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sabato 24 ottobre 2015 33 Il fatto del giorno Dall’album dei ricordi, anno 1995: il patron del team di Hinwil posa con i piloti Norberto Fontana, Karl Wendlinger e Heinz-Harald Frentzen (da sinistra) KEYSTONE 400 di questi giorni Domani ad Austin Peter Sauber e la sua scuderia festeggiano quattrocento Gp. Un’invidiabile ricorrenza per un’avventura in F1 iniziata nel 1993, grazie a un imprenditore, elettricista di formazione, che ha un’unica passione, i motori. La testimonianza di alcuni dei piloti che si sono succeduti alla guida di quello che è l’unico team svizzero della massima Formula. Di Paolo Spalluto Karl Wendlinger, Austria, 11 punti (1993-1995): «Il primo anno in Formula con la Sauber fu emozionante già al quinto Gran Premio, quello di Imola. Partimmo in quinta posizione, dietro a Prost, Hill, Schumacher e Senna. Quel giorno pioveva e grazie alla nostra ‘downforce’ riuscii a tenere la monoposto nella scia di Schumi e Berger. Fu una lotta bellissima che ricordo molto bene. Smise di piovere, passammo ovviamente alle slick e immediatamente fummo più lenti. Fino a 10 giri dal termine fui quarto: non mi sembrava vero. Ma un motore rotto mi fece ritirare». Johnny Herbert, Gran Bretagna, 20 punti (1996-1998): «Sono molti i momenti indimenticabili con Sauber. Uno di questi è il Gran Premio di Imola del 1997: partimmo settimi ma fummo in grado di competere con Ferrari e Williams per il podio. Poi, accidenti, un cavo elettrico ci fece ritirare. Stesso anno, in Ungheria partii decimo e arrivai terzo, dietro a Villeneuve e Hill e davanti a Schumacher. Che corsa!». Heinz-Harald Frentzen, Germania, 42 punti (1994-1996 e 2002-2003): «Sono stato un pilota della squadra per un periodo piuttosto lungo, e quindi di ricordi ne ho davvero parecchi. E il più bello è senza dubbio legato alla gara di Monza del 1995, subito dietro a Johnny Herbert e Mika Hakkinen: un terzo posto per me strepitoso. Fu quello il primo podio in Formula 1 e ricordo la gioia di Peter Sauber: celebrammo come fosse una vittoria; lacrime, risate e champagne tutta la notte. Mi spiace non essere ad Austin, perché questa è una squadra che ho nel cuore». Nick Heidfeld, Germania, 194 punti (2001-2003 e 2006-2009): «Che onore il podio del 2001 a San Paolo sotto il diluvio, con tanto di bagno di birra nel retro box. Basti pensare che in quell’anno giungemmo quarti assoluti nella classifica costruttori insieme al compagno Raikkonen. Nel 2007, poi, annata pazzesca: fummo tra i migliori team con la Bmw Sauber, monoposto perfetta per il mio stile di guida. Ottenni tre risultati notevoli allora, di cui ricordo in Bahrain il sorpasso ad Alonso. Dovetti superarlo all’esterno, ruota a ruota, proprio al filo del tracciato. Guardare quel momento mi rende ancora oggi orgoglioso di essere stato un pilota Sauber». Felipe Massa, Brasile, 27 punti (2002 e 2004-2005): «Il mio ricordo coincide con l’inizio della carriera in F1. Ho vissuto tre anni con Sauber, rimasi in Svizzera a lungo, imparai il mio mestiere al meglio. Di questo ne sono riconoscente. Nella prima stagione andai a punti già alla seconda gara, anche se il momento migliore resta il quarto posto in Canada nel 2005. Bei ricordi, bella gente, grande Peter!». Robert Kubica, Polonia, 137 punti (2006-2009): «Ho amato molto la scuderia svizzera. Un momento splendido fu il mio primo podio in carriera in F1, a Monza, nel 2006 con la Bmw Sauber. Terzo alla terza gara, venni promosso da pilota collaudatore a prima guida: che emozione! Penso ancora oggi che quel piazzamento sia stato importante per la mia carriera. Ma che dire del primo posto in Canada nel 2008? Fu davvero strepitoso, tanto per me quanto per il team». Kamui Kobayashi, Giappone, 122 punti (2010-2012): «Provate a immaginare cosa possa avere significato per me andare a podio nel 2012 proprio nel Gran Premio di casa, sul circuito di Suzuka: avevamo lavorato tanto per quel risultato, fu davvero indimenticabile. Salii sul podio, piazzandomi al terzo posto davanti a un pubblico in tripudio: davvero uno dei momenti più belli di tutta la mia Sergio Pérez, Messico, 80 punti (2011-2012): «Quella in Malesia, nel 2012, è stata una delle mie migliori corse di tutta la carriera. Ero dietro ad Alonso: lo puntavo, volevo vincere io. E se non ci riuscii fu solo per un soffio. Poi, poco dopo, ecco Monza: di nuovo secondi, auto perfetta, tutto perfetto, io in forma. Ero partito dodicesimo, seppi tenere in forma gli pneumatici e passai, davanti al loro pubblico, le due Ferrari. Che ricordi, grande Sauber!» Marcus Ericsson, Svezia, 9 punti (2015): «Che dire? Sono felice di essere un pilota Sauber e penso che per me il meglio debba ancora venire. I miei primi punti sono stati addirittura alla gara di inizio stagione in Australia. Ma, ripeto, ed è una promessa, il meglio verrà». Felipe Nasr, Brasile, 25 punti (2015): «Il ricordo non può che tornare a Melbourne, prima gara assieme e subito punti. Bellissimo. Lo sento forte l’onore di correre per un team ‘mitico’: voglio essere all’altezza della sua storia e sto facendo il possibile per riuscirci. Quello è il mio obiettivo per il 2016». GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI IL PROGETTO Un sogno che continua, nonostante le difficoltà Quella tra la Sauber e la Formula 1 è una storia d’amore che inizia nel lontano 1993. Quando Peter Sauber, uno che amava spingere (in particolare nelle gare in salita, con il suo Maggiolino) riesce a portare nella massima Formula il team di un Paese, la Svizzera, in cui era proibito correre dal 1955. Pur se l’anno determinante per Sauber un elettricista che cominciò la sua carriera vendendo automobili (perché non ne aveva per la testa di proseguire l’attività di famiglia, legata alla vendita di semafori e impianti di illuminazione), è il 1982, quando entrano in scena i prototipi del Gruppo C. Un periodo forse non semplice, ma che permette al team di crescere, fino ad vita di sportivo, ma non solo. Anche pensando che l’anno prima in Giappone ci fu il dramma di Fukushima e, quindi, per tutti noi nipponici – che siamo davvero dei grandi appassionati di Formula 1 –, fu anche un modo per pensare che il peggio fosse ormai alle spalle. E io feci la mia parte, cercando di fare qualcosa per raccogliere dei contributi». arrivare nel 1989 a vincere sia la 24 ore di Le Mans, con Mercedes-Benz, sia il titolo mondiale della categoria. Domani, ad Austin, Peter Sauber e il suo team festeggiano il 400o Gp in Formula 1. Un traguardo prestigioso, che giunge però in un’annata non semplice per il team di Hinwil, che di questi tempi naviga in acque difficili, specialmente dopo l’ardita operazione finanziaria che portò al riacquisto del team dalla Bmw (a un costo sì interessante, ma che portò a indebitamento elevato). Le attuali difficoltà – che portano a una scelta di piloti fatta soprattutto sulla base della dotazione di dollari che possono garantire, mentre lo svi- luppo tecnico un poco arranca – non devono però in alcun modo offuscare ciò che Peter Sauber e i suoi colleghi sono riusciti a fare in un lasso di tempo così lungo. Oggi l’imprenditore zurighese si vede meno sulle piste. Con Monisha Kaltenborn, un tempo sua legale, che ora è azionista al 33% del team, e defacto conduce a ogni livello la squadra (il figlio del fondatore ha da poco lasciato l’azienda in aperta polemica e ora fa l’assicuratore). Molto si potrà dire e scrivere su Peter Sauber: ma le auto, le corse e i piloti sono stati sempre il grande amore e per essi ha lottato, vinto e ricominciato. Pur se forse un poco fuori tempo nella F1 di oggi. Prove libere. Prima sessione: 1. Nico Rosberg (Ger), Mercedes, 1’53’’989. 2. Daniil Kvyat (Rus), Red Bull-Renault, a 1’’235. 3. Daniel Ricciardo (Aus), Red Bull-Renault, a 1’’603. 4. Carlos Sainz (Sp), Toro Rosso-Renault, a 1’’678. 5. Lewis Hamilton (Gb), Mercedes, a 1’’704. 6. Sebastian Vettel (Ger), Ferrari, a 1’’721. 7. Max Verstappen (Ol), Toro Rosso-Renault, a 1’’980. 8. Kimi Raikkonen (Fin), Ferrari, a 2’’337. 9. Fernando Alonso (Sp), McLaren-Honda, a 2’’850. 10. Valtteri Bottas (Fin), Williams-Mercedes, a 2’’877. 11. Felipe Massa (Bra), Williams-Mercedes, a 3’’092. 12. Sergio Perez (Mes), Force India-Mercedes, a 3’’150. 13. Jenson Button (Gb), McLaren-Honda, a 3’’506. 14. Nico Hülkenberg (Ger), Force India-Mercedes, a 3’’529. 15. Romain Grosjean (F/S), Lotus-Mercedes, a 4’’330. Poi: 16. Raffaele Marciello (I), Sauber-Ferrari, a 5’’442 (pilota collaudatore). 17. Marcus Ericsson (Su), Sauber-Ferrari, a 5’’754 Nota: la seconda sessione è stata annullata a causa di un violento e persistente temporale che si è abbattuto sul circuito