L`allattamento al seno 20 anni dopo
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L`allattamento al seno 20 anni dopo
PRIMO PIANO A cura di Mario Giordano * L'allattamento al seno 20 anni dopo a tradizione prima, le varie statistiche sulla spaventosa mortalità dei piccoli lattanti privati del latte di donna hanno dimostrato – e la scienza ha vieppiù sanzionato – la superiorità assoluta ed incontestabile dell’allattamento materno la cui funzione assume di conseguenza il valore ed il significato di una legge naturale”. Questa perentoria affermazione è tratta da uno dei primi trattati italiani di Pediatria e precisamente dal Manuale di Pediatria di G. Frontali, edito nel lontano 1936 quando ancora la Pediatria iniziava a muovere i primi passi come branca autonoma della Medicina. Se questa asserzione era valida negli anni 30, quando le nostre conoscenze sul latte materno erano limitate e mal supportate da presupposti scientifici certi, attualmente essa mantiene la sua validità e le conoscenze attuali ci permettono di “dare per scontata” questa affermazione al punto che la superiorità del latte materno su qualsiasi latte adattato è davvero indiscussa ed accettata da tutti. In realtà, storicamente il ritorno all’allattamento materno è un fenomeno relativamente recente. Dagli anni ’20 epoca della rivoluzione industriale, passando attraverso la seconda Guerra Mondiale e l’epoca del cosiddetto miracolo economico ovvero gli anni 60, nonostante le conoscenze avessero già decretato la superiorità dell’allattamento materno, si è assistito ad un progressivo calo della frequenza del ricorso a questo tipo di alimentazione per il piccolo lattante sino ad assistere all’inizio degli anni 70 ad una inversione di tendenza dettata sostanzialmente da tre fattori. Innanzitutto la spinta di organizzazioni sanitarie mondiali quali l’ OMS e l’Unicef; poi il progressivo diffondersi di nuove patologie come ad esempio l’intolleranza alle proteine del latte vaccino ed infine l’affinarsi delle conoscenze scientifiche che enfatizzarono la cascata di benefici “a pioggia” di questo tipo di allattamento. Ma chi sono i destinatari di questi benefici? Innanzitutto il lattante: studi anche recenti hanno sottolineato il ruolo pugliasalute dell’allattamento materno nella prevenzione di un gran numero di patologie di natura infettiva quali otiti medie, flogosi delle alte vie respiratorie ed infezioni delle vie urinarie mentre altri ne hanno verificato il ruolo favorente una condizione di buona salute e la minore frequenza nei bambini allattati al seno della temibile SIDS (la cosiddetta “ morte in culla”). Ma anche la madre che allatta trae da questo atto benefici indiscutibili, dalla più fisiologica perdita di peso che si registra nelle nutrici rispetto alle non nutrici, all’importate fenomeno protettivo indotto dall’allattamento al seno nei confronti di una delle patologie di più grande impatto sociale ed emotivo nella popolazione femminile, il cancro al seno. L’intera società, infine, trae benefici da questo atto, sia in termini di ridotta morbilità materna ed infantile, sia in termini di economicità diretta ed infine in termini di prevenzione di patologie quali l’aterosclerosi con le sequele cardiovascolari correlate, di grande rilievo sociale nell’età adulta. Allattamento nel primo trimestre 1981/82 50 a. materno 46.88% 40 a. artificiale 30.06% 30 a misto 11.4% 20 a. vaccino 10 5.9% - ventiquattro - 0 luglio • agosto 2004 Nonostante tutte queste considerazioni, una recente ricerca americana, in un paese il cui modello sanitario viene spesso additato quale esempio di massima efficienza, indicano che, nel 2000: • solo il 64% delle donne inizia l’AM • solo il 30% lo prosegue sino al 6° mese • solo il 16% lo prosegue sino al 12° mese quando il “goal” atteso per il 2010 è che almeno il 75% delle mamme inizi l’AM ed almeno il 50% lo protragga sino al 6° mese, come dettato nei “Developing Objective for healthy people 2010” del Dipartimento di salute e servizi sociali. In un recente report apparso sul giornale dei Medici di medicina Generale degli Stati Uniti (J National Medical Association) vengono presi in considerazione una serie di indicatori che spiegano quali siano i parametri che influenzano positivamente il ricorso all’allattamento materno ovvero l’età, le relazioni interfamiliari e l’informazione. Infatti, la maggiore percentuale delle mamme che scelgono di allattare al seno ha un profilo ben delineato: l’età è > a 25 anni (a significare che una maternità voluta e scelta sia sinonimo di maturità emozionale della donna), ha uno stato civile di coniugata (mentre le donne single allattano al seno con frequenza inferiore) ed è supportata dal coniuge che ha assistito al parto e da un back-ground familiare che le ha dato l’opportunità di assistere alla pratica dell’allattamento. E’ infine ben informata sui vantaggi pratici, economici, sociali e di salute che questa scelta comporterà per sé e per il suo bambino. Situazione in Puglia Il modello americano fa riferimento ad una particolare corte di donne e pertanto trarre conclusioni sull’universalità di questi dati non sarebbe corretto né sul piano scientifico né tantomeno su quello formale. Qual è allora la situazione nella nostra Regione? Per fare una valutazione adeguata abbiamo voluto mettere a paragone due casistiche. La prima fa riferimento ad una tesi di laurea, non pubblicata, dell’inizio degli anni 80 mentre la seconda casistica riferisce l’esperienza di un nido di una struttura privata operante sul nostro territorio. Il gruppo studiato nel primo lavoro fa riferimento a 305 neo-mamme che hanno partorito nei capoluoghi pugliesi o in paesi costieri o dell’entroterra. In questa popolazione intraprendono e portano a termine nel primo trimestre l’allattamento al seno solo il 46.8%. Anche qui l’età superiore ai 25 anni sembra essere un fattore favorente l’allattamento al seno, così come l’avere a disposizione modelli familiari “tradizionali”: infatti la maggiore percentuale di allattamenti al seno si ha nei paesi dell’entroterra dove cioè, in particolare negli anni 80, erano verosimilmente più forti i modelli familiari di tipo appunto tradizionale. Nel secondo lavoro la casistica è più ampia e più recente: ritratta infatti di 1096 neonati a termine nati tra novembre 98 e marzo 01. Ben il 93.1%, sulla spinta di un progetto mirato della struttura ove era stato espletato il parto, inizia pugliasalute l’allattamento al seno e a tre mesi ancora il 60 % circa prosegue con questa modalità di alimentazione che a 6 mesi è ancora praticata da una percentuale intorno al 40%. All’inizio degli anni ottanta infatti si iniziava una lenta ripresa di questa pratica. In particolare era presente una scarsa sensibilizzazione al problema da parte dei Centri Nascita e si assisteva inoltre ad una ulteriore perdita degli allattamenti al seno dopo il 1° e dopo il 3°mese. Questo fenomeno può essere spiegato con il relativamente scarso peso del Pediatra di Famiglia che iniziava in quel tempo la sua attività e che ancora non aveva inciso sulle problematiche dell’allattamento materno (forse per il costante ricorso al medico privato?). Di contro ai nostri giorni si assiste ad un comportamento non univoco dei Centri Nascita con alcune eccellenze, molto motivate, che inducono un precocissimo attaccamento al seno materno (sala parto!), coinvolgimento della figura paterna, rooming in ed altre realtà ospedaliere che, per motivi contingenti (carenza personale, strutture non idonee), ma forse anche per scarsa motivazione del personale, non evidenziano un analogo impegno mirato ad ottenere la reale promozione dell’allattamento al seno. Inoltre attualmente è costante ed attenta la sorveglianza ed il coinvolgimento della figura del PdF la cui attività, nel contesto del SSN, ha un ruolo principe proprio sulla alimentazione e sulla prevenzione della patologia ad essa correlata. * Pediatra Ospedaliero UO di Nefrologia e dialisi pediatrica Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII – ASL BA 4 - Bari Riferimenti Bibliografici • P. Rana, Pediatra di base, Risceglie asl ba/2 - indagine conoscitiva delle modalita’ di allattamento e divezzamento in puglia, Dati non pubblicati • F. Petrillo, P. Cialdella et al., Serv. Neonatologia - Casa di cura La Madonnina , Bari -culla serena: un approccio metodologico al neonato fisiologico in un reparto di spedalita’ privata , Atti di Congresso - venticinque - luglio • agosto 2004