Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 25/04/2016 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO 25/04/2016 Il Cittadino di Lodi dispensario farmaceutico,ieri il taglio del nastro:«Sfruttiamolo al meglio» 5 25/04/2016 La Provincia Pavese - Nazionale Dalla Regione ok alla seconda farmacia 6 SANITÀ NAZIONALE 25/04/2016 La Repubblica - Nazionale "Da convento a centro per la scienza" 8 25/04/2016 La Repubblica - Affari Finanza Technogym il wellness di Alessandri arriva in Borsa 9 25/04/2016 La Repubblica - Affari Finanza L'obeso del sedile a fianco e il campione mancato 12 25/04/2016 La Repubblica - Affari Finanza Dai profumi dei Medici agli Usa la ricetta di Santa Maria Novella 13 25/04/2016 La Repubblica - Affari Finanza Shampoo e saponi solo bio la svolta salutista della Johnson & Johnson 16 25/04/2016 La Repubblica - Affari Finanza Procter & Gamble entra nel mercato degli integratori tre miliardi solo in Italia 18 25/04/2016 ItaliaOggi Sette Esclusi i medici attivi negli ospedali 19 25/04/2016 ItaliaOggi Sette In Italia i procedimenti avviati dall'Agcm sono pochi 20 25/04/2016 Libero - Nazionale «Io, medico dei contadini alle visite ci vado a cavallo» 22 25/04/2016 Il Fatto Quotidiano Se il Ssn abdica al ruolo degli psicologi 24 25/04/2016 L'Unità - Nazionale Per chi suona la Campania 25 25/04/2016 Silhouette Donna PILLOLA DEL GIORNO DOPO LO SAI CHE LA RICETTA NON SERVE? 27 VITA IN FARMACIA 25/04/2016 La Repubblica - Milano Donne straniere rischio aborti illegali 29 PROFESSIONI 25/04/2016 Il Tempo - Nazionale La Liberazione ultimo totem italiano 31 PERSONAGGI 25/04/2016 Eco di Biella Dal lodo Mancini del 1864 a Industria 4.0 34 25/04/2016 Eco di Biella L ' esemplare " Patto della Montagna " : convegno e film 36 IN PRIMO PIANO 2 articoli 25/04/2016 Pag. 15 diffusione:16800 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato dispensario farmaceutico,ieri il taglio del nastro:«Sfruttiamolo al meglio» «Cerchiamo di valorizzare questo servizio, avendone cura e facendone uso: troveremo persone competenti e sempre disponibili ad accoglierci». All'inaugurazione del nuovo dispensario farmaceutico di Villanova il sindaco Moreno Oldani, evita i "discorsi ufficiali" e si limita a esortare i cittadini a sfruttare al meglio il nuovo punto di distribuzione dei farmaci e a ringraziare i farmacisti Annamaria Borra e Luciano Sichirollo che hanno reso possibile la nuova apertura. Pur essendo già in funzione da qualche settimana, il taglio del nastro alla presenza dei cittadini, con la benedizione del parroco don Stefano Daccò, è avvenuto ieri. Il nuovo locale, da tempo atteso in paese, si trova in via della Vittoria 1, con ingresso dal cortile da cui si accede anche agli ambulatori comunali e al municipio. Borra e Sichirollo sono già proprietari della farmacia di Bargano (frazione di Villanova) e si sono offerti di gestire anche questa attività, concessa a titolo gratuito dall'amministrazione per 15 anni. «Gli orari seguiranno quelli degli ambulatori di Villanova - spiega il sindaco -. Chi effettuerà la visita dal medico potrà quindi recarsi direttamente ad acquistare i farmaci necessari». Le aperture sono previste lunedì dalle 15 alle 16.30, martedì dalle 14 alle 15.30, mercoledì dalle 15 alle 16.30, giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 15.30. «L'iter per avviare il servizio non è stato breve prosegue Oldani - Abbiamo dovuto ottenere le autorizzazioni dell'ordine dei farmacisti, dell'Asl e della giunta regionale. Regione Lombardia ha condiviso la proposta del Comune prendendo atto della distanza tra la farmacia di Bargano e il capoluogo e della forte percentuale di anziani residenti in paese». Anche i farmacisti confermano l'interesse dimostrato dai cittadini: «L'1 gennaio 2015 abbiamo acquistato la farmacia di Bargano ed erano molti i clienti di Villanova che chiedevano di estendere il servizio anche nella sede comunale. A chi non riusciva a spostarsi per raggiungerci, dopo la chiusura, portavamo a casa gli ordini effettuati. Ora non ce ne sarà più bisogno». Soddisfatto Oldani che ritiene l'obbiettivo raggiunto solo l'ultimo di una serie di successi: l'apertura a Bargano e la successiva vendita a professionisti. In paese è già attivo anche un servizio di distribuzione di farmaci a domicilio gestito da Auser e finanziato anche dalla Fondazione comunitaria della Provincia di Lodi. IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 25/04/2016 5 25/04/2016 Pag. 12 diffusione:14049 tiratura:17296 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Dalla Regione ok alla seconda farmacia siziano Dalla Regione ok alla seconda farmacia Dalla Regione ok alla seconda farmacia siziano SIZIANO Se il crono-programma non subirà intoppi, la seconda farmacia aprirà entro l'anno. «Dopo il via libera della Regione- ha detto in consiglio comunale il sindaco Donatella Pumo- sarà redatto un bando di gara ad pubblica. Speriamo già entro il mese di luglio per affidare poi il servizio entro la fine di ottobre». Intanto è arrivato in piazza Negri il parere favorevole all'insediamento da parte dell'Ordine dei farmacisti di Pavia. L'apertura di un nuovo presidio è un'opportunità data dalle leggi vigenti in materia, laddove i residenti al 31 dicembre 2015 risultavano 5989 abitanti. Due mesi fa l'amministrazione procedette ad individuare la zona idonea all'insediamento della seconda sede farmaceutica. Così, il presidio già attivo di via Roma continuerà a riservarsi la polarizzazione della clientela della zona nord del centro abitato e delle limitrofe (cascina Giuditta, cascina Cicogno, cascina Granzetta e frazione di Gnignano). La nuova sede invece si insedierà nella zona sud e si renderà preferibilmente disponibile per la parte meridionale del centro abitato nonché per le limitrofe aree di Casatico, Campomorto, cascina Fornasetta, cascina Bonate e cascina Soldati. Gianluca Stroppa IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 25/04/2016 6 SANITÀ NAZIONALE 12 articoli 25/04/2016 Pag. 21 diffusione:235298 tiratura:335733 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA "Da convento a centro per la scienza" (a.l.) Un ex convento dei Cappuccini che diventa casa dei saperi e laboratorio per lo sviluppo scientifico e culturale del territorio. È la storia dell'organizzazione no profit Isbem (Istituto scientifico biomedico euromediterraneo) di Mesagne, in provincia di Brindisi. Per la prima volta, l'istituto si avvale quest'anno anche dei finanziamenti raccolti con il crowdfunding, sulla piattaforma WithYouWeDo di Tim. Lo racconta il presidente di Isbem, Alessandro Distante. Come state utilizzando i fondi ricevuti? «Gran parte del finanziamento è costituito dalla donazione di un parco, che a nostra volta abbiamo offerto alle scuole per diverse attività. Poi abbiamo avuto altri 20 mila euro. Ma il crowdfunding serve anche a sviluppare la consapevolezza che chiunque possa direttamente migliorare il sistema a cui appartiene». Nel concreto quali progetti avete realizzato, anche con altri fondi? «Sfruttando il 5 per mille, abbiamo finanziato il dottorato di ricerca di alcuni studenti in materie utili al territorio, per esempio per trovare cure a cancro e osteoporosi. O realizzato corsi che insegnano alle aziende locali a presentare progetti europei. Uno l'abbiamo creato noi stessi, con altri enti europei: Crediti per la Salute, per promuovere un sano stile di vita tra la popolazione». Foto: IL PRESIDENTE Alessandro Distante, numero uno di Isbem SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 8 25/04/2016 Pag. 1 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL PERSONAGGIO Technogym il wellness di Alessandri arriva in Borsa Jenner Meletti a pagina 6 Technogym il wellness di Alessandri arriva in Borsa Cesena Meno male che questa "fabbrica" non produce piadina o strozzapreti. Meno male che non sforna tonnellate di lasagne o tortelloni. La filosofia del "Technogym Village", in estrema sintesi, è infatti questa: tutti i dipendenti debbono "vivere" e "consumare" ciò che progettano, costruiscono o vendono. Fosse un'azienda alimentare, ci sarebbero seri problemi di obesità. Per fortuna qui si "producono" salute e benessere, con macchine e attrezzi che non solo muovono i muscoli ma che ti guidano a una precisa scelta di vita sana. "Non solo sport - dice subito Nerio Alessandri, classe 1961, fondatore, presidente e ad della Technogym, che entrerà in Borsa il 3 maggio - ma anche salute e prevenzione. In uno scenario in cui l'obesità è diventata una vera e propria epidemia, è necessario tornare a muoverci, perché il futuro dell'economia e la felicità di ciascuno di noi dipenderanno dalla salute delle persone. I nostri antenati facevano 30 chilometri al giorno, noi meno di uno". E' per questo che sugli ascensori dell'atrio da hotel a 5 stelle ci sono due grandi scritte: "Fai le scale per consumare più calorie", "Fai le scale per risparmiare energia". Fa un po' impressione, comunque, questa ricerca continua di movimento. Parli con un dirigente e lui si alza di colpo, fa tre giri attorno al grande tavolo, si risiede un attimo su una grande palla ("Con Wellness Ball Active Sitting trasformi il tempo che passi seduto in una opportunità per fare esercizio") per leggere un appunto e poi via con altri tre giri. "Non è obbligatorio - ti racconta - ma quasi tutti noi abbiamo un'app che ci conta i Move, che sono l'unità di misura del movimento. Ognuno ha il proprio obbiettivo, da raggiungere alla fine della giornata". Nerio Alessandri in questi giorni forse non riuscirà a raggiungere i suoi Move, perché impegnato a salire e scendere da aerei. Sta raccontando a Londra, Milano, Parigi, Boston, New York perché la Technogym entra in piazza Affari. "Dopo trent'anni di lavoro abbiamo deciso questo passo per 3 ragioni: l'uscita del nostro socio di minoranza ( il fondo inglese Arle, che aveva il 40% e ora mette a disposizione il 27,5%, ndr); la managerializzazione dell'azienda e infine la possibilità di utilizzare, se e quando necessario, lo strumento Borsa per finanziare la crescita futura". "Nati per muoverci. Da un garage alla Wellness Economy". Questo il titolo del libro scritto nel 2014 da Nerio Alessandri. Il garage è quello ormai mitico di Calisese, dove il giovane appena diplomato in disegno tecnico nel 1983 costruì il primo attrezzo, lo Squat. Racconta l'avventura di chi mise assieme acciaio, alluminio, plastica, gomma ed elettronica per aiutare donne e uomini a rimettersi in forma. E soprattutto racconta l'avventura di un assemblaggio di due parole, Wellbeing (benessere) e Fitness, che diventarono Wellness (traduzione ufficiale: equilibrio fra regolare attività fisica, sana alimentazione, approccio mentale positivo) e soprattutto marchio di fabbrica. E oggi, quale legame esiste fra quel primo garage e il salto in Borsa? "Un filo rosso - spiega Nerio Alessandri - collega quel garage alla nuova decisione. E' la voglia di costruire un'azienda che sia patrimonio sociale, perché solo se sei socialmente utile puoi avere un futuro. Siamo partiti da Cesena e dalla Romagna e siamo arrivati all'Italia e al mondo. Vogliamo crescere ancora e per questo la Borsa può essere utile. Penso al futuro di Technogym nello stesso modo con cui penso al futuro dei miei tre figli. Riusciranno a crescere se verrà mantenuta e arricchita la cultura aziendale, fatta di competenze, metodo, successi, valori rappresentati. Sono partito da un garage e quest'anno porteremo i nostri attrezzi alla nostra sesta Olimpiade, a Rio de Janeiro. Ma anche quella dovrà essere solo una tappa". Per inventare un'impresa lei ha lasciato un lavoro fisso in officina. Ha avuto successo. Un giovane di vent'anni, oggi - fra l'altro un lavoro fisso se lo sogna che possibilità di successo può avere? "Io credo che la storia delle invenzioni e delle imprese sia un film che si può ripetere. Anche noi, ventenni nei primi anni '80, pensavano che gli anni '50 e '60 fossero stati migliori dei nostri. Io credo che ogni tempo presenti le stesse opportunità, ma nella vita bisogna avere fame, bisogna fare la gavetta che hanno fatto i nostri padri e che abbiamo fatto anche noi. Fra le opportunità di SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 9 25/04/2016 Pag. 1 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato oggi c'è il digitale. La nuova economia può aprire molte porte". Un giorno, quando ci fu la prima consegna di attrezzi a una palestra di Faenza, l'acquirente - "un certo Chiozzini" - disse che le macchine non funzionavano bene e lei si mise a piangere. Una settimana dopo riuscì a sistemare tutto e fare la prima vendita. Le capita ancora di piangere? "No, ma di stare male sì e questo mi succede spesso. Non sempre quello che pensi va bene e allora c'è la sofferenza, ci sono le notti senza sonno. Ma io credo che anche questi momenti siano utili. Il successo può essere pericoloso e va trattato con diffidenza perché è un cattivo consigliere che va domato e interpretato. L'autocompiacimento è molto pericoloso. Se vinci, devi comportarti come gli atleti in gara. Hanno ottenuto una vittoria ma già pensano alla prossima gara. Ecco, il successo deve essere una ri-partenza, non un punto di arrivo". Dopo i giorni movimentati dell'ingresso in Borsa, anche Nerio Alessandri tornerà a impegnarsi per i suoi Move, come i mille dipendenti del Technogym Village della sede cesenate. Footing negli immensi prati all'inglese, con laghetto e robot che rasano l'erba. Una musica lieve esce da altoparlanti nascosti fra siepi e cespugli. Per gli operai delle linee di montaggio orario di lavoro dalle 7,30 alle 11,30, poi dalle 12,30 alle 16,30. Pranzo con scelta fra tre ristoranti, tutti attenti alla linea. Orecchiette con pesto vegano e flou di verdure al Vegetariano, orzo con speck e curry più spezzatino di tacchino al Mediterraneo, ravioli di salmone e tonno al sesamo all'Organico. Insalate e frutta ovunque. Quasi nessuno "scappa" dopo il lavoro. C'è la palestra che attende. Oppure il basket. Ci sono anche le trasferte per il beach volley a Cesenatico o gli allenamenti dei gruppi maratona e ciclismo. Nella palestra ci si può allenare con tutti gli attrezzi che hanno rifornito 65.000 Wellness Center e 200.000 abitazioni private nel mondo. Dal tapis roulant My Run (2.950 euro) e cyclette (1.980 euro) per la casa, alle macchine di alta gamma per palestre, hotel, centri di salute (dagli 8.000 ai 10.000 euro). I progetti sono preparati da ingegneri meccanici, elettronici e informatici, da medici dello sport e da fisioterapisti. "Noi non vendiamo - raccontano al marketing - solo macchine. Assieme al tapis roulant, ad esempio, puoi scegliere tra programmi per dimagrire e quelli per preparare la maratona. Ci sono le app per tonificare i muscoli, per scegliere la musica...". Ad ognuno il suo programma personalizzato, questo il nuovo business. Nella palestra pubblica o in quella di un hotel, ovunque nel mondo ogni cliente Technogym viene riconosciuto e il computer spiega quali siano gli esercizi fatti e quelli da fare. Sullo schermo appaiono subito i canali tv che sono stati scelti in passato, le musiche, i dati di un allenamento fatto ieri o un anno fa, le pulsazioni cardiache. Sono in vendita anche "Wellness bag" (295 euro) valigette che sembrano 24 ore, che contengono elastici e maniglie per chi non può fare a meno di allenarsi in viaggio. Manca un quarto d'ora alla ripresa pomeridiana del lavoro. Qualcuno passeggia sul prato con musica. Ma otto operai si mettono a giocare su due calciobalilla e altri attorno fanno il tifo. Una consolazione. S. DI MEO, TECHNOGYMLA SCHEDA Alessandri si prepara alla sua sesta Olimpiade Da oltre 30 anni Technogym è impegnata nella promozione del Wellness, lo stile di vita basato su una regolare attività fisica, un'alimentazione equilibrata ed un approccio mentale positivo. "Mens sana in corpore sano", lo slogan ereditato dall'antica Roma. Il fondatore e presidente, Nerio Alessandri, ha progettato e realizzato le prime attrezzature per la palestra nel proprio garage di casa a Cesena nel 1983 all'età di 22 anni. Oggi Technogym è un'azienda leader mondiale nella fornitura di prodotti, servizi e soluzioni per il fitness e il Wellness, con un fatturato di 512 milioni nel 2015, il 10% in più rispetto al 2014.L'azienda impiega oltre 2000 dipendenti, di cui la metà nella sede centrale di Cesena, presso le 13 filiali in Europa, Usa, Asia, Medio Oriente, Australia e Sud America, esporta il 90% della propria produzione in oltre 100 paesi, ed ha attrezzato 65.000 centri Wellness e oltre 200.000 abitazioni nel mondo. Nel 2012 l'azienda ha inaugurato il Technogym Village, la nuova sede dell'azienda che rappresenta il primo esempio di Wellness Campus al mondo. Il progetto si estende su un'area di 150.000 mq e comprende: centro di ricerca ed innovazione, gli stabilimenti produttivi e un grande wellness center dedicato all'attività fisica, all'interior design ed alla cultura del wellness. La compagnia ha ricevuto il riconoscimento come Great Place to Work, venendo così identificata come il miglior luogo di lavoro in Italia ed in Europa. In tutto il 25/04/2016 Pag. 1 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato mondo, i campioni dello sport si allenano con Technogym. Nella Formula 1 l'azienda collabora da anni con le scuderie Ferrari e McLaren, nel mondo del grande calcio europeo Technogym è fornitore ufficiale di Juventus, Inter, Milan, Ajax, Real Madrid, Paris St. Germain e Chelsea. Inoltre l'azienda è stata fornitore ufficiale delle ultime cinque edizioni dei Giochi Olimpici ed è stata scelta anche per Rio 2016. Foto: Nel disegno qui sopra il fondatore presidente e ad di Technogym Nerio Alessandri visto da Dariush Radpour 25/04/2016 Pag. 12 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 L'obeso del sedile a fianco e il campione mancato Viaggiare in classe turistica non è mai un piacere, ma per Philip Shafer di Ashland, Ohio, quelle due ore a fianco di un obeso che debordava dal suo sedile sono state un'agonia. Tanto che all'arrivo ha denunciato la Delta per emotional distress chiedendo 10mila dollari di indennizzo. Dubbio anche il caso di Cole Bartiromo di Mission Viejo, California: ha chiesto 50 milioni al college che l'aveva messo fuori dalla squadra di basket per una precedente minore infrazione. Visto che gli dicevano che poteva giocare in serie A, ha calcolato tutto il guadagno perso perchè gli osservatori delle maggiori squadre non avevano potuto vederlo in partita. E Janice Bird di Los Angeles ha denunciato i medici dell'ospedale non per malpractice ma perché non le hanno risparmiato la vista della madre trasportata in barella da un reparto all'altro causandole danni psicologici. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LE STORIE 25/04/2016 Pag. 20 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 Dai profumi dei Medici agli Usa la ricetta di Santa Maria Novella L'ACQUA DELLA REGINA AMATA DA CATERINA DEI MEDICI DIVENNE UN MUST IN TUTTE LE CORTI RINASCIMENTALI EUROPEE. TRA ERBE, RADICI, ESSENZE E ANTICHE RICETTE L'OFFICINA PROFUMO- FARMACEUTICA FIORENTINA È OGGI UN'AZIENDA GLOBALE Irene Maria Scalise Nel 1200 era un'erboristeria per curare i frati malati. Ottocento anni dopo è arrivato un ingegnere, dal cognome francese e la passione per la meccanica, e l'ha trasformata in un'officina profumata con negozi in tutto il mondo. Benvenuti nel cuore di Firenze, Officina di Santa Maria Novella. Da qui partono pastiglie balsamiche, creme, cioccolata, profumi. In queste stanze, affrescate come quelle di una chiesa, il presidente e azionista di maggioranza Eugenio Alphandery, classe 1948, la prima volta ci ha messo piede a sette anni: "Mia nonna mi portava in quello che consideravo il "negozio delle signore anziane" ed acquistavamo saponette al melograno che profumavano i bagni di tutta la casa". Ma per raccontare l'Officina bisogna fare un salto indietro più spericolato. Già secoli fa i domenicani, incrociando poteri tra l'omeopatico e il naturopata, sconfiggevano raffreddori e reumatismi grazie a quelle erbe preziose. I religiosi non potevano certo immaginare che boccettine ed unguenti sarebbero sbarcati nei cinque continenti diventando un business internazionale. Fatto sta che nel 1612 i visionari frati, per ordine del Granduca di Toscana, sbarcarono sul mercato inaugurando ufficialmente l'Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella. La cliente che più amava spalmarsi di creme aromatiche era niente di meno che Caterina de Medici. La regale passione divenne pop e il suo prodotto preferito, soprannominato "Acqua della regina", uno dei cult dell'Officina. Ed eccoci al quasi presente. Negli anni 80 l'attività fiorentina comincia a scricchiolare, la regina è uno sbiadito ricordo e il lusso sfrenato mal si concilia con prodotti antichi all'apparenza polverosi. Per fortuna accadde l'imprevedibile: Eugenio Alphandery è chiamato in azienda per studiare un macchinario malmesso. Alphandery, che arriva dal tessile, appena mette piede in via della Scala litiga con quella maledetta macchina per fare le pasticche a base di balsamite. Naturalmente vince la sua testardaggine: "L'ho riparata e sono riuscito a farne uscire 56 pasticche al minuto". Gli altri macchinari erano però in uno stato ancora peggiore. Alcuni in disuso. Gli chiedono 800 milioni di lire per vendere tutto. Lui tiene duro: "Ho accantonato ogni altra attività e mi sono dedicato a Santa Maria Novella assegnandomi uno stipendio pari a quello che ora ricevono i miei domestici . Il mio pensiero era uno solo: produrre reddito per poter reinvestire e fare tutto esclusivamente a Firenze". Con quest'idea fissa nella testa è riuscito a passare da 5 dipendenti ai 130 di oggi (più 20 nell'area americana) e a realizzare un fatturato di 25 milioni di euro l'anno. Dai laboratori di via della Scala escono 700 specialità di prodotti: ecco l'acqua di colonia Marescialla (creata per impreziosire con l'aroma gli abiti delle nobildonne), profumi, creme di bellezza e curative, unguenti per le mani e per i piedi, prodotti per capelli, ma anche tè, tisane, cioccolati, biscotti, caramelle. Tutto nasce nel laboratorio, la vera passione di Alphandery. In questo enorme capannone (con un passato da consorzio agrario e poi da pasticceria) ogni ingranaggio funziona con precisione chirurgica. I macchinari, simili ad enormi "Bimby per cucina", frullano giorno e notte alcool ed essenze. Per entrare cuffia e camice sono d'obbligo. Il profumo stordisce: "Sembra impossibile ma ormai noi non sentiamo più nulla, solo un vago profumo dopo le vacanze", scherzano gli operai. Nella stanza principale si sdoganano creme e profumi. I turbo emulsori riscaldano gli oli balsamici col vapore mixando, nei grandi contenitori, creme e saponi a più di 40 gradi: "I profumi con prodotti naturali sono i più difficili da amalgamare - spiega l'ingegnere - così aggiungiamo gli oli essenziali che vanno a maturare per almeno due mesi nelle botti in legno o metallo". Un altro miracolo d'ingegneria, mista ad artigianato, sono le macchine per l'inflaconamento, gli armadi di stagionatura per i saponi (inventati in azienda), quindi le macchine "ciclone" per mettere nelle botti il vapore e le essenze naturali. Nelle otri di terracotta si fa fermentare il famoso potpourri: petali di fiori, bacche e foglie secche. Un intenso aroma di alcool travolge SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato la storia I RACCONTI DEL MADE IN ITALY 25/04/2016 Pag. 20 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato invece chi entra nella stanza dei liquori. Racconta Elio che, più che un operaio, sembra un prof di chimica: "I liquori nascevano con scopi curativi per i frati. Gli alchimisti li lasciavano nelle botti. La china è arrivata nel 700 per curare la febbre mentre l'alchemis veniva somministrato alle donne dopo il parto". L'erboristeria è affidata alle cure di Graziella, capelli argentati sotto la cuffia e sguardo affettuoso, che neanche sotto tortura rivelerebbe cosa miscela: "Le formule sono nostre e segrete, uniamo il cacao con la liquerizia e i gelsomini". Ed ecco Katia che da 22 anni prepara l'acqua antisterica: "Una miscela di erba, balasamite, cannella, menta". Nella cereria Stefano scioglie con precisione semi e foglie secche nella cera: "Produciamo 100 mila tavolette cerate e sono tutte realizzate a mano con l'aggiunta delle diverse piante". Fabrizio supervisiona i laboratori: "Si articolano in tre aree principali: Laboratorio Strumentale, Laboratorio Microbiologico, Laboratorio Ricerca e Sviluppo. Qui i prodotti subiscono un controllo con sistemi pari a quello degli ospedali con eccellenze come il naso elettronico". Per ciascun dipendente l'ingegnere ha una parola personalissima. Un tabellone colorato, che è riuscito a farsi riprodurre anche sul telefono (benedetta ingegneria), lo informa su chi è a lavoro e chi in ferie. A circa dieci chilometri di distanza, in pieno centro città, c'è l'antica farmacia. Aperta al pubblico da una ventina d'anni, dopo essere stata chiusa per 150. E' un trionfo di boiserie, affreschi e quadri che raffigurano la dinastia dei frati. Dal piano superiore domina la ex stanza del padre direttore che, grazie ad un oblò di vetro, controllava il suo piccolo mondo. "Qui è stato ristrutturato tutto in occasione dei 400 anni dalla nascita - spiega Alphandery - il cantiere ha impegnato quaranta tra artigiani e restauratori. E' un immobile di proprietà del comune a cui paghiamo regolarmente un affitto". Nei sotterranei ci sono la stanza dei vasi ed il museo. Contenitori in ceramica le cui antiche scritte raccontano di un passato lontano. Ma l'Officina ha anche un dietro le quinte: Alphandery punta verso l'orto. Tra una sede e l'altra si sposta con una delle sue moto (rigorosamente d'epoca). L'orto è un giardino pensile tenuto con cura da Daniele: "Oltre agli ulivi, fondamentali per l'olio da usare come base nei prodotti, abbiamo pomodori e ortaggi che usiamo per la mensa biologica dei dipendenti e tutte le erbe officinali dal gelsomino al rosmarino, alle rose". C'è persino una zona orientale, con tanto di laghetto artificiale. Una sorta di omaggio a quella parte del mondo che, per l'Officina, sembra avere una passione speciale. Giapponesi ma, soprattutto, coreani. Dopo che una gentile signora coreana si è innamorata dei prodotti, infatti, ha contribuito all'apertura di 15 negozi in Corea. Ci sono indirizzi a Londra, Cannes, Madrid, Mosca, Panama, Tokio, Osaka, Los Angeles, Seul, Hong Kong, Cape Town e molti altri. La cosa che Alphandery preferisce è visitarli di persona. Naturalmente portandosi dietro le due ruote:"Quest'estate ho fatto 20 mila chilometri in moto, ed è il bello del mio mestiere". [ I VOLTI La farmacia di S.Maria Novella produce profumi per le regine dal tempo di Caterina de' Medici (1) fino a Elisabetta II (2). Il presidente Eugenio Alfandery (3) LA SCHEDA Una rete di negozi nei cinque contintenti L'Officina profumofarmaceutica di Santa Maria Novella a Firenze è ritenuta la farmacia storica più antica di tutta Europa. Produce creme, tisane, balsami, cioccolato, liquori, acqua di colonia e il famoso potpourri. E' uno degli esercizi commerciali più antichi in assoluto: già nel 1400 i domenicani vendevano l'acqua di rose come disinfettante, usato soprattutto nei periodi di epidemie. L'attuale profumeria risale al 1612, quando ancora svolgeva anche l'attività di spezieria. Nel 2012, per festeggiare i 400 anni, le antiche sale rivestire di affreschi sono state completamente restaurate. Punta di diamante sono i macchinari studiati e voluti dal presidente Eugenio Alphandery, entrato in azienda negli anni 90. I dipendenti, 5 al suo debutto in azienda, ora sono 130 più 20 nell'area americana. Il fatturato è di 25 milioni di euro l'anno. I laboratori si articolano in tre aree principali: Laboratorio Strumentale, Laboratorio Microbiologico, Laboratorio Ricerca e Sviluppo. L'azienda ha anche un orto personale dove i giardinieri coltivano piante necessarie per le preparazioni, olio di oliva e prodotti bio che sono usati nella mensa aziendale. L'Officina è stata oggetto di svariate tesi di laurea ed è visitata ogni giorno. Ha negozi nei cinque continenti ma soprattutto in oriente, in Corea e Giappone, in Europa ed in America. 25/04/2016 Pag. 20 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Foto: Accanto, una fase della raccolta e della lavorazione delle erbe coltivate nel giardino dell' Officina . Sopra, un momento della produzione dei saponi Foto: Nelle foto in pagina, alcuni prodotti dell' Officina Profumofarmaceutica Santa Maria Novella 25/04/2016 Pag. 14 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 LA MULTINAZIONALE USA SI INSERISCE NELLO STESSO TREND DI MCDONALD'S E COCA-COLA: GRANDE ATTENZIONE AI CONTENUTI NATURALI PER I LORO PRODOTTI. MALGRADO IL DOLLARO FORTE CRESCE LA DIVISIONE FARMACEUTICA GRAZIE AD ALCUNE BRILLANTI SCOPERTE Arturo Zampaglione New Yor Come tutte le multinazionali americane è stata penalizzata dall'impennata del dollaro, che ha ridotto il valore del fatturato all'estero (circa la metà del totale). E come tante aziende del settore alimentare o tante marche di largo consumo, risente del cambiamento di gusti dei giovani Millennials, che tradiscono talco, baby-shampoo (e Coca-Cola) in nome di prodotti organici e più salutari. Ma i brillanti risultati del settore farmaceutico (+5,9 per cento), e in particolare delle medicine scoperte e prodotte dalla consociata Janssen, hanno permesso alla J&J (Johnson & Johnson), primo gruppo mondiale per prodotti sanitari, di chiudere il primo trimestre 2016 con 17,5 miliardi di dollari di fatturato, superando le previsioni degli analisti, e un utile netto di 4,29 miliardi. Sulla base di questi dati, Alex Gorsky, 55 anni, e da quattro chief executive della J&J, ha dichiarato: "Grazie alla crescita sbalorditiva del business farmaceutico, al miglioramento costante del business di prodotti di consumo e alla fase positiva del business delle apparecchiature mediche, siamo molto ottimisti sui risultati finali dell'anno". E in effetti il gruppo, che ha il quartiere generale a New Brunswick nel New Jersey, proprio alle spalle del campus della università di Rutgers, ha già rivisto al rialzo le previsioni per il 2016: ora si ipotizza un fatturato finale tra i 71,2 e 71,9 miliardi di dollari e un utile per azione tra i 6,53 e i 6,68 dollari. Sarebbe bastato molto meno per entusiasmare Wall Street. E dopo l'annuncio della trimestrale, le quotazioni del gruppo hanno toccato un nuovo massimo storico. Alla chiusura degli scambi, giovedì scorso, il titolo, già cresciuto del 14 per cento dall'inizio dell'anno, era a 113,57 dollari, portando la capitalizzazione di Borsa a 313 miliardi di dollari. Si è così consolidata la settima posizione della J&J nella hit parade delle società quotate di maggiore valore. E di questa lista, in cui è preceduta da Apple, che è la prima in assoluto, poi da Google, Microsoft, ExxonMobil, Berkshire Hathway, Wells Fargo, è sicuramente la società più antica. Fu fondata da Robert Wood Johnson e dai suoi fratelli nel 1887 per produrre cerotti per le camere operatorie. Con il tempo ha allargato la sfera di prodotti e il numero di consociate: che ora sono più di 260, operano in 57 paesi e sono raggruppate in tre divisioni: farmaceutici (la prima in termini di fatturato), prodotti sanitari di largo consumo e apparecchiature mediche. Tra i marchi più famosi del gruppo, oltre i cerotti Band-Aid, l'antistaminico Benadryl, l'anti-allergico Zyrtec, gli antidolorifici Tylenol e Motrin, le creme Neutragena per la pelle e il talco Baby Powder. Proprio quest'ultimo dà molti grattacapi a Gorsky e i suoi collaboratori. Lo scorso febbraio l'azienda è stata condanna a pagare 72 milioni di dollari ai familiari di Jackie Fox, una donna di 62 anni morta per un cancro alle ovaie legato, secondo i magistrati, al talco Johnson & Johnson che aveva usato per anni. Il gruppo è ricorso in appello, ma intanto sono proprio prodotti come il talco e lo shampoo a non essere più amati dai giovani americani. Le vendite di shampoo per bebè sono scese nei primi tre mesi dell'anno del 14 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015, a quota 95 milioni di dollari, il livello più basso dell'ultimo decennio. "Abbiamo l'impressione che le mamme-Millennials optino sempre più per prodotti organici", ha ammesso il direttore finanziario del gruppo, Dominic Caruso, promettendo che entro la fine dell'anno sarà lanciato "un piano energico" per recuperare quote di mercato. Ma comunque il trend verso l'organico è un elemento nuovo, e dirompente, nella economia americana. Si vede soprattutto nel settore alimentare, dove a farne le spese sono i colossi del cibo e del fast food, dalla Kellogg a McDonald's, dalla Kraft alla Coca-Cola; ma il mutamento dei gusti dei giovani va ormai contagiando ogni aspetto del Made in USA. Sempre negli Stati Uniti, invece, la J&J si rafforza nel farmaceutico, con un aumento del fatturato nel primo trimestre del 12,9, grazie a Invokana (per il diabete), Imbruvica (cancro al sangue), Xarelto (anticoagulante), Darzalex (mieloma multiplo). Gli stessi farmaci hanno permesso al gruppo di raggiungere un fatturato trimestrale nel SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Shampoo e saponi solo bio la svolta salutista della Johnson & Johnson 25/04/2016 Pag. 14 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato settore di 8,18 miliardi di dollari a livello mondiale: del resto la J&J ha una struttura molto globale, grazie anche all'acquisizione già dall'ottobre 1961 della società belga Janssen, che ora ha 28mila dipendenti in giro per il mondo ed è sempre rimasta fedele all'impostazione scientifica del suo fondatore, Paul Janssen, e ha sempre investito molto nella ricerca di nuovi farmaci. La Janssen è presente in Italia con la sede di Cologno Monzese e l'impianto produttivo a Borgo San Michele (Latina). Guidata da Massimo Scaccabarozzi, 53 anni, laureato in farmacia e presidente anche di Farmindustria, la Janssen Italia impiega più di mille dipendenti, ha avuto nel 2014 un fatturato di 683 milioni, produce - soprattutto per l'esportazione (più del 90 per cento) molti farmaci di nuova generazione (oncologici, antivirali, sclerosi multipla), cui si aggiungono i medicinali Otc, cioè da banco. Meno bene, invece, sono andate le vendite della J&J nella divisione delle apparecchiature mediche, che una volta invece era la più importante del gruppo e adesso rappresenta solo il 35 per cento. Nell'ultimo trimestre il fatturato del sotto-settore è stato di 6,11 miliardi con un calo del 2,4 per cento. La ragione? Un aumento della concorrenza, pressioni sui prezzi e cambiamenti di mercato: tutti fattori che hanno portato il chief executive Gorsky a disporre a gennaio il licenziamento di 3mila dipendenti della divisione, a uscire da alcune linee di prodotto e a focalizzarsi su altre, a cominciare dalla robotica. S. DI MEO, JOHNSON & JOHNSON, PROCTER & GAMBLE Foto: Alex Gorsky , Ceo della Johnson & Johnson (1); Dominic Caruso, direttore finanziario del gruppo (2); Massimo Scaccabarozzi , alla guida della Janssen Italia (3) 25/04/2016 Pag. 14 N.15 - 25 aprile 2016 diffusione:400000 Procter & Gamble entra nel mercato degli integratori tre miliardi solo in Italia Salvatore Giuffrida Vitamine, minerali, erbe medicinali, integratori: una volta i prodotti per il benessere fisico erano usati dai professionisti del body building e da pochi aficionados, adesso è un mercato che vive un boom in tutto il mondo. Tanto da attirare l'interesse di grandi gruppi come Procter & Gamble, che nel portafoglio di marchi da commercializzare ha acquisito Swisse, la linea di integratori alimentari più diffusa in Australia: l'obiettivo è lanciarla in altri Paesi a partire dall'Italia dove dal 2010 l'health care cresce a un ritmo di oltre il 5% all'anno. Secondo dati della P&G, quattro italiani su dieci assumono regolarmente integratori generici e quasi sette su dieci consuma i probiotici, anche come terapia medica: un mercato da 3 miliardi all'anno per le farmacie. Sport e fitness sono ormai una pratica quotidiana per tutti e, secondo un'indagine realizzata per Federsalus, la maggior parte dei consumatori assume integratori per migliorare il proprio benessere e solo in secondo piano per avere più energia, perdere peso, ritardare l'invecchiamento. Adesso, con quest'investimento di P&G, il settore in Italia è destinato a crescere ulteriormente. Foto: Sami Kahale , general manager di Procter & Gamble per l'Italia e il Sud Europa SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA RIVALE 25/04/2016 Pag. 11 N.98 - 25 aprile 2016 diffusione:88589 tiratura:133263 Con la legge di Stabilità 2016 è stato stabilito che non sussiste autonoma organizzazione ai fi ni Irap nel caso di medici che abbiano sottoscritto specifi che convenzioni con le strutture ospedaliere per lo svolgimento della professione, ove percepiscano per l'attività svolta presso dette strutture più del 75% del proprio reddito complessivo. Sono in ogni caso irrilevanti, ai fi ni della sussistenza dell'autonoma organizzazione l'ammontare del reddito realizzato e le spese direttamente connesse all'attività svolta (tra le quali, anche i costi per il personale eventualmente impiegato). L'esistenza dell'autonoma organizzazione è comunque confi gurabile in presenza di elementi che superano lo standard e i parametri previsti dalla Convenzione con il Ssn. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Esclusi i medici attivi negli ospedali 25/04/2016 Pag. 26 N.98 - 25 aprile 2016 diffusione:88589 tiratura:133263 In Italia i procedimenti avviati dall'Agcm sono pochi FEDERICO UNNIA Non ricompresa nello studio di Allen&Overy, e proprio l'indomani delle indicazioni che l'Antitrust, presieduta da Giovanni Pitruzzella, ha fornito per dare il via all'acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori, come si presenta l'Italia nel controllo delle operazioni di M&A? Il quadro italiano del public enforcement antitrust da parte dell'Agcm nel 2015 si è connotato per un dato di sostanziale consolidamento in termini di numero di istruttorie chiuse rispetto al 2014. L'Agcm ha chiuso nel 2015 14 procedimenti a fronte delle 15 istruttorie chiuse al 31 dicembre 2014. Una considerazione prospettica che muova dal numero di casi avviati nel 2015 denota una essione: a fronte dei 16 procedimenti aperti nel 2014, ne sono stati avviati solo 11 nel 2015, un dato inferiore anche al 2013. «Anche ad ammettere che tutti i casi attualmente pendenti si concludessero nel 2016, il che appare difficilmente ipotizzabile a dispetto della breve durata media delle istruttorie, il numero di procedimenti conclusi sarebbe al più in linea con quello del 2015 e 2014. Più specifi camente gli ultimi 3 mesi del 2015 hanno visto l'apertura di 6 nuove istruttorie, mentre nei primi 9 mesi dell'anno si era registrato l'asfi ttico dato di appena 5 procedimenti nuovi: anche l'incipit del 2016 è stato tutt'altro che brioso, con 1 solo caso avviato nei primi tre mesi, probabilmente anche in ragione della scadenza del mandato di uno dei tre componenti del collegio e della nomina del nuovo componente prof. Ainis» commenta Alessandro Greco, partner, responsabile Ue, Concorrenza e regolazione dei mercati di Eversheds In generale, un confronto con i dati di attività recente di altre autorità di concorrenza in paesi Ue - più o meno sofi sticate e strutturate - rivela un tasso di interventi dall'Agcm per procedimenti antitrust tendenzialmente ancora al di sotto delle aspettative ingenerate dalla indipendenza, alta qualifi cazione e competenza e notevole autonomia fi nanziaria dell'autorità (indubbiamente rafforzata dal meccanismo di finanziamento interamente a carico delle imprese introdotto a decorrere dal 2013). «Tra i numerosi fattori che incidono su questo tasso relativamente esiguo di enforcement, spiccano senz'altro le eccessive attribuzioni di competenze all'Agcm da parte del legislatore, in particolare con le riforme Monti, e l'inadeguato funzionamento del programma di clemenza» aggiunge Greco. La tipologia di casi di intese perseguiti lascia poi emergere una chiara focalizzazione sulle fattispecie di c.d. bid rigging, ovvero di forme di concertazione in materia di gare di appalto (7 degli 11 casi di intese chiusi nel 2015), laddove la scelta dei settori merceologici coinvolti sembra a volte ristagnare su mercati e segmenti di business già oggetto di reiterata indagine (calcestruzzo e cemento, gas medicali, accordi interbancari, tariffe e condotte degli ordini professionali). Tuttavia emerge un altro aspetto: si assiste ad un sensibile aumento in valore delle sanzioni e maggior equilibrio tra accertamenti di violazione e accettazioni di impegni. «Con riferimento all'ammontare complessivo delle sanzioni applicate dall'Agcm all'esito dei procedimenti conclusi, si è assistito ad una crescita esponenziale nell'anno 2015, in coincidenza con l'applicazione delle Linee Guida in materia di calcolo delle sanzioni ai sensi dell'art. 15 L. 287/90, delle quali l'Agcm si è dotata alla fi ne del 2014. In non pochi procedimenti per intesa riguardanti imprese di modeste dimensioni, il quantum della sanzione ha raggiunto o quasi il massimo edittale del 10% del fatturato, in ragione di un'applicazione in essibile del valore del 15% delle vendite rilevanti per le fattispecie molto gravi: si è trattato di una sterzata netta, rispetto ad un precedente trattamento alquanto mite anche delle intese orizzontali molto gravi, peraltro coincidente con un'agenda di enforcement orientata a casi di ambiti geografi ci e settori di business di dimensioni contenute» chiosa Greco. Infi ne, è da valutare positivamente il riequilibrio nel biennio 20142015 tra decisioni di violazione e accettazioni di impegni senza accertamento di infrazione: «Nel complesso, nonostante singoli casi più complessi e innovativi, la politica di enforcement antitrust dell'Agcm nel breve e medio termine non può che avere ampi margini di miglioramento» conclude. «L'impegno dell' Antitrust nella lotta contro cartelli ed intese si conferma - ed anzi si rafforza sotto diversi ed intrecciati profi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ANCHE PER EFFETTO DELLA CRESCITA DEL NUMERO DI COMPETENZE IN CAPO ALL'AUTORITÀ 25/04/2016 Pag. 26 N.98 - 25 aprile 2016 diffusione:88589 tiratura:133263 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato li», commenta Valeria Falce, ordinario di diritto dell'economia all'Università Europea di Roma e of counsel dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. «Si assiste innanzitutto ad una inversione di tendenza: meno impegni, più accertamenti istruttori e più sanzioni. Le decisioni patteggiate - quelle che evitavano approfondimenti e multe salate in cambio di modifi che nelle prassi, nelle condotte e nelle clausole contrattuali -, non sono la norma come era in passato, né ad esse si riconosce più la capacità di moralizzare il mercato in quanto tali, indirizzandolo spontaneamente verso un funzionamento effi ciente. È quanto ha insegnato il caso sull'organizzazione dei servizi marittimi nel Golfo di Napoli, riaperto per mancata attuazione degli impegni a suo tempo assunti e conclusosi con multe salate» spiega Valeria Falce. I ri ettori dell'Antitrust puntano ora sul mercato e a 360 gradi. Settori che sino a qualche anno fa venivano lambiti occasionalmente dall'Agcm, oggi non sono risparmiati da richieste di approfondimento. «È il caso, ad esempio, del settore farmaceutico, che viene scandagliato rispetto a profi li sino ad ora inediti, ma anche di quello bancario e fi nanziario, che viene perlustrato rispetto ai servizi di pagamento ma non solo; è il caso dei diritti sportivi, rispetto al quale si attende da giorni un responso finale; è il caso del settore del vending, per la prima volta interessato da verifi che concorrenziali» aggiunge Falce. Anche le nuove tecnologie diventano oggetto di crescente attenzione. «In questo contesto, mi pare si vada affi nando la sensibilità giuridica ed economica rispetto alle implicazioni antitrust legate alla digitalizzazione di settori economici. Penso all'istruttoria sui servizi alberghieri on line, questa sì conclusa con impegni, ma anche alle meditate ri essioni sul caso Uber. Si assiste poi ad una non trascurabile novità: le procedure di selezione e affi damento, i bandi e le gare pubbliche sono al centro della ri essione antitrust, perché è in questa fase che si gettano le basi della futura concorrenza e perché da questa fase dipende la concorrenza futura. I casi sono molti e toccano prodotti e servizi disparati, ora è il caso dell'affi damento dei servizi di ristoro sulla rete autostradale, ora quello dei servizi di pulizia nelle scuole, ora sono i servizi di bonifi ca e smaltimento». Foto: Valeria Falce 25/04/2016 Pag. 19 diffusione:45501 tiratura:91390 «Io, medico dei contadini alle visite ci vado a cavallo» «All'inizio erano un po' sorpresi, poi i pazienti si sono abituati. La mia Sissi distrae gli anziani dai loro malanni. E se c'è un'emergenza taglio per i campi e arrivo prima» SIMONA BERTUZZI Pronto, dottor Anfosso? «Sono io.... aspetti un attimo che c'è un passaggio pericoloso». Il rumore degli zoccoli sul sentiero sconnesso. E il respiro di un cavaliere che fosse nato secoli fa andrebbe a caccia del santo Graal. Invece si inerpica sui sentieri delle Langhe, attraverso boschi intricati e vigne dirompenti, per scovare vecchie cascine dove dispensare cure, forza e coraggio a chi la vitalità non l'ha più o l'ha infilata nelle pieghe di una pelle ruvida, sfinita dall'età e da un cumulo di malanni. Un caso urgente dottore? «Vado da due pazienti che mi hanno chiamato poco fa per una brutta bronchite. Hanno febbre e tosse». E come ci va? «Mi inoltro nel bosco, guado il torrente e arrivo a Verduno». Difficile immaginarla in camice bianco in sella al suo cavallo. «Allora le racconto. Nella fondina ho il cellulare, mica la pistola. Nella bisaccia di destra, il fondescopio, i timbri e lo stetoscopio, nella sinistra le cavezze e le lunghine». Piano piano. Cos'è la cavezza? «È una testiera da mettere sul capo del cavallo per tenerlo fermo e al sicuro mentre faccio le visite». Ha risposto subito al telefono, i medici di città sono più ostici. «Sono 34 anni che sono medico, e da queste parti mi conoscono anche i sassi. Un dottore di campagna fa di tutto, pure l'ostetrica e il dentista se serve». Non si fidano, i contadini, degli ospedali? «La vita delle cascine segue antichi ritmi e convenzioni. I vecchi restano a casa, accuditi dalle zie anziane, mentre i tre uomini della famiglia lavorano e anche le donne si danno da fare in campagna. Gli ospedali sono eccellenti ma i contadini ci hanno visto morire i loro antenati, dunque ti dicono "Roberto, faccia quel che vuole ma non mi mandi in ospedale"». Ma è l'unico medico al mondo che va a far visita a cavallo. «L'unico non lo so, ma ho le mie buone ragioni. Il cavallo è ecologico, non impatta sull'ambiente, e ha un potere simbolico, in quanto portatore di forza, vigore, potenza, tutte cose che il paziente ha perduto con la malattia e che ha bisogno di ritrovare. E poi è un fantastico diversivo per anziani che ormai sono troppo concentrati sulle loro malattie per parlare o pensare ad altro. Sente questo rumore?». Lo sento. «Sono davanti a uno stagno pieno di ranocchie». Non fa i percorsi tradizionali lei? «Cerco di evitarli, così unisco l'utile al dilettevole. L'altro giorno, per esempio, dovevo andare alla casa di riposo di Narzole. E il gestore di un bed and breakfast mi ha consigliato di seguire suo figlio che ha 12 anni e guida la moto ma si muove lungo i sentieri sterrati per non incappare nei controlli». E gli anziani che dicono quando la vedono arrivare al galoppo? «Pensano che io abbia molto tempo da perdere e da dedicare loro, il che li tranquillizza. E ammetto che su mezzora di visita, 10 minuti se ne vanno a parlare di animali, sentieri e avventure e non si pensa più ai dolori». Anche su di lei funziona? «Beh, se sono arrabbiato o stressato il cavallo è una terapia perfetta perché si porta via qualunque pensiero. Dovrebbe vedere La Morra per capire. Pur non essendo alta, è un palcoscenico subentrante di colline che sembrano prosceni e danno una prospettiva incredibile nelle sere di cielo sereno». Da quant'è che va a a cavallo? «Da sempre, ho iniziato che avevo 14 anni e volevo fare il centravanti». Che c'entra il calcio coi cavalli? «Le spiego. Desideravo con tutte le mie forze diventare centravanti di una squadra di calcio ma un'asma bronchiale mi distrusse il sogno. E così fui costretto a ripiegare su uno sport dove non ero io a correre ma altri per me. Mio padre era un eccellente cavallerizzo e mio nonno un ufficiale di cavalleria. È stato un tramandarsi di passioni e ambizioni». Un predestinato. Ma ci vorrà un allenamento incredibile. «Ci sono giorni che resto in sella anche 5, 6 ore e quando scendo da cavallo non so più dove finisce la sella e inizia il sedere. E settimane in cui percorro fino a 100 chilometri». La sua cavalla Sissi, parliamone. «È speciale. Era nevrile, irruenta, ma ha cambiato vita come me». E perché la medicina? «Per guadagnare la pagnotta e perché mi piaceva l'idea di fare del bene a qualcuno». Un laureato a cavallo. «Per 25 anni ho fatto gare di salto ad ostacoli poi a 50 ho deciso che avrei fatto le visite col mio cavallo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ROBERTO ANFOSSO Le interviste di Libero In sella fino a sei ore al giorno 25/04/2016 Pag. 19 diffusione:45501 tiratura:91390 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Bastava studiare l'orografia e individuare nelle cascine dei posti dove lasciare Sissi mentre visitavo... alberi, pergolati». La prima visita da medico a cavallo come fu? «Era una mattina di sole e dovevo andare da un tizio che mi aveva recusato per chiara antipatia reciproca». Ma un medico non può avere antipatie. «Diciamo che poiché il medico che aveva scelto era assente ed io ero il sostituto non aveva alternative, e il sottoscritto neppure». E il paziente, quando la vide arrivare a cavallo, che disse? «Aveva due occhi spalancati come i fari di una Porsche». Perché Sissi? «È il nome dell'imperatrice, le sta bene ma non l'ho scelto io». Però le ha comprato il frustino nel sexy shop. «Che giornata pazzesca. Ero a Parigi con alcuni amici, capitiamo davanti al Moulin Rouge e vedo un negozietto di oggetti inenarrabili. Ma c'era questo frustino in vetrina con la testa argentea, ben lavorato, non ne avevo mai visto uno simile. E quando ho chiesto al negoziante se potesse andar bene per un cavallo mi ha risposto "pour homme, pour femme, pour cheval", deve aver pensato facessi cose strane con gli animali». Ma lei la odia l'auto? «Non la odio ma la uso pochissimo e anche il fine settimana vado spesso in barca a vela». E se c'è un'emergenza? Non è d'intralcio il cavallo? «Scherza? Più di una volta tagliando tra i vigneti e i campi sono arrivato prima che se avessi preso l'auto. Un giorno un paziente era in lipotimia, sveniva di continuo e col cavallo ho tagliato per i vigneti, guadato il torrente e sono arrivato da lui in 10 minuti». Estate e inverno in sella. «Basta mettere i ramponi al cavallo quando nevica». Non sarà facile. «Invece Sissi si trasforma. Prende la vitalità e l'esuberanza di un puledro. Il problema è quando torno la sera tardi perché i pazienti mi invitano a bere un bicchiere di barolo o a farmi una mangiata con loro». Fate strani incontri? «Lei scherza, ma una volta alcuni cinghiali ci sono passanti accanto, la cavalla si è spaventata e quando sono sceso a tranquillizzarla mi ha dato una spallata che mi ha fatto cadere a terra ed è schizzata via. Purtroppo mancavano 5 chilometri». Non le fa mai paura il bosco? «I pericoli sono dietro l'angolo. I fili metallici tra i vigneti per esempio... bisogna avanzare col frustino e la mano alzata per essere pronti a buttarsi giù dal cavallo nel caso se ne incontri uno. Più di una persona è rimasta sgozzata di notte in questo modo. Per non dire delle buche e dei rami caduti dopo una pioggia». La invidio un po' meno, adesso, ma penso che le sue giornate siano grandi avventure. «Hanno il potere di rilassarmi. Poi Sissi capisce tutti i miei momenti e sa come prendermi. Se sono incerto sulla strada lei mi tira per tornarcene a casa, se sono teso mi asseconda paziente e sopporta di tutto». Tipo? «Che le insegni a fischiettare Dixie». Che sarebbe scusi? «L'inno della cavalleria sudista». Che il suo cavallo ha imparato. «Mi piace pensare che sia così». Vorrei un medico come lei. Sorride. «È uno stile di vita, che fa bene a me e ai pazienti». Nessuno le dà mai del matto? «All'inizio erano sorpresi, poi si sono abituati e ora quasi non riescono più a vedermi senza cavallo». Ma che fa per reggere il ritmo? «Parrà banale, ma il segreto è non fermarsi mai, vado a cavallo e in barca a vela con mio figlio che è autistico e ama gli sport come me. Faccio anche karate, ho iniziato quando lui ha mollato, e dopo 5 anni sono cintura nera». E quando pensi che questo medico del corpo e dell'anima non abbia più niente da dire arriva «legno corsale!», una faccenda di antenati pirati e di una Lampedusa del nord, meta di ricordi e pellegrini. Ma questa è un'altra storia, da raccontare mentre si fa visita in un caldo pomeriggio di aprile. IN OSPEDALE Faccio tutto, pure l'ostetrica e il dentista. Gli ospedali sono eccellenti ma i contadini ci hanno visto morire i loro antenati e non vogliono andarci IL FRUSTINO Il frustino l'ho preso in un sexy shop a Parigi. Ho chiesto al commesso: va bene per un cavallo? E lui: «Pour homme, pour femme, pour cheval». Avrà pensato che facessi cose strane Foto: Il dottor Anfosso in sella alla sua Sissi 25/04/2016 Pag. 18 diffusione:34776 tiratura:82646 Se il Ssn abdica al ruolo degli psicologi CHIARA DAINA Èarrivata la generazione che si prende cura delle emozioni spezzate come una gamba rotta. Oggi andare dallo psicologo non è più un tabù. E "stare bene" non significa soltanto non essere ammalato ma anche essere in pace con se stessi. "I giovani adulti, tra i 20 e i 30 anni, che si rivolgono alla psicologia sono in aumento. L'esigenza nasce in momenti critici, come la ricerca del lavoro, la separazione dalla famiglia, i primi lutti. Dal 2008 in Trentino questi utenti sono cresciuti del 40%", spiega Elena Bravi, direttore dell'Uoc di Psicologia clinica di Trento e presidente della Società italiana di psicologia dei servizi ospedalieri e territoriali. Un disagio psicologico non trattato si cronicizza, peggiora le condizioni psicofisiche dell'individuo, con bassa resa sul lavoro, e fa lievitare la spesa sanitaria del 12,3%. Al contrario, una persona trattata psicologicamente diminuisce il rischio di eventi cardiovascolari (-41%), infarti acuti (-45%), mortalità (-28%) e consente un risparmio per lo Stato del 17%. Purtroppo il nostro Ssn sottovaluta ancora il ruolo degli psicologi: pochi assunti, troppi precari, molti in fuga all'estero. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ KO Pochi assunti, troppi precari 25/04/2016 Pag. 1 diffusione:22216 tiratura:57915 Natalia Lombardo Renzi: «I cantieri sono investimenti contro la camorra». Parte da Napoli il Masterplan del Sud Finito il tempo degli sprechi. Spesi tutti i fondi Ue dimenticati al 2014, pronti 90 miliardi P. 2-3 La giornata del "Patto per il Sud" siglato ieri a Napoli dal presidente del Consiglio è duplice: dal governo 9,5 miliardi da oggi al 2020 per la Campania, con l'impegno che non ci siano «mai più soldi europei sprecati», dall'altra parte l'incontro con i parroci del Rione Sanità, martoriato dalle sparatorie della camorra fra i vicoli, l'ultimo l'altro ieri, con l'impegno ad aprire le scuole il pomeriggio da giugno e raorzare le misure di sicurezzza. Investire nel Sud per Matteo Renzi è l'emblema del far «ripartire il Paese», lanciando la «rottamazione degli spre chi». Ci crede moltissimo il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che mostra grande feeling con il premier (il quale ci scerza su scherza: «Sono l'assi stente di De Luca...».) Non ci crede aatto, invece, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: si coglie il "gelo" con Renzi, infatti non è presente all'incontro in Prefettura e si mostra sorpreso per la visita del premier, per la terza volta a Napoli. Il tour campano di Renzi è iniziato ieri mattina agli scavi di Pompei insieme alla moglie Agnese, poi la siglia del Pat to alla Prefettura di Napoli con De Luca, presenti anche i sottosegretari Claudio De Vincenti e Gennaro Migliore, oltre a molti esponenti del Pd campano e alla candidata sindaca, Valeria Valente. Fuo ri dal palazzo, su piazza del Plebiscito, una protesta dei centri sociali e molta polizia, con un po' di parapiglia. I quasi dieci miliardi di investimenti del gover no riguardano interventi in vari settori: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, scuola, università e lavoro, turismo e cultura, sicurezza e cultura della legalità. «Con la certezza dei tempi e la trasparenza dell'impegno la Campania deve essere il simbolo del Paese che riparte, perché per l'Italia è finito il tempo in cui si sprecano ricchezze ed opportunità», scrive Renzi su Facebook. Il messaggio che vuole trasmettere è: «Qui si fa davvero sul serio, altro che visitine spot», forse riferito a quelle di Berlusconi (e Bertolaso) a Napoli per risolvere il problema della "monnezza", intrammezzate da distrazioni varie. Dopo la firma, l'incontro con i parro ci dei rioni Sanità e Forcella, don Angelo Berselli, portavoce del movimento "Un popolo in cammino" e don Antonio Loredo, che avevano chiesto il colloquio con Renzi. Con loro anche Antonio Casarano, padre di Genny, ucciso a 17 anni nel settembre scorso da un colpo di pistola esploso da camorristi che spararono all'impazzata nel rione. Renzi ha promesso che «verrà alla Sanità il 6 settembre per inaugurare un'opera realizzata e dedicata a Genny», racconta il papà del ragazzo. Per i parroci l'incontro con il premier è stato «quantitativamente e qualitativamente soddisfacente», ha spiegato dopo padre Berselli, «Renzi ha promesso che a giugno una decina di scuole del rione faranno il tempo pieno, per ospitare e togliere dalla strada i ragazzi». Saranno accelerati i tempi per installare il sistema di telecamere e il ministro dell'interno Alfano in settimana parteciperà di nuovo a un tavolo in Prefettura. Ultima tappa, a Salerno, per vedere in anteprima la Stazione marittima firma ta da Zaha Hadid, l'architetta anglo-irakena scomparsa da poco. Renzi ha anticipato di un giorno, perché oggi sarà a Hannover per un "incontro informale" con Angela Merkel, Obama, Hollande e Cameron. Il governatore De Luca è trionfante: «Napoli e la Campania non hanno mai ottenuto tanta attenzione da parte di un governo», commenta. Renzi del resto è convinto che con la sua gui da la Regione «potrà far aumentare non solo il proprio pil, ma quello del Paese». Lo slogan finale della giornata, infatti, è: «Se la Campania riparte, il Sud final mente svolta». Luigi De Magistris si tiene fuori: durante il vertice in Prefettura era a pochi passi, al Teatro San Carlo per un concerto jazz. La firma non lo riguarda va (sia lui che il governatore della Puglia, Emiliano, ora sul piede di guerra nel Pd, non hanno ancora dato la disponibilità all'accordo). «Napoli non si fa ingannare, non è in vendita», attacca il sindaco su Facebook, raccontando di aver visto «centinaia di poliziotti e carabinieri attorno alla Prefettura», pensando che fossero «i rinforzi chiesti», invece ha scoperto che «stava per arrivare meno di niente che il presidente del Consiglio. Non ne sapevamo nulla», scrive il sindaco che SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per chi suona la Campania 25/04/2016 Pag. 1 diffusione:22216 tiratura:57915 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato ironizza su «Renzi folgorato sulle vie di Napoli» per fare campagna elettorale. Quello per la Campania è il primo dei 15 patti del Masterplan per il Sud che riguardano sette città metropoli tane, oltre a Taranto, e otto Regioni. La prossima sarà la Calabria, Renzi probabilmente sarà a Reggio Calabria sabato prossimo per la per la riapertura del museo dei Bronzi di Riace. Forse nello stesso giorno sarà a Catania per la riapertura di un Viadotto e per firmare l'accordo, la settimana dopo sarà la volta di Matera e del Patto con la Basilicata, poi la Sardegna e la Puglia, per chiudere a fine maggio. Oggi, 25 aprile, Renzi sarà alle 8,30 all'Altare della Patria con il pre sidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il 71esimo anniversario della Liberazione, per poi volare in Germania. Nell'Italia che riparte, però, c'è anche la vittoria di Valentino Rossi, festeggiata da Renzi on un tweet. "Napoli e la Campania non hanno mai avuto tanta attenzione da un governo" Vincenzo De Luca Presidente della Regione Campania Foto: L'incontro con Antonio Casarano, papà di Gerry 17enne ucciso da un colpo sparato dalla camorra A Salerno. Renzi nella nuova stazione marittima firmata da Zaha Hadid. Foto: Ansa 25/04/2016 Pag. 160 N.5 - maggio 2016 diffusione:164446 tiratura:312830 PILLOLA DEL GIORNO DOPO LO SAI CHE LA RICETTA NON SERVE? Basta essere maggiorenni. E non aver paura di chiedere perché l'obiezione di coscienza non è applicabile all'inizio di marzo tutte le donne maggiorenni possono acquistare in farmacia, senza ricetta, la pillola del giorno dopo a base di Levonorgestrel. Basta esibire un documento d'identità valido: il farmacista è tenuto a consegnare il medicinale senza richiedere la prescrizione del medico né il test di gravidanza. A saperlo però sono ancora in poche: tante le resistenze e i dubbi, scarsa la collaborazione di medici e farmacisti. La contraccezione d'emergenza è indicata dopo un rapporto sessuale non protetto o quando il contraccettivo fallisce: se il preservativo si rompe o si sfila, se ci si dimentica la pillola o si ha vomito o dissenteria dopo averla presa. Va assunta una sola compressa da 1,5 mg, entro 72 ore dal rapporto. contro ali ostacoli La decisione è stata presa dall'Aifa (l'Agenzia italiana del farmaco) per facilitare le procedure di emergenza in caso di rapporto non protetto e arrivare così alla riduzione delle gravidanze indesiderate (in Italia sono il 33% e, nella metà dei casi, vengono interrotte). Ciò favorirebbe anche un atteggiamento più responsabile nei confronti della contraccezione: è provato che, dopo aver utilizzato la pillola del giorno dopo, il 20% delle donne passa a un metodo più sicuro, mentre il 61% presta più attenzione all'assunzione corretta del contraccettivo. UN MECCANISMO ANALOGO A QUELLO DEI CONTRACCETTIVI Un ulteriore ostacolo agli impedimenti burocratici era stato abbattuto quando, circa due anni fa, era cambiata la dicitura del farmaco, indicato sul foglietto illustrativo come "contraccettivo" dopo che l'Aifa aveva confermato che il meccanismo d'azione è analogo a quello dei contraccettivi classici. Levonorgestrel infatti è un ormone progestinico in grado di inibire o ritardare l'ovulazione o, qualora l'ovulo sia già stato fecondato, ne impedisce l'annidamento. A differenza della pillola abortiva (la RU486), se la donna è già incinta, non ha effetto: non interrompe né compromette la gravidanza. RIFIUTARLA E ILLEGITTIMO Per questo medici e farmacisti non possono negare il farmaco a chi lo richiede. L'obiezione di coscienza, cioè il diritto del professionista di negare una prestazione, previsto dalla legge, non è applicabile ai contraccettivi d'emergenza, ma solo alle interruzioni di gravidanza. Il rifiuto è illegittimo e contrario al codice deontologico: il professionista può essere denunciato. Se il farmacista non lo consegna prontamente, non perdete ulteriore tempo e rivolgetevi altrove: l'efficacia della pillola scende con il passare del tempo. Funziona nel 95% dei casi se presa entro 24 ore dal rapporto, nel 50% entro 72. Un'ultima raccomandazione: la contraccezione d'emergenza ormonale spesso non abolisce l'ovulazione del mese in corso ma la sposta in avanti, perciò bisogna avere rapporti protetti dopo l'assunzione della pillola. C'È ANCHE QUELLA DEI 5 GIORNI DOPO Per la contraccezione d'emergenza c'è anche la pillola dei 5 giorni dopo, a base di un diverso principio attivo, l'Ulpistral acetato. Anche questa è in vendita senza ricetta, addirittura da un anno, ma secondo un'indagine SWG il 42% delle donne non ne è a conoscenza. Roberta Camisasca ;ssor Annibale Volpe, past president della* Sic (Società italiana di contraccezione). SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 25/04/2016 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE VITA IN FARMACIA 1 articolo 25/04/2016 Pag. 1 Ed. Milano diffusione:235298 tiratura:335733 Donne straniere rischio aborti illegali ALESSANDRA CORICA Interruzione di gravidanza a ostacoli per le donne bulgare e rumene, che riescono difficilmente ad accedere alla procedura se non pagando cifre fino a 900 euro. La denuncia arriva dal Partito democratico e dagli attivisti che si battono a favore della legge 194: «Si tratta di donne che fanno le colf o le badanti, con poche possibilità economiche e che spesso si presentano in ospedale a ridosso del termine entro il quale si può abortire: di fronte a questi ostacoli, il rischio concreto è che scelgano la strada degli aborti clandestini», denuncia la ginecologa Anna Uglietti. All'attacco il Pd: «Altri hanno risolto il problema e assegnato ai cittadini neocomunitari un codice che fa accedere alle cure in ospedale. In Lombardia ancora non è stato fatto, la Regione intervenga». A PAGINA II CURE mediche a ostacoli per i cittadini bulgari e rumeni. E grosse difficoltà, per le donne di queste nazionalità, nell'accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, se non pagando cifre fino a 900 euro: è la denuncia del Pd, che sul tema ha presentato un'interpellanza in Consiglio. «Altre regioni, come Veneto e Toscana, hanno risolto il problema e assegnato ai cittadini neocomunitari un codice che fa accedere alle cure - denuncia la dem Sara Valmaggi - . In Lombardia ancora non è stato fatto: la Regione deve fare qualcosa. C'è il rischio che molte donne, di fronte a queste difficoltà e alle cifre alte da pagare, scelgano un aborto clandestino». Dal 2007 bulgari e rumeni sono diventati cittadini comunitari, con il diritto di accedere alle cure in tutti gli stati dell'Unione, grazie a una tessera sanitaria europea (la Team). Se non fosse, però, che la maggior parte non è dotata della tessera. Risultato? Un caos totale, con regolamenti che in Italia cambiano di regione in regione. E grosse difficoltà per rumeni e bulgari, in Lombardia, per accedere alle cure, se non presentandosi in pronto soccorso per problemi urgenti. A preoccupare, soprattutto le difficoltà per le donne che vogliono interrompere la gravidanza: se non dotate della Team, l'unica possibilità per rumene e bulgare è di farla a pagamento, con costi tra 600 e 900 euro. «Molte una volta saputo questo vanno via - denuncia Anna Uglietti, storica ginecologa della Mangiagalli oggi in pensione, da anni difensore della legge 194 - . E scelgono la strada dell'aborto clandestino». Per fare la procedura a carico del servizio sanitario, l'unico modo per queste pazienti sarebbe ottenere un codice dell'Asl (per gli stranieri temporaneamente presenti): «Ma si sta parlando di donne che fanno le colf o le badanti, che non si possono allontanare dal lavoro e spesso si presentano a ridosso del termine entro il quale si può abortire: il tempo a loro disposizione è poco - ragiona Uglietti, che fino a sei mesi fa coordinava il servizio 194 di via della Commenda - . Casi del genere sono frequenti, almeno uno a settimana: la Regione deve intervenire». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 25/04/2016 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SANITÀ PROFESSIONI 1 articolo 25/04/2016 Pag. 2 diffusione:17472 tiratura:33111 La Liberazione ultimo totem italiano Giorgio Albertazzi «Scelsi la Repubblica sociale Non mi sono mai pentito» L'ex esponente Pci Insediandosi alla Camera difese i ragazzi di Salò Massimiliano Lenzi Ri eccolo, l'ultimo totem d'Italia che si chiama 25 aprile. È caduto l'articolo 18 per mano del centrosinistra e di Matteo Renzi ma la Liberazione non riesce ad andare oltre la retorica dei vincitori, oltre i cortei dell'Anpi, l'Associazione nazionale partigiani d'Italia (da non confondere con l'altra Anpi, associazione nazionale parafarmacie italiane) che da tempo ormai è diventata eclettica, interviene su tutto, altro che 25 Aprile: dal testo sulle intercettazioni alla riforma del Senato. Fa proteste in presidio contro Matteo Salvini e organizza convegni e dibattiti su tutto lo scibile umano. Il fatto è che l'Anpi, scomparsi purtroppo quasi tutti i partigiani per ragioni anagrafiche, è diventato un vero e proprio soggetto politico. Anche se più passa il tempo e più la retorica dei vincitori e dell'Anpi appaiono superate, Il perché c'è lo spiegano alcune riflessioni e cronache. Recenti e non. Era era il 10 maggio del 1996 quando Luciano Violante, nel suo discorso di insediamento alla presidenza della Camera, chiese una riflessione sulle ragioni che, dopo l'8 settembre 1943, portarono molti giovani a scegliere la Repubblica di Salò. Un discorso che fece discutere. Violante, ex Pci, figlio di un giornalista costretto dal regime fascista a lasciare l'Italia, si soffermò sui «vinti» del 1945. «Mi chiedo, colleghi, me lo chiedo umilmente disse tra gli applausi - cosa debba fare quest'Italia perché la lotta di liberazione dal nazifascismo diventi davvero un valore nazionale e generale, e perché si possa quindi uscire positivamente dalle lacerazioni di ieri. Mi chiedo se l'Italia di oggi - e quindi noi tutti - non debba cominciare a riflettere sui vinti di ieri; non perché avessero ragione o perché bisogna sposare per convenienze non ben decifrabili una sorta di inaccettabile parificazione tra le parti, bensì perché occorre sforzarsi di capire, senza revisionismi falsificanti, i motivi per i quali migliaia di ragazzi e soprattutto di ragazze, quando tutto era perduto, si schierarono dalla parte di Salò e non dalla parte dei diritti e delle libertà. Questo sforzo, a distanza di mezzo secolo, aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese, a costruire la liberazione come valore di tutti gli italiani». Parole che fecero discutere, apprezzate da diversi esponenti della destra e in seguito criticate dalle associazioni della Resistenza. Dodici anni dopo, nel 2008, toccherà al primo presidente della Camera proveniente dalle file della destra, ex MSI, Gianfranco Fini, chiamare nuovamente in causa la necessità di una memoria condivisa, era il 29 aprile. «Celebrare la ritrovata libertà del nostro popolo - sottolineava Fini - è un dovere cui nessuno si può sottrarre, specie se vogliamo vivere il 25 aprile e il primo maggio come giornate in cui si onorano valori autenticamente condivisi e avvertiti come vivi e vitali da tutti gli italiani, in particolar modo, dai più giovani. Negli ultimi anni molti passi avanti nella giusta direzione sono stati compiuti dalle forze politiche. (..) La ricostruzione di una memoria condivisa, una sincera pacificazione nazionale nel rispetto della verità storica tra i vincitori e i vinti sono traguardi ormai raggiunti anche per il nobile e coraggioso impegno profuso da due Presidenti della Repubblica che voglio salutare e ringraziare: Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi». Parole che suscitarono repliche, ancora una volta da sinistra, che pure tanto apprezzerà poco più avanti le critiche di Fini a Silvio Berlusconi. Da sinistra, anche allora, arrivarono critiche. Le sintetizziamo nelle parole di Graziella Mascia, esponente di Rifondazione comunista, che disse che con «il suo discorso Gianfranco Fini finge di assumere e riconoscere l'importanza del 25 aprile, ma in realtà mira a snaturarne il suo significato storico. Le sue parole sono un'evidente operazione di revisionismo storico - spiegava - che ha l'inquietante obiettivo di cancellare la parola "liberazione" sostituendola con "pacificazione". E che vuole gettare nell'oblio il fascismo, depennando il significato storico del 25 aprile, della Liberazione e perfino della Costituzione. La sinistra non può permettere che le destre compiano questa mastodontica operazione PROFESSIONI - Rassegna Stampa 25/04/2016 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Inutili gli appelli alla pacificazione di Violante, Fini e Berlusconi La ricorrenza continua a dividere il Paese anziché renderlo unito 25/04/2016 Pag. 2 diffusione:17472 tiratura:33111 PROFESSIONI - Rassegna Stampa 25/04/2016 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato culturale». Insomma, guai a pronunciare la parola pacificazione. In pochi se lo ricorderanno ma Silvio Berlusconi - prima del discorso di Onna, in Abruzzo, il 25 aprile 2009, dopo il quale sarebbe poi cominciato il suo declino politico tra inchieste e spaccature nel centrodestra - sulla Liberazione disse la sua in una nota un anno prima, lo stesso del discorso di Fini. «Credo fermamente che oggi ci siano le condizioni storiche e politiche perché questo 25 aprile possa rappresentare un salto di qualità verso la definitiva pacificazione nazionale». Una pacificazione «non per cancellare la memoria, le ragioni e i torti, ma perché chi ha combattuto per la Patria sia considerato figlio di questa Nazione. Il 25 aprile indica simbolicamente il ritorno dell'Italia alla democrazia ed alla libertà, in quel giorno si videro le piazze festanti attorno alle truppe alleate e ai combattenti per la libertà. Fu palpabile il sentimento di liberazione di un intero popolo, costretto a combattere una guerra che sperava conclusa, ma che proseguì con l'occupazione del proprio territorio. Già il 25 luglio del '43, quando cadde il regime, quello stesso sentimento di liberazione si era manifestato con una festa nazionale senza vendette e senza morti. Purtroppo seguì la guerra civile, l'occupazione da parte dei tedeschi, che creò un segno di sangue nella memoria italiana. Generò un odio tra vincitori e vinti che segnò la coscienza del Paese. Ormai - concludeva Berlusconi- tutto questo è storia e adesso è tempo di dare al 25 aprile un senso italiano popolare e nazionale, un senso di libertà e di pace». Indro Montanelli, sempre controcorrente, in fondo lo ha scritto schietto: «Di insurrezione generale non c'era bisogno, il 25 aprile, perché il Terzo Reich non esisteva più. Se l'insurrezione generale fosse avvenuta avrebbe dovuto avere come primo obiettivo, a Milano, il quartier generale delle SS all'Hotel Regina. Le SS furono invece lasciate del tutto tranquille, mentre si provvedeva a trascinare in piazzale Loreto, per la fucilazione, Achille Starace (...). Non sono contro la Resistenza, anzi: sono contro la retorica, inguaribile vizio italiano». PERSONAGGI 2 articoli 25/04/2016 Pag. 34 diffusione:14000 Dal lodo Mancini del 1864 a Industria 4.0 Partendo dall ' innovazione all ' epoca di Quintino Sella fino a " Biella in transizione " passando per le esperienze Incas e AslBi " Laboratorio Biella a 150 anni dal Regolamento di fabbrica Mancini " , dal primo atto di nascita delle relazioni industriali in Italia ad oggi. Una riflessione sul passato e sul futuro delle relazioni industriali italiane ha attraversato il convegno che Aisri (l ' asso ciazione italiana di relazioni industriali) ha promosso con Unione Industriale Biellese e Cgil, Cisl e Uil. Nel 1864, in seguito a un lungo sciopero dei tessitori nel Biellese, Quintino Sella affidò al professor Pasquale Stanislao Mancini la redazione di un " regolamento di fabbrica " , sottoscritto da rappresentanti di operai e fabbricanti il 21 ottobre 1864. Una sorta di atto di nascita delle relazioni industriali in Italia, un altro episodio epocale ed evocativo nell ' ambito dei rapporti fra le parti sociali come lo fu in epoca fascista il " Contratto della Monmtagna " del 1944. Anticipatori . L ' obiettivo, infatti, è stato quello di evidenziare il ruolo anticipatore del Biellese nella costruzione delle istituzioni italiane della regolazione del lavoro (diritto del lavoro, welfare state, sviluppo locale) in questi 150 anni e identificare alcune ragioni specifiche di questo ruolo a partire dal ruolo biellese di capitale dell ' industrializzazione del Paese. Il convegno si è articolato in due sessioni. Al mattino i relatori (i docenti universitari Stefano Musso, Fabrizio Loreto e Mario Giaccone e Simonetta Vella del Centro di documentazione Cgil di Biella) hanno evidenziato i contributi chiave del Biellese alla costruzione delle istituzioni italiane del lavoro, ma è stato al pomeriggio che la tavola rotonda ha toccato i temi dell ' attualità più pregnante, quella laddove il Biellese sta tentando di reinventare il suo futuro economico attraverso il progetto " Biella in Transizione " , esempio di come una comunità stia progettando strade condivise di svil u p p o. Pierangelo Albini di Confindustria e Giuseppe Della Rocca di Aisri hanno parlato delle relazioni industriali di prossimità e delle correlazioni con il welfare, mentre sono seguite due storie biellesi esemplari di welfare aziendale e di collaborazione pubblico-privato con la Incas di Vigliano Biellese e l ' Asl-Bi e si è chiuso con una tavola rotonda con Alberto Platini (vice presidente Uib con delega alle relazioni industriali), Gustavo Bracco (risorse umane Pirelli), Gianni Bonelli (direttore generale Asl Bi), Ermanno Rondi (ad Incas Spa), Giuseppe Gherzi (Direttore Unione Industriale di Torino) e i sindacalisti Marvi Massazza Gal, Sergio Spiller, Maria Cristina Mosca e il docente di organzizazione del lavoro Giuseppe Della Rocca. I case history . Ermanno Rondi - ad Incas - ha raccontato la sua azienda che si occupa di logistica: dai magazzini di materie prime, ai magazzini prodotto finito, ai mezzi della rete logistica, attraverso processi in cui c ' è elevata automazione. C ' è una organizzazione (160 sono i collaboratori) per competenze, flessibile e variegata. «Siamo un esempio di " industria 4.0 " , che usa gli strumenti digitali», ha detto. In passato, il lavoro subordinato era basato sull ' equazione lavoro/merce uguale salario: il luogo di lavoro e i mezzi di produzione erano di proprietà dell ' azienda e in cambio delle sue prestazioni la persona riceveva il salario. «Oggi - ha spiegato Rondi - c ' è flessibilità spazio temporale (posso lavorare fuori sede, in orari diversi) e si crea il binomio responsabilità/lavoro per il salario. Il clima aziendale è altamente collaborativo, l ' autonomia delle persone e le capacità, sono indispensabili. In questo contesto usiamo un sistema di flexible benefit definito con ogni collaboratore singolarmente». Il direttore generale Asl Bi Gianni Bonelli ha riproposto il sistema che ha realizzato a Cuneo e che sta ricreando anche a Biella. Partendo dal presupposto che l ' aspettativa di vita è crescente, si impone una riflessione seria sul sistema del welfare in Italia. In questo quadro l ' Asl di Biella è partita con il progetto di partnership con le associazioni di categoria. «Lo scopo - ha spiegato - è quello di poter utilizzare servizi di sportello attraverso gli uffici delle associazioni stesse, sia per associati che non, per prenotare visite, richiedere cartella clinica, stampa referti... Tutte attività che possono essere fatte in sede, risparmiando tempo e aprendo canali di valore aggiunto nel dialogo per risolvere altre problemi». Un altro tema affrontato da Bonelli è stato quello della sanità integrativa: fondi e mutue. «E ' PERSONAGGI - Rassegna Stampa 25/04/2016 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL DIBATTITO 25/04/2016 Pag. 34 diffusione:14000 PERSONAGGI - Rassegna Stampa 25/04/2016 35 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato possibile ha detto - mettere a disposizione servizi Asl attraverso convenzioni con fondi integrativi, sviluppando così l ' offerta. In questo modo si può sgravare parte della domanda indirizzandola verso forme di copertura diverse. Così si riducono i tempi per tutti, sia per chi accede ai servizi in convenzione, sia perché si allentano le liste di attesa». l R.A. La tavola rotonda sulle relaziono industriali con imprenditori, sindacalisti e docenti universitari 25/04/2016 Pag. 34 diffusione:14000 " Le origini del nostro futuro - il " Pa t t o della Montagna " è il titolo di un convegno tra la storia, l ' economia e l ' attualità che si terrà a Biella giovedì prossimo 28 aprile, dalle 9 alle 13,30, all ' au d i t o ri u m di Città Studi in via Pella 2 patrocinato dal dipartimento di Cultura Politica e Società dell ' Università degli Studi di Torino e organizzato dalla Uiltec, il sindacato dei tessili, energia e chimica della Uil. Il sindacato Uiltec vuole ricordare con questo evento il senso e il valore del Patto della Montagna che fu stipulato al Quadretto nella primavera del 1944 quando, sotto il regime fascista, tra sindacati e imprenditori si svilupparono relazioni industriali innovative ed esemplari per il futuro. «Quel momento - spiega una nota Uiltec -, ancora oggi esprime forza simbolica e operativa, che ai giorni nostri apre verso nuove forme di organizzazione del lavoro, al cui centro rimane il rispetto e la fiducia tra le persone, un patto che per i giovani può diventare la metafora di una prospettiva diversa». Alla tavola rotonda parteciperanno: il segretario nazionale Uiltec Pier Paolo Pirani e la segretaria territoriale Alessandra Ranghetti; il responsabile delle relazioni industriali Uib Roberto Ruffato; il presidente della Fondazione Bruno Buozzi Giorgio Benvenuto; il presidente Anpi Biella Adriano Leone, l ' imprendi tore Nino Cerruti, il docente universitario Mario Giaccone. Modererà: la produttrice cinematografica Francesca Conti che ha realizzato con Manuele Cecconello il film " Il Patto della Montagna " di cui verrà presentato il trailer. l R.A. Foto: Giorgio Benvenuto e Nino Cerruti PERSONAGGI - Rassegna Stampa 25/04/2016 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L ' esemplare " Patto della Montagna " : convegno e film