heart of the sea - Salesiani Firenze
Transcript
heart of the sea - Salesiani Firenze
HEART OF THE SEA Le origini di Moby Dick di Ron Howard (In the Heart of the Sea) REGIA: Ron Howard. SCENEGGIATURA: Charles Leavitt. INTERPRETI: Chris Hemsworth, Cillian Murphy, Charlotte Riley, Michelle Fairley, Paul Anderson, Brendan Gleeson, Ben Whishaw, Benjamin Walker. FOTOGRAFIA: Anthony Dod Mantle (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: Roque Baños. PRODUZIONE: Cott Productions-Enelmar Productions A.I.E., in Co-Produzione con Roth Films, Spring Creek, Imagine Entertainment Production, Kia Jam. DISTRIBUZIONE: Warner Bros. GENERE: Avventuroso. ORIGINE: USA. ANNO: 2015. DURATA: 121’. Inverno 1820, New England. La nave baleniera Essex viene assalita da qualcosa di incredibile: una balena di dimensioni gigantesche, dominata da un senso quasi umano di vendetta. L'episodio diventa fonte di ispirazione per il celebre romanzo "Moby Dick" di Herman Melville. Nel libro, però, solo parte della storia è stata raccontata: all'indomani del drammatico evento, infatti, l'equipaggio superstite della nave viene spinto oltre i propri limiti e costretto a compiere una incredibile impresa per sopravvivere: sfidando le tempeste, la fame, il panico e la disperazione, il capitano della nave cercherà di ritrovare la rotta in mare aperto. E mentre la caccia alla balena continua, gli uomini a bordo si troveranno costretti a mettere in discussione le loro convinzioni e a riflettere sui propri valori morali…. Un ottimo film a cui si potrebbe aggiungere la dicitura «d’avventura». In effetti, Heart of the Sea fa venire subito in mente le edizioni dei classici d'avventura o fantasia sfrondate e condensate a beneficio di un pubblico di appassionati. Pochi altri sanno eseguire quest'operazione che trascura la sintassi, ma esalta la grammatica cinematografica meglio del sessantunenne Ron Howard, il Ricky di «Happy Days» trasformatosi ormai da tempo in regista premio Oscar e dominatore del box-office. * Heart of the Sea è un progetto ambizioso, visionario, e rappresenta al meglio la tensione più fertile del cinema di Ron Howard. Nel mettere mano a un materiale tanto ricco, Ron Howard evita accuratamente il calco calligrafico in stile 'Master and Commander' dimostrando invece di avere studiato e appreso alla perfezione la lezione di 'Leviathan' di Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel. L'approccio howardiano, infatti, è puramente documentario. Howard infrange subito la possibilità che lo spettatore possa avvicinarsi al suo film come a una replica del genere marinaresco così come l'ha codificato Hollywood. Il vorticare dei punti di vista e il montaggio non lineare, diremmo addirittura «cubista» quando mette in scena il lavoro sulla nave, è la negazione totale del cosiddetto cinema «classico». Esemplare è anche il modo in cui il regista utilizza la grafica digitale. Non per ricreare tempeste e scontri fotorealistici, ma come a rievocare la pittura marinara di Pieter Mulier, di William Turner o di John Constable. Certo; l'ispirazione di Howard è classica, ma è il suo approccio cinematografico e poetico a essere assolutamente modernista e contemporaneo. Nel mettere in scena una tragedia che ha definito sia il capitale statunitense sia la letteratura nordamericana attraverso il capolavoro di Melville, Ron Howard ne filma la rievocazione come in un assoluto presente; riscontro della tragedia di allora nel cinema di oggi. Un'autentica verifica incerta fra le più vitali ed entusiasmanti del cinema statunitense degli ultimi anni.