storia - Sagra della Castagna

Transcript

storia - Sagra della Castagna
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Sagra
24 25 26
della
Castagna
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ottobre 2009
SAN CIPRIANO PICENTINO
Salerno
Ente Universitas
Sancti Cipriani
Provincia di Salerno
Comune di
San Cipriano Picentino
porta dei saperi
|
Associazione Nazionale
Città del Castagno
Redazione, testi e ricerche
Ente Universitas Sancti Cipriani
Foto
Archivio fotografico di Cipriano Noschese
Le foto dei monumenti appartengono alla
Fototeca Comunale di San Cipriano Picentino
Immagine Grafica
Motive Alessandro De Sio, Bruna Pallante
Stampa
Lubigraf
Tutti i diritti sono riservati.
È fatto divieto di riproduzione anche parziale di testi e foto.
Dedichiamo questi
scritti e le giornate
della sagra 2009
a tutti quelli che
hanno contribuito
a farla nascere
e crescere.
ª
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Sagra
della
Castagna
SAN CI P R I A N O P I C E N T I N O
saluti
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7
A don Matteo Mottola
Saluti del Sindaco
p ro g r a m m a
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32 Sagra della Castagna
storia
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Saluti del Sindaco
La Castagna dei Monti Picentini
Curiosità storiche “per una bibliografia castanicola”
La Castagna: proprietà organolettiche
La Sagra della Castagna di San Cipriano Picentino: l’avvento del re e della regina
L’Angolo del Ricordo
27
29
itinerario storico
A spasso tra note antiche e monumenti
della “civiltà del castagno”
Usi Nuziali
i t i n e r a r i o e n o g a s t ro n o m i c o
31 Tradizione e bontà in allegria!
33 Info
Sagra32ª
Castagna
della
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SALUTI
3 2 ª S AG R A D E L L A C A S TAG N A
5
A don Matteo Mottola
Quest’anno l’editoriale dell’Ente
organizzatore della storica Sagra della
Castagna di San Cipriano Picentino
non può dimenticare di ricordare il
promotore della manifestazione:
Don Matteo Mottola, parroco
di San Cipriano e Presidente dell’Ente
Universiats Sancti Cipriani per più
lustri che ci ha lasciati lo scorso 4
giugno.
Se ne è andato con discrezione, così come
arrivò e come operò in questa Comunità
per più di Cinquanta anni. È stato infaticabile promotore ed attivista culturale,
fino a quando ne ha avuto la forza e la salute. Ha sempre coniugato il dono del Sacerdozio con quello della socialià: grande
animatore territoriale, organizzatore di
pellegrinaggi e di tante e tante manifestazioni. Ha donato a San Cipriano Picentino,
all’intero Comprensorio ed alla Provincia
di Salerno, l’idea della Sagra della Casta-
Saluti
gna di cui tutti conoscono ormai l’importanza, la fama ed il coinvolgimento sociale. Per ciò l’Ente Universitas Sancti Cipriani, i Sanciaprianesi, gli
appassionati ed i sostenitori della Sagra, i tanti turisti che arrivano ogni
anno puntuali a quest’appuntamento non possono che ricordarlo e dirgli
pubblicamente grazie !
Ci piace ricordare, infine, la sua opera di valorizzazione della storia locale e
comprensoriale, la difesa strenua dello spirito “fiero e bellicoso” del popolo
picentino, finito per essere l’anima dell’ormai famosa e frequentatissima “sfilata storica” che caratterizza alcuni momenti salienti della Sagra.
Si deve al suo essere uomo cosmopolita la fama della Sagra della Castagna e
di San Cipriano Picentino, grazie ai sui innumerevoli rapporti istituzionali
e sociali. Oggi raccogliamo con orgoglio e fierezza questa sua eredità e
ricordandolo conserveremo nel futuro i suoi insegnamenti e la sua passione.
Il Comitato
Quando giovedì 4 giugno 2009 giunse
la notizia della scomparsa del parroco di S.
Cipriano Picentino, mons. Matteo Mottola, un fremito di commozione ci pervase,
ripensando alla vita e alle opere di un dègnissimo presbitero amato dal suo popolo
e da tutti stimato. Di Don Matteo si può
parlare a lungo, ma di questo tratto significativo della sua persona non si può tacere tanto la sua esistenza era legata alla
terra dei Picentini, da lui fatta oggetto
di appassionata ricerca e di promozione
umana e sociale. A pochi capita di votare la propria vita ad un solo territorio e
spendere per esso le proprie energie. Don
Matteo aveva compreso che fare il parroco
in una terra per molti aspetti particolare,
se si considera la nobiltà delle origini familiari, lo splendore delle tradizioni civili
e religiose, la pletora di ecclesiastici e di
imprenditori che lì ebbero i natali, non
era né facile, né insignificante. Chi non
ricorda uomini illustri come il teologo e filoso Pasquale Naddeo, i nipoti
mons. Oreste e Angelo Noschese, l’imprenditore Antonio Amato e tanti altri
professionisti che hanno onorato S. Cipriano? In tal modo il parroco si sente
gratificato di più e traduce nel suo servizio pastorale la ricchezza lasciata
da tanti che lo hanno preceduto, spingendolo ad una creatività di iniziative e di impegni che vanno al di là del compito strettamente pastorale. Di
questo Don Matteo era consapevole e l’amore del popolo che era riuscito a
conquistarsi ne è la conferma più viva. Don Matteo non sarà dimenticato facilmente, anzi già si pensa a come tenere desta la memoria come un monito
per le future generazioni. Nato ad Eboli il 19 agosto 1932, era stato ordinato
presbitero il 13 marzo 1955, dopo aver compiuto gli studi nel Seminario
Arcivescovile e nel Potificio Seminario Regionale “Pio XI”: Assegnato alla
parrocchia di S. Cipriano Picentino ha sempre operato con totale dedizione
per la promozione umana, civile e religiosa della comunità. L’Onorificenza
pontificia di Cappellano di Sua Santità fu un degno riconoscimento per i
meriti acquisiti. Ora che è tornato alla casa del Padre, siamo confortati dalla
certezza che continuerà a pregare per noi, soprattuto per la sorella, che lo ha
sostenuto in questi anni con premurosa attenzione, per il fratello, i nipoti
e, soprattutto per la “sua” S. Cipriano Picentino che ha avuto, in questi mesi
di sofferènza nel Sindaco dott. Attilio Naddeo e in Don Alvaro Naddeo gli
interpreti amorosi e solleciti della preoccupazione orante di tutti i fedeli.
Mons. Gerardo Pierro
Arcivescovo Metropolita di Salerno - Acerno - Campagna
Scritto pubblicato il giugno 2009 in occasione dell’anno del sacerdozio
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Sagra32ª
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SALUTI
3 2 ª S AG R A D E L L A C A S TAG N A
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Saluto del Sindaco
La Sagra della Castagna chiude la stagione delle manifestazioni sanciprianesi con
tutta la sua spettacolarità. E’ l’evento più
longevo che il nostro comune può vantare; quello soprattutto, che attrae un maggior numero di ospiti e turisti nei primi
giorni dell’Autunno, aggregando tutta la
comunità locale introno alla raccolta delle Castagne, alla degustazione di questo
eccellente prodotto dei Monti Picentini
ed alla preparazione delle pietanze o dei
dolci che da esso derivano. Il Calzoncello,
il Castagnaccio; poi le caldarroste, le lesse
e le ballotte non mancano sulle tavole sanciprianesi in questo periodo. Così La Sagra
delle Castagna allarga il piacere conviviale
della raccolta e della lavorazione a quanti
Saluti
in questi giorni visiteranno il paese e ne gusteranno i sapori e la tradizione. Grazie all’Ente Universitas Sancti Cipriani – Associazione organizzatrice
dell’Evento – San Cipriano Picentino da più lustri vive momenti ludici e
spettacolari che intendono principalmente valorizzare la storia locale e le
tradizioni, grazie allo spirito ed all’originaria impronta data da uno degli
ispiratori principali di questa manifestazione, il compianto Mons. Matteo
Mottola, storico Presidente del Sodalizio che ci ha lasciato nel giugno scorso. Mi piace ricordarlo insieme a tutti, per l’opera compiuta in vita e per
l’eredità ben accolta dai suoi successori.
Ad maiora!
Gennaro Aievoli
Sindaco di San Cipriano Picentino
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sabato 24 |
ore 9.30
Caccia al tesoro per gli alunni
della Scuola Elementare e Media dell’Istituto
Comprensivo San Cipriano Picentino.
ore 10.00
Apertura del Percorso Fotografico
“San Cipriano Ieri e … Oggi”
per i vicoli di Via Pozzilli, Via Cioffi
e Via Marotta.
Piazza “del Moscardino”
(Piazza Municipio): presso Aula Consiliare
Apertura della Mostra di Pittura e Scultura
a cura dell’Accademia Internazionale
“Grassi” di Salerno.
ore 10.30
Piazza “del Moscardino”
(Piazza Municipio): Aula Consiliare, Convegno
“Il futuro del Castagno nei Monti
Picentini”.
“Sanfrancescohostel” Sala E20,
Apertura Mostra documentaria
“Conti Riflessi. Economia
ed opere a San Cipriano Picentino
tra Ottocento e Novecento”.
ore 11.00
Per le strade principali del Paese 1ª edizione
di “Gimkana di Carruoccioli
Caratteristici”.
ore 18.30
storie .
ore 20.30
Giardini “Le Castagne
Spezzate” (Villa Comunale):
Spazio Giovani, si canta e si balla
nella rassegna “La Notte dei
Castagnari” a cura di Jay
Group.
Piazzale ”Il Riccio Spinoso”
(Sagrato Chiesa Madre): Il gruppo
“Salerno City” allieterà la
serata con balli e canti .
Piazzale “Il Castagneto”
(Parcheggio Via Botteghe):
Fisarmoniche e organetti
renderanno piacevole la serata
con degustazione di prodotti
tipici locali.
Piazza “del Moscardino”
(Piazza Municipio): organetti
e tamborre allieteranno la serata
con degustazione di specialità
a base di castagne.
Piazza “Grande dei
Castagnari” (Piazza
Umberto I°): Si canta e si balla
con il gruppo folkloristico
“Terremares” - La Paranza
dell’Irno.
Via “Le Castagne del Prete”
(Via Marotta): “Medioevo dei Bambini”
Laboratorio didattico, in cui si costruiscono
meridiane, si insegna la fabbricazione della
carta, si scrive il Gotico, si gioca… e s’inventano
ore 11.30
Piazza “Grande dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): “Rievocazione
storica delle vicende del Popolo
Picentino” in costumi d’epoca.
Sfileranno per le vie principali del Paese:
Picentini, Cartaginesi e Romani
con il Generale “Silla” che distrusse
la città di Picentia.
ore 13.30
Piazzale “Il Castagneto”
(Parcheggio Via Botteghe): “… Pranziamo
Insieme” piatti tipici locali con degustazione
gratuita di “caldarroste sanciprianesi”.
ore 15.30
Piazza “Grande dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): la banda folk dei
“Castagnari di Tupprtunne” preceduta
da un gruppo di majorettes annuncerà la
passerella degli asini partecipanti alla 28ª
edizione del “Palio del Ciuccio”.
ore 16.00
Piazza “Grande dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): 28^ edizione del
“Palio del Ciuccio” corsa di asini
per contrade dell’intero territorio comunale.
ore 17.30
Piazza “Grande dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): Replica della
“Sfilata Storica” Aux Flambeaux .
ore 19.00
domenica 25 |
ore 8.30
Escursione Montana
dal “Parco Madonnella a Croce
di Pezzano” (565 Mt. s.l.m.)
e ritorno. Raduno in Piazza
“Grande dei Castagnari” a
cura del Gruppo “Trekking
Picentini” – Progetto Terra
ore 9.00
Per i cieli della Valle Picentina:
8° trofeo di “Parapendio”
gara di precisione in atterraggio
a cura degli “Angels Fly
Team”
Via “Le Castagne del Prete”
(Via Marotta): “Medioevo dei Bambini”
Laboratorio didattico, in cui si costruiscono
meridiane, si insegna la fabbricazione della
carta, si scrive il Gotico, si gioca… e s’inventano
storie.
ore 20.30
Giardini “Le Castagne Spezzate”
(Villa Comunale): Spazio Giovani, si canta
e si balla nella rassegna “La Notte dei
Castagnari” a cura di Jay Group.
Piazzale “Il Riccio Spinoso”
(Sagrato Chiesa Madre): Si canta e si balla con
il gruppo folkloristico “Montecorvino
Rovella”.
Piazza “del Moscardino”
(Piazza Municipio): Organetti e tamborre
allieteranno la serata con degustazione
di specialità a base di castagne.
ore 11.00
Piazza “Grande Dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): Frestival Folk
“Organetti in concerto” con la
partecipazione straordinaria di
“Silvestro Folk”
Trombonieri Cavensi”
Piazza “Grande Dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): Accensione pirotecnica
del “Ciuccio di Fuoco” a cura della ditta:
“Curci Amodio”.
Piazza “Grande dei
Castagnari” (Piazza
Umberto I°): Sfilata degli
“Sbandieratori e
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della
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Castagna
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S A N C I P RIANO PICENTINO
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ottobre 2009
Programma
Salerno
lunedì 26|
È l’appuntamento ormai tradizionale e
suggestivo, nato in origine per i paesani, ma
ormai tanto agognato dagli amici che vogliono
trascorrere una serata più tranquilla ma con
tanta allegria e musica:
Radio Club 2001
ore 16.00
Piazza “Grande Dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): 9ª “Olimpiade della
Castagna”. Giochi campagnoli con ricchi
premi in palio.
ore 19.30
Piazza “Grande Dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): Premiazione delle varie
attività sportive e culturali e ricreative.
ore 20.30
Piazza “Grande Dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): Si canta e si balla con
il gruppo folkloristico di “Enzo Turiello”.
ore 23.00
Piazza “Grande Dei Castagnari”
(Piazza Umberto I°): “Lotteria della
Sagra” estrazione della sottoscrizione a premi:
1° premio:
Autovettura Citroen “C 1” modello 1.0
AirDream PULP 5P
2° premio:
Televisore LCD 32”
Modello Samsung LE32B35, 32”
3° premio:
Notebook Compaq 15” CQ 61-2
4° premio:
Fotocamera digitale
Nikon COOLPIX L2, 10Mp
5° premio:
Box interattivo Tele System
TS7000 MHP
Dalle ore 10.00 funzioneranno
Stand gastronomici e ci sarà
l’accensione dei fuochi per
la cottura e la degustazione
gratuita di Lessate, Ballotte
e Caldarroste innaffiate con
ottimo vino locale.
Piazza “Grande dei Castagnari”:
per i celiaci i dolci tipici della
Sagra… sono anche senza
glutine.
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pietanze tipiche Picentine
faranno da appetitosa
cornice alla “Sagra”.
La Chiesa Madre rimarrà aperta
al pubblico per la visita degli
scavi archeologici
Nei giorni precedenti e durante
la Sagra gli “Angels Fly Team”
sorvoleranno i cieli della Valle
Picentina portando in alto, il
nome della Sagra.
Un servizio navetta, dal
parcheggio custodito
trasporterà i graditi ospiti al
centro della Sagra.
L’angolo Filatelico sarà attivo
in Piazza Umberto I. Potrete
acquistare cartoline ricordo e
annulli speciali.
BUON
DIVERTIMENTO e…
arrivederci alla
prossima Sagra 2010
…da sempre e per
sempre ogni ultimo
sabato e domenica
di ottobre
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3 2 ª S AG R A D E L L A C A S TAG N A
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San Cipriano Picentino
San Cipriano Picentino è situato nel
Parco Regionale dei Monti Picentini. Dista sedici chilomentri da Salerno e dieci
dalla piana di Pontecagnano. Confina a
Nord-Ovest con il territorio del Comune
di Castiglione del Genovesi, a Nord-Est
con quello di Giffoni Sei Casali, ad Ovest
con quello di San Mango Piemonte e della
città di Salerno, mentre a Sud è delimitato dai confini del Comune di Giffoni Valle Piana. Esteso su una superficie di 17.4
Kmq, è composto da cinque nuclei urbani:
il Capoluogo (325 mt. s.l.m.), dove sono
ubicati il Municipio ed i principali uffici amministrativi, la frazione di Vignale
a Nord-Ovest (415 mt. s.l.m.), le frazioni di Pezzano, Filetta e Campigliano a
Sud. Il Comune di San Cipriano nasce nel
1806 dall’aggregazione delle antiche terre
dell’omonima Baronia, le Universitas Civium di Vignale, Pezzano e Filetta. Il 23
Ottobre del 1862 Vittorio Emanuele II, su
indicazioni del Consiglio comunale, decretò l’apposizione del suffisso Picentino.
Il Patrono, festeggiato il 16 Settembre, è
San Cipriano Vescovo e Martire cartaginese. L’orografia urbana varia dai 70 ai 450
metri sul livello del mare. Domina l’intero
territorio comunale la catena pre-appenninica dei Monti Picentini di cui fanno parte
i rilievi di pertinenza territoriale: Monte
Monna o ‘Cerreta’ (1196 mt.), Monte Merlo
o ‘Visciglieta’ (837 mt.). L’ambiente è ti-
Storia
pico della macchia mediterranea. Offre squarci paesaggistici su Castagni,
Querce, Pioppi, Aceri in altura; Olivi, Noccioli, alberi da frutta e seminativi
vari a quote più basse. L’immagine del paesaggio muta a secondo delle stagioni: dal verde sfumato o intenso delle fioriture primaverili, agli ocra ed ai
rossi fiammanti dell’autunno, fino alle tinte cineree della stagione invernale.
L’economia è essenzialmente legata al settore primario e secondario. L’attività agricola, una volta prevalente, è caratterizzata dalle colture del Castagno,
dell’Olivo, del Nocciolo, della Vite; da alberi da frutta quali Meli, Peri, Peschi
e da seminativi misti e stagionali. La viabilità principale è caratterizzata dalla Strada Provinciale 18 che congiunge il territorio comunale alla Tangenziale
di Salerno, alle Autostrade Salerno - Napoli e Salerno - Reggio Calabria, dalle
quali è possibile raggiungerlo attraverso l’uscita di San Mango Piemonte e
quella di Pontecagnano.
abitanti: 6894
denominazione: Sanciprianesi (nelle frazioni storicamente tendono
ad assumere il derivato dal relativo toponimo: Vignalesi, Pezzanesi,
Filettesi,Campiglianesi)
il più longevo: Ha compiuto 100 anni il 25 di Aprile 2009
il più giovane: È nato il 16 Settembre 2009
11
Sagra32ª
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3 2 ª S AG R A D E L L A C A S TAG N A
13
La Castagna
dei Monti Picentini
Le primissime testimonianze circa la
presenza di alberi di Castagno nel territorio dei Monti Picentini risalgono al X secolo. Nel Codex Diplomaticus Cavensis, tra
la fine dell’anno 900 e la prima decade del
1000 nel luogo detto silia in finibus salerni
(l’attuale territorio della frazione Campigliano di San Cipriano Picventino) viene
concessa in fitto percia de terra bacua et cum
alquanti castanei. Si tratta di pochi piedi
di Castagno, piantati nella vasta area pia-
Preghiera
dei castagnari
O viandante, che arrivi da mete lontane e
ti inoltri nei viottoli di campagna, ascolta
le mie preghiere.
Tu, che osserverai le castagne sul
tuo sentiero, contemplale nella loro
maestosità – guarda gli alberi che
raccolgono questi frutti e rispettali –
assapora il nettare dei frutti bruni dolci
e corposi.
Accarezza con le tue mani i rami spogli
degli alberi nelle giornate fredde e
tempestose e dona loro calore , quel calore
che merita chi lavora tanto per darti i
frutti di cui tu apprezzi il sapore .
Non maltrattare né pianta né frutto, ed
io umile castagnaro ti sarò grato perché
il mio impegno è quello di aiutare la
castagna ad arrivare fino a te. Il mio
impegno non sia dunque vano , la mia
natura ed il mio amore per queste piante e
questi frutti siano anche la tua natura ed
il tuo amore .
Anonimo del Sec. XIII
(lo scritto in latino è stato rinvenuto su di un cippo
lapideo in alta montagna)
Castagn
neggiante che lambisce il fiume Picentino. Tra l’ XI ed il XII secolo in tutta
l’area picentina si assiste alla formazione dei castanetum, e insertetum, ossia
di Castagneti da frutto, grazie all’impulso dei monasteri benedettini, anche
locali, legati principalmente all’Abbazia di Montevergine. Infatti, nei documenti, prevale la primitiva proprietà ecclesiastica dei fondi castanicoli a
scapito di quella laica che, diversamente, diventerà sempre più cospicua a
cominciare da XVII secolo con i larghi e massicci investimenti delle famiglie
nobiliari meridionali. Tra l’anno 1000 ed il 1809 sono censiti a San Cipriano
Picentini 319.22 tommoli di terreni destinati a castagneti. Il Comune di San
Cipriano Picentino, rientra nell’areale di produzione della DOP (in fase di
istruttoria ministeriale) della “Castagna di Serino”, insieme a quelli di Castiglione dei Genovesi, S. Mango Piemonte, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle
Piana, Calvanico, Baronissi in provincia di Salerno Serino; S. Lucia di Serino,
S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Solofra, Montoro Inferiore e
Superiore, Chiusano S.Domenico, S. Michele di Serino e Contrada in provincia di Avellino. Nella denominazione “Castagna di Serino” si comprendono
due cultivar locali : la “Montemarano” e la “Verdole”. La prima, detta anche
“Santimango” o “Marrone di Avellino”, è considerata dagli esperti tra le migliori varietà italiane soprattutto per le caratteristiche di pregio dei suoi
frutti. Dimensioni medio-grosse dei frutti (da 50 a massimo 70 frutti per
kg di prodotto), seme bianco-latteo, solcature superficiali, polpa dolce e
croccante sono infatti i principali parametri di qualità che la fanno particolarmente apprezzare dai consumatori e dall’industria di trasformazione.
La “Verdole” assolve soprattutto alla funzione di varietà impollinatrice, anche se in molte valli a quote basse del Serinese essa rappresenta la cultivar
prevalente in quanto più resistente alle nebbie e alle crittogame. I suoi frutti
sono di pezzatura media (media 69-75/kg), più tondeggianti e più brillanti.
La superficie interessata dalla coltivazione di castagneti da frutto è stimata
in oltre 5.000 ettari, che rappresenta più di un quarto della superficie totale delle province di Salerno e Avellino. La produzione è di circa 100.000
quintali di castagne all’anno. I Frutti sono destinati alle industrie locali di
trasformazione, al consumo del prodotto fresco e all’esportazione. Nei Picentini, inoltre, l’area del Terminio-Cervialto (limitatamente ai territori dei
comuni di Montella, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Nusco, Volturara Irpina
e Montemarano (contrada Bolifano) è indicata come IGP della “Castagna di
Montella”. Il riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Protetta è avvenuto attraverso il Regolamento (CE) n. 1107/96 (pubblicato sulla
GUCE n. L 148/96 del 21 giugno 1996).
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Curiosità storiche
“per una bibliografia
castanicola”
Il castagno era già conosciuto ed apprezzato dai Greci per le sue numerose
potenzialità: abbondante produzione di
frutti molto nutrienti, utilizzo di legname, corteccia, foglie e fiori (farmacopea).
Gli ellenici ne svilupparono la coltivazione selezionando le varietà, per poi consumare le castagne nei modi più diversi.
Greci, Fenici ed Ebrei commerciavano
questi frutti in tutto il bacino del Mediterraneo, la cui pianta era definita “albero
del pane” da Senofonte (IV secolo a.C.).
Virgilio dava consigli sulla coltivazione del
castagno, mentre Marziale indicava che
nell’Impero Romano nessuna città poteva
gareggiare con Napoli nell’arrostire questo
frutto. Plinio raccontava invece come con
la farina di castagne si preparasse un pane
particolare di cui si cibavano le donne durante le feste in onore di Cerere, periodo
in cui era loro vietato mangiare cereali. I
latini cuocevano le castagne sulla fiamma
diretta, sotto la cenere, nel latte, o come
suggeriva Apicio, al tegame con spezie,
erbe aromatiche, aceto e miele. Galeno e
gli altri medici dell’epoca avvertivano però
Curiosi
che le castagne, anche se cibo di gran nutrimento, generavano ventosità,
gonfiore di ventre e mal di testa. Durante il Medioevo furono soprattutto gli
ordini monastici a migliorare la coltivazione (rimboschimenti nelle aree pedemontane), la conservazione e la trasformazione delle castagne. Fu allora
che si affermò il mestiere di “castagnatores”, svolto da contadini specializzati
nella raccolta e lavorazione di questi prodotti del bosco. Le castagne divennero così l’alimento principale delle genti di montagna, identificato come un
cibo plebeo da evitare nei menu di corte. Fu probabilmente per questi motivi se nel XIII sec. iniziò a diffondersi il termine “marrone” per indicare le qualità eccellenti, più grosse e preziose, meglio adatte ad un consumo elitario.
Nel Medioevo a questo frutto venivano anche riconosciute proprietà afrodisiache, dettate soprattutto dalla sua forma di “testicolo”. Il primo a notare
la somiglianza fu Isidoro di Siviglia (VI sec.) che accostò il nome castagno
a “castrare”, dicendo che quando si estraevano dal riccio i due frutti gemelli,
era come se si facesse una castrazione. Sulle qualità afrodisiache delle castagne si rintracciano anche testimonianze successive. Un autore arabo tardo
medioevale affermava: “le castagne sono calde in primo grado e secche in
secondo. Sono assai nutrienti e provocano il coito, ma gonfiano il ventre”.
Nel Cinquecento il Mattioli segnalava: “provocano il coito essendo molto
ventose… nelle montagne ove si raccoglie poco grano, si seccano… e fassene farina la quale valentemente supplisce per farne pane”. Nel Settecento il
marrone riscosse grande favore presso le classi alte, e donare ad una signora
grosse castagne confezionate in dolcetti glassati poteva alludere a maliziosi
significati. L’albero del castagno, longevo come la quercia e l’olivo, ha un
tronco che diviene quasi una casa con numerose gallerie interne. Ancora
nello scorso secolo la raccolta delle castagne avveniva con precisi rituali. Alla
fine di settembre, dopo avere ripulito il sottobosco, con lunghe pertiche si
faceva la battitura dei primi marroni. I frutti, ancora nel riccio, venivano
ammucchiati nella “ricciaia” coperta di foglie ed erba, per completare la maturazione e nello stesso tempo uccidere le larve che avrebbero danneggiato
il raccolto. Lo stesso risultato si otteneva immergendo le castagne nell’acqua (cambiata una volta al giorno) per una settimana e poi asciugandole.
Nei castagneti c’erano poi delle piccole costruzioni in pietra: i seccatoi (o
anche “pagliai”), indispensabili a sviluppare il processo di conservaravazione
delle castagne. Queste strutture erano suddivise su due piani da un solaio a
graticcio, sopra venivano adagiate le castagne, sotto si accendeva un lento
fuoco utile per essiccarle.
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La Castagna:
proprietà organolettiche
Castagno
Castanea sativa Miller
Famiglia : Fagacee
Nomi locali: Castagna (liguria), Castan
(piemonte), Castegna (lombardia),
Castagner o Maronaro (veneto), Castagn
(emilia), Marrone (toscana ), Castagnara
(calabria), Castangia (sardegna).
Portamento: È un albero a foglia caduca,
alta fino a 30 metri, con grosso tronco e
chioma tondeggiante; la corteccia è liscia
e punteggiata dalle lenticelle biancastre.
Foglie: Le foglie, lunghe fino a 20
cm, hanno un picciolo corto e forma
lanceolata ristretta in apice acuto; il
margine è seghettato in numerosi denti
acuti, la superficie è variamente pelosa
da giovane per divenire glabra e lucente
nelle foglie adulte.
Fiori: I fiori sono separati, i maschili
sono disposti in glomeruli a loro volta in
una lunga spiga all’ascella delle foglie; i
femminili, in numero di uno-tre, sono
racchiusi in un involucro detto cupola
formato da diverse brattee saldate
insieme.
Habitat: È diffuso in boschi più o
meno estesi fino a 900 m nell’Italia
settentrionale e fino a 1300 m in quella
meridionale, è coltivato in diverse
varietà.
Proprie
Droghe (parti usate): Le foglie e la corteccia dei rami.
Quando si raccoglie: Le foglie si raccolgono in aprile- maggio recidendole
insieme al corto picciolo - La corteccia si raccoglie in autunno o in
primavera. Si recidono alcuni rami di uno o due cm di diametro e se ne
stacca la corteccia aiutandosi con un coltello.
Come si conserva: La corteccia si taglia in pezzi lunghi circa 5 cm e si
essicca al sole; le foglie si essiccano all’ombra rimuovendole spesso. Foglie e
corteccia si conservano in sacchetti di carta o di tela.
Come si usa la droga
Composizione Chimica : Acido castano – tannico che si scinde con acido
cloridrico all’ebullizione in rosso di castagno, ed uno zucchero:
Contiene inoltre gomma, albumina e tracce di resina, grasso e un
fermento, la lipase.
Proprietà
tossifughe – fortemente astringente – antispasmodiche –
Uso Esterno la corteccia
Per pelli fragili e delicate, arrossate.
Decotto - 6 g in 100 ml di acqua.
Fate lavaggi ed applicate compresse ogni 15 minuti.
Uso Interno le foglie
Come sedativo della tosse e blando antisettico delle vie respiratorie.
Infuso - 2 g in 100 ml di acqua .
Due-tre tazzine al giorno da bersi in piccoli sorsi.
Tintura - 20 g in 100 ml di alcool di 60°
(a macero per 5 giorni) Uno - due cucchiaini al giorn
Uso Esterno le foglie
Come astringente e blando disinfettante della pelle e delle mucose
Infuso - 6 g in 100 ml di acqua .
Fate sciacqui, lavaggi, compresse imbevute di infuso sulle parti interessate.
Uso Cosmetico
L’acqua di cottura delle bucce di castagne è un ottimo dopo shampoo per
esaltare i riflessi dorati dei capelli biondi.
In alcune regioni si usa la polpa cotta e setacciata dei frutti quale crema
semifluida per detergere il viso e farne applicazioni e schiarimenti in forma
di maschere.
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La Sagra della Castagna
di San Cipriano Picentino:
l’avvento del re e della regina
La Sagra della Castagna di San Cipriano Picentino è caratterizzata da una
programmazione varia, ricca di momenti
culturali, ludici, oltre che di tradizionali
percorsi enogastronomici.
È un “grande contenitore culturale” coordinato dall’Ente Universitas “Sancti
Cipriani” dove anche artisti, artigiani e
produttori trovano lo spazio per esprimersi ed esporre.
Eventi
La regina incontrastata della Festa è la
Castagna che, cotta a caldarrosta, ballotta e lessa, viene offerta gratuitamente nei
vari punti degustazione. Tra tutti il Calzoncello è re della manifestazione. Dolce
tipico picentino a San Cipriano trova la
sua più alta affermazione nei momenti di
festa comunitaria e familiare.
Regna sulle tavole locali fino a Natale.
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Eventi
Castagnari di Tupprtunne
I Castagnari di Tupprtunne
Caccia al teso
Caccia al Tesoro
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Eventi
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palio dei ciucci
Il Palio dei Ciucci
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Castagna
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palio dei ciucci
Il Palio dei Ciucci
L’Angolo
del Ricordo
Il Palio dei Ciucci e
La voce del “Palio dei ciucci”
Agostino Rizzo lo conoscono bene i sanciprianesi ma, hanno imparato a conoscerlo
anche gli avventori della Sagra della Castagna.
È stato per ventisei anni la voce del “palio dei ciucci”, facendolo diventare con i
suoi sagaci commenti un palio particolare,
fatto di ciucci turbo e cosworth, dotati
di mini gomme, con zoccoli lisci o per la
pioggia, con garrese aderente alla pista.
Il palio che si svolge tra le due piazze del
paese faceva il paio con il circuito di Montecarlo, perché anche noi avevamo la curva del tabaccaio e quella delle acque minerali; non eravamo da meno nemmeno con
i box per il cambio biada... E poi i nomi
dei ciucci. Chi mai dimenticherà il famoso
“Mezza palla” e il dubbio amletico su chi
fosse realmente il ciuccio: quello sopra o
quello sotto?
Questo Agostino era quello che tutti conosciamo ma, c’è n’è un altro, meno conosciuto.
È l’ Agostino poeta, quello capace di vedere cose speciali e di raccontarle spostandosi da un registro all’altro della vita, capace
come pochi di sorridere del tragico e, lo
fa, usando la lingua dei nostri padri : come
pochissimi usa il dialetto salernitano.
Ancora lo ricordo nella sua abitazione di
San Cipriano impegnato, sotto una montagna di libri dialettali, a studiare la “lingua e la sua sintassi” per portare a termine
la sua raccolta di poesie “NIENTE PROPRIO”. Da questo suo lavoro proponiamo
la lettura dell’ultima sua poesia “me ne
vaco” – quasi un presagio... e la sua autobiografia.
Agostino Rizzo doveva nascere con una guerra in corso, poteva scegliere
tra la prima e la seconda guerra mondiale, avendo i genitori possibili per le
due soluzioni (il padre era nato nel 1884 e la madre nel 1900 ); da ritardatario gli andò bene, per iniziare la vita, il 26 agosto 1942; in quel mese
di quell’anno i quotidiani cominciarono ad uscire con non più di quattro
pagine e dal mese successivo fu vietata la vendita delle automobili ai privati
Le ristrettezze, l’alimentazione appena sufficiente, a parte le cause genetiche, spiegano i suoi difetti di fabbricazione; in ritardo, a 48 anni, si fece
correggere la coartazione congenita dell’aorta. Ad un anno dalla nascita gli
alleati bombardarono dal mare di Salerno, appena lontano, il paese dov’è
nato, San Cipriano Picentino, e parte della sua casa, così parte della guerra
si trasferì nel suo piccolo cervello e vi rimase. Da Napoli, dove attendeva a
studi di medicina mai compiuti e dove viveva nel quartiere che fu dei suoi
antenati materni, nel 1968, in ritardo, data l’età, anche per la rivoluzione
studentesca, andò a Roma dove, con i suoi amici de La Scacchiera, inventò
ed organizzò un Cafè Chantant per il teatro Parioli: ebbe successo ma non
continuò. Per la propensione al ritardo fa l’antiquario. Si laurea, con molto ritardo nel 2003, cioè adesso, in materie letterarie presso l’Università
di Salerno. Firma cambiali e versi con la stessa disinvoltura. Ride per non
piangere. Forse morirà in ritardo. Purtroppo Agostino non morirà in ritardo
perché ci ha lasciati improvvisamente l’anno scorso ma, anche il giorno della
sua dipartita è stato particolare, così com’è stata tutta la sua vita.
Ci ha salutati il 27 agosto, giorno a cavallo tra il suo onomastico e il suo
compleanno.
Ciao Agostino, e con questo saluto vogliamo salutare tutte quelle persone
che hanno contribuito, come te, alla crescita e allo sviluppo della Sagra e a
far conoscere questo paese osannato dal Sannazaro e che, come te, ci hanno
lasciato.
Infine un grazie particolare va alla moglie Franca Gagliardi e ai figli Maria
Luigia, Giovanni, Francesco ed Elena che hanno autorizzato la pubblicazione
della poesia e dell’autobiografia.
Il Ciuccio di Fuoco
Ciuccio di fuoco
Me ne vaco
è ffrnuta, me n’esco d’ ’o libbro
Me ne scèngo pe’ ll’urdemo foglio
Me ne vaco da dinto a ’stu libbro
Vaco attuòrno a vede’ che se fa’;
e’ sta penna m’ ’a porto cu’ mmico,
chèsta ccà è ’na penna ammaistrata,
me ne vaco p’ ’e cchiazze e p’ ’e viche
e chi ’o ssape a chi pozzo ’ncuntrà ;
si p’ ’a strata ’ncuntrasse ll’ammore
i’ pe’ mme, cu ll’aiuto ’e ’sta penna,
ve dicesse ’o culore e ’o sapore
e che mmòsse ’stu còre me fa’;
e accussì si vedèsse e ccriature
o ’a vicchiaia o ’a miseria o ’a ricchezza
tutte ’e ccose d’ ’o munno ch’io appuro,
tutte còse venèsse a ccuntà .
si pe’ ccaso ’ncucciasse c’ ’a morte
lle dicèsse: aspiétte, i’ mo’ vengo,
vaco e ttorno e a tturnà corro forte,
damme ’o tiempo d’ ’e ghì ’a salutà .
ma si ’a morte nun vo’ sape’ cunto
torno ’lloco ’sta penna affatata,
vène a mettere sulo ’nu punto,
po’ pur’essa se vène a ccucc ..
Agostino Rizzo
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Itinerario
Storico
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Cipriano ieri e... oggi”
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ITINERARIO STORICO
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A spasso tra note
antiche e monumenti della
“civiltà del castagno”
Sulle orme di
Messer Jacopo
Tra il 1473 ed il 1474, il giovane Jacopo
Sannazaro, insieme a suo fratello Marco
Antonio ed alla giovane madre Masella,
visitarono i vasti possedimenti del nonno
Baldassarre Santomango, da tempo uniti
a formare la Baronia delle Terre di San Cipriano, Filetta e Pezzano. Fu l’occasione
per un ‘viaggio in Arcadia’, la cui immagine resterà impressa nella mente del poeta
sino alla morte. Forse ospite della Famiglia
Sabato che dimorava nel borgo che sarà
detto “delli Vernieri”, dovette percorrere i
vicoli che conducono alla vetusta Chiesa
di San Cipriano(1) ed alla cappella della
Confraternita di Maria SS.ma del Rosario e San Giuseppe(2). A pochi passi sorgeva la Casa dei nobili Cioffi e da
questa, poco più su, la Piazza Maggiore
(3) detta anche la Croce (Piazza Umberto I). Essa era il centro politico, amministrativo e commerciale dell’epoca; dove
si affacciavano i fondaci e le botteghe
dell’Arte della Lana. Vi si teneva la pubblica assemblea quando il Governatore la
proclamava dal Balcone del Tribunale della
Baronia. Di fronte, dove nel 1647 sorgerà
il Convento di San Francesco di Paola
(4), si estendeva l’arborato ed umbratile
territorio della Savoncola con la fonte Bagnara, principale sorgente del paese. Dalla
piazza risalgono ancora oggi “i Marotti
(5)”, l’antico vicolo che prede il nome
dalla facoltosa famiglia che vi abitava. Costeggiato di case e palazzi collega al borgo
dei Luri dove nei primissimi anni del XVI
secolo costruiranno case soprane le famiglie Mele ed Autuori. Lì la chiesa di Santa
Maria del Soccorso(6) (o Sant’Anna) è ricordata per essere stata rifugio e salvezza
durante la peste del 1656.
Itinerar
Storico
E di Don Benedetto
Nell’estate del 1873 presso la Casa di Francesco Petroni, scampato alla sciagura familiare di Casamicciola, arriva Benedetto Croce, nipote di Donna Mariannina. In quella Casa, tra ricordi monarchici ed ardori liberali che accompagneranno anche i soggiorni di Silvio Spaventa (il quale vi custodiva un
biliardo personale e per il quale venivano cucite camicie di lino), gli interessi
del giovane storico si tramutarono nella trascrizione dei Canti d’amore e del
rito dell’accoglienza nuziale, orecchiati sul largo di Palazzo (largo Petrone),
sul sagrato della cappella dell’Immacolata o lungo il vicolo poi denominato
Silvio Spaventa. Don Benedetto percorre le strade della San Cipriano moderna che in quegl’anni si doterà di nuove opere: nel 1875 sarà costruito l’orologio pubblico(7) (funzionante con ingranaggi originali regolati a mano)
in cima alla chiesa dell’Addolorata(8), attaccata alle Carceri del Mandamento(9); nel 1878 l’architetto Alfonso Giannattasio firmerà il progetto per
la costruzione della Fontana pubblica(10), attualmente conservato presso
l’Archivio Storico Comunale(11) (Custode delle memorie civiche).
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ITINERARIO STORICO
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Usi Nuziali
Benedetto Croce durante il suo soggiorno a San Cipriano Picentino trascrisse gli
usi nuziali del paese pubblicandoli sul
“Giovan Battista Basile” del 1884.
A San Cipriano Picentino la madre dello
sposo accoglie la sposa quando entra nella
casa nuziale con un piatto di argilla dove
brucia dell’ incenso e nell’accoglierla dice:
“Io te ‘ncenso e te scatozzo
E te faccio quanto pozzo.
Chello che nun pozzo io
Tu’ farà u’ figlio mio
Dopo di che rompe il piatto”.
Qualche giorno prima del matrimonio, era
usanza che il corredo della sposa , contenuto in un baule di legno addobbato con
nastri bianchi, venisse portato alla casa
degli sposi ed al momento del suo ingresso venivano lanciati confetti bianchi.
Il corredo, appunto, rivestiva un ruolo
certamente non trascurabile, in quanto
parte integrante o addirittura intera dote
di una fanciulla che andava sposa. I primi anni di vita di ogni fanciulla, qualsiasi
fosse il suo stato sociale, erano all’insegna
“del tempo dell’attesa” del matrimonio,
periodo durante il quale l’educazione data
alle fanciulle prevedeva un lungo e accurato apprendistato incentrato sulla confezione, il ricamo e sulla conservazione del
corredo (costume, questo, giunto fino agli
anni ‘60, tanto che nelle scuole si insegnava “economia domestica”). Negli ambienti
borghesi e nobiliari, pur avvalendosi, per
la maggior parte della preparazione del
corredo, dell’opera di monache, ricamatrici e merlettaie di professione, le giovinet-
Usi
te imparavano ricami e merletti, che richiedono precisione e pazienza, sia
come esercizio di virtu’ che preparava ed allenava alla futura convivenza coniugale, sia come attivita’ estetica e creativa, con dignita’ pari a quella della
musica e della pittura, attivita’ quindi elitaria e gratificante da praticare nel
salotto buono in compagnia di amiche e congiunte.
Nei ceti piu’ modesti, presso i quali spesso il corredo costituiva l’intera dote,
ogni giovinetta provvedeva personalmente o, al massimo, con l’aiuto di altre donne della famiglia, a confezionare e a guarnire i vari capi di corredo,
cercando comunque di renderlo quanto piu’ prezioso possibile. Per tutte,
comunque, un imperativo che voleva un corredo quanto piu’ possibile importante e quindi ricco di capi (si andava possibilmente a dozzine o ai loro
multipli, di tutto!), in linea con la moda, ma durevole una vita (tessuti
resistenti e funzionali, ma non c’era corredo che non avesse qualcosa di lino
e di seta e i ricami erano rigorosamente in bianco con appena qualche nota
di rosso e blu) e naturalmente guarnito il piu’ possibile attraverso stupendi
ricami e inimitabili merletti: un corredo importante e ben fatto avrebbe
testimoniato l’importanza, il prestigio o la ricchezza della famiglia oltre,
ovviamente, all’abilita’ della futura sposa.
Anche a San Cipriano Picentino , le giovinette usavano preparare il corredo
nuziale ricamato con le proprie mani e i segreti del ricamo venivano tramandati oltre che di madre in figlia , mediante corsi di ricamo tenuti dalle
suore del Buono e Perpetuo Soccorso. Nei primi anni ’30,infatti, le suore
istituirono la prima scuola di ricamo presso “casa Noschese” in via Marotta
e, successivamente ,in via Vernieri presso “casa Petrone”ed in altre case del
paese ,frequentata da numerose giovanette.
Dopo il secondo conflitto mondiale con la creazione della scuola materna
“Domenico Amato” voluta dal comm. Antonio Amato (conosciuto per la sua
pasta in tutto il mondo) per commemorare il figlio Mimì scomparso appena
ventenne, le Suore continuarono presso di essa l’attività della loro scuola
di ricamo formando numerose ricamatrici che ancora oggi si dedicano a
questa arte .
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ITINERARIO ENOGASTRONOMICO
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Tradizione e bontà
in allegria!
L’Itinerario enogastronomico si snoda
tra la Piazza principale, Piazza Umberto I
e le strade limitrofe. In questo percorso
sono sistemati ed allestiti punti espositivi
e di degustazione. Le Castagne si degustano principalmente a caldarroste, cotte
nelle caratteristiche “vrulere”. Quest’ultime sono grandi padelle in ferro composte
dalla fornace e dalla “padella bucata” dove
vengono cotte le castagne attraverso un
lento procedimento di manipolazione. Talvolta nella fase di cottura viene aggiunto
anche del vino rosso. Si incontrano anche
postazioni dove vengono cotte le Ballotte e le Lesse. Nelle prime il procedimento di cottura non elimina la buccia, nelle
seconde si presentano prive del rivestimento esterno. In questa ricetta troviamo
essenze di erbe aromatiche montane: il
finocchietto selvatico, principalmente, e
foglie di alloro. Accanto alle Castagne la
tavola della Sagra di arricchisce di pietanze tradizionali e tipiche che evocano le
giornate della raccolta e del lavoro agricolo e montano: pane biscottato con
fagioli, condito con olio d’oliva, cipolla e
peperoncino; pasta con funghi porcini;
pasta con le castagne.
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Domenica 25 Ottobre
Il Pranzo tipico della Sagra è preparato
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Itinerari ambientali
Sentieri di Montagna
Scopri giorno per giorno,
la “Valle dei Picentini”
Escursioni a piedi, un pizzico di
avventura e sapori locali: guidati
da gente esperta del posto
conoscerete posti incantati dei
“Monti Picentini”.
Prenotazioni obbligatorie
info: 327 1758536
Angels Fly Team
L’Associazione intercomunale Gruppo Trekking Picentini - Progetto Terra, con sede legale in San Cipriano Picentino alla via G. Tisi, 5, nasce circa
un anno fa da un gruppo di amici, partendo da una semplice passione nata
dall’amore per le nostre radici e per il nostro territorio.
Lo scenario suggestivo della Sagra della Castagna rappresenta un’opportunità
per conoscere e far conoscere il territorio che viviamo attraverso le esperienze
e l’andar per sentieri di Progetto Terra. Domenica 25 ottobre l’Associazione propone un’escursione a piedi itinerante sul sentiero Parco Madonna del Carmelo Croce Pezzano: alla riscoperta degli scenari incantevoli Piceni tra culto e natura.
La partenza da P.zza Umberto I di San Cipriano Picentino è prevista alle ore
8.30 e percorrendo le vie del paese si raggiunge il Parco della Madonna del
Carmelo dove avrà inizio il sentiero.
Tra il profumo delle castagne, degli ulivi e i colori del bosco autunnale si
raggiunge la località Croce Pezzano da cui è possibile ammirare il panorama
del Golfo di Salerno e della Piana del Sele.
Il rientro previsto per ora di pranzo nella piazza di San Cipriano Picentino
sarà allietato dalla presenza di personaggi storici per le strade del paese
che nel pomeriggio daranno vita alla sfilata storica e dal sapore del buon
cibo che per l’occasione si potrà gustare in compagnia del Gruppo Trekking
Progetto Terra.
Per informazioni e contatti si può consultare il Blog – Progetto Terra
Picentini dove è possibile condividere esperienze, visualizzare video
e foto, scrivere all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]
oppure contattare i seguenti numeri
089/861222 - 34938664628.
3 2 ª S AG R A D E L L A C A S TAG N A
33
Strutture
e Servizi pubblici
principali
Comune - Sede Principale e Uffici
Amministrativi
Via Domenico Amato
tel. 089 8628211
www. sanciprianopicentino.net
Stazione dei Carabinieri
Via Vetrale
tel. 089 861002
Comando di Polizia Municipale
Via Domenico Amato, presso il Municipio
tel. 089 861026
Guardia Medica
Via Pozzo, presso Scuola Elementare
tel. 089 861960
Emergenza Sanitaria
Via Pozzo, presso Scuola Elementare
tel. 118 - Croce Rossa tel. 089 861278
Poliambulatorio
Info
Dove
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Dove
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Agriturismi
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Via Campigliano, tel.089 882068
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Il Fontanone
Il Fontanone
Via Campigliano, tel.089 882015
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Banche e Sportelli Bancomat
Mazzarella
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Via Domenico Amato
Via Campigliano
Via San Giovanni
Località Mazzarella tel. 089 881445
Località Mazzarella tel. 089 881445
La Vecchia Quercia
La Vecchia Quercia
Montevetrano, Loc. Cantina,
tel. 089 882528
Montevetrano, Loc. Cantina,
tel. 089 882528
Via Vigna
Via Campigliano
Via Cantina
Ristorante
B&B
Dal Contadino
B&B Fior di Loto
Via Marotta, tel. 089 861140
Via Speranzo, tel. 089 881574
Masseria della Fontana Vecchia
B&B mare e Monti
Località Palomba, tel. 089 861247
Via Casalino, 28, tel. 089 881371
Nouvelle Maison Colomba
B&B Vigna Longa
Via Tora, tel. 089 882225
Loc. Corte San Paolo, tel. 089 881270
Osteria La Bugia
B&B Il Priorato della Querciantica
Piazza Umberto I, tel. 333 6630204
Loc. Coriglione, tel. 089 861145
Hosteria Nonno Nenè
Alberghi, Ostelli e Resort
Via Potenza
tel. 089 8827903
Farmacie
solo diurne
Piazza Umberto I°- Dott. Masturzo
tel. 089 861359
Via Parlamento - Dott.ssa Bosso
tel. 089 882657
PT e Sportelli Banco Posta
Via Vigna
Via Jacopo Sannazaro
Distributori di Carburanti
Benzina e Diesel
Parchi pubblici
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Parco “Madonnella”
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attrezzato
Località Madonnella
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Re Leone
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San Cipriano
Campigliano
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Rispoli
Parco G. Noschese
Ivli
Località Coriglione
Via Tavoloni, tel.089 862190
Via Antonio Amato, tel. 089 882278
SanFrancescoHostel
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