Che bello giocare a calcio!

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Che bello giocare a calcio!
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Angela Nanetti
Che bello giocare a calcio!
Arriva il gran giorno della partita di calcio. A un tratto si sente un grido
fortissimo: «Goal!!!». Da chi è stato segnato il goal più bello?
Il calcio... che gioco stupendo per voi ragazzi! Una vera e propria passione!
1. Gigi: nome di un
amico del protagonista
narratore.
TEMI
2. terzino: nel gioco
del calcio, ciascuno dei
due giocatori che insieme al portiere formano
la linea estrema di difesa.
3. mi marcava: effettuava su di me un’azione di controllo per impedirmi di avanzare con
il pallone.
4. Rigore: calcio di ri-
gore; massima punizione che consiste nel calciare il pallone da una
distanza di undici metri
nella porta della squadra avversaria, difesa
solo dal portiere.
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Mi sono allenato per tre mesi, un’ora tutti i pomeriggi. Gigi1 me ne
ha dette di tutti i colori, mi sono spellato cinque volte le ginocchia,
ho sfondato due paia di scarpette da tennis, ho saltato quattro volte
il budino di cioccolato perché non facevo in tempo a mangiarlo e ho
strappato due magliette nuove di zecca.
In compenso mi sembra di essere cresciuto di qualche centimetro e
i polpacci mi sono diventati più grossi; insomma, sono un terzino2 e
domani gioco per la prima volta nella nostra squadra.
Mi sono fatto disegnare il numero tre sulla maglietta e comprare un
paio di calzettoni rossi e neri.
Prima di andare a letto papà mi ha tenuto una lezione di gioco: moriva dalla voglia di venirmi a vedere, ma gliel’ho proibito. Non posso
mica rischiare di ritrovarmi sul campo tutta la famiglia!
Questa notte ho avuto degli incubi: ho sognato che Gigi mi inseguiva con un pallone e che il pallone diventava sempre più grande,
come una valanga. A un certo punto me lo sono sentito addosso e ho
gridato con tutto il fiato che avevo in gola. Poi mi sono alzato dieci
volte a fare pipì e alla fine la mamma mi ha portato una tazzona di
camomilla e mi ha costretto a berla.
Non avrei mai creduto che una partita di calcio sarebbe stata una
faccenda così grossa per me. E allora come farò quando mi dovrò
sposare?
La partita è finita 3 a 2. Non so come, ma un goal l’ho fatto io. Sembra impossibile, ma l’ho proprio fatto io.
Mi sono trovato il pallone tra i piedi, ho schivato l’avversario che mi
marcava3, sono andato in porta e ho tirato.
Ho sentito un grido fortissimo «Goal!!!» e tutti mi sono saltati addosso. Gigi mi ha abbracciato e gli altri mi hanno sollevato in alto,
come in trionfo.
Io non ho capito molto, ma mi sono sentito così felice che ho giocato
come se ci fossi solo io in campo.
Che bello giocare a calcio!
A pochi minuti dalla fine un disgraziato mi ha fatto lo sgambetto
e sono caduto a terra. Ho battuto il naso e mi è uscito un fiume di
sangue.
«Rigore4! Rigore!»
I miei compagni gliele volevano suonare, ma è intervenuto l’arbitro
Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education
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che ha fatto battere il rigore. Io sono andato in panchina con la faccia
nel fazzoletto, ma non mi importava niente del sangue; mi è importato che abbiamo battuto il rigore e fatto il terzo goal.
Mio Dio, che giornata! Quando siamo usciti dal campetto, Gigi mi
teneva la mano sulla spalla; siamo passati vicino a della gente e uno
ha detto:
«Il goal più bello l’ha fatto quel piccoletto lì».
Allora ho pensato che potevo fare venire papà e che per lui sarebbe
stata una grande soddisfazione.
Quando sono arrivato a casa non ho trovato nessuno e sono salito in
camera a cambiarmi: sul letto c’era una busta bianca con sopra scritto
da papà «Al migliore in campo».
Dentro ho trovato la fotografia di me sul campo, portato in trionfo
dai compagni.
TEMI
(da Le Storie di Adalberto, Edizioni EL , Trieste, 1984, rid.)
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Rosetta Zordan, Il Narratore, Fabbri Editori © 2008 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education