Imprese tra web e digitale «La nostra Silicon Valley
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Imprese tra web e digitale «La nostra Silicon Valley
12 martedì 4 dicembre 2012 CRONACA TO IL CASO Grazie a TreataBit del Politecnico sono 49 le start up attivate in un anno Imprese tra web e digitale «La nostra Silicon Valley» Ô Quarantanove start up attivate nel giro di un anno, venti già on line, otto progetti trasformati in impresa, quattro che hanno ottenuto finanziamenti privati. A un anno dalla nascita, TreataBit, il programma di supporto per i progetti digitali creato dall’incubatore del Politecnico I3P, si candida a diventare «la Silicon Valley del Piemonte», secondo la suggestione proposta ieri dall’assessore regionale al lavoro, Claudia Porchietto. TreataBit fa da motore delle imprese digitali innovative. Vi si rivolgono gruppi o singole persone, di solito giovani e con un’idea di business ai primi stadi. L’incubatore mette a disposizione, oltre a una sede fisica dove avviare la start up, una squadra di consulenti, aiuta a strutturare un piano industriale, cerca di reperire finanziamenti per svilupparlo. Tra i progetti che hanno già visto la luce, ci sono applicazioni per l’intrattenimento, la lettura, il turismo, lo shopping che talvolta si integrano con le piattaforme già esistenti sui social network. «Sono numeri straordinari e davvero incoraggianti - ha commentato il presidente di I3P, Marco Cantamessa -. I nostri team sono giovani, in media hanno meno di trent’anni, dinamici e con solide competenze. Soprattutto sono team interdisciplinari nei quali giovani con diverse provenienze condividono la medesima avventura imprenditoriale, mettendo a fattor comune le loro competenze e la loro ambizione. In quest’ultimo anno sta nascendo, in Italia e anche a Torino, una grande sensibilità per le startup digitali». Con la crisi che da quattro anni erode l’economia pie- montese, il risultato positivo ha un significato più profondo e indica che la voglia di impresa non è perduta. Secondo Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro, «in questo anno abbiamo gettato le fondamenta per costruire la nostra Silicon Valley». «Il paragone, lo so, è di quelli forti - ha detto - ma i numeri espressi da TreataBit Ô Tra i progetti che hanno già visto la luce, ci sono applicazioni per l’intrattenimento, la lettura, il turismo, lo shopping che talvolta si integrano con le piattaforme già esistenti sui social network e dall’Incubatore in appena un anno sono da record. La formula vincente è quella di essere riusciti a coinvolgere, in un lavoro di rete, tutti gli attori istituzionali, con il loro portato di relazioni, competenze e contatti, e giovani brillanti». Soddisfatto anche l’assessore all’Innovazione, Massimo Giordano: «Oggi il nostro obiettivo prioritario - ha spiegato - è la trasformazione del Piemonte in una regione che sia startup friendly, che sia un luogo di innovazione per crescere, che per ricchezza di iniziative e strutture rappresenti un benchmark di livello europeo». Alessandro Barbiero All’evento ha partecipato anche l’assessore Porchietto LA VISITA Dopo il gran rifiuto, il regista inglese ribatte: «È Amelio che si è detto costretto a rinunciare alla mia partecipazione» Ken Loach a Torino ma soltanto per i lavoratori Il regista Ken Loach Ô «Non ho rifiutato di andare al Torino Film Festival, ma ho rifiutato di accettare il premio Gran Torino a causa dei rapporti esistenti tra il Festival, il Museo e la Coop Rear e a causa delle azioni contro i lavoratori della Rear». Dopo le polemiche tra Ken Loach e il Torino Film Festival, che sono sfociate in una denuncia per diffamazione presentata dalla Rear, è il regista britannico a prendere la parola per precisare le ragioni della sua scelta. Giovedì sarà a Torino per incontrare i lavoratori della cooperativa. In un comunicato diffuso ieri dall’Usb, Loach precisa: «Ero disposto a presentare il film “The Angels’ Share” al Festival - scrive il regista - e il 13 novembre ho scritto al condirettore Emanuela Martini di “non voler procurare al festival ulteriori imbarazzi. Forse è il caso che ne parliamo”». Dunque «ero ancora disponibile a presentare il film - ha aggiunto ma il giorno dopo Gianni Amelio mi ha scritto dicendomi che se confermavo di non voler accettare il premio, il festival era “costretto a rinunciare alla mia partecipazione”». «Pertanto - sottolinea Loach - è stato il Festival a ritirare l’invito». Loach ci tiene poi a precisare che «il rifiuto del premio non è avvenuto due giorni prima del festival, in quanto il 7 novembre scrissi ad Alberto Barbera che mi ritenevo costretto a rifiutare il premio generosamente offertomi e la corrispondenza si è poi prolungata ancora per giorni». Loach precisa ancora di non aver mai rifiutato di incontrare i lavoratori della Coop Rear, che vedrà appunto giovedì. «Ho deciso di non venire durante il Festival per evitare ulteriori distrazioni ha concluso - purtroppo questo gesto di cortesia è stato deliberatamente ignorato». Per il regista insomma, c’è stato un travisamento generale delle sue intenzioni. Ha concluso la nota augurandosi «che tutti coloro che hanno travisato la mia posizione pubblichino una rettifica insieme alle proprie scuse». [al.ba.-c.t.]