vivere by-day. In vendita gemme del glamour: t-shirt Pharmacy, felpe Tokidoki, sneaker Yum Yum, felpe Paul Frank e Pam, jeans Evisu ispirati al mondo Samurai e jeans «democratici» Cheap Monday, occhiali Stussy e giubbotti Carhartt. L’hobby Claudio Tringali D Claudio Tringali Culture metropolitane metri e mezzo con cui Tringali partecipa alle regate organizzate dai circoli velici salernitani. «Per me questa barca è un punto d’arrivo - sostiene orgoglioso il diportista con la toga - ho cominciato con una barchetta francese di sei metri, poi dieci anni fa ne ho preso un’altra, sempre piccolina, e ora finalmente ho compiuto il grande passo». Quando è libero dal lavoro, Tringali trascorre molto tempo a bordo, curando personalmente la manutenzione dello scafo. D’estate, poi, «Agorà» si trasforma in un punto d’incontro di amici. «Non a caso agorà in greco significa piazza», aggiunge. Ma di passioni è piena la vita del presidente del tribunale di Vallo. A cominciare dalla lettura, passando per il cinema. «Non è per spirito di corpo - sorride - ma apprezzo molto i romanzi di colleghi magistrati come Carofiglio e De Cataldo. Ma leggo anche qualche saggio, come la raccolta degli articoli di Cordero». G. B. «Ci diedero 200 mila lire per condurre una serata» F abio e Mingo, gli inviati «storici» di «Striscia la Notizia», entrambi baresi doc, si conoscono dai tempi del primo liceo. E insieme hanno debuttato nel mondo del lavoro. «Oltre venti anni fa - racconta Fabio, dei due in tv quello perennemente muto come da copione - facevamo radio assieme e una sera in estate fummo contattati da un villaggio turistico nel Salento per condurre una serata». A quei tempi Fabio «parlava» e, affiancato da Mingo, riuscì a far divertire gli ospiti della struttura ricettiva con gag, battute e giochi di gruppo. «Alla fine fummo addi- A cura di Mirella Armiero La Palermo incorporea vista con gli occhi di Scalia dei significati nascosti della realtà. Bello anche l’allestimento nel palazzo Ziino che è diventato quasi dieci anni fa una «casa della cultura» e che offre le sue belle sale per esposizioni temporanee di qualità. U Una mostra per riscoprire il sito del Fusaro na città come Palermo, dall’identità complessa e fortemente connotata, solare, mediterranea, quasi sulfurea, che diventa evanescente e ipercontemporanea. È questa l’operazione compiuta da Sandro Scalia, le cui opere (foto) sono esposte a Palazzo Ziino, a Palermo. Fotografie e video che mostrano atmosfere metropolitane rarefatte, angoli urbani anonimi, quasi non luoghi che stemperano la stratificazione storica della città siciliana per renderla un pezzo qualsiasi del mondo attuale. Perfino i bagnanti stesi sulla spiaggia sembrano avvolti da una luce lunare più che solare e raccontano un'altra Palermo. Indicativo è il video che apre la N on ruberebbe mai la scena al suo Principe. Ma Manuela Piancastelli la ribalta l’ha conquistata sul campo o, sarebbe il caso di dirlo, nelle vigne di Terra di Lavoro. Giornalista professionista assunta giovanissima al Mattino di Napoli, la svolta nella sua vita è avvenuta con l’incontro con l’avvocato che sarebbe diventato suo marito: Peppe Mancini iniziava la riscoperta di alcuni vitigni casertani dimenticati. Manuela sposò la causa e la persona a tal punto da decidere, qualche anno dopo, di rinunciare al quotidiano, per dedicare tutte le sue energie all’azienda, appunto Terre del Principe, nata dopo la separazione di Mancini dall’ex socio Alberto Barletta, rimasto al timone della Vestini Campagnano. Con suo marito e con l’aiuto dell’amico scienziato-enologo Luigi Moio nel volgere di poche vendemmie ha nuovamente raggiunto il vertice. Il primo cent Fabio & Mingo «Quando smetto la toga solco i mari con l’Agorà» a venticinque anni la valvola di sfogo di Claudio Tringali, presidente del tribunale di Vallo della Lucania, è la vela. «Invece di farmi una casetta, investendo sul mattone - spiega il magistrato - io preferisco comprarmi la barca. Non è un investimento ma mi permette di solcare i mari in libertà». Da tre anni tutte le sue attenzioni sono per «Agorà», gli undici sive è presente solo a Napoli, con due negozi. Uno è in via dei Mille, l’altra in via Scarlatti. Nel corso dell’open day del 3 dicembre — organizzato nello store di Chiaia — Franco Pianegonda autograferà con un laser i gioielli. Insieme con lui interverrà all’evento la sorella Maria Luisa che si occupa delle relazioni esterne dell’azienda. «Amiamo Napoli non solo perché ci dà tante soddisfazioni con clienti che ci dimostrano grande affetto e attenzione — spiega Maria Luisa —, ma anche perché nostra madre, spagnola, ci ha molto avvicinato alla sensibilità di questa città». Una città che non potrà non amare gioielli pensati e disegnati in linea con una idea di lusso che coincide con la possibilità di godere dei piaceri veri della vita, quelli semplici, essenziali. «Per noi è importante dare vita, corpo e anima al progetto di Franco Piangonda — racconta Maria Luisa —. Lui esprime il suo valore di artista di uomo nelle sue creazioni. E l’‘‘Art for a Lifestyle of natural Luxury’’ esprime bene il suo pensiero». Un pensiero che si può riassumere in un ricordo dello stesso Franco Pianegonda. «Dopo un anno e mezzo trascorso negli Stati Uniti sono tornato a Napoli per il matrimonio di due miei cari amici. Una follia di fusi orari e coincidenze — ricorda —, ma la sera ho trovato comunque il tempo di andare a mangiare una pizza. In un posto qualsiasi, non da Ciro a Mergellina, sono rimasto a guardare il pizzaiolo che tirava la pasta, i suoi gesti, la legna nel forno. E ho avvertito una sensazione di pircare profondo: questo è per me il vero lusso» N mostra, «Fumo di Palermo», in cui i caratteri della cultura siciliana si perdono dentro l’evanescenza del linguaggio filmico. Non per nulla le fotografie di Scalia sono state accostate a quelle di un maestro come Gregory Crewdson, attento disvelatore apoli borbonica ha (giustamente) numerosi estimatori: tra le mostre che spesso vengono proposte spicca quella inaugurata ieri a Villa Pignatelli, intitolata «Il Reale Sito del Fusaro tra cielo e mare» e che resterà aperta fino all’11 gennaio. La mostra è dedicata alla fortuna dell’immagine del Real Sito del Fusaro. Sono esposte numerose raffi- rittura pagati, ben duecentomila lire che dividemmo in parti uguali, come abbiamo poi sempre fatto». Il suo centone Fabio se lo mangiò con gli amici, davanti a una pizza, nello stesso villaggio. «Quella serata fu per noi l’inizio della gavetta. Nel 1997 partecipammo al provino di Striscia e ci inventammo questa formula un po’ strano del duo, con uno che parla e l’altro no. L’idea piacque e fummo gli unici in quell’anno a passare la selezione». Da allora Fabio e Mingo hanno realizzato oltre cinquecento servizi tv, denunciando piccole e grandi incongruenze non solo pugliesi ma di tutto il Sud Italia. «Ma ci è rimasta addosso la palestra degli anni pionieristici». Gabriele Bojano [email protected] gurazioni del raffinato sito borbonico: circa ottanta opere tra porcellane, acquerelli, disegni, incisioni, dipinti e numerosi oggetti d'arredo d'epoca, legati alla storia della Casina. Dalla splendida tela di Jacob Philipp Hackert alle raffinate incisioni inglesi, dalle porcellane della Real Fabbrica Ferdinandea agli acquerelli di Gigante. Il lago Fusaro era una zona palustre, ricca di selvaggina stanziale e migratoria, per gli antichi era nota come «palude Acherusia», sede degli Inferi; il bellissimo Casino Reale di caccia, detto Casina Vanvitelliana, fu costruito, nel 1782, da Carlo Vanvitelli, per volere di Ferdinando IV di Borbone che aveva una forte passione venatoria e nel lago venne incrementata la coltura delle ostriche. Ma la Casina accolse anche ospiti eccellenti: oltre l’intera dinastia dei Borbone, anche Francesco I Imperatore d’Austria, sir William Hamilton, Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, Gioacchino Murat, il Principe di Metternich, lo Zar di Russia Nicola I, per citarne solo alcuni; a conferma del fatto che non fu soltanto luogo di svago ma anche importante punto d’incontro e riferimento territoriale. L’esposizione si pone l’obiettivo di approfondire la conoscenza del territorio del Fusaro e di questo piccolo, ma notevole esempio di architettura neoclassica; anche per sottolineare, nuovamente, il fascino che l’intera area dei Campi Flegrei ha esercitato nei secoli sui viaggiatori italiani e stranieri, letterati, poeti, appassionati e studiosi di vulcanologia, che si ponevano, lungo questo itinerario, sulle tracce di antichi percorsi, di antichi miti, Virgilio e Tacito alla mano. Morra Greco, trasferta in Finlandia U na trasferta importante per la napoletana Fondazione Morra Greco di arte contemporanea. Una parte della collezione è esposta da venerdì scorso fino al 25 gennaio a Kuntsi, Modernin taiteen museo di Vaasa. La mostra si intitola «Archeology of mind» ed è stata curata da Luigi Fassi. Tra gli artisti Kai Althoff, Susanne Bürner e Michael Sailstorfer (Germania); Mark Dion, Francesca Woodman e Jimmie Durham (Usa); Jonathan Monk, Ceryth Wyn Evans e Josephine Pryde(Uk); Markus Schinwald (Austria); David Claerbout (Belgio). Nel gruppo italiano Seb Patane, Diego Perrone e il napoletanissimo Lorenzo Scotto di Luzio.