La Germania tra le due guerre e il Nazismo La

Transcript

La Germania tra le due guerre e il Nazismo La
La Germania tra le due guerre e il Nazismo La Repubblica di Weimar Nel 1918 la monarchia fu travolta dalla sconfitta nella guerra e fu proclamata la repubblica. Il presidente del nuovo governo provvisorio, socialdemocratico, indisse delle elezioni per formare un’Assemblea Costituente. La componete maggioritaria del movimento socialista era il Partito Socialdemocratico, che sosteneva posizioni riformiste e democratiche. L’ala rivoluzionaria del movimento, formata dall’USPD (Partito Socialdemocratico Indipendente) e dalla Lega di Spartaco, era invece contraria all’Assemblea Costituente, per questo furono messi in atto dei tentativi di boicottaggio delle elezioni con lo scopo di far crollare il nuovo governo. Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente del 1919 l’SPD (Partito Socialdemocratico) ottenne la maggioranza. L’assemblea, che si riuniva nella cittadina di Weimar, approvò la nuova costituzione; la Germania divenne una repubblica federale; il potere legislativo andò al Parlamento; il potere esecutivo al governo presieduto da un cancelliere nominato dal Presidente della Repubblica; quest’ultimo era eletto dal popolo, comandava le forze armate e poteva anche assumere poteri straordinari. Nel frattempo, le potenze vincitrici imponevano alla Germania l’umiliazione del Trattato di Versailles, rafforzando il nazionalismo tedesco e lo spirito di rivincita delle forze più reazionarie che accentuarono la loro campagna antisocialista e antidemocratica. Dalla crisi economica alla stabilità Le condizioni di pace portarono la Germania a una gravissima crisi economica. La Francia, inoltre, nel 1925, colse l’occasione del mancato pagamento di una rata delle riparazioni per occupare la Ruhr. I tedeschi risposero con la resistenza passiva. In quest’epoca l’inflazione raggiunse livelli inauditi: nel 1923 per 1 dollaro ci volevano 4200 miliardi di marchi. La Germania era ad un passo dal tracollo economico. Nel 1920 la destra nazionalista, appoggiata da alcune forze militari, tentò un colpo di stato che fu però fermato. Anche il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP), fondato nel 1920 da Hitler, tentò nel 1923 un colpo di Stato a Monaco. Anch’esso fallì. Nel 1923 il nuovo cancelliere Stresemann attuò una riforma monetaria per rivalutare il vecchio marco. Il governo pose anche fine alla resistenza passiva nella Ruhr. L’aiuto decisivo alla Germnia arrivò dagli Stati Uniti che, nel quadro del piano Dawes, fornirono investimenti e prestiti agevolati. La ripresa, che dipendeva esclusivamente dai finanziamenti stranieri, si interruppe nel 1929 quando la depressione americana determinò la fine dei finanziamenti. Superata la questione della Ruhr, nel 1925, Germania e Francia giunsero agli Accordi di Locarno, con i quali la Germania riconosceva la perdita dell’Alsazia e della Lorena, accettava la smilitarizzazione della Renania ma non assumeva impegni riguardo i fronti orientali. La stabilizzazione delle relazioni internazionali fu consolidata dal Patto di Briad – Kellog con cui 62 Paesi si impegnarono a rinunciare alla guerra. La fine della Repubblica di Weimar Nelle elezioni presidenziali del 1925 vene eletto Hindenburg, esponente della destra. Nelle elezioni politiche del 1928 la sinistra non riuscì a conquistare una solida maggioranza e fu necessario quindi formare un governo di coalizione, che si rivelò molto debole. Nel 1929, con la fine dei crediti statunitensi, la Germania entrò in una crisi economica. Sia a destra che a sinistra vi fu un processo di radicalizzazione delle opposizioni, che portò alla caduta del governo. Il nuovo cancelliere, il cattolico moderato Bruning, decise di indire nuove elezioni. Il Partito nazista di Hitler ottenne un ottimo risultato. Tra il 1930 e il 1932, Bruning restò al governo grazie all’appoggio della SPD che voleva difendere le istituzioni democratiche dal pericolo nazista e comunista. Ma con il successo elettorale, Hitler era ormai diventato un importante interlocutore politico anche per la destra non estremista. La grande industria, gli agrari e l’esercito diedero il loro appoggio al Partito Nazionalsocialista, che nelle elezioni del 1932 divenne il primo partito tedesco. Nel 1933 così venne affidato ad Hitler l’incarico di formare il nuovo governo. Il Nazismo Il Partito nazista nacque nel clima di delusione e di rabbia per gli esiti della pace di Versailles. Il nazionalsocialismo si inseriva infatti nel panorama della destra tedesca, nazionalista e militarista, che rifiutava gli esiti della prima guerra mondiale. L’ideologia nazista aveva inoltre un aspetto anticapitalista, anche se la lotta di classe veniva condannata a favore del corporativismo, Nelle premesse ideologiche del Partito nazista era centrale il concetto di purezza della razza del popolo tedesco, il mito dell’arianesimo. Occorreva sottomettere le razze inferiori, creando una comunità purificata da ogni elemento estraneo. L’apice del razzismo identificò nell’ebraismo la fonte di tutti i mali che affliggevano la Germania. Ma la difesa della purezza della razza doveva essere esercitata anche contro gli zingari, i portatori di handicap, gli omosessuali, i malati di mente. I cardini del pensiero politico di Hitler erano: -­‐
-­‐
-­‐
La lotta contro il liberalismo e la democrazia, ritenuti simboli di decadenza rispetto all’unità del corpo sociale La lotta al marxismo che con la lotta di classe disgregava la società La lotta contro gli Ebrei accusati di guidare lo sfruttamento economico della Germania. Hitler desiderava creare una società compatta, con al vertice un capo supremo assoluto, non soggetto al potere ma fonte dell’autorità stessa. L’obiettivo era quello di condurre la Germania alla conquista dello spazio vitale necessario al suo sviluppo: si trattava nella sostanza di distruggere l’URSS e di asservire la razza slava. Il Terzo Reich Hitler andò al governo il 28 gennaio 1933. Il 27 febbraio un incendio distrusse il Reichstag, la colpa venne data ai comunisti. Fu l’occasione per Hitler per introdurre nel paese misure eccezionali. Vennero sospese le garanzie costituzionali e fissate nuove elezioni. Hitler ottenne la maggioranza assoluta in Parlamento e poté procedere in modo formalmente legale alla nazificazione della Germania. Il 23 marzo 1933 Hitler chiese una legge che gli assegnasse pieni poteri. Tranne i socialdemocratici, tutti si piegarono alla sua volontà. Iniziò così la dittatura. Il 14 luglio una legge sancì l’instaurazione dello Stato totalitario a partito unico. I sindacati furono soppressi, ogni istituzione venne nazificata. Fu creata una polizia segreta, la Gestapo, per l’annientamento degli oppositori che venivano rinchiusi nei lager e progressivamente eliminati. Hitler affrontò poi, il problema del dissenso interno al Partito Nazista, rappresentato da una componente anticapilistica guidata da Rohm e costituita dal braccio armato del partito. Nella famosa notte dei lunghi coltelli (30 giugno 1934) le SS e la Gestapo uccisero Rohm e molti dei suoi seguaci. Il 2 agosto, quando Hinenburg morì, Hitler assunse anche le funzioni di presidente del Reich. La Chiesa cattolica con Pio XI firmò nel 1933 un Concordato con la Stato tedesco che le garantiva la libertà di culto. Solo nel 1937, di fronte alla politica antireligiosa del fuhrer Pio XI condannò il governo tedesco. Da allora migliaia di cattolici furono perseguitati. La persecuzione degli ebrei si articolò in tre fasi distinte: Dal 1933 al 1935 i nazisti scatenarono una violenta propaganda per diffondere tra i Tedeschi l’ostilità verso gli Ebrei. Nel 1935 la persecuzione venne legalizzata. Il governo nazista emanò le Leggi di Norimberga che escludevano gli Ebrei dalla Comunità Nazionale. Tra il 9 e il 10 novembre 1938 (notte dei cristalli) venne ro infrante le vetrine dei negozi degli Ebrei in tutta la Germania. La decisione di procedere alo sterminio venne presa nel 1941. Nel corso del 1942 si avviò la deportazione nei lager degli Ebrei. Era l’attuazione della cosiddetta soluzione finale che provocò la morte di circa 6 milioni di ebrei. Il consenso fu costruito con la radio, il cinema e le adunate oceaniche. Alla propaganda vera e propria, si aggiungevano una rigorosa censura sui giornali, il controllo della formazione scolastica e l’inquadramento dei giovani in organizzazioni naziste come la Gioventù hitleriana. Economia e società Nel settore agricolo l’obiettivo del regime era il raggiungimento dell’autosufficienza alimentare. Gli sforzi maggiori furono però rivolti a risollevare il settore industriale, che si riprese soprattutto grazie alla politica del riarmo. Nel complesso l’intera economia fu posta al servizio della guerra che Hitler si preparava ad intraprendere. Tra il 1934 e il 1935 il regime varò leggi che: -­‐
-­‐
Impedirono la libertà di scelta del posto di lavoro Istituirono il servizio di lavoro obbligatorio per i giovani tra i 18 e i 25 anni. Lo stato esercitò il suo controllo anche sulla società e sulla famiglia. L’obiettivo della politica sociale era l’educazione nazionalsocialista delle masse fondata sull’istruzione militare e sulla gestione del tempo libero. Il successo di Hitler diede ulteriore stimolo alla diffusione di movimenti di estrema destra ispirati al nazismo o al fascismo. Nel corso degli anni Trenta, regimi di questo tipo si imposero in quasi tutta l’Europa.