Nel nome di MARIA e di GESÙ

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Nel nome di MARIA e di GESÙ
Dal Diario di Madre Elisabetta Vendramini.
D835
Elisabetta contempla e ci invita a contemplare le virtù dell’umiltà e l’amore che fanno di
Maria la donna che Dio sceglie per il progetto più grande della storia.
Potei senza misura calcolare l'umiltà di Maria e l'amor suo, dalla
cognizione imprestatami che di Dio essa aveva. Per tal Madre io mi
sento impazzire. La vidi in queste cognizioni in modo che mi rapisce; sì,
la vidi riparatrice dell'umano genere; la vidi fatta dalla augusta Triade
per sua delizia; depositaria, arbitra (perché la libertà dell'amore è
l'essere schiavo), tesoriera e canale de' suoi divini tesori. E chi mai a tali
riflessi potrà esprimere e concepire i suoi pregi, i doni suoi, la sua
anima, il suo cuore, la sua fiamma, la sua santità, la sua sapienza? Come
mi sta bene in capo il perché Maria, alle lodi che l'angelo le annunziava,
si turbò: perché amore non può ritenere per sé nulla, perciò conosceva
che al solo suo tesoro Iddio si doveva la gloria e l'onore, e lui solo
vedeva degno di queste e non essa che, per la cognizione che di Dio
aveva, conosceva che non meritava la creatura lode alcuna.
Adorazione silenziosa
Preghiamo (con testi ispirati agli Scritti di Madre Elisabetta)
Gesù, vero albero di vita piantato nel cuore di Maria:
- colloca nel tuo, il cuore di tante giovani perché rispondano con generosità ai
bisogni della Chiesa.
Gesù, dono immenso di amore del Padre eterno, per tutti, hai voluto
nascere al mondo povero e umiliato nel fieno della stalla di Betlemme:
- donaci il gusto di una vita povera e profetica.
Vergine potente, porta del cielo, gloria della mistica Gerusalemme, sei
l’allegrezza dei giusti e l’onore dei popoli credenti:
- sii l’avvocata di chi ricorre a te pentito, l’arca dei peccatori pentiti.
Maria, figlia madre e sposa della Trinità santissima, nel tempo formata
dalla potenza, sapienza e bontà della santa Trinità,
- ti salutiamo e ti preghiamo di custodire la vocazione di tanti giovani.
Preghiamo (con le parole di Elisabetta Vendramini)
Maria, degno tabernacolo del Verbo eterno, formato dalla sua onnipotenza,
sapienza e bontà, io mi perdo nel considerarti qual sei e godo che Dio solo,
che tale ti fece, possa conoscere le tue grandezze, doni e pregi di cui vai
ripiena. Arbitra dei divini tesori, volgi a me quei tuoi misericordiosi occhi e
salvami. Maria, siimi Madre amorosa in vita ed in morte.
Canto finale per la riposizione del Santissimo.
In preghiera…
al Padrone della messe
perché mandi operai
nella sua messe
dicembre 2012
Sì, che diverrete sante
all'ombra di quel tabernacolo!
Istr 5,4
Nel nome di MARIA e di GESÙ
Il ‘tempo di grazia’ in cui ci immerge la liturgia ci rende consapevoli di “una
triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti tra le altre due che
sono manifeste. Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli
uomini… Nell’ultima venuta “ogni uomo vedrà la salvezza del nostro Dio”… Occulta
è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro
anime ne sono salvate” (San Bernardo, abate).
Apriamo il nostro cuore al Suo venire oggi nella nostra vita, nelle nostre
comunità, nella storia dei giovani che lo attendono.
Accogliamo la Sua presenza viva e vera nel segno del Pane e Colui che “ogni
giorno discende dal seno del Padre venendo a noi in apparenza umile, come quando
dalla sede regale discese nel grembo della Vergine” (San Francesco), possa trovare in
noi una ‘casa’ accogliente in cui dimorare, uno spazio disponibile perché
continui nel nostro oggi la sua incarnazione.
Canto di esposizione: Vieni Signore
Vieni, Signore, con la tua luce,
vieni e non tardare!
Vieni, Signore, con la tua pace,
vieni e non tardar!
Padre dolcissimo e Signore,
sai che ogni giorno cerco Te!
Con la tua grazia mi prepari
ad incontrarti in umiltà!
Mio Salvatore e mio fratello,
so che cammini accanto a me!
La comunione con il tuo corpo
mi doni sempre amor!
Dal libro dei Salmi
Sal 132
Si alternano e si incontrano il desiderio del popolo che Dio prenda casa tra le sue case e la
promessa di Dio di venire e di stare per sempre con la sua gente.
Ricordati, Signore, di Davide,
di tutte le sue fatiche,
quando giurò al Signore,
al Potente di Giacobbe fece voto:
«Non entrerò nella tenda in cui abito,
non mi stenderò sul letto del mio riposo,
non concederò sonno ai miei occhi
né riposo alle mie palpebre,
finché non avrò trovato un luogo per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe».
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iaar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Il Signore ha giurato a Davide,
promessa da cui non torna indietro:
«Il frutto delle tue viscere
io metterò sul tuo trono!
Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza
e i precetti che insegnerò loro,
anche i loro figli per sempre
siederanno sul tuo trono».
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto.
Benedirò tutti i suoi raccolti,
sazierò di pane i suoi poveri.
Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti,
i suoi fedeli esulteranno di gioia».
Dal secondo libro di Samuele
2Sam 7,1-14a
Il culmine nella storia di Davide non sono le sue imprese, ma la promessa che Dio gli fa.
Davide vorrebbe dare una casa al Signore, quasi a fissarlo in uno spazio sacro, però il
Signore si è rivelato al suo popolo in movimento, facendolo uscire, guidandolo,
conducendolo; un Dio staccato dallo spazio fisso, compagno di cammino. E sceglie una tenda
come simbolo adeguato della sua abitazione.
Il Signore si rivela come Signore di una nuova tappa storica che continuerà per sempre.
Il re, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato
riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io
abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una
tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il
Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’
e di’ al mio servo Davide: Così dice il Signore: “Forse tu mi costruirai
una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da
quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino ad oggi; sono andato
vagando sotto una tenda, in un padiglione. Durante tutto il tempo in cui
ho camminato insieme con tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad
alcuno dei giudici d'Israele, a cui avevo comandato di pascere il mio
popolo Israele: Perché non mi avete edificato una casa di cedro?”.
Ora dunque dirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli eserciti:
“Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi
capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho
distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande
come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per
Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i
malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui
avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti
i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi
giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un
tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il
suo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il
trono del suo regno per sempre. Io sarò per lui padre ed egli sarà per
me figlio.
Adorazione silenziosa