n. 82 pp. 12-13 Giornale di Socrate

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n. 82 pp. 12-13 Giornale di Socrate
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Numero ottantadue - dicembre 2012
REPORTAGE da New York
Per
il Commencement
2012 al Barnard, lo Women’s College di New York
affiliato alla Columbia University, era già tutto deciso
da tempo. L’ospite d’onore,
il keynote speaker della
cerimonia di laurea della
classe 2012, fissata al 14
maggio, doveva essere Jill
Abramson, da settembre
2011 nuovo Direttore del
“New York Times”, la prima donna nei 160 anni di
storia del quotidiano. Un
bel nome, come del resto
sempre al Barnard: Hillary
Clinton
(2009),
Meryl
Streep
(2010),
Sheryl
Sandberg, CEO di Facebook
(2011),
molto
spesso donne, ma non
necessariamente. Anche il
sindaco di New York Michael Bloomberg o il Premio Nobel Amartya Sen lo
sono stati di recente.
Ma a marzo arriva un annuncio dalla Casa Bianca.
Il Presidente Barack Obama fa sapere che gradirebbe essere lui l’ospite d’onore: parlerà del ruolo delle donne. Mr. Obama il
Barnard lo conosce bene:
sua sorella Maya ne è stata alunna e lui stesso si è
laureato a Columbia, nel
1983, e chissà quante barnardine ha frequentato e
conosce. E poi, dicono i
più maliziosi, in anno di
elezioni, il Barnard, con il
suo prestigio e le sue otre
33.000 Alumnae, è un luogo ideale per fare un bel
discorso alle e sulle donne
e magari intercettare un
po’ di voti femminili in più.
L’annuncio coglie di sorpresa tutto il College. Immediato il cambio di programma, Jill Abramson si
ritira, dichiarandosi onorata
della sostituzione. Per la
Presidente di Barnard Debora Spar, una scienziata
politica ed economista che
viene dalla Harvard Business School, e tutto il suo
staff, inizia così la preparazione di una giornata davvero storica per il College.
Il Commencement è infatti
uno dei momenti più importanti dell’anno accademico nelle Università e nei
College degli Stati Uniti. La
cerimonia si tiene tra metà
maggio e inizio giugno, ed
è molto solenne, con professori e neolaureati in
toga e tocco, autorità, folle
di parenti e amici, musica
CON IL PRESIDENTE OBAMA AL BARNARD COLLEGE
di PAOLA BERNARDI
Rettrice del Collegio Nuovo - Fondazione Sandra e Enea Mattei di Pavia
e un ospite importante che
si rivolge ai giovani che
festeggiano la fine degli
studi.
Lo
chiamano
“Commencement”
nello
spirito, molto americano, di
sottolineare non qualcosa
che finisce (gli studi) ma
qualcosa che inizia (la
nuova vita di lavoro). Università e College fanno a
gara per avere degli speaker d’eccezione, spesso
fornire loro la stessa rigorosa formazione sino ad
allora riservata ai soli uomini. Si trova sulla Broadway, nell’Upper West Side
di Manhattan, esattamente
dall’altra parte della strada
rispetto a Columbia, nel
distretto
Morningside
Heights conosciuto come
Academic Acropolis in
quanto ci vivono 30.000
studenti da tutto il mondo.
City), la musicista Laurie
Anderson, la cantante Suzanne Vega, e anche Irma
Brandeis, la “Clizia” di
Montale. Senza dimenticare folle di scienziate e letterate, docenti universitarie, manager, professioniste, varie vincitrici del Premio Pulitzer e un buon numero di giudici, tra cui Judith Smith Kaye, la prima
donna Presidente della
all’Hotel Plaza di New York
in aprile, sono stati raccolti
2,3 milioni di dollari da destinare alle attività accademiche ma soprattutto a
borse di studio per le attuali alunne. Perché a Barnard, come a Columbia,
vige la meritocrazia e tutte
possono accedervi, indipendentemente dal reddito
delle loro famiglie: studentesse che possono pagare
MOMENTI DELLA FESTA PER IL COMMENCEMENT 2012
DELLO WOMEN’S COLLEGE DI NEW YORK.
SOPRA A SINISTRA: BARACK OBAMA CON LA
PRESIDENTE DEL BARNARD COLLEGE, DEBORA SPAR.
loro Alumni del passato:
politici, manager, imprenditori, giornalisti, premi Nobel o Pulitzer…
Avere il Presidente in carica al proprio Commencement però non è da tutti.
Ma al Barnard tutto è possibile. È il più antico Women’s College di New York
e uno dei più antichi del
mondo. Barnard is unequivocally dedicated to
the success of women si
legge sulla pagina iniziale
del suo sito. Fu fondato nel
1889 dal matematico Frederick Barnard che, come
Presidente della Columbia
University, aveva cercato
invano negli anni precedenti di far ammettere le
donne alla sua università,
convinto come era che
fosse venuto il tempo di
Columbia (cui Barnard è
affilato dal 1900 e che ha
ammesso le donne solo
nel 1983) è, come è ben
noto, una delle primissime
università al mondo in tutte
le classifiche e con Columbia le studentesse di Barnard condividono docenti,
insegnamenti, spazi, biblioteche, attività sportive, in
un rapporto di reciproco
beneficio. Tanto che sul
loro diploma di laurea, accanto alla firma della President del College, c’è anche
quella del President di Columbia.
Hanno
studiato a Barnard, tra le altre, l’antropologa Margaret Mead, le
scrittrici Patricia Highsmith,
Erica Jong e Jhumpa Lahiri, l’attrice Cynthia Nixon
(la Miranda di Sex and the
Corte d’Appello di New
York (1993-2008) e ambasciatrici, come Jeane Kirkpatrick, consigliere del Presidente Reagan in politica
estera e poi prima donna
(1981-85)
ambasciatrice
USA alle Nazioni Unite.
Del resto l’ammissione al
Barnard è considerata la
più selettiva tra le Seven
Sisters, i sette college femminili più antichi e prestigiosi della West Coast degli Stati Uniti: nel corrente
anno accademico solo 605
sono state le studentesse
ammesse a fronte di oltre
5.000 domande. Quasi
tutte le alunne vivono nelle
12 residenze del College.
Per dare una prova della
forza del Barnard basti
pensare che all’ultimo suo
Gala annuale, tenutosi
le alte tasse universitarie
(circa 41.800 dollari all’anno cui vanno aggiunte le
spese per vitto e alloggio
per un totale di oltre
57.000 dollari) e altrettante
che vengono sostenute
invece con borse di studio.
Almeno la metà delle studentesse di Barnard riceve
un aiuto finanziario.
Oggi
Barnard ha circa
2.400 alunne (più del 30%
di colore, il 10% da 53
Paesi stranieri), circa 375
docenti (il 65% donne, una
volta e mezzo più della
media nazionale), una biblioteca di 300.000 volumi
(ma le studentesse hanno
accesso anche a quella di
Columbia che ha oltre 10
milioni di libri e 10.000 tra
giornali e riviste) e permette di laurearsi in una cin-
quantina di settori disciplinari. È un liberal arts college che offre una preparazione undergraduate finalizzata a un’ampia cultura
generale e allo sviluppo
delle capacità intellettuali
più che un curriculum professionale o tecnico, pur
mettendo a disposizione
oltre 2.500 possibilità di
stage dalla finanza ai media, dalla medicina alla
gestione delle belle arti. I
suoi ambiti disciplinari di
maggior forza sono Letteratura Inglese, Psicologia,
Scienze Politiche, Economia, Storia e Biologia e i
suoi insegnamenti sono
impartiti in più di 50 lingue.
Anche gli studenti di Columbia possono frequentare i corsi del Barnard, anzi
normalmente le classi sono composte a metà da
studentesse di Barnard e
metà da studenti o studentesse di Columbia. In media in ogni classe ci sono
una ventina di studenti.
L’invito
a partecipare alla
cerimonia arriva a metà
aprile a tutti i partner internazionali del Barnard dalla
President Spar. Già dal
2008 Barnard College e
Collegio Nuovo, in contatto
tra loro sin dal 2003 grazie
alla comune affiliazione
alla rete internazionale
Women’s
Education
Worldwide, che riunisce i
più prestigiosi Women’s
College del mondo, hanno
stretto un rapporto di partnership. Nel 2008 Barnard
ha lanciato il programma
VISP - Visiting International Students Program, la
cui anima è Hilary Link,
Dean, responsabile, dei
rapporti internazionali del
College. Il VISP è riservato
ad alcune istituzioni di prestigio in tutto il mondo e dà
la possibilità a un numero
ristretto di alunne di tali
istituzioni di frequentare le
lezioni dello Spring Semester, da gennaio a maggio,
sia al Barnard che a Columbia, vivendo al Barnard
e pagando tasse universitarie minime, non più del
5% di quelle richieste alle
studentesse del College.
Oltre a questo, l’accordo
prevede anche la possibilità di soggiorni estivi per
frequentare corsi specialistici avanzati a Barnard e a
Columbia o per stage me(Continua a pagina 13)
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REPORTAGE da New York
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dici in strutture sanitarie
collegate a Columbia. Col
Collegio Nuovo, che figura
al primo posto nell’elenco
sul sito di Barnard, poiché
è stato il primo ad aderire,
tra gli altri anche Ewha
Woman’s University di
Seoul, il più grande campus femminile del mondo,
le università di Cape Town,
Mosca, Melbourne e la
Bejing Normal University.
Un rapporto quello col Barnard di cui il Collegio Nuovo è davvero orgoglioso. In
soli 4 anni ben 23 Nuovine
sono volate nella Big Apple: 9 per lo Spring Semester, altre 9 per corsi estivi
in più settori, 5 per stage
medici al St Luke’s Hospital. Per lo Spring Semester
2013 sono già in pista tre
studentesse, una giurista e
due scienziate politiche.
L’invito
della President è
corredato di tutte le necessarie informazioni. La cerimonia si svolgerà nella
piazza centrale di Columbia, quella compresa tra
l’antica biblioteca e la Butler Library. L’arrivo del Presidente è previsto per le
12,30, ma gli invitati devono essere lì almeno tre ore
prima. Alle 11 il Servizio
Segreto chiuderà tutti gli
accessi e anche chi sarà in
coda non potrà più entrare.
Vietato portare liquidi, lame e forbici, striscioni, palloncini, solo poche cose
essenziali in una borsa
molto piccola. Il controllo
sarà simile a quello negli
aeroporti. Per gli ospiti internazionali è previsto un
ingresso riservato e un
posto a sedere in una zona
subito a sinistra di quella
centrale, dove ci sarà il
palco per oratori e docenti.
In platea solo le festeggiate, la classe 2012. Sono
loro le protagoniste della
cerimonia.
Il 14 maggio è una giornata un po’ uggiosa, ma questo non toglie nulla alla
festa. Alle 9 frotte di neolaureate sono già in coda
al loro ingresso, mentre
per gli ospiti di riguardo
tutto è più veloce. In pochi
minuti raggiungiamo i nostri posti. L’attesa è rallegrata da filmati e canti di
un gruppo di barnardine in
abito da sera. Verso mezzogiorno il rumore di un
elicottero rende l’atmosfera
più elettrica. Inizia l’inno e
insieme l’ingresso della
classe 2012: 598 ragazze
tutte in toga e tocco azzurro con gli stemmi del College. Unica diversità le scarpe: chi in tacco 10, chi in
ballerine, chi in sandali.
Entrano felici e sorridenti,
ed è una delizia vederle
avanzare. Per lo più bionde e bianche, ma sono
molte anche le nere e le
orientali. Qualcuna sotto il
tocco porta il velo islamico.
Poi è il momento dei docenti, la Faculty, pure loro
in toga e di etnie diverse.
Chiudono il corteo la President Spar in toga rossa e il
Presidente Obama in toga
azzurra, come le neolaureate. Il Servizio Segreto
c’è naturalmente, ma non
si vede. Non c’è invece la
First Lady, Michelle, impegnata a fare campagna
elettorale da sola in qualche altra parte degli States.
Il
Presidente si ferma a
salutare e abbracciare con
trasporto molti docenti,
soprattutto di colore, e poi
si siede al centro del palco.
La President apre la cerimonia, poi intervengono la
Presidente del Board of
Trustees, il Consiglio di
Amministrazione, e più
studentesse, la decana
della classe e le rappresentanti dello Student Governement, tutte molto spi-
gliate, sicure e sorridenti,
felici di parlare dal palco al
centro del quale spicca lo
stemma del Presidente
degli Stati Uniti. Si vede
che hanno alle spalle una
buona scuola. Subito dopo
la consegna delle onorificenze 2012 alla docente di
Chimica Sally Chapman,
scelta dalle studentesse e
visibilmente
commossa,
alla Alumna Helene Gayle,
Presidente di Care USA,
associazione che lotta contro la povertà, e a Evan
Wolfson, Presidente di
Freedom to Marry, associazione che invece si batte per consentire libertà di
matrimonio a tutti, anche
alle coppie omosessuali,
ora riconosciuta solo in 6
Stati USA: un obiettivo a
favore del quale lo stesso
Obama si era pronunciato
pochi giorni prima. Il Presidente ascolta attento e si
complimenta con tutti.
Finalmente
arriva il momento clou del Commencement. La President Spar
introduce l’ospite e sottolinea che in ogni caso è de-
stinato a rimanere nella
storia, quale primo afro
americano allo Studio Ovale. Ipotizza poi un futuro al
Barnard per Malia e Shasha, le figlie del Presidente. Mr. Obama sorride e
inizia il suo discorso. Sfodera anche in questa occasione la sua ben nota abilità oratoria, calibrando bene i toni e le pause e alternando espressioni scherzose ad altre serie, in tipico stile USA, spesso interrotto dagli applausi della
platea. Dice le cose che
ogni donna desidera sentirsi dire: ricorda innanzitutto le donne, tutte forti e
determinate, della sua famiglia, la nonna Madelyn,
che lo ha educato ai tempi
delle Hawai, la mamma
Stanley Ann che gli ha trasmesso la passione della
politica, la moglie Michelle,
al suo fianco da venti anni,
e sottolinea con forza il
ruolo importante che hanno avuto nelle varie fasi
della sua vita. Poi è la volta dell’elogio delle collaboratrici, prime tra tutte Hillary Clinton, Segretario di
Stato, e Susan Rice, Ambasciatrice USA all’ONU.
Non manca di rimarcare, a
riprova della sua fiducia
nelle donne, che nella sua
amministrazione sono presenti ben cinque ministre e
che sono donne le due
giudici della Corte suprema da lui nominate. Sottolinea quindi come la situazione femminile sia migliorata dai tempi della sua
laurea a partire dal fatto
che proprio quell’anno
(1983) le studentesse furono ammesse a Columbia.
Ma non nasconde che molta strada sia ancora da
percorrere e molti traguardi
da raggiungere: per le don-
ne, la parità nei salari e
quella nelle posizioni apicali nelle aziende e in politica, oltre che una maggiore condivisione dei ruoli
familiari, per tutti, uomini e
donne, una più equa distribuzione della ricchezza, la
parità nei diritti nel campo
della salute e in quello del
lavoro, senza dimenticare i
diritti dei gay people. Non
tace i problemi attuali, a
partire dalla crisi economica e da un certo venir meno dei valori morali, come
dimostrano i tanti scandali
finanziari degli ultimi mesi,
ma il suo tono rimane sempre pieno di ottimismo e di
fiducia nel futuro della nazione. Sicuro che hanno
tutte le capacità per riuscirci, esorta le neolaureate a
impegnarsi in ogni modo
(voto politico compreso!) e
con perseveranza per far
sì che l’attuale secolo diventi quello in cui le donne
possono plasmare non
solo il proprio destino ma
anche quello dell’intera
nazione. Oggi più che mai
l’America ha bisogno delle
donne per colmare la differenza tra ciò che è e ciò
che dovrebbe essere e per
continuare a mantenere il
suo ruolo di beacon of light
(sorgente di luce) per tutti,
in ogni angolo del mondo.
Fight
for a seat at the
head of the table diventa
lo slogan della cerimonia,
ripreso poi da tutti i media.
Sicuramente nessuna delle
presenti lo dimenticherà,
come non dimenticherà la
promessa finale del Presidente, se faranno tesoro
delle sue esortazioni: I will
join you every step of
your life.
Paola Bernardi
Trecentocinquantamila me-
Alcuni aspetti di forte inno-
tri quadrati di superficie, di
cui duecentotrentamila destinati a parco pubblico, accessibile senza discontinuità
con il tessuto urbano, costituiscono gli elementi di contesto di una delle più ampie
trasformazioni urbane in
corso a Milano. L’intervento
è il risultato di due distinti
concorsi internazionali: il
masterplan con scansione
delle Residenze delle tre
Torri ad attività terziaria e
degli spazi museali, a firma
degli Architetti Libeskind,
Hadid e Isozaki e il parco
urbano che interconnette
ogni parte dell’intervento.
vazione caratterizzano l’assetto dell’intervento:
Di tutto questo è stato relatore a “Il Caffè scientifico” di
fine novembre l’ingegner
Mauro Beccari, direttore di
progetto di CityLife, l’ente
che sta realizzando l’intervento. Il Collegio degli Ingegneri e degli Architetti ha
avvertito l’opportunità di
conoscere meglio quanto sia
in corso di realizzazione nello spirito de “Il Caffè scientifico”, iniziativa rivolta ai soci
e a coloro che hanno interessi culturali su questi temi.
• la connessione con i mezzi
di superficie e con la rete
di metropolitana a garanzia
di una facile accessibilità
pedonale che scoraggi l’uso
non solo strettamente necessario dei mezzi privati;
Un grande futuro passa di qui
• la sicurezza continua nel
parco con tecnologie di
controllo molto sofisticate;
• il cablaggio di tutto l’edifi-
cio;
• la realizzazione di una rete
wifi che consenta un’ampia
flessibilità di lavoro, rendendo indifferenti, fisicamente, l’ufficio, la casa, il
parco;
• la produzione dell’energia
termica grazie a una rete
di pozzi collegati a un sistema di pompe di calore.
In sostanza, una iniziativa
estremamente interessante
da conoscere in progress
anche durante l’iter di realizzazione.