Anno 01 Num. 01

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Anno 01 Num. 01
MEDIMIA MAGAZINE - Bimestrale - Ottobre 2010 - Periodico a diffusione gratuita - Anno 1 n° 1 - Reg. n° 4 del 21/06/2010 Tribunale di Torre Annunziata
Rivista di Medicina, Attualità, Cultura
“aiuto dottore,
sto perdendo i capelli”
dermoscopia:
prevenzione
dei tumori cutanei
4
dermatologia:
PMEI
8
ultherapy:
un lifting senza bisturi
30
musicoterapia:
guarire a suon di note
35
FOCUS
21
termalismo:
cura & benessere
viaggi:
ischia e palestina
37
i professionisti
della purezza
e della
bellezza
acido ialuronico
idratante e rigenerante
soluzioni in
dermatologia
acido glicolico
micropeeling chimico-fisico
sommario
editoriale
cure termali e idroterapia
pag 3
dermatologia
prevenzione del melanoma
pag 4
4
PMEI
pag 8
la caduta dei capelli
pag 10
ginecologia
papillomavirus
pag 13
chirurgia plastica
mastoplastica additiva
pag 16
in viaggio
ischia, un mare di benessere
pag 37
saperi & sapori
coniglio all’ischitana
pag 39
racconti dalla palestina
FOCUS
termalismo: cura & benessere
pag 21
ulthera
ringiovanire senza bisturi
pag 30
colonproctologia
stitichezza nel bambino
pag 33
musica
guarire a suon di note
pag 35
pag 40
arte
genius loci
pag 43
tecnologia
google health
pag 44
eventi
corsi & congressi
pag 46
anima & corpo
le stelle consigliano...
pag 47
35
contatti
cerca il medico
pag 48
40
editoriale
cure
termali,
benessere in vacanza
C
ari lettori,
prima di affrontare insieme il tema di questo numero, corre l’obbligo di ringraziare
tutti voi per l’affetto e l’interesse che avete mostrato in occasione della prima uscita
della rivista.
Le numerose mail pervenute in redazione e le migliaia di visite al portale web medimia.it
sono la testimonianza di un consenso inatteso ma di certo cercato.
Questo ci inorgoglisce ma, senza dubbio, ci carica di un forte senso di responsabilità
di fronte al quale non possiamo e non vogliamo sottrarci.
Ma veniamo al punto.
Il “focus” di questo numero tratta di termalismo. E lo facciamo insieme alla professoressa Maria Costantino, una delle massime esperte del campo.
Quando parliamo di cure termali non sempre ci rendiamo conto che facciamo
riferimento ad una vera e propria scienza medica. Per molti di noi, le terme rappresentano solo una valida alternativa alle più classiche vacanze al mare. Un modo come
un altro per rilassarsi dai ritmi infernali della città e ritemprarsi tra sorgenti sulfuree
e massaggi.
La mancanza di una cultura termale è alla base di un velato scetticismo alimentato
nel tempo persino da una parte della comunità scientifica. Ma negli ultimi anni, come
ha sottolineato la professoressa Costantino nello speciale di questo numero, la
medicina termale ha avuto un forte impulso scientifico “passando dall’empirismo
alla validazione scientifica della terapeuticità delle acque termali.”, acque sulle quali
vengono effettuati test di laboratorio, studi clinici e sperimentazioni alla stregua dei
farmaci “convenzionali”.
Insomma, nulla a che vedere con l’acqua del rubinetto: l’acqua termale è una fonte
(è il caso di dirlo) dalle incredibili potenzialità terapeutiche, molte delle quali ancora
in via di sperimentazione. La professoressa Costantino - alla quale va il nostro personale
ringraziamento - ha recentemente presentato i risultati di uno studio sulla psoriasi
nel convegno internazionale di Parigi. Risultati che dimostrano l’efficacia delle cure
termali, soprattutto quando alla base vi è un approccio clinico.
Tale argomento non poteva non influenzare la nostra rubrica “in viaggio”, dedicata
all’isola di Ischia. Ivi le cure termali sono solo uno dei tanti motivi per i quali vale la
pena trascorrere un soggiorno nell’isola che ha incantato poeti e filosofi di ogni epoca.
Gli odori della terra si integrano con i sapori della gastronomia, in un connubio
osmotico di natura e cultura.
A questo punto, non resta che tuffarvi tra le parole e immergervi in una sana e
avvincente lettura.
Pasquale Malvone
[email protected]
anno I n° 1
registrazione n° 4 del 21/06/2010
presso il tribunale
di torre annunziata
direttore responsabile
pasquale malvone
coordinatore scientifico
mario sannino
redazione scientifica
vittorio berruti
giovanni cannarozzo
alfonso carotenuto
paolo caterino
luigi cuoco
gioacchino listro
grazia primavera
nadia russo
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mario tedesco
mario trerè
lidia triassi
marina vaccaro
g. fabio zagni
redazione cultura
antonio galli
ubaldo grimaldi
mykola holyutyak
luca catello sannino
marco sannino
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coordinamento grafico
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fotografia
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L’autore è a disposizione degli aventi diritto
con i quali non è stato possibile comunicare,
nonchè per eventuali omissioni o
inesattezze delle fonti delle immagini
riprodotte nel presente numero
dermatologia
giulio ferranti
specialista in dermatologia
dermoscopia:
prevenzione del melanoma
immagine dermoscopica
e lesioni pigmentate rappresentano
un capitolo significativo della disciplina dermatologica, essenzialmente
per due ordini di motivi: il primo è rappresentato dalla molteplicità degli
aspetti morfologici che possono assumere le varie lesioni melanocitarie; il
secondo dalla difficoltà interpretativa
di tali lesioni sia da parte dei pazienti
che da parte del medico curante.
Queste difficoltà impongono un’attenta
osservazione clinica ed un’attenta valutazione anamnestica, in quanto è fondamentale conoscere la storia naturale
della lesione osservata. In particolare
L
4
una lunga storia clinica ed una evoluzione estremamente lenta nel tempo, nonchè una disposizione grossolanamente
simmetrica della lesione, depongono per
una diagnosi di benignità, prescindendo
dall’aspetto strettamente morfologico
della manifestazione che spesso pone
cospicui problemi di diagnosi differenziale con patologie maligne.
Tra le lesioni melanocitarie è opportuno
ricordare la discreta frequenza (1:100)
dei nevi congeniti, in genere di piccole
dimensioni (non superiori ad 1 cm).
Tali nevi non sembrano avere un significativo rischio di degenerazione maligna
rispetto ai nevi comuni acquisiti. Viceversa i nevi congeniti giganti (diametro
superiore a 10 cm) presentano un maggior rischio di evoluzione maligna.
Capitolo importante è quello dei nevi
acquisiti che sono presenti costantemente sulla cute della razza caucasica.
In genere insorgono durante l’adolescenza per accrescersi durante la giovinezza ed i criteri clinici di giudizio sono
ormai patrimonio conoscitivo di qualunque specialista. Infatti una lesione simmetrica, con bordi regolari, colore omogeneo e di dimensioni contenute (non
superiori a 6 mm), può essere conside-
dermatologia dermoscopia: prevenzione del melanoma
rata ragionevolmente appartenente ad
una categoria di benignità.
Quando questi criteri morfologici non
vengono rispettati la lesione melanocitaria si può definire atipica. Quest’ultima
categoria insorge in età più avanzata
(dopo la pubertà) ed in genere presenta
dimensioni piuttosto grandi (costantemente superiori a 5mm). Il colore è variegato ed i bordi irregolari. A volte solo
un esame istologico può proporre una
diagnosi adeguata. Il corrispettivo maligno del nevo è il melanoma. Esso si presenta generalmente come una macula
nerastra irregolare tendente all’accrescimento centrifugo. Naturalmente
esistono forme più subdole che assumono colorazioni inconsuete, infatti alcune
neoplasie assumono colorazione rossastra ovvero appaiono ipopigmentate o
completamente acromiche. Anche la
forma può essere inconsueta assumendo un aspetto cupoliforme o decisamente nodulare-polipoide. In queste forme
è frequente l’ulcerazione. Considerando
melanoma maligno cutaneo
in donna di 45 anni
immagine dermoscopica
le tante difficoltà diagnostiche sovra- del pigmento melanico.
esposte, è di grande aiuto l’utilizzo delle In particolare possiamo ricordare che il
indagini dermoscopiche per una più af- pattern reticolare identifica in genere
fidabile proposta diagnostica.
una lesione melanocitaria, contrasseL’applicazione di tale tecnica rende pos- gnata da proliferazione superficiale degli
sibile l’osservazione di strutture morfo- elementi cellulari che si sviluppa prevalogiche più profonde, grazie alla capacità lentemente a livello giunzionale, mentre
dei vari pigmenti di assorbire o riflettere l’interessamento del derma è estremauna luce incidente.
mente limitato. Viceversa nel pattern
Per rendere riproducibile e, quindi, scien- globulare, i melanociti, aggregati in tetificamente valida tale indagine, si sono che, si localizzano a livello del derma
codificati numerosi pattern che, in gene- papillare. Non è infrequente che i patre, identificano delle lesioni ben deter- tern possano associarsi fra loro e, in tal
minate o, comunque, possono essere caso, si parla di pattern composto. Mencorrelati con il quadro istologico che ri- tre l’associazione di almeno tre pattern,
mane il gold standard di ogni criterio uno dei quali deve però riferirsi ad un
diagnostico. Entrando nello specifico si pattern reticolare atipico, identifica la
sono codificati alcuni pattern definiti forma multicomponente, altamente
globali che prendono in considerazione evocativa di melanoma. A volte non si
l’aspetto morfologico nel suo inidentificano specificatamente
sieme e possono identificare
degli elementi costitutivi
la localizzazione prevala struttura del nevo,
lente della proliferain tal caso ci troOgni anno in Italia
zione melanocitaviamo di fronte
vengono diagnosticati
ria e la profondità
ad un pattern
circa 7000 nuovi casi di
melanoma maligno,
di questi circa 1.500 perdono
la vita a causa di questo
tumore, che può essere
curato se diagnosticato
in tempo attraverso un
semplice esame:
la dermoscopia.
dopo trattamento
chirurgico
5
dermatologia dermoscopia: prevenzione del melanoma
omogeneo, costantemente presente nel
nevo blu. Strettamente correlato alla
sede di insorgenza è il pattern parallelo,
in quanto è costantemente reperibile a
livello delle aree palmo-plantari.
Di recente si è identificato fra i pattern
globali la forma “starburst”, correlabile
con nevo di Spitz pigmentato (nevo di
Reed). Le lesioni angiomatose sono, invece, identificate da un pattern lacunare
che sottende i vari tipi di angioma. Questi parametri morfologici completano
la diagnostica dermoscopica dopo
l’identificazione del pattern globale.
In linea di massima grande rilievo ha il
parametro rete pigmentaria: è opportuno giudicare la morfologia delle linee e
la regolarità degli spazi, questi aspetti
correlano significativamente con il grado di atipia della lesione melanocitaria
che viene maggiormente aggravata dalla presenza di pseudopodi e di strie che
si associano ad una progressione radiale
della lesione. Tale aspetto si riscontra
6
frequentemente nei melanomi a diffusione superficiale.
Anche la fibrosi del derma, associata o
meno alla presenza di melanofagi, ha
un riscontro demoscopico. Infatti i veli,
la depigmentazione e le aree similcicatriziali sono indicative del fenomeno
della regressione.
Naturalmente anche la pigmentazione
della lesione ha rilevanza nel formulare
un giudizio diagnostico. Tale parametro
può identificare melanina degli strati
più superficiali dell’epidermide, ovvero
una pigmentazione diffusa correlata ad
una massiccia proliferazione melanocitaria interessante il derma in gran parte
del suo spessore. Anche neoformazioni
non melanocitarie possono giovarsi della
dermatoscopia. A titolo di esempio possiamo indicare gli sbocchi similcomedonici e le pseudo-cisti, fortemente
evocative di cheratosi seborroica e le
aree a foglia d’acero correlabili con il
carcinoma basocellulare. Più recente-
mente è stato ben codificato anche il
pattern vascolare che ha permesso di
giudicare anche lesioni non-pigmentate.
In particolare i melanomi acromici mostrano spesso pattern vascolari piuttosto
specifici che ne permettono una corretta
diagnosi. Naturalmente in alcune sedi
topografiche particolari (palmo-plantari,
viso, mucose, etc. ), i quadri dermoscopici
assumono aspetti particolari e specifici,
comunque certamente utili per completare ed integrare un accurato esame
clinico. In conclusione, le tante variabili
clinico-dermoscopiche ricordate, rendono particolarmente importante la conoscenza di questa tecnologia che migliora
significativamente la percentuale
dell’accuratezza diagnostica (circa il 30%
rispetto al solo esame clinico).
Tuttavia è comunque necessario associare all’indagine strumentale quel bagaglio di conoscenze che deve essere
patrimonio indispensabile dello specialista dedicato.
dermatologia
ortensio letizia, alighiero caputo,
paolo caterino
dottori in dermatologia e venereologia
pigmentazione
maculosa
eruttiva
idiopatica
I
l primo caso è stato osservato nel
febbraio 2004 in un adolescente di
anni 15.
A circa due mesi dall'insorgenza di una
manifestazione esantematica poco marcata, tipo pitiriasi rosea di gibert, localizzata prevalentemente sul tronco e
risoltasi spontaneamente entro una decina di giorni, presentava persistenza di
pigmentazioni maculari o reticolari più
o meno evidenti sulla cute della porzione prossimale degli arti, dell’addome e
del dorso.
Il colore delle lesioni era marrone - grigiastro; ad esse non si accompagnava
alcun altro sintomo (foto1).
Il paziente è stato seguito fino a metà
luglio 2004: presentava progressiva attenuazione delle macule, ma non ancora completa regressione.
La guarigione clinica è stata osservata
solo a fine settembre, dopo un lungo
periodo di elio e balneoterapia marina.
Il secondo caso, osservato nell’aprile
2004 riguardava un adulto trentaseienne. Lamentava lesioni maculari presenti
8
da circa quattro mesi; un lieve eritema
anulare, non accompagnato da altri sintomi soggettivi, aveva preceduto l’insorgenza delle macule, ma era durato solo
pochi giorni, per essere ben presto sostituito da una pigmentazione marrone grigiastra. L'insorgenza delle chiazze è
stata quasi contemporanea ed è restata
limitata al tronco; la cute all'interno delle
chiazze appariva lievemente atrofica e
depressa. Gli arti e il volto erano indenni
(foto 2a, 2b).
L’esame istologico mostrava un aumento della pigmentazione nello strato basale e la presenza di numerosi melanofagi dermici.
Il terzo caso era una donna di anni 65;
veniva alla nostra osservazione nel febbraio 2007.
Da circa tre mesi aveva notato l’insorgenza, alle regioni sottomammarie e alle
altre grandi pieghe corporee, di chiazze
brunastre asintomatiche, non tendenti
alla coalescenza e nettamente distinte,
anche se alcune più grandi.
Erano insorte contemporaneamente,
senza eritema preliminare apprezzabile.
In qualche chiazza i limiti della pigmentazione erano sfumati, il che rendeva
più difficile la differenziazione dalla dermatite cinerea, tuttavia le lesioni erano
pur sempre distinte e non confluenti
(foto 3a, 3b, 3c).
Il quarto caso era stato osservato nel
settembre 2009, una ragazza di anni 17
presentava da circa tre mesi chiazze di
cute iperpigmentata, atrofica, lievemente depressa rispetto ai piani circostanti
in regione lombare sinistra (foto 4a),
soprascapolare sinistra (foto 4b) e al collo
(foto 4c).
Le lesioni erano state precedute da moderato eritema a sfumatura violacea.
Preceduta da numerose osservazioni
europee, pubblicate sotto nomi diversi,
la Pigmentazione maculosa eruttiva
idiopatica è stata descritta sotto questo
nome nel 1978 da Degos.
La dermatosi compare generalmente in
età infantile o adolescenziale, ma non è
di pertinenza esclusiva della dermatologia pediatrica. L’eruzione disseminata
dermatologia
pigmentazione maculosa eruttiva idiopatica
sul dorso, sul collo o, più raramente,
sulla faccia anteriore del tronco e sugli
arti è composta di chiazze ovalari da 5
a 25 mm di diametro, che non formano
mai, per coalescenza, macchie estese
come nella Dermatosi cinerea(foto dd
1,2 derm cinerea).
Le macule pigmentarie hanno una colorazione omogenea, grigio-ardesia, talora
marrone chiaro o con sfumature viola;
sono piane, non pruriginose, non si modificano dopo lo sfregamento, non si
accompagnano ad altri sintomi.
Dopo una fase iniziale d’estensione, divengono stabili e lentamente si risolvono; in alcuni casi, nettamente attenuate,
sono state osservate anche dopo quattro anni.
L’eruzione talora è preceduta, come nei
nostri casi, da una dermatosi che ricorda
la Pitiriasi Rosea di Gibert. L’istologia
non è specifica e mostra talora un’incontinenza pigmentaria dermica, eccezionalmente un aspetto lichenoide.
L’eziologia della PMEI resta sconosciuta.
L’aspetto clinico può evocare una mastocitosi, ma le lesioni non divengono
mai pomfoidi dopo sfregamento.
Si può anche pensare a delle ecchimosi
in risoluzione (bimbi picchiati) oppure
alle macule cerulee che compaiono in
corso di ftiriasi cronica, o ad un lichen
pigmentoso. La PMEI non è eccezionale
e va ricordata davanti a lesioni maculari,
asintomatiche, a lenta risoluzione.
caso 1
foto 1
caso 2
foto 2a
foto 2b
caso 3
foto 3a
foto 3b
foto 3c
foto dd 1,2 derm cinerea
caso 4
foto 4a
foto 4b
foto 4c
9
dermatologia
emanuela barberio
specialista in
dermatologia e venereologia
aiuto dottore,
st0 perdendo i capelli!
I
l problema della perdita dei capelli è
sempre particolarmente sentito dal
paziente, uomo o donna che sia, essendo
legato tanto a una condizione più o meno francamente patologica quanto a
una modifica peggiorativa dell’immagine di sé. Inoltre, avendo ormai tanta
parte l’estetica nella percezione del benessere psico-fisico (e quindi dello stato
di salute), non raramente una caduta
importante dei capelli influisce in modo
significativo e determinante sull’umore
del paziente, a volte latentizzando o
acuendo dei veri stati depressivi.
Il dermatologo si trova pertanto a fronteggiare un problema tanto frequente
quanto complesso, potendosi riconoscere, nella sua genesi, fattori determinanti
che vanno dall'ambito dermatologico, a
quello internistico-endocrinologico, a
quello psicosomatico.
A scopo riassuntivo la caduta dei capelli
può essere ricondotta a due condizioni
principali:
• Effluvium viene definito il processo di
perdita uniforme dei capelli, ed é quasi
sempre una condizione reversibile;
• Alopecia é invece l’assenza o riduzione
visibile del numero di peli e capelli nelle
aree in cui sono normalmente presenti.
Si distingue tra alopecia localizzata e
diffusa. Nell’alopecia i follicoli possono
essere conservati, ridotti di dimensione,
o sostituiti da cicatrice (nelle più rare
forme cicatriziali), il che implica approcci
terapeutici diversi, ma soprattutto, prognosi nettamente differenti.
L’effluvium, anche detto semplicemente
defluvium, può essere ulteriormente
identificato sulla base dello stadio di
crescita del capello. Non tutti sanno in10
fatti che il capello, come qualsiasi elemento vivente, ha il suo ciclo di crescita,
sviluppo e involuzione, identificabile in
due fasi principali: anagen (la crescita e
lo sviluppo) e telogen (l’involuzione).
La possibilità di riconoscere lo stadio in
cui il capello si trova é dato principalmente dal tricogramma: un sistema di analisi
della struttura microscopica del capello
che ne consente la valutazione di fase,
effettuabile rapidamente e con un minimo disagio per il paziente nei centri specializzati che lo propongono. Lo stadio al
quale il capello si trova al momento della
caduta rende la misura della gravità
dell’evento che ne ha provocato la caduta: se in fase anagen (cioé di crescita)
significa che l’insulto è talmente importante da coinvolgere anche i capelli perfettamente vitali (è il caso dei farmaci
usati in chemioterapia). Il capello in telogen è invece un capello in fase quiescente, quindi prossimo alla caduta fisiologica, per cui anche insulti di piccola
e media gravità possono accelerarne il
processo involutivo.
È quello che accade in seguito a infezioni
febbrili, alterazioni ormonali (per esempio, tipicamente dopo un parto o in menopausa), o stadi francamente patologici
dermatologia
aiuto dottore, sto perdendo i capelli
come alterazioni tiroidee o neoplasie.
La condizione più comune responsabile
del telogen effluvium è, tuttavia, la carenza di ferro (anemia) o di nutrienti
essenziali non introdotti con l’alimentazione (come accade per alcuni aminoacidi e vitamine, per esempio a seguito
di diete drastiche). Anche l’alopecia riconosce due sottoinsiemi principali:
l’alopecia areata, caratterizzata da piccole o grandi chiazze ben delimitate di
calvizie, e l’alopecia universale, in cui la
perdita dei capelli è totale, quasi sempre
associata a perdita dei peli corporei.
Le cause rimangono a tutt’oggi un grande mistero: sono stati ipotizzati fenomeni autoimmunitari, ma i riscontri reali
dell’ipotesi rimangono pochi. In effetti,
alopecia areata e alopecia universale
possono convertirsi l’una nell’altra, cosicché è possibile tanto un aggravamento della forma areata verso quella universale, tanto un miglioramento di
entrambe: tuttavia il fenomeno è quasi
sempre imprevedibile. In tutti i casi, è
importante sottolineare che non si tratta
assolutamente di patologie irreversibili:
non sono rari i casi in cui la ricrescita sia
avvenuta spontaneamente o a seguito
di brevi cicli di terapia. In circa un terzo
dei pazienti si ha una ricrescita in sei
mesi, e in un altro terzo nei sei mesi
successivi.
L’alopecia androgenetica, meglio nota
come calvizie maschile, occupa infine
una fetta consistente delle richieste diagnostico-terapeutiche avanzate al dermatologo. Pur non essendo di fatto una
patologia, rappresenta una condizione
invalidante per il vissuto del paziente,
spesso giovane. Le cause sono spesso di
natura ereditaria, quindi geneticamente
determinate. Nondimeno un intervento
precoce e mirato consente di ritardare
il processo involutivo del capello e rispondere in modo soddisfacente alla
richiesta del paziente.
Diagnosi
La diagnosi può essere effettuata clinicamente e, nei casi dubbi, ricorrendo
all’analisi del capello tramite tricogramma. Il tricogramma può mostrare una
distribuzione normale o un aumento
dei capelli in telogen nei casi a lenta terapia) con cortisonici per cicli molto
progressione. In alcuni casi possono es- ridotti (tre sedute al massimo), seguiti
sere effettuati una serie di esami emato- da cicli di mantenimento con biostimochimici volti a identificare qualche pato- lanti, rimane uno dei trattamenti più
logia autoimmunitaria sottostante (sono raccomandati.
talvolta associati all’alopecia patologie Negli Stati Uniti ne viene raccomandato
a carico della tiroide o, in alcune forme l’utilizzo anche nella zona delle sopracdi defluvium, a carico delle ovaie), tutta- ciglia. Meno invasivo, ma anche meno
via nella maggior parte dei casi, e in as- soddisfacente in termini di risultati, è
senza di sintomi riferibili ad altre pato- l’applicazione locale di cortisonici in crelogie, tali esami risultano del tutto ma o in lozione, oltre all’uso delle classinegativi.
che lozioni stimolanti a base di minoxiTerapia
dil. In centri specializzati è possibile
Come già detto, il defluvium è un proble- inoltre effettuare la cosiddetta PUVAma solitamente transitorio, per cui la terapia: trattamento che prevede
terapia può essere basata su alcuni pa- l’irradiazione del cuoio capelluto con
rafarmaci di ausilio, come vitamine e raggi ultravioletti di tipo A, in associaziointegratori di sali minerali, oltre che su ne a specifici farmaci da assumersi per
lozioni a base di minoxidil a
via orale: anche in questo caso, tuttavia,
concentrazioni vala risposta è variabile e non preriabili o altre sovedibile. L’uso di farmaci imstanze (rubemunosoppressori per uso
facenti) ad
locale come il DNCB o il
uso locale.
dibutilestere dell’acido
Ottimi risquarico è attualmente
sultati si
molto controverso.
ottengoContro l’alopecia anno con la
drogenetica, contraUn consulto
mesoteriamente a quanto si
dermatologico
rapia del
crede, il dermatologo
cuoio cadispone
oggi di una
può offrire
pelluto: tecserie ampia di farmaci,
risposte risolutive
nica eseguita
che vanno dai già citati per
al problema
da personale
uso locale agli integratori
medico in centri
specifici, all’unico presidio farspecializzati che prevede
macologico dedicato (finasteride)
l’infiltrazione di piccole quantità di bio- attivo contro la componente ormonale
stimolanti in cicli settimanali da ripetersi locale che, a fronte di insignificanti o
per circa due mesi. Si tratta di una tecnica nulli effetti collaterali consente un buon
molto semplice e rapida, poco o per nulla controllo della caduta e una significativa
dolorosa che offre una valida alternativa ricrescita di una percentuale significativa
quando i più comuni presidi terapeutici, di casi. In conclusione il dermatologo ha
topici e sistemici, non abbiano dato ri- oggi a disposizione una serie di presidi
sultati soddisfacenti. Le terapie proposte molto validi per il trattamento delle varie
per il trattamento dell’alopecia areata forme di defluvium e buone possibilità
sono molte: il che rende ragione della di trattamento anche dell’alopecia. Un
variabilità di risposta di ogni paziente. consulto dermatologico che miri al ricoLe terapie per via orale prevedono prin- noscimento, ove possibile, dell’evento
cipalmente l’uso di cortisonici ad alte scatenante e alla proposta dell’iter teradosi per brevi periodi, ma con risultati peutico più idoneo, unito alla costante
non sempre soddisfacenti e rischio di collaborazione del paziente, possono
recidiva alla sospensione del farmaco. A offrire risposte di sicuro miglioramento,
livello locale la terapia infiltrativa (meso- quando non del tutto risolutive.
11
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formula bilanciata multivitaminica e multiminerale a lento rilascio
ginecologia
adriana scozzaro
specializzanda in ginecologia
papillomavirus
controlli e
vaccino
per prevenirlo
ormai certo da anni che alla base di
alcuni tumori genitali, quali quelli
a carico del collo dell’utero, della vagina,
della vulva, del pene e dell’ano vi è un
virus: il Papillomavirus umano.
Esistono oltre 120 diversi tipi di Papillomavirus in natura ma di questi alcuni
vengono considerati virus ad alto rischio
oncogeno, ovvero virus che hanno la
capacità, una volta presenti nell’organismo umano, di determinare a distanza
anche di 25/30 anni, il tumore.
Il carcinoma cervicale, infatti, è il primo
cancro a essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come
totalmente riconducibile ad un’infezione. Oltre ai virus ad alto rischio oncogeno, vi sono quelli a basso rischio, che
sono stati associati a lesioni benigne
quali i condilomi anogenitali.
È
L’infezione da HPV è molto frequente
nella popolazione: si stima infatti che
oltre il 75% delle donne sessualmente
attive si infetti nel corso della vita con
un virus HPV, con un picco di prevalenza
nelle giovani donne fino a 25 anni di età.
La storia naturale dell’infezione è fortemente condizionata dall’equilibrio che
si instaura fra ospite e agente infettante.
Esistono infatti tre possibilità di evoluzione dell’infezione da HPV: regressione,
persistenza e progressione.
La maggior parte (70-90%) delle infezioni da Papillomavirus è transitoria, perché
il virus viene eliminato grazie all’azione
del sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. La persistenza
dell’infezione virale è invece la condizione necessaria per l’evoluzione verso il
carcinoma. L’acquisizione di un genotipo
virale ad alto rischio aumenta la probabilità di infezione persistente. In questo
caso si possono sviluppare lesioni precancerose che possono poi progredire
fino al cancro della cervice. La probabilità
di progressione delle lesioni è correlata
anche ad altri fattori, quali l’elevato numero di partners sessuali, il fumo di sigaretta, l’uso a lungo termine di contraccettivi orali, e la co-infezione con altre
infezioni sessualmente trasmesse. Generalmente il tempo che intercorre tra
l’infezione e l’insorgenza delle lesioni
precancerose, cioè quelle lesioni che se
lasciate indisturbate possono portare al
carcinoma, è di circa cinque anni, mentre
la latenza per l’insorgenza del carcinoma
cervicale può essere di decenni. Per questo, la prevenzione del carcinoma è basata su programmi di screening (moni13
ginecologia
papillomavirus: come prevenirlo
toraggio periodico), che consentono di
identificare le lesioni precancerose e di
intervenire prima che evolvano in carcinoma. Nella fattispecie lo screening per
il carcinoma del collo dell’utero consiste
nell’esecuzione periodica del Pap test
(”striscio” o esame citologico cervicovaginale). Il Pap test o striscio è un esame
che viene effettuato previa introduzione
di uno speculum in vagina, evidenziando
il collo dell’utero. Una volta evidenziato
il collo e l’orificio uterino esterno, viene
passata una spatolina di legno a livello
di tale orificio, poi una sorta di spazzolina
all’interno dell’orificio così da “prelevare”
delle cellule che vengono via grazie al
naturale processo di esfoliazione di tutti
gli epiteli. La spatola e la spazzolina vengono strisciate su un vetrino, questo poi
fissato ed inviato ad un anatomopatologo per essere esaminato. Nonostante i programmi di screening, il cancro del collo dell’utero rappresenta ancora oggi la seconda causa di morte in
Europa per tumore tra le giovani donne
tra i 15 e i 44 anni, dopo il tumore al seno.
Soltanto in Italia ogni anno muoiono
circa 1500 donne: 4 ogni giorno. Nonostante il dimostrato successo dello screening, si stima che circa il 50% delle
donne con diagnosi di carcinoma della
cervice uterina non aveva eseguito il Pap
test l’anno precedente la diagnosi e un
altro 10% non lo aveva fatto negli ultimi
5 anni prima della diagnosi. I nuovi orientamenti per la gestione clinica dello screening citologico cervicale raccomandano
di proporre alla donna uno screening
che dovrebbe iniziare a 21 anni.
Dai 21 ai 29 anni lo screening è raccomandato con un intervallo di 2 anni. Dai
30 anni in poi, le donne che hanno avuto
per tre volte consecutive esiti negativi
possono effettuare lo screening con un
intervallo di 3 anni. Nelle donne con più
di 30 anni è appropriato associare alla
citologia il test HPV DNA. È buona norma
comunque effettuare il Pap test dall’età
di inizio dei rapporti sessuali.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening, l’adesione ai programmi
organizzati di screening della cervice è
andata aumentando nel tempo.
Nel 2004, questi programmi hanno infatti avuto come popolazione target il
64% delle donne italiane di 25-64 anni,
rispetto al 16% nel 1998.
L’adesione all’invito resta però insufficiente (38%), se confrontata con i livelli
raccomandati dalle linee guida europee
e dalla Commissione oncologica nazionale (85% del target). Esistono inoltre
importanti variazioni geografiche di adesione all’invito, con un trend in decremento da Nord a Sud (46% al Nord, 36%
al Centro, 24% al Sud).
Molte donne, tuttavia, effettuano il paptest pur non aderendo a programmi di
screening organizzato.
Dallo Studio Passi risulta infatti che il
78% delle donne in età da screening ha
eseguito almeno un Pap-test a scopo
preventivo e che circa il 70% lo ha effettuato negli ultimi 3 anni. Dal 2004 esiste
una nuova possibilità di prevenzione del
tumore del collo dell’utero, la vaccinazione. Esistono due vaccini antipapillomavirus, uno bivalente (protegge contro
i tipi ad alto rischio 16 e 18 di HPV) ed
uno tetravalente (protegge contro i tipi
a basso rischio 6 e 11 e ad alto rischio 16
e 18). Entrambi i vaccini vengono somministrati in 3 dosi per via intramuscolare (a 0,1 e 6 mesi il bivalente, a 0,2 e 6
mesi il tetravalente).
Entrambi i vaccini non contengono virus
intero e non possono quindi in nessun
caso causare infezioni o malattie.
I vaccini antipapillomavirus, infatti, vengono considerati vaccini di nuova generazione in quanto sono ottenuti mediante tecniche di ingegneria genetica e
contengono solo particelle dell’involucro
esterno del virus. Una volta introdotte
nell’organismo, il sistema immunitario
viene preso in giro.
Solo raramente possono verificarsi lievi
effetti collaterali comuni a tutti i vaccini,
come ad esempio un leggero rossore o
prurito al sito di iniezione, o qualche
linea di febbre di breve durata. In Italia,
la campagna è stata avviata da tutte le
Regioni e le Province autonome, dalla
fine del 2008 il vaccino è stato offerto
gratuitamente a tutte le dodicenni.
Alcune regioni lo hanno proposto gratis
o a prezzi agevolati anche ad altre fasce
d’età. La vaccinazione prima dell’inizio
dei rapporti sessuali è particolarmente
vantaggiosa perché induce un’efficace
protezione prima di un eventuale contagio con l’HPV.
È preferibile una somministrazione in
età adolescenziale, quando c’è la migliore finestra vaccinale con la migliore risposta anticorpale.
Oggi la vaccinazione viene consigliata
comunque a donne fino ai 44 anni.
Se si è venuti a contatto con uno dei
genotipi virali presenti nel vaccino,
quest’ultima può comunque essere utile
nei confronti degli altri genotipi verso
cui garantisce la protezione. Va tenuto
presente comunque che il vaccino è preventivo e non curativo, pertanto non è
attivo contro le infezioni da HPV, le lesioni cervicali o i condilomi già presenti
e che la donna sottoposta a vaccinazione
venga comunque e regolarmente sottoposta a Pap test, seguendo regolarmente il programma di screening.
15
chirurgia
antonio criscuolo
specialista in
chirurgia plastica
chirurgia plastica:
mastoplastica
additiva
a mastoplastica additiva, più comunemente nota come chirurgia di
aumento del volume del seno, è uno
degli interventi maggiormente richiesti
in chirurgia estetica.
La mastoplastica additiva consente di
modificare la forma e le dimensioni di
un seno troppo piccolo o di correggere
un'asimmetria mammaria migliorando
l'armonia del corpo e il proprio senso di
autostima. L'intervento è indicato per le
donne che desiderano:
• Rendere più proporzionato e voluminoso il proprio seno rispetto al corpo.
• Ridare forma e volume ad un seno che
si è sciupato con la gravidanza e
l'allattamento.
• Correggere un'asimmetria mammaria,
cioè migliorare una differenza di volume
tra le due mammelle.
Non esistono limiti di età per sottoporsi
a questo tipo di intervento, ma è preferibile attendere il completo sviluppo del
seno che avviene generalmente intorno
alla maggiore età. La mastoplastica additiva può essere eseguita da sola o in
associazione ad altre tecniche chirurgiche quali la mastopessi, l’addominoplastica, la liposuzione o altri interventi
di chirurgia estetica.
La chirurgia di aumento del seno è una
procedura chirurgica abbastanza semplice che dà in genere ottimi risultati, di
grande soddisfazione sia per la paziente
L
16
che per il chirurgo che la esegue. Molte
migliaia di mastoplastiche additive vengono eseguite ogni anno con successo
in tutto il mondo. Occorre però non sottovalutare la natura e i rischi di un intervento chirurgico e non cedere alla tentazione di rivolgersi a medici non
specialisti che offrono prestazioni a prez-
zi relativamente modici in strutture non
autorizzate (centri estetici, ambulatori,
ecc.), perchè si tratta comunque di un
intervento chirurgico serio, dove le complicanze sono rare ma possono accadere
ed essere agevolmente superate solo se
l'intervento è eseguito da uno specialista
in chirurgia plastica all'interno di strut-
chirurgia
mastoplastica additiva
ture debitamente autorizzate. Una possibile complicanza della mastoplastica
additiva è la cosiddetta contrattura capsulare (o "rigetto della protesi") che deriva dalla reazione dell'organismo
all'introduzione di un corpo estraneo.
La contrattura capsulare consiste nella
formazione di una cicatrice (o "capsula")
tutto intorno alla protesi che può, col
tempo, provocare dolore e compromettere il risultato estetico dell'intervento.
Raramente si possono verificare infezione, ipersensibilità o iposensibilità
dell'areola o del capezzolo, dislocazione
della protesi o formazione di pliche cutanee intorno all'impianto. Per ridurre i
rischi di complicanze è comunque fondamentale seguire esattamente i consigli e le istruzioni che vi darà il chirurgo
prima e dopo l'intervento. Le fumatrici
dovrebbero diminuire l'uso di sigarette
perchè il fumo può aumentare il rischio
di complicanze e ritardi di guarigione.
La mastoplastica additiva è un intervento molto personalizzato che, come tale,
necessita di un'accurata visita specialistica. Durante la prima visita il chirurgo
dovrà valutare la forma e le dimensioni
del seno, dell'areola e del capezzolo e
illustrarvi le possibili modificazioni di
forma e di volume che la più moderna
tecnica chirurgica mette a disposizione
caso per caso.
Il chirurgo dovrà inoltre valutare lo stato
di salute per escludere la presenza di
alterazioni (quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione)
che potrebbero influire sul risultato finale dell'intervento. Prima dell'intervento è importante dare istruzioni precise sull'alimentazione pre e postoperatoria, sull'assunzione di farmaci,
alcool e sigarette.
La protesi. Al termine della visita il chirurgo, d'accordo con la paziente, sceglierà
la tipologia di protesi da utilizzare, la via
di accesso più indicata (periareolare, dal
solco sottomammario o dalla via ascellare) e il posizionamento corretto
dell'impianto (sottoghiandolare, dual
plane o sottomuscolare). Le protesi utilizzate nella chirurgia di aumento del
seno sono costituite da un involucro
esterno di silicone e da un contenuto
interno che può essere di gel di silicone
o di soluzione fisiologica.
Altre sostanze utilizzate in passato, come
olio di soia o altro, sono state progressivamente abbandonate. A seconda della
forma del seno che il chirurgo plastico
vuole ottenere si può scegliere una protesi rotonda oppure una protesi con profilo anatomico o a goccia.
Esternamente, le protesi mammarie possono essere a superficie liscia oppure a
superficie rugosa (testurizzate). Le protesi a superficie liscia hanno un rivestimento leggermente più morbido ed è
meno probabile che vengano percepite
La mastoplastica additiva consente di
modificare forma e dimensioni di un seno
piccolo oppure di correggere un asimmetria
mammaria, migliorando armonia del corpo
e senso di autostima
17
chirurgia
mastoplastica additiva
al tatto, anche se posizionate sotto la
ghiandola mammaria. Le protesi testurizzate sono invece un po' più rigide ma
oggi più utilizzate delle lisce perchè danno minore "rigetto" (cosiddetta contrattura capsulare) una volta inserite nella
regione mammaria. L'impianto di protesi mammarie non provoca né aumenta
l'incidenza di tumore al seno, di malattie
autoimmuni o di malattie del tessuto
connettivo. Anzi, è stata recentemente
dimostrata una minore incidenza di tumore mammario in donne portatrici di
protesi mammarie.
La maggior parte delle case produttrici
garantiscono le protesi mammarie per
circa dieci anni, dopodichè consigliano
la loro sostituzione per evitare eventuali
deformazioni o sgonfiamenti delle protesi dovuti all'uso prolungato delle stesse. La sostituzione delle protesi può essere una questione di scelta personale
(nel caso si voglia cambiare il tipo o la
dimensione della protesi) o una necessità dovuta all'insorgere di complicanze
(es. contrattura capsulare) e può avvenire a distanza di pochi anni o dopo 10-20
anni dall'intervento chirurgico.
L’intervento. Le vie di accesso maggiormente utilizzate nella chirurgia di aumento del seno sono dall'areola, dal solco sottomammario oppure dalla regione
ascellare.
Le incisioni sono poco visibili in quanto
rimangono nascoste, rispettivamente,
lungo il contorno dell'areola o nelle pieghe cutanee dell'ascella o della mammella. Le protesi mammarie possono
essere posizionate al di sotto del muscolo grande pettorale oppure al di sotto
della ghiandola mammaria.
Il posizionamento della protesi al di sotto del muscolo grande pettorale generalmente permette di ottenere un risultato estetico migliore, più naturale e
duraturo riducendo inoltre il rischio di
contrattura capsulare che si potrebbe
verificare in conseguenza dell'impianto
di una protesi mammaria. L’intervento
può essere eseguito in anestesia locale
con sedazione (ciò significa che la pa-
ziente sarà sveglia ma rilassata e insensibile al dolore), in regime di day-hospital,
oppure in anestesia generale con una o
due notti di ricovero in clinica.
La durata dell’intervento è di circa 1-2
ore e termina con una medicazione costituita da un reggiseno che verrà sostituito dopo qualche giorno. Nelle 48 ore
successive all'intervento di mastoplastica additiva la paziente dovrà rimanere
a riposo. A partire dal terzo giorno potrà
riprendere a svolgere una vita normale
evitando però attività faticose, saune,
bagni turchi e l'esposizione al sole.
Nei primi due giorni potranno verificarsi
gonfiore, ecchimosi e indolenzimento
CASISTICA
nella regione mammaria. Dopo 4-5 giorni la paziente potrà riprendere l’attività
lavorativa se non eccessivamente faticosa. A tre settimane dall'intervento chirurgico riprenderà progressivamente a
svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva.
La mastoplastica additiva dà generalmente dei risultati molto buoni e di
grande soddisfazione per la paziente e
per il chirurgo che la esegue.
Il risultato conseguito è duraturo ma
non può dirsi del tutto permanente perché soggetto ai normali processi di invecchiamento del corpo e agli effetti
della gravità.
Alcuni casi prima e dopo
l’intervento di
mastoplastica additiva
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Termalismo
22 salute e benessere
in un bicchiere d’acqua
26 la psoriasi
termalismo
maria costantino
specialista in idrologia medica
salute e benessere
in un
bicchiere
d’acqua
L’
importanza terapeutica delle acque minerali è nota fin dai tempi
antichi.
Non a caso i greci erigevano i templi
dedicati ad Esculapio, dio della medicina,
in prossimità di sorgenti termali.
Fu proprio con Ippocrate, grande scienziato e medico greco, che l’idrologia oggi
detta medicina termale fece i suoi primi
passi come scienza medica.
Infatti i greci ebbero grande cura nel
ricercare e nell’utilizzare le risorse idriche
naturali da cui seppero trarre enormi
benefici nella cura di svariate malattie.
In questo modo veniva evidenziato il
rapporto inscindibile fra uomo e risorse
naturali e di cui l’uomo non può fare a
meno per assicurarsi il benessere fisico.
22
I greci poi trasmisero le loro conoscenze
ai romani. Fu proprio durante l’impero
romano che le Terme raggiunsero il loro
massimo splendore.
Infatti le virtù salutari delle acque minerali furono esaltate e studiate a fondo
da diversi medici come ad esempio
Aulo Cornelio Celso, Claudio Galeno etc.
e le Terme erano non solo un luogo dove
ci si poteva curare ma costituivano anche strutture dove era possibile effettuare attività lavorativa nonché vita
culturale e mondana.
In seguito con il progredire delle conoscenze scientifiche le acque minerali in
base alle loro caratteristiche chimiche,
fisiche e chimico-fisiche ebbero un preciso inquadramento terapeutico.
Attualmente lo studio delle azioni biologiche e degli effetti terapeutici delle
acque minerali, con le moderne metodiche di indagine scientifica, ha consentito
di rivalutare questa antica forma di cura
medica nella prevenzione, cura e riabilitazione di numerose patologie a grande
impatto sociale.
Ma cos’è l’acqua minerale?
La si può paragonare all’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa nostra?
Evidentemente no, infatti per acqua minerale si intende, così come indicato
dalla legge di riordino del termalismo
(G.U. dell’8-11-2000 serie generale n°261),
un’acqua con proprietà medicamentose,
terapeutiche, e perciò è da considerarsi
alla stessa stregua di un farmaco con
termalismo
piscina goccioloni
terme di telese (bn)
proprie indicazioni e controindicazioni,
modalità d’uso e posologia.
Le acque minerali, in quanto medicamenti, vanno come tali studiate per accertarne e precisarne non solo gli effetti
terapeutici, ma anche gli eventuali effetti dannosi o indesiderati.
Negli ultimi anni la Medicina Termale
ha avuto un forte impulso scientifico
passando dall’empirismo alla validazione scientifica della terapeuticità delle
acque minerali.
Come per i farmaci “convenzionali” anche per le acque minerali vengono effettuati studi clinici, sperimentazioni precliniche tossicologiche e sperimentazioni cliniche, i cui risultati vengono valutati
con metodiche omogenee a quelle usate
per i trattamenti farmacologici.
Ciò ha contribuito, soprattutto in questi
ultimi anni, ad una validazione scientifica dei mezzi curativi termali rendendo
così possibile la diffusione della cultura
termale sia a livello divulgativo sia in
ambiti congressuali di rilievo nazionale
ed internazionale.
Recentemente, infatti, ho presentato i
risultati di uno studio policentrico sulla
psoriasi nell’ambito del congresso mondiale sul Termalismo tenutosi a Parigi
nel giugno scorso.
La psoriasi, che attualmente coinvolge
solo in Italia il 2,7% della popolazione
adulta (fonte: Studio Praktis 2003-2004),
è una patologia della pelle molto fastidiosa che comporta un decadimento
della vita sociale e di relazione dei soggetti che ne soffrono.
Pertanto nel 2004 è stato avviato un
programma di studi, attualmente in fase
di espletamento finale, che ho coordinato personalmente.
L’innovazione in tali studi, che sono rientrati in una policentrica che ha visto
coinvolte importanti strutture
termali della Regione Campania come Terme di
Stabia in Castellammare (NA), le Terme
di Telese (BN) e le
Terme Rosapepe
in Contursi (SA), è
la valutazione e
standardizzazione della più idonea modalità
d’uso del trattamento fangobalneo-terapico nella
psoriasi volgare a placche onde ottenere una
buona tollerabilità ed efficacia
clinica.
I risultati rilevati fino ad ora hanno mostrato che il ciclo termale di Fangobalneoterapia è:
1) ben tollerato;
2) in grado di indurre una riduzione della
sintomatologia pruriginosa spesso presente in questi soggetti;
3) in grado di indurre una riduzione a
fine ciclo curativo termale, rispetto al
basale, cioè rispetto al valore medio rilevato prima di iniziare il trattamento,
dell’Indice PASI (è questo un indice usato
in clinica medica per valutare l’efficacia
dei trattamenti in soggetti affetti da
psoriasi. Esso consente di
misurare la percentuale di zone corporee colpite
dalla malattia
e l’intensità
della malattia stessa).
Inoltre gli
effetti benefici evidenziati sono risultati
responsabili
di riflesso del
miglioramento
della qualità di vita
di questi soggetti con riduzione delle interferenze della
psoriasi con le loro attività quotidiane
e con i loro rapporti interpersonali; infine
la sicurezza e l’efficacia a breve termine
23
termalismo
del trattamento termale fangobalneoterapico evidenziata in questi
soggetti è risultata tale anche a mediolungo termine.
Infatti l’effettuazione per più anni consecutivi della terapia termale induce
una sommazione di effetto terapeutico
con sinergismo d’azione quando il trattamento termale e quello farmacologico
vengono associati. Il tutto a vantaggio
di quel famoso benessere psico-fisico
con miglioramento della qualità di vita
su cui la Comunità Europea ha incentrato in questi anni e per gli anni avvenire
uno dei suoi obiettivi primari.
Indicazioni
Le indicazioni clinico-terapeutiche delle
acque minerali sono molteplici.
Un campo di applicazione molto diffuso
è quello reumatologico, in cui la metodica applicativa più usata è la Fangobalneoterapia.
Il trattamento fango-balneoterapico viene effettuato, nella maggior parte dei
casi, con fango derivante dalla maturazione di argilla ed acqua minerale (come
ad esempio Terme di Telese (BN), Terme
di Stabia in Castellammare (NA), Terme
di Torre Canne (BR), Terme Cappetta in
24
Contursi (SA), Regina Isabella (Ischia),
Stufe di Nerone in Bacoli (NA); ma può
essere anche effettuato con fango sorgivo minerale (esempio Terme Rosapepe
in Contursi Terme, Salerno).
Gli effetti terapeutici di questa metodica
consistono principalmente in azione antinfiammatoria, antidolorifica, miorilassante e di stimolazione di numerosi processi metabolici. Le affezioni di interesse
reumatologico che si giovano delle cure
termali sono essenzialmente: l’artrosi
che colpisce circa 17 milioni di persone
nell’Europa occidentale, le artropatie
post-traumatiche, la gotta cronica, i reumatismi extra-articolari ecc.
Altra metodica applicativa termale usata
per la cura di patologie di interesse reumatologico è l’Antroterapia.
È questo un trattamento termale che
prevede la permanenza del paziente,
secondo modalità prestabilite dal medico, in un ambiente definito “grotta” caratterizzato da un microclima particolare
i cui elementi che lo caratterizzano sono:
temperatura, umidità, radioattività e presenza di gas.
Le grotte naturali, in base alle loro caratteristiche, possono essere distinte in cal-
do-umide e secche o stufe. Da ricordare
che in Italia le uniche grotte secche o
stufe sono quelle di San Germano delle
Terme di Agnano (Napoli). Un esempio,
invece, di grotta naturale caldo-umida
è quella presente presso le Terme Stufe
di Nerone in Bacoli (Napoli).
Numerose ed approfondite ricerche hanno anche evidenziato la bontà delle cure
termali in campo respiratorio ed otorinolaringoiatrico, ove le patologie che si
giovano delle tecniche crenoterapiche
inalatorie sono le Sindromi rinosinusitiche bronchiali croniche, le bronchiti croniche semplici o accompagnate da componente ostruttiva, le rinopatie vasomotorie, le faringolaringiti croniche, le
sinusiti croniche, le otiti catarrali croniche e le stenosi tubariche. Le azioni terapeutiche esplicate dalla crenoterapia
inalatoria sull’apparato respiratorio sono
in sintesi: azione antinfiammatoria e
decongestionante, azione mucolitica,
umidificazione delle mucose, aumento
dei poteri di difesa, azione trofica sulle
mucose, azione battericida, prevenzione
delle riacutizzazioni.
Le modalità applicative termali più usate
sono: inalazioni, aerosol, insufflazioni
termalismo
endotimpaniche, politzer e humage che
consentono, mediante l’ausilio di apposite apparecchiature, l’azione delle acque minerali sulla mucosa delle alte e
basse vie respiratorie e a livello dell’orecchio medio.
In ambito gastroenterico le malattie che
si giovano delle metodiche applicative
termali, soprattutto sottoforma di idropinoterapia (metodica di somministrazione di acque minerali mediante bibita
a scopo terapeutico), sono la dispepsia
di origine gastroenterica e biliare e la
sindrome dell’intestino irritabile nella
varietà stipsi. Attualmente sto conducendo uno studio sugli effetti della idropinoterapia con acqua minerale sulfurea
delle Terme di Telese (BN) in soggetti
sofferenti di diabete.
In ambito urinario l’idropinoterapia (grazie all’azione diuretica, antispastica sulla
muscolatura delle vie urinarie, e di facilitazione dell’eliminazione dei prodotti
di rifiuto del metabolismo espletate dalle acque minerali usate) è indicata nella
cura di calcolosi delle vie urinarie e sue
recidive.
In ambito dermatologico le patologie
che possono trarre beneficio dalla cura
termale risultano, oltre la psoriasi, alcune forme di eczema, acne (sia nella variazione rosacea sia in quella seborroica),
ulcere cutanee. Studi personali, ad esempio, hanno evidenziato il beneficio che
le acque minerali sulfuree possono esplicare sia nei processi di cicatrizzazione
cutanea sottoforma di balneoterapia sia
nella psoriasi sottoforma di fangobalneoterapia. Le metodiche applicative
crenoterapiche più in uso sono la balneoterapia (immersione totale o parziale del corpo umano a scopo terapeutico
nell’acqua minerale) e le docce.
Riguardo le malattie vascolari la balneoterapia con acque minerali può apportare ottimi risultati in chi soffre di insufficienza venosa cronica con riduzione di
senso di pesantezza e dolore agli arti
inferiori.
In ambito ginecologico le cure termali
risultano utili per la cura di processi infiammatori cronici vaginali a carico del
giardini poseidon terme
ischia (na)
terme sensoriali
chianciano terme (si)
25
termalismo
collo dell’utero, dell’endometrio e salpinge, per la prevenzione di fenomeni cicatriziali ed aderenziali che possono dare
sterilità di tipo funzionale o meccanica.
Le metodiche applicative crenoterapiche
maggiormente in uso sono le irrigazioni
vaginali. Le acque minerali, essendo considerate dei medicamenti, al pari dei
farmaci convenzionali, oltre ad indicazioni presentano controindicazioni.
Controindicazioni generali alle cure termali sono: fase acuta della patologia,
deperimento organico, presenza di patologie neoplastiche, tubercolosi, insufficienza renale e cardiaca.
Da alcuni anni la terapia termale ha
ritrovato la sua giusta dimensione di
presidio medico grazie al supporto di
studi finalizzati ad una sempre più approfondita conoscenza dei suoi mecca-
reparto pediatrico
terme di telese (bn)
26
nismi d’azione e di conseguenza da un
suo più appropriato utilizzo terapeutico.
Le Ricerche applicative in ambito termale, infatti, oltre a contribuire allo
sviluppo di alcuni aspetti della Medicina
Termale, come ad esempio la dimostrazione dell’azione biologica e dell’efficacia clinica dei mezzi di cura termale,
rendono possibile la configurazione delle stazioni termali come efficaci ed efficienti presidi terapeutici, che possono
anche interagire sul territorio sinergicamente con altre strutture sanitarie.
L’evoluzione del Termalismo ha anche
messo in evidenza l’importanza di un
cofattore fondamentale nella cura, ossia
l’ambiente. Condizioni ambientali gradevoli inducono risultati qualitativamente superiori per l’influsso di estetofattori sulla componente psichica delle
patologie. Così Ambiente (Climatoterapia) e Cure Termali possono determinare
un sinergismo che favorisce l’integrazione delle cure termali con altre terapie
(es. farmacologica, chirurgica, riabilitativa ecc.) e consente di realizzare la possibilità di una struttura che consenta un
completo intervento terapeutico. Si sottolinea a tale proposito la possibilità di
riduzione dell’uso e consumo di farmaci
(es. antinfiammatori non steroidei, antibiotici, mucolitici, antidolorifici) con diminuzione di posologia e quindi di eventuali effetti collaterali indesiderati a
vantaggio del benessere psico-fisico
dell’individuo.
Benessere che alle Terme può essere ulteriormente consolidato in chi già lo
possiede oppure riacquistato da chi lo
ha perduto.
termalismo
nadia russo
specialista in
dermatologia e venereologia
patogenesi e terapie
a psoriasi è una dermatite a decorso
cronico che si presenta con arrossamento e desquamazione della pelle, con
una storia naturale che prevede fasi di
miglioramento, di remissione spontanea
e di riaccensioni. Ha una genesi multifattoriale a cui concorrono fattori genetici e ambientali. Inoltre esistono numerosi fattori scatenanti quali endocrini,
ambientali, farmaci, abitudini di vita e
stress, che possono far latentizzare la
malattia. Clinicamente la psoriasi si presenta sottoforma di chiazze eritematosquamose, generalmente arrotondate,
dai bordi netti. Le squame sono biancastre, secche, in genere piuttosto grandi
e spesse. L’eritema è ben evidente alla
periferia della lesione, che nella maggior
parte dei casi è asintomatica. Le lesioni
interessano più frequentemente la superficie estensoria dei gomiti e delle
ginocchia, ma possono anche essere
interessate la regione sacrale, il cuoio
capelluto, tronco ed arti in modo diffuso
e superfici palmo-plantari.
Forme più particolari colpiscono unghie
e mucose. Diversi sono i trattamenti
L
terapeutici a seconda della varietà clinica, della sede delle lesioni e dell’età
del soggetto.
Il passaggio dalla forma latente alla
forma clinicamente evidente della psoriasi si realizza per l’intervento di una
serie di fattori scatenanti endogeni ed
esogeni dei quali il meccanismo
d’azione non è ancora ben conosciuto.
I traumi sono noti per indurre il “fenomeno di Koebner”, cioè la comparsa di
una lesione psoriasica nella sede del
trauma, a distanza di 1-2 settimane.
Le alterazioni più evidenti nella cute
psoriasica sono l’ispessimento epidermico e l’infiammazione dello strato dermo-epidermico. L’ispessimento epidermico si accompagna ad un aumento
del ritmo mitotico, ovvero ad un aumento della riproduzione cellulare, di
circa 8 volte. Questo fa sì che i cheratinociti basali raggiungono lo strato corneo in circa 4 giorni, anziché rispettare
il ciclo di circa 28 giorni di un soggetto
normale. I fattori precipitanti la malattia
sono numerosi. Possono esservi:
- fattori endocrini, infatti in fase preme-
struale e durante l’assunzione di estrogeni vi è un peggioramento della malattia;
- fattori ambientali, talvolta in soggetti
di pelle chiara l’esposizione solare può
dare un peggioramento del problema,
anziché l’aspettato miglioramento;
- stress che condiziona significativamente la storia della malattia e le sue recidive;
- farmaci quali beta-bloccanti, FANS, progesterone, cortisone per via sistemica,
sono solo alcuni dei numerosi farmaci
che possono slatentizzare o peggiorare
la malattia;
- abitudini di vita, soprattutto il fumo
sembra giocare un ruolo negativo.
Dalla psoriasi, nonostante i numerosi
passi avanti fatti nell’ambito terapeutico,
non è ancora possibile guarire del tutto,
ma con l’avvento di nuovi farmaci è possibile ottenere lunghe fasi di remissione
della terapia. Un ruolo molto importante, da non sottovalutare, è svolto dai
trattamenti termali che ben si associano
in modo contestuale o sequenziale alle
terapie farmacologiche convenzionali.
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questo focus:
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Emulsione dermatologica
a base di acido azelaico (20%) e
acido cogico in perossido di idrogeno
(H2O2)
Formulata per ridurre
o attenuare inestetismi cutanei,
come le iperpigmentazioni
Dermocosmetico con
effetto esfoliante e schiarente
dermatologia
fabrizio castagnetta
specialista in
chirurgia plastica
ulthera:
il primo lifting medicale
in 30 minuti
e parliamo con il dottore Fabrizio
Castagnetta, chirurgo plastico con
esperienza trentennale nel settore, uno
dei primi utilizzatori di questa nuova
terapia di ringiovanimento del volto,
alternativa al bisturi.
Cos'è Ulthera e la Ultherapy?
Si tratta di un'intera nuova categoria di
procedure mediche con le quali combattere gli effetti dell'invecchiamento cutaneo.
La tecnologia di Ulthera è la prima a
riunire in un solo dispositivo ultrasonico,
l'immagine ed il trattamento. Ovvero la
terapia ad ultrasuoni focalizzati combinata con l'immagine ecografica, quindi
ad ultrasuoni che permette di visualizzare e trattare la zona target.
Ciò consente all'operatore di avere un
controllo e dei risultati senza precedente,
depositando energia nel tessuto molle
per creare coagulazione termica.
Come funziona ?
Come altre procedure ad ultrasuoni viene applicato sulla pelle un manipolo con
un trasduttore che invia un'immagine
sullo schermo e focalizza calore ad una
profondità stabilita sotto la pelle lasciando la stessa intatta.
Tutto ciò si traduce in una reazione di
riparazione tissutale con crescita di nuovo collagene che porta tensione e rassodamento progressivo dei tessuti cutanei
del volto e dei suoi contorni.
Quanto dura e cosa si sente durante il
trattamento ?
Il trattamento dura circa trenta minuti
ed i livelli di disagio variano da paziente
N
30
a paziente. Alcuni lo descrivono come
una serie di punzecchiature oppure come
una percezione di calore sotto la pelle.
Che precauzioni si devono adottare dopo
il trattamento ?
È possibile riprendere le normali attività
subito dopo aver terminato la procedura
e non devono essere seguite indicazioni
particolari.
La pelle potrà sembrare leggermente
arrossata o gonfia ma qualsiasi rossore
o gonfiore scompare entro poche ore,
per questo motivo qualsiasi periodo
dell'anno è indicato per Ultherapy.
Ultherapy è sicura ?
Gli ultrasuoni in medicina sono utilizzati
da più di 50 anni e studi clinici hanno
dimostrato che questa nuova applicazione è sicura, tant'é che ha avuto di recente
l'approvazione da parte della FDA americana come terapia per il ringiovanimento del viso o lifting non chirurgico.
Che tipo di risultati ci si può aspettare ?
Con un solo trattamento inizia il processo rigenerativo, si avrà un effetto immediato del 20/30 % dovuto alla retrazione
delle fibre elastiche innescata dal calore
ma l'effetto completo si vedrà gradual-
dermatologia
ulthera
mente nel corso di tre o quattro mesi
quando inizierà la sintesi di nuovo collagene ed elastina, ed è così che all'effetto tensorio (innalzamento degli zigomi e dell'arcata sopraciliare, migliore
definizione della mandibola, riduzione
del doppio mento) si assocerà un miglioramento della texture cutanea con un
complessivo effetto di tangibile ringiovanimento.
...pazienti soddisfatti dunque?
Più del 90 % dei pazienti trattati ha mostrato cambiamenti significativi dal punto di vista clinico già con un unico trattamento, inoltre essi stessi notavano
che la pelle appariva più tonica, più compatta e rinfrescata.
È' ovvio che se si è in presenza
di un grande eccesso di
pelle non esiste alternativa al lifting chirurgico, ma possiamo dire che
finalmente esiste
un trattamento
non invasivo per
rassodare la pelle
e farla apparire più
giovane
Quindi a chi è dedicata Ultherapy ?
Un ottimo candidato per
Ultherapy è una persona con
la pelle rilassata fino al punto di apparire meno soda e ciò indipendentemente dalla fascia di età. L'arco delle
sopracciglia abbassato e un rilassamento della pelle delle palpebre o la prima
comparsa del doppio mento, per esempio, sono i primi segni di una pelle
“matura”.
Cosa ci riserva, quindi, il futuro in questo
campo ?
La tecnologia Ulthera è in continua evoluzione. Attualmente i trasduttori in
nostro possesso possono trattare esclusivamente il viso ma non è esclusa, e
questo dovrebbe accadere in tempi abbastanza brevi, la comparsa sul mercato
di trasduttori in grado di trattare altri
distretti muscolari come quelli del torace
o dei glutei per estendere i benefici di
questa tecnica ad altre zone del corpo.
fotocronologia dell’intervento
prima del
trattamento
ulthera elimina,
senza ricorso all’anestesia,
rapidamente e
con efficacia, i cedimenti
ed i segni
dell’invecchiamento
del viso
risultati dopo
60 giorni
risultati dopo
90 giorni
risultati
dopo 4 mesi
proctologia
francesco arcanà
chairman coloproctology unit
la stitichezza
nel bambino
ei bambini allattati al seno, la stitichezza è un evento poco frequente.
A volte viene interpretata come stitichezza una condizione che in realtà rientra
nella norma: non bisogna considerare
stitico un bambino che non va di corpo
tutti i giorni (in un lattante il numero di
evacuazioni può infatti variare da una
ogni poppata ad una ogni 2 o 3 giorni).
Se il bambino è già svezzato o nutrito
con il biberon la stitichezza è quasi sempre di origine alimentare: può essere
infatti causata da una somministrazione
troppo precoce di cibi solidi o da latte
N
artificiale non adeguatamente diluito.
Nei bambini più grandi la stitichezza
può essere causata, oltre che da problemi di origine dietetica, da fattori psicologici, situazioni di stress o episodi di
paura. In alcuni casi la stitichezza può
iniziare a manifestarsi ad esempio quando il bambino inizia ad usare il vasino:
se questo passaggio avviene troppo presto, vale a dire prima dei 2-3 anni, il bambino può recepirlo negativamente rischiando di bloccarsi.
Cosa non fare: andrebbe evitata una eccessiva apprensione, spesso immotivata,
nei confronti delle abitudini intestinali
del proprio bambino, in quanto gli può
creare ansia e stress.
Cosa fare: nei bambini allattati con il
biberon, si possono aggiungere 1-2 gocce
di olio d’oliva al latte, oppure si può sciogliere il latte in polvere in brodo di verdura. Nei bambini già grandicelli la cosa
migliore sarebbe quella di cercare di rispettare le norme dietetiche valide per
tutte le età, vale a dire un’alimentazione
varia e ricca di frutta e verdura, associata
ad una adeguata assunzione di liquidi.
Andrebbero inoltre evitati gli alimenti
molto calorici (tipo merendine e cioccolato) che saziano molto e riducono il
desiderio di introdurre cibi adeguati.
Correggendo dunque gli eventuali errori
dietetici, la stitichezza in genere si risolve
da sé.
In occasioni del tutto particolari, quando
si debba far ricorso ad un lassativo, è
bene comunque consultare uno specialista. Oltre alla particolare attenzione
all’alimentazione è importante “educare” il bambino ad abitudini intestinali
corrette: ad esempio, quando ha abbandonato il pannolino, può essere utile,
dopo i pasti, farlo sedere per non più di
10 minuti sul vasino, che permette una
posizione più corretta, in grado di facilitare l’evacuazione.
Infine è importante insegnargli ad abituarsi a non trascurare lo stimolo: ciò
accade facilmente quando il bambino è
preso da altre attività, come il gioco.
33
musica
francesco buccaro
"La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà
sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato" (L. Tolstoj)
musicoterapia
guarire
a suon di note
os’è la musica?
È l'arte o la scienza del suono. Diverse sono le interpretazioni riconducibili ad essa e alla varietà delle sue manifestazioni, tra le quali: il suono di uno
strumento, il linguaggio accompagnatorio di un'altra forma d'arte (la colonna
sonora di un film), l'evoluzione del pensiero musicale dell'uomo corrispondente alla sua evoluzione storica ed altro.
Per molti autori contemporanei, la musica è considerata la tecnica di sintassi
dei suoni le cui regole possono libera-
C
mente esser variate e le emozioni espresse attraverso un linguaggio diverso da
quello usuale.
In buona sostanza, la musica è l'arte di
comporre le note e, attraverso le sue
chiavi di lettura, apre le porte della mente a panorami di emozioni a coloro i quali
l'ascoltano o la compongono.
Essa è anche la scienza che, attraverso il
suono, agisce in forma terapeutica.
La musicoterapia è in grado di curare
patologie quali: depressione, malattie
psichiche, autismo, disturbi dell'umore.
Valido espediente contro lo stress, migliora il benessere psico-fisico dell'ascoltatore; è stato testato che alcuni generi
musicali favoriscono una maggiore sintonia tra corpo e mente, stimolano il
sistema immunitario e la concentrazione
dell'individuo-ascoltatore.
Un'idea da proporre al Ministro della
Sanità potrebbe esser quella di introdurre la musicoterapia nei centri sanitari,
come alternativa alla risoluzione delle
malattie sopra elencate. La musica accresce il benessere interiore e la qualità
35
musicoterapia
guarire a suon di note
della vita di chi l'ascolta. Ne sono testimoni i tanti popoli africani che accompagnano le loro danze con strumenti
musicali tradizionali ed un immancabile
sorriso sulle labbra, accantonando momentaneamente i loro problemi. Da anni sono
attivi corsi di
musicoterapia
frequentati da
allievi di conservatori di
tutta Italia
che, attraverso
un percorso
formativo professionale, adottano tecniche
musicali, assistendo
in tal guisa chi presenta
difficoltà comunicative. La
musica è un mezzo di comunicazione
alternativo, non solo per chi presenta
tali difficoltà, ma per tutti poiché, attraverso il linguaggio del suono, fa affiorare
stati d'animo e pensieri indescrivibili
che spesso si nascondono nelle profondità del nostro inconscio. Oltre ad esser
utilizzata come rimedio contro lo stress,
ha effetti sorprendenti per le donne in
gravidanza che, durante il periodo di gestazione (spesso
caratterizzato da paure,
affaticamento, ansia)
ritrovano, attraverso precise attività
musicali, momenti di relax e
serenità migliorando il benessere psico-fisico
p ro p r i o e d e l
bambino, oltre a
rendere l'approccio
al parto meno traumatico. Studi recenti
hanno dimostrato che attività ritmico-sonore stimolano lo
sviluppo strutturale del sistema nervoso
del feto, poichè tutte le condizioni ambientali con le quali è in contatto la madre influiscono sulle future percezioni
acustiche, visive, percettive del neonato
migliorando il suo sistema nervoso.
I suoi effetti benevoli non riguardano
esclusivamente le persone, ma interessano anche le piante e i vigneti.
La musicoterapia agisce non solo sulla
flora, ma anche sulla fauna.
Ad esempio è stato testato che la produzione di latte da parte di mucche munte
sotto le note orchestrali di grandi autori
classici è aumentata vertiginosamente,
ed anche la qualità dei vini coltivati migliora.
Studi universitari hanno evidenziato che
l'ascolto di Mozart e Tchaikovsky rende
più forti le piante e migliora la qualità
delle produzioni future.
La musica è presente fin dalla nascita
dell'uomo e numerose sono le testimonianze da parte di persone che l'hanno
utilizzata per scopi terapeutici.
Sviluppata in ogni angolo della Terra,
influisce sulle emozioni dell'ascoltatore
rendendola non solo un aneddoto che
incrementa il benessere dell'individuo e
la dimostrazione tangibile di cooperazione tra arte e scienza, ma anche uno
strumento medico alternativo valido.
IN GRAVIDANZA: quale musica ascoltare?
la musica per il
primo trimestre
In questo periodo il primo suono che
percepisce il feto è quello del battito
cardiaco materno: la musica barocca
ha un ritmo simile ai battiti del cuore
a riposo.
Schubert - “Quintetto Trucca in La
maggiore, per piano e corda”
Vivaldi - “Concerto in Re per chitarra”
Mozart - “Concerto per Piano n. 21”
Haendel - “Concerto in Arpa in Si
bemolle maggiore”
Vivaldi - “Concerto per Flauto in Re
maggiore”
la musica per il
secondo trimestre
La voce della mamma è il suono preferito. Sono adatte anche le ninne
nanne che offrono un effetto rilassante grazie alla metrica equilibrata, al
ritmo oscillante e alla melodia dolce.
Possono essere anche inventate, purchè si usino parole semplici, cantate
a mezza voce, per dare maggiore sicurezza al feto.
Brahms - “Ninna Nanna”
Dvorak - “Sinfonie”
Chopin - “Opere”
Aranjuez - “Concerto”
Schubert - “Ave Maria”
Le canzoni di Enya
la musica per il
terzo trimestre
Ascoltare tanta musica rilassante (almeno mezz’ora al giorno, in posizione
comoda) ma anche vitale ed allegra.
Musica di Bach (è tranquillizzante)
Musica di Mozart (è allegra e
rilassante)
I Valzer di Chopin (per esempio
“Concerto per Piano in Mi minore”)
“I Quaderni I e II” di Debussy
Sinfonia n. 8 di Beethoven
Bach - “Preludi e Fughe per organo”
Le composizioni di Tchaikovsky o
Reger
Opera lirica di Edouard Mörike
I suoni da evitare i brani che evocano brutti ricordi alla mamma; la musica rock (hard e acid); musica classica in cui predominano strumenti
che eccitano come il flauto e il violino; più semplicemente tutta la musica che non piace e che fa innervosire.
36
inviaggio
pasquale malvone
escrivere in poche righe l’isola
d’Ischia non è certamente un’impresa facile. L'isola verde è la sintesi perfetta
di natura e storia, cultura e tradizioni,
fascino e modernità. È l’isola che ha stregato poeti e filosofi - da Pablo Neruda a
Friedrich Nietzsche - con le sue bellezze
rimaste intatte nella sua storia millenaria.
La natura rigogliosa, il clima mite tutto
l’anno, i suoi intensi profumi che inebriano la mente e il corpo, le terme.
Tutto questo è Ischia.
Come tutte le isole del golfo di Napoli
(ad eccezione di Capri) è di origine vulcanica ed anche se i suoi vulcani sono
spenti da centinaia di anni, i loro fenomeni sono ben visibili sotto la superficie
dell'isola.
Come non citare le calde sabbie dei Maronti o le sorgenti termali che affiorano
su tutto il territorio nel mare. La sorgente
con la più alta temperatura è Cava Scura
con ben 86 gradi centigradi.
Le acque termali sono una caratteristica
peculiare del territorio e sono ben conosciute ed utilizzate fin dall'antichità.
Già i greci, infatti, le utilizzavano per
ritemprare lo spirito e soprattutto il corpo, in particolare per guarire le ferite
riportate in battaglia. Per quel popolo
quelle acque dal potere curativo erano
un dono degli dei. Solo a partire dal rinascimento le acque termali di Ischia si
liberarono da quell’alone di misticismo,
conquistando l’interesse della medicina.
Fu un medico calabrese, Giulio Iasolino,
affascinato dal clima e dai fenomeni di
vulcanismo secondario (fumarole ed acque termali), ad intuire le potenzialità
terapeutiche del mezzo termale. E fu il
primo ad effettuare il censimento delle
sorgenti dell’isola, individuandone la
composizione e i benefici per la cura di
diverse patologie.
E se prima le cure termali erano ad appannaggio solo dei ceti più abbienti, dal
'600 in poi vennero costruiti in prossimi-
D
ischia
un mare di...
benessere
37
in viaggio
ischia tra piacere e salute
“il mio grazie è per te, Ischia, cui un buon vento m’ha portato a goderti con dei cari amici da sporche città produttive”
(Wystan Hugh Auden)
tà delle più rinomate sorgenti termali
numerosi stabilimenti e strutture ricettive che fecero dell'Isola una rinomata
stazione internazionale di cura e soggiorno. Celebri personaggi che
hanno fatto la storia si recarono sull’isola per curare le malattie del
corpo, e non solo, da
Giuseppe Garibaldi,
dopo la battaglia di
Aspromonte, a Camillo Benso conte di
Cavour fino al compositore Arturo Toscanini. Ma è a partire
dagli anni sessanta del
secolo scorso che l’isola
“verde”, grazie all'intuito imprenditoriale del cav. Angelo Rizzoli,
l'isola d'Ischia e le sue acque si
“democratizzarono”, aprendosi ai grandi
flussi turistici provenienti da tutto il
38
mondo, mentre una meticolosa e intensa
attività medico-scientifica consacra finalmente le cure termali al rango di terapie
alternative a quelle farmacologiche. Un
viaggio a Ischia non è soltanto
un soggiorno per cure
termali. La più grande
delle isole del Golfo di
Napoli (con una superficie di 46 Km2 e
una popolazione di
circa 60.000 abitanti divisi in sei
comuni, Ischia Porto, Casamicciola, Forio, Barano, Lacco
Ameno e Serrara Fontana) regala ai turisti itinerari
che racchiudono in sé storia e
bellezze paesaggistiche uniche al mondo.
Visitare Ischia vuol dire soffermarsi al
Castello Aragonese (eretto nel 1441 su di
un isolotto) ed al borgo di Ischia Ponte
(un ponte in muratura lungo 220 m), con
le caratteristiche stradine di basolato
del Vesuvio, oppure sul lungomare di
Casamicciola Terme, una magnifica passeggiata che porta dritto al piccolo comune di Lacco Ameno. Qui, un piccolo
museo custodisce antichi reperti che
ricostruiscono la storia di Ischia, risalenti
al 700 a.C.
Forio si incontra ad ovest ed offre ai turisti distese sabbiose tra le più belle
dell’isola verde, mentre a sud troviamo
Barano d’Ischia, con la lunga spiaggia
termale dei Maronti, e la celebre zona
pedonale della piazzetta di S. Angelo,
raccolta intorno all’omonimo isolotto e
meta preferita per i vip del mondo del
cinema e dello spettacolo.
Salendo verso l’interno, poi, antiche mulattiere raggiungono il Monte Epomeo,
il punto più alto di Ischia, dove arrivati
in cima, compiendo un giro di 360° è
possibile ammirare tutta l'isola.
saperi&sapori
piero falanga
www.uncuocoincasa.it
le tradizioni mediterranee influenzate dalla cultura medio-orientale, assorbita in egitto
dove piero falanga nasce 56 anni fa, danno quel tocco di unicità ai piatti che prepara.
coniglio all’ischitana
I
schia, un piccolo Giardino dell’Eden
al largo di Napoli, si caratterizza, oltre
che per la sua straordinaria bellezza, per
la propria tradizione gastronomica e per
la varietà delle ricette a base di pesce,
anche per l'abbondanza di ricette basate
su verdure e animali da cortile, ereditate,
anno dopo anno dalla vocazione contadina degli abitanti dell’isola. Il tradizionale "piatto della festa" ischitano è il
coniglio alla cacciatora; naturalmente,
ogni famiglia ha una propria variante
della ricetta, ed ogni cuoca casalinga
possiede la ricetta "originale" .
Ischia, come già accennato è dotata anche di una buona cucina marinara.
Piatti a largo consumo sono sopratutto
le varietà di pesce pescato al largo
dell'isola. Impossibile non nominare la
cosiddetta "Paranza", varietà di piccoli
pesci pescati nel golfo ottimi per la frittura.
La ricetta
Ingredienti per 6 persone:
coniglio di circa kg. 1,2
tagliato in piccoli pezzi
compreso il fegato;
una cipolla;
due spicchi di aglio;
una decina di pomodorini;
un trito di erbe aromatiche
(basilico, prezzemolo);
un peperoncino;
Vino bianco q.b.;
Olio extravergine di oliva;
Sale e pepe.
Preparazione: tagliate a pezzi il coniglio,
lavatelo con il vino ed asciugatelo con
un panno. Fate imbiondire aglio, cipolla
e peperoncino interi nel tegame (meglio
se di terracotta) con l'olio. Al momento
opportuno toglieteli dall'olio e metteteli
da parte. Fate rosolare il coniglio nel medesimo tegame. Quando è ben colorito,
riunite tutti i pezzi nel tegame, aggiungete l’aglio ed il peperoncino
messi in precedenza da parte,
spruzzate con un bicchiere di
vino bianco, aggiungete sale e
pepe, e fate cuocere a fuoco
moderato per circa 30 minuti,
rigirando di tanto in tanto ed
eventualmente aggiungendo un pò
di brodo (o altro vino) se il vino é già
evaporato. Aggiungete i pomodori spezzettati e abbondante trito di prezzemolo
e basilico. Lasciate cuocere a fuoco lento
per altri 20 minuti circa, rigirando di tan-
to in tanto, fino a quando il fondo di
cottura non si sarà ben ristretto. Aggiungete quindi il fegato tagliato a pezzettini
e lasciate sul fuoco ancora per 5 minuti.
Se fosse necessario altro liquido per la
cottura, utilizzate l'acqua sgocciolata dai
pomodori. Il sugo deve essere denso e
lucido. Se nella preparazione abbondate
con i pomodori, otterrete anche un
eccellente sugo per condire i
bucatini.
E IL VINO?
Buona idea sarebbe quella di poter accompagnare a questo gustosissimo piatto anche
qualche vino isolano, di ottima tradizione,
ancor più se parliamo di vini bianchi.
Il caldo sole partenopeo, la brezza marina,
le ricche terre vulcaniche ed i profumi della
macchia mediterranea offrono la possibilità
di poter allevare le proprie viti seguendo il
metodo classico del guyot.
Di vario tipo sono le uve coltivate: si parte
dal Biancolella (giunto probabilmente dalla
Corsica), il quale trova nell’isola di Ischia uno
dei pochissimi, se non forse l’unico, luogo di
allevamento.
Il Forastera, pèndant del Biancolella, è alla
base dell’omonimo Forastera d’Ischia (nome
probabilmente derivante da un’origine
“forestiera” di questo vitigno). Ma non mancano ovviamente le uve rosse alla base
dell’Ischia Rosso: La Guarnaccia, il Per’é Palumm (Piè di Rosso). Per il coniglio
all’ischitana il nostro consiglio è quello di
abbinare il “biancolella frassitelli” e il “per' 'e
palummo” della casa vinicola D’Ambra.
39
l’altroviaggio
maria grazia serpe
racconti
dalla Palestina
Foto 1
o devo confessare: avevo avuto sin
da subito la sensazione che questa
volta sarebbe stato un viaggio diverso
dagli altri. Una sensazione che diventò
sempre più forte appena atterrati
all’aereoporto di Tel Aviv.
Ero l’insegnante di un piccolo gruppo di
studenti protagonisti di uno scambio
interculturale con una scuola luterana
di Ramallah in Palestina.
Scoprii ben presto che il solo fatto che
la scuola fosse luterana ci avrebbe spianato di molto la strada nell’intera esperienza in Cisgiordania.
Avevo letto molto sulla Palestina e sul
L
40
conflitto israeliano-palestinese, sui
controlli militari e i checkpoint, ma al controllo
passaporti, io e tutti i
ragazzi, eravamo un pò
impauriti e annoiati
per la lunga attesa.
Quando ci vennero
restituiti i passaporti
e finalmente fummo
liberi di raggiungere gli
insegnanti e studenti
palestinesi che ci ospitavano, costretti ad aspettarci
fuori dall’aeroporto perchè a loro non
è permesso entrare, eravamo
tutti felici di iniziare insieme
a questi amici un “Altro
Viaggio”.
Questo viaggio a Ramallah è stato davvero particolare e
speciale. In verità
non mi aspettavo
una situazione facile
o un viaggio come gli
altri, ma se dovessi deFoto 2
scrivere il mio stato
d’animo, dal primo giorno
all’ultimo, potrei definirlo come una
l’altro viaggio
racconti dalla palestina
Foto 3
lenta agonia, quasi una morte interiore.
Per me il viaggio finora ha sempre rappresentato vita, gioia di vivere e di conoscere cose e persone nuove e quasi
mai sono tornata a casa e alla mia vita
normale con sollievo.
Stavolta no, dopo aver sentito tanti racconti disarmanti e visto con i miei occhi
come gli abitanti di Ramallah vivono la
loro prigionia, mi si è indurito il cuore,
non riuscivo a provare gioia, né emozioni, l’angoscia mi prendeva sempre più,
avevo un peso allo stomaco.
Un senso di tristezza sottile e penetrante mi bloccava la mente quando presi
posto sull’autobus che mi riportava
all’aeroporto di Tel Aviv.
Questa volta il mio ritorno aveva un
senso. La responsabilità era grande per
omettere di raccontare quello che avevo
visto e provato sulla mia pelle. La mia
vita non sarebbe ripresa in modo normale. Come potrò mai dimenticare quel
mattino che con grande entusiasmo
eravamo partiti per il mar Morto insieme agli studenti palestinesi.
Presto mi resi conto dai loro racconti
che il mare gli poteva essere negato dai
check-point che avremmo incontrato
lungo il percorso, che, grazie a noi, speravano di superare.
Si ballava e cantava tutti insieme quando il nostro sorriso fu interrotto dalla
vista dei militari che con fare minaccioso
ci chiesero i passaporti e ci costrinsero
a tornare indietro. Il motivo? Il nostro
autobus aveva la targa palestinese e
non era autorizzato ad attraversare quella zona ricca di lidi ad esclusivo uso di
turisti e israeliani. Con un grande senso
di frustrazione e sconfitta dovemmo
ripercorrere chilometri indietro per raggiungere l’unico pezzo di costa accessibile ai ragazzi palestinesi.
Più tardi, con grande determinazione,
cercammo di accedere ad un lido attrezzato frequentato per lo più da israeliani,
pagando ben 20 schekel (circa 6 euro) a
persona per una sola ora di sole.
Tanta fu la gratificazione nel vedere quei
ragazzi con gli occhi lucidi, pieni di gioia
che, dopo lunghe trattative
con i gestori del lido,
ebbero finalmente
accesso al mare.
Lungo il nostro
girovagare nei
territori occupati
un’altra immagine non riuscirò
mai a cancellare
dalla mia mente.
Ad un incrocio, vedemmo ad un tratto
un’ambulanza ferma
con le porte spalancate e
accanto, in mezzo ad un gruppetto di
curiosi, una barella su cui era distesa una
donna anziana; due medici cercavano a
fatica di rianimarla con un massaggio
cardiaco, senza grandi risultati. Perchè
morire in quel modo, sull’asfalto anonimo, lontano dai propri cari? Perchè si è
costretti a percorrere chilometri sulle
strade di montagna per raggiungere un
ospedale? La distanza reale spesso non
è molta e l’accesso normale è garantito
solo ai coloni israeliani. Che ingiustizia,
avevo voglia di gridarlo a tutti.
Ai palestinesi è negata la libertà di movimento, la libertà di circolare da una
città all’altra, tutto è complicato.
A molti è negato l’accesso alla bellissima
città di Gerusalemme.
Come ho ben presto capito, Gerusalemme è la città più santa, amata e contesa al mondo. E improvvisamente me
la vidi apparire davanti, tra la macchia
meridionale ed il deserto, rivolta
in alto, circondata dalle
mura antiche e al centro
la cupola d’oro.
Da queste parti danno alle pietre una
importanza fuori
dall’ordinario. Per
nulla al mondo gli
ebrei rinuncerebbero
ai blocchi del muro
del pianto, i musulFoto 4
mani al macigno maomettano sotto la cupola
della Roccia, i cristiani alla lastra
del Santo Sepolcro.
Passeggiando per le strade della Città
Vecchia si coglie il sovrapporsi delle varie
epoche bibliche, persiana, romana, bizantina, araba, crociata e ottomana.
Gerusalemme non è solo pietre, è anche
città di suoni e profumi. Quando cala il
sole, dai minareti, si ode il richiamo del
41
l’altro viaggio
racconti dalla palestina
muezzin che invita alla preghiera
dell’Islam. Nello stesso momento si odono forti i versi degli uomini in nero al
Muro del Pianto, dove in centinaia cantano e ballano in circolo.
Su questi suoni scende il rintocco delle
campane cristiane, dal Venerdì alla Domenica. Perchè allora una città così ricca
d’arte, storia e religione è sempre più
angosciata da suoni che nulla hanno a
che vedere con tutto questo?
Non è facile, passeggiando lunghe le
strade, sopportare la vista di segnali di
separazione, camion militari, mitra, soldati. Uno scenario che contrasta con l’armonia da sempre cercata e mai trovata.
Ecco l’altro viaggio, il viaggio della mente, la voglia di libertà e fantasia per un
futuro migliore per sé, per i propri figli
e per i nuovi amici più sfortunati.
I sogni di riscatto, la voglia di raccontare.
Che il viaggio delle parole da noi ascoltate superi i confini della prigione e convinca anche i più sordi che c’è ancora
una speranza per la pace e la scomparsa
delle ingiustizie.
Foto 1: bambini che giocano davanti al muro bunker
di Israele
Foto 2: studenti di una scuola di Ramallah
Foto 3: checkpoint israeliano
Foto 4: muro israeliano con lo slogan “facciamo
l’amore, non i muri”
Foto 5: muro del pianto
Foto 5
Foto 6: moschea a Gerusalemme
Foto 6
42
arte e cultura
enzo battarra
genius loci
e genius gloci
l genius loci era il genio del luogo abitato e frequentato dall'uomo. Era
un'entità soprannaturale legata a un
luogo e oggetto di culto nella religione
romana.
Secondo Servio, nullus locus sine Genio,
nessun luogo è senza un Genio.
Nel tempo moderno, genius loci è divenuta un’espressione adottata in architettura per individuare un approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente,
interazione di luogo e identità.
L'architettura deve rispettare il luogo,
integrarsi con esso, ascoltare cioè il suo
“genius loci”. (Christian Norberg Schulz.
Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura, Electa, Milano 1979). Con la locuzione di genius loci si intende individuare
l'insieme delle caratteristiche socioculturali, architettoniche, di linguaggio,
di abitudini che caratterizzano un luogo,
un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l’uomo e le abitudini con cui
vive questo ambiente. Suole indicare il
“carattere” di un luogo.
Achille Bonito Oliva ha realizzato una
mostra nel 1981 con il titolo “Genius loci”,
“precisando – come lo stesso critico ha
evidenziato in un’intervista rilasciata nel
2004 – quella che era la ricerca della
identità ed il recupero della soggettività
nell’arte, una nuova direzione dopo qualche decennio di astinenza, in cui la parola
forte e il politico erano prevalsi sulla
necessità di rappresentazione che il soggetto aveva”.
Ora si tratta di andare avanti, non basta
riaffermare il “carattere” di un luogo o
una “memoria collettiva”.
La glocalizzazione in arte non può essere
I
tive concrete. Alcune correnti dell’arte e
dello spettacolo, come l’arte nel sociale,
la post-avanguardia teatrale e la nuova
spettacolarità, hanno trovato in Campania una cassa di risonanza per certi
aspetti unica.
Molti artisti si sono legati da una parte
alle loro feconde origini territoriali e
dall’altra alla storia e alla coscienza di
un’identità meridionale nell’interpretazione più estensibile di appartenenza
a forti radici classiche, sociali e culturali.
Altro che globalizzazione dei linguaggi!
È stato un vero e proprio “caso
Campania”, il caso di una
regione del Meridione,
contrassegnata ma
genius loci è divenuta
non assoggettata
solo la localizzazione
dalla metropoli
un’espressione
della globalizzazione,
partenopea, readottata in architettura per
deve essere qualcosa
gione estremaindividuare un
in più. Deve recupemente autonoapproccio fenomenologico
rare il concetto di
ma e creativa,
allo studio dell’ambiente,
“genio” come “artefice
capace di riconointerazione di luogo
magico”, perché
scersi in un’idene identità.
nell’atto della creazione
tità culturale e di
ci deve pur essere uno spifarsi riconoscere sulla
rito trasgressivo, uno spirito
base del proprio “caratbuono, capace di dare anima alla
tere” nel panorama artistico namateria. Ecco allora che il concetto di zionale.
“genio” deve sposarsi con quello di Non è opportuno fare nomi ed elenchi,
“glocal”, ecco perché nasce il “genius rimandando magari ad un’altra occasiogloci”. Bisogna andare oltre la manuali- ne l’approfondimento storico.
tà, investendo le nuove tecnologie, senza Oggi interessa sottolineare che ci sono,
mai dimenticare però la propria origine. al fianco dei protagonisti storici, artisti
Il linguaggio artistico deve essere quanto campani delle nuove generazioni che,
più contemporaneo possibile, ma non anche se adoperano un linguaggio più
deve perdere le radici.
universale e contaminato dai media,
Il territorio campano, nel periodo che va hanno comunque un genius loci, una
dal ‘66 all'inizio degli anni Ottanta, è caratterizzazione territoriale che li affastato un punto di riferimento per scina e consente loro di essere autentici.
l’impegno artistico e il pullulare di inizia- Questo è il “genius gloci”.
43
tecnologia
antonio galli
alla tua salute
ci pensa
il motore di ricerca
più famoso al mondo
ha lanciato il servizio
della cartella
clinica virtuale
44
A
nche chi non ha alcuna familiarità
con il web, avrà sentito o letto certamente il termine "Google".
Ma cos'è Google?
Probabilmente tutti noi conosciamo Google solo come motore di ricerca, capace
di trovare su internet tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno; ma, considerando la sua evoluzione negli ultimi
anni, definirlo solo "motore di ricerca"
sarebbe davvero riduttivo.
Già da tempo Google non si dedica solo
allo sviluppo di nuovi algoritmi capaci
di velocizzare ed indicizzare le nostre
ricerche, ma si preoccupa di poter offrire
a tutti gli internauti servizi di qualità,
veloci e soprattutto fruibili da qualsiasi
parte del mondo in ogni momento: posta elettronica, social networking, calendario e agenda, navigazione stradale,
visualizzazioni di immagini satellitari e
altro ancora.
Il servizio che approfondiremo in questo
articolo è dedicato alla salute e alla medicina: Google Health.
Un progetto nato nel 2006 e che continua a svilupparsi giorno dopo giorno.
A cosa serve?
Google si è fatto carico di quella che
poteva rappresentare, per ognuno di noi,
la preoccupazione di portarsi dietro,
sempre e ovunque, la propria cartella
clinica (ad esempio in vacanza). Un
“bagaglio” che quasi certamente ognuno di noi lascia a casa, senza considerare
tuttavia l’importanza che potrebbe
avere in caso di malore improvviso,
in una città che non è la nostra e
con un medico che sicuramente non
ci conosce.
Si, ma come funziona?
Procediamo per passi. La prima cosa
da fare è creare un “Account Google”,
accedendo alla pagina principale
(www.google.it), mediante il link
“Accedi”. Una volta registrati al sito basterà entrare nella sezione Google Heal-
tecnologia
alla tua salute ci pensa google
th per godere di tutti i benefici della
nostra cartella clinica virtuale. Nella sezione “Profile Details” possiamo iniziare
a compilare i nostri dati anagrafici indicando la data di nascita, il sesso, l’etnia,
il gruppo sanguigno, l’altezza e il peso;
informazioni di base per la compilazione
del nostro foglio medico.
Dopo aver inserito le informazioni di
base richieste si passa ad una compilazione più approfondita indicando ogni
genere di dato sanitario: allergie, farmaci
in uso, patologie, vaccinazioni, interventi
chirurgici e analisi mediche.
Tale sistema non è stato creato solo per
consentire ai medici di poter consultare
l’intera cartella clinica dei propri pazienti,
ma sono stati messi a disposizione degli
utenti anche dei link attraverso i quali
ottenere informazioni più precise riguardo alle proprie patologie.
Un ultimo servizio, che consideriamo
interessante, ci offre la possibilità di poter ricercare un medico in base alla specializzazione o all’area geografica di appartenenza ed aggiungerlo alla propria
rubrica di contatti medici, oppure ottenere, con un semplice click, il percorso
stradale (automobilistico, ferroviario,
pedonale) per raggiungere lo specialista
ricercato. Un insieme di benefici davvero
utili per chi vuole viaggiare in tutta serenità. Nota negativa del servizio è che,
a tutt’oggi, non è stata ancora realizzata
una localizzazione in italiano, rendendo
così poco appetibile l’utilizzo del servizio
a chi non conosce la lingua inglese.
Ma quali sono i problemi relativi alla privacy?
Google ha pensato anche a questo. Il
servizio garantisce che per la consultazione e la condivisione delle informazioni
sanitarie sarà richiesto il consenso
dell’utente in modo da non ledere il diritto alla privacy di nessun individuo.
Uno strumento come questo può però,
come tutte le innovazioni, portare anche
risvolti negativi, come ad esempio l’inizio
di una “medicina fai da te”. Google (ed
anche noi) ci tiene a precisare che un
tale strumento non deve assolutamente
sostituire la figura del medico in quanto
potrebbe essere pericoloso, talvolta an-
che fatale, compilare la propria cartella
clinica senza la consultazione del proprio
medico di fiducia o di uno specialista.
GLOSSARIO
Motore di ricerca: sistema automatico
che analizza un insieme di dati e che
aiuta l’utente a raggiungere le informazioni necessarie mediante l’uso di parole
chiave classificando i contenuti in base
a formule matematiche o statistiche
che indicano il grado di rilevanza.
presentare gli individui che navigano
in internet.
Social Network (rete sociale): rappresenta una rete di persone interconnesse
tra di loro mediante l’appartenenza alla
stessa città, al proprio lavoro, ai propri
interessi o in maniera casuale.
Algoritmo: procedimento attraverso il
quale è possibile ottenere un risultato
atteso eseguendo un insieme di istruzioni in un determinato ordine.
Account: rappresenta le credenziali per
l’accesso ad un sito che offre un insieme
di servizi attribuiti ad un utente in determinati contesti e/o sezioni.
Indicizzare: inserimento di un sito web
nell’indice di un motore di ricerca attraverso l’uso di parole chiave.
Link: Collegamento attraverso il quale
è possibile raggiungere con un click del
mouse un altro documento in cui sono
contenute informazioni relative alla
parola che è stata cliccata.
Internauta: termine utilizzato per rap-
la schermata iniziale di Google Health
PRO
Cartella clinica on line accessibile da ogni parte del mondo
CONTRO
Servizio disponibile solo in lingua inglese
Ricerca di informazioni sulle proprie patologie
45
eventi
corsi & congressi
AGGIORNAMENTO CONTINUO
IN GASTROENTEROLOGIA
“NUOVE STRATEGIE E NUOVE PROBLEMATICHE IN GASTROENTEROLOGIA”
"CORSO ITINERANTE ONE DAY DI DERMATOLOGIA PLASTICA"
Temi di incontro interdisciplinare: prurito
e cicatrizzazione
Incontri interdisciplinari fra dermatologi,
neurologi, psichiatri, oncologi, medici
internisti e chirurghi plastici.
Milano, 27 ottobre 2010
(XII Edizione)
ASL NAPOLI 1 CENTRO - Osp. San Gennaro
Napoli, 8 -9 Ottobre 2010
6° CONGRESSO AMBIENTE E SALUTE
Cala Gonone Doraci (NU)
8 -9 Ottobre 2010
"CORSO TEORICO-PRATICO
DI LASER-TERAPIA"
3° edizione
Roma, 15 - 16 ottobre 2010
UPDATE IN ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA
info: +39 081 8816960
www.meetingroup.it
X ADI INTERNATIONAL CONGRESS
FORSAN ET HAEC OLIM MEMINISSE
IUVABIT
Presidente del Congresso: Dott. G. F. Zagni
Presidente Onorario: Joseph Pace
HEVENTO PUBLIC RELATIONS
Tel. +39 055210454 - Fax +39 055 283686
Grande Albergo Internazionale
Brindisi, 8/9 ottobre 2010
Malta, 29 ottobre - 01 novembre 2010
"I° CONGRESSO della SOCIETA’ ITALIANA
di RADIOFREQUENZA NON ABLATIVA"
Belvedere di San Leucio (CE),
9 - 10 ottobre 2010
info: Ble Group srl
tel.: +39 0823 301653 - 0823 361086
fax: +39 0823 363828 - [email protected]
46
QUINTE GIORNATE RODIGINE
DI COLOPROCTOLOGIA
"PENSARE IL FUTURO"
Aula Magna
Cittadella Socio SanitariaAzienda ULSS 18
Rovigo, 21 - 22 ottobre 2010
info: www.seleneweb.com
INNOVAZIONI TERAPEUTICHE
TECNOLOGICHE E PROSPETTIVE FUTURE
Centro Congressi Federico II
Napoli, 4 - 6 novembre 2010
oroscopo
anima & corpo
autunno 2010
ARIETE
21 marzo
20 aprile
TORO
21 aprile
20 maggio
GEMELLI
21 maggio
21 giugno
CANCRO
22 giugno
22 luglio
LEONE
23 luglio
22 agosto
VERGINE
23 agosto
22 settembre
ANIMA. Saturno in opposizione inizia a farsi sentire. Cercate, quindi, di tenere a bada il vostro umore se non volete
creare complicazioni con la vostra dolce metà. La passione
e la gelosia potrebbero rivelarsi un'arma a doppio taglio:
sappiate dosare la vostra istintività a seconda della persona
che vi è a fianco.
CORPO. Le vacanze estive hanno ritemprato lo spirito e il
corpo. Ancora un pò di pazienza. Attenzione all’alimentazione: è necessario seguire un corretto equilibrio.
BILANCIA
ANIMA. È arrivato il momento di fare un pò di chiarezza
nel vostro cuore e risolvere alcune questioni ancora in
sospeso con il vostro partner. I single farebbero bene a
continuare a cercare l'anima gemella.
CORPO. Tornate a curare di più il vostro fisico e la vostra
persona, cambiando magari qualcosa nel vostro make-up.
Una buona dieta disintossicante e un pò di attività fisica
vi rimetterà in sesto. Meglio rinunciare a qualche peccato
di gola!
SCORPIONE
ANIMA. Che bella la vita di coppia, ma non esagerate con
le critiche: il partner potrebbe prendersela a male. Aspettatevi un approfondimento emotivo forte e assai emozionante dell’intimità e della fiducia reciproca totale. Se siete
single, preparatevi a vivere un nuovo amore.
CORPO. Le energie aumentano di giorno in giorno, così
come la vostra voglia di mettervi in gioco. Una buona
forma fisica vi aiuterà anche nei piccoli acciacchi. Sarete
favoriti dagli astri.
SAGITTARIO
ANIMA. Il vostro cuore batte a mille. Siete pronti per vivere
la storia d’amore dei vostri sogni. È stato un anno decisivo
per molti di voi, dovrete affrontare una vera e propria
rivoluzione dei vostri assetti sentimentali e della vostra
vita di relazione. Percorsi in salita da fine ottobre
CORPO. Mens sana in corpore sano: il vostro fisico risente
dei vostri cambi d’umore improvvisi. Provate a rilassarvi
trascorrendo una serata insieme a vecchi amici. Da metà
ottobre in poi la forma fisica tornerà ai massimi livelli.
CAPRICORNO
ANIMA. Venere e Marte sono in posizione eccellente e
assicurano un periodo magico per l'amore. C’è spazio per
affetto e dolcezza, cercate di manifestare cosa sentite
dentro di voi; piccoli gesti, che possono sembrare insignificanti, acquisteranno un valore assoluto.
CORPO. Avete grinta e forza da vendere. Il corpo vi asseconda magnificamente, quindi dedicate i mesi invernali
ad un’attività sportiva che possa rimettervi in forma e
mantenervi energici e vitali.
ACQUARIO
ANIMA. Questi mesi vi daranno la possibilità di restare
tranquilli e riflettere su ciò che avete fatto. Sbagliando si
impara: siate meno impulsivi. Fate attenzione a non logorare troppo il partner con la vostra indole critica!
CORPO. State lentamente riprendendo la vostra forma
fisica, anche grazie alla protezione degli astri. È un momento di revisione generale nel campo della salute e
probabilmente molte delle spese dell’annata saranno
segnate sotto la voce spese mediche o di benessere.
PESCI
23 settembre
23 ottobre
24 ottobre
21 novembre
22 novembre
21 dicembre
22 dicembre
20 gennaio
21 gennaio
19 febbraio
20 febbraio
20 marzo
ANIMA. Grazie ad un nuovo modo di vivere la dimensione
di coppia, riuscirete a trovare un equilibrio perfetto tra
sesso e amore. Verso la fine dell’anno andrà tutto a gonfie
vele, non dovete fare altro che riversare sul partner tutte
le vostre attenzioni.
CORPO. Siete ipertesi: il consiglio è di bere una tisana prima
di andare a letto e di eseguire esercizi psicofisici che vi
aiuteranno ad alleggerire un pò di tensione post-vacanze.
Nei mesi invernali dedicatevi al relax e alla cura del corpo.
ANIMA. È il periodo giusto per dare attenzione ai vostri
affetti: non trascurate la vostra famiglia e dedicatevi senza
indugi anche alla vostra vita sentimentale. Venere vi dona
una fortissima carica erotica.
CORPO. L’ingresso di Venere nel segno vi rende meno nervosi e questo si riflette positivamente sul vostro stato
psicofisico. Dedicatevi alla meditazione o allo yoga. Le
nuove risorse energetiche vi permetteranno di affrontare
la stagione invernale a pieno ritmo.
ANIMA. Le stelle illumineranno la vostra vita amorosa: con
il partner agirete con slancio e con un pizzico di audacia,
questo non passerà inosservato, infatti sarete ricompensati
dalla persona amata che avrà in serbo per voi ardenti
sorprese.
CORPO. Non tenetevi tutto dentro: rabbia e ansia non
fanno bene al vostro apparato digerente. la curiosità vi
spingerà ad esplorare ambienti insoliti, che arricchiranno
il bagaglio culturale e allargheranno i vostri orizzonti.
ANIMA. Nuovi incontri e miglioramento delle relazioni da
Ottobre a Dicembre. Giove rende più facile la comunicazione e vi riempie di attenzioni e regalini! Per i single sono
da preferire le serate con gli amici.
CORPO. Avvertite troppo il peso delle responsabilità, non
cercate di risolvere tutto da soli. Concedetevi un pò più di
svago. La posizione positiva di Giove fa apprezzare più del
solito i piaceri della tavola e potrebbe farvi prendere qualche chilo in più.
ANIMA. Siete pronti per fare il grande passo. Cercate però
di non essere troppo impulsivi e comprendere anche le
esigenze del partner. Per i single: qualcuno potrebbe bussare alla vostra porta, ma chissà che andando ad aprire
non vi troviate di fronte una vecchia conoscenza.
CORPO. Curate la pelle attentamente. Non date troppo
peso a qualche piccolo disturbo. Notizie rassicuranti per
quanto riguarda l’ultima parte dell’anno: sani come sarete,
potrete dedicarvi con piacere all’attività fisica.
ANIMA. Dopo un periodo di tensioni, il rapporto di coppia
andrà a meraviglia, soprattutto tra le lenzuola. Se siete
liberi da legami affettivi, tenetevi pronti a dare inizio ad
un’importante storia d’amore.
CORPO. State recuperando la migliore forma fisica anche
grazie al vostro benessere psicofisico che vi dona una
energia incredibile. Mantenete una buona armonia tra
mente e corpo, con esercizi di respirazione da praticare
possibilmente all’aperto. La fine dell’anno sarà esplosiva.
47
contatti
trovamedico
In questa sezione troverai i contatti dei medici
che hanno collaborato alla
realizzazione di questo numero
Dott. Giulio Ferranti
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Roma
tel. 06 3216522
Cell. 349 6732580
E-mail: [email protected]
Dott. Fabrizio Castagnetta
Chirurgo Plastico Specializzato a San Paulo
Membro Società Brasiliana Chirurgia
Studio di Chirurgia Plastica “Dr. F. Castagnetta”
Roma, Milano, Palermo
numero verde: 800145019
Dott. Paolo Caterino,
Dott. Ortensio letizia,
Dott. Alighiero Caputo
Specialisti in Dermatologia e Venereologia
Polo di Servizi Dermatologici ASL CE 2
Via Salvatore di Giacomo • Aversa (Caserta)
Prof. Dott.ssa Maria Costantino
Docente a c. Scuola di Specializzazione
in Idrologia Medica - Università degli Studi di Parma
Presidente Ass. F.I.R.S. Thermae
(Form.ne Interdisciplinare, Ricerche e Scienze Termali)
Direttore Scientifico CE.RI.S.T.
E-mail: [email protected]
Dott. ssa Emanuela Barberio
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Centro Polispecialistico Sebastopoli • Torino
Tel. 011 3181032
Studio Medico Galeno • Catanzaro
Tel. 0967 21687
Dott.ssa Nadia Russo
Specialista in Dermatologia e Venereologia
Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale
Università di Napoli “Federico II”
Studio: Via Sedivola, 95 • Torre del Greco (NA)
Tel. 081.8816960 • 081.8815862 • [email protected]
Studio: Rione Sirignano, 9 • Napoli • Cell. 347 1922330
Dott.ssa Adriana Scozzaro
Assistente in formazione in
Ginecologia e Ostetricia
Palermo
Cell. 338 6964040
Prof. Dott. Francesco Arcanà
Specialista in Colonproctologia
Via A. Valore, 21 • Messina
Tel.: 090 662741
Fax: 090 6781760
Cell.: 335 304474
E-mail: [email protected]
Dott. Antonio Criscuolo
Chirurgia Plastica e Ricostruttiva
Napoli
Studio: Via S. Giacomo dei Capri, 144
Cell.: 338 4075793
E-mail: [email protected]
Dott. Vincenzo Battarra
Dermatologo, critico d’arte, giornalista pubblicista
Resp. U.O. Semplice a valenza dipartimentale di
Dermatologia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera
“Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta
Cell.: 335 40209
E-mail: [email protected]
Francesco Buccaro
[email protected]
Maria Grazia Serpe
Insegnante Istituto Tilgher - Ercolano (NA)
[email protected]
Piero Falanga
www.uncuocoincasa.it
Antonio galli
[email protected]
48
rectalgan è di ausilio
nelle patologie croniche,
come emorroidi, ragadi anali,
fistole perianali e dopo
interventi di chirurgia proctologica