Cipro. Esperienze internazionali

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Cipro. Esperienze internazionali
Coordinamento editoriale
Alessandro Vaccari
Esperienze
internazionali
Cipro*
Testi a cura di
Marco Caminiti, Anna Clementino,
Simona Davoli e Claudia Loreti
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Indice
Prefazione
(L. Battistoni)
Introduzione
(G. Noè)
Capitolo I
Carta d’identità di Cipro
1. Scheda sintetica
2. Profilo storico e politico
2.1 Le origini
2.2 Dall’indipendenza cipriota alla divisione dell’isola
2.3 Dalla nascita della Repubblica Turca di Cipro del
Nord (TRNC) all’entrata nell’Ue
3. Organizzazione istituzionale dello Stato
3.1 La situazione politica attuale
3.2 La questione cipriota
4. Relazioni internazionali
4.1 Il processo di adesione all’Ue
Capitolo II
Verso un’economia di mercato
1. Quadro macroeconomico
2. Relazioni economiche internazionali
2.1 Import/export
2.2 I principali partner commerciali
Capitolo III
Mercato del Lavoro
1. Popolazione, forza lavoro e occupazione
2. Regole e assetto del mercato del lavoro
2.1 Costo del personale
2.2 Mobilità dei lavoratori
2.3 Organizzazione del sistema formativo
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3. Economia sommersa e lavoro nero
4. Servizi per l’impiego
Capitolo IV
Politiche per l’occupazione
1. La strategia europea per l’occupazione...
2. ...e le misure adottate dal governo di Cipro
2.1 Politiche attive per l’impiego
2.2 Politiche passive per l’occupazione
Capitolo V
Rapporti bilaterali Italia Cipro
1. Relazioni politiche ed economiche
2. Import/export
3. I settori in espansione
4. Gli accordi transitori in materia di libera circolazione e
la posizione di Cipro
4.1 L’immigrazione a Cipro e... in Italia
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Appendice
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Bibliografia e pagine web consultate
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Prefazione
Una delle maggiori sfide che attende il nostro Paese nel prossimo futuro è assicurare lavoro al maggior numero di persone e favorire
il calo della disoccupazione. E’ una sfida che condividiamo sia con i nostri partner europei che con il resto del mondo. La via per evitare che
l’Italia e l’Europa perdano terreno nella competizione globale è quella
dell’abbandono dei sostegni al reddito - tipico strumento di politica
passiva - per stimolare invece l’ingresso nel mercato del lavoro attraverso il connubio di incentivi e strumenti di supporto all’orientamento, aumentando la capacità di innovazione tramite il sostegno alla
formazione, alla ricerca e agli investimenti nella qualità dei processi, dei
prodotti e del lavoro.
Questo è uno dei temi cardine de “l’Agenda di Lisbona”, l’ambizioso programma di riforme economiche approvato nel 2000 a Lisbona dai Capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri, con
l’obiettivo di fare dell’Unione “la più dinamica e competitiva economia
basata sulla conoscenza” entro il 2010.
Vengono toccati tutti i campi della politica economica: innovazione e
imprenditorialità, riforma del welfare e inclusione sociale, capitale umano e riqualificazione del lavoro, uguali opportunità per le donne, liberalizzazione dei mercati del lavoro e dei prodotti, sviluppo sostenibile.
Anche se tali obiettivi appartengono alla sfera delle decisioni di competenza nazionale, essi sono largamente condivisi a livello comunitario.
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Introduzione
Oramai dunque, dobbiamo essere pronti ad affrontare in modo
efficace la mobilità transnazionale dei lavoratori e la delocalizzazione
delle imprese, ed è necessario che il nostro sistema produttivo e il mercato del lavoro si dotino degli strumenti che consentano loro di intercettare le opportunità e raccogliere le sfide che l’allargamento
dell’Unione europea da una parte, e lo sviluppo di nuovi mercati - quali
la Cina e il Sud America - dall’altra, pongono con evidenza alla nostra
attenzione.
La collana di Esperienze Internazionali di SPINN – Servizi per
l’Impiego Network Nazionale - nasce dunque con lo spirito di essere
uno strumento indispensabile per conoscere, non solo i diversi sistemi
sociali, ma anche le realtà economiche e politiche, con particolare riguardo alle politiche per l’occupazione dei differenti Paesi che oggi formano l’Unione europea. Questa conoscenza risulterà sempre più
importante - sia per il Governo Centrale e per il Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, che per i diversi attori del territorio, quali Regioni
e Province - per avvicinare e far dialogare i Servizi per l’impiego pubblici e privati, i sistemi di inserimento lavorativo e i servizi alla persona e
alle imprese, facilitando così la mobilità dei lavoratori all’interno dell’Unione.
I primi Paesi oggetto di studio sono i dieci che hanno aderito
all’Ue il recente primo maggio, successivamente verranno trattati in questa collana anche i Paesi del bacino del Mediterraneo, per poi navigare
verso i Paesi di altri continenti. Un particolare ringraziamento va all’ICE Istituto per il Commercio Estero – il cui prezioso materiale ci è stato
molto utile soprattutto nella parte concernente le relazioni internazionali
e l’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi oggetto di studio.
Lea Battistoni
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Dal 1° maggio 2004 l’Unione europea ha ridisegnato i propri
confini allungandosi ad Est e nel bacino del mediterraneo. Con l’ingresso nell’Unione di Polonia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta,
Cipro, Slovenia, Repubblica Ceca e Slovacchia, abbiamo assistito all’allargamento più consistente della storia dell’Ue, mentre altri Paesi sono
già pronti per la prossima fase di adesione che vedrà il numero dei cittadini appartenenti all’Unione superare i 500 milioni.
Le barriere alla libera circolazione dei beni e dei capitali erano
già state rimosse alla fine degli anni Novanta facilitando i flussi di capitale e facendo aumentare le importazioni e le esportazioni da e verso
quei Paesi, mentre ciò che ancora mancava era la libera circolazione dei
lavoratori.
Ora, anche per i dieci nuovi Paesi, la mobilità sarà garantita in
tutto il territorio della Ue, anche se i “vecchi 15” potranno singolarmente decidere se aprire immediatamente le porte a tutti i lavoratori provenienti dai “nuovi dieci”, oppure optare per un periodo di transizione
(fino a un massimo di sette anni), durante il quale proteggere il proprio
mercato dall’arrivo di manodopera a basso costo. L’ampliamento ad Est
rappresenta certamente una grande opportunità, non solo per l’Europa
ma anche per l’Italia, che si troverà inserita in un’area di scambi e di at-
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tività economiche molto vasta ed avrà così la possibilità di accrescere la
propria influenza sulla scena internazionale.
Il nostro Paese ha rafforzato negli ultimi anni la propria presenza nei Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale (PECO), e l’abolizione
di residuali barriere tariffarie dovrebbe favorire ulteriormente le esportazioni del nostro Paese verso tali aree. Per quanto riguarda, invece, l’afflusso delle merci verso l’Italia (1,5% della produzione industriale
italiana e 1,6% della domanda interna), l’ingresso dei 10 Paesi dovrebbe
avere effetti limitati sull’industria italiana, dal momento che le barriere
tariffarie nei confronti del mercato comune sono già quasi completamente cadute.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Italia Lavoro
vogliono contribuire, attraverso questi “quaderni”, a facilitare il compito
di quanti, per diversi motivi, hanno intrapreso o devono intraprendere
relazioni di qualunque genere con questi Paesi. Viene infatti offerta al
lettore una carrellata sulla storia del Paese, che ripercorre le tappe che
lo hanno portato agli attuali confini e all’attuale sistema politico istituzionale. Segue una panoramica sulle relazioni internazionali e sul processo di adesione all’Unione.
Viene successivamente analizzato il sistema economico e descritta la situazione economica generale e per settori (industria, agricoltura e terziario), anche alla luce del processo di adesione all’Unione europea e
del conseguente allineamento agli standard Ue.
Non poteva poi mancare la parte dedicata al mercato del lavoro, con
una disamina del fenomeno della disoccupazione ed una panoramica
sulle politiche attive e passive per l’occupazione nonché sul sistema dei
Servizi per l’impiego. L’ultima parte del quaderno tratta le relazioni del
Paese con l’Italia, non solo dal punto di vista commerciale, ma anche
politico, includendo una breve analisi dei flussi migratori dei lavoratori.
In appendice al testo si riporta una serie di riferimenti (web, indirizzi,
numeri di telefono) relativi a siti istituzionali, ambasciate, ministeri ed
enti, connessi ai temi trattati.
l’ICE, quello della Commissione Europea, della European Training Foundation, della Fondazione di Dublino per l’incremento delle condizioni di
lavoro, quello della rete mondiale dei Servizi pubblici per l’impiego,
nonché i siti di vari istituti di ricerca, hanno costituito fonti importanti
così come alcune analisi comparative e di benchmarking. La successiva
analisi ed elaborazione delle informazioni ha portato alla realizzazione
del contenuto di questo lavoro. Il livello di approfondimento del quaderno non intende certo essere esaustivo riguardo agli argomenti trattati, ma è sicuramente un utile riferimento per quanti, funzionari o
dipendenti pubblici, operatori di vari settori o semplici cittadini, desiderino conoscere meglio questi Paesi che, nonostante siano parte come
l’Italia del cosiddetto “vecchio continente” ed abbiano pezzi di storia
comune, restano ancora piuttosto sconosciuti ai più.
Gabriella Noè
Per la realizzazione dei quaderni si è ritenuto di attingere soprattutto a fonti istituzionali reperite direttamente o via web.
I siti delle agenzie nazionali pubbliche per l’impiego, il sito dell’ILO, del-
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1. Carta d’identità di Cipro
FIN
S
1. Scheda Sintetica
EST
L’isola di Cipro, dal 1974, è divisa in due Stati separati dalla Green
line: la Repubblica Cipriota (comunità greca), riconosciuta internazionalmente e la Repubblica Turca di Cipro del Nord (comunità turca) riconosciuta dal
governo turco. La presente pubblicazione fa riferimento prevalentemente
alla Repubblica di Cipro entrata a pieno titolo nell’Ue il primo maggio del
2004 ma riporta anche dati ed informazioni relative all’intera isola.
LV
DK
IRL
LT
GB
NL
PL
B
D
L
CZ
SK
F
A
H
SLO
P
Forma di governo
Repubblica Presidenziale
I
E
GR
Stemma
Bandiera
RIZOKARPASO
MORPHOU
•
POLIS
Lingua
Repubblica di Cipro: greco
Repubblica Turca di Cipro del Nord:
turco.
CY
M
•
•NICOSIA•
KYRENIA
REPUBBLICA
TURCADI CIPRO
REPUBBLICA
DI CIPRO
•
PAPHOS
•
EPISKOPI
•
FAMAGUSTA
•
Superficie
Isola: 9.251 kmq
Repubblica di Cipro: 5.896 Kmq
Repubblica Turca di Cipro del Nord:
3.355 kmq.
LARNACA
••
VASILIKOS
LIMASSOL
Popolazione
Isola : 864.000 ab.
Repubblica di Cipro: 757.728.
Capitale
Nicosia – Lefkosia (188.800 ab.)
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Moneta
Lira sterlina cipriota (CYP)
Composizione etnica
greco-cipriota (87,7%);
urco-cipriota (12%).
Religione
Greco ortodossa della Chiesa
Nazionale Acefala di Cipro (80%);
musulmana (18,6%); altro (1,4%).
Città principali
Limassol – Lemesos (146.200 ab.)
Paphos (35.300ab.)
Larnaca (65.300 ab.).
Membro di
WTO, ONU, OSCE, Commonwealth,
Movimento dei non allineati, UE.
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2. Profilo storico e politico
2.1 Le origini
L’isola di Cipro entrò nell’orbita micenea nel XIV sec. a.C.; in
seguito fu dominata dagli imperi assiro, persiano, egizio, romano e bizantino.
Il territorio cipriota fu conquistato nel 1191 da Riccardo I d’Inghilterra
che lo cedette poi al crociato Guy De Lusignan. Successivamente l’isola
attrasse l’interesse delle Repubbliche marinare di Genova e di Venezia
rappresentando una base strategica per le crociate ed un avamposto
commerciale verso l’Oriente.
La Repubblica veneziana se ne assicurò il controllo esclusivo,
dapprima in forma indiretta, attraverso il matrimonio della nobildonna
veneziana Caterina Corner con l’ultimo dei De Lusignan, poi in modo diretto costringendo il re ad abdicare in favore della Serenissima.
La dominazione veneziana durò quasi un secolo, fino all’occupazione turca del 1570-71, quando la città di Famagosta cadde sotto l’esercito ottomano.
L’occupazione ottomana di Cipro durò oltre due secoli fino al
Congresso di Berlino (1878). Nel giugno del 1878 a seguito della cosiddetta Convenzione di Cipro l'Impero Ottomano concesse all’Impero britannico la facoltà di occupare e amministrare l'isola. Dopo lunghi e
segreti negoziati il debole governo turco si assicurò, in cambio di Cipro,
la protezione britannica dall'espansionismo russo verso il Sud e una
provvigione annuale fissa in virtù della cessione temporanea dell'amministrazione dell'isola.
Fin dall'inizio del dominio britannico i patrioti nazionalisti greco-ciprioti manifestarono il proprio scontento per la mancata enosis
(unificazione di Cipro alla Grecia), sull'esempio delle isole dello Ionio.
Un’altra ragione di attrito divenne il cosiddetto Tributo di Cipro, ovvero
la somma annuale che il governo britannico doveva pagare alla Turchia;
questo tributo costituiva una pesante tassazione a carico della povera
economia cipriota già gravata dalle spese per la nuova amministrazione.
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Tuttavia il Tributo non raggiunse mai le casse turche
poiché le somme erano trattenute dalla Gran Bretagna
per coprire i debiti contratti dall'Impero Ottomano durante la guerra di Crimea.
I ciprioti, in sostanza, erano costretti a saldare contro la propria volontà un debito non contratto da loro; per questo motivo il Tributo divenne il simbolo dell'oppressione britannica dell’isola e il pretesto
d’incessanti agitazioni.
Nel 1914, alle soglie della Grande Guerra, la Gran Bretagna decise di annullare la Convenzione di Cipro e di procedere all'annessione diretta dell'isola, giustificando tali atti come reazione per
l'alleanza dell’Impero Ottomano con la Germania, nemica dell’Inghilterra.
L'anno successivo, inoltre, la Gran Bretagna progettò di cedere Cipro alla Grecia in cambio della sua adesione alla Triplice Intesa nella guerra
contro la Germania. Il Re greco Costantino, tuttavia, preferì mantenere il
suo Paese in uno stato di neutralità.
A guerra finita, con il Trattato di Losanna del 1923, la
Turchia riconobbe la legittimità dell'annessione britannica di Cipro; nel 1925 l’isola divenne così una colonia
della Corona inglese sotto l'amministrazione di un Governatore.
Il nuovo status non mutò la situazione di stallo politico determinata dal permanere della Costituzione del 1882 che prevedeva un
Consiglio Legislativo “con le mani legate”. Il Consiglio, infatti, era composto da dodici membri di cui per legge tre erano musulmani (turcociprioti), nove non musulmani (greco-ciprioti) e sei designati dal
Governatore inglese.
Il Governatore, tradizionalmente filo-turco, sceglieva in genere
sei turco-ciprioti i quali, alleati con i tre musulmani eletti, procedevano
a paralizzare l'attività del Consiglio, ponendolo in una situazione di costante parità tra i nove rappresentanti della comunità turco-cipriota e i
nove della comunità greco-cipriota.
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Nel 1931 il proposito del governo britannico di aumentare le
tassazioni e il rancore cipriota per il famoso “Tributo di Cipro” (incassato di fatto dall’Inghilterra) portarono a violente manifestazioni di massa,
represse duramente dall'intervento dell'esercito britannico.
A seguito di questa insurrezione di piazza gli inglesi sospesero la Costituzione dell’isola, censurarono la stampa e bandirono le organizzazioni
politiche sia greco-cipriote che turco-cipriote, sebbene quest'ultimo
gruppo etnico fosse rimasto estraneo ai disordini di quell'anno.
Il governatore dell’isola era divenuto un dittatore a tutti
gli effetti, che governò per decreto fino al 1943 nominando personalmente tutti i pubblici ufficiali e le cariche
istituzionali.
Le misure repressive inglesi colpirono anche le gerarchie della
Chiesa ortodossa greco-cipriota: i vescovi di Kition e Kyrenia vennero
esiliati e nel 1937 vennero promulgate leggi che miravano al controllo
degli affari interni della Chiesa ortodossa, che effettivamente stava ricoprendo un ruolo chiave nel movimento nazionalista.
Tra queste leggi, riconfermate nel 1946, ce n’era una che subordinava
l'elezione dell'Arcivescovo di Cipro all'approvazione del governatore.
Durante gli anni Trenta, dunque, le ferree misure adottate dai
britannici non permisero ai ciprioti di riprendere l'attività nazionalista in
patria; nonostante ciò si formarono a Londra comitati a favore dell'enosis (unificazione cipriota con la Grecia) con lo scopo di fare pressione
sul Parlamento inglese affinché concedesse una maggiore autonomia.
Il dominio inglese su Cipro anche se repressivo, ebbe il merito di rilanciare l'economia del Paese (stagnante sotto l'Impero Ottomano) di accrescere i traffici commerciali, di riformare le finanze, di combattere la
corruzione negli uffici pubblici ed infine di costruire scuole, ospedali e
strade.
Durante la seconda guerra mondiale i ciprioti si rivelarono fedeli sostenitori delle forze anglosassoni e dopo l'invasione della Grecia,
nel 1940, furono numerosi i volontari ciprioti impegnati nella campagna
greca contro i nazisti sotto la bandiera britannica. Inoltre l'isola fu molto importante per gli alleati da un punto di vista strategico, sia come
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stazione navale che come base aerea. Il periodo bellico, comunque, non
fece dimenticare ai greco-ciprioti le speranze per l'enosis, che anzi venne tenuta viva dagli stessi britannici con vaghi accenni sulla necessità
di discutere dello status di Cipro nel quadro del riordino post-bellico.
In quegli stessi anni, i britannici non ripristinarono la Costituzione revocata nel 1931 né concessero le dovute libertà civili ma nell'ottobre
del 1941 il governatore permise la formazione di alcuni partiti politici. Il
primo a formarsi fu il partito comunista (AKEL) cui si contrapposero apertamente il partito nazionalista contadino (PEK) e una federazione di nazionalisti appoggiata dalla Chiesa ortodossa, promotrice dell'enosis.
Nelle elezioni municipali del 1943 l'AKEL ottenne il controllo di importanti città come Famagosta e Limassol ed intraprese una vasta campagna di scioperi e manifestazioni contro il rigido regime britannico e le
misure repressive introdotte da questo nel 1931. Rivendicò, inoltre, l’istituzione di un Parlamento cipriota e la realizzazione dell'enosis, sulla
scia dei movimenti conservatori.
Nel gennaio 1946, una serie di arresti decimò la Federazione cipriota del
lavoro (PEO). Nonostante ciò, nel 1947 l'alleanza tra il partito comunista
cipriota AKEL e la Federazione del lavoro PEO vinse con ampio margine
le elezioni municipali, conquistando anche la capitale Nicosia.
Alla fine del 1946, però, il governo inglese aveva già iniziato a
cedere parte della propria sovranità annunciando l'intenzione di liberalizzare l'amministrazione coloniale e di permettere ai ciprioti di formare
un'Assemblea Consultiva allo scopo di discutere sulle caratteristiche di
una nuova Costituzione.
Le significative concessioni non vennero affatto apprezzate dai greco-ciprioti, i quali anzi si mostrarono delusi per il mancato riconoscimento
dell'enosis e si coalizzarono intorno alla figura del nuovo arcivescovo
Makarios II.
La situazione di stallo non fu superata nemmeno dopo la promessa del maggio 1948 di concedere una Costituzione limitata dal diritto di veto da parte del governatore britannico.
Gli anni del secondo dopoguerra videro, quindi, una crescente mobilitazione per il riconoscimento dell'enosis, al punto che se ne fecero accesi
sostenitori gli stessi comunisti dell'AKEL, abbandonati i propositi di au-
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togoverno e nonostante il fatto che il governo greco fosse ferocemente
ostile al partito comunista.
Contemporaneamente Makarios II consolidò la propria autorità
sui greco-ciprioti e si oppose ai comunisti rivendicando il ruolo di guida
nella lotta per ottenere l’unificazione di Cipro con la penisola ellenica.
Nel gennaio del 1950, Makarios II riuscì quindi a bandire un plebiscito,
attraverso il quale il 96% dei votanti si espresse in favore dell'enosis.
Nel giugno dello stesso anno, Makarios II morì e gli successe nella carica di arcivescovo e nel ruolo di guida nella lotta per l'enosis il giovanissimo (aveva appena 37 anni) e combattivo vescovo di Kition, che
assunse il nome di Makarios III.
I risultati del plebiscito furono presentati sia al Parlamento di Atene,
ove il primo Ministro Venizelos si dichiarò disposto a far propria la causa dell'annessione alla Grecia, sia alle Nazioni Unite. All’interno dell’ONU, però, si scontrarono due posizioni contrastanti; da una parte vi
era l'appello di Cipro al rispetto del diritto all'autodeterminazione e dall’altra la tesi britannica secondo cui il problema cipriota era una questione che riguardava esclusivamente la politica interna inglese.
2.2 Dall’indipendenza cipriota alla divisione dell’isola
Gli anni Cinquanta videro l’affermarsi sulla scena politica del colonnello greco George Grivas che, protagonista di sanguinosi momenti
della resistenza greca, aveva guidato un'organizzazione di estrema destra
ed era stato promotore di una rivolta armata contro il giogo britannico.
Con l’imporsi di questa figura si acuì immediatamente lo scontro con Makarios III per la leadership del movimento indipendentista cipriota.
Grivas era pronto a scatenare la guerriglia contro l’impero britannico, mentre il moderato e fiducioso arcivescovo sperava di ottenere
maggiori risultati seguendo una via più diplomatica. Nell'agosto del
1954, il rappresentante greco presso le Nazioni Unite, sostenuto dalle
accese manifestazioni di piazza in patria, richiese formalmente il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione per gli abitanti di Cipro,
mentre l'arcivescovo Makarios III presentò all'attenzione del Segretario
Generale una petizione in favore dell'enosis.
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Alle loro posizioni nella sede delle Nazioni Unite se ne contrapposero altre due: da una parte il rinnovato appello britannico a considerare la questione cipriota come un fatto squisitamente di politica
interna inglese, dall'altra la nuova e crescente identificazione degli interessi turchi con le proteste turco-cipriote.
La Turchia, infatti, per la prima volta dopo anni, evidenziando il fatto che
la popolazione di Cipro non dovesse essere più considerata greca (a differenza della popolazione turco-cipriota che era turca a tutti gli effetti) sostenne la tesi che un eventuale ritiro britannico dovesse comportare non
l'enosis alla Grecia, ma il ripristino del controllo turco su Cipro.
Le rivendicazioni del governo di Ankara, però, trascuravano il fatto che la Turchia, al negoziato di Losanna del
1923, aveva rinunciato a qualsiasi diritto sull'isola.
I turco-ciprioti si prepararono così ad opporsi ad una eventuale unione dell’isola alla Grecia, formando gruppi clandestini quali il
"Vulcano" che nel 1957 assunse il nome di Organizzazione di Resistenza Turca (TMT).
Comunque, nel dicembre del 1954, le Nazioni Unite evitarono di esprimersi sulla questione cipriota, rinviando a data da destinarsi un'eventuale soluzione a riguardo. La reazione dei greco-ciprioti fu immediata e
violenta; venne indetto uno sciopero generale, cui fecero seguito numerosi scontri in piazza.
Tornato nel gennaio 1955 a Nicosia, Makarios III si accorse che ormai era inevitabile un'avvicinamento a Grivas. Da questa alleanza nacque l'Organizzazione
Nazionale dei Ciprioti Combattenti (EOKA) con l'esclusione dei soli comunisti.
Nell'aprile del 1955 iniziò una violenta campagna dell'EOKA
con una serie di attentati contro le autorità britanniche, ma senza colpire i turco-ciprioti, che peraltro vennero invitati ad astenersi da qualsiasi
azione finchè, nell'agosto 1955 si riunì a Londra una Conferenza Tripartita formata da funzionari dei governi britannico, turco e greco.
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Nell'ottobre del 1955 giunse a Nicosia il nuovo governatore
britannico John Harding con l'incarico di restaurare l'ordine. Harding
propose a Makarios III di accantonare l'autodeterminazione in cambio di
un limitato autogoverno e di un multimiliardario piano di sviluppo per il
Paese. I negoziati si arenarono e Harding ricorse alle maniere dure, introducendo la legge marziale ed esiliando Makarios III alle Seychelles
nel marzo del 1956.
L’esilio dell’Arcivescovo indebolì la leadership moderata dei
greco-ciprioti, a vantaggio dell’ala di destra della resistenza cipriota guidata del colonnello Grivas che passò all'attacco rinnovando le violenze
e proclamando uno sciopero generale.
Nei mesi successivi fallì anche il Piano inglese di Lord Radcliff per una
riforma costituzionale che voleva includere l'opzione dell'autodeterminazione (anche se a data da destinarsi) e le violenze continuarono
coinvolgendo prima entrambe le comunità, poi gli stessi governi di Grecia e Turchia.
Nel giugno del 1958, infine, venne rifiutato dal governo greco
e dai greco-ciprioti il Piano McMillan che intendeva offrire governi locali
separati alle due comunità.
Nel mese di dicembre si svilupparono negoziati tra governo turco e greco,
durante i quali si superarono le posizioni contrastanti riguardo l'enosis
per giungere a ridiscutere di un'eventuale indipendenza ("compromesso
di Zurigo-Londra" del febbraio 1959). In questa serie di incontri vennero
definite le basi fondamentali per la Costituzione di Cipro del 1960, accettata da tutte le parti coinvolte.
Il 16 agosto 1960 nacque così la Repubblica indipendente di Cipro, caratterizzata da un predominio greco-cipriota, con ampie garanzie per la minoranza turco-cipriota e
la sovranità inglese delle basi militari.
In quest’occasione fu siglato anche l’Accordo di Garanzia
tra Grecia, Turchia ed Inghilterra che prevedeva che se una di queste tre
potenze avesse invaso il territorio cipriota, le altre avrebbero potuto intervenire militarmente in difesa dell’isola sia separatamente che congiuntamente.
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L'intera struttura del governo venne stabilita con criteri tali da separare
le due comunità e preservarne le prerogative: la carica di Presidente
spettò ai greco-ciprioti e quella di Vicepresidente ai turco-ciprioti. Le cariche del governo centrale e nei governi locali vennero suddivise secondo una proporzione del 70% ai greci e del restante 30% ai turchi.
Makarios III, tornato dall'esilio nel marzo 1959, venne eletto
primo Presidente, mentre il turco Fazil Kucuk divenne Vicepresidente.
Nonostante l'indipendenza, le tensioni tra Grecia e Turchia continuarono
e si accentuò la profonda divisione tra le due comunità cipriote. Proprio
la comunità turco-cipriota si venne scoprendo (dopo decenni di passività) protagonista politica, raggiungendo livelli di fanatismo degni di competere con quelli tradizionali greco-ciprioti. Uno dei primi momenti di
tensione tra le due parti si verificò sulla questione dell'integrazione delle comunità nell'esercito e nel pubblico impiego e a questo riguardo il
vice Presidente turco Kucuk pose il veto.
Nel novembre del 1963 Makarios III propose a Kucuk
l'approvazione di tredici emendamenti alla Costituzione
per garantire un migliore funzionamento del governo;
tra questi emendamenti era inclusa anche l’abolizione
del diritto di veto.
I turco-ciprioti intesero l'abolizione del diritto di veto e le altre
misure proposte dal Presidente Arcivescovo come un'aperta minaccia alla propria comunità e come uno stratagemma architettato dall’entourage
greco-cipriota per aprire la strada all'enosis.
Le tensioni raggiunsero livelli preoccupanti e nel mese di dicembre iniziarono veri e propri combattimenti interetnici. Come risultato degli
scontri, la comunità turco-cipriota venne ridotta a vivere in precarie enclaves, situate nella stessa capitale, presidiate e difese da truppe britanniche.
A seguito di ciò nel marzo del 1964 fu attivata una missione delle Nazioni Unite (UNFICYP) con un numeroso
contingente di peace-keeping che, attivo dal mese di
maggio del 1964, è ancora oggi presente sul campo.
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A marzo e aprile dello stesso anno i combattimenti tra le comunità divennero feroci e gran parte della popolazione turco-cipriota
dell'isola fu costretta a cercare rifugio a Nicosia, dove si trovò ammassata in condizioni disumane.
Nel giugno del 1964 Makarios approfittò del ritiro della rappresentanza turco-cipriota per istituire la Guardia Nazionale, finalizzata ad
inquadrare tutte le formazioni paramilitari greco-cipriote sotto la guida e
il prestigio di Grivas. Da parte della comunità turca tale misura venne
intesa come un tentativo di professionalizzare la Guardia Nazionale e si
giunse a minacciare un'invasione dell’isola da parte della Turchia, rinviata solo a seguito delle pressioni (contrarie all’invasione) del Presidente
americano Lyndon Johnson.
Nel mese di luglio si incontrarono a Ginevra i rappresentanti di
Grecia e Turchia con la mediazione del diplomatico americano Dean
Acheson. Dall'incontro scaturì il cosiddetto Piano Acheson, che prevedeva l’unificazione di Cipro alla Grecia in cambio della cessione delle isole
di Kastelorizzon alla Turchia. Questa bozza di progetto prevedeva il
mantenimento delle enclaves turco-cipriote e la sovranità di una base
militare turca.
Il Piano venne però rifiutato da Makarios in quanto prefigurava un’inaccettabile partizione dell'isola.
Nei mesi successivi Makarios si mostrò disponibile a seguire le disposizioni dell'UNFICYP a condizione che venissero resi possibili gli emendamenti alla Costituzione necessari ad evitare l'ingovernabilità. In risposta
a ciò, da parte turco-cipriota si rivendicò l'inviolabilità della Costituzione
e quindi l'immodificabilità della stessa.
L'attività della Guardia Nazionale di Grivas fece precipitare la situazione,
a seguito delle persecuzioni di cui erano vittime le enclaves turco-cipriote. Dopo lo sterminio di diverse decine di turco-ciprioti, la Turchia nel
1967 intimò un ultimatum, minacciando un intervento armato. Le condizioni turche includevano l'espulsione di Grivas, lo scioglimento della
Guardia Nazionale, il ritiro delle truppe greche da Cipro e la cessazione
delle rappresaglie contro la comunità turco-cipriota.
Nel novembre 1967 Grivas si dimise e abbandonò l'isola, ma nonostante ciò Grecia e Turchia rimasero ai ferri corti, pronte a dichiararsi
. 22
guerra da un momento all'altro. La situazione di crisi venne risolta dall'intervento di Cyrus Vance, diplomatico inviato dal Presidente statunitense
Lyndon Johnson, che dopo dieci intensi giorni di negoziati convinse i due
Paesi a ritirare le forze armate da Cipro e a rinunciare ai propositi di guerra. Makarios riuscì a mantenere la Guardia Nazionale, che però nel 1974
gli si rivolse contro costringendolo ad un secondo esilio.
Dopo la crisi, nel 1968 Makarios venne confermato Presidente con larga
maggioranza, mentre la comunità turco-cipriota sotto la guida di Kucuk e
di Rauf Denktash organizzò un'amministrazione autonoma e provvisoria.
Gli scontri continuarono e il Paese rimase diviso tra le
due comunità. Nel frattempo Makarios, uscito notevolmente rafforzato dalle elezioni, dichiarava che la “Questione Cipriota” non poteva essere risolta con la forza,
ma solo nell'ambito delle Nazioni Unite.
Sotto gli auspici delle Nazioni Unite vennero intrapresi a Beirut
dal 1968 dei colloqui tra le due comunità che dureranno fino al 1974,
senza pervenire ad accordi soddisfacenti.
Intanto nel 1970 la Giunta militare dei Colonnelli al potere ad
Atene iniziò a sovvenzionare il partito dell'enosis, inviando clandestinamente in missione a Cipro il colonnello Grivas, che formò dei gruppi terroristici (EOKA B) allo scopo di far cadere Makarios considerato
dall'opinione pubblica greca traditore della causa dell’enosis. Le pressioni diplomatiche di Atene più volte misero in crisi il governo di Makarios, forte del largo sostegno popolare, mentre la Guardia Nazionale si
lasciava conquistare dal fascino dei Colonnelli Greci e dalla fama di Grivas, che nel gennaio del 1974 morì per un attacco di cuore.
L'ampia amnistia concessa ai seguaci di Grivas non servì, però, ad interrompere le attività terroristiche da parte dei dissidenti clandestini favorevoli all'enosis.
Makarios, pur avendo superato i dissidi religiosi e dopo essere
sopravvissuto a due attentati, il 15 luglio del 1974 dovette arrendersi di
fronte al Colpo di Stato ordito dalla Guardia Nazionale con il sostegno
occulto di Atene e riuscì a mala pena a rifugiarsi a Londra. Nicos Sampson, leader dell'EOKA B, divenne nuovo Presidente di Cipro ma la rea-
. 23
zione di Ankara non si fece attendere. Il 20 luglio le forze armate turche
sbarcarono nel nord di Cipro incontrando una strenua resistenza. Il crollo del Regime dei Colonnelli ad Atene, il 23 luglio, e la simultanea caduta di Sampson scongiurarono l'imbarazzante conflitto tra i due Paesi
della NATO.
2.3 Dalla nascita della Repubblica Turca di Cipro del Nord (TRNC)
all’entrata nell’Ue
Nel dicembre del 1974 Makarios III è potuto tornare a Cipro e
assumere di nuovo la carica di Presidente, carica che ha esercitato fino
alla sua morte nell'agosto del 1977.
La Turchia arrestò la propria azione solo a metà agosto,
dopo aver bombardato Nicosia, occupato il 34% del
Paese e cacciato duecentomila greco-ciprioti dal nord
dell’isola con il pretesto di difendere la minoranza turcocipriota.
I negoziati tra Makarios e Denktas sono giunti vicini alla
soluzione della questione cipriota più volte, proponendo
un modello di Stato federalista e bi-nazionale greco turco.
Sampson venne, dunque, rimpiazzato per un breve periodo da
Glafkos Clerides, Presidente della Camera dei Deputati, che si trovò costretto a negoziare con la Turchia di Ecevit le conseguenze dell'intervento
turco che avvenne nel pieno rispetto dell’ Accordo di Garanzia del 1960.
Il Presidente Makarios si mostrò favorevole a concessioni territoriali per la minoranza turco-cipriota, a condizione che si potesse instaurare un forte governo centrale.
Nel febbraio 1977, i due leader sottoscrissero quattro linee guida, ma la
possibile soluzione della questione cipriota venne inficiata dal rifiuto
della Turchia di ritirare le proprie truppe.
L'economia dell'isola aveva subito un colpo durissimo. La situazione poi fu aggravata dal permanere di un numero molto elevato di
rifugiati e dall'incertezza amministrativa in cui versava il Paese.
Il 16 agosto 1974 venne proclamato lo Stato federale
turco-cipriota, corrispondente ai territori settentrionali di
Cipro, con Denktas nel ruolo di Presidente.
A seguito di quest’ultimo avvenimento Denktas annunciò che
l'obiettivo dei turco-ciprioti non era l'indipendenza ma la creazione di
una Federazione in cui ognuna delle due comunità avesse un proprio
Parlamento e solo le decisioni in materia di politica estera e monetaria
dovessero essere prese in comune. Gli anni dopo il 1974 furono difficili
soprattutto nell’area turco-cipirota dove l’economia è rimasta stagnante
rispetto alla parte greca.
. 24
Il successore di Makarios fu il leader del Partito Democratico
Spyros Kyprianou, che ne calcò le orme sia in politica interna, negando
il riconoscimento della divisione, sia in politica estera prodigandosi in
favore dell'alleanza con i Paesi non “allineati”, gruppo politico costituitosi nel 1969 che prese le distanze dal blocco sovietico e da quello occidentale. Del gruppo dei non allineanti facevano parte numerosi Stati
tra cui Egitto, India, Jugoslavia.
La mancanza di consenso tra le due comunità sull'amministrazione dell'isola si acuì progressivamente e condizionò le relazioni con
l'estero. La principale questione che divideva le due comunità riguardava la forma di federalismo da adottare e quindi le modalità di distribuzione delle funzioni tra il potere centrale e quello locale.
La comunità turco-cipriota in quanto minoritaria era interessata a preservare il più possibile i poteri locali, mentre quella greca aspirava ad
una forte autorità a livello centrale.
La situazione di empasse risultava pertanto comoda ai turchi ciprioti, in
quanto permetteva loro di mantenere lo status quo.
. 25
Il governo greco di Kyprianou fu molto condizionato dal problema dei rifugiati, che rese più profonde le divergenze e l'animosità
verso la comunità turco-cipriota. Nel 1978 la diplomazia internazionale,
guidata dal Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, si impegnò di nuovo per risolvere la questione, proponendo un piano promosso congiuntamente da USA, Gran Bretagna e Canada, sulla falsariga del
compromesso del 1977 tra Makarios e Denktas. Questo tentativo di soluzione di Carter fallì a causa della opposizione greco-cipriota.
Una nuova fase dei negoziati si ebbe nel 1979, ma ancora una
volta questo tentativo non andò in porto. Sembrò che l’ennesimo fallimento dell’accordo fosse stato causato da Kyprianou (quindi sempre dalla
parte greco-cipriota) il quale mirava ad assicurarsi la rielezione nel 1983.
Dopo vari tentativi fallimentari di accordo tra greci e turchi, il 15 novembre 1983 è stata proclamata la Repubblica
Turca di Cipro del Nord (TRNC) a cui la comunità internazionale ha negato, però, il riconoscimento ufficiale.
Costante obiettivo della politica estera dell'autoproclamata Repubblica è stato quello di ottenere il riconoscimento internazionale e
giustificare la propria posizione nel processo di risoluzione del conflitto.
Dall’ ’83 è iniziata una forte immigrazione turca diretta nella Repubblica
del Nord dell'isola che ha portato, all'inizio degli anni Novanta, ad un
forte aumento della popolazione (40.000 coloni turchi, 35.000 soldati e
20.000 profughi).
Tale flusso migratorio ha riequilibrato la presenza di turchi nell'isola rispetto alla comunità greco-cipriota.
I negoziati sono proseguiti portando (nel gennaio del 1985 a New York)
ad un summit apparentemente risolutivo, in occasione del quale un accordo preliminare promosso dall’ONU è stato accettato dalla comunità
turco-cipriota, ma rifiutato all'ultimo momento dal greco Kyprianou.
Nel maggio 1985, la Repubblica Turca di Cipro del Nord (TRNC)
ha indetto un referendum sull'adozione di una nuova Costituzione, che
ha visto un'enorme astensione (30%) e solo il 65% dei votanti esprimersi favorevolmente. Nel 1988, il Presidente greco cipriota Kyprianou
ha perso le elezioni che hanno portato alla carica di Presidente della
. 26
Repubblica di Cipro un outsider politico, uomo d'affari di successo e
candidato in una lista indipendente, George Vassiliou il quale aveva impostato la campagna elettorale promettendo una rapida soluzione della
questione cipriota attraverso l’adozione di una nuova strategia.
Dall'agosto del 1988 è ripreso il dialogo tra le due comunità,
ma la distanza che le separa è rimasta incolmabile nonostante gli sforzi
delle Nazioni Unite di guidare i negoziati e le aperture offerte da Vassiliou, che ha mostrato effettivamente una maggiore flessibilità rispetto ai
suoi predecessori.
Nel 1990 le trattative sono nuovamente naufragate sotto la pressione
dell'opposizione turca (vicina agli ambienti militari di Ankara) ostile ai
propositi vagamente conciliativi di Vassiliou e Denktas.
Nel 1991 le Nazioni Unite hanno sancito la divisione politica dell'isola, riconoscendo i governi di entrambe le
comunità.
Contemporaneamente, la Corte Europea di Giustizia ha ordinato
di provvedere a misure di embargo nei confronti del governo turco-cipriota. L'embargo è andato a colpire un'economia già di per sé estremamente fragile ed arretrata, in favore della quale Ankara ha cercato (e
cerca) di provvedere con aiuti economici a fondo perduto che risultano
insufficienti in ogni caso.
Nel febbraio 1993, Vassiliou, che aveva tradito la promessa di
risolvere la questione cipriota nell'arco di sei mesi, ha perso le elezioni.
Gli è succeduto il conservatore Glafkos Clarides, già Presidente dell’isola
nel 1974, che, durante la campagna elettorale, ha abbracciato le posizioni ufficiali delle Nazioni Unite, in particolare riguardo ai 200.000 greco-ciprioti cacciati dalle loro case nella parte settentrionale dell'isola.
I negoziati sono ripresi nella primavera dello stesso anno ma ancora
una volta si sono bloccati dopo pochi mesi perché le parti non sono
state disposte ad alcuna concessione.
Nel 1995, il governo di Nicosia ha fatto richiesta di aderire all'Unione Europea, come via plausibile per superare la divisione del Paese. Nel corso del 1997 Clerides e Denktas si sono incontrati più volte
. 27
per creare i presupposti di una riunificazione finalizzata ad un ingresso
comune nell'Unione Europea.
Il dialogo tra le due comunità ha conosciuto alterne vicende, che hanno
portato, nel 1998, l'Unione Europea a prendere in considerazione l'ipotesi di concedere l'ammissione alla sola parte greca dell’isola (cosa che
poi si è realizzata), nonostante le veementi proteste dei turchi.
Un ultimo tentativo di pacificazione è stato attuato da Kofi Annan che ha sottoposto alle parti greca e turca un’articolata proposta
messa a punto con l’aiuto di statunitensi e britannici.
Da parte greco cipriota il documento di Annan è stato considerato una
buona base per futuri negoziati. Sul fronte turco cipriota, invece, il documento di Annan ha costituito la base per ulteriori negoziati ma, col
passare del tempo, sono sorte difficoltà che hanno impedito la accettazione formale da parte delle autorità. Le principali obiezioni turco-cipriote riguardavano la questione del confine, e la restituzione delle
proprietà greco-cipriote occupate dai turchi nel 1974.
Anche il piano Annan, tuttavia, si è concluso in un nulla di fatto. Il governo turco cipriota, recentemente, si è reso più disponibile nei
rapporti con i greco ciprioti, per quanto riguarda ad esempio l’apertura
dei confini tra il nord e il sud dell’isola.
Questa maggiore disponibilità al dialogo è stata voluta principalmente
dal governo di Ankara consapevole dei rischi che può comportare una
mancata soluzione della questione ora che Cipro fa parte dell’Ue.
La questione cipriota rimane irrisolta nonostante continuino i
negoziati. La parte dell’isola controllata dai greco-ciprioti ha conosciuto
negli ultimi vent'anni un notevole boom economico, ma le tensioni sono
ancora accese ed è attiva, dopo 37 anni, la missione di peace-keeping
delle Nazioni Unite.
Dal primo maggio 2004 la Repubblica di Cipro (per l’esattezza, la parte
greco-cipriota dell’isola) è entrata a far parte dell'Unione Europea.
3. Organizzazione istituzionale dello Stato
La Repubblica di Cipro ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran
Bretagna nel 1960 e lo stesso anno è stata varata la Costituzione. Nel
1974, in seguito a un tentativo di colpo di Stato ad opera del regime
dei Colonnelli greci volto ad imporre l’unificazione con la Grecia, le truppe dell’esercito di Ankara sono intervenute al fianco della comunità turco-cipriota occupando la parte settentrionale dell’isola. Questa azione
militare non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale, anche se
è avvenuta nel pieno rispetto degli accordi di Garanzia.
Nel 1983 è stata proclamata la Repubblica Autonoma Turco-Cipriota (denominata TRNC) situata nel Nord dell’isola, riconosciuta solo dalla Turchia. Le due aree dell’isola sono divise da una zona-cuscinetto creata
dalle Nazioni Unite, denominata linea verde.
Il sistema costituzionale
L’amministrazione di Ankara dimostra una volontà di superamento dell’empasse anche se sta cercando percorsi diversi rispetto a
quelli indicati dall’Onu.
Nicosia intanto (governo greco-cipriota) ha varato proprie misure di
apertura che includono la rinuncia all’embargo mercantile, la libera circolazione dei veicoli immatricolati nella zona turco cipriota, l’assegnazione di appalti ad imprese turco-cipriote, occasioni di impiego per i
turco ciprioti, il ristabilimento dei collegamenti telefonici e la partecipazione dei turco ciprioti alle elezioni locali ed europee. Nel corso degli ultimi anni alcune di queste misure sono state avviate, altre si sono
arenate nell’attuazione pratica.
. 28
La Costituzione della Repubblica di Cipro è più antica rispetto
a quelle dei Paesi neomembri dell’Ue (risalenti all’inizio degli anni Novanta). E’ stata, infatti, approvata nel giugno del 1960, poco prima della
dichiarazione d’indipendenza avvenuta nell’estate dello stesso anno.
La Costituzione fu presentata al Parlamento inglese dal Segretario di
Stato per le colonie inglesi e dal responsabile per gli Affari Esteri. Il 16
agosto 1960, nacque così la Repubblica indipendente di Cipro, caratterizzata dalla sovranità britannica delle basi militari presenti sull’isola e
dal predominio della comunità greco-cipriota con ampie garanzie per la
minoranza turco-cipriota.
. 29
L'intera struttura del governo si basa su criteri che prevedono
la separazione delle due comunità. La carica di Presidente della Repubblica spetta ai greco-ciprioti e quella di Vicepresidente ai turco-ciprioti,
mentre le cariche del governo centrale e dei governi locali sono suddivise tra la popolazione di origine greca e quella turca secondo una proporzione rispettivamente del 70% e del 30%.
Il testo costituzionale (riconosciuto in una serie di trattati con
il Regno Unito: Trattato di relazione, Trattato di garanzia e di alleanza)
si compone di 199 articoli suddivisi in 13 titoli: Provvedimenti fondamentali, Libertà e diritti inalienabili, Il Presidente della Repubblica, il Vicepresidente e il Consiglio dei Ministri, la Casa dei Rappresentati, le
Camere comunali, gli ufficiali della Repubblica, il pubblico Servizio, le
Forze Armate della Repubblica, la Corte Suprema Costituzionale, i provvedimenti finanziari, i provvedimenti misti, i provvedimenti finali.
La Costituzione è stata concepita sin dalle sue origini per
adattarsi ad uno Stato bilingue (e binazionale), ove convivevano due
comunità nazionali autonome e differenti. Nel testo è più volte evidenziato l’aspetto del tutto originale della doppia nazionalità da cui è composta la popolazione cipriota.
All’articolo 2 si legge che sono presenti sul suolo cipriota due differenti comunità culturali e nazionali, quella
greca e quella turca ma è previsto che chiunque, attraverso una richiesta scritta, possa cambiare la propria appartenenza nazionale ed entrare a far parte, se turco di
nascita, della comunità greca e viceversa.
Le lingue ufficiali dello Stato sono il turco e il greco e tutti i
documenti ufficiali devono essere scritti in entrambe le lingue (art.3). I
processi giudiziari si possono tenere sia in greco (nel caso in cui entrambe le parti coinvolte siano greche) sia in turco (nel caso che gli attori del processo siano turchi) e si devono tenere in entrambe le lingue
nel caso in cui gli imputati e gli accusatori del processo appartengano
alle due comunità. Inoltre, nella Costituzione è scritto che ciascun cittadino della Repubblica ha diritto a rivolgersi e a rilasciare i propri estremi alle pubbliche autorità in entrambe le lingue.
. 30
Sia le festività della comunità greca che quelle della comunità turca hanno il diritto di essere celebrate (art. 5).
Ogni individuo, greco o turco, ha diritto alla vita ed all’integrità fisica (art.7), nessuna persona anche in stato di fermo può essere
soggetta a tortura o a un trattamento inumano o degradante (art.8) e
un individuo ha il diritto di vivere una vita dignitosa (art.9)
Lo Stato cipriota rifiuta in modo categorico ogni forma di schiavitù o messa in schiavitù degli individui (art.10). Sempre a questo proposito, nessuna persona può essere costretta a lavorare, fatta eccezione dei detenuti
che lavorano in prigione, soldati in servizio di leva e nel caso di calamità
naturali qualora il lavoro sia necessario per il bene della comunità (art.11).
Secondo quanto scritto nella legge fondamentale dello Stato cipriota,
ogni persona sottoposta a un processo risulta innocente fino a che non
viene emanata una sentenza di colpevolezza. Nessuno, inoltre, come
previsto anche dal sistema italiano, può essere punito due volte per lo
stesso reato.
In nessun caso la legge può applicare una sanzione maggiore
(o sproporzionata) rispetto alla gravità del reato commesso.
Una volta che la persona viene giudicata colpevole, ha il diritto di essere informata nella sua lingua della natura del reato che le viene attribuito, le deve essere lasciato il tempo necessario per preparare la propria
difesa, per scegliersi un avvocato, e nel caso in cui non abbia abbastanza strumenti per pagarsi un’assistenza legale, lo Stato deve fornire un
avvocato d’ufficio (art.12). Secondo quanto scritto nella Costituzione una
pena che preveda una generale confisca di tutte le proprietà del reo è
vietata. La Costituzione cipriota tutela, inoltre, il diritto di muoversi liberamente (art.13) sul territorio, senza essere soggetti ad alcuna restrizione. Questo principio è entrato in conflitto con la realtà in cui i ciprioti si
trovano costretti a vivere dopo l’occupazione turca del 1974. Nessun cittadino può essere escluso o bandito dall’isola (art.14). Lo Stato deve
rispettare la vita privata e familiare; non possono esistere interferenze
nella privacy, tranne nel caso in cui tale interferenza avvenga ai fini della
sicurezza della Repubblica, oppure per la protezione dei diritti e delle
libertà garantite dalla Costituzione (art.15).
. 31
Lo Stato garantisce la libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Sempre nella legge fondamentale della Repubblica cipriota si
legge che ogni cittadino ha il diritto di parola e di libera espressione
(art.19). Il diritto di associazione è garantito dalla Costituzione, così come anche quello di sciopero e di far parte di organizzazioni politiche.
La Repubblica di Cipro è di tipo presidenziale. Il Presidente
della Repubblica, che è al tempo stesso Capo del governo e Capo dello
Stato è eletto a suffragio universale, rimane in carica per cinque anni ed
esercita funzioni di rappresentanza e funzioni esecutive attraverso un
Consiglio dei Ministri da lui nominato e presieduto.
La situazione attuale nell’isola, dopo la crisi del 1963 e i fatti del 1974,
risulta essere abbastanza differente rispetto a quanto è scritto nella
Costituzione; nei paragrafi che seguono viene descritto quanto prevede
il testo costituzionale in merito all’articolazione delle istituzioni ed alle
loro funzioni.
Il Presidente della Repubblica ha il diritto di veto sulle
decisioni del Consiglio dei Ministri concernenti gli affari
esteri, la difesa e la sicurezza.
Può prendere parola sulle decisioni del Consiglio dei ministri,
ha il potere di porre il veto sulle leggi od i provvedimenti presi da parte
del Parlamento sempre relativamente agli affari esteri, la difesa e la sicurezza.
L’attuale Presidente della Repubblica greco-cipriota è Tassos Papadopoulos, eletto nel febbraio del 2003 e sostenuto da una coalizione
di centro sinistra. Prima di lui il ruolo di Capo dello Stato è stato ricoperto da Glafcos Clerides, in carica per due mandati ma, a differenza dell’attuale Presidente, Clerides è stato sostenuto da una coalizione di centro
destra. Precedentemente tale incarico è stato ricoperto da George Vassiliou (1988-1993), da Spyros Kyprianou, eletto Presidente due volte nel
1978 e nel 1983, e dall’arcivescovo Makarios III che ha portato il Paese all’indipendenza e ha governato dal 1959 fino alla sua morte nel 1977.
Presidente della Repubblica
Il Parlamento
Il Presidente della Repubblica rappresenta lo Stato cipriota in
tutte le cerimonie ufficiali, nomina i rappresentanti diplomatici del Paese
e riceve le credenziali delle rappresentanze diplomatiche valutando se accettarle oppure no, conferisce inoltre i titoli onorifici della Repubblica.
L’incarico di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica pubblica come quella di Ministro o deputato, Sindaco o Ufficiale
delle forze armate.
Negli articoli 47 e 48 della Costituzione sono riportate le funzioni ed i poteri più significativi esercitati dal Presidente della Repubblica nel ruolo di
Capo del governo che consistono nella nomina dei membri del governo,
nella promulgazione (e la pubblicazione sulla Gazzetta della Repubblica)
delle decisioni del Consiglio dei Ministri. Egli deve accettare e firmare le
leggi votate dal Parlamento per renderle esecutive. Può istituire una forza
militare obbligatoria, ridurre od aumentare le forze di sicurezza, convocare
gli incontri del Consiglio dei Ministri, prendere parte alle discussioni che
si tengono in tali incontri anche se non ha diritto di voto.
. 32
Il Parlamento cipriota, detto Casa dei Rappresentanti, è l’organo che detiene il potere legislativo. Tutte le sedute sono pubbliche a
meno che non vi sia stata una specifica decisione in senso contrario. Il
mandato dura cinque anni, le elezioni si tengono nella seconda domenica del mese immediatamente precedente a quella in cui è prevista la fine del mandato della legislatura uscente. Nello Stato cipriota, però, la
legislatura uscente continua il proprio mandato fino a che il nuovo Parlamento non si sia insediato, anche se durante il periodo che va dalle
nuove elezioni fino alla fine del mandato, il Parlamento non ha il potere
di emanare leggi. Secondo quanto indicato negli emendamenti costituzionali, la Casa dei Rappresentanti è composta di 80 seggi di cui 56 sono riservati ai greco-ciprioti e 24 ai turco-ciprioti. Tutti i rappresenti del
popolo eletti a suffragio universale devono avere minimo 25 anni senza
distinzione di sesso. Le elezioni del Parlamento si tengono nello stesso
giorno sia per la comunità greca che per quella turca.
. 33
La comunità turco-cipriota non elegge i propri deputati alla Casa dei Rappresentanti di Cipro dal 1963 quindi, di
fatto, la comunità turca dell’isola non esercita il proprio
diritto politico. Dal 1963 in poi il Parlamento dello Stato è
composto di soli 56 membri di nazionalità greco-cipriota.
Nella zona turca (anche se la RTCN non è riconosciuta a livello
ufficiale), comunque, il potere legislativo è affidato a un’Assemblea legislativa (Cumhuriyet Meclisi) di 50 membri eletti con un mandato di cinque anni.
RISULTATI DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DEL 16 FEBBRAIO 2003
NUMERO DI SEGGI DEI GRECO- CIPRIOTI
RIPARTITI PER DISTRETTO ELETTORALE
DISTRETTO
ELETTORALE
NICOSIA
21
LIMASSOL
12
FAMAGUSTA
11
LARNACA
5
PAPHOS
4
KYRENIA
3
56
TOTALE
FONTE : SITO GOVERNO DI CIPRO ,
2005.
Il Presidente del Parlamento è un greco-cipriota ed è eletto dai
deputati greco-ciprioti presenti in Parlamento, il Vicepresidente del Parlamento, invece, secondo quanto previsto dalla Costituzione, è un turco-cipriota eletto dai rappresentanti della comunità turca presente in
Parlamento. In caso di indisponibilità ad esercitare il proprio ruolo da
parte del Presidente o del Vicepresidente, queste funzioni sono ricoperte
dal deputato più anziano del Parlamento, salvo il caso in cui i rappresentanti delle rispettive comunità non decidano altrimenti.
Le comunità maronita e armena e le altre minoranze latine
hanno anch’esse il diritto di partecipare agli incontri della Camera anche
se non hanno il diritto di partecipare alla discussione. I rappresentanti
. 34
delle altre minoranze etniche possono essere consultati solo per questioni concernenti le loro comunità. L’attuale legge elettorale prevede un
sistema proporzionale per cui ogni elettore vota un partito o un candidato senza poter votare candidati di differenti schieramenti. Il numero
dei seggi in ogni distretto elettorale è stabilito dalla legge ed i distretti
elettorali coincidono con quelli amministrativi.
L’autorità giudiziaria
Secondo quanto scritto nella Costituzione cipriota, il potere
giudiziario deve essere indipendente dagli altri poteri dello Stato.
I giudici ciprioti sono autonomi ed indipendenti rispetto alle altre cariche dello Stato. Dal 1960 in poi sono state istituite le seguenti istituzioni giudiziarie:
•
•
•
•
Suprema corte della Repubblica
Corti d’Assise
Tribunali locali
Tribunali militari
La Corte suprema è composta da tredici giudici di cui uno ricopre l’incarico di Presidente della Corte Suprema. E’ la struttura più autorevole del sistema giudiziario cipriota e rappresenta il più alto grado di
giudizio (ed anche l’ultimo) a cui un cittadino può ricorrere per ottenere
giustizia, sia per le cause civili che per quelle penali.
Può intervenire su sentenze emanate dalle Corti d’Assise e dai Tribunali
locali. La Corte Suprema si occupa anche delle questioni prettamente
amministrative e esercita la sua funzione più originale ricoprendo anche
il ruolo di Corte dell’Ammiragliato. L’attuale Presidente della Corte Suprema è Christos Artemides.
Un ulteriore ramo della Corte Suprema, Consiglio supremo Giudiziario, si
occupa delle nomine, degli incontri, dei trasferimenti e dei controlli disciplinari su giudici e sui membri della Corte Suprema. Una struttura questa,
per alcuni versi simile al nostro Consiglio Superiore della Magistratura.
La Corte d’Assise è meno importante della Corte Suprema.
La Corte d’Assise ha una giurisdizione illimitata per la questione di dirit-
. 35
to penale e può ordinare (per le cause civili) il pagamento di sanzioni fino a 30.000 sterline cipriote.
DISTRIBUZIONE DEI VOTI E DEI SEGGI PER PARTITI – ELEZIONI 2001
PARTITO
I Tribunali locali rappresentano le corti di primo grado suddivise per tutto il territorio della Repubblica Cipriota e si occupano di questioni sia civili che penali. A seconda del tipo di processo, la
composizione dei tribunali può variare. Il Presidente di una Corte o il
giudice più anziano possono impartire sanzioni fino a 10.000 sterline cipriote ed hanno anche il potere di ordinare la confisca dei beni.
Per le cause in materia penale il Presidente della Corte, oppure il membro più anziano, hanno il potere di infliggere una pena fino a cinque anni di reclusione o una penale fino a 50.000 sterline cipriote o entrambi.
VOTI
ADIK
(MOVIMENTO DEMOCRATICO DELLA LOTTA)
%
SEGGI IN PARLAMENTO
8,860
2.16
1
142,648
34.71
20
DIKO ( PARTITO DEMOCRATICO )
(PARTITO CENTRISTA)
60,986
14.84
9
DISY ( ALLEANZA DEMOCRATICA )
(PARTITO DI CENTRO-DESTRA)
139,721
34.00
19
10,635
2.59
1
8,129
1.98
1
KISOS (MOVIMENTO DEI SOCIAL DEMOCRATICI)
(SOCILALISTI)
26,767
6.51
4
NUOVI ORIZZONTI
12,333
3.00
1
908
0.21
-
AKEL
(NUOVE FORZE DELLA SINISTRA)
(PARTITO COMUNISTA)
EDI ( DEMOCRATICI UNITI )
ECOLOGISTI
3.1 La situazione politica attuale
L’attuale compagine governativa è composta dai membri del
partito di maggioranza relativa che sono: l’AKEL (Partito comunista), il
DIKO di Papadopoulos, e il KISOS (Partito socialista).
La distribuzione degli incarichi dei singoli dicasteri risulta sostanzialmente paritaria fra DIKO e AKEL, anche se non rispecchia le proporzioni
sul piano elettorale.
Per quanto concerne le forze minori, il piccolo partito KISOS, infatti, è
titolare di due importanti ministeri. L’affidamento di questi due autorevoli dicasteri risulta essere anche una sorta di premio dato al gruppo
politico KISOS per aver abbandonato l’alleanza con lo schieramento di
centro destra di Clerides.
Le elezioni parlamentari si sono tenute il 27 maggio del 2001.
Le consultazioni sono state vinte dal Partito comunista AKEL che si è
aggiudicato il 34,71% dei voti (nelle elezioni del 1996 ottenne, invece,
solo il 33,06%), ponendosi davanti all’Alleanza Democratica (DISY) che
ne ha ottenuti il 34% e al partito centrista DIKO (14,84%) seguiti dai socialisti del KISOS (6,51%) e da altre formazioni minori. Tuttavia, essendo
Cipro una Repubblica Presidenziale, tale esito non ha messo direttamente in discussione la tenuta del governo di centrodestra che allora era
guidato da Glafcos Clerides, esponente del gruppo dell’Alleanza Democratica DISY.
. 36
INDIPEDENSTISTI
FONTE : SITO GOVERNO DI CIPRO ,
2005.
Nel 2001 la vittoria dell’Akel, il maggior partito d’opposizione, ha segnato una svolta negli equilibri politici.
Nel 2002 si sono svolte le elezioni dei sindaci nei 33 Comuni
ciprioti, il territorio di alcuni dei quali è compreso nella parte dell’isola
occupata (come a Kyrenia).
Gli ultimi mesi del 2002 sono stati segnati dalla conclusione del negoziato di ammissione all’Ue (sancita dal vertice Europeo di Copenaghen
del 12/13 dicembre 2002), e dall’avvio di una campagna elettorale per
le presidenziali svoltesi il 16 febbraio del 2003. Il Presidente uscente,
Clerides, aveva annunciato di voler concorrere per un terzo mandato. Si
sarebbe trattato di un periodo più breve del quinquennio previsto dalla
Costituzione cipriota e finalizzato essenzialmente a due obiettivi: il completamento del processo di adesione all’Ue e la conduzione dei negoziati in vista di un auspicabile soluzione del problema cipriota.
Nelle elezioni presidenziali del 2003, però, il candidato del
centro sinistra, Tassos Papadopoulos ha vinto con il 51,51% dei suffragi,
. 37
Clerides, invece ha raccolto solo il 38,80% dei voti, Alecos Markides il
7,62%, Nicos Koutsou, leader della Formazione ultranazionalista “ Nuovi
Orizzonti”, solo il 2,12%.
Dopo due quinquenni di governo di centro destra, Cipro verrà
guidata fino al 2008 dalla coalizione che si era già affermata nelle elezioni del 2001, formata dai comunisti di AKEL, dai socialisti di KISOS e
dal DIKO, il partito centrista di Papadopoulos. Naturalmente la situazione politica del Paese non può prescindere dal problema che interessa
l’isola dal 1963 ovvero la questione Cipriota.
3.2 La questione cipriota
La divisione territoriale di Cipro risale all’occupazione di oltre
un terzo di essa da parte della Turchia nel 1974, occupazione condannata dalle Nazioni Unite. L’entrata delle truppe turche a Cipro in risposta
al colpo di Stato di Nicos Sampson non è stata un’azione illegale poiché
era previsto dagli accordi di Garanzia; non era invece previsto il perdurare dell’occupazione dell’esercito turco sul suolo cipriota.
Il processo di pace successivamente promosso dall’Onu ha subito diversi momenti di stasi. La Turchia, che considera il caso di Cipro
una questione di sicurezza nazionale, si è opposta per molto tempo all’adesione dell’isola all’Ue facendo appello agli accordi internazionali ed
in particolare al Trattato di Garanzia del 1960.
Negli ultimi anni, il governo di Ankara ha ripetutamente ventilato gravi ma non specificate reazioni in caso d’ingresso di Cipro nell’Ue
prima di una soluzione complessiva della questione cipriota, anche se
allo stesso tempo non ha contribuito in alcun modo al successo dei negoziati per la riunificazione dell’isola.
Questi rischi di appesantimento del rapporto fra Ue e Turchia hanno
condotto ad intensificare l’azione di persuasione sui Paesi in questione,
in particolare sul governo turco, per sbloccare l’empasse negoziale.
La comunità greco-cipriota è sostenuta da Atene nell’invocare,
sulla base di pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza della Nazio-
. 38
ni Unite, una soluzione di tipo federale, bizonale (binazionale) e bicomunitaria che faccia salva l’integrità territoriale dell’isola. La parte turcocipriota propone, con il sostegno di Ankara, un assetto confederale tra
Stati uguali e sovrani, con il conseguente riconoscimento della personalità internazionale della Repubblica turca di Cipro del Nord. Il dialogo
tra Atene ed Ankara si è fatto complessivamente più cordiale a seguito
dell’avvento di Recep Tayyip Erdogan in Turchia nel 2003 e, sebbene la
Grecia appoggi le aspirazioni europee della Turchia, le posizioni tra i
due Paesi rimangono difficilmente conciliabili. Questo avviene anche per
via dell’influenza che sulla questione cipriota continuano ad esercitare
ambienti turchi intransigenti, soprattutto quelli militari.
L’ultimo tentativo di accordo è stato fatto dal segretario dell’Onu Kofi Annan. Da parte greco cipriota il documento di Annan è stato
considerato accettabile quale punto d’inizio per futuri negoziati, con qualche dubbio sulla concreta capacità di governo nei lunghi periodi transitori
e sulla possibilità, per i cittadini turchi insediatisi dopo l’invasione, di divenire cittadini ciprioti a tutti gli effetti. Sul fronte turco cipriota, invece, il
documento di Annan ha costituito la base per ulteriori negoziati ma, con
il passare del tempo, si è palesata la difficoltà di prendere una posizione
formale su esso. Le principali obiezioni turco-cipriote vertevano sulle modifiche alla linea di demarcazione (green line), sulla riammissione, sia pure limitata e graduale, dei greco-ciprioti e sulla questione della
restituzione delle proprietà ai greco-ciprioti da parte dei turco-ciprioti.
Il 10 marzo del 2003, nell’incontro che si è tenuto all’Aja, dopo varie riunioni fallimentari, il Segretario Generale della Nazioni Unite
Kofi Annan ha dato l’ultimatum rispetto al piano di pacificazione da lui
presentato, invitando i leader delle due comunità a pronunciarsi circa la
disponibilità ad indire un referendum nei rispettivi territori sulla terza
versione del proprio piano.
Sul versante greco-cipriota l’impostazione di Annan è stata
fondamentalmente condivisa, anche se l’elezione di Papadopoulos alla
guida del Paese in coalizione con il partito comunista AKEL (che ha ritenuto necessari emendamenti al Piano Annan più sostanziali di quelli che
Clerides avrebbe accettato), ha fatto prevedere una minore propensione
a fare nuove concessioni.
. 39
Sul versante turco-cipriota, invece, da parte del governo guidato da Rauf Denktash vi sono stati segnali di scarsa propensione a condividere il documento di Annan anche se la linea governativa ha
riscontrato numerose opposizioni interne.
A Cipro Nord le forze d’opposizione hanno alzato i toni della propria critica a Denktash, organizzando manifestazioni di massa in favore della
soluzione della controversia e dell’ingresso di Cipro nell’Ue. La linea
politica di Denktash, tuttavia, ha avuto l’appoggio del Primo Ministro
turco.
Nel corso dell’ultimo periodo alcune di queste misure sono state avviate,
altre rimangono avvolte da problemi d’attuazione pratica.
Così Denktash si è espresso negativamente rispetto al piano,
sollevando numerose obiezioni su questioni cruciali e affermando che
un eventuale nuovo negoziato avrebbe avuto prospettive solo se impostato su un “nuovo punto di partenza” (in pratica l’accettazione della
soluzione confederale da lui sempre propugnata).
Il governo turco-cipriota ha posto molte resistenze all’apertura
al libero scambio commerciale tra le due parti dell’isola, e ha ribadito
che questo potrà avvenire quando il porto turco–cipriota di Famagosta
affiancherà quelli meridionali di Limassol e di Larnaca nel quadro di
un’auspicata liberalizzazione commerciale.
Anche il piano Annan si è concluso quindi in un nulla di
fatto. Il rapporto presentato dal Segretario dell’Onu al
Consiglio di Sicurezza in merito al fallimento degli sforzi
negoziali per la riunificazione dell’isola (prima della firma del trattato di adesione all’Ue) attribuisce forti responsabilità ai turco-ciproti.
La questione cipriota permane irrisolta e i negoziati in corso
sono sterili; la parte dell’isola controllata dai greco-ciprioti ha conosciuto negli ultimi vent'anni una notevole ascesa economica, ma le tensioni
rimangono ed è ancora attiva, dopo trentasette anni, la missione di
peace-keeping delle Nazioni Unite, istituita con l'incarico di monitorare
il confine, la cosiddetta linea verde, tra le due Repubbliche.
Dopo questo ulteriore fallimento, le autorità turco-cipriote hanno tuttavia autorizzato i movimenti di persone dalle due parti dell’isola
per brevi visite, dopo ben 29 anni di chiusura. Ne è seguito un elevato afflusso di gente nelle due direzioni in un clima inaspettatamente sereno.
Questa apertura è stata voluta sopratutto dal governo di Ankara teso a
dimostrare una volontà di superamento dell’empasse cercando (a differenza della parte greca) percorsi alternativi a quelli proposti dalle Nazioni Unite.
Le Nazioni Unite hanno gradualmente ridotto la propria presenza ma i piccoli scontri lungo il confine sono in aumento. Il recente
acquisto da parte della Repubblica di Cipro di missili in grado di raggiungere la costa turca ha inasprito i rapporti tra le due comunità.
Turchia e Cipro sono intenzionati a diventare membri a pieno titolo dell'Unione Europea e ciò potrebbe costringere le due parti a trovare una
soluzione diplomatica a questo annoso conflitto. Nel maggio 2003 le
frontiere si sono aperte e circa un terzo della popolazione dell'isola ha
superato la linea verde, cosa che non accadeva dal 1974.
Il governo greco-cipriota, infine, ha varato proprie confidencebuilding measures che includono la rinuncia all’embargo mercantile, la
circolazione dei veicoli immatricolati nella zona turco-cipriota, l’assegnazione di appalti ad imprese turco-cipriote, occasioni d’impiego per i turco-ciprioti, il ristabilimento dei collegamenti telefonici e la partecipazione
delle persone di nazionalità turco-cipriota ad elezioni locali ed europee.
. 40
Anche l’Ue ha messo a punto un pacchetto di misure a
sostegno dell’economia turco-cipiota nel tentativo di
sbloccare la situazione di stallo e andare incontro a
quegli ambienti turco-ciprioti che vedono nel dialogo tra
le due parti e nell’avvicinamento all’Ue il giusto percorso per la comunità.
Tuttavia, con l’esito negativo del referendum del 28 aprile
2004 sulla riunificazione dell’isola, indetto dalle autorità
sotto l’egida Onu, la questione cipriota si è riaperta.
. 41
Le modalità di svolgimento della consultazione referendaria
sono state oggetto di forti polemiche. Il referendum, infatti, voluto principalmente dall’Onu è stato organizzato in tempi strettissimi (appena un
mese) prima dell’entrata nell’Ue, e non è stata condotta un’adeguata
campagna d’informazione e sensibilizzazione.
La schiacciante vittoria dei contrari all’unificazione dell’isola è da
attribuire ai voti dei greco-ciprioti i quali, certi di entrare in Europa e tenendo conto che il problema delle proprietà greco-cipriote non è stato ancora risolto, non hanno avuto interesse a risolvere frettolosamente la
questione turco-cipriota. La popolazione turco-cipriota, invece, si è espressa a favore delle riunificazione consapevole che la soluzione della questione è strettamente legata all’entrata nell’Ue della Turchia e che solo nell’Ue
la TRNC potrà uscire dalla situazione economica molto critica in cui versa.
L’esito delle ultime elezioni nella TRNC ha premiato il candidato progressista Mehmet Alì Talat a scapito del Presidente uscente Rauf
Denktash, legato agli ambienti militari turchi, dando così un segnale positivo per una rapida soluzione della questione cipriota, per la riunificazione dell’isola e per l’entrata della Turchia nell’Ue.
La scelta dell’Ue di accelerare l’entrata della Cipro greca
era comunque mossa dalla considerazione secondo cui,
se parte dell’isola diviene membro Ue, la parte turco cipriota si dovrebbe mobilitare per una rapida soluzione
della questione.
All’inizio di febbraio 2005 l’Alto Rappresentante per la politica
estera e per la sicurezza comune dell’Ue, lo spagnolo Javier Solana, ha
incontrato Mehmet Alì Talat, Presidente del Partito Repubblicano turco,
una delle principali forze politiche della Repubblica turca di Cipro del
Nord. Talat, ritenuto l’esponente dell’ala moderata dei turco-ciprioti, nel
corso della visita ha incontrato anche il Commissario per l’allargamento
dell’Ue, Olli Rehn e altri importanti esponenti del Consiglio Europeo. La
visita del leader politico turco-cipriota rientra all’interno di una strategia
tesa a ridare credibilità all’ipotesi dell’unificazione di Cipro e dunque
dell’ingresso a pieno titolo nell’Unione anche della parte nord dell’isola.
. 42
Talat è intenzionato a chiedere all’Ue la fine delle restrizioni economiche e aiuti economici mirati per la parte
turco-cipriota.
Parallelamente alla visita di Talat a Bruxelles, il Primo Ministro
turco Recep Tayyp Erdogan si è recato a Davos, dove si è discusso della
questione cipriota e dell’ingresso di Ankara nell’Unione con i principali leader europei, tra cui Tony Blair, Shroeder, Silvio Berlusconi e Jacques Chirac.
A distanza di circa nove mesi dal fallimento del referendum per la riunificazione dell’isola, voluto fortemente da
Kofi Annan, si sta di nuovo tentando di dare una soluzione all’annosa questione cipriota.
Lo stesso Solana ha dichiarato che il Segretario Generale dell’ONU sarebbe disposto a rilanciare un piano di pace per l’isola nel caso
in cui si venissero a creare le condizioni per un accordo forte tra greci e
turco-ciprioti.
Talat, europeista convinto, più disposto al compromesso rispetto al leader storico della comunità turco-cipriota Rauf Denktash,
sembra, dunque, l’interlocutore giusto per l’Ue e per le stesse Nazioni
Unite. Forte del 35% dei voti dei turco-ciprioti alle ultime elezioni politiche, ottenuti anche grazie alla proposta di una nuova politica per l’isola
di Cipro, Talat sembra rappresentare un futuro più conciliante e legato
all’Europa, rispetto al passato, impersonato da Denktash, legato esclusivamente ad Ankara e ai suoi circoli militari.
Intanto il Primo Ministro greco Karamanlis, incontratosi sempre
nei primi giorni di febbraio del 2005, con il Presidente della Repubblica
di Cipro, il greco-cipriota Tassos Papadopoulos, ha ribadito la volontà
dei due governi di adottare una strategia comune, al fine di giungere a
un accordo basato sul Piano Annan e sulle posizioni recentemente adottate dal governo della Repubblica di Cipro. Avvenuta l’unificazione la comunità turco-cipriota (che rappresenta una minoranza) potrebbe
usufruire di tutte le tutele e garanzie previste dalla Costituzione europea
per le minoranze nazionali.
. 43
L’Ue e il proprio impianto normativo fungerebbero da garante dei diritti della minoranza turco-cipriota dell’isola nel
momento che la TRNC si riunificasse con la parte meridionale ed entrasse automaticamente all’interno dell’Ue.
4. Relazioni internazionali
Lo svolgimento dei negoziati di adesione di Cipro all’Ue ha dato un nuovo impulso agli sforzi internazionali nell’ambito delle Nazioni
Unite per trovare una soluzione allla questione cipriota, soluzione però
strettamente connessa alla più ampia tematica delle relazioni greco-turche, tornata ad essere di grande attualità alla luce delle aspirazioni di
Ankara all’ingresso nell’Ue e ad una piena partecipazione alla ridefinizione dell’architettura del sistema di sicurezza in Europa.
Il governo di Nicosia beneficia, invece, della solidarietà e dell’attivo sostegno di Atene a cui è legata dal 1993 da una Dottrina di difesa
comune. Nel 1998 è stata ultimata una base aerea a Phapos, destinata ai
velivoli greci. Il governo greco-cipriota giustifica queste misure richiamando la massiccia presenza militare turca nell’Isola (circa 35000 militari).
Il governo di Cipro ha stretto forti legami con altri paesi di religione ortodossa in particolare con la Russia. Nell’area mediorientale, il
governo di Nicosia appoggia tradizionalmente la causa palestinese, ha
consolidato le relazioni con i paesi arabi, e, allo stesso tempo, mantiene rapporti anche se conflittuali, con Israele.
Cipro è parte delle Nazioni Unite dal 1960, del Consiglio d'Europa dal 1961, del Commonwealth dal 1961, dell'OSCE dal 1975, e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) dal 1995.
Dal momento della richiesta di adesione all’Ue, Cipro ha partecipato attivamente agli sviluppi della cooperazione nell’area mediterranea sforzandosi di contribuire alla stabilità regionale; nelle scelte di politica
estera e sulle questioni di sicurezza comunitaria si è allineato alle decisioni dell’Ue.
. 44
4.1 Il processo di adesione all’Ue
L’Unione europea ha percorso un lungo cammino da quando i
sei Stati membri fondatori hanno unito le proprie forze per creare la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) nel 1951 e la Comunità Economica Europea (CEE) nel 1957, facendo appello ai popoli
d’Europa, animati dallo stesso ideale di pace, perché si associassero alla loro iniziativa.
Nel 1973 gli Stati membri sono passati da sei a nove e nel 1995 sono
divenuti quindici. Nel frattempo l’Ue (ormai così denominata) ha creato
un mercato unico e una moneta unica, l’euro ed ha esteso la propria
agenda economica e sociale alla politica estera e di sicurezza. L’attuale
allargamento (1 maggio 2004), che ha portato il numero degli Stati
membri a venticinque, è il più imponente nella storia dell’Ue.
Il percorso di adesione di Cipro all’Ue è stato lungo e pieno di
ostacoli. Cipro e l’Ue, nel dicembre del 1972, hanno firmato l’Accordo
di Associazione (entrato in vigore solo nel 1987) che ha costituito la prima cornice ufficiale delle reciproche relazioni con l’Ue. L’isola, inoltre,
ha beneficiato dei fondi stanziati dal Meda, principale strumento finanziario dell’Ue per implementare la partnership euro-mediterranea.
La prima delegazione dell’Unione europea è stata aperta sull’isola solo
nel 1990. Nel luglio dello stesso anno la Repubblica di Cipro ha avanzato la richiesta per diventare membro dell’Ue.
Nel 1993 la Commissione ha emesso una sentenza secondo cui la richiesta
era stata avanzata a nome dell’intera isola, sia dunque, per la parte greca
che per quella turca. Il 6 marzo del 1995 le strutture comunitarie hanno valutato positivamente la richiesta di Cipro stabilendo che i negoziati potevano iniziare sei mesi dopo la fine della Conferenza Intergovernativa.
Durante il Consiglio di Lussemburgo (1997) si è dato l’assenso
ai negoziati ed in quell’occasione i turco-ciprioti sono stati invitati a far
parte della delegazione cipriota.
I negoziati tra Ue e Cipro sono iniziati ufficialmente il 30
maggio 1998 e si sono conclusi durante il Consiglio di
Copenaghen nel dicembre del 2002.
. 45
Durante la Conferenza di Atene (aprile 2003) Cipro ha firmato,
insieme agli altri nove Stati, il Trattato di Adesione ed il 1 maggio 2004
Cipro (o meglio solo la parte greca) è entrata a pieno titolo nell’Unione
Europea.
E’ stato redatto un apposito protocollo al Trattato di Adesione in cui è
previsto che nel caso in cui non si fosse arrivati alla soluzione (o almeno ad una regolamentazione) della questione cipriota per la data del 1
maggio 2004 (come poi del resto è stato), l’applicazione dell’acquis comunitario (e di conseguenza la possibilità di divenire membro dell’Ue)
sarebbe stata sospesa per la parte nord dell’Isola (quella turco-cipriota)
fino a quando il Consiglio Europeo non avesse deciso altrimenti.
L'appuntamento con il rinnovo del Parlamento europeo del 12
e 13 giungo 2004 non ha premiato il partito centrista (DIKO) del Presidente Kostantin Papadopoulos che ha ottenuto solo il 17% dei voti
mentre il partito ex comunista AKEL, asse portante della coalizione governativa, ha ottenuto la maggioranza dei voti aggiudicandosi il 27,8%.
Cipro ha concluso per primo, tra i dieci Paesi neomembri dell’Unione europea, la fase di adeguamento all’acquis comunitario necessario all’accesso, considerando l’appuntamento europeo fondamentale anche per
la soluzione della questione nazionale.
Nonostante il fallimento del piano proposto da Kofi Annan,
l’Unione europea continua a sostenere i negoziati tra Cipro turca e Cipro
greca sempre secondo l’impostazione del progetto di Annan, ed ha più
volte sollecitato l’amministrazione turco-cipriota a rivedere la propria
posizione. L’Ue è, infatti, pronta ad accogliere l’intera isola di Cipro purché questa condivida ed accetti appieno i principi su cui si fonda l’Ue.
Tra il 1978 al 1999 tra l’Ue e la Repubblica di Cipro sono stati
sottoscritti ben quattro protocolli su cooperazioni finanziarie; dall’Ue sono stati messi a disposizione della Repubblica cipriota 210 ML di euro.
Questi fondi sono stati dirottati in particolare verso le piccole e medie
imprese (PMI), per la tutela dell’ambiente, e verso i settori energetici e
dei trasporti.
Dal 2000 in poi Cipro ha beneficiato degli aiuti previsti per la fase di
preadesione, 57 milioni di euro (2000-2004).
La concessione di queste risorse è legata a progetti finalizzati all’adeguamento delle strutture del Paese agli standard Ue nel campo dell’
educazione delle infrastrutture ecc. Per Cipro è stato inoltre previsto il
sostegno anche alle azioni volte alla riconciliazione delle due comunità.
Nel 2000 sono stati concessi 9 milioni di euro per progetti di armonizzazione e 5 per progetti bicomunali.
La Repubblica di Cipro è favorevole alla definizione di una data di inizio dei negoziati per l’adesione della Turchia all’Ue, sperando
che attraverso l’Ue l’ingombrante Paese vicino diventi meno ostile.
. 46
. 47
2. Verso un’economia di mercato
1. Quadro macroeconomico
Dopo il fallimento del referendum popolare (promosso nell’aprile 2004 dall’ONU) che avrebbe potuto sancire la riunificazione tra
le due parti, le istituzioni comunitarie hanno proposto alla comunità turco cipriota di incrementare e stabilizzare gli scambi commerciali con le
altre Nazioni dell’Ue, eliminando lo stato d’isolamento in cui permane il
loro territorio. La proposta di una nuova apertura commerciale avrebbe
dovuto portare entrate pari a circa 259 ML di euro per la comunità turca. All’interno della commissione di mediazione tra le due comunità, i
membri di parte greca hanno, però, presentato numerose obiezioni
bloccando il processo. Nonostante il fallimento dei negoziati, il Ministero degli Affari Esteri dell’Unione continua a lavorare per attuare la svolta
nei rapporti tra i due popoli che possa condurre alla pacifica convivenza
e alla definitiva riunificazione del territorio cipriota.
Il primo maggio 2004 è avvenuto l’ingresso nell’Unione solo
della parte greca di Cipro, ovvero della Repubblica riconosciuta a livello
internazionale. La parte settentrionale, nonostante sia ufficialmente inesistente, rappresenta un importante partner commerciale per molti dei
Paesi membri dell’Ue: nell’ultimo decennio ha generato mediamente
quindici milioni di dollari di esportazioni ogni anno.
La scelta di ammettere la Repubblica cipriota nell’Unione europea con la
formula di “apertura senza restrizioni” (propria dei Paesi definiti di classe A) è stata determinata dall’assenza di rischi economici individuabili.
Le caratteristiche del sistema economico e finanziario hanno offerto tutte le garanzie di solvibilità necessarie, indipendentemente dalla natura
della controparte (pubblica, sovrana, corporativa o bancaria).
Se la questione tra il governo turco e quello greco si risolvesse
nel corso del 2005, la riunificazione delle due parti dell’isola potrebbe
. 49
portare a una forte crescita dei consumi privati e degli investimenti per
la costruzione di nuove infrastrutture (soprattutto abitazioni e strade) soprattutto nella zona turca.
Questa condizione macro-economica spingerebbe all’incremento della
produttività, e dei flussi d’investimento e di capitali dall’estero (attualmente disincentivati da preoccupazioni in merito alla sicurezza).
In linea con il recente ingresso nell’Unione europea, le istituzioni continueranno a portare avanti il ciclo di riforme nei settori economici chiave
e nella politica monetaria e fiscale. Tra queste possono essere annoverate: l’apertura del mercato interno, la liberalizzazione dei servizi pubblici e
il riconoscimento di una maggiore autonomia alle compagnie statali.
Le iniziative in campo monetario sono soprattutto indirizzate
all’adeguamento in vista dell’adesione all’Unione economica e monetaria (UEM) e, dunque, all’adozione della moneta unica; occorrerà
raggiungere i requisiti richiesti dalla Commissione europea entro il
2007. La crescita vissuta negli ultimi mesi dall’economia cipriota non
persuade del tutto le istituzioni comunitarie secondo le quali, infatti,
difficilmente Cipro potrebbe essere uno dei protagonisti dell’ampliamento della “zona euro” già dal 2007.
Il principale fattore che mette a repentaglio l’entrata del Paese
nella “zona euro” è il disavanzo fiscale, salito pericolosamente oltre il 6%
nel 2003. Un simile deficit ha trovato le cause principalmente in due fattori: la politica espansiva del governo e l’aumento delle spese militari.
Secondo il parere della Commissione Europea per l’Allargamento, grazie
alla nuova politica fiscale e monetaria, adottata nel 2004, il deficit dovrebbe lentamente scendere e, nel 2005, corrispondere al 4,1% del PIL.
La stabilità valutaria è stata assicurata dal 1992 attraverso
l’aggancio della sterlina cipriota all’euro (che allora si chiamava ecu),
prevedendo un campo di variazione del 15%. Nel 2003 il deficit di parte
corrente ha raggiunto il 4,4% del PIL. La politica ufficiale della Banca
Centrale si propone di portare il valore di scambio della valuta nazionale ad un valore inferiore al massimo del 15% alla moneta unica.
Al 21 dicembre 2004, però, un euro corrispondeva a 0,58 sterline cipriote: poco più della metà, facendo apparire ancora lontano l’obiettivo
fissato dalla Banca Nazionale. Con l'entrata nell’Unione europea, la for-
. 50
bice tra i valori nominali delle due monete si ridurrà lentamente, anche
se questo potrebbe generare un deprezzamento nei confronti della sterlina inglese con altre conseguenze sull'economia dell'Isola. Infatti, fino
a poco tempo prima dell’accesso all’Ue, il Regno Unito rappresentava il
primo partner commerciale di Cipro.
L’incertezza sulla questione dell’unificazione e l’alta incidenza
delle trattenute fiscali hanno causato, nel corso del tempo, la contrazione della domanda sul mercato interno che, però, è stata in buona parte
pareggiata dall’aumento delle esportazioni che ha permesso un discreto
sviluppo economico a livello nazionale. L’incremento degli investimenti
diretti ai mercati esteri ha permesso una costante crescita del PIL che è
passato dai quasi nove milioni di dollari nel 1999 ai dodici milioni e
mezzo nel 2003. Occorre tuttavia notare un sostanziale rallentamento
nel tasso di crescita reale che nel 2000 era pari al 5% e nel 2003 è stato inferiore al 2%. Un simile rallentamento può essere ricondotto alla
riduzione delle importazioni dovuta all’instabilità politica del periodo e
alla diminuzione delle entrate provenienti dal settore turistico causato
dalla mancanza di servizi e di infrastrutture.
Il tasso d’inflazione nel 2003 si era attestato al 4,1% facendo
registrare un notevole aumento rispetto all’anno precedente in cui era
pari al 2,8%. Nel marzo del 2004, l’inflazione media era nuovamente
scesa raggiungendo il minimo (0,4%) per risalire nell’aprile dello stesso
anno all’1,5%.
Secondo il governo, alla fine del 2004, il tasso medio d’inflazione si sarebbe stabilizzato attorno al 2,2%. A parere dell’Economist Intelligence
Unit (EIU), nel 2005 il valore dovrebbe nuovamente crescere e attestarsi
al 3,3% circa.
Nella primavera del 2004, l’aumento dei prezzi del petrolio e
l’introduzione di nuove tasse su una serie di beni – in precedenza esenti dall’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) – ha avuto come effetto
l’aumento dei prezzi nel settore alimentare.
. 51
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI
2000
2001
2002
2003
PIL A PREZZI CORRENTI ( MILIONI DI CYP )
5.500
5.900
6.200
6.600
PIL A PREZZI CORRENTI ( MILIONI DI USD )
8.900
9.100
10.100
12.800
5,0
4,0
2,0
2,0
N.D.
N.D.
N.D.
N.D.
4,1
2
2,8
4,1
951
976
843
955
INDICATORE
TASSO DI CRESCITA REALE
(%)
PNL PRO CAPITE ( CYP )
INFLAZIONE
(%)
BILANCIA COMMERCIALE ( MILIONI DI USD )
ESPORTAZIONI FOB
IMPORTAZIONI FOB
SALDO
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
(%)
TASSO DI CAMBIO MEDIO ANNUALE CYP :
DEBITO ESTERO ( MILIONI DI USD )
1USD
3.556
3.527
3.679
4.080
-2.605
-2.551
-2.836
-3.125
3,4
3
N.D.
4,1
0,62
0,64
0,611
0,517
2.800
3.400
4.300
5.900
1.741
2.268
3.022
3.257
Nel 2004 i titoli bancari in lista erano quattro ma rappresentavano ben
il 50% della capitalizzazione del mercato. Nello stesso anno, nel listino
della Repubblica erano presenti 5 compagnie assicurative; il maggior
numero di quotazioni è legato al settore manifatturiero che copre il
9,5% della capitalizzazione di mercato, e a quello del commercio che
vale il 5,54% del capitale borsistico cipriota.
L’isola presenta, rispetto ai dieci nuovi Paesi membri dell’Unione europea, la più alta incidenza del settore terziario sul Prodotto
Interno Lordo. L’economia si basa sui servizi finanziari, turistici e commerciali. La Repubblica detiene il primato della più bassa incidenza del
settore industriale: nel 2003 l’industria manifatturiera ha contribuito per
il 9,8% al PIL. L'industria leggera sta acquisendo un’importanza sempre
maggiore, in particolare nei settori di abbigliamento, calzature, alimenti,
materiali da costruzione, vino, sigarette, olio per uso alimentare.
CONTRIBUTO DEI SETTORI PRODUTTIVI ALLA COMPOSIZIONE DEL PIL - 2003 – VAL. %
RISERVE INTERNAZIONALI
(MILIONI DI USD - ESCLUSO L’ORO)
2003
SETTORE
FONTE :
EIU,
ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT: COUNTRY REPORT, SETTEMBRE
2004.
Nel corso del 2004 si registra una buona performance economica recuperando terreno rispetto al rallentamento vissuto nel periodo
di transizione. Secondo le stime dell’Ufficio statistico nazionale, alla fine
del 2004 il PIL ha registrato una crescita del 3,7% e, nel 2005, dovrebbe aumentare ancora raggiungendo il 5,9%. Tali ottimistiche previsioni
partono dal presupposto che la questione cipriota trovi soluzione in
tempi brevi e si riferiscono esclusivamente ai dati della Repubblica ufficialmente riconosciuta.
La crescita economica del 2004 è riconducibile, in massima parte, al recupero della domanda degli investitori stranieri dell’Unione europea,
soprattutto nel settore turistico. Contemporaneamente, tuttavia, le
esportazioni hanno subito un seppur lieve rallentamento legato al rafforzamento della sterlina cipriota.
La Borsa di Cipro ha iniziato le contrattazioni il 29 marzo
1996. L’indice finanziario più importante dell’isola è rappresentato dal
Cyprus Stock Exchange (CSE) con 148 società quotate e una capitalizzazione di 1,38 miliardi di euro nel 2003.
. 52
PROPRIETÀ IMMOBILIARI , AFFITTI E SERVIZI IMPRENDITORIALI
14,5
COMMERCIO ALL’ INGROSSO E AL DETTAGLIO
12,2
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA
9,9
INDUSTRIA MANIFATTURIERA
9,4
TRASPORTI , IMMAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI
9,0
RISTORANTI E HOTELS
7,8
FONTE : EIU , ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT: COUNTRY REPORT, SETTEMBRE
2004.
L’economia nazionale dipende in massima parte dal turismo,
che costituisce circa il 20% del PIL, e dai servizi finanziari legati alla
presenza di società off-shore.
La crescita economica dipende quindi soprattutto dall’andamento del
settore turistico: il calo dei visitatori nel 2002 e nel 2003 ha coinciso con
la frenata economica. Per il 2005 è prevista una ripresa del settore, favorita soprattutto dalle Olimpiadi di Atene.
. 53
Prima della divisione del territorio, l’economia dell’isola si fondava sull’agricoltura e il settore manifatturiero era poco sviluppato. In
seguito alla separazione, la comunità greca della Repubblica ha tentato
di favorire l’immigrazione dei cittadini greco-ciprioti presenti nel Nord
occupato, principalmente attraverso programmi governativi di sviluppo
edilizio, industriale e commerciale.
L’adozione di questa politica finalizzata alla trasformazione dell’economia
del Paese secondo il modello occidentale ha generato forti oneri a carico
del bilancio pubblico. Per questo motivo il settore primario si è notevolmente contratto contribuendo in misura sempre minore alla formazione del
PIL e favorendo l’industria manifatturiera e, soprattutto, il terziario.
Il 12,2% del territorio è destinato all’attività agricola che è finalizzata a soddisfare soprattutto il fabbisogno interno ed è praticata da
aziende di piccole dimensioni. I principali prodotti sono cereali (in particolare orzo e frumento) patate e agrumi; anche la produzione di uva e
olive è piuttosto consistente. L'allevamento di suini, ovini e caprini ha
una discreta rilevanza soprattutto per la fornitura di latte impiegato per
la produzione di formaggi e yogurt. Le risorse forestali forniscono il legname usato sia nel settore edilizio sia in quello dei combustibili. Anche
la pesca ha un certo peso nell’economia cipriota soprattutto per la raccolta di spugne.
Occorre non sottovalutare l’importanza del settore minerario,
in particolare per l’estrazione del rame, che nell’antichità ha reso l’isola
il principale fornitore dei Paesi del Mediterraneo, della pirite di ferro,
dell’amianto, del cromo e del gesso.
La politica economica governativa si propone di attrarre un
numero sempre maggiore di investitori e di capitali esteri, soprattutto
nel settore delle nuove tecnologie. Dopo una lieve flessione registrata
nel corso del 2002, l’affluenza di capitali da Paesi stranieri ha fatto registrare una netta ripresa nel 2003. Il governo, inoltre, si propone di
sfruttare il recente ingresso di Cipro nell’Ue per trasformare l’isola nella
piattaforma logistica strategica per il transito dei beni e dei servizi tra
l’Europa e il Medio Oriente.
. 54
2. Relazioni economiche internazionali
Dopo l’entrata di Cipro nell’Ue, gli operatori locali hanno cercato mercati alternativi a quelli statunitensi ed inglesi. Dall’analisi delle
importazioni riferite nei primi dieci mesi del 2002, infatti, Grecia, Italia,
Germania sono state classificate tra i primi Paesi fornitori e, anche per
quanto concerne i principali partner acquirenti, tra questi vi sono molti
Paesi dell’Ue a 15.
Dopo la decelerazione del 2002-2003, i dati più recenti indicano segnali di ripresa del commercio estero. Tutti i comparti produttivi
hanno evidenziato, infatti, indici superiori a quelli dello stesso periodo
dell’anno precedente.
Una ripresa dei flussi turistici e la forte crescita dell’edilizia hanno fatto
da traino ad attività ad esse collegate. L’ingresso nell’UE e la conseguente caduta delle barriere doganali sta, tuttavia, provocando difficoltà di
riduzione del deficit nazionale, mentre sembra essersi fermata la spinta
inflazionistica.
IL COMMERCIO ESTERO – 1998-2003 - MIGLIAIA DI STERLINE CIPRIOTE
ANNO
1998
1999
2000
2001
2002
2003
EXPORT TOTALE
551.1
542.991
591.894
628.029
511.277
476.799
IMPORT TOTALE
COMMERCIO ESTERO
20022003 %
-6,7
1.904.134 1.970.905 2.401.926 2.528.720 2.486.612 2.314.248
-6,9
2.455.844 2.513.824 2.993.790 3.156.749 2.997.889 2.791.047
-6,9
FONTE : SERVIZIO STATISTICO
-
MINISTERO DEL COMMERCIO E DEL TURISMO ,
2004.
Il commercio internazionale ha dato segnali di ripresa
nel 2004. I valori indicano la presenza di nuovi partner
emergenti come la Spagna e la Cina, e il ritorno di vecchi partner come Russia e Giappone.
L’Italia, dopo essere riuscita nel 2003 a mantenere le proprie
quote di mercato in un periodo di generale rallentamento dei flussi commerciali, ha registrato una crescita come quasi tutti i partner europei.
. 55
Tuttavia nessuna impresa italiana opera direttamente nel Paese ma attraverso la partecipazione ad imprese locali. Negli ultimi anni
non si sono aggiunte nuove partecipazioni azionarie a quelle già esistenti: la Miat Spa e l’Italcementi, che partecipa al Cementificio Vasiliko
detenendo il 33% delle azioni.
COMMERCIO ESTERO PER I SINGOLI PARTNER COMMERCIALI – 2003 - VALORE IN CYP
2.1 Import/export
Cipro, essendo un’isola di piccole dimensioni, è costretta ad
importare da altri Paesi materie prime e prodotti che non ha disposizione sul suo territorio. Il commercio è sempre stato, quindi, uno dei
settori più importanti dell’economia, tuttavia il suo valore nel 2003 ha
registrato una diminuzione del 7% rispetto al 2002.
Nel 2003 le esportazioni cipriote in tutto il mondo sono state
intorno a 500.000 CYP, con una flessione rispetto all’anno precedente
del 6,7%. Nello stesso anno il valore delle importazioni si aggirava intorno ai 2,3 ML di CYP, il 7% in meno dell’anno precedente.
L’export cipriota è maggiormente rivolto verso i Paesi
dell’Ue a 15, ed in particolare verso i mercati di Regno
Unito, Grecia e Germania. Quasi la metà del totale dell’export cipriota (ovvero il 49,5%) riguarda, infatti, i Paesi dell’Europa occidentale.
DISTRIBUZIONE DELLE ESPORTAZIONI PER AREE GEOGRAFICHE – 2003 – VAL. %
FONTE : ICE ,
2004.
Nonostante la questione cipriota sia ad oggi ancora irrisolta
(con le conseguenze economiche che ne derivano), l’economia della
parte greca risulta in crescita. Cipro, infatti, è una delle maggiori mete
turistiche europee, ma è anche un avanzato centro di servizi, in particolare per i settori bancario e delle telecomunicazioni.
L’isola è molto ricca e la qualità della vita (nella parte greca) è
molto alta, vicinissima agli standard qualitativi dei Paesi nordeuropei.
Gli ultimi dati del 2004 hanno evidenziato per tutti i comparti produttivi
indici superiori a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Una
ripresa dei flussi turistici e la forte crescita dell’edilizia hanno fatto da
traino alle attività collegate.
. 56
FONTE : ISTITUTO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI CIPRO ,
2004.
. 57
Il mercato dei Paesi arabi e quello dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, tuttavia, detengono ancora quote significative del totale delle
esportazioni (rispettivamente il 22% e il 7,8%). I Paesi asiatici di maggiore riferimento per il commercio estero cipriota sono la Giordania, il
Libano e l’Arabia Saudita, mentre i Paesi dell’Est interessati dalle esportazioni dell’isola sono Repubblica Ceca, Romania, Albania e Russia.
Dopo l’adesione all’Ue si sono intensificate, come già sopra accennato,
le esportazioni verso i Paesi Ue a 15 ed in particolare è aumentata la
quota italiana.
Per quanto riguarda le importazioni anche qui appare in modo
evidente la posizione favorita degli Stati dell’Ue a 15, rispetto agli Stati
Uniti o ad altri mercati significativi. Dopo l’entrata di Cipro dell’Ue, questa tendenza sembra accentuarsi.
I principali prodotti esportati dall’isola sono i prodotti farmaceutici, di abbigliamento, beni intermedi, sigarette e prodotti alimentari
come frutta e patate. L’esportazione dei prodotti dell’industria manifatturiera costituisce il 58% delle esportazioni cipriote anche se la loro
quota, nel 2003, è diminuita rispetto al 2002.
I mercati asiatici (Giappone, Cina, Israele, Tailandia, Taiwan ed
Hong Kong) rappresentano il secondo gruppo di fornitori dell’isola e la
loro quota di esportazioni nel Paese risulta essere più del 20% del totale delle importazioni nazionali. La quota dei Paesi dell’Europa dell’Est è
in lieve diminuzione rispetto al 2002 attestandosi intorno al 8% del totale delle importazioni. La Russia è il Paese fornitore più forte tra
questi, seguito dall’Ucraina.
DISTRIBUZIONE DELLE ESPORTAZIONI PER SETTORI DI PRODUZIONE – 2003 – VAL.%
I maggiori fornitori europei di Cipro nel 2003 sono stati
la Grecia, l’Italia, la Germania, l’Inghilterra e la Francia
(insieme hanno rappresentato il 55% del totale delle importazioni).
DISTRIBUZIONE DELLE IMPORTAZIONI PER AREE GEOGRAFICHE – 2003 - VAL.%
FONTE : ISTITUTO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI CIPRO ,
2004.
La quota dei prodotti agricoli grezzi e lavorati, invece, è rimasta la stessa negli ultimi anni e rappresenta il 21% del totale delle
esportazioni (in particolare per quanto vengono esportati succhi di arance patate, ma anche vini e formaggi).
. 58
FONTE : ISTITUTO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI CIPRO ,
2004.
. 59
E’ interessante notare come i mercati dei Paesi arabi (Egitto, Emirati Arabi,
Arabia Saudita e Siria), se pur in discesa, detengano una quota delle importazioni di Cipro (5%) più alta di quella degli Stati Uniti e del Canada insieme (4%). Anche questi ultimi due hanno un trend in discesa. Questo aspetto legato anche alla posizione geografica dell’isola ha facilitato (e faciliterà
oltremodo adesso che Cipro fa parte dell’Ue) l’espansione del mercato europeo (inclusi i Paesi esteuropei) rispetto alle importazioni cipriote.
I prodotti maggiormente importati nel Paese sono quelli intermedi e di consumo che occupano più della metà del totale con la quota
rispettivamente del 31% e del 29%.
Questa tipologia di prodotti è seguita dalle importazioni di attrezzature da trasporto, benzina e lubrificanti. Nel 2003 le importazioni di
materiali intermedi (settore manifatturiero) hanno raggiunto e oltrepassato
la quota delle 700.000 sterline cipriote registrando una lieve crescita rispetto all’anno precedente. Le importazioni dei beni di consumo sono
scese, passando da un valore di circa 700.000 sterline cipriote nel 2002 ad
un valore di 600.000 sterline l’anno successivo.
L’importazione di beni strumentali, invece, è nuovamente in salita raggiungendo il valore di oltre 250.000 sterline nel 2003, superando il valore del 2002.
DISTRIBUZIONE DELLE IMPORTAZIONI PER SETTORI DI PRODUZIONE – 2003 – VAL.%
2.2 I principali partner commerciali
L’orientamento geografico del commercio estero di Cipro sta
vivendo, negli ultimi anni, un significativa evoluzione. In quanto ex colonia britannica, dopo l’indipendenza, Cipro ha legato la propria
economia a quella britannica e di conseguenza al mercato statunitense.
Ancora oggi, il Regno Unito è tra i suoi principali partner (nel 2003 ha
ricoperto il terzo posto dopo Grecia a Italia).
Nel corso degli anni, l’economia del Paese si è orientata verso i mercati
asiatici ed europei, non disdegnando neanche il mondo arabo da cui proviene il 5% delle importazioni e dove esporta il 17% del totale dei prodotti. Questo è in parte dovuto alla posizione cipriota, da sempre favorevole alla causa palestinese.
Dopo l’inizio dei negoziati per entrare nell’Ue, la sua economia
si è rivolta principalmente ai mercati europei, in particolare quelli greco
(per ovvie ragioni storico-politiche) ed italiano (visto l’interesse comune
per l’espansione nell’area mediterranea) che nel 2003 sono risultati tra i
primi partner commerciali del Paese.
Una buona quota di mercato è detenuta dai giganti asiatici Cina e Giappone, mentre gli Stati Uniti ed il Canada
hanno mantenuto parte della loro fetta di mercato nell’isola nonostante il ri-orientamento dell’economia cipriota verso l’Europa.
Un discorso a parte meritano i Paesi esteuropei che hanno interessato l’economia cipriota sin dalla data della sua indipendenza. Dopo
l’entrata dei dieci nuovi Stati nell’Ue, probabilmente il rapporto economico che lega l’isola all’Europa dell’Est s’intensificherà ancora di più.
Gli Stati che un tempo erano sotto l’Unione Sovietica sono legati all’economia cipriota anche per il fenomeno delle ri-esportazioni,
fenomeno che nel 2003 ha raggiunto un valore di quasi le 300.000 sterline cipriote.
Le ri-esportazioni cipriote consistono in materiale che viene importato
dall’isola dai Paesi più poveri, a bassi costi, viene trattato nelle industrie
della Repubblica cipriota per venire poi esportato di nuovo a costi mag-
FONTE : ISTITUTO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI CIPRO ,
. 60
2004.
. 61
3. Il mercato del lavoro
giorati. I mercati maggiormente coinvolti da questo fenomeno sono i
Paesi dell’ex area sovietica, i Paesi asiatici e gli Stati Uniti.
TREND DELLE ESPORTAZIONI PER PAESI – 1999-2003 – IN MILIONI DI CYP
1. Popolazione, forza lavoro e occupazione
Al 1° gennaio 2004 la popolazione cipriota era composta da
864.000 individui, con una densità demografica pari a 93,3 abitanti per
kmq. L’87,7% dei cittadini appartiene alla comunità greca, il 12,3% alla
comunità turca. Una minima parte della popolazione è costituita da armeni e da altre minoranze etniche. Nel corso degli anni, sia la popolazione greca sia quella turca hanno mantenuto inalterati tradizioni e
costumi e hanno rafforzando il proprio senso di appartenenza alle rispettive comunità.
COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE CIPRIOTA AL 1° GENNAIO 2004
FONTE : ELABORAZIONI ICE SU DATI ONU - COMTRADE ,
2004.
POPOLAZIONE
VALORE ASSOLUTO
TREND DELLE IMPORTAZIONI PER PAESI – 1999-2003 – VAL. %
VALORE
%
TOTALE
864.000
100
GRECI
766.498
87,7
97.502
12,3
TURCHI
FONTE : EUROSTAT,
2004.
Dopo l'invasione turca del 1974, i flussi migratori hanno determinato una netta separazione geografica tra le due comunità: i greci occupano i due terzi dell'isola, la parte centrale e quella
meridionale, mentre i turchi si sono stabiliti oltre la “green line” nella
parte settentrionale.
Il 30% della popolazione, tradizionalmente impegnata nelle attività agricole, vive nelle aree rurali.
La città più popolosa è Nicosia, la capitale, che nel 2004 contava
188.800 abitanti; demograficamente rilevanti anche i centri portuali lungo la costa: Limassol e Làrnaca.
FONTE : ELABORAZIONI ICE SU DATI ONU - COMTRADE ,
. 62
2004.
. 63
La popolazione economicamente attiva (15-64 anni di età) ha
fatto registrare un notevole incremento marginale nel 2003 raggiungendo il 66,6% della popolazione totale (nel 2001 l’incidenza era del
65,9%).
Nel decennio 1993-2003, per colmare la pressione della
domanda di forza lavoro, il governo greco-cipriota ha
messo in atto una politica per l’occupazione dei cittadini
stranieri, perchè non erano disponibili determinate figure professionali.
Paesi che fino al 31 aprile 2004 erano membri dell’Ue. Nel 2000 il tasso
totale di occupazione nell’isola era del 65,7%, superiore di quasi due
punti percentuali al tasso dei Quindici (63,4%). Nel periodo considerato,
l’occupazione nella Repubblica cipriota è cresciuta fino a raggiungere,
nel 2003, il 69,2%.
TASSI DI OCCUPAZIONE A CIPRO E NELL'UNIONE EUROPEA PER GENERE – 2000-2003
2000
TASSI DI OCCUPAZIONE
2001
2002
2003
TASSO DI OCCUPAZIONE
Sulla base dei dati dell’ultimo censimento (2001) i lavoratori
stranieri presenti sull’isola risultavano 32.975, pari all’11,3% della forza
lavoro. Nel 33,4% dei casi si trattava di cittadini di uno dei quindici
Paesi dell’Unione, il 9,2% proveniva dalla Bulgaria e dalla Romania, lo
0,7% da una delle altre Nazioni dell’Allargamento e ben il 56,7% da
Paesi terzi. I lavoratori stranieri sono più giovani: mediamente hanno 35
anni rispetto ai 40 di quelli ciprioti.
Dal 2000 al 2003 l’incidenza dei lavoratori stranieri ha fatto registrare
un tasso di incremento annuale pari al 17,9%. Secondo le stime più recenti (2004) il numero di lavoratori provenienti da altri Paesi dovrebbe
rimanere costante e nel 2007 dovrebbe rappresentare il 12,7% della forza lavoro.
Dal 1990 l’occupazione è cresciuta costantemente, il tasso di occupazione è elevato, pari a circa il 70% della
popolazione in età lavorativa, ben al di sopra della media Ue.
L’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) ha raccolto
annualmente i dati relativi al mercato del lavoro dei diversi Paesi secondo
la metodologia internazionale elaborata in collaborazione con l’International Labour Office (ILO). I dati presentati fanno riferimento alla Repubblica ufficialmente riconosciuta in cui le attività di monitoraggio sono
iniziate nel 2000.
Prendendo in considerazione i dati della Repubblica cipriota,
dal 2000 al 2003, è possibile paragonarli a quelli relativi ai quindici
. 64
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
15
PAESI
65,7
67,8
68,6
69,2
63,4
64,1
64,3
N.D.
TASSO DI OCCUPAZIONE MASCHILE
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
15
PAESI
78,7
79,3
78,9
78,8
72,8
73,1
72,8
N.D.
TASSO DI OCCUPAZIONE FEMMINILE
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
FONTE : EUROSTAT,
15
PAESI
53,5
57,2
59,1
60,4
54,1
55,0
55,6
N.D.
2004.
Disaggregando il dato in base al genere, si evidenzia come il
tasso occupazionale maschile sia, per tutto il periodo, superiore alla
media europea: nel 2000 era pari al 78,7% (contro il 72,8% dell’Ue a
15) per raggiungere, l’anno successivo, il valore massimo di 79,3% (contro il 73,1% medio europeo).
Nel 2003 il 78,8% della popolazione maschile attiva cipriota aveva
un’occupazione.
Nel 2000 il 53,5% delle donne economicamente attive era occupato. Il valore era inferiore di solo 0,6 punti percentuali rispetto alla
media dell’Ue. Ma, già nel 2001, il tasso di occupazione femminile effettuava il “sorpasso” raggiungendo il 57,9% (contro il 55% dell’Unione),
l’anno seguente il 59,1% (contro il 55,6%) attestandosi, nel 2003, al
60,4%.
. 65
Nel 2002, solo il 7,2% dei lavoratori di Cipro aveva un
contratto che prevedeva un impiego part-time.
OCCUPAZIONE DIVISA PER SETTORI – VAL. %
2000
SETTORE
L’International Labour Office considera part-time quei soggetti
che svolgono la propria attività lavorativa da un minimo di 1 a un massimo
di 29 ore settimanali (contro il lavoro a tempo pieno che prevede 40 ore).
2001
2002
8,5
8,2
8,0
7,8
SECONDARIO
21,4
21,0
21,0
20,8
TERZIARIO
45,8
57,2
70,1
70,8
PRIMARIO
FONTE : MINISTRO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE DI CIPRO
L’utilizzo di questa forma contrattuale (7,2%) è notevolmente inferiore rispetto alla media (18,2%) delle altre Nazioni già parte dell’Unione.
Tale valore colloca la nazione al centro della graduatoria dei
dieci Paesi membri entrati nell’Ue il 1° maggio 2004. In Polonia, Lituania, Lettonia e Malta il contratto part time era già diffuso mentre in Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Slovenia ed Estonia questa forma
contrattuale è stata adottata molto poco.
2003
-
DIPARTIMENTO DEL LAVORO ,
2003.
Il settore che ha creato il maggior numero (più del 70%) di
posti di lavoro, anche nel 2003, è quello del terziario, mentre la domanda è cresciuta soprattutto nel campo delle costruzioni, dei trasporti e
della comunicazione.
Circa il 20% degli occupati lavora nel settore industriale e quasi l’8% in
quello agricolo.
TASSI DI DISOCCUPAZIONE E ETÀ MEDIA DI USCITA DAL MERCATO DEL LAVORO – 1999-2003
INCIDENZA DEL LAVORO PART-TIME – VAL.%
INDICATORI DI DISOCCUPAZIONE
2002
%
2001
UNIONE EUROPEA A
15
PAESI
2002
2003
TASSO DI DISOCCUPAZIONE
7,2
CIPRO
FONTE : EUROSTAT,
2000
OCCUPATI PART- TIME SUL TOTALE
18,2
2003.
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
15
PAESI
5,4
4,4
3,9
4,4
7,8
7,4
7,7
8,0
TASSO DI DISOCCUPAZIONE MASCHILE
CIPRO
Nel 2003 il tasso di occupazione è aumentato del 3,7%, mantenendosi attorno al 70%, un incremento costante è previsto per il
2005. La crescita più rapida riguarda le donne il cui tasso di occupazione è aumentato, sulla base dei dati della Labour Force Survey, del 5%
(mentre quello maschile del 2,7%).
UNIONE EUROPEA A
15
PAESI
3,2
2,9
3,0
4,0
6,7
6,5
6,9
7,3
TASSO DI DISOCCUPAZIONE FEMMINILE
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
15
PAESI
7,8
6,4
4,9
5,1
9,2
8,6
8,7
8,9
ETÀ MEDIA DI PENSIONAMENTO
La crescita dei servizi ha avuto ripercussioni nella distribuzione settoriale dell’occupazione. In particolare, si stima che il turismo dia
lavoro direttamente al 10% degli occupati e indirettamente al 20% degli
impiegati nei settori economici. Questo fenomeno ha generato carenze
di manodopera, soprattutto in alcune attività che richiedono una forte
specializzazione, e ciò potrebbe limitare la crescita economica del Paese
nei prossimi anni.
. 66
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
FONTE : EUROSTAT,
15
PAESI
N.D.
62,3
61,4
N.D.
N.D.
60,4
60,8
N.D.
2004.
Attraverso i dati raccolti dall’Eurostat è possibile analizzare l’andamento del tasso di disoccupazione del Paese dal 1999 al 2003, periodo
che ha registrato un decremento dell’1%. Il valore, infatti, è passato dal
. 67
5,4% nel 1999 al 4,4% nel 2003. Il dato della Repubblica risulta, in ogni
anno considerato, inferiore a quello medio dei Quindici; degno di nota è
il 2002, anno in cui Cipro ha registrato un tasso del 3,9% e l’Ue del 7,7%,
con una differenza di quasi quattro punti percentuali.
Una lettura dei valori disaggregati per genere evidenzia che la
disoccupazione maschile è aumentata costantemente dal 2001 (quando
ha toccato il valore minimo, pari al 2,9%) al 2003, anno in cui ha raggiunto il 4%.
Nonostante tale incremento, il tasso è sempre inferiore a quello delle
Nazioni dell’Unione a 15 che, nel 2003, era del 7,3%.
Al contrario, dal 2000 al 2003, la disoccupazione femminile si
è ridotta passando dal 7,8% al 5,1%. I valori risultano inferiori a quelli
europei in ogni anno considerato; in particolare, nel 2003, al 5,1% cipriota si contrappone una media dell’Unione pari all’8,9%.
Anche il tasso di disoccupazione giovanile presentava un valore inferiore a quello medio dei quindici Paesi dell’Ue. Nel 2003 il 10,4%
dei ragazzi ciprioti tra i 16 e i 25 anni non aveva un’occupazione mentre, nello stesso anno, la media europea raggiungeva il 15,4%.
si, questa tipologia di forza lavoro inattiva non cerca un'occupazione
per vari motivi:
• responsabilità personali o familiari che riguardano circa il 38,5% della
popolazione totale, ma più del 54,65% della forza lavoro femminile;
• maggiori difficoltà a ricollocarsi;
• vicinanza al pensionamento (45,3% dei casi);
• studi o corsi di formazione/aggiornamento (una minoranza).
Pur non essendo disponibili cifre attendibili, la disoccupazione
è più elevata nella parte settentrionale dell’isola. L’economia cipriota ha
portato il mercato del lavoro molto vicino alla piena occupazione per un
certo periodo di tempo (non sono disponibili dati per l’area settentrionale dell’isola). Tra il 1990 e il 1993, escludendo il 1991 a causa della
crisi del Golfo, sia l’offerta sia la domanda di lavoro sono aumentate significativamente. I posti di lavoro sono cresciuti in misura più che proporzionale rispetto alla stessa forza lavoro anche a causa del rientro,
proprio in quel periodo, di numerosi espatriati.
Questo fenomeno ha generato una grave carenza di manodopera e, di
conseguenza, il governo ha introdotto una politica mirata a incoraggiare
l’afflusso di lavoratori dall’estero. Già nel 1994, la manodopera proveniente da altre nazioni rappresentava il 6% del totale degli occupati.
INCIDENZA DELLA DISOCCUPAZIONE DEI MINORI DI 25 ANNI – 2003 - VAL.%
DISOCCUPATI CON MENO DI
25
ANNI
10,4
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
FONTE : EUROSTAT,
15
PAESI
15,4
2003.
La Repubblica di Cipro presenta il tasso di disoccupazione, sia totale sia disaggregato per genere e per età, più
basso rispetto agli altri nove Paesi entrati il 1° maggio
2004 nell’Unione europea.
Il problema della disoccupazione è molto sentito per la fascia
di popolazione attiva con più di 50 anni, che spesso fuoriesce dal mercato del lavoro prima dell’età pensionabile. Nella maggior parte dei ca-
. 68
L’alto tasso di sviluppo economico degli ultimi venti anni, dovuto principalmente al settore terziario, ha accresciuto le differenze regionali; la ricchezza si è concentrata nei centri urbani e nelle aree
costiere. La dipendenza delle aree rurali da un’agricoltura in declino e
l’assenza di forme alternative di occupazione ha contribuito allo spostamento dei cittadini verso le aree urbane e all’invecchiamento della popolazione nelle aree rurali.
Nello specifico, in 85 municipalità i pensionati costituiscono più del 50%
della popolazione locale. Nel 2001 il tasso di occupazione delle aree rurali era del 23%. I soggetti con un lavoro costituivano il 38,7% della popolazione locale (nel 42% dei casi pendolari con un lavoro nei centri
urbani). Questa situazione ha generato una sorta di migrazione interna
permanente. Il tasso di disoccupazione delle aree rurali è del 3,2%, comunque basso, e varia moltissimo fra le diverse regioni, superando in
alcuni casi il 10%.
. 69
Le aree prossime alla green line (che separa il territorio dalla
parte turca dell’isola) sono ugualmente arretrate, specialmente l’area urbana di Nicosia che, divisa dal 1974, ha visto la popolazione locale ridursi del 4,1% dal 1982 al 1992 e nello stesso periodo aumentare i
soggetti a rischio di disoccupazione strutturale e i lavoratori stranieri.
INCIDENZA DELLE IMPOSTE SUL SALARIO BASE
1999
ANNI
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
FONTE : EUROSTAT,
2. Regole e assetto del mercato del lavoro
15
PAESI
2001
2002
2003
16,5
16,7
17,0
17,2
18,5
39,1
38,6
37,7
37,8
N.D.
1999
2000
2001
2002
2003
27
26
27
26
26
16
16
15
16
16
2004.
DIFFERENZA RETRIBUTIVA PER GENERE*
ANNI
2.1 Costo del personale
2000
CIPRO
15
Nel 2002 un lavoratore dipendente a Cipro percepiva mediamente 10,74 euro per ogni ora lavorata.
Il costo del lavoro, più basso della media europea (pari a
22,21 euro), è tuttavia il più alto degli altri Paesi entrati nell’Unione europea nel 2004.
UNIONE EUROPEA A
COSTO DEL LAVORO E PRODOTTO PER OCCUPATO – 2002 - VALORI MEDI - IN EURO
L’Ufficio Statistico dell’Unione (Eurostat) ha elaborato un indicatore (denominato gender gap) per stimare quanto le donne guadagnino mediamente meno degli uomini e, quindi, calcolare la differenza
retributiva per genere.
Nel 1994 una donna cipriota guadagnava, per ogni ora lavorata, il 33% in
meno di un uomo; nel 1997 il gap si è ridotto al 27% per assestarsi, negli
anni successivi, al 26%. La differenza del compenso medio orario tra la
forza lavoro maschile e quella femminile risultava ancor più elevata confrontandola con il dato, relativo allo stesso anno, dei 15i Paesi membri
dell’Unione in cui una donna veniva pagata in media il 16% in meno rispetto ad un uomo con una differenza di ben nove punti percentuali.
CIPRO
U.E. A
15
COSTO DEL LAVORO
PER ORA LAVORATA
PRODOTTO
PER OCCUPATO
10,74
N.D.
22,21
57.600
FONTE : ISTITUTO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI CIPRO ; EUROPEAN TRAINING FOUNDATION ; EUROSTAT,
2003.
Nella Repubblica, l’incidenza delle imposte sul salario lordo è
sempre stata decisamente più bassa rispetto alla media dei Paesi già
membri dell’Unione. Nel 1999 le trattenute fiscali rappresentavano il
16,5% dello stipendio base cipriota e ben il 39,1% di quello europeo.
Nel corso degli anni successivi, tuttavia, il valore è cresciuto e, nel
2003, era pari al 18,5%. Tra il 1990 e il 1999, il salario reale è cresciuto
del 36%, con un ritmo più che proporzionale rispetto all’aumento della
produttività economica del Paese.
*SI
PAESI
TRATTA DELLA DIFFERENZA TRA LO STIPENDIO MEDIO ORARIO DEI LAVORATORI DIPENDENTI: SI OTTIENE SOTTRAENDO ALLO STIPENDIO
MEDIO DEGLI UOMINI QUELLO DELLE DONNE. IL VALORE È ESPRESSO COME PERCENTUALE DELLO STIPENDIO MEDIO ORARIO MASCHILE.
FONTE : EUROSTAT,
2004.
Nonostante il tasso di occupazione femminile dell’isola
sia decisamente elevato, una donna guadagna, a parità
di mansioni, più di un quarto in meno di un uomo.
2.2 Mobilità dei lavoratori
La mobilità dei lavoratori all’interno dell’isola è legata al fenomeno di spostamento dalle aree rurali a quelle urbane. Il territorio è
. 70
. 71
molto limitato e le migrazioni maggiori sono avvenute nel periodo immediatamente successivo alla divisione in due Repubbliche. Le restrizioni per l’ingresso e il transito dei lavoratori sono attuate nei confronti
dei cittadini stranieri. Infatti, il Governo della Repubblica di Cipro nega
l’ingresso a:
• titolari di passaporti dell’ex Iugoslavia che abbiano il timbro di rinnovo “Macedonia”;
• titolari di passaporti emessi illegalmente dall’entità secessionista, la
cosiddetta “Repubblica turca di Cipro del Nord”.
Ai cittadini di altre nazionalità che hanno timbri o visti della
“Repubblica Turca di Cipro del Nord” sul passaporto è permesso l’ingresso a Cipro esclusivamente dopo che le Autorità dell’Immigrazione
della Repubblica di Cipro abbiano cancellato i visti/timbri. Per le persone che abbiano intenzione di lavorare a Cipro si richiede il rilascio di un
permesso di lavoro da parte dell’Ufficio immigrazione e, in questo caso,
il visto d’ingresso non è necessario.
I punti d’ingresso nella Repubblica sono gli aeroporti di Larnaka e Pafos
e i porti di Larnaka, Lemesos (Limassol), Latsi e Pafos, situati nell’area
sotto l’effettivo controllo del Governo della Repubblica di Cipro.
L’ingresso nel territorio della Repubblica da qualsiasi altro porto o aeroporto in cui il Governo della Repubblica non esercita controllo effettivo
(zona occupata dai turchi) è illegale.
A. Elenco dei Paesi terzi ai cui cittadini è richiesto il visto:
Afghanistan, Albania, Algeria, Angola, Antigua e Barbuda, Arabia Saudita, Armenia, Azerbaigian, Bahamas, Bahrein, Bangladesh, Barbados, Bielorussia, Belize, Benin, Bhutan, Bosnia Erzegovina, Botswana,
Burkina Faso, Birmania/Myanmar, Burundi, Cambogia, Camerun, Capo
Verde, Ciad, Cina, Colombia, Comore, Congo, Corea del Nord, Costa
d’Avorio, Cuba, Dominica, Ecuador, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Eritrea,
Etiopia, Ex-Repubblica Iugoslavia di Macedonia (FYROM), Figi, Filippine,
Gabon, Gambia, Georgia, Ghana, Giamaica, Gibuti, Giordania, Grenada,
Guinea, Guinea-Bissau, Guinea Equatoriale, Guyana, Haiti, India, Indonesia, Iran, Iraq, Isole Marshall, Kazakistan, Kenya, Kiribati, Kuwait, Kirghizistan, Laos, Lesotho, Libano, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi,
Maldive, Mali, Marianne Settentrionali, Marocco, Mauritania, Mauritius,
Micronesia, Moldavia, Mongolia, Mozambico, Namibia, Nauru, Nepal, Ni-
. 72
ger, Nigeria, Oman, Pakistan, Palau, Papua New Guinea, Perù, Qatar, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica
Dominicana, Russia, Ruanda, Salomone, Samoa, Sao Tomè e Principe,
Senegal, Serbia e Montenegro, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sud
Africa, Sri Lanka, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sudan, Suriname, Swaziland, Siria, Tailandia, Tagikistan, Tanzania,
Timor Est, Togo, Tonga, Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Ucraina, Uganda, Uzbekistan, Vanuatu, Vietnam, Yemen,
Zambia, Zimbabwe.
Entità e Autorità territoriali di: Taiwan, Autorità Palestinese.
B. Elenco dei Paesi terzi ai cui cittadini non è richiesto il visto
per un soggiorno massimo di 90 giorni, e turisti “bona fide”, con nazionalità dei seguenti Paesi:
Andorra, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Bolivia, Brasile,
Brunei Darussalam, Bulgaria, Canada, Cile, Città del Vaticano, Corea del
Sud, Costa Rica, Croazia, Danimarca, El Salvador, Estonia, Finlandia,
Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Guatemala, Honduras, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malesia, Malta, Messico, Nicaragua, Norvegia, Nuova Zelanda,
Paesi Bassi, Panama, Paraguay, Polonia, Portogallo, Principato di Monaco, Repubblica Ceca, Romania, San Marino, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Stati Uniti d’America, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria, Uruguay
e Venezuela.
Regioni in amministrazione speciale della Repubblica di Cina: Hong
Kong S.A.R., Macao S.A.R.
C. Inoltre, il visto non è richiesto a:
• titolari di passaporto diplomatico, di servizio o altri passaporti ufficiali;
• membri dell’equipaggio civile aereo e marittimo;
• membri dell’equipaggio di volo e assistenti per voli d’emergenza o di
soccorso e qualsiasi altro aiutante in caso di disastri o incidenti;
• equipaggio civile di navi in acque internazionali;
• titolari di lasciapassare rilasciati dalle Nazioni Unite;
• studenti in gita scolastica, se accompagnati da un insegnante della loro
scuola;
• tutte le persone in possesso di un permesso di lavoro rilasciato
dall’Ufficio Migrazione;
. 73
• tutte le persone in possesso di un permesso di residenza, permanente o temporaneo, rilasciato dall’Ufficio Migrazione;
• tutte le persone in possesso di un permesso di studio.
L’acquis comunitario relativo alla libera circolazione dei lavoratori è del tutto raggiunto e la normativa nazionale prevede il mutuo riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali da
parte di tutti gli Stati dell’Unione.
Nessuno dei quindici Paesi già membri dell’Ue ha fatto
ricorso a “misure transitorie” che programmassero il numero di accessi consentiti nei propri mercati occupazionali: un cittadino cipriota può lavorare regolarmente in
qualunque altra Nazione europea.
3.3 Organizzazione del sistema formativo
Il sistema educativo del Paese si articola in tre livelli:
1. il ciclo d’istruzione di base (obbligatorio) della durata di nove anni,
che comprende sei anni di scuola elementare e tre di secondaria
media inferiore;
stato avviato un progetto per l’introduzione obbligatoria dello studio
dell’informatica, nei programmi dei cicli di studio primari e secondari inferiori. Nel 2003, nelle scuole del Paese erano presenti 180 laboratori informatici; di questi 120 disponevano di un accesso a internet.
Sempre nel 2003, il tasso netto di partecipazione scolastica dei giovani
tra i 12 e i 17 anni era stimato intorno al 90%. Nello stesso anno, il
79,5% dei ragazzi tra i 20 e i 24 anni aveva conseguito un diploma di
scuola secondaria superiore. Tale incidenza era più elevata della media
dell’Unione europea pari a 75,5%.
Nella programmazione prevista dall’European Employment Strategy il valore dovrebbe raggiungere l’85% nel 2010. Nell’anno accademico 20022003 il 64% dei diplomati ha continuato gli studi: il 23% a Cipro e il
41% in altri Paesi.
Il 32,4% della forza lavoro ha conseguito un titolo di studio
superiore, dato notevolmente alto soprattutto se confrontato con il
24,2% di media europea.
LAUREATI E INCIDENZA PERCENTUALE SUL PIL DELLA SPESA PUBBLICA
IN RICERCA E SVILUPPO - 2002
100 ABITANTI
(25-64 ANNI)
LAUREATI PER
CIPRO
UNIONE EUROPEA A
2. la scuola secondaria superiore che ha una durata di tre anni, gratuita negli istituti pubblici, e riguarda i giovani tra i 15 e i 18 anni. Può
essere generale (liceo) o specialistica (istituti tecnici e professionali);
3. i cicli d’istruzione superiori e, dal 1992, l’Università di Cipro. Per
questo livello sono presenti otto istituti pubblici e ventisette privati.
La riforma del sistema scolastico cipriota è iniziata, portando
nel 2000 all’implementazione del ciclo di studi liceali nel 2002. Entro il
2006 dovrebbero essere integrati nel programma formativo anche tutti
gli istituti professionali e tecnici.
15
PAESI
% DEL PIL PER
RICERCA E SVILUPPO
N.D.
0,28
21,8
1,98
FONTE : ISTITUTO STATISTICO DELLA REPUBBLICA DI CIPRO ; EUROPEAN TRAINING FOUNDATION ; EUROSTAT,
2003.
Nel 2002, lo Stato aveva destinato allo sviluppo e alla ricerca
lo 0,28% del PIL, percentuale molto bassa soprattutto se confrontata
con l’1,98% dei quindici Paesi membri dell’Unione. Nel 2003, alla scuola
dell’obbligo era stato assegnato il 6,7% del PIL.
La riforma scolastica è nata con lo scopo di incrementare la
mobilità e la flessibilità del mercato del lavoro. Contemporaneamente, è
. 74
. 75
3. Economia sommersa e lavoro nero
Sull’economia sommersa e l’impiego di lavoratori in nero sull’isola si sa pochissimo, la Commissione europea e gli altri organismi istituzionali non sono riusciti ad ottenere dati in merito. Secondo le stime
ufficiali, nel 2003 ben il 4,2% del PIL è stato ricondotto ad attività illegali.
(l’amnistia d’imposta o il condono fiscale) potrebbero indirettamente
contrastare il fenomeno dell’economia sommersa.
Riguardo allo sviluppo di azioni e di strumenti per rilevare l’entità del
fenomeno, come previsto dallo European Employment Strategy, è già
stato programmato un monitoraggio alla fine del 2005, contemporaneamente al Censimento delle imprese.
INDICATORI GENERALI SULL’ECONOMIA SOMMERSA E IL LAVORO NERO
4. Ser vizi per l’Impiego
INDICATORI
PROPORZIONE DEL LAVORO NON DICHIARATO
(%
VALORE
ANNO
4,2
2003
10.654
2002
DEL PIL )*
PIL PRO - CAPITE ( IN EURO )
TASSE INDIVIDUALI ( INCIDENZA PERCENTUALE )
TASSE CORPORATIVE / AZIENDALI ( INCIDENZA PERCENTUALE )
*
24
2003
N.D.
2002
RILEVATO ATTRAVERSO DIVERSE TECNICHE ( INCHIESTE UFFICIALI ECONOMICHE E INTERVISTE DIRETTE)
FONTE : COMMISSIONE EUROPEA
–DG
PER L’ IMPIEGO E GLI AFFARI SOCIALI ,
2004.
Il lavoro nero (soprattutto tra la forza lavoro inattiva e i disoccupati) tende ad essere un fenomeno particolarmente diffuso nei periodi
in cui il tasso di disoccupazione raggiunge livelli elevati o il potere d’acquisto dei lavoratori è molto debole. Dal momento che l’economia cipriota si trova in una condizione di quasi piena occupazione e con livelli
salariali superiori alla media europea, è ragionevole pensare che il fenomeno sia comunque piuttosto contenuto.
Tuttavia sono due le caratteristiche dell’economia cipriota che potrebbero generare le condizioni favorevoli allo sviluppo di forme di occupazione non regolare:
1. la diffusione di imprese molto piccole e/o a conduzione familiare;
2. l’aumento degli immigrati illegali.
La riduzione, se non la completa eliminazione, dell’evasione
fiscale attraverso l’aumento dei controlli da parte delle autorità competenti costituisce il principale strumento politico di contrasto al lavoro nero.
La semplificazione delle procedure per presentare la dichiarazione dei
redditi, anche attraverso l’ausilio del web, dei soggetti legali e la promozione di una particolare regolamentazione per i redditi non dichiarati
. 76
Le informazioni relative al sistema dei Servizi per l’impiego si
riferiscono solo allo Stato cipriota riconosciuto dalla comunità internazionale, membro dell’Unione europea dal 1° maggio 2004,
I Servizi pubblici per l’impiego sono un’articolazione del Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale e vengono denominati “Sezione per
l’occupazione e la formazione industriale, Dipartimento del Lavoro, Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale”.
Operano attraverso un ufficio centrale, con sede a Nicosia, 4
uffici del lavoro regionali e 2 uffici locali. Vi operano circa 90 dipendenti
e il ricorso a consulenti esterni avviene in base a specifiche esigenze.
La missione dei servizi è quella di realizzare:
l’incontro tra opportunità di lavoro e persone in cerca di occupazione;
promuovere la formazione professionale;
gestire ed erogare le indennità di disoccupazione e altri sussidi;
assistere i target svantaggiati;
raccogliere e divulgare informazioni e dati relativi al mercato del lavoro (disoccupazione, applicazione e impatto delle politiche occupazionali attive e passive) al fine di favorire la valutazione e l’identificazione
di problemi specifici;
• facilitare la mobilità geografica;
• fornire servizi di orientamento professionale e di consulenza.
•
•
•
•
•
Un cambiamento sostanziale è stato vissuto dai Servizi
per l’impiego dell’isola nel 2000 con l’introduzione di
un sistema informativo in rete per facilitare l’incontro tra
la domanda e l’offerta di lavoro.
. 77
4. Le Politiche per l’occupazione
Tale banca dati si proponeva di facilitare l’occupazione anche
ai lavoratori con alte qualifiche professionali. Secondo la rilevazione
ISFOL (2003) non è ancora prevista l’attuazione di servizi on line e di
strutture di autoconsultazione attraverso banche dati aggiornate con
curricula e opportunità di lavoro.
Ogni anno in base ai dati disponibili (2002), circa 16.552 soggetti in cerca di occupazione si sono iscritti alle liste di collocamento.
Contemporaneamente, presso gli uffici dei Servizi, sono state registrate
19.733 offerte di lavoro. Il periodo medio che intercorre dal primo contatto al reclutamento (periodo minimo domanda/offerta) è di 4,2 mesi.
Il processo di modernizzazione dei SPI, tuttora in una fase iniziale, riveste un ruolo essenziale nella prevenzione della disoccupazione
e nella riduzione di quella esistente. I servizi dovrebbero provvedere a
migliorare qualitativamente e quantitativamente la occupabilità della
popolazione attiva e facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro delle
donne senza un’occupazione. In base al piano strategico 1999-2003, seguito dal Nuovo Piano di Sviluppo Strategico 2004-2006, sono obiettivi
prioritari del governo la modernizzazione ed il potenziamento dei Servizi
pubblici per l’impiego.
In particolare sono in corso azioni per sviluppare strutture che
contribuiscano ad attuare una strategia preventiva ed orientata all’occupabilità, e quindi un sistema di servizi flessibile e decentrato, in grado
di erogare servizi di alta qualità alle specifiche realtà locali e a specifiche categorie di persone (donne, lavoratori anziani e altri target svantaggiati). Questo obiettivo comporta:
• l’aumento degli uffici di collocamento locali;
• la ristrutturazione e l’informatizzazione degli uffici;
• l’introduzione di sistemi di autoconsultazione;
• l’apertura, entro il 2005, di un sito web dedicato.
Per il periodo 2004-2006, al programma di modernizzazione
sono stati destinati circa 10 ML di euro, grazie al contributo del Fondo
sociale europeo.
Nell’isola sono, inoltre, presenti numerose agenzie private per l’impiego
che si occupano in particolare dei lavoratori altamente qualificati e del
collocamento dei lavoratori stranieri.
. 78
1. La strategia europea per l’occupazione...
Le priorità assolute della politica europea per l’occupazione e
della politica sociale che tutti i Paesi membri devono tenere presenti
nell’aggiornamento e nella modernizzazione della propria legislazione in
materia di mercato del lavoro sono fondamentalmente tre: più lavoro,
migliori condizioni e pari opportunità.
Tale ambizioso obiettivo deve essere raggiunto senza che nessuno degli
attuali 25 membri rimanga indietro rispetto agli altri e per questo
l’Agenda per la politica sociale mira a collegare tra loro le politiche economica, occupazionale e sociale.
Saranno necessari ancora ingenti investimenti in risorse umane, al fine
di accrescere il numero di persone in possesso delle competenze professionali di cui l’economia ha bisogno, migliorare la qualità della formazione e la capacità delle persone di adattarsi ai cambiamenti. Una
forza lavoro ben addestrata, qualificata e adattabile svolge infatti un
ruolo importante nella crescita economica e costituisce al tempo stesso
una risposta a tre grandi problematiche che l’UE deve affrontare: disoccupazione, povertà ed esclusione sociale.
La Strategia Europea per l’Occupazione (SEO), introdotta con il
summit di Lussemburgo del 1997, ha come obiettivo quello di mettere
l’Unione nelle condizioni di trovare la piena occupazione rafforzando,
entro il 2010, la coesione sociale. Traducendo questo in cifre, le misure
che i singoli Stati Membri adotteranno, dovranno portare, entro tale data, il tasso di occupazione dell’Unione dall’attuale 64% al 70%, mentre
più recentemente (Consiglio Europeo di Stoccolma del marzo 2001) sono stati fissati gli obiettivi intermedi per l’anno 2005, del 67% globale e
57% per le donne. Raggiungere questo traguardo significa creare, sempre entro il 2010, 20 milioni di posti di lavoro nell’UE dei 25 (tra il 1999
e il 2003 nell’UE a 15 ne sono stati creati sei milioni).
. 79
Al di là delle linee di orientamento generale, gli sforzi della Ue
puntano al rafforzamento dei seguenti punti:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
strategia coordinata per l’occupazione;
qualità del lavoro;
ruolo del FSE;
formazione e apprendimento per tutto l’arco della vita;
mobilità;
rapporto tra politica di immigrazione e occupazione;
coinvolgimento maggiore dei lavoratori nella gestione dei cambiamenti;
salute e sicurezza sul lavoro;
ambiente di lavoro e rapporti di lavoro;
responsabilità sociale delle imprese.
Con le decisioni prese nel Consiglio di Barcellona del 2002 si
conferma l’obiettivo fondamentale della piena occupazione e si raccomanda il rafforzamento della SEO come strumento della strategia di Lisbona, nell’Unione allargata.
Sulla base di tali direttive ogni anno il Consiglio Europeo definisce le
priorità comuni e gli obiettivi individuali delle politiche occupazionali degli Stati Membri. Le strategie perseguite hanno come finalità la creazione
di posti di lavoro, la loro qualità, un migliore equilibrio tra le esigenze
dell’attività professionale e quelle della vita privata, un invecchiamento
attivo, nonché di garantire che l’origine etnica, il sesso o le disabilità
non limitino le possibilità di trovare un impiego. Ogni governo dell’Unione Europea elabora così ogni anno il proprio Piano d’Azione Nazionale
(NAP) che precisa le modalità di tali orientamenti. Nel NAP ogni Paese
definisce le misure in grado di tradurre in azioni le linee direttrici della
SEO. Inoltre il documento descrive i progressi realizzati negli ultimi 12
mesi e indica le misure previste per i 12 successivi risultando così, al
contempo, strumento di pianificazione e di monitoraggio delle politiche
per l’occupazione.
2. …e le misure adottate dal governo di Cipro
L’organismo istituzionale responsabile per la promozione e
l’attuazione delle politiche occupazionali è il Ministero del Lavoro e del-
. 80
la Sicurezza Sociale e, all’interno di questo, il Dipartimento del Lavoro.
Il Ministero ha già adottato tutte le misure previste dall’Unione europea
(European Employment Guidelines).
L’obiettivo principale previsto dal governo è il raggiungimento e il mantenimento della piena occupazione attraverso politiche che incentivino
l’occupabilità della forza lavoro e la crescita economica del Paese oltre
ad aumentare la flessibilità del mercato del lavoro.
Nel 2004, i dati riportati nel Piano di Sviluppo Strategico stimano un aumento dell’occupazione dell’1,2% e un decremento del tasso
di disoccupazione pari al 3%. Il piano strategico per lo sviluppo economico della Repubblica prevede l’alfabetizzazione informatica di tutti gli
attori del mercato del lavoro, una nuova gestione amministrativa e organizzativa del sistema occupazionale, il miglioramento del sistema educativo e la promozione dei processi di formazione continua.
Le due principali istituzioni del mercato del lavoro sono i Servizi
pubblici per l’impiego che operano sotto la supervisione del Dipartimento
del Lavoro e un’organizzazione semigovernativa, l’Autorità per lo sviluppo
delle risorse umane (Human Resource Development Authority – HRDA).
La creazione di posti di lavoro e il miglioramento della produttività nazionale rappresenta la questione più urgente e andrebbe affrontata attraverso una strategia globale centrata sulle quattro priorità
stabilite dalla Commissione europea:
1. adattabilità;
2. attrazione di un maggior numero di persone sul mercato del lavoro;
3. miglioramento qualitativo dell’occupazione;
4. investimento nel capitale umano.
Per realizzare questo programma lo Stato deve impegnarsi a
migliorare la capacità di adattamento di lavoratori e imprese, promuovendo flessibilità e ottimizzando le condizioni di sicurezza sul lavoro. Il
maggiore investimento sul capitale umano riguarda soprattutto la garanzia di attuazione di una serie di riforme che migliorino il livello di istruzione della manodopera, favoriscano l’apprendimento permanente e
promuovano la partecipazione alla formazione con lo sviluppo dei fondi
inter-professionali.
. 81
La popolazione attiva dovrebbe sentirsi incentivata a entrare e
a rimanere nel mercato del lavoro il più a lungo possibile, grazie a politiche per l’occupazione che favoriscano il cosiddetto “invecchiamento
attivo” e la messa a disposizione di servizi personalizzati per tutti coloro che cercano lavoro.
7. incentivare la cooperazione tra i diversi attori e promuovere il dialogo sociale tra le parti per rendere più stabile la politica occupazionale e lo stesso mercato del lavoro.
2.1 Politiche attive per l’impiego
Il National Action Plan prevede maggiori investimenti nel
capitale umano e, in particolare, nella formazione dei lavoratori meno qualificati e più anziani.
Nell'ultimo rapporto sul Paese la Commissione ha raccomandato la liberalizzazione del mercato dei servizi pubblici e la garanzia di
una maggiore autonomia per le compagnie di proprietà statale. Inoltre
lo Stato è tenuto a garantire:
• finanziamenti appropriati per anziani e pensionati migliorando le politiche di protezione sociale;
• riconoscimento e parificazione delle nuove competenze professionali;
• sistemi di incentivazione al lavoro per i portatori di handicap;
• miglioramento del sistema scolastico (strutture e servizi);
• alloggi dignitosi e salute, principalmente per i gruppi socialmente svantaggiati.
Per fare questo le istituzioni hanno previsto sei fondamentali
interventi da attuare entro il 2006:
1. incentivare la forza lavoro e le imprese alla professionalizzazione e
formazione continua;
2. conciliare, attraverso l’adozione di politiche attive, la crescita economica, l’aumento dei posti di lavoro e delle opportunità di inserimento professionale;
3. aumentare la domanda di lavoro per le professioni legate al settore
dell’information tecnology;
4. facilitare l’incontro con i datori di lavoro, pubblici e privati, e la partecipazione economica dei soggetti che, pur facendo parte della forza lavoro, risultano economicamente inattivi (donne, lavoratori con
più di 55 anni, disabili);
5. sviluppare una cultura progettuale delle amministrazioni centrali che
faciliti il raggiungimento dei precedenti obiettivi, la realizzazione e il
monitoraggio delle misure adottate;
. 82
La Commissione europea, nell’individuare le priorità per la Repubblica di Cipro, ha tenuto conto del fatto che il tasso di occupazione
nazionale è superiore alla media dell’Unione a Quindici e che l’incidenza
di lavoratori stranieri, occupati nella maggior parte dei casi in lavori
temporanei, è aumentata in modo significativo durante gli anni Novanta
per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.
La Commissione, affinché la Repubblica di Cipro possa restare
a pieno titolo nell’Unione europea, ha fatto le seguenti raccomandazioni:
• aumentare la capacità d’innovazione e la diversificazione del settore
dei servizi;
• favorire l’occupabilità femminile: le misure in questo senso dovrebbero prevedere un miglioramento delle strutture dedicate ai bambini, l’aumento della partecipazione delle donne alle azioni di formazione e una
maggiore incentivazione del lavoro a tempo parziale;
• riesaminare le politiche collegate all’occupazione della manodopera
straniera sia in merito al suo contributo alla flessibilità del mercato del
lavoro sia in materia di diritti e di opportunità dei lavoratori migranti;
• rafforzare le misure attive mirate per disabili, anziani e donne alla ricerca di impiego;
• implementare e modernizzare i servizi pubblici per l’occupazione;
• aumentare gli investimenti nel capitale umano e nella sua formazione
continua attraverso lo sviluppo di una strategia nazionale complessiva
di apprendimento permanente. Questa programmazione dovrebbe contribuire a ridurre l'abbandono degli studi, migliorare i legami tra l’insegnamento di base e la formazione continua e garantire una maggiore
partecipazione alla formazione.
. 83
La facilitazione dell’accesso al mercato del lavoro per le
donne rappresenta un elemento centrale nella strategia
complessiva del Paese per migliorare la qualità della
forza lavoro.
FSE (Fondo Sociale Europeo) basati sull’individuazione del target, su un
approccio individuale personalizzato di orientamento e tutoraggio e sull’esperienza diretta in un’impresa. Hanno partecipato a questi programmi circa 2.000 persone per una spesa di 4,4 milioni di euro.
Incoraggiare e supportare le donne a mantenere, riprendere o
iniziare un’attività significa fornire gli strumenti e creare le possibilità
per conciliare vita lavorativa e vita privata e familiare. Le norme, la politica e i programmi dei servizi sociali già prevedono misure in tal senso:
una particolare attenzione è stata rivolta alle donne che hanno figli o
altri familiari a carico (anziano e/o disabili).
Il Nuovo programma per la Promozione della formazione e dell’occupabilità dei giovani con diploma di scuola secondaria si propone di
aiutare i giovani laureati e diplomati, che non hanno lavorato per più di
nove mesi dopo il conseguimento del titolo, a trovare un’occupazione in
linea con le competenze acquisite. Prevede colloqui individuali per rilevare capacità e conoscenze del ragazzo e individuare le possibilità di inserimento professionale più idonee. Inoltre, organizza dei corsi mirati a
colmare i gap formativi e, nel caso di specifici profili professionali, il progetto prevede l’attivazione di corsi mirati o di tirocini presso le aziende.
Le politiche nazionali relative all’occupazione di soggetti disabili assicurano uguali diritti e parità di trattamento; tuttavia in molti posti di lavoro le strutture non sono ancora del tutto adeguate ai lavoratori
portatori di handicap e, inoltre, è necessario aumentare e implementare i
programmi di formazione e di riabilitazione per questi ultimi. L’Act for
People with Disabilities, che promuove e ribadisce l’importanza dell’inclusione sociale e il principio di non discriminazione, fa particolare riferimento al mercato del lavoro e, con le direttive di adeguamento della
normativa nazionale a quella europea (2000/43EC e 2000/78/EC), prevede l’istituzione di particolari istituti che contribuiscano all’effettiva integrazione di questi soggetti nell’ambito occupazionale.
Il ruolo del sistema educativo nel mercato del lavoro
Dato il basso tasso di disoccupazione dell’isola, fino al 2000 il
sistema formativo era orientato sostanzialmente a compensare la mancanza di formazione adeguata piuttosto che ad aumentare l’occupabilità
dei soggetti disoccupati o inattivi. All’interno della nuova strategia nazionale per la promozione dell’occupazione, il graduale sviluppo di programmi educativi e formativi, indirizzati a soggetti specifici, ha rivestito
un’importanza centrale.
Nel 2004 sono stati avviati tre nuovi programmi (per disoccupati, per la forza lavoro femminile e per i giovani con laurea o diploma)
finanziati dall’HRDA (Agenzia per lo sviluppo delle risorse umane) e dal
. 84
L’HRDA compie periodicamente ricerche e studi sul mercato del
lavoro per rendere sempre più efficaci i percorsi formativi e promuove
Programmi di studio o di formazione continua basati sulle esigenze dell’offerta di lavoro.
La partecipazione ai programmi formativi promossi dall’Agenzia HRDA è
aumentata notevolmente nel corso degli anni passando da circa 14.300
soggetti nel 1993, a 27.800 nel 1997 e 34.390 nel 2003.
Sulla base dei dati rilevati dalla Labour Force Survey il 7,9% della forza
lavoro ha partecipato a un corso di formazione o di specializzazione. Tra
il 2004 e il 2006 l’HRDA prevede di coinvolgere 114.725 soggetti (il 16%
in più rispetto al periodo 2001-2003), occupati e non, nei propri progetti formativi ideati per rispondere all’adeguamento delle competenze della forza lavoro.
Le attività promosse dalla HRDA sono finanziate attraverso il Fondo per
lo sviluppo delle risorse umane in cui le imprese e le organizzazioni semi-governative devono versare ogni anno lo 0,5% del proprio profitto.
Il sostegno allo sviluppo delle imprese e ai progetti locali
Per creare nuovi posti di lavoro il National Action Plan (NAP)
2004-2006 prevede di rafforzare le imprese private e promuovere l’autoimpiego anche con l’obiettivo di aumentare la competitività comples-
. 85
siva dell’economia cipriota che deve però necessariamente passare attraverso una modernizzazione delle imprese stesse. I principali obiettivi
proposti nel NAP sono:
1. attirare e facilitare l’ingresso di capitali stranieri per investimenti diretti;
2. incentivare la formazione e la specializzazione delle risorse umane;
3. creare una rete informativa tra le imprese per facilitare la comunicazione e la cooperazione;
4. attivare un sistema di controllo della qualità che garantisca imprenditori e consumatori.
Nel bilancio del 2004 sono stati previsti più di 5 ML di sterline
cipriote per promuovere l’adeguamento tecnologico e informatico del
settore manifatturiero e una serie di incentivi economici per l’apertura di
nuove industrie nelle aree rurali del Paese.
E stata attivata nel luglio del 2004 l’azione di rafforzamento
dell’imprenditorialità giovanile per finanziare gli imprenditori più giovani
(tra i 20 e i 39 anni).
Date le dimensioni del territorio nazionale, una politica che possa essere definita regionale non è mai stata avviata. A Cipro, sono presenti servizi governativi che si occupano della pianificazione economica, nelle
città e nelle campagne, sotto la supervisione dei Comuni (Municipalità),
ma non sono state predisposte misure specifiche per affrontare il problema delle disparità regionali.
L’Agenzia di pianificazione, responsabile dello stanziamento di
fondi, sta tuttora definendo una serie di misure, come previsto dall’Unione europea. La tanto attesa unificazione dell’isola, date le forti disparità esistenti tra le due repubbliche, darebbe luogo a forti pressioni
interne per lo sviluppo di una politica regionale.
Per ridurre le disparità occupazionali regionali il Paese si propone di:
1. creare le condizioni favorevoli per promuovere l’attività del settore
privato e l’investimento nelle regioni economicamente arretrate;
2. assicurare che il supporto pubblico alle regioni arretrate sia focalizzato sullo sviluppo delle risorse umane, sulla formazione e sull’adeguamento delle infrastrutture.
. 86
Nel NAP 2004-2006 vengono promosse alcune misure per ristabilire l’equilibrio economico, o per lo meno per ridurre la disparità
tra le aree urbane e quelle rurali e, soprattutto, per interrompere la tendenza al declino di alcune delle aree urbane svantaggiate. In particolare
gli obiettivi strategici includono:
• il rafforzamento delle autorità di governo locale;
• la convergenza del livello di sviluppo e gli introiti (redditi) fra le aree
urbane e rurali;
• la ripresa economico-sociale dei centri urbani meno favoriti;
• il rafforzamento della competitività economica locale.
Per sviluppare l’economia nelle zone arretrate sono state avviate una serie di attività volte a rivitalizzare l’economia delle aree rurali
aumentandone la competitività, aggiornando e modernizzando la produzione e la distribuzione dei prodotti agricoli e sfruttando forme alternative di attività economiche (come per esempio il turismo rurale), al fine
di creare nuove opportunità di lavoro. Il miglioramento della qualità della vita nelle comunità rurali, con la promozione e la creazione di nuove
infrastrutture, servizi di trasporto e servizi sociali, rappresenta una condizione necessaria per trattenere la popolazione locale e, in particolar
modo, per evitare un esodo di giovani.
Gli obiettivi stabiliti per migliorare la condizione della regione
di Nicosia sono:
• ridurre e possibilmente eliminare l’esclusione sociale della popolazione locale;
• promuovere l’attività imprenditoriale e l’innovazione per creare possibili opportunità di lavoro;
• incrementare la qualità della vita per la popolazione locale;
Per raggiungerli il governo e le istituzioni locali hanno individuato tre obiettivi su cui concentrare gli sforzi:
1. sviluppare la competitività delle risorse umane e migliorare i servizi
sociali;
2. stimolare le attività commerciali e private;
3. adeguare e modernizzare gli edifici e le strutture pubbliche.
. 87
Inoltre, il processo di modernizzazione dei Servizi pubblici per
l’impiego prevede la graduale creazione di 10 uffici di collocamento locali, due dei quali nelle aree svantaggiate. Al contempo i centri per i più
giovani, in queste zone, dovrebbero essere attrezzati adeguatamente
per offrire sportelli self-service per l’accesso alle banche dati e alle informazioni sulle offerte di lavoro e sui corsi di formazione.
Il decentramento amministrativo porterebbe al rafforzamento di Distretti
e Comuni consentendo di rispondere ai bisogni dei disoccupati più rapidamente ed efficacemente. In questo modo, inoltre, si otterrebbe un
coinvolgimento maggiore delle autorità locali nello sviluppo di politiche
attive per l’occupazione.
L’aumento dell’autonomia amministrativa delle istituzioni locali dovrebbe consentire:
• l’istituzione di strutture comuni fra municipi e distretti per elevare la
qualità dei servizi erogati;
• la possibilità di promuovere iniziative commerciali regolate direttamente dall’amministrazione locale;
• l’aumento della quota statale versata alle autorità locali per i piani di
sviluppo.
2.2 Politiche passive per l’occupazione
Il numero di soggetti che ricevono assistenza diretta da parte
dello Stato è gradualmente, ma costantemente, aumentato. Nel 1980 si
trattava di 6.276 persone, nel 1990 di 8.020 e, alla fine del 2001, i beneficiari di una delle forme di assistenza pubblica legata all’occupazione
erano 15.386.
Nel 18,2% dei casi si tratta di soggetti tra i 18 e i 40 anni (di
cui circa la metà con meno di 30 anni). Una così alta incidenza di giovani beneficiari insinua il dubbio che a Cipro molti disoccupati non siano
incentivati a cercare un’occupazione proprio per fruire dei sussidi pubblici incappando nella cosiddetta benefit trap.
I contributi sociali, però, sono inferiori a quelli delle altre Nazioni con
lo stesso livello di sviluppo economico e ammontano a circa il 5%
del Prodotto Interno Lordo, mentre la media europea oscilla tra il
14% e il 14,5%.
. 88
Il tasso di contribuzione socio-assistenziale per un impiegato è
rimasto invariato dal 1980 e corrisponde al 16,6% del suo reddito fino a
un massimo di 412 sterline cipriote a settimana o 1.785 CYP al mese. Il
6,3% è a carico dal lavoratore e il 4% è versato dal Fondo creato appositamente dal Ministero del Lavoro.
La legge che regola l’assistenza pubblica, in vigore dal 1991,
ha previsto forme di agevolazione per i genitori soli o i soggetti che
hanno a carico persone anziane o disabili. In particolare:
• una parte del reddito di questi soggetti non è trattenuta per le spese
di assistenza sociale che in ogni caso resta loro garantita;
• possono usufruire di un permesso di lavoro per “motivi di cura”, della
durata massima di un mese, per stare vicino a un familiare in cattive
condizioni di salute;
• lo Stato o associazioni e imprese private forniscono forme di assistenza domestica;
• lo Stato o associazioni e imprese private forniscono servizi di assistenza o residenziali riservati a bambini e a parenti disabili o molto anziani.
Entro il 2010, secondo il NAP, l’età di pensionamento, fissata
intorno aii 59/60 anni nel 2001, dovrebbe aumentare di cinque anni.
Affinché si raggiunga questo obiettivo, e la popolazione attiva rimanga
più a lungo sul mercato del lavoro, occorre eliminare tutti quei fattori
che potrebbero incentivare le uscite premature dal mercato del lavoro,
attraverso la riforma del pensionamento anticipato e incoraggiando i
datori di lavoro ad assumere lavoratori più anziani.
Durante gli ultimi dieci anni, il mercato del lavoro non ha fatto registrare particolari problemi, tuttavia il graduale invecchiamento della popolazione avrà notevoli ripercussioni sul mercato del lavoro.
Secondo il Labour Force Survey, l’incidenza dei cittadini
con più 60 anni sul totale della popolazione, raggiungerà
il 23,1% nel 2028 rispetto al 15,7% registrato nel 2003.
Inoltre la percentuale di bambini sotto i 15 anni è passata dal
25,4% nel 1992 al 20,9% nel 2002, mentre sempre nello stesso periodo,
il numero di individui sopra i 65 anni è aumentato dall’11% all’11,8%.
. 89
Senza dubbio questa tendenza genererà un’ulteriore pressione sulle dinamiche socio-demografiche, sulla sostenibilità dell’attuale sistema di
sicurezza sociale cipriota, così come sul sistema infrastrutturale sanitario e sulle altre forme di assistenza. Le donne con più di 50 anni economicamente inattive rappresentano la fonte principale del potenziale
incremento della forza lavoro nell’isola.
L’età media in cui un soggetto esce dal mercato del lavoro segue una chiara tendenza all’abbassamento: indicativamente nel 2001
era pari a 62,3 anni e nell’anno successivo è scesa a 61,4 anni. L’età del
pensionamento nel settore pubblico è di 60 anni e nel settore privato è
compresa fra i 60 e i 65 anni.
Varie disposizioni normative relative alla regolamentazione dell’Assicurazione Sociale stanno tentando di prolungare l’età di uscita dal mercato
del lavoro, affinché le persone che percepiscono una pensione di anzianità o di reversibilità (pensione di un coniuge o di un familiare deceduto), possano essere impiegate senza che ciò intacchi i diritti acquisiti.
Uno dei sistemi di incentivo prevede che i lavoratori possano richiedere
la sospensione della pensione di anzianità fino al raggiungimento dei
68 anni di età, vedendo aumentare la stessa dello 0,5% al mese.
Sulla base dell’analisi relativa all’utilizzo del Fondo di previdenza sociale e all’attuabilità del Programma di Convergenza di Cipro
per il periodo 2003-2007, è stato proposto di alzare gradualmente l’età
pensionabile fino a 65 anni, considerando la possibilità di estenderla fino al compimento del sessantasettesimo anno di età. Da notare che nel
settore pubblico ci sono ancora incentivi al pre-pensionamento dei dipendenti a partire dall’età di 56 anni.
Per incentivare i lavoratori più anziani a mantenere un’occupazione, o a reinserirsi nel mercato del lavoro, sono stati previsti anche
appositi programmi come l’Azione per l’autoimpiego delle persone anziane avviato dal Servizio sociale nazionale nel novembre 2001. Il progetto si propone di offrire un servizio di consulenza e di reinserimento
nel mercato del lavoro per i soggetti con più di 63 anni.
soggetti a rimanere il più a lungo possibile operativi all’interno del mercato del lavoro anche se il dato relativo alle vittime di incidenti sul posto di lavoro (2.086) per l’anno 2003 non è incoraggiante.
A partire dal 2000, sono state varate numerose riforme nel campo della
sicurezza attraverso l’adeguamento della normativa nazionale a quella
comunitaria, l’avvio di azioni per ridurre al minimo le possibilità di incidenti. Tra questi vanno ricordate quelle volte a:
• aumentare la responsabilità e l’autorità del Dipartimento d’Ispezione
per il Lavoro con l’assunzione di ispettori e professionisti, in qualità di
consulenti esterni, per verificare l’idoneità e la sicurezza dei posti di
lavoro;
• incentivare le imprese ad adottare il Risk Management System (sistema di sicurezza riconosciuto come standard internazionale);
• aumentare la quota di finanziamento pubblico destinato al Centro per
la Salute e la Sicurezza sul Lavoro consentendo di aumentare i contributi per l’organizzazione di programmi educativi su vasta scala, distribuire materiale informativo e organizzare adeguate campagne di prevenzione;
• inserire e attivare un presidio medico in tutti i luoghi di lavoro per
monitorare periodicamente lo stato di salute dei dipendenti;
• rendere obbligatorio lo studio della relazione tra salute e sicurezza nei
curricula formativi della scuola dell’obbligo;
• cooperare con gli istituti scolastici secondari superiori e con l’Università
per promuovere attività di ricerca sulle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori;
• sviluppare la cooperazione tra il Dipartimento d’Ispezione per il Lavoro,
i Sindacati, i rappresentanti delle imprese, i professionisti e le associazioni scientifiche per migliorare le condizioni di lavoro, soprattutto a
livello informativo.
Il governo cipriota, con l’adozione di queste misure, conterebbe di ridurre entro il 2010 di circa il 15% gli incidenti sul lavoro, avvicinandosi così, anche in questo campo, alla media Ue.
La garanzia del rispetto dei diritti alla sicurezza e alla salute
sul posto di lavoro rappresenta l’elemento fondamentale per motivare i
. 90
. 91
5. Rapporti bilaterali Italia - Cipro
1. Relazioni politiche ed economiche
Numerosi incontri tra i rappresentati istituzionali dei due Paesi
hanno animato negli ultimi anni le relazioni bilaterali italo-cipriote. Nel
gennaio del 2001 si è avuta la visita a Nicosia dell’ex-Sottosegretario
agli affari esteri Umberto Ranieri nonché le consultazioni tra l’ex Segretario Generale Umberto Vattani ed il suo omologo Michalis Attalides
(febbraio 2001). Durante la visita a Cipro dell’allora Sottosegretario di
Stato On. Umberto Ranieri, il Ministro Kasoulides aveva proposto la
creazione di un gruppo misto di esperti incaricati di predisporre un Memorandum of Understanding sulla cooperazione tra Italia e Cipro in materia di lotta alle attività criminose.
Questa proposta è successivamente sfociata nell’Accordo bilaterale di Riammissione degli immigrati clandestini, firmato nel giugno del 2002 in occasione della visita
a Cipro del Ministro dell’Interno Claudio Scajola.
La collaborazione italo-cipriota, intesa a creare un sistema di
allerta precoce, s’inserisce anche nel contesto di quella attuata a livello
multilaterale nell’ambito dell’iniziativa Adriatica cui Cipro è stata invitata
a partecipare.
Sempre 2002 si sono susseguiti una serie di colloqui a livello governativo con le visite a Nicosia del Presidente della Commissione Esteri della
Camera On. Gustavo Selva (22 aprile) e del Presidente della Camera dei
Deputati Pier Ferdinando Casini (8 luglio). Il 10 dicembre dello stesso
anno, il Ministro degli Esteri Ioannis Kasoulides ha avuto un incontro a
Roma con il suo omologo italiano Franco Frattini.
In quest’ultima occasione il Ministro ha espresso la sua soddisfazione
per la vicina conclusione dei negoziati d’adesione di Cipro all’Ue e ha
confermato il pieno sostegno italiano all’isola. Il Ministro Frattini ha au-
. 93
spicato una rapida soluzione della questione cipriota, di cui il Ministro
Kasoulides ha illustrato i più recenti sviluppi ribadendo l’impegno del
proprio governo a negoziare, a partire dalle proposte presentate dal Segretario generale delle Nazioni Unite. I Ministri hanno infine riaffermato
la volontà di sviluppare le già eccellenti relazioni tra i due Paesi, in particolare hanno sottolineato l’impegno dei rispettivi governi a rafforzare
la collaborazione contro la lotta alla criminalità organizzata.
Il Presidente del Parlamento di Cipro, Demetris Chiristofias, è
stato a Roma per un incontro ufficiale a gennaio del 2003 e, nel mese
d’aprile, il Ministro del Lavoro Roberto Maroni, il Sottosegretario agli
esteri Sen Roberto Antonione ed il Ministro dei Beni Culturali Giuliano
Urbani, si sono recati a Cipro per una visita ufficiale.
In occasione di questi incontri si è discusso, dell’annosa “questione cipriota” ma soprattutto di tematiche concernenti l’allora imminente adesione di Cipro all’Ue e la collaborazione tra i due Paesi in
materia d’immigrazione clandestina.
Su quest’ultimo problema è allo studio un’iniziativa per concordare con
i ciprioti un’attività di pattugliamento nel mediterraneo orientale a fini
di contrastare l’immigrazione clandestina in Italia.
Recentemente, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha
incontrato il Ministro degli Esteri Kasoulides e quello della Giustizia e
dell’Ordine Pubblico Nicos Koshis con i quali ha trattato dei comuni interessi di Cipro e dell’Italia in un’ottica euro-mediterranea oltre che della
candidatura italiana al Consiglio di Sicurezza.
A fronte dell’allargamento dell’Ue, rivolto soprattutto ad Est, il
nostro Paese ha promosso l’approfondimento e lo sviluppo delle relazioni con gli altri membri dell’area mediterranea, ponendo particolare
attenzione alla canalizzazione verso di essi dei fondi strutturali e al rafforzamento dell’asse euro-mediterraneo discusso nel corso della Conferenza di Valencia.
L’Italia e Cipro hanno attivato relazioni sul piano culturale, scientifico e
tecnologico. Le relazioni culturali sono sancite anche da un Accordo di
collaborazione che è stato sottoscritto a Nicosia il 29 giugno 1973 e da
. 94
un Protocollo esecutivo di Collaborazione Culturale firmato a Roma il 26
febbraio 2001 in vigore fino al 2005. Dal 1998 sono presenti a Cipro numerose missioni italiane di ricerca archeologica.
Nel 2002 la rassegna de “Il mese italiano” a Cipro che ha il compito di
illustrare i vari aspetti della nostra cultura, ha contribuito in modo indiretto ma efficace all’aumento delle nostre esportazioni nel Paese.
L’anno successivo un’analoga rassegna è stata inaugurata il 10 aprile all’insegna del “Mito di Venere”. Questa volta la rassegna è stata realizzata con l’attiva partecipazione del governo cipriota; l’iniziativa, infatti, è
stata patrocinata, dai Ministeri dell’industria e Turismo, dell’Istruzione e
Cultura, in un quadro di cooperazione tra i due Paesi. Sempre nel 2003,
l’arena di Verona ha rappresentato a Cipro la Tosca di Giacomo Puccini
nel quadro del Festival di Afrodite, organizzato dal comune di Pafos con
il supporto del Ministero della Cultura cipriota. L’evento è stato anche
occasione per aprire la strada ad una possibile collaborazione su base
triennale tra il Teatro d’opera italiano e il Festival di Pafos.
Un altro aspetto peculiare delle relazioni culturali tra i due Paesi riguarda l’insegnamento della lingua italiana:
L’insegnamento dell’italiano sta acquistando molto spazio
nelle scuole secondarie. Oltre il 60% degli studenti lo
hanno scelto come lingua facoltativa preferendolo al francese e al tedesco. Inoltre presso l’Università è stato richiesto un secondo lettore d’italiano.
Nel mese di marzo 2003, inoltre, si è svolta a Nicosia la prima
riunione del gruppo misto di esperti sul riconoscimento dei titoli di studio
dell’Università e degli istituti d’istruzione superiore nel settore artistico. Si
è pertanto in attesa di una reazione cipriota alla relazione redatta da parte italiana al termine degli incontri per preparare il terreno ad un secondo
incontro che dovrebbe portare alla stesura di un nuovo accordo.
Per quanto riguarda il settore scientifico e tecnologico non esiste
un Accordo di collaborazione tra i due Paesi. La collaborazione in tale campo si attua sulla base del Programma di collaborazione culturale che consiste in scambi di visite di ricercatori, esperti e tecnici, scambi di documenti
e informazioni scientifiche ed infine attraverso l’organizzazione di seminari
e conferenze.
. 95
Per quanto concerne le relazioni economiche, bisogna sottolineare come, dal 1998 al 2002, il saldo commerciale dell’Italia con Cipro
è stato sempre positivo. Nel 2002, l’Italia è stata tra i primi Paesi fornitori dell’isola con circa 400 milioni di euro di beni esportati.
Le principali voci delle esportazioni italiane verso il Paese riguardano
macchinari ed apparecchiature elettriche, materiali per l’edilizia, mobili,
tessili ed abbigliamento e prodotti alimentari. Modeste permangono, invece, le importazioni italiane dall’isola.
La Iveco, inoltre, ha partecipato ad alcune gare indette dal Ministero della Difesa cipriota per la fornitura di veicoli ad uso militare per
un valore complessivo di circa 30 miliardi di euro.
Recentemente è stata creata una joint–venture italo-cipriota denominata Andi-Ventis con sede a Limassol per la
produzione e l’esportazione di prodotti farmaceutici; vi
partecipano la Miat SpA e la ditta cipriota Medochemie.
INTERSCAMBIO COMMERCIALE - IN MILIONI DI EURO
2. Import/export
ESPORTAZIONI ITALIANE
IMPORTAZIONI ITALIANE
TOTALE
FONTE : EUROSTAT,
1999
2000
2001
2002
2003
336,7
412,7
382,5
387
236,5
6,5
22,5
-7,3
1,2
-
26,7
24,9
16,6
20,8
10,7
N.D.
-6,7
-33,4
25,3
-
363,4
437,6
399,1
407,8
247,2
2003.
Per quanto concerne la presenza di aziende italiane nel mercato cipriota, si possono citare la Italcementi che ha una partecipazione
azionaria minoritaria (33%) nella Vassiliko Cement Works ltd di Nicosia,
la Rizzani de Eccher che ha ottenuto l’affidamento dei lavori per la realizzazione dell’autostrade Limassol-Paphos e la Finmeccanica SpA (Alenia Difesa - Off Galileo) che è in trattative per le forniture alla polizia
portuale e per il pattugliamento navale.
Le Imprese italiane Cantieri Vittoria e Ansale Caldaie hanno
vinto nel 2002 due gare per un ammontare complessivo di quasi 60
milioni di euro, rispettivamente per la costruzione di quattro motovedette e per la caldaia di un impianto termoelettrico.
L’Alenia Marconi ha firmato nel mese di luglio 2003, un contratto del
valore di circa 22 ML di euro con la Cyprus Telecommnication Authority
per la fornitura di un nuovo centro di controllo del traffico aereo di
Larnaca.
Il rallentamento economico che sta vivendo l’isola di Cipro è
destinato ad essere velocemente recuperato. Nel 2005 si prevede una
crescita del PIL del 5,9% nel caso in cui trovi soluzione la questione
cipriota (stima riferita solo all’economia della parte greco-cipriota dell’isola).
La maggiore crescita dovrebbe realizzarsi grazie al recupero
della domanda estera da parte dell’Ue nel settore del turismo, anche se
la crescita delle esportazioni potrebbe essere ostacolata dal rafforzamento della sterlina cipriota. Come già accennato, la previsione ottimistica è condizionata dalla soluzione della questione turco-cipriota che,
se raggiunta in tempi brevi, porterebbe ad una crescita dei consumi e
della fiducia degli imprenditori producendo un vero e proprio “boom
economico” da riunificazione.
L’interscambio commerciale dell’Italia con l’isola di Cipro registra
un saldo tradizionalmente positivo per il nostro Paese, con valori crescenti nel tempo. L’Italia è uno dei più importanti Paesi fornitori di Cipro, sebbene il volume degli scambi nel complesso sia piuttosto modesto.
L’incidenza dell’interscambio fra i due Paesi sul commercio estero italiano, nel 2003 è descritta nella tabella che segue.
INCIDENZA INTERSCAMBIO SUL COMMERCIO ESTERO ITALIANO
ESPORTAZIONI VERSO CIPRO SUL TOTALE DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE
IMPORTAZIONI DA CIPRO SUL TOTALE DELLE IMPORTAZIONI ITALIANE
FONTE : ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT ( EIU ),
. 96
0,19%
0,001%
2004.
. 97
INTERSCAMBIO CON L’ITALIA – 1999-2003 – IN MILIONI DI EURO
ESPORTAZIONI ITALIANE
TREND DELL’INTERSCAMBIO COMMERCIALE - 1999-2003
1999
2000
2001
2002
2003
439,4
387,4
382,5
412,7
336,7
18,9
20,8
16,6
24,9
26,7
SALDO
420,5
366,6
365,9
387,8
310,0
TOTALE
363,4
437,6
399,1
407,8
247,2
IMPORTAZIONI ITALIANE
FONTE : ISTAT, AGGIORNAMENTO GIUGNO
2004.
L’import cipriota dall’Italia ha vissuto una fase di costante crescita a partire dal 1999 con un vero boom nel 2000. Questi valori record
hanno subito un arresto negli anni successivi all’inizio del millennio per
poi iniziare una risalita nel 2003.
L’Italia è il terzo Paese fornitore del mercato cipriota con
una quota di mercato pari al 9% (dato 2001) delle importazioni complessive dell’isola.
Le importazioni italiane da Cipro (ovvero l’export cipriota) sono invece modeste e il trend negli ultimi anni è stato alquanto altalenante; si registrano quote decisamente più basse rispetto alle
esportazioni; solo nel 1999 le importazioni italiane hanno superato il
valore dei 25 milioni di euro.
Il nostro Paese non figura neanche tra i primi 5 principali Paesi acquirenti che sono nell’ordine: Gran Bretagna, Russia, Grecia, Emirati
Arabi Uniti, Siria.
I prodotti dell’agricoltura costituiscono la prima voce
delle importazioni italiane da Cipro.
Tra i prodotti importati dall’isola sono presenti anche metalli e
loro leghe, mezzi di trasporto come navi e imbarcazioni, prodotti legati
al tabacco (sigarette) e gioielleria in genere.
. 98
FONTE : ISTAT,
2004.
Le principali voci delle esportazioni italiane a Cipro sono invece quelle relative alle macchine ed apparecchi elettrici, ai mobili, all’abbigliamento e alle calzature, ai materiali per l’edilizia e ai prodotti
petroliferi raffinati oltre che ai metalli.
GRADUATORIA DEI PRINCIPALI PRODOTTI ITALIANI
IMPORTATI DA CIPRO – 2002
ESPORTAZIONI
1.
MACCHINARI E APPARECCHI ELETTRICI
2.
TESSILE ED ABBIGLIAMENTO
3.
METALLI
4.
MATERIALI EDILI
5.
MOBILI
FONTE : AMBASCIATA D ’ ITALIA ,
2003.
. 99
GRADUATORIA DEI PRINCIPALI PRODOTTI CIPRIOTI
IMPORTATI DALL’ITALIA – 2002
IMPORTAZIONI
1.
OLIO D ’ OLIVA
2.
TABACCHI E SOSTITUTI
3.
SEMILAVORATI METALLICI
4.
AGRUMI
5.
GIOIELLERIA
FONTE : AMBASCIATA D ’ ITALIA ,
2003.
3. I settori in espansione
Le migliori prospettive di incremento del nostro export verso
Cipro riguardano i prodotti tipici del Made in Italy: beni di consumo, tecnologie per le grandi opere, industria agro-alimentare e turismo.
Più in dettaglio, le esportazioni italiane che hanno un volume
rilevante riguardano i seguenti prodotti: materiali per ferramenta, trasformatori elettrici, pannelli in fibra di legno, occhialeria, prodotti del sistema casa (mobili, piastrelle ceramiche e rubinetteria).
Vanno tuttavia seguiti con maggiore attenzione altri settori quali calzature, tessile abbigliamento, telefonia e
piccoli elettrodomestici nei quali le forniture italiane potrebbero presto guadagnare ulteriori posizioni.
Negli ultimi anni il nostro Paese ha mantenuto e rafforzato la
propria posizione sul mercato cipriota in settori nei quali può vantare
una posizione dominante, con quote di mercato che superano anche il
50% (mobili, materiali da costruzione, elettrodomestici, macchine per
preparazione di alimenti o bevande, occhiali). Nel settore delle calzature, invece, il nostro Paese, pur mantenendo la posizione di primo fornitore, ha registrato negli ultimi anni un calo dell’export.
In occasione di un seminario sulla cooperazione economico-industriale fra Italia e Cipro al quale hanno presenziato il Vice Ministro Ur-
. 100
so ed il Ministro dell’Industria cipriota Yiorgos Lillikas, tenutosi a Nicosia il 27 aprile 2003, sono stati individuati alcuni settori chiave nei quali sarebbe utile un rafforzamento della collaborazione tra i due Paesi.
Nel settore energetico, ad esempio, esistono concreti interessi
dell’Ansaldo Caldaie (ha già vinto un appalto per quaranta milioni di euro) e dell’Ansaldo Energia (concorre ad un appalto del valore di circa
centocinquanta milioni di euro) e della stessa Enel. Anche il gruppo Eni
(Saipem e Gas and Power) mostra analogo interesse per la fornitura di
gas liquido e della sua lavorazione.
Anche nell’ambito delle telecomunicazioni, ove è già presente
l’Alenia Marconi Systems (AMS), che sta realizzando il centro per il controllo del traffico aereo dell’aeroporto di Larnaca con lavori per ventisette milioni d’euro, vi sono buone possibilità di sviluppo. La stessa AMS
concorre, infatti, per la fornitura di radar (sette milioni di euro) e vi sono buone prospettive anche per la Marconi Telecommunications.
La Agusta Westland per il settore dei trasporti concorre alla
fornitura di elicotteri.
In ultimo, nel settore turistico, esistono prospettive per l’imprenditoria italiana specializzata in opere mirate al miglioramento delle
infrastrutture turistiche (in particolare turismo legato a sport nautici).
La recente visita del Vice Ministro Alfonso Urso dovrebbe inoltre ulteriormente rafforzare la presenza della grande industria italiana nei settori
dell’energia e dell’aeronautica, per i quali si prospettano importanti accordi di collaborazione.
Nel 2004, Cipro ha inviato la propria delegazione per il settore turismo
al Forum specializzato di Rimini, che da sempre rappresenta un appuntamento tradizionale per il mercato cipriota. L’isola, infatti, conta su una
sviluppata industria in questo settore, anche se l’afflusso turistico è risultato in calo nell’ultimo anno.
L’ingresso di Cipro nell’Unione Europea ha comportato la completa eliminazione dei dazi doganali gravanti sui prodotti agro-alimentari e ciò ha conferito una maggiore capacità di penetrazione nel mercato
cipriota dominato finora da Regno Unito, Grecia, Stati Uniti, Olanda e
. 101
Germania; da notare negli ultimi due anni la forte crescita delle importazioni di prodotti spagnoli.
Pur avendo registrato negli ultimi anni un incremento delle
esportazioni di prodotti alimentari verso Cipro, l’Italia non sembra ancora occupare una posizione adeguata al proprio potenziale nella classifica dei Paesi fornitori dell’isola in questo particolare settore. E’ nota a
tutti infatti la fama del nostro Paese nella produzione di prodotti alimentari e nella preparazione e confezionamento dei cibi che fanno presumere interessanti prospettive nell’export di prodotti da forno,
formaggi, latticini, gelati, pasta, riso, caffè, liquori e vino nonché di vari
prodotti alimentari già confezionati.
L’appartenenza all’area mediterranea e la recente adesione all’Unione Europea rafforzano i vincoli commerciali del nostro Paese ed
offrono ulteriori prospettive di crescita a breve termine. Si tratta, quindi,
di intensificare l’azione promozionale sul mercato che dovrebbe far perno sulla Fiera Campionaria di Nicosia che quest’anno potrebbe accogliere la prima partecipazione collettiva delle imprese italiane nel Paese. E’
inoltre in programma un’iniziativa per la promozione di Cipro da realizzare in una Regione del Sud d’Italia, dove l’elemento mediterraneo potrebbe fungere da collante per un più intenso intreccio d’affari e legami
operativi.
4. Gli accordi transitori in materia di libera circolazione e la posizione di Cipro.
L’applicazione dell’acquis, sia in materia di libera circolazione dei lavoratori, sia per l’ammissione a pieno titolo
allo spazio Schengen, come già detto non è immediata,
bensì soggetta a una moratoria che potrà durare fino a
sette anni a partire dal primo maggio 2004.
Nello specifico, il periodo transitorio è così articolato: si prevede un primo biennio in cui si consente agli Stati membri attuali – a meno di una esplicita indicazione in senso contrario – di applicare ai
cittadini dei nuovi Stati Membri le norme e le misure previste a livello
. 102
nazionale, anziché le norme comunitarie sulla libera circolazione. A seguito di questo periodo, a due anni dall’adesione, la Commissione europea presenterà una relazione sulla situazione e gli Stati membri
dovranno scegliere il sistema che vorranno introdurre da quel momento
in poi. La Commissione prevede che saranno pochi i Paesi che continueranno a porre limiti ai permessi di lavoro, mentre negli altri Stati i cittadini dei Paesi candidati saranno assolutamente liberi di trovare lavoro.
Questi Stati manterranno soltanto una misura di “salvaguardia”: nell’eventualità di un’inattesa perturbazione sul mercato del lavoro essi potranno reintrodurre in via provvisoria lo strumento del permesso di
lavoro in talune regioni o in determinati ambiti. Dopo altri tre anni (e
per quanto riguarda i dieci nuovi entranti si arriva così al primo maggio
2009) anche gli altri Stati membri saranno nuovamente invitati ad aprire
le porte del mercato del lavoro; soltanto se saranno in grado di dimostrare la presenza di gravi perturbazioni del mercato ovvero una minaccia in tal senso, essi potranno dichiarare di avere necessità di
continuare a richiedere il permesso di soggiorno. In ogni caso, a distanza di altri due anni (dopo sette anni dall’adesione, cioè nel 2011), nessuno Stato membro sarà più autorizzato a richiedere il permesso di
lavoro e a dilazionare la concessione delle libertà di circolazione.
L’accordo di transizione presenta anche altre componenti: una
clausola che obbliga gli Stati membri a non imporre condizioni di accesso al proprio mercato del lavoro più restrittive di quando è entrato in
vigore l’accordo di adesione, e l’applicazione di un principio di preferenza a favore dei cittadini dei futuri Stati membri rispetto ad altri lavoratori stranieri. Secondo l’accordo di transizione, i diritti dei cittadini di
nuovi Stati membri già legalmente residenti nell’Unione sono salvaguardati. Il periodo transitorio è stato negoziato negli stessi termini con Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Ungheria, Polonia, Romania
e Slovenia.
L’accordo di transizione non si applica a Cipro e Malta. Il Diritto alla libera circolazione, dunque sarà garantito tra questi Paesi e gli
attuali e i futuri Stati membri. Cipro, tuttavia, è autorizzata a imporre le
misure di salvaguardia qualora vi fosse il timore di un afflusso consistente di lavoratori sull’isola (un timore comprensibile, se si considerano le dimensioni esigue del mercato del lavoro maltese).
. 103
Rispetto ai flussi migratori che interessano l’isola, emerge che
Cipro subisce il fenomeno dell’immigrazione di transito. Molte sono le
persone provenienti dai Paesi poveri che sfruttano la posizione strategica di Cipro e vi transitano per poi raggiungere Paesi europei più ricchi
quali Germania, Regno Unito ecc.
Per capire l’entità dell’intensificarsi del fenomeno basti pensare che,
mentre nel 2001 gli stranieri bloccati alle frontiere cipriote diretti in Europa erano stati soltanto 20, nel 2003, le persone arrestate (di cui una
parte consistente proveniva dal Medio Oriente ovvero da Siria e Libano)
sono state 3.728 (dati Caritas).
Nel 2003 sono stati espulsi 2.693 cittadini stranieri e 2.066 nell’anno
precedente. Questi dati mostrano un trend decisamente in ascesa per
ciò che concerne il numero degli stranieri di passaggio sull’isola.
Con l’entrata nell’Ue, Cipro è divenuta una delle porte di accesso, anche perché le tratte d’immigrazione via terra ovvero la strada
dell’Ucraina o quella rumena sono sempre più controllate. L’applicazione
della normativa è infatti più rigida nei Paesi dell’Est che effettuano controlli accurati alle frontiere più utilizzate dai clandestini per entrare nella
“ricca” Unione europea.
In particolare la Romania, Paese oggi in preadesione ha disposto recentemente strette misure di controllo alle sue frontiere per velocizzare il
proprio iter di adesione all’Ue.
L’Italia ha stipulato con Cipro accordi di riammissione che prevedono, oltre a quanto sopradetto, che qualora un’imbarcazione carica
di immigrati clandestini provenienti da Cipro o che comunque abbia fatto transito sull’isola (parliamo sempre della Cipro europea, ovvero del
Sud) venisse fermata in acque territoriali italiane, lo Stato cipriota ne
deve rispondere ed è tenuto ad occuparsi delle pratiche di riconoscimento e di rimpatrio dei clandestini attraverso strutture di accoglienza
proprie.
L’Italia, in materia di immigrazione clandestina, ha firmato degli accordi bilaterali con vari Paesi tra cui Cipro detti “accordi di riammissione” secondo cui l’Italia si impegna a sostenere economicamente il
Paese più povero a patto che questo attui una politica più rigorosa nei
controlli delle proprie frontiere.
. 104
Negli ultimi anni sono stati firmati accordi di questo tipo con
paesi quali Sri Lanka, Malta, Cipro, Moldavia ed ex Jugoslavia che sono
risultati strategici per il controllo dell'immigrazione clandestina che proviene dal Mediterraneo, dall'esteuropeo e dal sub continente asiatico.
Sono in corso, inoltre, negoziati con altri diciassette paesi, tra i quali si
segnalano Egitto, Senegal, Siria, Libano e Ghana, mentre sono in fase di
definizione e saranno firmati al più presto accordi con la Bosnia Erzegovina e il Pakistan.
È stato predisposto, inoltre, un progetto per il pattugliamento congiunto e la gestione dei flussi migratori nel
Mediterraneo centro-orientale che prevede la costituzione
a Malta e a Cipro di centri ad hoc per il coordinamento e
la gestione di unità navali e di centri di trattenimento per
i clandestini intercettati, nonché il rimpatrio degli immigrati illegali verso i Paesi di origine.
Per quanto concerne la lotta alle organizzazioni criminali dedite alla tratta degli esseri umani, recentemente sono stati raggiunti ottimi risultati grazie alla collaborazione delle forze di polizia di Italia,
Francia, Germania e Gran Bretagna con le autorità di Siria e Libano anche attraverso lo smantellamento di importanti reti criminali nell’area
mediterranea.
Saranno realizzati programmi di sostegno e assistenza a favore di Paesi
come Gibuti, Yemen, Tunisia, Sri Lanka, Nigeria, nonché dell’ex Jugoslavia per migliorare le capacità di prevenzione e contrasto dell'immigrazione clandestina.
L’isola di Cipro non garantisce ancora appropriate tutele normative circa
l’immigrazione illegale e lo sfruttamento della forza lavoro ad esso connesso tanto è vero che il Dipartimento di Stato americano ha definito
la situazione di Cipro critica e peggiore rispetto ad altri Paesi come la
Romania.
4.1 L’immigrazione a Cipro e… in Italia
La componente più antica della comunità italiana residente a
Cipro discende da famiglie originarie del Dodecanneso che risiedono
. 105
nell’isola da più generazioni o da ceppi italiani insediatisi nel XVIII e XIX
secolo o, negli ultimi anni, per motivi familiari e professionali. In ogni
caso la consistenza della comunità italiana è piuttosto modesta e si aggira intorno alle 400 unità (come testimoniano i dati dell’Associazione
italiani residenti all’estero - AIRE). Un numero particolarmente basso rispetto a quello della comunità inglese oppure greca. Recentemente, le
sempre più numerose acquisizioni di cittadinanza attraverso matrimonio
e l’immigrazione di connazionali hanno determinato una sensibile crescita numerica della comunità italiana nell’isola.
L’afflusso di cittadini ciprioti nel nostro Paese è dovuto
principalmente a ragioni d’affari o di studio.
Molti dei ciprioti presenti in Italia, quindi, rientrano nel fenomeno conosciuto nel nostro Paese come quello dei “cervelli che scappano”. La quota degli immigrati ciprioti in Italia risulta però ridotta
rispetto agli anni passati perché il sistema universitario italiano è sempre meno competitivo nel mondo e perché il costo della vita nel nostro
Paese è raddoppiato. Molti studenti ciprioti prediligono altre mete (quali
ad esempio la Romania) per ultimare il percorso degli studi.
Per quanto concerne l’emigrazione da Cipro (ovvero dalla parte greca che è entrata nell’Ue il primo maggio del
2004) non è molto elevata poiché l’economia del Paese
è in crescita e la qualità della vita non è inferiore a
quella media dell’Europa occidentale.
Per quanto riguarda la parte Nord non vi sono dati disponibili
poiché il regime d’occupazione non consente l’uscita dal Paese. I pochi ciprioti del sud che emigrano si dirigono principalmente verso i Paesi europei, in particolar modo verso la Grecia per ovvie ragioni storiche ed
economiche. Tuttavia, dal 1998, la Grecia non fornisce dati sui flussi migratori nel Paese né sulle diverse regolamentazioni che si sono succedute.
Dopo i fatti del 1974 (quando la Turchia ha invaso la parte Nord dell’isola, molti profughi greco-ciprioti si sono trasferiti nel Regno Unito.
PRESENZA DEGLI IMMIGRATI NELL’UE A 25 AL 31.12.2002 – IN MILIONI
STATO MEMBRO
UE
POPOLAZIONE
SOGGIORNANTI
380,8
154.076
SLOVENIA
2,0
3.802
15
STATO MEMBRO
POPOLAZIONE SOGGIORNANTI
CIPRO
0,7
179
UNGHERIA
10,1
4.075
ESTONIA
1,4
362
MALTA
0,4
836
LETTONIA
2,3
658
TOTALE ITALIA
57,5
207.619
LITUANIA
3,4
858
TOT
74,1
53.543
POLONIA
38,2
35.077
UE A
454,9
1.512.324
REP. CECA
10,2
4.052
INCIDENZA
%
UE
25
-
13,7
5,4
3.644
INCIDENZA
%
UE
15
-
10,2
REP. SLOVACCA
FONTE : CARITAS ,
. 106
10
NUOVI MEMBRI
25
2003.
. 107
Appendice
DELEGAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA A CIPRO
Iris Tower, 8th floor - 2, Agapinor Street,
INDIRIZZI UTILI IN ITALIA
AMBASCIATA E CONSOLATO DI CIPRO
1076 Nicosia
Via F. Denza, 15 - 00197 Roma
PO Box 3480 - 1683 Nicosia
Tel +39 06 80 88 365,7,9
Tel +357 22 81 7770 – Fax +357 22 76 8926
Fax +39 06 80 88 338
[email protected]
[email protected]
ICE
–
ISTITUTO COMMERCIO ESTERO PER CIPRO
IN ITALIA
INDIRIZZI UTILI A CIPRO
(dipendente dall’Ufficio ICE di Beirut)
AMBASCIATA ITALIANA
Italian trade commission – Trade promotion
25th Martiou 11, 2408 Egkomi, Lefkosia
section –
Tel +357 22 35 7635,6 o 22 35 8258
Italian embassy
Fax +357 22 35 7616 o 22 35 8112
Hamra Fransabank center
[email protected]
PO BOX 1136258 BEIRUT 1103 - 2110
Tel +961 1 34 2607 - Fax +961 1 34 29 77
CONSOLATO ITALIANO
www.ice.gov.it/estero2/nicosia/default.htm
Console onorario per Lemesos e Pafos
www.ice.gov.it/estero2/beirut/defaultuff.htm
Loukaides Bld. 5th floor, 3600 Lemesos
[email protected]
PO Box 50001
Tel +357 25 36 2045 - Fax +357 25 37 7843
[email protected]
CONSOLE ONORARIO ITALIANO
Stasinou 9, 6308 Larnaka
PO Box 40318
Tel +357 24 84 3400 - Fax +357 24 66 4296
[email protected]
. 109
ISTITUZIONI
MINISTERO DELLA SALUTE
DIPARTIMENTO PER L’IMMIGRAZIONE
Markou Drakou Street, 1448 Lefkosia
Presso il Ministero dell’Interno –
GOVERNO
MINISTERO DELLA COMUNICAZIONE E DEI LAVORI
(Nicosia)
Dem.Severis Ave. CY 1457 Lefkosia (Nicosia)
Palazzo presidenziale
PUBBLICI
Tel +357 22 30 9508 - Fax +357 22 30 5803
Tel +357 22 80 4502 - Fax +357 22 80 4587
Dem. Severis Ave. 1400 Lefkosia (Nicosia)
28 Acheon, 1424 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
[email protected]
Tel +357 22 66 1333 - Fax +357 22 66 5016
Tel +357 22 80 0102 - Fax +357 22 77 6248
www.cyprus.gov.cy
[email protected]
MINISTERO DELL’AGRICOLTURA, DELLE RISORSE
DIPARTIMENTO PER L’ARCHEOLOGIA
NATURALI E DELL’AMBIENTE
28 Acheon, 1424 Lefkosia (Nicosia)
MINISTERO DEL LAVORO E DELLA SICUREZZA
Loukis Akritas Ave., 1411 Lefkosia (Nicosia)
Tel +357 22 86 5864
MINISTRO DEPUTATO AI RAPPORTI COL PRESIDENTE
SOCIALE
Tel +357 22 30 0817 - Fax +357 22 78 1156
[email protected]
Dem. Severis Ave. 1400 Lefkosia (Nicosia)
7, Lord Byron Avenue 1463 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
Tel +357 22 66 1333 - Fax +357 22 66 5016
Tel +357 22 67 350 - Fax +357 22 67 0993
[email protected]
[email protected]
COMMISSARIO PRESIDENZIALE
COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELLA COMPETISERVIZI PUBBLICI PER L’IMPIEGO
TIVITÀ
Nicosia 1480, Cipro
46 Themistocli Dervi St. (Medcon Tower),
Dem. Severis Ave. 1400 Lefkosia (Nicosia)
MINISTERO DELLA DIFESA
Tel +357 22 30 0321 - Fax +357 22 66 3788
1066 Nicosia
Tel +357 22 66 1333 - Fax +357 22 66 0173
4 Emm. Roides Ave, 1432 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
Tel +357 22 87 5912 - Fax +357 22 30 4944
[email protected]
Tel +357 22 80 7501 - Fax +357 22 67 6182
[email protected]
www.competition.gov.cy
PORTAVOCE DEL GOVERNO
[email protected]
Apellis St. 1456, Lefkosia (Nicosia)
PARLAMENTO
Dem. Severis Ave. 1402 Lefkosia (Nicosia)
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA E DELL’ORDINE PUB-
Tel +357 22 80 1101 - Fax +357 22 30 3115
AUTORITÀ PER LA PROTEZIONE E LO SVILUPPO DI
Tel +357 22 30 3452 - Fax +357 22 47 3066
BLICO
www.moi.gov.cy/pio
COOPERATIVE E SOCIETÀ
[email protected]
12 Ilioupoleos St., 1461 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
Nicosia 1423
Tel +357 22 40 1526 - Fax +357 22 40 1592
Tel +357 22 80 5911 - Fax +357 22 51 8349
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
[email protected]
Presidential Palace Avenue, 1447 Lefkosia
UFFICIO STAMPA DEL GOVERNO
www.cssda.gov.cy
Apellis St., 1456 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
(Nicosia)
MINISTERO DELL’EDUCAZIONE E DELLA CULTURA
Tel +357 22 80 1384, 1177, 1155, 1164
Tel +357 22 30 0713 - Fax +357 22 66 5313
Corner Thoucydides And Kimon, 1434
Fax +357 22 66 6123
[email protected]
Lefkosia (Nicosia)
www.moi.gov.cy
Michalakis Karaolis Str., 1444 Nicosia
Tel +357 22 80 0607 - Fax +357 22 30 5974
[email protected]
Tel +357 22 60 2130 - Fax +357 22 66 1313
MINISTERO DELLE FINANZE
[email protected]
Dem. Severis Ave, 1439 Lefkosia (Nicosia)
UFFICIO STATISTICO NAZIONALE
www.mof.gov.cy/mof/cystat/
PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA
[email protected]
Tel +357 22 80 3503 - Fax +357 22 30 2291
MINISTERO DEL COMMERCIO, DELL’INDUSTRIA E
Apellis St., 1456 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
DEL TURISMO
Tel +357 22 88 9115 - Fax +357 22 66 7489
ISTITUTO EUROPEO DI CIPRO
6 A. Araouzos St., 1424 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
11-13 Presidential Palace Street, 1081 -
MINISTERO DEGLI INTERNI
Tel +357 22 86 7196 - Fax +357 22 37 5120
Nicosia,
Dem.Severis Ave, CY 1457 Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
Tel +357 22 66 1550 - Fax +357 22 66 2880
Tel +357 22 86 7629 - Fax +357 22 67 1465
www.eic.ac.cy/
[email protected]
[email protected]
. 110
. 111
BANCA CENTRALE
ENTE NAZIONALE PER IL TURISMO
ASSOCIAZIONE IMPRESE PER IL TURISMO DI
80, Kennedy Avenue, CY-1076 Lefkosia –
Leoforos Protara - Kavo Gkreko 356 CY 5296
CIPRO
P.O. Box 25529, CY-1395 (Nicosia)
Tel +357 23 83 2865
Dositheou 1 - 6th Floor - Flat 6
Tel +357 22 71 4100 - Fax +357 22 37 8153
www.visitcyprus.org.cy/
P.O.Box 20958, CY 1665, Lefkosia (Nicosia)
www.centralbank.gov.cy/
[email protected]
Tel +357 22 37 4433 - Fax +357 22 37 4466
BANCA DI CIPRO
ENTE FIERISTICO NAZIONALE
P.O. Box 24884, 1398 Nicosia
G. Seferis str. Makedonitissa Area 2415
Tel +357 22 84 2100 - Fax +357 22 33 6258
Engomi - Nicosia
ASSOCIAZIONE DELLE IMPRESE ALBERGHIERE DI
[email protected]
P.O.Box 23551, 1684 Nicosia,
CIPRO
www.bankofcyprus.com
Tel. +357 22 35 2918 - Fax. +357 22 35 2316
P.O.Box 50531, CY 3607, Lemesos
http://studio-9.net/csfa2/
Tel +357 25 86 0180 - Fax +357 25 37 1128
[email protected]
[email protected]
Tel +357 22 88 7766
AUTORITÀ PORTUALE DI CIPRO
NOTIZIARIO EUROPEO
www.laiki.com/web/w3cy.nsf
Kritis 23, 1061 Lefkosia
www.euractiv.com
[email protected]
P.O.Box 22007, 1516 Lefkosia
[email protected]
BANCA POPOLARE DI CIPRO
www.acte.com.cy
154, Limassol Avenue, 2025 Nicosia
Tel +357 22 81 7200 - Fax +357 22 76 5420
COMMISSIONE UE-DG ALLARGAMENTO: INFORMA-
BORSA VALORI
www.cpa.gov.cy
ZIONI DA BRUXELLES E DA NICOSIA
Kampou St, IMC Strovolos, Nicosia
[email protected]
http://europa.eu.int/comm/enlargement/cypr
P.O.BOX 25427, Nicosia 1309
us/index.htm
Tel +357 22 71 2300 - Fax +357 22 57 0308
ASSOCIAZIONE ALBERGATORI DI CIPRO
www.cse.com.cy/gr/default.asp
P.O.Box 24772, CY 1303, Lefkosia (Nicosia)
PRESS AND INFORMATION OFFICE
[email protected]
Tel +357 22 37 4251 - Fax +357 22 37 5460
www.moi.gov.cy/moi/pio/pio.nsf/index_en/in
[email protected]
dex_en?opendocument
ASSOCIAZIONE DI POLIZIA DI CIPRO
2 Lefkonos Street AGLANTZIA, 2122 Nicosia
ASSOCIAZIONE AGENTI DI VIAGGIO DI CIPRO
Tel +357 23 37 200 - Fax +357 23 37 643
P.O.Box 22369, CY 1521, Lefkosia (Nicosia)
[email protected]
Tel +357 22 66 6435 - Fax +357 22 66 7593
[email protected]
CAMERA
DEL
COMMERCIO
E
DELL’INDUSTRIA
CIPRIOTA
ASSOCIAZIONE GUIDI TURISTICHE DI CIPRO
38, Grivas Digenis Ave. & 3, Deligiorgis Str.,
www.cytourguides.com
Chamber Building, Nicosia
P.O.Box 24942, CY 1355, Lefkosia (Nicosia)
P.O. Box 21455, 1509 Nicosia
Tel +357 22 76 5755 - Fax +357 22 76 6872
Tel +357 22 88 9800 - Fax +357 22 66 9048
[email protected]
www.ccci.org.cy
[email protected]
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