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iTFSSCHERZI DA PERES
di ENNIO PERES strìsce di ROBERTO MANGOSI
U
no dei fenomeni commerciali più sorprendenti degli ultimi
anni è costituito dal boom del poker, giocato online, principalmente nella versione denominata Texas Hold' em. In particolare, in Italia, la diffusione di questa forma di gioco (alla quale si può
accedere comodamente da casa, 24 ore su 24, sette giorni su sette)
è cresciuta di oltre il 2.000%, dal 2002 ad oggi. E la sua popolarità sembra destinata a espandersi ancora, potendo essere applicata
anche ai supporti mobili, come telefonini cellulari, iPhone e iPad.
Un successo di tali proporzioni, ovviamente, rende estremamente
redditizia l'attività di chi opera nel relativo settore ludico. Al tempo
stesso, però, svuota le tasche di quella massa di giocatori che, in
maniera più o meno cosciente, contribuisce ad alimentare una
così alta redditività...
Siccome, in Italia, il poker online è stato legalizzato, mentre in altri
Stati (compresi gli Usa, dal 2010) è severamente vietato, si è riacceso il dibattito sul fatto se questo tipo di gioco debba essere considerato d'azzardo, o no.
A tale riguardo, l'art. 720 del Codice penale italiano sentenzia:
"Sono giochi d'azzardo quelli in cui ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita sono interamente o quasi interamente aleatorie".
Sulla base di tale definizione, il poker non dovrebbe essere considerato un gioco d'azzardo (soprattutto nella versione Texas Hold'
em). Nel suo svolgimento, infatti, l'incidenza della fortuna può
essere controbilanciata da un'accorta condotta di gioco, supportata da precise considerazioni matematiche e da una buona capacità di introspezione.
A conferma di ciò, si può verificare che nei campionati mondiali di
poker si affermano sempre i giocatori più esperti, analogamente a
quanto accade con i classici giochi di ragionamento, come gli
scacchi e il bridge. Uno di questi grandi campioni è l'italiano Max
Pescatori, che può vantare due titoli mondiali (2006 e 2008) e
altri diciotto prestigiosi piazzamenti.
Attualmente testimonial e consulente di GD poker (la prima poker
room online italiana), Pescatori non rifiuta di divulgare i segreti di
gioco che lo hanno reso tanto ricco e famoso. Recentemente,
insieme a Dario De Toffoli e Giorgio Sigon, ha pubblicato A scuola di poker (Sperling & Kupfer), un manuale pratico nel quale rivela le proprie strategie, proponendo anche numerosi problemi da
risolvere, tratti da partite realmente giocate. Inoltre, in un dvd
allegato al libro, approfondisce i più importanti aspetti del gioco,
come l'interpretazione delle mani, il bluff, la psicologia del giocatore, e così via.
La consultazione di questo materiale multimediale è raccomandabile a tutti coloro che intendano cimentarsi nel gioco del poker
con una certa consapevolezza. Chi pensasse di poterlo fare affidandosi solo alla fortuna sarebbe destinato a perdere sistematicamente.
In merito al concetto di azzardo, però, io ho un'altra opinione. A
mio avviso, il livello di pericolosità di un gioco non dipende dal
grado di aleatorietà insita nelle sue regole, ma dall'entità delle
somme in denaro che i partecipanti decidono di impegnare. A mio
avviso, quindi, un tale aspetto è puramente soggettivo e non
oggettivo.
È vero che alcuni giochi, come il poker, sono potenzialmente più
insidiosi di altri, perché il loro regolamento richiede esplicitamente l'effettuazione di scommesse in denaro. Ma se, per assurdo,
venissero praticati impiegando delle caramelle al posto dei soldi,
si rischierebbe solo di danneggiare il tasso di glicemia dei vincitori... A tale riguardo, il mio personale consiglio è di non puntare
mai dei soldi al gioco; per nessun motivo, neanche se si tratta di
importi bassi. Un violento incendio può divampare sia per l'azione di un lanciafiamme che per quella di un cerino...
Senza contare che il rischio di perdere dei soldi può diventare una
certezza, se ci si ritrova a competere contro dei truffatori. A tale
riguardo, il prestigiatore Gianfranco Preverino, considerato uno
dei massimi esperti mondiali in merito alle tecniche dei bari, nel
suo recente libro // baro al poker (Stampa Alternativa) afferma
con decisione: "II poker è un gioco d'azzardo, lo è sempre stato e
CHERZI DA PERES
così sarà sempre. Perché il poker sia interessante bisogna che si
scommettano soldi, altrimenti diventa un gioco banale e chiunque
andrebbe a vedere le carte degli altri, se non gli costasse nulla. Se
non ci fosse la scommessa non esisterebbero il bluff, il rischio e
le emozioni... insomma, non esisterebbe il poker. Non importa se
poi sono state create situazioni che lo vogliono rendere una cosa
diversa, quasi un gioco di calcolo che qualcuno vorrebbe equiparare agli scacchi. La sua vera natura è un'altra: un gioco in cui c'è
chi guadagna denaro a scapito di altri giocatori. Per molti, giocare
a poker è un'attività quasi trasgressiva, e questo libro ne descrive
appunto l'aspetto più trasgressivo: barare! Perciò chi lo legge
potrebbe anche perdere parte della sua innocenza, ma chi non lo
leggesse rischierebbe di pagare a caro prezzo la sua scarsa conoscenza sull'argomento. In ogni caso, dopo averlo letto gli appassionati di poker guarderanno alle partite con occhi diversi".
Affrontando la questione del gioco online, Preverino afferma, tra
l'altro: "La massa dei giocatori in Internet muove un giro d'affari
autentico e quantificabile in decine di miliardi di euro. Il gioco
online ha la particolarità di poter raggiungere tutti e quindi essere praticato anche da chi non avrebbe mai messo piede in un casinò. Ovviamente, non è possibile manipolare le carte, ma questo
non significa affatto che non si possa barare: cambiano solo i
metodi e le tecniche. [...] È indubbio [...] che un sito gestito da
persone disoneste, con un esperto di computer alle loro dipendenze, possa rendersi responsabile di attività illecite, come è certo
che un programmatore disonesto possa fare più danni del più
grande baro del mondo: tenere gli occhi aperti non guasta mai".