121 TEAM - Norblast

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121 TEAM - Norblast
121 TEAM
Quando costruisci un team, cerca sempre quelli che amano vincere.
Se non riesci a trovarli, allora cerca quelli che odiano perdere.
- Ross Perot -
One to one con Remo Norelli - Presidente e fondatore
Norblast produce da oltre 30 anni pallinatrici e sabbiatrici ad aria compressa.
Le oltre 6000 macchine prodotte e vendute hanno soddisfatto clienti provenienti da diversi settori: ceramica, fonderia,
ingranaggi, acciaio inox, meccanica, minuteria, plastica, stampi, torneria, utensili e vetro.
Come nasce Norblast?
L‘azienda nasce nel ’76 per risolvere il problema della finitura nei prodotti delle macchine utensili.
Inizialmente commercializzavamo prodotti di altri. Successivamente abbiamo iniziato a produrre. Siamo partiti con una
piccola serie di macchine. Ne avevamo fatte 20 per iniziare.
Abbiamo pensato ad un’idea innovativa per promuoverle: andavamo con un camion con la macchina sopra dal cliente,
spostandoci nell’area marchigiana. Facevamo vedere direttamente al cliente con i suoi occhi cosa eravamo in grado di
fare per lui. E’ questo è stato vincente!
Successivamente, nell’81 abbiamo iniziato a promuoverci attraverso le fiere di settore.
Ci tengo a sottolineare che non vendiamo la sabbiatrice ma il processo migliorativo sui prodotti. Individuiamo i settori
ai quali possiamo rivolgerci e ci arriviamo con i processi e con le soluzioni ai loro problemi.
Sicuramente ci sono tantissime applicazioni a cui non siamo ancora arrivati, tantissimi settori ancora inesplorati e
clienti potenziali che non sanno nemmeno di aver bisogno di noi.
Le applicazioni, i settori e i clienti sono potenzialmente tantissimi, bisogna però arrivarci ed è quello che stiamo
approntandoci a fare in questa nuova fase della nostra attività.
Qual è il vostro punto di forza?
1. La Ricerca continua
La nostra conoscenza diretta e approfondita del settore e del prodotti è il nostro punto di forza. Il nostro Centro Prove
lo facciamo davanti al cliente a cui chiediamo di mandarci il pezzo e non c’è nulla di più rassicurante.
La nostra è un’azienda che investe continuamente in Ricerca & Sviluppo. Abbiamo anche istituito un centro servizi
Peen Service apposito per fare pallinatura conto terzi. Il centro è in collaborazione continua con la Facoltà di
Ingegneria Metallurgica dell’Università di Bologna.
Attualmente Peen Service risiede nel vecchio stabilimento della Norblast e ci consente di utilizzare le nostre macchine
e svilupparne così sempre meglio la tecnologia.
Nel 2004 abbiamo fondato Iparbalst in Spagna.
2. L’attenzione verso il cliente
L’attenzione al cliente che spesso non sa di aver bisogno di noi ed è necessario trovare il modo per fargli arrivare la
voce, il servizio post vendita, l’assistenza tecnica. Il cliente compra il servizio. Noi gli mettiamo a disposizione un
Centro Prove dove può fare tutti i test necessari per valutare se la macchina rappresenta o meno la soluzione al suo
problema.
3. Le Macchine speciali
Le Macchine ad hoc create su richiesta del cliente ed applicate a particolari processi.
Il reparto macchine speciali è in ascesa continua e stiamo investendo notevolmente su di esso.
Forse potrebbe essere citato tra gli ulteriori nostri punti di forza.
Come affermavo prima, l’obiettivo prioritario della Norblast è la soluzione del problema attraverso le macchine che
approntiamo sul cliente.
Come affronta Norblast il passaggio generazionale?
In azienda con me lavorano i miei figli, ma loro lo sanno che saranno i più meritevoli ad avere di più. Non possono
esistere favoritismi. Ci sono delle responsabilità nei confronti di 40 persone. Qui c’è una struttura in continua crescita
con persone che hanno condiviso tutto con noi. Tutti si aspettano qualcosa in più. L’azienda ha bisogno sempre di
nuove iniziative e la squadra deve essere sempre vincente, deve essere una vera squadra.
Abbiamo mobilitato il mondo della sabbiatura con applicazioni ed ecologia della macchina. Sembrerebbe che i miei figli
abbiamo comunque un alto potenziale per far crescere quest’azienda e continuare a mobilitare il settore. Ad majora
dunque!
One to one con Daniela Nigro - Responsabile commerciale
In azienda dal 1998, dopo la laurea in Economia e Commercio ed un Master alla Cofimp sulla qualità, entra per
sostituire una ragazza in maternità, per 6 mesi di prova e viene assunta già dopo 15 giorni.
Com’è organizzata la divisione commerciale e quali doti deve avere un commerciale che vuole far parte
della vostra azienda?
Abbiamo una squadra di persone fortemente motivate. Ci vuole metodo e costanza per chiudere trattative. Quando si
è dal cliente bisogna capire subito se si è utili. Non vendiamo sabbiatrici o pallinatrici. E si sa che non è semplice
vendere il processo. Il commerciale deve essere interno all’azienda, nutrire un grosso senso di appartenenza e
conoscere molto bene le nostre macchine.
Deve’essere inoltre dotato di un grande senso di responsabilità poiché è colui che spende parola nei confronti del
cliente.
Noi diamo un’estrema importanza al cliente che coltiviamo a livello interpersonale.
Si sa la fatica che si fa ad acquisirlo e non sempre gli altri reparti danno peso al cliente e all’acquisizione del cliente
quanto il commerciale. E’ necessario pertanto saper fare da trade union tra i vari settori. Un buon commerciale deve
anche avere un grande spirito d’iniziativa.
One to one con Stefano Norelli - Responsabile Ufficio Esteri
Attualmente responsabile ufficio estero per Norblast, si laurea nel 2002 in Economia con una specializzazione in
Management dello Sport mutuandone l’esperienza nella sua attuale capacità di Team Management all’interno di
Norblast.
Successivamente alla laurea pratica uno stage in America all’interno del management di una squadra di calcio
praticando tutte le attività che sono tipiche dello stagista, dalle più semplici alle più complesse e successivamente in
Nike a Bologna.
Per quanti di noi hanno avuto l’esperienza di stage si sa che è un’esperienza che ci mette alla prova e
magari usciti da un percorso universitario complesso ci si chiede perché si dovrebbero attaccare
francobolli o chiudere pacchetti per una squadra di calcio?
Questo fa parte delle cose reali, bisogna imparare anche dalle cose semplici e saper avvicinarsi a tutto con grande
umiltà e questo è il primo scoglio psicologico da superare. Chi dice che un laureato debba solo sedere dietro una
scrivania…?
Il contatto umano, il contatto con gli uomini nell’azienda, il saper fare tutto con semplicità ed umiltà è parte della mia
vita. Dello stage mi porto con me l’esperienza di vita, l’esperienza di essermi confrontato con una cultura estera,
l’essermi integrato, aver condiviso mondi diversi, appreso da differenti persone di cui ognuno mi ha lasciato qualcosa…
I viaggi poi, avendone affrontati tanti, mi hanno lasciato ognuno qualcosa di diverso. L’USA sicuramente la grande
capacità manageriale, il cambiamento, la flessibilità…
In Norblast?
Adesso all’interno di Norblast mi trovo spesso a fare da collante tra le persone, la cosa importante è far trovare
equilibrio tra persone diverse senza tensioni.
Qui ho imparato anche che è importante per ogni imprenditore il sapersi organizzare, il saper approcciare in maniera
diversa con ognuno e con tutti senza preferenze. Agli inizi da noi c’era poca programmazione ad esempio. Con me
siamo passati ad una comunicazione più continua e integrata.
Abbiamo lavorato molto sui cataloghi, sul sito, sul marketing, per riuscire ad aggredire maggiormente il mercato e non
subirlo e per creare delle offerte mirate per il nostro target.
Ovviamente è facile credere che mio padre, fondatore dell’azienda, non ha mai creduto più di tanto nella
comunicazione. Viene da un mondo dove la comunicazione era meno considerata, dove era basato tutto sul prodotto.
In seguito, la concorrenza spietata ha costretto tutti a doversi distinguere per sopravvivere e dunque abbiamo lavorato
tanto anche noi per comunicare meglio all’esterno.
Devo dire che il nostro è un settore che va tanto per il passaparola, ma credo che questo rimarrà sempre un ottimo
canale di promozione. Nel futuro si chiamerà buzz marketing o viral marketing, ma il principio di base sarà sempre lo
stesso: il passaparola appunto. Abbiamo una buona reputazione, curiamo estremamente la qualità dei nostri prodotti e
ci reputiamo un’azienda che non offre solo un macchinario ma risolve dei problemi. Non facciamo solo un prodotto. Per
questo abbiamo creato anche un Centro Prove e dimostriamo fisicamente quello che siamo in grado di realizzare.
Siamo trasparenti. Non diamo più di quello di cui un nostro cliente ha bisogno.
Lavoriamo con differenti target di utenti come l’artigiano piuttosto che il manager. Siamo molto orientati alla ricerca su
cui investiamo notevolmente. Lavoriamo moltissimo con il cliente e così testiamo anche le nostre macchine con il suo
prezioso contributo.
La vostra presenza all’estero?
Per Norblast l’estero è sicuramente una sfida essendo un’azienda consolidata e con ampi margini di crescita.
Fino a qualche anno fa eravamo presenti solo in Italia come mercato. Adesso abbiamo agenzie in Spagna, Portogallo,
Romania, Polonia, Israele. A breve partirò per la Russia per cercare nuove agenzie. Arriviamo in USA, Brasile, Cina,
Taiwan, Francia tramite una multinazionale nostra consociata.
Oggi l’estero copre il 30% di fatturato sulla vendita delle macchine ma puntiamo ad ampliare molto la nostra presenza
nel mondo.
Come vedete il mercato estero: minaccia o opportunità?
Dal punto di vista della produzione non abbiamo timori perché il nostro prodotto si rinnova costantemente. Quindi
anche se copiassero rimarrebbero indietro rispetto allo know how da noi acquisito e accumulato nel tempo.
Sarà sicuramente un opportunità come mercato e forse un giorno per insediare sedi produttive…ma lavoriamo con
calma e senza mail fare il passo più lungo della gamba.
One to one con Francesco Norelli – Responsabile Fornitori
Laureato in Giurisprudenza segue l’Ufficio Acquisti sin dal suo arrivo in Norblast. Sempre alla ricerca di qualcosa che
costi meno, ma mai mai a discapito della qualità.
Ci sono fornitori strategici?
Noi abbiamo 20 fornitori strategici che riguardano i particolari più a rischio per tempi di consegna e qualità dei
prodotti.
L’azienda tiene molto alla qualità. Siamo sempre alla ricerca di qualcosa che costi meno ma mai a discapito della
qualità.
Cerchiamo il più possibile di programmare gli ordini, così il fornitore può venirci incontro.
Se programmiamo bene la produzione evitiamo scorte elevate in magazzino.
Avete fornitori all’estero?
Abbiamo forniture estere soltanto per graniglie e microsfere
Per questo prodotto l’offerta estera è più competitiva.
Avete mai pensato di arrivare con la produzione li?
Il mercato estero sta crescendo ma valuteremo per gradi se conviene arrivare con la produzione li e soprattutto se
avremo prima un mercato. Usiamo la politica dei piccoli passi…
One to one con Stefano Bernardi – Responsabile Ufficio Tecnico
Laureato in Ingegneria Meccanica entra in Norblast circa 11 anni fa e segue la modellazione 3D e la creazione della
distinta base. Arriva come tesista e laureando con una specializzazione nel settore e viene assunto nel giro di pochi
mesi.
La tecnologia in Norblast?
Utilizziamo tecnologie di progettazione e di produzione sempre più spinte. Il livello di automazione dei nostri impianti è
davvero notevole ma siamo alla ricerca di nuove soluzioni che permettano sempre migliori performance.
E’ possibile brevettare queste macchine?
Non è possibile ne conveniente brevettare la macchina ma piuttosto l’applicazione.
L’esperienza è il nostro punto di forza. L’introduzione dell’automazione è difficile e noi siamo diventati bravi nel tempo.
Ad esempio il braccio antropomorfo esiste da 20 anni. Applicare un robot a una macchina utensile è facile. Applicare un
robot a una pallinatrice presenta delle problematiche non indifferenti.
Certo nella macchina antropomorfa c’è molta più programmazione da fare e molta più formazione ma una volta
imparate ci si apre un mondo nuovo, con superfici complesse e quasi scultoree.
La macchina lineare, invece, fatta con movimenti orizzontali e verticali, consente lavorazioni più semplici.
Altre novità?
La modellazione 3D e la distinta base sono stale le principali da quando sono in azienda.
Norblast progetta modellazione solida da 10 anni e questa è una grande soddisfazione.
Quando 11 anni fa è entrato in Norblast non c’erano le distinte base di quanto veniva fatto.
Adesso il passo avanti è stato proprio questo attraverso un programma gestionale con cui si creano le distinte base e
si tiene il tracciato tecnico. La tecnologia ha reso tutto più semplice.
Così si replica il processo sulla carpenteria e attraverso il software se ne tiene monitorato l’iter di sviluppo. Progettiamo
ad hoc un intero impianto se necessario.
One to one con Manuela Carati – Responsabile Gestione Qualità
Cos’è la Gestione Qualità?
La gestione della Qualità rappresenta la priorità della gestione aziendale in quanto costituisce il riferimento e l’obiettivo
per qualsiasi attività svolta in azienda.La parola Qualità incorpora tutto ciò che riguarda l’obiettivo a cui vuole tendere
Norblast in quanto favorisce l’affermazione di una cultura della Qualità Totale intesa come il fattore strategico per la
competitività e la crescita di Norblast.
Da quanto Norblast è certificata?
Siamo certificati secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000 dal 2003.
Nell'organizzazione dell'impresa, certificata ISO 9002:1994 dal 1997, la creazione di un Sistema di Gestione per la
Qualità ISO 9001:2000 ha rappresentato una decisione strategica dal momento che la Direzione ritiene rilevante
gestire l'evoluzione del Sistema Qualità ai fini della valorizzazione del proprio prodotto, della soddisfazione delle
aspettative del cliente nonché del rispetto dei requisiti cogenti e di quelli stabiliti dall'organizzazione stessa.
One to one con Gerardo Telesca - Responsabile Qualità
In Norblast non sono preoccupati di far vedere il loro processo produttivo perché quello che conta è il sapere
accumulato negli anni di esperienza.
Il loro responsabile di produzione mi conduce in officina. Me l’immaginavo piena di fumi e polveri, niente di tutto
questo.
Con grande passione mi illustra e mi fa toccare con mano la realtà Norblast. A fine incontro non ho potuto non
chiedergli alcuni prodotti lavorati dalle loro macchine perché davvero mi ha trasmesso un enorme passione per il suo
lavoro oltre che ad una comprovata competenza specialistica credo non semplice da trovare.
Ma qual è la differenza tra una pallinatrice e una sabbiatrice?
La pallinatrice incamera all’interno della macchina il processo dando pulizia ed ecoolgia. Le polveri vengono eliminate.
Con la pallinatrice si possono eseguire infinite applicazioni.
La sabbiatrici non è proprio ecologica e serve a evitare che l’uomo svernici con la carta. E con la sabbia del fiume si
preparano gli oggetti alla verniciatura.
Uno dei nostri obiettivi è rendere le macchine per pallinatrici sempre più pulite ed ecologiche oltre che seguire il cliente
anche negli anni, offrendogli manutenzione e cura nel tempo.
Continua ad illustrarmi la macchina, dalla “carrozzeria” verde con i colori dell’azienda. Ma ne vedo alcune
azzurre e gli chiedo perché?
La personalizzazione ai clienti arriva persino ai colori della “carrozzeria” , facciamo quello che possiamo pur di
accontentare le richieste dei nostri clienti.
Lavoriamo con il nostro cliente come menti di un ingranaggio unico. Lo portiamo nella catena di montaggio. Il cliente
vede ordine, pulizia, poco rumore e niente polvere. Vede l’intero processo produttivo poi esterna i suoi problemi. Noi
diamo una risposta di tranquillità che spesso suscita scetticismo. La sicurezza porta sempre a delle soluzioni. Conosco
bene gli impianti, come cambiare le graniglie, la pistola. Mi metto alla prova, cambio i pezzi nelle macchine in
continuazione.
E’ bello dare se stessi in tutta la soluzione del problema.
Lavorando a quattro mani col cliente, arriviamo spesso a nuove soluzioni che sono appunto le nostre Macchine
Speciali.
Abbiamo curato la comunicazione per grandi aziende, personaggi dello spettacolo, personalità del mondo accademico,
politico e molto altro… ma quest’azienda trasmette le identiche sensazioni e lo stesso entusiasmo di chi fa il proprio
mestiere come se fosse un arte…perché infondo è così…ma bisogna crederci…