Dire, comprendere, ascoltare e riconoscere l`umanita`
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Dire, comprendere, ascoltare e riconoscere l`umanita`
AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 GRATITUDINE “Ringrazio per il bell’esempio che mi danno tanti cristiani che offrono la loro vita e il loro tempo con gioia” (Evangelii gaudium, 76). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 INDICE 1. I volti dell’umano 2. Identità e riconoscimento: • Chi è l’uomo e/o cos’è l’uomo? 3. Dignità 4. Irriducibilità 5. Dialogo 1. Giustizia e amore 2. Empatia 3. Reciprocità 4. Ascolto: attivo e passivo 5. Compassione e misericordia AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 UNA PAROLA CHE GUIDA “Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene” (Evangelii gaudium, 1). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 I volti dell’umano Mille volti, una domanda. Ma cosa chiede l’altro? L’altro chiede prima di tutto di essere riconosciuto nella sua dignità AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 I volti dell’umano Riconoscere l’umanità nel volto dell’altro Il volto dell’altro rivela la sua umanità e la sua domanda Fiducia Accettazione Accoglienza Amore L’altro che ho di fronte è un altro me, “il primo non me fuori di me”…. Rendersi conto che come me l’altro soffre, spera, ama… Rispetto Riconoscimento ……………….. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 Identità e riconoscimento Chi è l’uomo L’uomo è - Sempre un soggetto personale e mai un oggetto; - Sempre un fine, mai un mezzo; - Sempre un bene e mai un male. Dignità “Nessuno ti può calpestare se non ti fai verme” (I. Kant, Metafisica dei costumi). Insegnare a se stessi e all’altro il rispetto e la stima di sé. Per rispettare l’altro devo credere ed avere fiducia nelle sue capacità. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 Dignità: L’uomo è un essere capace Capacità Capace di vivere nella e della relazione, capace di dialogo. Capace di amare e lasciarsi amare. Capace di dire di sé, di raccontare e di raccontarsi. Capace di ricordare dimenticare (perdono). e di Capace di chiedere aiuto e di mettersi in ascolto dell’altro. Promuovere il bene dell’altro “Per questo, chi desidera vivere con dignità e pienezza non ha altra strada che riconoscere l’altro e cercare il suo bene (Evangelii gaudium, 9). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 Irriducibilità l’eccedenza dell’umano L’uomo non è la somma delle sue parti: quanti ruoli viviamo, (mentalità riduzionista del nostro tempo). È imprevedibile: creatività. È inconoscibile: riso e il pianto. È sempre più di ciò e di quanto si immagina. UNO SGUARDO DAL BASSO “Invece ci intratteniamo vanitosi parlando a proposito di “quello che si dovrebbe fare” – il peccato del “si dovrebbe fare” – come maestri spirituali ed esperti di pastorale che danno istruzioni rimanendo all’esterno. Coltiviamo la nostra immaginazione senza limiti e perdiamo il contatto con la realtà sofferta del nostro popolo fedele. Chi è caduto in questa mondanità guarda dall’alto e da lontano, rifiuta la profezia dei fratelli, squalifica chi gli pone domande, fa risaltare continuamente gli errori degli altri ed è ossessionato dall’apparenza” (Evangelii gaudium, 97). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 L’albero con gli occhiali C'era una volta un giovane ramo di un grande albero. ….. Lo gnomo pensò a lungo, poi capì: si tolse gli occhiali e li posò sul naso del ramo, spiegandogli che erano occhiali magici che servivano per guardare dentro di sè. Il ramo, allora, apri bene gli occhi e... meraviglia... Vide che dentro di sé qualcosa si muoveva, sentiva un rumore, vedeva qualcosa circolare provò ad ascoltare, guardò a fondo: era linfa', linfa viva che si muoveva in lui. Incredulo disse allo gnomo ciò che vedeva. Lo gnomo gli spiegò che le foglie, i fiori, e i frutti, nascono grazie alla linfa oltre che al caldo sole, all'aria di primavera e alla pioggia. "Se hai linfa dentro di te hai tutto", gli disse, "Non occorre chiedere più nulla a nessuno ma insieme all'acqua, alla luce, all'aria, agli altri rami, le foglie rinasceranno: le hai già dentro". Il ramo, immediatamente si sentì più forte, rinvigorì: aveva la linfa in sé, non doveva più chiedere consigli, gli bastava lasciar vivere la linfa' che circolava in lui. La linfa da cui un giorno, sarebbero rinate le amiche foglie. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 Dialogo: dialogare autenticamente con l’altro Fare posto all’altro nella nostra vita. Essere capaci di vero ascolto. Non pretendere di cambiare l’altro. Non pretendere di dargli le nostre soluzioni. “Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità” (Evangelii gaudium 183). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 Dialogo: dialogare autenticamente con l’altro FIDUCIA Responsabilità Costruire con l’altro il percorso per la sua personale realizzazione. Mediante l’ascolto aiutare l’altro a riconoscere le sue potenzialità e renderlo protagonista dei suoi progressi. Riconoscere la propria responsabilità e quella dell’altro. “È tempo di sapere come progettare, in una cultura che privilegi il dialogo come forma d’incontro, la ricerca di consenso e di accordi, senza però separarla dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria e senza esclusioni” (Evangelii gaudium, 239). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 GIUSTIZIA GIUSTIZIA GIUSTIZIA “Dare a ciascuno il suo” (suum cuique tribuere) . Ciò che spetta come il diritto non deve essere scambiato per una concessione: il cibo, l’acqua, l’istruzione sono diritti non devo ringraziare per riceverli. Riconoscere che vi è qualcosa che spetta legittimamente a ciascun essere umano. “Ciò di cui l’uomo ha più bisogno non può essergli garantito per legge. Per godere di un’esistenza in pienezza, gli è necessario qualcosa di più intimo che può essergli accordato solo gratuitamente: potremmo dire che l’uomo vive di quell’amore che solo Dio può comunicargli avendolo creato a sua immagine e somiglianza” (Benedetto XVI) . AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 AMORE AMORE DI PREDILEZIONE AMORE DI ABNEGAZIONE Amore verso i “nostri”: figli, moglie, marito, fratello, sorella, quelli che consideriamo i nostri… Amore verso il prossimo in quanto tale indipendentemente da chi è, da quale religione professa, dalle sue caratteristiche personali. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 AMORE E GIUSTIZIA Andare verso l’altro per donargli non solo ciò che gli spetta, ma anche l’inaspettato: il dono. L’amore deve destabilizzare la giustizia per riorientarla verso la generosità. “L’amore instilla un po’ di generosità e di compassione in un mondo di cui la giustizia non riesce da sola a limitare la violenza”(Ricoeur, Giustizia e amore, p. 153). AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 EMPATIA DEFINIZIONE APPLICAZIONE è la capacità di utilizzare gli strumenti della comunicazione verbale e non verbale per mettersi nei panni dell’altro identificandosi parzialmente nel suo mondo soggettivo nel contesto di un’accettazione autentica e non giudicante. •Cercare di sentire, cogliere l’emozione dell’altro, più che quello che ci dice. •Ascoltare, fare vuoto dentro di noi per accogliere il vissuto dell’altro. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 EMPATIA COME ACCETTAZIONE L’empatia, implica la fiducia e l’accettazione incondizionata, non giudicante dell’altro che permette di comprenderne realmente il vissuto identificandosi, seppur parzialmente, con la prospettiva da cui egli vede il mondo. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 reciprocità QUALI RELAZIONI RESTITUZIONE Relazioni umane sono di diversi tipi: •Asimmetriche: genitorifigli, docente-allievo, medico-paziente; •Simmetriche: maritomoglie, fatello-sorella, amico-amico. In ogni relazione c’è sempre un dare e ricevere. Ogni incontro con l’altro è fecondo: è un occasione di crescita. L’incontro con l’altro ci permette di scoprire qualcosa di noi. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 ASCOLTO AS COLTO PAS S IVO A S C O LTO AT T I VO Sentire il suono della voce, senza prestare attenzione. Essere veramente interessati all’altro. Fare vuoto dentro di noi per fare posto al vissuto e all’esperienza dell’altro. Lasciar parlare l’altro, non dare le risposte all’altro. Accompagnare l’altro alla scoperta delle proprie soluzioni. Ascoltare chi parla, pensando a noi. Ascoltare mentre si fa un’altra cosa. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 COMPASSIONE VEDERE LA SOFFERENZA Lo sguardo in quanto tale è condizione necessaria ma non sufficiente a farci sentire la sofferenza dell’altro, nonché a far nascere la compassione. Senza una disposizione interiore, una disponibilità ad accogliere l’altro, altri, originata dall’apertura interiore all’altrerità, l’io non potrebbe vedere, incontrare e sentire il grido di sofferenza dell’altro, il suo appello alla responsabilità. PRENDERSI CURA Essere accanto all’altro, Non farlo sentire solo nella sua sofferenza; Fargli sentire la nostra vicinanza autentica. Essere capaci di vedere e sentire l’altro, avvertirlo nella sua irriducibile alterità e prossimità, permette di accoglierlo, senza fagocitarlo e difenderlo, senza offenderlo. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 MISERICORDIA MISERIA PASSIONE DEL CUORE Gli uomini sono creature fragili: ovvero preziose e frangibili. In un tempo, come il nostro, afflitto dalla dipendenza dagli oggetti materiali, dal successo e dal potere, la misericordia ci ricorda che c’è un bene non deperibile di cui l’uomo ha costantemente bisogno per poter esistere: l’amore. L’amore non dipende dalla scelta personale di ciascuno di noi: è gratuitamente donato e liberamente accolto. L’amore chiede una disposizione interiore e un’apertura autentica all’altro, che scaturiscono dalla scoperta dell’antecedenza del noi sull’io. L’amore non conosce limiti né barriere e resiste alla successione temporale, perché è fatto per durare per sempre. AREZZO, 11 OTTOBRE 2014 MANDAMI QUALCUNO DA AMARE Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona. (Madre Teresa di Calcutta) AREZZO, 11 OTTOBRE 2014