L`utilità dell`Istituto della validazione e certificazione delle - Ciofs-Fp

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L`utilità dell`Istituto della validazione e certificazione delle - Ciofs-Fp
Validazione e certificazione delle competenze all’interno
di una filiera professionalizzante
Proposta degli Enti aderenti a FORMA
[in via di approvazione]
INDICE
1.Il contesto
1.1 Obiettivo
1.2 Situazione
1.3 Valore della certificazione delle competenze
1.4 Valorizzazione dell’esistente
1.5 Provvedimenti recenti per la costruzione di una offerta integrata di formazione e servizi
a) Apprendimento permanente
b) Orientamento professionale
c) Tirocini
d) Altre misure
2. Proposta di sperimentazione
2.1 Elementi della proposta
2.2 Idea di progetto
3. Dati
3.1 La disoccupazione giovanile: una vera emergenza
3.2 Un paradosso in Italia: gli “introvabili”
3.3 La IeFP strumento preventivo di politica attiva del lavoro
3.4 La IeFP del privato sociale fa risparmiare lo Stato e la collettività
3.5 L’impegno finanziario delle Regioni nella IeFP
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1. Il contesto
1.1 Obiettivo
Obiettivo del documento è rendere visibile il collegamento funzionale tra l’organizzazione dei
servizi formativi nella prospettiva della filiera verticale qualifica-diploma-specializzazione
superiore, i servizi a supporto dell’inserimento lavorativo e la certificazione delle competenze.
L’utilità della validazione e certificazione delle competenze si rende possibile in modo efficace nel
contesto del sistema ordinamentale funzionante di formazione professionale iniziale, superiore e
continua. Questo sistema ha il suo fondamento sull’interazione strutturale tra la filiera formativa e
quella produttiva, per uno sviluppo economico rispettoso del territorio e in grado di produrre
coesione ed occupazione.
Il dibattito sulla certificazione delle competenze potrebbe offrire la possibilità di un ulteriore passo
per definire una modalità di certificazione delle competenze all’interno dei servizi - di cui la
formazione rappresenta il core business - offerti dalla formazione professionale in sinergia con il
sistema produttivo.
1.2 Situazione
La certificazione delle competenze, così come definita nel decreto legislativo n. 13 del 16 gennaio
2013, rappresenta un servizio essenziale solo se in stretta relazione con i servizi per il lavoro, nel
contesto di un sistema di formazione professionale. La formazione professionale è chiamata nei
prossimi anni ad assolvere compiti che ne qualifichino ulteriormente la mission nella attuazione di
percorsi fortemente orientati all’occupazione dei giovani e degli adulti. In questa direzione va la
recente normativa di riforma del mercato del lavoro definita nella legge n. 92 del 2012, ma in
questa direzione va anche la programmazione delle risorse comunitarie del prossimo settennato
2014/2020.
Per l’attuazione della raccomandazione Garanzia Giovani (Youth Guarantee), l’Unione Europea
mette a disposizione degli Stati membri fondi per garantire ad ogni giovane un’offerta di lavoro,
apprendistato, tirocinio, formazione o il proseguimento degli studi entro quattro mesi dall’inizio
della disoccupazione o dall’uscita dalla scuola.
Questo impegno può divenire uno degli obiettivi centrali dell’Italia con un progetto da realizzare
intorno alla triade “impresa-formazione-lavoro”.
L’impegno per la messa in atto di queste nuove strategie sul mercato del lavoro ha origine dalla
pesante situazione della disoccupazione generale e in particolare della disoccupazione dei giovani,
che in Europa si attesta al 27% e in Italia al 38%, tenendo presente che da solo non riuscirà a
garantire un’occupazione immediata per i giovani in difficoltà.
Le statistiche attuali riportano dati preoccupanti anche relativamente all’incremento di
abbandono scolastico e formativo, dei NEET (Not in Education, Employment or Training), della
disoccupazione over quaranta, over cinquanta a seguito della chiusura in massa delle PMI.
2
Inoltre esiste nel nostro Paese una fascia di competenze “introvabili”. Pur in presenza della
richiamata disoccupazione, le imprese hanno grandi difficoltà a reperire particolari competenze
professionali, come monitorato dal Sistema Informativo Excelsior (cfr. scheda dati).
1.3 Valore della certificazione delle competenze
La certificazione delle competenze si rende necessaria per consentire ai lavoratori e alle aziende di
far emergere le competenze acquisite in qualsiasi contesto, in particolare in quelli non formali ed
informali. Certificare le competenze significa rendere più facilmente individuabili dall’impresa i
requisiti di professionalità posseduti dal lavoratore.
È necessario, però, collegare la certificazione ai servizi per il lavoro, alla formazione professionale e
all’economia locale.
Ciò comporta che l’Italia prosegua con determinazione nella direzione della costruzione di una
filiera professionalizzante verticale organica, robusta e stabile.
1.4 Valorizzazione dell’esistente
La “filiera professionalizzante” nel nostro Paese, rispetto a quella europea, è, ancora
eccessivamente segmentata: Istruzione Tecnica, Istruzione Professionale, Istruzione e
Formazione Professionale (IeFP), Apprendistato, Formazione Superiore, Formazione Continua,
Istruzione degli Adulti.
L’ordinamento vigente, fino ai 18 anni, prevede:
 un’offerta professionalizzante triennale, quadriennale e in un caso - la Lombardia quinquennale di percorsi formativi di IeFP gestiti da Centri di Formazione Professionale o,
in via sussidiaria, da Istituti Professionali di Stato;
 un’offerta di percorsi quinquennali gestiti da istituzioni scolastiche statali o paritarie;
 la possibilità di formarsi nell’apprendistato per conseguire, al pari di chi sceglie un percorso
triennale/quadriennale, una qualifica o un diploma professionale, dopo il 15° anno di età;
 azioni formative e di accompagnamento al lavoro per i giovani che necessitano di sostegno
nell’esercizio del diritto di cittadinanza e nell’inserimento nel mondo del lavoro.
Dopo i 18 anni, è possibile continuare la formazione:
 nell’apprendistato professionalizzante o di alta formazione o di ricerca;
 nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale Superiore (IFTS);
 nei percorsi di alta specializzazione organizzati dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS).
Questa “filiera professionalizzante verticale”, positivamente giudicata dal punto di vista
dell’ordinamento, è ancora lacunosa nella sua applicazione.
È disomogenea dal punto di vista geografico, infatti, l’offerta dei percorsi formativi di IeFP triennali
e quadriennali; è lacunosa e carente l’offerta formativa nell’istituto dell’apprendistato per la
qualifica e per il diploma professionale; inoltre, sono da raccordare e consolidare le offerte legate
ai percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) e a quelli erogati dagli Istituti
Tecnici Superiori (ITS).
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Pur in presenza di queste criticità, la “filiera professionalizzante” costituisce la base di riferimento
sistemico per tutti i servizi di inserimento lavorativo e di sostegno ad essa collegati.
Si deve a questa filiera, di fatto operante a seguito della sperimentazione avviata nel 2002, un
approccio all’apprendimento come alternativa metodologica adottata in rapporto ad una specifica
domanda formativa, in particolare dei giovani, che ha richiesto la costruzione di reti territoriali con
le imprese.
La sperimentazione ha portato inoltre ad una organizzazione peculiare della gestione del sistema
IeFP e della filiera formativa. È stata anche questa sperimentazione a creare le premesse perché
l’ordinamento italiano scegliesse, tra le varie opzioni, la “via della rete” come una delle modalità,
anzi la modalità più importante, per raccordare le filiere formative con quelle produttive (Intesa
Stato-Regioni 27 settembre 2012).
Con questa Intesa, Stato Regioni e Autonomie locali hanno approvato una Linea Guida per
consolidare e sviluppare i rapporti, nel quadro dell’apprendimento permanente, tra Istituti tecnici,
Istituti professionali, Centri di Formazione Professionale (CFP) e Imprese.
In questo contesto, l’Istruzione e Formazione Professionale, che ha già esperienza consolidata di
collegamento con il sistema economico e formativo del territorio, nella recente normativa (legge
n. 35 del 2012) è chiamata anche a contribuire alla costituzione dei Poli, per migliorare ed
ampliare l’offerta formativa sul versante tecnico e professionale. Il Polo potrà così offrire a
studenti e imprese, d’intesa con i servizi per il lavoro, assistenza adeguata in rapporto ad un
definito settore merceologico.
Obiettivi degli accordi di rete territoriale sono, infatti:
- innovare l’offerta formativa, puntando soprattutto a riqualificare l’apprendimento pratico con
la messa in comune dei laboratori ed anche consentendo un aggiornamento tecnologico
attraverso investimenti da effettuare anche con i fondi FERS (Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale);
- rafforzare l’obiettivo dell’accompagnamento e inserimento lavorativo.
1.5 Provvedimenti recenti per la costruzione di una offerta integrata di formazione e
servizi
Sono molto recenti alcuni provvedimenti che, se pienamente attuati, concorreranno a colmare le
lacune denunciate circa la filiera formativa professionalizzante verticale e a consolidare la sinergia
avviata tra il sistema formativo e il mondo delle imprese. I provvedimenti intervengono, infatti,
oltre che sull’ordinamento formativo anche su una gamma di servizi a supporto.
a. Apprendimento permanente
Governo e Regioni hanno raggiunto un’intesa, il 20 dicembre 2012, sulle “politiche per
l’apprendimento permanente e gli indirizzi per l’individuazione di criteri generali e priorità per la
promozione e il sostegno alla realizzazione di reti territoriali”, ai sensi dell’art. 4, comma 51 e 55
della legge 28 giugno 2012, n. 92.
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L’Intesa intende dare attuazione alle politiche per l’apprendimento permanente, nell’ambito delle
reti territoriali, attraverso azioni ritenute prioritarie: misure a sostegno del miglioramento delle
competenze e dell’orientamento permanente; misure per un efficace sviluppo delle competenze
dei giovani inseriti nella formazione professionale e degli adulti con particolare riferimento alle
donne che rientrano nel mercato del lavoro, dei lavoratori scarsamente qualificati e dei gruppi
svantaggiati.
Le parti si impegnano, tra l’altro, a promuovere e sostenere reti territoriali che comprendano
l’insieme dei servizi pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro, nonché i poli tecnicoprofessionali.
b. Orientamento professionale
Governo e Regioni hanno raggiunto il 20 dicembre 2012 un Accordo sull’orientamento ai sensi ai
sensi dell’art. 9, comma 2, lettera c) del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 -“Definizione del
sistema nazionale sull’orientamento permanente”.
L’orientamento è definito come dimensione trasversale indispensabile ai fini dell’apprendimento
permanente, capace di incidere sulla occupabilità delle persone e sui fattori di cambiamento
economico e sociale.
c. Tirocini
L’accordo raggiunto tra Governo e Regioni il 24 gennaio 2013 “Linee guida in materia di tirocini”,
indica l’urgenza di riqualificare i tirocini quale strumento fondamentale di inserimento dei giovani
nel mondo del lavoro.
Le Regioni individuano come soggetti promotori le Istituzioni Scolastiche e i Centri di Formazione
Professionale operanti in regime di convenzione o accreditamento con la Regione.
d. Altre misure
Una serie di altre misure, di fatto già previste per attivare servizi al territorio, si ritiene debbano
essere stabilizzati nella filiera della formazione professionale a completamento della gamma di
attività protese a contrastare la disoccupazione: Apprendistato, Alternanza scuola-lavoro e stage,
Intermediazione in rapporto all’aggiornamento, con accessibilità on line, dei curricoli degli studenti
in uscita dai percorsi formativi, Lavoro Accessorio.
In questo contesto si colloca il provvedimento della Validazione e della Certificazione delle
competenze che, se raccordato con il Sistema nazionale della valutazione delle scuole pubbliche
e delle istituzioni formative accreditate dalle Regioni, recentemente normato (8 marzo 2013),
può costituire per gli Enti di Formazione Professionale la base per accelerare il cammino della
progettazione per competenze.
Il decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13: “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali
delle prestazioni per l’individuazione e la validazione degli apprendimenti non formali e informali e
degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze” a norma
dell’art. 4, commi 58 e 68 della legge 28 giugno 2012, n. 92, definisce:
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• “ente pubblico titolare” un’amministrazione pubblica titolare, a norma di legge, della
regolamentazione di servizi di individuazione, validazione e certificazione delle
competenze;
• “ente titolato” un soggetto pubblico o privato autorizzato o accreditato dall’ente pubblico
titolare a erogare in tutto o in parte i servizi di individuazione, validazione e certificazione
delle competenze.
La Legge 14 gennaio 2013, n. 4 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” prevede
che le associazioni professionali non organizzate in ordini o collegi collaborino alla elaborazione
della normativa tecnica UNI relativa alle singole attività professionali.
2. Proposta di sperimentazione
2.1 Elementi della proposta
L’Associazione degli Enti di formazione professionale di ispirazione cristiana FORMA propone una
sperimentazione quadriennale, a livello nazionale, di sinergia tra sistema formativo e sistema
produttivo.
La frammentazione che caratterizza l’intero settore della formazione e dei servizi per il lavoro
rischia di contribuire a spaccare irrimediabilmente il Paese, lasciando le Regioni del Sud - che più
necessitano di un sistema efficace di formazione professionale - nella condizione di strutturale
fragilità.
La sperimentazione viene proposta a livello nazionale, da sostenere attraverso un PON, con la
finalità di promuovere:
a) la valorizzazione dell’IeFP nel sistema e nelle strutture di fatto esistenti, promuovendone
l’ampliamente ove il territorio lo reclama;
b) un ulteriore impegno di innovazione nei processi formativi;
c) una maggiore riqualificazione tecnologica dei laboratori come contesto di apprendimento
analogo a quello del sistema produttivo e dei servizi, fino alla realizzazione di prodotti
spendibili;
d) un conseguente impegno di innovazione della didattica formativa nella strutturazione delle
Unità di Apprendimento in rapporto alla acquisizione di competenze operative;
e) una specifica e adeguata modalità di impiego nei processi formativi di personale esperto
proveniente dalle imprese, includendo gli stessi ambienti di produzione e di servizi come luoghi
di apprendimento;
f) un rilancio della ricerca di base applicata, proteso al miglioramento continuo dei processi e dei
prodotti;
g) la partecipazione alla costruzione di Poli tecnico-professionali e con la gamma di servizi in
grado di accompagnare verso concrete esperienze lavorative e verso l’inserimento dei giovani
nei contesti aziendali;
h) la formazione e sostegno alla creazione di microimprese;
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i) la realizzazione di servizi di placement e outplacement anche in partenariato con i Centri per
l’Impiego e le Agenzie per il Lavoro.
La proposta sarà orientata alla strategia europea della Youth Guarantee e potrà condurre a
qualificare la presenza nel Paese di una efficace rete di servizi per il lavoro, superando la
condizione di marginalità sociale e di isolamento economico che oggi caratterizza la condizione
giovanile.
Nel perseguimento di una via italiana al contrasto della disoccupazione giovanile non può mancare
un impegno determinato proteso a: riqualificare l’Istruzione Tecnica e valorizzare la Formazione
Professionale; riallineare in modo efficace ed efficiente le competenze in uscita dai percorsi
formativi e quelle richieste dal mercato del lavoro. L’impegno è di concorrere a bilanciare a favore
degli indirizzi tecnologici lo squilibrio, oggi esistente, nelle scelte di famiglie e studenti che sono
fortemente orientate verso i licei; di istituire e stabilizzare nel sistema di istruzione e formazione
professionale servizi di placement, già contemplati normativamente, ma dimostratisi fino ad ora di
difficile realizzazione.
Tale sperimentazione può essere effettuata attraverso una leadership di realtà consolidate quali
gli Enti di Formazione Professionale che agiscono attraverso Centri di Formazione Professionale
che hanno strutture, metodo, rete territoriale ed iterazione con la realtà economica e culturale del
territorio.
L’Associazione FORMA propone di dare effettivamente vita nelle diverse Regioni ad una
sperimentazione che prevede:
- l’offerta professionalizzante triennale e quadriennale dell’IeFP;
- l’aggancio strutturale con l’apprendistato di base e professionalizzante, con la formazione
superiore e continua, anche in interazione con i Poli tecnico-professionali;
- l’incremento e l’estensione dei protocolli di intesa con le imprese del territorio con iniziative di
sostegno per le stesse in termini di visibilità;
- l’orientamento alla formazione e al lavoro per giovani ed adulti;
- l’inserimento sistematico degli allievi in stage durante il percorso formativo e in tirocinio di
inserimento lavorativo alla fine del percorso;
- la proposta di una metodologia di validazione, valutazione e certificazione delle competenze
inquadrata nel costituendo Sistema Nazionale di Valutazione.
Una sperimentazione di questo tipo risponde anche all’esigenza di ottimizzazione delle risorse per
un accesso occupazionale, di accompagnamento ai tirocini, di stipula di contratti di apprendistato
professionalizzante e di passaggio ad altri canali scolastici o formativi per oltre l’80% degli iscritti.
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2.2 Idea di progetto
La vision di FORMA in rapporto all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro accoglie
l’obiettivo di garantire la loro formazione e il loro inserimento occupazionale in rapporto ai diversi
destinatari e tempi di sviluppo.
Di fatto FORMA dispone di una rete significativa, a livello nazionale, di Centri di Formazione
Professionale in grado di offrire una serie di servizi già sperimentati nella direzione di
qualificazione e certificazione di competenze, orientamento, inserimento lavorativo.
Il progetto che FORMA intende strutturare nell’ambito del Piano Garanzia Giovani, si propone di
mettere a disposizione delle Istituzioni nazionali e locali, e delle Imprese la competenza e
l’esperienza pluridecennale nel campo della formazione professionale iniziale, superiore e
continua - in particolare in rapporto alle necessità territoriali - e dell’inserimento occupazionale.
Figura 1 Distribuzione centri di formazione professionale FORMA in Italia
Distribuzione centri di formazione professionale FORMA in Italia per ente*
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle D’Aosta
Veneto
Totali
CSL
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2
2
1
0
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1
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0
2
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1
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0
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ENAIP
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4
6
25
0
1
18
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CIF
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0
0
0
1
1
0
0
0
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0
0
0
0
5
* Fonte: dati FORMA. I dati dei centri non sono tutti aggiornati al 2012
9
CONFAP
5
3
10
3
25
8
18
11
52
3
0
57
24
12
44
2
2
4
1
49
333
E.F.A.L.
1
0
1
3
3
0
2
2
5
2
0
3
3
1
9
1
0
0
0
1
37
TOT
7
5
14
11
39
12
26
21
102
7
2
85
56
29
99
18
15
7
4
86
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3. Dati
3.1 La disoccupazione giovanile: una vera emergenza
Nel mese di aprile 2013 il tasso di disoccupazione in Italia ha raggiunto il 12%.
Lo comunica l’Ocse nel rapporto sull’occupazione:
- nell’eurozona, il tasso di disoccupazione ha toccato un nuovo massimo, il 12,2%. Nel complesso
dell’area Ocse, i disoccupati sono 48,5 milioni, 0,2 milioni in più rispetto a marzo e 13,7 milioni
in più rispetto a luglio 2008;
- l'Italia è tra i nove Paesi membri dell'Ocse dove il tasso di disoccupazione giovanile ha superato
il 25%. Nel nostro Paese la disoccupazione degli under 25 (i giovani tra i 15 e i 24 anni) ha
raggiunto il 38,3% nel primo trimestre del 2013. Dunque a trovarsi senza un lavoro sono quasi
quattro giovani su 10;
- i cosiddetti ‘neet’, invece, nell'ultimo trimestre del 2012 hanno raggiunto il 21,4%, con un
aumento dal 2007 al 2012 del 5,1%.
3.2 Un paradosso in Italia: gli “introvabili”
Gli “introvabili” nel 2012, su oltre 406mila assunzioni non stagionali previste dalle impresse
dell’industria e dei servizi, erano 65.500 (pari al 16,1% del totale):
Le professioni “più introvabili” riguardavano
- l’high skill:
progettista informatico, venditore tecnico, sviluppatore di software, infermiere, farmacista,
addetto marketing, educatore d’asilo, educatore professionale, ecc.
- il medium skill:
banconiere, estetista, parrucchiere, ausiliario per anziani, addetto accoglienza clienti, addetto
amministrazione, operatore socio sanitario, cuoco, ecc.
- il low skill:
termoidraulico, installatore impianti, conducente di autobus e camion, carpentiere, riparatore
di macchinari, conducente di macchine da cantiere, saldatore, manovale edile, ecc.
Esiste, infine, una particolare carenza formativa che riguarda l’imprenditoria micro e media.
3.3 La IeFP strumento preventivo di politica attiva del lavoro 1
I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) di durata triennale e quadriennale,
promossi dalle Regioni, hanno mostrato vari aspetti positivi.
Si richiamano, in particolare:
1
In attesa dei nuovi dati su IeFP e occupazione annunciati da ISFOL per fine anno 2013, attualmente gli Enti di FP fanno riferimento soprattutto a:
ISFOL, Gli esiti formativi e occupazionali dei percorsi triennali, Roma 22 giugno 2011.
ISFOL, I percorsi di istruzione e formazione professionale a.f. 2009-10 e 2010-11. Rapporto di monitoraggio delle azioni formative realizzate nell’ambito del
diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, gennaio 2012.
ISFOL, I percorsi di istruzione e formazione professionale nell’anno della sussidiarietà. a.f. 2011-12, Rapporto di monitoraggio delle azioni formative realizzate
nell’ambito del diritto-dovere, dicembre 2012.
Cfr. anche TESELLI A., L’efficacia della formazione professionale per i giovani. Verso un modello nazionale di valutazione, Donzelli, Roma 2011.
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-
la domanda crescente di formazione:
da 23.000 dell’anno 2003 a circa 250.000 del 2012 (MIUR, dicembre 2012)
la funzione di “transizione” al lavoro:
il 36% continua negli studi, il 50% lavora immediatamente (Isfol 2011)
una “scelta vocazionale” più che un “ripiego”:
. sono censiti come 14enni almeno il 45,3% nel primo anno (Isfol, dicembre 2012);
. sono scelti anche da drop-out (il 73%, secondo Isfol, 2011)
la bassa dispersione formativa:
conseguono la qualifica professionale l’80% degli iscritti al 3° anno (Isfol, dicembre 2012)
una offerta flessibile: un percorso breve per la qualifica e il diploma professionale
. i qualificati nell’anno formativo 2010 – 2011 sono stati 38.863 (Isfol, dicembre 2012)
. molti continuano nel quarto anno: 7.466 nell’anno 2010-2011 (Isfol, dicembre 2012)
presenza crescente di stranieri:
16,5% nell’anno 2011/2012 (Isfol, dicembre 2012)
le “qualifiche nazionali” più richieste
Secondo Isfol, dicembre 2012, le qualifiche scelte maggiormente negli anni 2009-10 e 2010-11,
risultano:
o operatore del benessere (il 18% del totale dei qualificati nel 2011)
o operatore della ristorazione (il 16% nel 2011, in crescita rispetto all’anno precedente)
o operatore elettrico (il 12,6%, in crescita rispetto all’anno precedente)
o operatore meccanico (l’11,3%, in crescita rispetto all’anno precedente)
o operatore amministrativo segretariale (l’8%, in diminuzione rispetto all’anno precedente)
o operatore alla riparazione dei veicoli a motore (il 6,4%, in crescita rispetto all’anno
precedente).
un sistema di IeFP “plurale” “da completare”:
c’è un sistema “plurale” (offerta ordinaria delle “istituzioni formative accreditate” – offerta
“sussidiaria” degli Istituti Professionali di Stato) nelle Regioni:
o Friuli V.G., Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Provincia autonoma di Trento,
Veneto, e in Emilia Romagna in presenza di progetti personalizzati per conseguire una
“qualifica professionale”;
o Friuli V.G., Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Provincia autonoma di Trento e in Emilia
Romagna dall’anno 2014/2015 per conseguire un “diploma professionale”.
Commenta l’editoriale Diesse:
Nei primi due anni di applicazione della sussidiarietà, in molti territori si è verificato che il ruolo
statale da “sussidiario” è diventato “sostitutivo”.
Parafrasando una sintetica espressione contenuta in un voluminoso documento sulla IeFP della
CISL Scuola del gennaio 2013, si può parlare di un “equivoco interpretativo”, ovvero
confondere l’integrazione dei sistemi, auspicabile e necessaria (si pensi a quanto ancora resta
da fare in tema di riconoscimento di crediti e passerelle), con l’integrazione dei percorsi,
divenuta di difficile praticabilità (a seguito del “ribaltamento” del percorso di IP
quinquennale) 2.
2
Da DIESSE, 10 anni di Istruzione e Formazione professionale: dai “percorsi” al “sistema”, Anno 2012-2013, n. 37,
11
3.4 La IeFP del privato sociale fa risparmiare lo Stato e lo collettività 3
Un recente documento elaborato dall’Agesc, La bandiera della dis-parità (2012), completato sulla
base di dati ISFOL, mostra, senza necessità di commenti, tutta la portata dello squilibrio del
pluralismo istituzionale.
La “dis-parità” in Italia nel sistema educativo di Istruzione e Formazione
anno 2012
Scuole statali in €
Spese nelle scuole statali e paritarie
Scuole paritarie in €
57.571.000.000
spese totali
58.082.000.000
spese totali
511.000.000
spese totali
7.865.445
Numero studenti
8.938.005
Numero studenti totali
1.072.560
Numero studenti
Spesa per ogni studente nella scuola statale
Ordinamento Scolastico
Spesa per ogni studente nella scuola paritaria
6.116
Infanzia
529
7.366
Primaria
787
7.688
Secondaria di I grado
90
8.108
Secondaria di II grado
Spesa media
7.319
Nell’Istituto Professionale di Stato
(a.s. 2008-09)
7.611,26
47
Spesa media
476
Spese per ogni allievo negli IPS e nel CFP
Istruzione e Formazione Professionale
(IeFP)
In un CFP
(a.f. 2011-12)
5.118,00
3.5 L’impegno finanziario delle Regioni nella IeFP 4
Nell’anno formativo 2011/2012 i finanziamenti sono derivati dalle risorse regionali / provinciali per
il 42,5%, dai trasferimenti dello Stato per il 28,3% e dalle risorse comunitarie per il 29,2%.
Nella tabella si riporta la stima dei costi del 1° anno dei percorsi svolti nelle Istituzioni Formative
(IF) a qualifica secondo il Repertorio nazionale della IeFP, per Regione, anno 2011/2012:
3
AGESC, La bandiera della dis-parità, 2012.
MIUR, La scuola in cifre 2009-2010, stampato nel settembre 2011.
ISFOL, I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale nell’anno della sussidiarietà. a.f. 2011-12, Dicembre 2012, p. 6.
4
ISFOL, Percorsi di IeFP: un’analisi comparata dei costi per Regioni e PA, aprile 2013.
Nella Tabella, alcune realtà territoriali non espongono tutti gli indicatori. Esse sono:
la Regione Valle d’Aosta, che evidenzia finanziamenti non comparabili con quelli delle altre regioni in quanto le sue “unità di prestazioni” sono complesse
e vincolate inscindibilmente alla realizzazione di peculiari azioni aggiuntive a carico dell’Istituzione formativa.
la Provincia Autonoma di Bolzano, le cui “scuole” provinciali (Landesberufsschulen), pur essendo Istituzioni formative che rilasciano le qualifiche triennali
e quadriennali, sono tutte, sostanzialmente, strutture pubbliche appartenenti all’Amministrazione provinciale, dunque non assimilabili alle Istituzioni
formative accreditate del privato sociale e non comparabili nelle Tabelle.
le Regioni Umbria, Campania, Basilicata e Sardegna in quanto, nell’anno formativo considerato, non hanno concretamente attivato sul loro territorio
alcun corso delle IF accreditate, pur coinvolgendo le IS nella realizzazione, in sussidiarietà integrativa, dei primi anni dei triennali.
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Regioni e
P.A.
1
N. alunni
per percorso IF
di 1° anno
2
N. ore
1° anno
percorsi IF
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Liguria
Bolzano
Trento
Veneto
Friuli V.G.
Emilia
Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Totali
19,9
20,6
21,7
21
17
24,2
21,8
16,9
22,3
16,9
‐
19
23,3
18,1
14,8
‐
20,8
‐
20
23
‐
21,1**
1.050
1.000
990
1.056
1.224
1.066
1.000
1.000
1.000
1.050
‐
1.056
1.050
990
1.000
‐
1.100
‐
1.000
1050
‐
1.040
3
5
Tassi di
6
4
partecipazione Costo annuale
Costo annuale Costo orario
delle IF al
per
per
allievo
in
sistema IeFP per percorso
iscritto
allievo iscritto
euro
(iscritti IF su
in euro
in euro
IF+IS)
58 %
98.700,00
4.959,80
4,72
32%
‐
‐
‐
73 %
97.650,00
4.500,00
4,55
28 %
115.000,00
5.476,19
5,19
100%
‐
‐
‐
100%
156.702,00
6.475,29
6,07
91%
86.764,00
3.980,00
3,98
83%
111.202,00
6.580,00
6,58
33%
118.304,55
5.305,14
5,31
18%
119.700,00
7.082,84
6,75
‐
‐
‐
‐
1%
100.320,00
5.280,00
5,00
53%
107.180,00
4.600,00
4,38
6%
75.536,16
4.173,27
4,22
30%
99.862,53
6.747,47
6,75
‐
‐
‐
‐
9%
128.700,00
6.187,50
5,63
‐
‐
‐
‐
20%
120.000,00
6.000,00
6,00
31%
100.000,00
4.347,83
4,14
‐
‐
‐
‐
45%***
109.041,42
5.446,36
5,28
7
Parametro
ora/corso
in euro
94,00
‐
98,63
108,90
‐
147,00
86,76
111,20
118,30
114,00
‐
95,00
102,08
76,30
99,86
‐
117,00
‐
120,00
95,24
‐
105,62
8
Differenza
% del costo
annuale allievo
IF rispetto a
costo annuale
allievo IPS*
‐ 28,3%
‐
‐ 35%
‐ 20,9%
‐
‐
‐ 42,5%
‐ 4,9%
‐ 23,3%
+ 2,4%
‐
‐ 23,7%
‐ 33,5%
‐ 39,7%
‐ 2,5%
‐
‐ 10,6%
‐
‐ 13,3%
‐ 37,2%
‐
‐ 21,3%
Nel caso dell’offerta dei percorsi partiti nelle Istituzioni scolastiche, l’erogazione del servizio
avverrebbe senza oneri per lo Stato, il quale già copre i costi delle annualità dei percorsi
quinquennali in termini di strutture, stipendi del personale ecc..
I costi delle Istituzioni formative della società civile appaiono inferiori per la comunità (di oltre il
20%) a quelli esposti dalle Istituzioni scolastiche (IPS).
Alcune Amministrazioni pubbliche (P.A. Trento e P.A. Bolzano, per l’area di lingua tedesca) hanno
optato per una gestione decentrata dell’offerta educativa di IeFP, abolendo l’offerta tradizionale
(senza dar luogo a quella sussidiaria) degli Istituti professionali di Stato e attuando, di fatto, le
istanze prefigurate nel Titolo V.
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