VOLI GRATIS AL SINDACO

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VOLI GRATIS AL SINDACO
SEQUESTRATE LE CARTELLE CON LE DAZIONI «IN NERO»
Voli gratis al sindaco di Pescara, indagato Toto junior - G.Fasano - Corriere della Sera - 17-12-08
Tra D'Alfonso e i proprietari di AirOne «rapporto strettissimo»
PESCARA — Non soltanto il presidente dell'AirOne, Carlo Toto. Anche suo figlio Alfonso è fra gli indagati
dell'inchiesta di Pescara. È uno dei 40 nomi che figurano nell'ordinanza del gip Luca De Ninis: tutti
inquisiti, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, truffa,
falso e peculato. Soltanto per cinque di loro, però, la Procura ha chiesto provvedimenti: arresti domiciliari
per il segretario regionale del Pd nonché sindaco della città Luciano D'Alfonso, per il suo braccio destro
Guido Dezio e per l'imprenditore Massimo De Cesaris (tutti concessi) e poi interdizione dagli uffici pubblici
(sulla quale si deciderà dopo gli interrogatori) per Marco Molisani e Fabrizio Paolini, il primo vicecapo di
gabinetto, il secondo factotum personale del sindaco.
Le indagini del pm Gennaro Varone decollano sul finire di una vecchia inchiesta nella quale era
rimasto coinvolto Guido Dezio, addetto alla segreteria particolare del sindaco D'Alfonso. Durante una
perquisizione a casa di Dezio viene sequestrato un raccoglitore con strane cartellette: sono suddivise per
voci tipo «elenco imprenditori», «Coordinate bancarie Margherita», «finanziamenti ai partiti politici», etc.
«Si comprende che Dezio sia stato tesoriere della Margherita — scrive il gip — e che in tale qualità abbia
ricevuto contributi». Da chi? I «sottofascicoli » rivelano nomi, cognomi, numeri di telefono, date e cifre.
Accanto a ciascuno una «b» oppure una «n» che la procura poi tradurrà in «pagamenti in bianco», cioè
regolari, oppure «in nero», che non figurano in nessun conto ufficiale.
Fra gli imprenditori c'è De Cecco, quello della pasta, che avrebbe versato «10 b», 10 mila euro in
modo regolare al «collettore» Dezio, per iniziative a favore del sindaco D'Alfonso. Ma c'è anche un «Toto
Alfonso 7 n», 7 mila euro in nero arrivati dal figlio del patron di AirOne, secondo l'interpretazione di pm e
gip. E un altro versamento sarebbe servito a pagare il palco e le strutture per una manifestazione a
Pescara di Romano Prodi. «C'era uno strettissimo rapporto fra il sindaco di Pescara e gli imprenditori
Carlo e Alfonso Toto» premette il giudice nell'ordinanza, elencando poi una lunga serie di favori ottenuti
da D'Alfonso: viaggi pagati da un capo all'altro del pianeta, gratis anche per i parenti del sindaco in arrivo
da New York, costose vacanze offerte dalle tasche dei Toto, disponibilità dell'aereo AirOne anche per i
viaggi istituzionali, auto e autista a disposizione. «Sembra quasi che i Toto e D'Alfonso agiscano come
un'unica entità politico-imprenditoriale» dice il gip.
Nell'elenco degli imprenditori «paganti» figura Luigi Pierangeli, grande avversario di Vincenzo
Angelini, re della sanità abruzzese e gola profonda dell'inchiesta che portò in carcere Ottaviano Del Turco.
In quel periodo Pierangeli fece dell'anticorruzione la sua battaglia personale. Adesso è indagato per
corruzione e nelle carte si legge un passaggio che riporta al vecchio caso: si parla di una lettera di
D'Alfonso per Pierangeli datata febbraio 2005. Il sindaco preannuncia a Pierangeli che «un incaricato
dell'onorevole Ottaviano Del Turco sarebbe passato da lui per concordare il sostegno alla campagna
elettorale».