ARPA Regione Toscana

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ARPA Regione Toscana
PROCEDURA PER LA DERIVAZIONE DI VALORI DI RIFERIMENTO IN AREE
MARINE E SALMASTRE INTERNE ALLA PERIMETRAZIONE DEI S.I.N.
PROPOSTA ISPRA – CNR – ISS
Contributo di ARPA Toscana per la riunione del 8 settembre 2015
In considerazione di quanto riportato nelle conclusioni della riunione del 8 luglio 2015 (come
riportato nel relativo verbale trasmesso dal MATTM) ed in previsione della prossima riunione dell'8
settembre, si fornisce un contributo preliminare sui seguenti 3 argomenti :
1.
fattori generali qualitativi da considerare ai fini della descrizione del contesto ambientale e
della derivazione degli indici di rischio;
2.
specie ittiche da considerare nell’ambito delle attività di determinazione del bioaccumulo
per le varie specie di contaminanti e proposte di monitoraggio;
3.
determinazione della contaminazione da Mercurio (specie ittiche, modalità, etc.).
Considerando che tali argomenti saranno oggetto di suggerimenti da parte delle varie Agenzie e
Regioni, tenuto conto della necessità di pervenire ad una mediazione condivisa a livello nazionale
nella prossima riunione (8/9/15), si fornisce un contributo preliminare, rinviando al confronto nella
prossima riunione per la messa a punto di dettagli tecnici sulla base del documento di sintesi che
verrà predisposto.
Punto 1
Tra i fattori determinanti per la definizione del rischio è necessario considerare, innanzitutto, quelli
che per maggiori esigenze di protezione ambientale devono portare ad abbassare il “Livello di
Pericolo Accettabile”. A nostro giudizio, quindi, è essenziale che si tenga conto dei fattori sotto
elencati, secondo una scala di gradazione dal più "pesante" (maggiori cautele) al meno:
1.
aree marine protette
2.
biocenosi sensibili (prateria di posidonia, coralligeno, ecc.)
3.
aree di nursery
4.
aree di raccolta di molluschi bivalvi vivi
5.
impianti di acquacoltura
6.
aree di balneazione
7.
aree di pesca
Inoltre, vi sono fattori che possono introdurre ulteriori criticità al di fuori del SIN e da questo
indipendenti e che possono avere un duplice significato: da un lato possono portare ad un ulteriore
abbassamento della soglia di rischio, se consideriamo la possibile sommatoria delle pressioni sugli
ecosistemi marini circostanti e, dall'altro, se consideriamo che una parte della contaminazione nel
SIN (e del rischio di effetti tossici) può essere prodotta da questi elementi esterni, si potrebbe
pensare ad “accettare” livelli di rischio superiori. Ovviamente, la casistica di questo secondo gruppo
di fattori può essere molto ampia e variabile tra diverse situazioni locali, ma potrebbero essere
raggruppati nelle seguenti 3 tipologie (tutte esterne al SIN):
8.
aree portuali e/o industriali (compresi impianti offshore);
9.
insediamenti urbani;
10.
foci fluviali
Per ognuno di questi fattori si potrebbe pensare ad un "peso" massimo se presenti in un raggio di
1Mn dal SIN e minimo se a 5Mn (oltre 5Mn= non presenti) ed ognuno potrebbe essere quantificato
ulteriormente al suo interno (es. estensione delle aree; traffico portuale; volume di pescato, ecc.).
In pratica, a partire dall'esempio riportato nella procedura di ISPRA, il “Livello di Pericolo
Accettabile” verrebbe ad essere individuato tra le diverse probabilità di rischio di effetti tossici
secondo uno schema di questo genere:

Livello di Pericolo Certo (95% di probabilita di riscontrare effetti tossici) = resta SIN in ogni
caso;

Livello di Pericolo Molto Probabile (75% probabilità di effetti tossici) = resta SIN se
"presenti" SOLO fattori da 5 a 10 (almeno 3?) e quelli da 8 a 10 non sono responsabili di
contaminazioni nel SIN;

Livello di Pericolo Probabile (50% probabilità di effetti tossici) = resta SIN se "presenti"
ALMENO 2 fattori da 1 a 4;
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Livello di Pericolo Poco Probabile (15% probabilità di effetti tossici) = resta SIN se
"presenti" TUTTI i fattori da 1 a 4;

Livello di Pericolo Assente = esce dal SIN
E' ovvio che il concetto di "presenza" può essere modulato all'infinito sulla base della distanza dal
SIN (vedi sopra) della dimensione del fattore e della combinazione dei pesi dei diversi fattori.
Punti 2 e 3
Sulle specie alternative ai mitili per il bioaccumulo, si propende per restare sempre su molluschi
filtratori del sedimento tipo vongole (Tapes philippinarum) o telline (Donax trunculus), piuttosto
che su pesci, tra i quali potrebbe essere scelto il muggine (Mugil cephalus) o la mormora
(Lithognathus mormyrus), invece che la triglia (Mullus barbatus), ma la scelta dovrebbe dipendere
dalla reale presenza nelle diverse aree SIN o limitrofe ed alle possibilità di raccolta).
Sia per il bioaccumulo in generale che per quello specifico del mercurio potrebbero anche essere
usati altri organismi, sperimentati in passato, ad esempio, per il controllo dello scarico Solvay a
Rosignano dall'Università di Siena1 (il granchio corridore "Pachigrapsus marmoratus", lo scorfano
rosso "Scorpena porcus" e la patella "Patella sp.") o da CIBM2 e IFREMER3 (foglia, rizoma e radici
di Posidonia oceanica), con risultati interessanti: se ritenuto utile possiamo fornire i riferimenti
metodologici.
ARPAT, nel 2011-12, ha svolto una specifica esperienza, in collaborazione con IZS Toscana-Lazio
per verificare la presenza del mercurio nelle specie ittiche di valore commerciale pescate nelle
acque della Toscana (sempre legata al problema dello scarico Solvay), utilizzando 56 esemplari di
sogliola (Solea solea) prelevato dallo sbarcato dei 4 principali porti pescherecci (Viareggio,
1
Bacci E., Baldi F., Bargagli R., Gaggi C. (1986) - Recovery trends in a mercury-polluted marine area. FAO Fisheries
Report, 325, Suppl.: 20-28
2
Centro Interuniversitario di Biologia Marina (1987) - Studio dell’Ambiente marino nella zona compresa tra
Castiglioncello e la Foce del fiume Cecina (LI). Relazione finale: anni 1984-1986. CIBM, Livorno, marzo 1987, 54
pp.
3
Kantin R., Pergent-Martini C. (2007) - Monitorage de la qualité des eaux et de l’environnement marin - Rapport final Région Corse. Programme INTERREG IIIA Sardaigne / Corse/Toscane, MONIQUA, N°MCD IIIA-03/08,
Convention Ifremer PAC - Equipe Ecosystèmes Littoraux & Collectivité Territoriale de Corse MCD IIIA-03/08,
IFREMER publ., La Seyne: 1-222.
Livorno, Cecina e Castiglione della Pescaia), ma i risultati non sono stati molto significativi: anche
di questa sperimentazione siamo in grado di fornire ogni dettaglio tecnico.
Firenze 29.07.2015