Anno 01 Num. 01
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Anno 01 Num. 01
MEDIMIA MAGAZINE - Bimestrale - Ottobre 2010 - Periodico a diffusione gratuita - Anno 1 n° 1 - Reg. n° 4 del 21/06/2010 Tribunale di Torre Annunziata Rivista di Medicina, Attualità, Cultura “aiuto dottore, sto perdendo i capelli” dermoscopia: prevenzione dei tumori cutanei 4 dermatologia: PMEI 8 ultherapy: un lifting senza bisturi 30 musicoterapia: guarire a suon di note 35 FOCUS 21 termalismo: cura & benessere viaggi: ischia e palestina 37 i professionisti della purezza e della bellezza acido ialuronico idratante e rigenerante soluzioni in dermatologia acido glicolico micropeeling chimico-fisico sommario editoriale cure termali e idroterapia pag 3 dermatologia prevenzione del melanoma pag 4 4 PMEI pag 8 la caduta dei capelli pag 10 ginecologia papillomavirus pag 13 chirurgia plastica mastoplastica additiva pag 16 in viaggio ischia, un mare di benessere pag 37 saperi & sapori coniglio all’ischitana pag 39 racconti dalla palestina FOCUS termalismo: cura & benessere pag 21 ulthera ringiovanire senza bisturi pag 30 colonproctologia stitichezza nel bambino pag 33 musica guarire a suon di note pag 35 pag 40 arte genius loci pag 43 tecnologia google health pag 44 eventi corsi & congressi pag 46 anima & corpo le stelle consigliano... pag 47 35 contatti cerca il medico pag 48 40 editoriale cure termali, benessere in vacanza C ari lettori, prima di affrontare insieme il tema di questo numero, corre l’obbligo di ringraziare tutti voi per l’affetto e l’interesse che avete mostrato in occasione della prima uscita della rivista. Le numerose mail pervenute in redazione e le migliaia di visite al portale web medimia.it sono la testimonianza di un consenso inatteso ma di certo cercato. Questo ci inorgoglisce ma, senza dubbio, ci carica di un forte senso di responsabilità di fronte al quale non possiamo e non vogliamo sottrarci. Ma veniamo al punto. Il “focus” di questo numero tratta di termalismo. E lo facciamo insieme alla professoressa Maria Costantino, una delle massime esperte del campo. Quando parliamo di cure termali non sempre ci rendiamo conto che facciamo riferimento ad una vera e propria scienza medica. Per molti di noi, le terme rappresentano solo una valida alternativa alle più classiche vacanze al mare. Un modo come un altro per rilassarsi dai ritmi infernali della città e ritemprarsi tra sorgenti sulfuree e massaggi. La mancanza di una cultura termale è alla base di un velato scetticismo alimentato nel tempo persino da una parte della comunità scientifica. Ma negli ultimi anni, come ha sottolineato la professoressa Costantino nello speciale di questo numero, la medicina termale ha avuto un forte impulso scientifico “passando dall’empirismo alla validazione scientifica della terapeuticità delle acque termali.”, acque sulle quali vengono effettuati test di laboratorio, studi clinici e sperimentazioni alla stregua dei farmaci “convenzionali”. Insomma, nulla a che vedere con l’acqua del rubinetto: l’acqua termale è una fonte (è il caso di dirlo) dalle incredibili potenzialità terapeutiche, molte delle quali ancora in via di sperimentazione. La professoressa Costantino - alla quale va il nostro personale ringraziamento - ha recentemente presentato i risultati di uno studio sulla psoriasi nel convegno internazionale di Parigi. Risultati che dimostrano l’efficacia delle cure termali, soprattutto quando alla base vi è un approccio clinico. Tale argomento non poteva non influenzare la nostra rubrica “in viaggio”, dedicata all’isola di Ischia. Ivi le cure termali sono solo uno dei tanti motivi per i quali vale la pena trascorrere un soggiorno nell’isola che ha incantato poeti e filosofi di ogni epoca. Gli odori della terra si integrano con i sapori della gastronomia, in un connubio osmotico di natura e cultura. A questo punto, non resta che tuffarvi tra le parole e immergervi in una sana e avvincente lettura. Pasquale Malvone [email protected] anno I n° 1 registrazione n° 4 del 21/06/2010 presso il tribunale di torre annunziata direttore responsabile pasquale malvone coordinatore scientifico mario sannino redazione scientifica vittorio berruti giovanni cannarozzo alfonso carotenuto paolo caterino luigi cuoco gioacchino listro grazia primavera nadia russo p. patrizio sarnataro mario tedesco mario trerè lidia triassi marina vaccaro g. fabio zagni redazione cultura antonio galli ubaldo grimaldi mykola holyutyak luca catello sannino marco sannino serena sannino coordinamento grafico antonio di rosa vincenzo pinto fotografia luigi caterino agenzie fotografiche fotolia mg group editore EPS srl stampa grafica metelliana cava dè tirreni (sa) direzione e amministrazione EPS srl isola 7, lotto 759 cis di nola (na) tel. +39 081 5109495 fax +39 081 5109486 www.medimia.it [email protected] L’autore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonchè per eventuali omissioni o inesattezze delle fonti delle immagini riprodotte nel presente numero dermatologia giulio ferranti specialista in dermatologia dermoscopia: prevenzione del melanoma immagine dermoscopica e lesioni pigmentate rappresentano un capitolo significativo della disciplina dermatologica, essenzialmente per due ordini di motivi: il primo è rappresentato dalla molteplicità degli aspetti morfologici che possono assumere le varie lesioni melanocitarie; il secondo dalla difficoltà interpretativa di tali lesioni sia da parte dei pazienti che da parte del medico curante. Queste difficoltà impongono un’attenta osservazione clinica ed un’attenta valutazione anamnestica, in quanto è fondamentale conoscere la storia naturale della lesione osservata. In particolare L 4 una lunga storia clinica ed una evoluzione estremamente lenta nel tempo, nonchè una disposizione grossolanamente simmetrica della lesione, depongono per una diagnosi di benignità, prescindendo dall’aspetto strettamente morfologico della manifestazione che spesso pone cospicui problemi di diagnosi differenziale con patologie maligne. Tra le lesioni melanocitarie è opportuno ricordare la discreta frequenza (1:100) dei nevi congeniti, in genere di piccole dimensioni (non superiori ad 1 cm). Tali nevi non sembrano avere un significativo rischio di degenerazione maligna rispetto ai nevi comuni acquisiti. Viceversa i nevi congeniti giganti (diametro superiore a 10 cm) presentano un maggior rischio di evoluzione maligna. Capitolo importante è quello dei nevi acquisiti che sono presenti costantemente sulla cute della razza caucasica. In genere insorgono durante l’adolescenza per accrescersi durante la giovinezza ed i criteri clinici di giudizio sono ormai patrimonio conoscitivo di qualunque specialista. Infatti una lesione simmetrica, con bordi regolari, colore omogeneo e di dimensioni contenute (non superiori a 6 mm), può essere conside- dermatologia dermoscopia: prevenzione del melanoma rata ragionevolmente appartenente ad una categoria di benignità. Quando questi criteri morfologici non vengono rispettati la lesione melanocitaria si può definire atipica. Quest’ultima categoria insorge in età più avanzata (dopo la pubertà) ed in genere presenta dimensioni piuttosto grandi (costantemente superiori a 5mm). Il colore è variegato ed i bordi irregolari. A volte solo un esame istologico può proporre una diagnosi adeguata. Il corrispettivo maligno del nevo è il melanoma. Esso si presenta generalmente come una macula nerastra irregolare tendente all’accrescimento centrifugo. Naturalmente esistono forme più subdole che assumono colorazioni inconsuete, infatti alcune neoplasie assumono colorazione rossastra ovvero appaiono ipopigmentate o completamente acromiche. Anche la forma può essere inconsueta assumendo un aspetto cupoliforme o decisamente nodulare-polipoide. In queste forme è frequente l’ulcerazione. Considerando melanoma maligno cutaneo in donna di 45 anni immagine dermoscopica le tante difficoltà diagnostiche sovra- del pigmento melanico. esposte, è di grande aiuto l’utilizzo delle In particolare possiamo ricordare che il indagini dermoscopiche per una più af- pattern reticolare identifica in genere fidabile proposta diagnostica. una lesione melanocitaria, contrasseL’applicazione di tale tecnica rende pos- gnata da proliferazione superficiale degli sibile l’osservazione di strutture morfo- elementi cellulari che si sviluppa prevalogiche più profonde, grazie alla capacità lentemente a livello giunzionale, mentre dei vari pigmenti di assorbire o riflettere l’interessamento del derma è estremauna luce incidente. mente limitato. Viceversa nel pattern Per rendere riproducibile e, quindi, scien- globulare, i melanociti, aggregati in tetificamente valida tale indagine, si sono che, si localizzano a livello del derma codificati numerosi pattern che, in gene- papillare. Non è infrequente che i patre, identificano delle lesioni ben deter- tern possano associarsi fra loro e, in tal minate o, comunque, possono essere caso, si parla di pattern composto. Mencorrelati con il quadro istologico che ri- tre l’associazione di almeno tre pattern, mane il gold standard di ogni criterio uno dei quali deve però riferirsi ad un diagnostico. Entrando nello specifico si pattern reticolare atipico, identifica la sono codificati alcuni pattern definiti forma multicomponente, altamente globali che prendono in considerazione evocativa di melanoma. A volte non si l’aspetto morfologico nel suo inidentificano specificatamente sieme e possono identificare degli elementi costitutivi la localizzazione prevala struttura del nevo, lente della proliferain tal caso ci troOgni anno in Italia zione melanocitaviamo di fronte vengono diagnosticati ria e la profondità ad un pattern circa 7000 nuovi casi di melanoma maligno, di questi circa 1.500 perdono la vita a causa di questo tumore, che può essere curato se diagnosticato in tempo attraverso un semplice esame: la dermoscopia. dopo trattamento chirurgico 5 dermatologia dermoscopia: prevenzione del melanoma omogeneo, costantemente presente nel nevo blu. Strettamente correlato alla sede di insorgenza è il pattern parallelo, in quanto è costantemente reperibile a livello delle aree palmo-plantari. Di recente si è identificato fra i pattern globali la forma “starburst”, correlabile con nevo di Spitz pigmentato (nevo di Reed). Le lesioni angiomatose sono, invece, identificate da un pattern lacunare che sottende i vari tipi di angioma. Questi parametri morfologici completano la diagnostica dermoscopica dopo l’identificazione del pattern globale. In linea di massima grande rilievo ha il parametro rete pigmentaria: è opportuno giudicare la morfologia delle linee e la regolarità degli spazi, questi aspetti correlano significativamente con il grado di atipia della lesione melanocitaria che viene maggiormente aggravata dalla presenza di pseudopodi e di strie che si associano ad una progressione radiale della lesione. Tale aspetto si riscontra 6 frequentemente nei melanomi a diffusione superficiale. Anche la fibrosi del derma, associata o meno alla presenza di melanofagi, ha un riscontro demoscopico. Infatti i veli, la depigmentazione e le aree similcicatriziali sono indicative del fenomeno della regressione. Naturalmente anche la pigmentazione della lesione ha rilevanza nel formulare un giudizio diagnostico. Tale parametro può identificare melanina degli strati più superficiali dell’epidermide, ovvero una pigmentazione diffusa correlata ad una massiccia proliferazione melanocitaria interessante il derma in gran parte del suo spessore. Anche neoformazioni non melanocitarie possono giovarsi della dermatoscopia. A titolo di esempio possiamo indicare gli sbocchi similcomedonici e le pseudo-cisti, fortemente evocative di cheratosi seborroica e le aree a foglia d’acero correlabili con il carcinoma basocellulare. Più recente- mente è stato ben codificato anche il pattern vascolare che ha permesso di giudicare anche lesioni non-pigmentate. In particolare i melanomi acromici mostrano spesso pattern vascolari piuttosto specifici che ne permettono una corretta diagnosi. Naturalmente in alcune sedi topografiche particolari (palmo-plantari, viso, mucose, etc. ), i quadri dermoscopici assumono aspetti particolari e specifici, comunque certamente utili per completare ed integrare un accurato esame clinico. In conclusione, le tante variabili clinico-dermoscopiche ricordate, rendono particolarmente importante la conoscenza di questa tecnologia che migliora significativamente la percentuale dell’accuratezza diagnostica (circa il 30% rispetto al solo esame clinico). Tuttavia è comunque necessario associare all’indagine strumentale quel bagaglio di conoscenze che deve essere patrimonio indispensabile dello specialista dedicato. dermatologia ortensio letizia, alighiero caputo, paolo caterino dottori in dermatologia e venereologia pigmentazione maculosa eruttiva idiopatica I l primo caso è stato osservato nel febbraio 2004 in un adolescente di anni 15. A circa due mesi dall'insorgenza di una manifestazione esantematica poco marcata, tipo pitiriasi rosea di gibert, localizzata prevalentemente sul tronco e risoltasi spontaneamente entro una decina di giorni, presentava persistenza di pigmentazioni maculari o reticolari più o meno evidenti sulla cute della porzione prossimale degli arti, dell’addome e del dorso. Il colore delle lesioni era marrone - grigiastro; ad esse non si accompagnava alcun altro sintomo (foto1). Il paziente è stato seguito fino a metà luglio 2004: presentava progressiva attenuazione delle macule, ma non ancora completa regressione. La guarigione clinica è stata osservata solo a fine settembre, dopo un lungo periodo di elio e balneoterapia marina. Il secondo caso, osservato nell’aprile 2004 riguardava un adulto trentaseienne. Lamentava lesioni maculari presenti 8 da circa quattro mesi; un lieve eritema anulare, non accompagnato da altri sintomi soggettivi, aveva preceduto l’insorgenza delle macule, ma era durato solo pochi giorni, per essere ben presto sostituito da una pigmentazione marrone grigiastra. L'insorgenza delle chiazze è stata quasi contemporanea ed è restata limitata al tronco; la cute all'interno delle chiazze appariva lievemente atrofica e depressa. Gli arti e il volto erano indenni (foto 2a, 2b). L’esame istologico mostrava un aumento della pigmentazione nello strato basale e la presenza di numerosi melanofagi dermici. Il terzo caso era una donna di anni 65; veniva alla nostra osservazione nel febbraio 2007. Da circa tre mesi aveva notato l’insorgenza, alle regioni sottomammarie e alle altre grandi pieghe corporee, di chiazze brunastre asintomatiche, non tendenti alla coalescenza e nettamente distinte, anche se alcune più grandi. Erano insorte contemporaneamente, senza eritema preliminare apprezzabile. In qualche chiazza i limiti della pigmentazione erano sfumati, il che rendeva più difficile la differenziazione dalla dermatite cinerea, tuttavia le lesioni erano pur sempre distinte e non confluenti (foto 3a, 3b, 3c). Il quarto caso era stato osservato nel settembre 2009, una ragazza di anni 17 presentava da circa tre mesi chiazze di cute iperpigmentata, atrofica, lievemente depressa rispetto ai piani circostanti in regione lombare sinistra (foto 4a), soprascapolare sinistra (foto 4b) e al collo (foto 4c). Le lesioni erano state precedute da moderato eritema a sfumatura violacea. Preceduta da numerose osservazioni europee, pubblicate sotto nomi diversi, la Pigmentazione maculosa eruttiva idiopatica è stata descritta sotto questo nome nel 1978 da Degos. La dermatosi compare generalmente in età infantile o adolescenziale, ma non è di pertinenza esclusiva della dermatologia pediatrica. L’eruzione disseminata dermatologia pigmentazione maculosa eruttiva idiopatica sul dorso, sul collo o, più raramente, sulla faccia anteriore del tronco e sugli arti è composta di chiazze ovalari da 5 a 25 mm di diametro, che non formano mai, per coalescenza, macchie estese come nella Dermatosi cinerea(foto dd 1,2 derm cinerea). Le macule pigmentarie hanno una colorazione omogenea, grigio-ardesia, talora marrone chiaro o con sfumature viola; sono piane, non pruriginose, non si modificano dopo lo sfregamento, non si accompagnano ad altri sintomi. Dopo una fase iniziale d’estensione, divengono stabili e lentamente si risolvono; in alcuni casi, nettamente attenuate, sono state osservate anche dopo quattro anni. L’eruzione talora è preceduta, come nei nostri casi, da una dermatosi che ricorda la Pitiriasi Rosea di Gibert. L’istologia non è specifica e mostra talora un’incontinenza pigmentaria dermica, eccezionalmente un aspetto lichenoide. L’eziologia della PMEI resta sconosciuta. L’aspetto clinico può evocare una mastocitosi, ma le lesioni non divengono mai pomfoidi dopo sfregamento. Si può anche pensare a delle ecchimosi in risoluzione (bimbi picchiati) oppure alle macule cerulee che compaiono in corso di ftiriasi cronica, o ad un lichen pigmentoso. La PMEI non è eccezionale e va ricordata davanti a lesioni maculari, asintomatiche, a lenta risoluzione. caso 1 foto 1 caso 2 foto 2a foto 2b caso 3 foto 3a foto 3b foto 3c foto dd 1,2 derm cinerea caso 4 foto 4a foto 4b foto 4c 9 dermatologia emanuela barberio specialista in dermatologia e venereologia aiuto dottore, st0 perdendo i capelli! I l problema della perdita dei capelli è sempre particolarmente sentito dal paziente, uomo o donna che sia, essendo legato tanto a una condizione più o meno francamente patologica quanto a una modifica peggiorativa dell’immagine di sé. Inoltre, avendo ormai tanta parte l’estetica nella percezione del benessere psico-fisico (e quindi dello stato di salute), non raramente una caduta importante dei capelli influisce in modo significativo e determinante sull’umore del paziente, a volte latentizzando o acuendo dei veri stati depressivi. Il dermatologo si trova pertanto a fronteggiare un problema tanto frequente quanto complesso, potendosi riconoscere, nella sua genesi, fattori determinanti che vanno dall'ambito dermatologico, a quello internistico-endocrinologico, a quello psicosomatico. A scopo riassuntivo la caduta dei capelli può essere ricondotta a due condizioni principali: • Effluvium viene definito il processo di perdita uniforme dei capelli, ed é quasi sempre una condizione reversibile; • Alopecia é invece l’assenza o riduzione visibile del numero di peli e capelli nelle aree in cui sono normalmente presenti. Si distingue tra alopecia localizzata e diffusa. Nell’alopecia i follicoli possono essere conservati, ridotti di dimensione, o sostituiti da cicatrice (nelle più rare forme cicatriziali), il che implica approcci terapeutici diversi, ma soprattutto, prognosi nettamente differenti. L’effluvium, anche detto semplicemente defluvium, può essere ulteriormente identificato sulla base dello stadio di crescita del capello. Non tutti sanno in10 fatti che il capello, come qualsiasi elemento vivente, ha il suo ciclo di crescita, sviluppo e involuzione, identificabile in due fasi principali: anagen (la crescita e lo sviluppo) e telogen (l’involuzione). La possibilità di riconoscere lo stadio in cui il capello si trova é dato principalmente dal tricogramma: un sistema di analisi della struttura microscopica del capello che ne consente la valutazione di fase, effettuabile rapidamente e con un minimo disagio per il paziente nei centri specializzati che lo propongono. Lo stadio al quale il capello si trova al momento della caduta rende la misura della gravità dell’evento che ne ha provocato la caduta: se in fase anagen (cioé di crescita) significa che l’insulto è talmente importante da coinvolgere anche i capelli perfettamente vitali (è il caso dei farmaci usati in chemioterapia). Il capello in telogen è invece un capello in fase quiescente, quindi prossimo alla caduta fisiologica, per cui anche insulti di piccola e media gravità possono accelerarne il processo involutivo. È quello che accade in seguito a infezioni febbrili, alterazioni ormonali (per esempio, tipicamente dopo un parto o in menopausa), o stadi francamente patologici dermatologia aiuto dottore, sto perdendo i capelli come alterazioni tiroidee o neoplasie. La condizione più comune responsabile del telogen effluvium è, tuttavia, la carenza di ferro (anemia) o di nutrienti essenziali non introdotti con l’alimentazione (come accade per alcuni aminoacidi e vitamine, per esempio a seguito di diete drastiche). Anche l’alopecia riconosce due sottoinsiemi principali: l’alopecia areata, caratterizzata da piccole o grandi chiazze ben delimitate di calvizie, e l’alopecia universale, in cui la perdita dei capelli è totale, quasi sempre associata a perdita dei peli corporei. Le cause rimangono a tutt’oggi un grande mistero: sono stati ipotizzati fenomeni autoimmunitari, ma i riscontri reali dell’ipotesi rimangono pochi. In effetti, alopecia areata e alopecia universale possono convertirsi l’una nell’altra, cosicché è possibile tanto un aggravamento della forma areata verso quella universale, tanto un miglioramento di entrambe: tuttavia il fenomeno è quasi sempre imprevedibile. In tutti i casi, è importante sottolineare che non si tratta assolutamente di patologie irreversibili: non sono rari i casi in cui la ricrescita sia avvenuta spontaneamente o a seguito di brevi cicli di terapia. In circa un terzo dei pazienti si ha una ricrescita in sei mesi, e in un altro terzo nei sei mesi successivi. L’alopecia androgenetica, meglio nota come calvizie maschile, occupa infine una fetta consistente delle richieste diagnostico-terapeutiche avanzate al dermatologo. Pur non essendo di fatto una patologia, rappresenta una condizione invalidante per il vissuto del paziente, spesso giovane. Le cause sono spesso di natura ereditaria, quindi geneticamente determinate. Nondimeno un intervento precoce e mirato consente di ritardare il processo involutivo del capello e rispondere in modo soddisfacente alla richiesta del paziente. Diagnosi La diagnosi può essere effettuata clinicamente e, nei casi dubbi, ricorrendo all’analisi del capello tramite tricogramma. Il tricogramma può mostrare una distribuzione normale o un aumento dei capelli in telogen nei casi a lenta terapia) con cortisonici per cicli molto progressione. In alcuni casi possono es- ridotti (tre sedute al massimo), seguiti sere effettuati una serie di esami emato- da cicli di mantenimento con biostimochimici volti a identificare qualche pato- lanti, rimane uno dei trattamenti più logia autoimmunitaria sottostante (sono raccomandati. talvolta associati all’alopecia patologie Negli Stati Uniti ne viene raccomandato a carico della tiroide o, in alcune forme l’utilizzo anche nella zona delle sopracdi defluvium, a carico delle ovaie), tutta- ciglia. Meno invasivo, ma anche meno via nella maggior parte dei casi, e in as- soddisfacente in termini di risultati, è senza di sintomi riferibili ad altre pato- l’applicazione locale di cortisonici in crelogie, tali esami risultano del tutto ma o in lozione, oltre all’uso delle classinegativi. che lozioni stimolanti a base di minoxiTerapia dil. In centri specializzati è possibile Come già detto, il defluvium è un proble- inoltre effettuare la cosiddetta PUVAma solitamente transitorio, per cui la terapia: trattamento che prevede terapia può essere basata su alcuni pa- l’irradiazione del cuoio capelluto con rafarmaci di ausilio, come vitamine e raggi ultravioletti di tipo A, in associaziointegratori di sali minerali, oltre che su ne a specifici farmaci da assumersi per lozioni a base di minoxidil a via orale: anche in questo caso, tuttavia, concentrazioni vala risposta è variabile e non preriabili o altre sovedibile. L’uso di farmaci imstanze (rubemunosoppressori per uso facenti) ad locale come il DNCB o il uso locale. dibutilestere dell’acido Ottimi risquarico è attualmente sultati si molto controverso. ottengoContro l’alopecia anno con la drogenetica, contraUn consulto mesoteriamente a quanto si dermatologico rapia del crede, il dermatologo cuoio cadispone oggi di una può offrire pelluto: tecserie ampia di farmaci, risposte risolutive nica eseguita che vanno dai già citati per al problema da personale uso locale agli integratori medico in centri specifici, all’unico presidio farspecializzati che prevede macologico dedicato (finasteride) l’infiltrazione di piccole quantità di bio- attivo contro la componente ormonale stimolanti in cicli settimanali da ripetersi locale che, a fronte di insignificanti o per circa due mesi. Si tratta di una tecnica nulli effetti collaterali consente un buon molto semplice e rapida, poco o per nulla controllo della caduta e una significativa dolorosa che offre una valida alternativa ricrescita di una percentuale significativa quando i più comuni presidi terapeutici, di casi. In conclusione il dermatologo ha topici e sistemici, non abbiano dato ri- oggi a disposizione una serie di presidi sultati soddisfacenti. Le terapie proposte molto validi per il trattamento delle varie per il trattamento dell’alopecia areata forme di defluvium e buone possibilità sono molte: il che rende ragione della di trattamento anche dell’alopecia. Un variabilità di risposta di ogni paziente. consulto dermatologico che miri al ricoLe terapie per via orale prevedono prin- noscimento, ove possibile, dell’evento cipalmente l’uso di cortisonici ad alte scatenante e alla proposta dell’iter teradosi per brevi periodi, ma con risultati peutico più idoneo, unito alla costante non sempre soddisfacenti e rischio di collaborazione del paziente, possono recidiva alla sospensione del farmaco. A offrire risposte di sicuro miglioramento, livello locale la terapia infiltrativa (meso- quando non del tutto risolutive. 11 antiandrogeno naturale a base di serenoa repens http://emporio.valderma.it www.valderma.it formula bilanciata multivitaminica e multiminerale a lento rilascio ginecologia adriana scozzaro specializzanda in ginecologia papillomavirus controlli e vaccino per prevenirlo ormai certo da anni che alla base di alcuni tumori genitali, quali quelli a carico del collo dell’utero, della vagina, della vulva, del pene e dell’ano vi è un virus: il Papillomavirus umano. Esistono oltre 120 diversi tipi di Papillomavirus in natura ma di questi alcuni vengono considerati virus ad alto rischio oncogeno, ovvero virus che hanno la capacità, una volta presenti nell’organismo umano, di determinare a distanza anche di 25/30 anni, il tumore. Il carcinoma cervicale, infatti, è il primo cancro a essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile ad un’infezione. Oltre ai virus ad alto rischio oncogeno, vi sono quelli a basso rischio, che sono stati associati a lesioni benigne quali i condilomi anogenitali. È L’infezione da HPV è molto frequente nella popolazione: si stima infatti che oltre il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita con un virus HPV, con un picco di prevalenza nelle giovani donne fino a 25 anni di età. La storia naturale dell’infezione è fortemente condizionata dall’equilibrio che si instaura fra ospite e agente infettante. Esistono infatti tre possibilità di evoluzione dell’infezione da HPV: regressione, persistenza e progressione. La maggior parte (70-90%) delle infezioni da Papillomavirus è transitoria, perché il virus viene eliminato grazie all’azione del sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. La persistenza dell’infezione virale è invece la condizione necessaria per l’evoluzione verso il carcinoma. L’acquisizione di un genotipo virale ad alto rischio aumenta la probabilità di infezione persistente. In questo caso si possono sviluppare lesioni precancerose che possono poi progredire fino al cancro della cervice. La probabilità di progressione delle lesioni è correlata anche ad altri fattori, quali l’elevato numero di partners sessuali, il fumo di sigaretta, l’uso a lungo termine di contraccettivi orali, e la co-infezione con altre infezioni sessualmente trasmesse. Generalmente il tempo che intercorre tra l’infezione e l’insorgenza delle lesioni precancerose, cioè quelle lesioni che se lasciate indisturbate possono portare al carcinoma, è di circa cinque anni, mentre la latenza per l’insorgenza del carcinoma cervicale può essere di decenni. Per questo, la prevenzione del carcinoma è basata su programmi di screening (moni13 ginecologia papillomavirus: come prevenirlo toraggio periodico), che consentono di identificare le lesioni precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma. Nella fattispecie lo screening per il carcinoma del collo dell’utero consiste nell’esecuzione periodica del Pap test (”striscio” o esame citologico cervicovaginale). Il Pap test o striscio è un esame che viene effettuato previa introduzione di uno speculum in vagina, evidenziando il collo dell’utero. Una volta evidenziato il collo e l’orificio uterino esterno, viene passata una spatolina di legno a livello di tale orificio, poi una sorta di spazzolina all’interno dell’orificio così da “prelevare” delle cellule che vengono via grazie al naturale processo di esfoliazione di tutti gli epiteli. La spatola e la spazzolina vengono strisciate su un vetrino, questo poi fissato ed inviato ad un anatomopatologo per essere esaminato. Nonostante i programmi di screening, il cancro del collo dell’utero rappresenta ancora oggi la seconda causa di morte in Europa per tumore tra le giovani donne tra i 15 e i 44 anni, dopo il tumore al seno. Soltanto in Italia ogni anno muoiono circa 1500 donne: 4 ogni giorno. Nonostante il dimostrato successo dello screening, si stima che circa il 50% delle donne con diagnosi di carcinoma della cervice uterina non aveva eseguito il Pap test l’anno precedente la diagnosi e un altro 10% non lo aveva fatto negli ultimi 5 anni prima della diagnosi. I nuovi orientamenti per la gestione clinica dello screening citologico cervicale raccomandano di proporre alla donna uno screening che dovrebbe iniziare a 21 anni. Dai 21 ai 29 anni lo screening è raccomandato con un intervallo di 2 anni. Dai 30 anni in poi, le donne che hanno avuto per tre volte consecutive esiti negativi possono effettuare lo screening con un intervallo di 3 anni. Nelle donne con più di 30 anni è appropriato associare alla citologia il test HPV DNA. È buona norma comunque effettuare il Pap test dall’età di inizio dei rapporti sessuali. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening, l’adesione ai programmi organizzati di screening della cervice è andata aumentando nel tempo. Nel 2004, questi programmi hanno infatti avuto come popolazione target il 64% delle donne italiane di 25-64 anni, rispetto al 16% nel 1998. L’adesione all’invito resta però insufficiente (38%), se confrontata con i livelli raccomandati dalle linee guida europee e dalla Commissione oncologica nazionale (85% del target). Esistono inoltre importanti variazioni geografiche di adesione all’invito, con un trend in decremento da Nord a Sud (46% al Nord, 36% al Centro, 24% al Sud). Molte donne, tuttavia, effettuano il paptest pur non aderendo a programmi di screening organizzato. Dallo Studio Passi risulta infatti che il 78% delle donne in età da screening ha eseguito almeno un Pap-test a scopo preventivo e che circa il 70% lo ha effettuato negli ultimi 3 anni. Dal 2004 esiste una nuova possibilità di prevenzione del tumore del collo dell’utero, la vaccinazione. Esistono due vaccini antipapillomavirus, uno bivalente (protegge contro i tipi ad alto rischio 16 e 18 di HPV) ed uno tetravalente (protegge contro i tipi a basso rischio 6 e 11 e ad alto rischio 16 e 18). Entrambi i vaccini vengono somministrati in 3 dosi per via intramuscolare (a 0,1 e 6 mesi il bivalente, a 0,2 e 6 mesi il tetravalente). Entrambi i vaccini non contengono virus intero e non possono quindi in nessun caso causare infezioni o malattie. I vaccini antipapillomavirus, infatti, vengono considerati vaccini di nuova generazione in quanto sono ottenuti mediante tecniche di ingegneria genetica e contengono solo particelle dell’involucro esterno del virus. Una volta introdotte nell’organismo, il sistema immunitario viene preso in giro. Solo raramente possono verificarsi lievi effetti collaterali comuni a tutti i vaccini, come ad esempio un leggero rossore o prurito al sito di iniezione, o qualche linea di febbre di breve durata. In Italia, la campagna è stata avviata da tutte le Regioni e le Province autonome, dalla fine del 2008 il vaccino è stato offerto gratuitamente a tutte le dodicenni. Alcune regioni lo hanno proposto gratis o a prezzi agevolati anche ad altre fasce d’età. La vaccinazione prima dell’inizio dei rapporti sessuali è particolarmente vantaggiosa perché induce un’efficace protezione prima di un eventuale contagio con l’HPV. È preferibile una somministrazione in età adolescenziale, quando c’è la migliore finestra vaccinale con la migliore risposta anticorpale. Oggi la vaccinazione viene consigliata comunque a donne fino ai 44 anni. Se si è venuti a contatto con uno dei genotipi virali presenti nel vaccino, quest’ultima può comunque essere utile nei confronti degli altri genotipi verso cui garantisce la protezione. Va tenuto presente comunque che il vaccino è preventivo e non curativo, pertanto non è attivo contro le infezioni da HPV, le lesioni cervicali o i condilomi già presenti e che la donna sottoposta a vaccinazione venga comunque e regolarmente sottoposta a Pap test, seguendo regolarmente il programma di screening. 15 chirurgia antonio criscuolo specialista in chirurgia plastica chirurgia plastica: mastoplastica additiva a mastoplastica additiva, più comunemente nota come chirurgia di aumento del volume del seno, è uno degli interventi maggiormente richiesti in chirurgia estetica. La mastoplastica additiva consente di modificare la forma e le dimensioni di un seno troppo piccolo o di correggere un'asimmetria mammaria migliorando l'armonia del corpo e il proprio senso di autostima. L'intervento è indicato per le donne che desiderano: • Rendere più proporzionato e voluminoso il proprio seno rispetto al corpo. • Ridare forma e volume ad un seno che si è sciupato con la gravidanza e l'allattamento. • Correggere un'asimmetria mammaria, cioè migliorare una differenza di volume tra le due mammelle. Non esistono limiti di età per sottoporsi a questo tipo di intervento, ma è preferibile attendere il completo sviluppo del seno che avviene generalmente intorno alla maggiore età. La mastoplastica additiva può essere eseguita da sola o in associazione ad altre tecniche chirurgiche quali la mastopessi, l’addominoplastica, la liposuzione o altri interventi di chirurgia estetica. La chirurgia di aumento del seno è una procedura chirurgica abbastanza semplice che dà in genere ottimi risultati, di grande soddisfazione sia per la paziente L 16 che per il chirurgo che la esegue. Molte migliaia di mastoplastiche additive vengono eseguite ogni anno con successo in tutto il mondo. Occorre però non sottovalutare la natura e i rischi di un intervento chirurgico e non cedere alla tentazione di rivolgersi a medici non specialisti che offrono prestazioni a prez- zi relativamente modici in strutture non autorizzate (centri estetici, ambulatori, ecc.), perchè si tratta comunque di un intervento chirurgico serio, dove le complicanze sono rare ma possono accadere ed essere agevolmente superate solo se l'intervento è eseguito da uno specialista in chirurgia plastica all'interno di strut- chirurgia mastoplastica additiva ture debitamente autorizzate. Una possibile complicanza della mastoplastica additiva è la cosiddetta contrattura capsulare (o "rigetto della protesi") che deriva dalla reazione dell'organismo all'introduzione di un corpo estraneo. La contrattura capsulare consiste nella formazione di una cicatrice (o "capsula") tutto intorno alla protesi che può, col tempo, provocare dolore e compromettere il risultato estetico dell'intervento. Raramente si possono verificare infezione, ipersensibilità o iposensibilità dell'areola o del capezzolo, dislocazione della protesi o formazione di pliche cutanee intorno all'impianto. Per ridurre i rischi di complicanze è comunque fondamentale seguire esattamente i consigli e le istruzioni che vi darà il chirurgo prima e dopo l'intervento. Le fumatrici dovrebbero diminuire l'uso di sigarette perchè il fumo può aumentare il rischio di complicanze e ritardi di guarigione. La mastoplastica additiva è un intervento molto personalizzato che, come tale, necessita di un'accurata visita specialistica. Durante la prima visita il chirurgo dovrà valutare la forma e le dimensioni del seno, dell'areola e del capezzolo e illustrarvi le possibili modificazioni di forma e di volume che la più moderna tecnica chirurgica mette a disposizione caso per caso. Il chirurgo dovrà inoltre valutare lo stato di salute per escludere la presenza di alterazioni (quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione) che potrebbero influire sul risultato finale dell'intervento. Prima dell'intervento è importante dare istruzioni precise sull'alimentazione pre e postoperatoria, sull'assunzione di farmaci, alcool e sigarette. La protesi. Al termine della visita il chirurgo, d'accordo con la paziente, sceglierà la tipologia di protesi da utilizzare, la via di accesso più indicata (periareolare, dal solco sottomammario o dalla via ascellare) e il posizionamento corretto dell'impianto (sottoghiandolare, dual plane o sottomuscolare). Le protesi utilizzate nella chirurgia di aumento del seno sono costituite da un involucro esterno di silicone e da un contenuto interno che può essere di gel di silicone o di soluzione fisiologica. Altre sostanze utilizzate in passato, come olio di soia o altro, sono state progressivamente abbandonate. A seconda della forma del seno che il chirurgo plastico vuole ottenere si può scegliere una protesi rotonda oppure una protesi con profilo anatomico o a goccia. Esternamente, le protesi mammarie possono essere a superficie liscia oppure a superficie rugosa (testurizzate). Le protesi a superficie liscia hanno un rivestimento leggermente più morbido ed è meno probabile che vengano percepite La mastoplastica additiva consente di modificare forma e dimensioni di un seno piccolo oppure di correggere un asimmetria mammaria, migliorando armonia del corpo e senso di autostima 17 chirurgia mastoplastica additiva al tatto, anche se posizionate sotto la ghiandola mammaria. Le protesi testurizzate sono invece un po' più rigide ma oggi più utilizzate delle lisce perchè danno minore "rigetto" (cosiddetta contrattura capsulare) una volta inserite nella regione mammaria. L'impianto di protesi mammarie non provoca né aumenta l'incidenza di tumore al seno, di malattie autoimmuni o di malattie del tessuto connettivo. Anzi, è stata recentemente dimostrata una minore incidenza di tumore mammario in donne portatrici di protesi mammarie. La maggior parte delle case produttrici garantiscono le protesi mammarie per circa dieci anni, dopodichè consigliano la loro sostituzione per evitare eventuali deformazioni o sgonfiamenti delle protesi dovuti all'uso prolungato delle stesse. La sostituzione delle protesi può essere una questione di scelta personale (nel caso si voglia cambiare il tipo o la dimensione della protesi) o una necessità dovuta all'insorgere di complicanze (es. contrattura capsulare) e può avvenire a distanza di pochi anni o dopo 10-20 anni dall'intervento chirurgico. L’intervento. Le vie di accesso maggiormente utilizzate nella chirurgia di aumento del seno sono dall'areola, dal solco sottomammario oppure dalla regione ascellare. Le incisioni sono poco visibili in quanto rimangono nascoste, rispettivamente, lungo il contorno dell'areola o nelle pieghe cutanee dell'ascella o della mammella. Le protesi mammarie possono essere posizionate al di sotto del muscolo grande pettorale oppure al di sotto della ghiandola mammaria. Il posizionamento della protesi al di sotto del muscolo grande pettorale generalmente permette di ottenere un risultato estetico migliore, più naturale e duraturo riducendo inoltre il rischio di contrattura capsulare che si potrebbe verificare in conseguenza dell'impianto di una protesi mammaria. L’intervento può essere eseguito in anestesia locale con sedazione (ciò significa che la pa- ziente sarà sveglia ma rilassata e insensibile al dolore), in regime di day-hospital, oppure in anestesia generale con una o due notti di ricovero in clinica. La durata dell’intervento è di circa 1-2 ore e termina con una medicazione costituita da un reggiseno che verrà sostituito dopo qualche giorno. Nelle 48 ore successive all'intervento di mastoplastica additiva la paziente dovrà rimanere a riposo. A partire dal terzo giorno potrà riprendere a svolgere una vita normale evitando però attività faticose, saune, bagni turchi e l'esposizione al sole. Nei primi due giorni potranno verificarsi gonfiore, ecchimosi e indolenzimento CASISTICA nella regione mammaria. Dopo 4-5 giorni la paziente potrà riprendere l’attività lavorativa se non eccessivamente faticosa. A tre settimane dall'intervento chirurgico riprenderà progressivamente a svolgere tutte le normali attività compresa quella sportiva. La mastoplastica additiva dà generalmente dei risultati molto buoni e di grande soddisfazione per la paziente e per il chirurgo che la esegue. Il risultato conseguito è duraturo ma non può dirsi del tutto permanente perché soggetto ai normali processi di invecchiamento del corpo e agli effetti della gravità. Alcuni casi prima e dopo l’intervento di mastoplastica additiva PRIMA DOPO DOPO PRIMA 19 www.valderma.it entra nel mondo di emporio valderma e acquista on line in totale sicurezza, convenienza e rapidità ovunque ti trovi basta un click e troverai i nostri prodotti sempre disponibili che saranno inviati gratuitamente al tuo domicilio accedi ai nostri piani personalizzati di promozioni e sconti pensati per te. Risparmio fino al 20 % sull’acquisto di tutti i prodotti valderma http://emporio.valderma.it Termalismo 22 salute e benessere in un bicchiere d’acqua 26 la psoriasi termalismo maria costantino specialista in idrologia medica salute e benessere in un bicchiere d’acqua L’ importanza terapeutica delle acque minerali è nota fin dai tempi antichi. Non a caso i greci erigevano i templi dedicati ad Esculapio, dio della medicina, in prossimità di sorgenti termali. Fu proprio con Ippocrate, grande scienziato e medico greco, che l’idrologia oggi detta medicina termale fece i suoi primi passi come scienza medica. Infatti i greci ebbero grande cura nel ricercare e nell’utilizzare le risorse idriche naturali da cui seppero trarre enormi benefici nella cura di svariate malattie. In questo modo veniva evidenziato il rapporto inscindibile fra uomo e risorse naturali e di cui l’uomo non può fare a meno per assicurarsi il benessere fisico. 22 I greci poi trasmisero le loro conoscenze ai romani. Fu proprio durante l’impero romano che le Terme raggiunsero il loro massimo splendore. Infatti le virtù salutari delle acque minerali furono esaltate e studiate a fondo da diversi medici come ad esempio Aulo Cornelio Celso, Claudio Galeno etc. e le Terme erano non solo un luogo dove ci si poteva curare ma costituivano anche strutture dove era possibile effettuare attività lavorativa nonché vita culturale e mondana. In seguito con il progredire delle conoscenze scientifiche le acque minerali in base alle loro caratteristiche chimiche, fisiche e chimico-fisiche ebbero un preciso inquadramento terapeutico. Attualmente lo studio delle azioni biologiche e degli effetti terapeutici delle acque minerali, con le moderne metodiche di indagine scientifica, ha consentito di rivalutare questa antica forma di cura medica nella prevenzione, cura e riabilitazione di numerose patologie a grande impatto sociale. Ma cos’è l’acqua minerale? La si può paragonare all’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa nostra? Evidentemente no, infatti per acqua minerale si intende, così come indicato dalla legge di riordino del termalismo (G.U. dell’8-11-2000 serie generale n°261), un’acqua con proprietà medicamentose, terapeutiche, e perciò è da considerarsi alla stessa stregua di un farmaco con termalismo piscina goccioloni terme di telese (bn) proprie indicazioni e controindicazioni, modalità d’uso e posologia. Le acque minerali, in quanto medicamenti, vanno come tali studiate per accertarne e precisarne non solo gli effetti terapeutici, ma anche gli eventuali effetti dannosi o indesiderati. Negli ultimi anni la Medicina Termale ha avuto un forte impulso scientifico passando dall’empirismo alla validazione scientifica della terapeuticità delle acque minerali. Come per i farmaci “convenzionali” anche per le acque minerali vengono effettuati studi clinici, sperimentazioni precliniche tossicologiche e sperimentazioni cliniche, i cui risultati vengono valutati con metodiche omogenee a quelle usate per i trattamenti farmacologici. Ciò ha contribuito, soprattutto in questi ultimi anni, ad una validazione scientifica dei mezzi curativi termali rendendo così possibile la diffusione della cultura termale sia a livello divulgativo sia in ambiti congressuali di rilievo nazionale ed internazionale. Recentemente, infatti, ho presentato i risultati di uno studio policentrico sulla psoriasi nell’ambito del congresso mondiale sul Termalismo tenutosi a Parigi nel giugno scorso. La psoriasi, che attualmente coinvolge solo in Italia il 2,7% della popolazione adulta (fonte: Studio Praktis 2003-2004), è una patologia della pelle molto fastidiosa che comporta un decadimento della vita sociale e di relazione dei soggetti che ne soffrono. Pertanto nel 2004 è stato avviato un programma di studi, attualmente in fase di espletamento finale, che ho coordinato personalmente. L’innovazione in tali studi, che sono rientrati in una policentrica che ha visto coinvolte importanti strutture termali della Regione Campania come Terme di Stabia in Castellammare (NA), le Terme di Telese (BN) e le Terme Rosapepe in Contursi (SA), è la valutazione e standardizzazione della più idonea modalità d’uso del trattamento fangobalneo-terapico nella psoriasi volgare a placche onde ottenere una buona tollerabilità ed efficacia clinica. I risultati rilevati fino ad ora hanno mostrato che il ciclo termale di Fangobalneoterapia è: 1) ben tollerato; 2) in grado di indurre una riduzione della sintomatologia pruriginosa spesso presente in questi soggetti; 3) in grado di indurre una riduzione a fine ciclo curativo termale, rispetto al basale, cioè rispetto al valore medio rilevato prima di iniziare il trattamento, dell’Indice PASI (è questo un indice usato in clinica medica per valutare l’efficacia dei trattamenti in soggetti affetti da psoriasi. Esso consente di misurare la percentuale di zone corporee colpite dalla malattia e l’intensità della malattia stessa). Inoltre gli effetti benefici evidenziati sono risultati responsabili di riflesso del miglioramento della qualità di vita di questi soggetti con riduzione delle interferenze della psoriasi con le loro attività quotidiane e con i loro rapporti interpersonali; infine la sicurezza e l’efficacia a breve termine 23 termalismo del trattamento termale fangobalneoterapico evidenziata in questi soggetti è risultata tale anche a mediolungo termine. Infatti l’effettuazione per più anni consecutivi della terapia termale induce una sommazione di effetto terapeutico con sinergismo d’azione quando il trattamento termale e quello farmacologico vengono associati. Il tutto a vantaggio di quel famoso benessere psico-fisico con miglioramento della qualità di vita su cui la Comunità Europea ha incentrato in questi anni e per gli anni avvenire uno dei suoi obiettivi primari. Indicazioni Le indicazioni clinico-terapeutiche delle acque minerali sono molteplici. Un campo di applicazione molto diffuso è quello reumatologico, in cui la metodica applicativa più usata è la Fangobalneoterapia. Il trattamento fango-balneoterapico viene effettuato, nella maggior parte dei casi, con fango derivante dalla maturazione di argilla ed acqua minerale (come ad esempio Terme di Telese (BN), Terme di Stabia in Castellammare (NA), Terme di Torre Canne (BR), Terme Cappetta in 24 Contursi (SA), Regina Isabella (Ischia), Stufe di Nerone in Bacoli (NA); ma può essere anche effettuato con fango sorgivo minerale (esempio Terme Rosapepe in Contursi Terme, Salerno). Gli effetti terapeutici di questa metodica consistono principalmente in azione antinfiammatoria, antidolorifica, miorilassante e di stimolazione di numerosi processi metabolici. Le affezioni di interesse reumatologico che si giovano delle cure termali sono essenzialmente: l’artrosi che colpisce circa 17 milioni di persone nell’Europa occidentale, le artropatie post-traumatiche, la gotta cronica, i reumatismi extra-articolari ecc. Altra metodica applicativa termale usata per la cura di patologie di interesse reumatologico è l’Antroterapia. È questo un trattamento termale che prevede la permanenza del paziente, secondo modalità prestabilite dal medico, in un ambiente definito “grotta” caratterizzato da un microclima particolare i cui elementi che lo caratterizzano sono: temperatura, umidità, radioattività e presenza di gas. Le grotte naturali, in base alle loro caratteristiche, possono essere distinte in cal- do-umide e secche o stufe. Da ricordare che in Italia le uniche grotte secche o stufe sono quelle di San Germano delle Terme di Agnano (Napoli). Un esempio, invece, di grotta naturale caldo-umida è quella presente presso le Terme Stufe di Nerone in Bacoli (Napoli). Numerose ed approfondite ricerche hanno anche evidenziato la bontà delle cure termali in campo respiratorio ed otorinolaringoiatrico, ove le patologie che si giovano delle tecniche crenoterapiche inalatorie sono le Sindromi rinosinusitiche bronchiali croniche, le bronchiti croniche semplici o accompagnate da componente ostruttiva, le rinopatie vasomotorie, le faringolaringiti croniche, le sinusiti croniche, le otiti catarrali croniche e le stenosi tubariche. Le azioni terapeutiche esplicate dalla crenoterapia inalatoria sull’apparato respiratorio sono in sintesi: azione antinfiammatoria e decongestionante, azione mucolitica, umidificazione delle mucose, aumento dei poteri di difesa, azione trofica sulle mucose, azione battericida, prevenzione delle riacutizzazioni. Le modalità applicative termali più usate sono: inalazioni, aerosol, insufflazioni termalismo endotimpaniche, politzer e humage che consentono, mediante l’ausilio di apposite apparecchiature, l’azione delle acque minerali sulla mucosa delle alte e basse vie respiratorie e a livello dell’orecchio medio. In ambito gastroenterico le malattie che si giovano delle metodiche applicative termali, soprattutto sottoforma di idropinoterapia (metodica di somministrazione di acque minerali mediante bibita a scopo terapeutico), sono la dispepsia di origine gastroenterica e biliare e la sindrome dell’intestino irritabile nella varietà stipsi. Attualmente sto conducendo uno studio sugli effetti della idropinoterapia con acqua minerale sulfurea delle Terme di Telese (BN) in soggetti sofferenti di diabete. In ambito urinario l’idropinoterapia (grazie all’azione diuretica, antispastica sulla muscolatura delle vie urinarie, e di facilitazione dell’eliminazione dei prodotti di rifiuto del metabolismo espletate dalle acque minerali usate) è indicata nella cura di calcolosi delle vie urinarie e sue recidive. In ambito dermatologico le patologie che possono trarre beneficio dalla cura termale risultano, oltre la psoriasi, alcune forme di eczema, acne (sia nella variazione rosacea sia in quella seborroica), ulcere cutanee. Studi personali, ad esempio, hanno evidenziato il beneficio che le acque minerali sulfuree possono esplicare sia nei processi di cicatrizzazione cutanea sottoforma di balneoterapia sia nella psoriasi sottoforma di fangobalneoterapia. Le metodiche applicative crenoterapiche più in uso sono la balneoterapia (immersione totale o parziale del corpo umano a scopo terapeutico nell’acqua minerale) e le docce. Riguardo le malattie vascolari la balneoterapia con acque minerali può apportare ottimi risultati in chi soffre di insufficienza venosa cronica con riduzione di senso di pesantezza e dolore agli arti inferiori. In ambito ginecologico le cure termali risultano utili per la cura di processi infiammatori cronici vaginali a carico del giardini poseidon terme ischia (na) terme sensoriali chianciano terme (si) 25 termalismo collo dell’utero, dell’endometrio e salpinge, per la prevenzione di fenomeni cicatriziali ed aderenziali che possono dare sterilità di tipo funzionale o meccanica. Le metodiche applicative crenoterapiche maggiormente in uso sono le irrigazioni vaginali. Le acque minerali, essendo considerate dei medicamenti, al pari dei farmaci convenzionali, oltre ad indicazioni presentano controindicazioni. Controindicazioni generali alle cure termali sono: fase acuta della patologia, deperimento organico, presenza di patologie neoplastiche, tubercolosi, insufficienza renale e cardiaca. Da alcuni anni la terapia termale ha ritrovato la sua giusta dimensione di presidio medico grazie al supporto di studi finalizzati ad una sempre più approfondita conoscenza dei suoi mecca- reparto pediatrico terme di telese (bn) 26 nismi d’azione e di conseguenza da un suo più appropriato utilizzo terapeutico. Le Ricerche applicative in ambito termale, infatti, oltre a contribuire allo sviluppo di alcuni aspetti della Medicina Termale, come ad esempio la dimostrazione dell’azione biologica e dell’efficacia clinica dei mezzi di cura termale, rendono possibile la configurazione delle stazioni termali come efficaci ed efficienti presidi terapeutici, che possono anche interagire sul territorio sinergicamente con altre strutture sanitarie. L’evoluzione del Termalismo ha anche messo in evidenza l’importanza di un cofattore fondamentale nella cura, ossia l’ambiente. Condizioni ambientali gradevoli inducono risultati qualitativamente superiori per l’influsso di estetofattori sulla componente psichica delle patologie. Così Ambiente (Climatoterapia) e Cure Termali possono determinare un sinergismo che favorisce l’integrazione delle cure termali con altre terapie (es. farmacologica, chirurgica, riabilitativa ecc.) e consente di realizzare la possibilità di una struttura che consenta un completo intervento terapeutico. Si sottolinea a tale proposito la possibilità di riduzione dell’uso e consumo di farmaci (es. antinfiammatori non steroidei, antibiotici, mucolitici, antidolorifici) con diminuzione di posologia e quindi di eventuali effetti collaterali indesiderati a vantaggio del benessere psico-fisico dell’individuo. Benessere che alle Terme può essere ulteriormente consolidato in chi già lo possiede oppure riacquistato da chi lo ha perduto. termalismo nadia russo specialista in dermatologia e venereologia patogenesi e terapie a psoriasi è una dermatite a decorso cronico che si presenta con arrossamento e desquamazione della pelle, con una storia naturale che prevede fasi di miglioramento, di remissione spontanea e di riaccensioni. Ha una genesi multifattoriale a cui concorrono fattori genetici e ambientali. Inoltre esistono numerosi fattori scatenanti quali endocrini, ambientali, farmaci, abitudini di vita e stress, che possono far latentizzare la malattia. Clinicamente la psoriasi si presenta sottoforma di chiazze eritematosquamose, generalmente arrotondate, dai bordi netti. Le squame sono biancastre, secche, in genere piuttosto grandi e spesse. L’eritema è ben evidente alla periferia della lesione, che nella maggior parte dei casi è asintomatica. Le lesioni interessano più frequentemente la superficie estensoria dei gomiti e delle ginocchia, ma possono anche essere interessate la regione sacrale, il cuoio capelluto, tronco ed arti in modo diffuso e superfici palmo-plantari. Forme più particolari colpiscono unghie e mucose. Diversi sono i trattamenti L terapeutici a seconda della varietà clinica, della sede delle lesioni e dell’età del soggetto. Il passaggio dalla forma latente alla forma clinicamente evidente della psoriasi si realizza per l’intervento di una serie di fattori scatenanti endogeni ed esogeni dei quali il meccanismo d’azione non è ancora ben conosciuto. I traumi sono noti per indurre il “fenomeno di Koebner”, cioè la comparsa di una lesione psoriasica nella sede del trauma, a distanza di 1-2 settimane. Le alterazioni più evidenti nella cute psoriasica sono l’ispessimento epidermico e l’infiammazione dello strato dermo-epidermico. L’ispessimento epidermico si accompagna ad un aumento del ritmo mitotico, ovvero ad un aumento della riproduzione cellulare, di circa 8 volte. Questo fa sì che i cheratinociti basali raggiungono lo strato corneo in circa 4 giorni, anziché rispettare il ciclo di circa 28 giorni di un soggetto normale. I fattori precipitanti la malattia sono numerosi. Possono esservi: - fattori endocrini, infatti in fase preme- struale e durante l’assunzione di estrogeni vi è un peggioramento della malattia; - fattori ambientali, talvolta in soggetti di pelle chiara l’esposizione solare può dare un peggioramento del problema, anziché l’aspettato miglioramento; - stress che condiziona significativamente la storia della malattia e le sue recidive; - farmaci quali beta-bloccanti, FANS, progesterone, cortisone per via sistemica, sono solo alcuni dei numerosi farmaci che possono slatentizzare o peggiorare la malattia; - abitudini di vita, soprattutto il fumo sembra giocare un ruolo negativo. Dalla psoriasi, nonostante i numerosi passi avanti fatti nell’ambito terapeutico, non è ancora possibile guarire del tutto, ma con l’avvento di nuovi farmaci è possibile ottenere lunghe fasi di remissione della terapia. Un ruolo molto importante, da non sottovalutare, è svolto dai trattamenti termali che ben si associano in modo contestuale o sequenziale alle terapie farmacologiche convenzionali. 27 hanno realizzato questo focus: Prof.ssa Maria Costantino on ec ser va cc a Dott.ssa Nadia Russo sta FORME CLINICHE DELLA PSORIASI colleziona i FOCUS che troverai all’interno di ogni numero 2 termalismo Idratante fotoprotettiva formulata specificamente contro il foto-invecchiamento e i danni causati dal sole, come macchie brune e cheratosi Emulsione dermatologica a base di acido azelaico (20%) e acido cogico in perossido di idrogeno (H2O2) Formulata per ridurre o attenuare inestetismi cutanei, come le iperpigmentazioni Dermocosmetico con effetto esfoliante e schiarente dermatologia fabrizio castagnetta specialista in chirurgia plastica ulthera: il primo lifting medicale in 30 minuti e parliamo con il dottore Fabrizio Castagnetta, chirurgo plastico con esperienza trentennale nel settore, uno dei primi utilizzatori di questa nuova terapia di ringiovanimento del volto, alternativa al bisturi. Cos'è Ulthera e la Ultherapy? Si tratta di un'intera nuova categoria di procedure mediche con le quali combattere gli effetti dell'invecchiamento cutaneo. La tecnologia di Ulthera è la prima a riunire in un solo dispositivo ultrasonico, l'immagine ed il trattamento. Ovvero la terapia ad ultrasuoni focalizzati combinata con l'immagine ecografica, quindi ad ultrasuoni che permette di visualizzare e trattare la zona target. Ciò consente all'operatore di avere un controllo e dei risultati senza precedente, depositando energia nel tessuto molle per creare coagulazione termica. Come funziona ? Come altre procedure ad ultrasuoni viene applicato sulla pelle un manipolo con un trasduttore che invia un'immagine sullo schermo e focalizza calore ad una profondità stabilita sotto la pelle lasciando la stessa intatta. Tutto ciò si traduce in una reazione di riparazione tissutale con crescita di nuovo collagene che porta tensione e rassodamento progressivo dei tessuti cutanei del volto e dei suoi contorni. Quanto dura e cosa si sente durante il trattamento ? Il trattamento dura circa trenta minuti ed i livelli di disagio variano da paziente N 30 a paziente. Alcuni lo descrivono come una serie di punzecchiature oppure come una percezione di calore sotto la pelle. Che precauzioni si devono adottare dopo il trattamento ? È possibile riprendere le normali attività subito dopo aver terminato la procedura e non devono essere seguite indicazioni particolari. La pelle potrà sembrare leggermente arrossata o gonfia ma qualsiasi rossore o gonfiore scompare entro poche ore, per questo motivo qualsiasi periodo dell'anno è indicato per Ultherapy. Ultherapy è sicura ? Gli ultrasuoni in medicina sono utilizzati da più di 50 anni e studi clinici hanno dimostrato che questa nuova applicazione è sicura, tant'é che ha avuto di recente l'approvazione da parte della FDA americana come terapia per il ringiovanimento del viso o lifting non chirurgico. Che tipo di risultati ci si può aspettare ? Con un solo trattamento inizia il processo rigenerativo, si avrà un effetto immediato del 20/30 % dovuto alla retrazione delle fibre elastiche innescata dal calore ma l'effetto completo si vedrà gradual- dermatologia ulthera mente nel corso di tre o quattro mesi quando inizierà la sintesi di nuovo collagene ed elastina, ed è così che all'effetto tensorio (innalzamento degli zigomi e dell'arcata sopraciliare, migliore definizione della mandibola, riduzione del doppio mento) si assocerà un miglioramento della texture cutanea con un complessivo effetto di tangibile ringiovanimento. ...pazienti soddisfatti dunque? Più del 90 % dei pazienti trattati ha mostrato cambiamenti significativi dal punto di vista clinico già con un unico trattamento, inoltre essi stessi notavano che la pelle appariva più tonica, più compatta e rinfrescata. È' ovvio che se si è in presenza di un grande eccesso di pelle non esiste alternativa al lifting chirurgico, ma possiamo dire che finalmente esiste un trattamento non invasivo per rassodare la pelle e farla apparire più giovane Quindi a chi è dedicata Ultherapy ? Un ottimo candidato per Ultherapy è una persona con la pelle rilassata fino al punto di apparire meno soda e ciò indipendentemente dalla fascia di età. L'arco delle sopracciglia abbassato e un rilassamento della pelle delle palpebre o la prima comparsa del doppio mento, per esempio, sono i primi segni di una pelle “matura”. Cosa ci riserva, quindi, il futuro in questo campo ? La tecnologia Ulthera è in continua evoluzione. Attualmente i trasduttori in nostro possesso possono trattare esclusivamente il viso ma non è esclusa, e questo dovrebbe accadere in tempi abbastanza brevi, la comparsa sul mercato di trasduttori in grado di trattare altri distretti muscolari come quelli del torace o dei glutei per estendere i benefici di questa tecnica ad altre zone del corpo. fotocronologia dell’intervento prima del trattamento ulthera elimina, senza ricorso all’anestesia, rapidamente e con efficacia, i cedimenti ed i segni dell’invecchiamento del viso risultati dopo 60 giorni risultati dopo 90 giorni risultati dopo 4 mesi proctologia francesco arcanà chairman coloproctology unit la stitichezza nel bambino ei bambini allattati al seno, la stitichezza è un evento poco frequente. A volte viene interpretata come stitichezza una condizione che in realtà rientra nella norma: non bisogna considerare stitico un bambino che non va di corpo tutti i giorni (in un lattante il numero di evacuazioni può infatti variare da una ogni poppata ad una ogni 2 o 3 giorni). Se il bambino è già svezzato o nutrito con il biberon la stitichezza è quasi sempre di origine alimentare: può essere infatti causata da una somministrazione troppo precoce di cibi solidi o da latte N artificiale non adeguatamente diluito. Nei bambini più grandi la stitichezza può essere causata, oltre che da problemi di origine dietetica, da fattori psicologici, situazioni di stress o episodi di paura. In alcuni casi la stitichezza può iniziare a manifestarsi ad esempio quando il bambino inizia ad usare il vasino: se questo passaggio avviene troppo presto, vale a dire prima dei 2-3 anni, il bambino può recepirlo negativamente rischiando di bloccarsi. Cosa non fare: andrebbe evitata una eccessiva apprensione, spesso immotivata, nei confronti delle abitudini intestinali del proprio bambino, in quanto gli può creare ansia e stress. Cosa fare: nei bambini allattati con il biberon, si possono aggiungere 1-2 gocce di olio d’oliva al latte, oppure si può sciogliere il latte in polvere in brodo di verdura. Nei bambini già grandicelli la cosa migliore sarebbe quella di cercare di rispettare le norme dietetiche valide per tutte le età, vale a dire un’alimentazione varia e ricca di frutta e verdura, associata ad una adeguata assunzione di liquidi. Andrebbero inoltre evitati gli alimenti molto calorici (tipo merendine e cioccolato) che saziano molto e riducono il desiderio di introdurre cibi adeguati. Correggendo dunque gli eventuali errori dietetici, la stitichezza in genere si risolve da sé. In occasioni del tutto particolari, quando si debba far ricorso ad un lassativo, è bene comunque consultare uno specialista. Oltre alla particolare attenzione all’alimentazione è importante “educare” il bambino ad abitudini intestinali corrette: ad esempio, quando ha abbandonato il pannolino, può essere utile, dopo i pasti, farlo sedere per non più di 10 minuti sul vasino, che permette una posizione più corretta, in grado di facilitare l’evacuazione. Infine è importante insegnargli ad abituarsi a non trascurare lo stimolo: ciò accade facilmente quando il bambino è preso da altre attività, come il gioco. 33 musica francesco buccaro "La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato" (L. Tolstoj) musicoterapia guarire a suon di note os’è la musica? È l'arte o la scienza del suono. Diverse sono le interpretazioni riconducibili ad essa e alla varietà delle sue manifestazioni, tra le quali: il suono di uno strumento, il linguaggio accompagnatorio di un'altra forma d'arte (la colonna sonora di un film), l'evoluzione del pensiero musicale dell'uomo corrispondente alla sua evoluzione storica ed altro. Per molti autori contemporanei, la musica è considerata la tecnica di sintassi dei suoni le cui regole possono libera- C mente esser variate e le emozioni espresse attraverso un linguaggio diverso da quello usuale. In buona sostanza, la musica è l'arte di comporre le note e, attraverso le sue chiavi di lettura, apre le porte della mente a panorami di emozioni a coloro i quali l'ascoltano o la compongono. Essa è anche la scienza che, attraverso il suono, agisce in forma terapeutica. La musicoterapia è in grado di curare patologie quali: depressione, malattie psichiche, autismo, disturbi dell'umore. Valido espediente contro lo stress, migliora il benessere psico-fisico dell'ascoltatore; è stato testato che alcuni generi musicali favoriscono una maggiore sintonia tra corpo e mente, stimolano il sistema immunitario e la concentrazione dell'individuo-ascoltatore. Un'idea da proporre al Ministro della Sanità potrebbe esser quella di introdurre la musicoterapia nei centri sanitari, come alternativa alla risoluzione delle malattie sopra elencate. La musica accresce il benessere interiore e la qualità 35 musicoterapia guarire a suon di note della vita di chi l'ascolta. Ne sono testimoni i tanti popoli africani che accompagnano le loro danze con strumenti musicali tradizionali ed un immancabile sorriso sulle labbra, accantonando momentaneamente i loro problemi. Da anni sono attivi corsi di musicoterapia frequentati da allievi di conservatori di tutta Italia che, attraverso un percorso formativo professionale, adottano tecniche musicali, assistendo in tal guisa chi presenta difficoltà comunicative. La musica è un mezzo di comunicazione alternativo, non solo per chi presenta tali difficoltà, ma per tutti poiché, attraverso il linguaggio del suono, fa affiorare stati d'animo e pensieri indescrivibili che spesso si nascondono nelle profondità del nostro inconscio. Oltre ad esser utilizzata come rimedio contro lo stress, ha effetti sorprendenti per le donne in gravidanza che, durante il periodo di gestazione (spesso caratterizzato da paure, affaticamento, ansia) ritrovano, attraverso precise attività musicali, momenti di relax e serenità migliorando il benessere psico-fisico p ro p r i o e d e l bambino, oltre a rendere l'approccio al parto meno traumatico. Studi recenti hanno dimostrato che attività ritmico-sonore stimolano lo sviluppo strutturale del sistema nervoso del feto, poichè tutte le condizioni ambientali con le quali è in contatto la madre influiscono sulle future percezioni acustiche, visive, percettive del neonato migliorando il suo sistema nervoso. I suoi effetti benevoli non riguardano esclusivamente le persone, ma interessano anche le piante e i vigneti. La musicoterapia agisce non solo sulla flora, ma anche sulla fauna. Ad esempio è stato testato che la produzione di latte da parte di mucche munte sotto le note orchestrali di grandi autori classici è aumentata vertiginosamente, ed anche la qualità dei vini coltivati migliora. Studi universitari hanno evidenziato che l'ascolto di Mozart e Tchaikovsky rende più forti le piante e migliora la qualità delle produzioni future. La musica è presente fin dalla nascita dell'uomo e numerose sono le testimonianze da parte di persone che l'hanno utilizzata per scopi terapeutici. Sviluppata in ogni angolo della Terra, influisce sulle emozioni dell'ascoltatore rendendola non solo un aneddoto che incrementa il benessere dell'individuo e la dimostrazione tangibile di cooperazione tra arte e scienza, ma anche uno strumento medico alternativo valido. IN GRAVIDANZA: quale musica ascoltare? la musica per il primo trimestre In questo periodo il primo suono che percepisce il feto è quello del battito cardiaco materno: la musica barocca ha un ritmo simile ai battiti del cuore a riposo. Schubert - “Quintetto Trucca in La maggiore, per piano e corda” Vivaldi - “Concerto in Re per chitarra” Mozart - “Concerto per Piano n. 21” Haendel - “Concerto in Arpa in Si bemolle maggiore” Vivaldi - “Concerto per Flauto in Re maggiore” la musica per il secondo trimestre La voce della mamma è il suono preferito. Sono adatte anche le ninne nanne che offrono un effetto rilassante grazie alla metrica equilibrata, al ritmo oscillante e alla melodia dolce. Possono essere anche inventate, purchè si usino parole semplici, cantate a mezza voce, per dare maggiore sicurezza al feto. Brahms - “Ninna Nanna” Dvorak - “Sinfonie” Chopin - “Opere” Aranjuez - “Concerto” Schubert - “Ave Maria” Le canzoni di Enya la musica per il terzo trimestre Ascoltare tanta musica rilassante (almeno mezz’ora al giorno, in posizione comoda) ma anche vitale ed allegra. Musica di Bach (è tranquillizzante) Musica di Mozart (è allegra e rilassante) I Valzer di Chopin (per esempio “Concerto per Piano in Mi minore”) “I Quaderni I e II” di Debussy Sinfonia n. 8 di Beethoven Bach - “Preludi e Fughe per organo” Le composizioni di Tchaikovsky o Reger Opera lirica di Edouard Mörike I suoni da evitare i brani che evocano brutti ricordi alla mamma; la musica rock (hard e acid); musica classica in cui predominano strumenti che eccitano come il flauto e il violino; più semplicemente tutta la musica che non piace e che fa innervosire. 36 inviaggio pasquale malvone escrivere in poche righe l’isola d’Ischia non è certamente un’impresa facile. L'isola verde è la sintesi perfetta di natura e storia, cultura e tradizioni, fascino e modernità. È l’isola che ha stregato poeti e filosofi - da Pablo Neruda a Friedrich Nietzsche - con le sue bellezze rimaste intatte nella sua storia millenaria. La natura rigogliosa, il clima mite tutto l’anno, i suoi intensi profumi che inebriano la mente e il corpo, le terme. Tutto questo è Ischia. Come tutte le isole del golfo di Napoli (ad eccezione di Capri) è di origine vulcanica ed anche se i suoi vulcani sono spenti da centinaia di anni, i loro fenomeni sono ben visibili sotto la superficie dell'isola. Come non citare le calde sabbie dei Maronti o le sorgenti termali che affiorano su tutto il territorio nel mare. La sorgente con la più alta temperatura è Cava Scura con ben 86 gradi centigradi. Le acque termali sono una caratteristica peculiare del territorio e sono ben conosciute ed utilizzate fin dall'antichità. Già i greci, infatti, le utilizzavano per ritemprare lo spirito e soprattutto il corpo, in particolare per guarire le ferite riportate in battaglia. Per quel popolo quelle acque dal potere curativo erano un dono degli dei. Solo a partire dal rinascimento le acque termali di Ischia si liberarono da quell’alone di misticismo, conquistando l’interesse della medicina. Fu un medico calabrese, Giulio Iasolino, affascinato dal clima e dai fenomeni di vulcanismo secondario (fumarole ed acque termali), ad intuire le potenzialità terapeutiche del mezzo termale. E fu il primo ad effettuare il censimento delle sorgenti dell’isola, individuandone la composizione e i benefici per la cura di diverse patologie. E se prima le cure termali erano ad appannaggio solo dei ceti più abbienti, dal '600 in poi vennero costruiti in prossimi- D ischia un mare di... benessere 37 in viaggio ischia tra piacere e salute “il mio grazie è per te, Ischia, cui un buon vento m’ha portato a goderti con dei cari amici da sporche città produttive” (Wystan Hugh Auden) tà delle più rinomate sorgenti termali numerosi stabilimenti e strutture ricettive che fecero dell'Isola una rinomata stazione internazionale di cura e soggiorno. Celebri personaggi che hanno fatto la storia si recarono sull’isola per curare le malattie del corpo, e non solo, da Giuseppe Garibaldi, dopo la battaglia di Aspromonte, a Camillo Benso conte di Cavour fino al compositore Arturo Toscanini. Ma è a partire dagli anni sessanta del secolo scorso che l’isola “verde”, grazie all'intuito imprenditoriale del cav. Angelo Rizzoli, l'isola d'Ischia e le sue acque si “democratizzarono”, aprendosi ai grandi flussi turistici provenienti da tutto il 38 mondo, mentre una meticolosa e intensa attività medico-scientifica consacra finalmente le cure termali al rango di terapie alternative a quelle farmacologiche. Un viaggio a Ischia non è soltanto un soggiorno per cure termali. La più grande delle isole del Golfo di Napoli (con una superficie di 46 Km2 e una popolazione di circa 60.000 abitanti divisi in sei comuni, Ischia Porto, Casamicciola, Forio, Barano, Lacco Ameno e Serrara Fontana) regala ai turisti itinerari che racchiudono in sé storia e bellezze paesaggistiche uniche al mondo. Visitare Ischia vuol dire soffermarsi al Castello Aragonese (eretto nel 1441 su di un isolotto) ed al borgo di Ischia Ponte (un ponte in muratura lungo 220 m), con le caratteristiche stradine di basolato del Vesuvio, oppure sul lungomare di Casamicciola Terme, una magnifica passeggiata che porta dritto al piccolo comune di Lacco Ameno. Qui, un piccolo museo custodisce antichi reperti che ricostruiscono la storia di Ischia, risalenti al 700 a.C. Forio si incontra ad ovest ed offre ai turisti distese sabbiose tra le più belle dell’isola verde, mentre a sud troviamo Barano d’Ischia, con la lunga spiaggia termale dei Maronti, e la celebre zona pedonale della piazzetta di S. Angelo, raccolta intorno all’omonimo isolotto e meta preferita per i vip del mondo del cinema e dello spettacolo. Salendo verso l’interno, poi, antiche mulattiere raggiungono il Monte Epomeo, il punto più alto di Ischia, dove arrivati in cima, compiendo un giro di 360° è possibile ammirare tutta l'isola. saperi&sapori piero falanga www.uncuocoincasa.it le tradizioni mediterranee influenzate dalla cultura medio-orientale, assorbita in egitto dove piero falanga nasce 56 anni fa, danno quel tocco di unicità ai piatti che prepara. coniglio all’ischitana I schia, un piccolo Giardino dell’Eden al largo di Napoli, si caratterizza, oltre che per la sua straordinaria bellezza, per la propria tradizione gastronomica e per la varietà delle ricette a base di pesce, anche per l'abbondanza di ricette basate su verdure e animali da cortile, ereditate, anno dopo anno dalla vocazione contadina degli abitanti dell’isola. Il tradizionale "piatto della festa" ischitano è il coniglio alla cacciatora; naturalmente, ogni famiglia ha una propria variante della ricetta, ed ogni cuoca casalinga possiede la ricetta "originale" . Ischia, come già accennato è dotata anche di una buona cucina marinara. Piatti a largo consumo sono sopratutto le varietà di pesce pescato al largo dell'isola. Impossibile non nominare la cosiddetta "Paranza", varietà di piccoli pesci pescati nel golfo ottimi per la frittura. La ricetta Ingredienti per 6 persone: coniglio di circa kg. 1,2 tagliato in piccoli pezzi compreso il fegato; una cipolla; due spicchi di aglio; una decina di pomodorini; un trito di erbe aromatiche (basilico, prezzemolo); un peperoncino; Vino bianco q.b.; Olio extravergine di oliva; Sale e pepe. Preparazione: tagliate a pezzi il coniglio, lavatelo con il vino ed asciugatelo con un panno. Fate imbiondire aglio, cipolla e peperoncino interi nel tegame (meglio se di terracotta) con l'olio. Al momento opportuno toglieteli dall'olio e metteteli da parte. Fate rosolare il coniglio nel medesimo tegame. Quando è ben colorito, riunite tutti i pezzi nel tegame, aggiungete l’aglio ed il peperoncino messi in precedenza da parte, spruzzate con un bicchiere di vino bianco, aggiungete sale e pepe, e fate cuocere a fuoco moderato per circa 30 minuti, rigirando di tanto in tanto ed eventualmente aggiungendo un pò di brodo (o altro vino) se il vino é già evaporato. Aggiungete i pomodori spezzettati e abbondante trito di prezzemolo e basilico. Lasciate cuocere a fuoco lento per altri 20 minuti circa, rigirando di tan- to in tanto, fino a quando il fondo di cottura non si sarà ben ristretto. Aggiungete quindi il fegato tagliato a pezzettini e lasciate sul fuoco ancora per 5 minuti. Se fosse necessario altro liquido per la cottura, utilizzate l'acqua sgocciolata dai pomodori. Il sugo deve essere denso e lucido. Se nella preparazione abbondate con i pomodori, otterrete anche un eccellente sugo per condire i bucatini. E IL VINO? Buona idea sarebbe quella di poter accompagnare a questo gustosissimo piatto anche qualche vino isolano, di ottima tradizione, ancor più se parliamo di vini bianchi. Il caldo sole partenopeo, la brezza marina, le ricche terre vulcaniche ed i profumi della macchia mediterranea offrono la possibilità di poter allevare le proprie viti seguendo il metodo classico del guyot. Di vario tipo sono le uve coltivate: si parte dal Biancolella (giunto probabilmente dalla Corsica), il quale trova nell’isola di Ischia uno dei pochissimi, se non forse l’unico, luogo di allevamento. Il Forastera, pèndant del Biancolella, è alla base dell’omonimo Forastera d’Ischia (nome probabilmente derivante da un’origine “forestiera” di questo vitigno). Ma non mancano ovviamente le uve rosse alla base dell’Ischia Rosso: La Guarnaccia, il Per’é Palumm (Piè di Rosso). Per il coniglio all’ischitana il nostro consiglio è quello di abbinare il “biancolella frassitelli” e il “per' 'e palummo” della casa vinicola D’Ambra. 39 l’altroviaggio maria grazia serpe racconti dalla Palestina Foto 1 o devo confessare: avevo avuto sin da subito la sensazione che questa volta sarebbe stato un viaggio diverso dagli altri. Una sensazione che diventò sempre più forte appena atterrati all’aereoporto di Tel Aviv. Ero l’insegnante di un piccolo gruppo di studenti protagonisti di uno scambio interculturale con una scuola luterana di Ramallah in Palestina. Scoprii ben presto che il solo fatto che la scuola fosse luterana ci avrebbe spianato di molto la strada nell’intera esperienza in Cisgiordania. Avevo letto molto sulla Palestina e sul L 40 conflitto israeliano-palestinese, sui controlli militari e i checkpoint, ma al controllo passaporti, io e tutti i ragazzi, eravamo un pò impauriti e annoiati per la lunga attesa. Quando ci vennero restituiti i passaporti e finalmente fummo liberi di raggiungere gli insegnanti e studenti palestinesi che ci ospitavano, costretti ad aspettarci fuori dall’aeroporto perchè a loro non è permesso entrare, eravamo tutti felici di iniziare insieme a questi amici un “Altro Viaggio”. Questo viaggio a Ramallah è stato davvero particolare e speciale. In verità non mi aspettavo una situazione facile o un viaggio come gli altri, ma se dovessi deFoto 2 scrivere il mio stato d’animo, dal primo giorno all’ultimo, potrei definirlo come una l’altro viaggio racconti dalla palestina Foto 3 lenta agonia, quasi una morte interiore. Per me il viaggio finora ha sempre rappresentato vita, gioia di vivere e di conoscere cose e persone nuove e quasi mai sono tornata a casa e alla mia vita normale con sollievo. Stavolta no, dopo aver sentito tanti racconti disarmanti e visto con i miei occhi come gli abitanti di Ramallah vivono la loro prigionia, mi si è indurito il cuore, non riuscivo a provare gioia, né emozioni, l’angoscia mi prendeva sempre più, avevo un peso allo stomaco. Un senso di tristezza sottile e penetrante mi bloccava la mente quando presi posto sull’autobus che mi riportava all’aeroporto di Tel Aviv. Questa volta il mio ritorno aveva un senso. La responsabilità era grande per omettere di raccontare quello che avevo visto e provato sulla mia pelle. La mia vita non sarebbe ripresa in modo normale. Come potrò mai dimenticare quel mattino che con grande entusiasmo eravamo partiti per il mar Morto insieme agli studenti palestinesi. Presto mi resi conto dai loro racconti che il mare gli poteva essere negato dai check-point che avremmo incontrato lungo il percorso, che, grazie a noi, speravano di superare. Si ballava e cantava tutti insieme quando il nostro sorriso fu interrotto dalla vista dei militari che con fare minaccioso ci chiesero i passaporti e ci costrinsero a tornare indietro. Il motivo? Il nostro autobus aveva la targa palestinese e non era autorizzato ad attraversare quella zona ricca di lidi ad esclusivo uso di turisti e israeliani. Con un grande senso di frustrazione e sconfitta dovemmo ripercorrere chilometri indietro per raggiungere l’unico pezzo di costa accessibile ai ragazzi palestinesi. Più tardi, con grande determinazione, cercammo di accedere ad un lido attrezzato frequentato per lo più da israeliani, pagando ben 20 schekel (circa 6 euro) a persona per una sola ora di sole. Tanta fu la gratificazione nel vedere quei ragazzi con gli occhi lucidi, pieni di gioia che, dopo lunghe trattative con i gestori del lido, ebbero finalmente accesso al mare. Lungo il nostro girovagare nei territori occupati un’altra immagine non riuscirò mai a cancellare dalla mia mente. Ad un incrocio, vedemmo ad un tratto un’ambulanza ferma con le porte spalancate e accanto, in mezzo ad un gruppetto di curiosi, una barella su cui era distesa una donna anziana; due medici cercavano a fatica di rianimarla con un massaggio cardiaco, senza grandi risultati. Perchè morire in quel modo, sull’asfalto anonimo, lontano dai propri cari? Perchè si è costretti a percorrere chilometri sulle strade di montagna per raggiungere un ospedale? La distanza reale spesso non è molta e l’accesso normale è garantito solo ai coloni israeliani. Che ingiustizia, avevo voglia di gridarlo a tutti. Ai palestinesi è negata la libertà di movimento, la libertà di circolare da una città all’altra, tutto è complicato. A molti è negato l’accesso alla bellissima città di Gerusalemme. Come ho ben presto capito, Gerusalemme è la città più santa, amata e contesa al mondo. E improvvisamente me la vidi apparire davanti, tra la macchia meridionale ed il deserto, rivolta in alto, circondata dalle mura antiche e al centro la cupola d’oro. Da queste parti danno alle pietre una importanza fuori dall’ordinario. Per nulla al mondo gli ebrei rinuncerebbero ai blocchi del muro del pianto, i musulFoto 4 mani al macigno maomettano sotto la cupola della Roccia, i cristiani alla lastra del Santo Sepolcro. Passeggiando per le strade della Città Vecchia si coglie il sovrapporsi delle varie epoche bibliche, persiana, romana, bizantina, araba, crociata e ottomana. Gerusalemme non è solo pietre, è anche città di suoni e profumi. Quando cala il sole, dai minareti, si ode il richiamo del 41 l’altro viaggio racconti dalla palestina muezzin che invita alla preghiera dell’Islam. Nello stesso momento si odono forti i versi degli uomini in nero al Muro del Pianto, dove in centinaia cantano e ballano in circolo. Su questi suoni scende il rintocco delle campane cristiane, dal Venerdì alla Domenica. Perchè allora una città così ricca d’arte, storia e religione è sempre più angosciata da suoni che nulla hanno a che vedere con tutto questo? Non è facile, passeggiando lunghe le strade, sopportare la vista di segnali di separazione, camion militari, mitra, soldati. Uno scenario che contrasta con l’armonia da sempre cercata e mai trovata. Ecco l’altro viaggio, il viaggio della mente, la voglia di libertà e fantasia per un futuro migliore per sé, per i propri figli e per i nuovi amici più sfortunati. I sogni di riscatto, la voglia di raccontare. Che il viaggio delle parole da noi ascoltate superi i confini della prigione e convinca anche i più sordi che c’è ancora una speranza per la pace e la scomparsa delle ingiustizie. Foto 1: bambini che giocano davanti al muro bunker di Israele Foto 2: studenti di una scuola di Ramallah Foto 3: checkpoint israeliano Foto 4: muro israeliano con lo slogan “facciamo l’amore, non i muri” Foto 5: muro del pianto Foto 5 Foto 6: moschea a Gerusalemme Foto 6 42 arte e cultura enzo battarra genius loci e genius gloci l genius loci era il genio del luogo abitato e frequentato dall'uomo. Era un'entità soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Secondo Servio, nullus locus sine Genio, nessun luogo è senza un Genio. Nel tempo moderno, genius loci è divenuta un’espressione adottata in architettura per individuare un approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente, interazione di luogo e identità. L'architettura deve rispettare il luogo, integrarsi con esso, ascoltare cioè il suo “genius loci”. (Christian Norberg Schulz. Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura, Electa, Milano 1979). Con la locuzione di genius loci si intende individuare l'insieme delle caratteristiche socioculturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l’uomo e le abitudini con cui vive questo ambiente. Suole indicare il “carattere” di un luogo. Achille Bonito Oliva ha realizzato una mostra nel 1981 con il titolo “Genius loci”, “precisando – come lo stesso critico ha evidenziato in un’intervista rilasciata nel 2004 – quella che era la ricerca della identità ed il recupero della soggettività nell’arte, una nuova direzione dopo qualche decennio di astinenza, in cui la parola forte e il politico erano prevalsi sulla necessità di rappresentazione che il soggetto aveva”. Ora si tratta di andare avanti, non basta riaffermare il “carattere” di un luogo o una “memoria collettiva”. La glocalizzazione in arte non può essere I tive concrete. Alcune correnti dell’arte e dello spettacolo, come l’arte nel sociale, la post-avanguardia teatrale e la nuova spettacolarità, hanno trovato in Campania una cassa di risonanza per certi aspetti unica. Molti artisti si sono legati da una parte alle loro feconde origini territoriali e dall’altra alla storia e alla coscienza di un’identità meridionale nell’interpretazione più estensibile di appartenenza a forti radici classiche, sociali e culturali. Altro che globalizzazione dei linguaggi! È stato un vero e proprio “caso Campania”, il caso di una regione del Meridione, contrassegnata ma genius loci è divenuta non assoggettata solo la localizzazione dalla metropoli un’espressione della globalizzazione, partenopea, readottata in architettura per deve essere qualcosa gione estremaindividuare un in più. Deve recupemente autonoapproccio fenomenologico rare il concetto di ma e creativa, allo studio dell’ambiente, “genio” come “artefice capace di riconointerazione di luogo magico”, perché scersi in un’idene identità. nell’atto della creazione tità culturale e di ci deve pur essere uno spifarsi riconoscere sulla rito trasgressivo, uno spirito base del proprio “caratbuono, capace di dare anima alla tere” nel panorama artistico namateria. Ecco allora che il concetto di zionale. “genio” deve sposarsi con quello di Non è opportuno fare nomi ed elenchi, “glocal”, ecco perché nasce il “genius rimandando magari ad un’altra occasiogloci”. Bisogna andare oltre la manuali- ne l’approfondimento storico. tà, investendo le nuove tecnologie, senza Oggi interessa sottolineare che ci sono, mai dimenticare però la propria origine. al fianco dei protagonisti storici, artisti Il linguaggio artistico deve essere quanto campani delle nuove generazioni che, più contemporaneo possibile, ma non anche se adoperano un linguaggio più deve perdere le radici. universale e contaminato dai media, Il territorio campano, nel periodo che va hanno comunque un genius loci, una dal ‘66 all'inizio degli anni Ottanta, è caratterizzazione territoriale che li affastato un punto di riferimento per scina e consente loro di essere autentici. l’impegno artistico e il pullulare di inizia- Questo è il “genius gloci”. 43 tecnologia antonio galli alla tua salute ci pensa il motore di ricerca più famoso al mondo ha lanciato il servizio della cartella clinica virtuale 44 A nche chi non ha alcuna familiarità con il web, avrà sentito o letto certamente il termine "Google". Ma cos'è Google? Probabilmente tutti noi conosciamo Google solo come motore di ricerca, capace di trovare su internet tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno; ma, considerando la sua evoluzione negli ultimi anni, definirlo solo "motore di ricerca" sarebbe davvero riduttivo. Già da tempo Google non si dedica solo allo sviluppo di nuovi algoritmi capaci di velocizzare ed indicizzare le nostre ricerche, ma si preoccupa di poter offrire a tutti gli internauti servizi di qualità, veloci e soprattutto fruibili da qualsiasi parte del mondo in ogni momento: posta elettronica, social networking, calendario e agenda, navigazione stradale, visualizzazioni di immagini satellitari e altro ancora. Il servizio che approfondiremo in questo articolo è dedicato alla salute e alla medicina: Google Health. Un progetto nato nel 2006 e che continua a svilupparsi giorno dopo giorno. A cosa serve? Google si è fatto carico di quella che poteva rappresentare, per ognuno di noi, la preoccupazione di portarsi dietro, sempre e ovunque, la propria cartella clinica (ad esempio in vacanza). Un “bagaglio” che quasi certamente ognuno di noi lascia a casa, senza considerare tuttavia l’importanza che potrebbe avere in caso di malore improvviso, in una città che non è la nostra e con un medico che sicuramente non ci conosce. Si, ma come funziona? Procediamo per passi. La prima cosa da fare è creare un “Account Google”, accedendo alla pagina principale (www.google.it), mediante il link “Accedi”. Una volta registrati al sito basterà entrare nella sezione Google Heal- tecnologia alla tua salute ci pensa google th per godere di tutti i benefici della nostra cartella clinica virtuale. Nella sezione “Profile Details” possiamo iniziare a compilare i nostri dati anagrafici indicando la data di nascita, il sesso, l’etnia, il gruppo sanguigno, l’altezza e il peso; informazioni di base per la compilazione del nostro foglio medico. Dopo aver inserito le informazioni di base richieste si passa ad una compilazione più approfondita indicando ogni genere di dato sanitario: allergie, farmaci in uso, patologie, vaccinazioni, interventi chirurgici e analisi mediche. Tale sistema non è stato creato solo per consentire ai medici di poter consultare l’intera cartella clinica dei propri pazienti, ma sono stati messi a disposizione degli utenti anche dei link attraverso i quali ottenere informazioni più precise riguardo alle proprie patologie. Un ultimo servizio, che consideriamo interessante, ci offre la possibilità di poter ricercare un medico in base alla specializzazione o all’area geografica di appartenenza ed aggiungerlo alla propria rubrica di contatti medici, oppure ottenere, con un semplice click, il percorso stradale (automobilistico, ferroviario, pedonale) per raggiungere lo specialista ricercato. Un insieme di benefici davvero utili per chi vuole viaggiare in tutta serenità. Nota negativa del servizio è che, a tutt’oggi, non è stata ancora realizzata una localizzazione in italiano, rendendo così poco appetibile l’utilizzo del servizio a chi non conosce la lingua inglese. Ma quali sono i problemi relativi alla privacy? Google ha pensato anche a questo. Il servizio garantisce che per la consultazione e la condivisione delle informazioni sanitarie sarà richiesto il consenso dell’utente in modo da non ledere il diritto alla privacy di nessun individuo. Uno strumento come questo può però, come tutte le innovazioni, portare anche risvolti negativi, come ad esempio l’inizio di una “medicina fai da te”. Google (ed anche noi) ci tiene a precisare che un tale strumento non deve assolutamente sostituire la figura del medico in quanto potrebbe essere pericoloso, talvolta an- che fatale, compilare la propria cartella clinica senza la consultazione del proprio medico di fiducia o di uno specialista. GLOSSARIO Motore di ricerca: sistema automatico che analizza un insieme di dati e che aiuta l’utente a raggiungere le informazioni necessarie mediante l’uso di parole chiave classificando i contenuti in base a formule matematiche o statistiche che indicano il grado di rilevanza. presentare gli individui che navigano in internet. Social Network (rete sociale): rappresenta una rete di persone interconnesse tra di loro mediante l’appartenenza alla stessa città, al proprio lavoro, ai propri interessi o in maniera casuale. Algoritmo: procedimento attraverso il quale è possibile ottenere un risultato atteso eseguendo un insieme di istruzioni in un determinato ordine. Account: rappresenta le credenziali per l’accesso ad un sito che offre un insieme di servizi attribuiti ad un utente in determinati contesti e/o sezioni. Indicizzare: inserimento di un sito web nell’indice di un motore di ricerca attraverso l’uso di parole chiave. Link: Collegamento attraverso il quale è possibile raggiungere con un click del mouse un altro documento in cui sono contenute informazioni relative alla parola che è stata cliccata. Internauta: termine utilizzato per rap- la schermata iniziale di Google Health PRO Cartella clinica on line accessibile da ogni parte del mondo CONTRO Servizio disponibile solo in lingua inglese Ricerca di informazioni sulle proprie patologie 45 eventi corsi & congressi AGGIORNAMENTO CONTINUO IN GASTROENTEROLOGIA “NUOVE STRATEGIE E NUOVE PROBLEMATICHE IN GASTROENTEROLOGIA” "CORSO ITINERANTE ONE DAY DI DERMATOLOGIA PLASTICA" Temi di incontro interdisciplinare: prurito e cicatrizzazione Incontri interdisciplinari fra dermatologi, neurologi, psichiatri, oncologi, medici internisti e chirurghi plastici. Milano, 27 ottobre 2010 (XII Edizione) ASL NAPOLI 1 CENTRO - Osp. San Gennaro Napoli, 8 -9 Ottobre 2010 6° CONGRESSO AMBIENTE E SALUTE Cala Gonone Doraci (NU) 8 -9 Ottobre 2010 "CORSO TEORICO-PRATICO DI LASER-TERAPIA" 3° edizione Roma, 15 - 16 ottobre 2010 UPDATE IN ALLERGOLOGIA E IMMUNOLOGIA CLINICA info: +39 081 8816960 www.meetingroup.it X ADI INTERNATIONAL CONGRESS FORSAN ET HAEC OLIM MEMINISSE IUVABIT Presidente del Congresso: Dott. G. F. Zagni Presidente Onorario: Joseph Pace HEVENTO PUBLIC RELATIONS Tel. +39 055210454 - Fax +39 055 283686 Grande Albergo Internazionale Brindisi, 8/9 ottobre 2010 Malta, 29 ottobre - 01 novembre 2010 "I° CONGRESSO della SOCIETA’ ITALIANA di RADIOFREQUENZA NON ABLATIVA" Belvedere di San Leucio (CE), 9 - 10 ottobre 2010 info: Ble Group srl tel.: +39 0823 301653 - 0823 361086 fax: +39 0823 363828 - [email protected] 46 QUINTE GIORNATE RODIGINE DI COLOPROCTOLOGIA "PENSARE IL FUTURO" Aula Magna Cittadella Socio SanitariaAzienda ULSS 18 Rovigo, 21 - 22 ottobre 2010 info: www.seleneweb.com INNOVAZIONI TERAPEUTICHE TECNOLOGICHE E PROSPETTIVE FUTURE Centro Congressi Federico II Napoli, 4 - 6 novembre 2010 oroscopo anima & corpo autunno 2010 ARIETE 21 marzo 20 aprile TORO 21 aprile 20 maggio GEMELLI 21 maggio 21 giugno CANCRO 22 giugno 22 luglio LEONE 23 luglio 22 agosto VERGINE 23 agosto 22 settembre ANIMA. Saturno in opposizione inizia a farsi sentire. Cercate, quindi, di tenere a bada il vostro umore se non volete creare complicazioni con la vostra dolce metà. La passione e la gelosia potrebbero rivelarsi un'arma a doppio taglio: sappiate dosare la vostra istintività a seconda della persona che vi è a fianco. CORPO. Le vacanze estive hanno ritemprato lo spirito e il corpo. Ancora un pò di pazienza. Attenzione all’alimentazione: è necessario seguire un corretto equilibrio. BILANCIA ANIMA. È arrivato il momento di fare un pò di chiarezza nel vostro cuore e risolvere alcune questioni ancora in sospeso con il vostro partner. I single farebbero bene a continuare a cercare l'anima gemella. CORPO. Tornate a curare di più il vostro fisico e la vostra persona, cambiando magari qualcosa nel vostro make-up. Una buona dieta disintossicante e un pò di attività fisica vi rimetterà in sesto. Meglio rinunciare a qualche peccato di gola! SCORPIONE ANIMA. Che bella la vita di coppia, ma non esagerate con le critiche: il partner potrebbe prendersela a male. Aspettatevi un approfondimento emotivo forte e assai emozionante dell’intimità e della fiducia reciproca totale. Se siete single, preparatevi a vivere un nuovo amore. CORPO. Le energie aumentano di giorno in giorno, così come la vostra voglia di mettervi in gioco. Una buona forma fisica vi aiuterà anche nei piccoli acciacchi. Sarete favoriti dagli astri. SAGITTARIO ANIMA. Il vostro cuore batte a mille. Siete pronti per vivere la storia d’amore dei vostri sogni. È stato un anno decisivo per molti di voi, dovrete affrontare una vera e propria rivoluzione dei vostri assetti sentimentali e della vostra vita di relazione. Percorsi in salita da fine ottobre CORPO. Mens sana in corpore sano: il vostro fisico risente dei vostri cambi d’umore improvvisi. Provate a rilassarvi trascorrendo una serata insieme a vecchi amici. Da metà ottobre in poi la forma fisica tornerà ai massimi livelli. CAPRICORNO ANIMA. Venere e Marte sono in posizione eccellente e assicurano un periodo magico per l'amore. C’è spazio per affetto e dolcezza, cercate di manifestare cosa sentite dentro di voi; piccoli gesti, che possono sembrare insignificanti, acquisteranno un valore assoluto. CORPO. Avete grinta e forza da vendere. Il corpo vi asseconda magnificamente, quindi dedicate i mesi invernali ad un’attività sportiva che possa rimettervi in forma e mantenervi energici e vitali. ACQUARIO ANIMA. Questi mesi vi daranno la possibilità di restare tranquilli e riflettere su ciò che avete fatto. Sbagliando si impara: siate meno impulsivi. Fate attenzione a non logorare troppo il partner con la vostra indole critica! CORPO. State lentamente riprendendo la vostra forma fisica, anche grazie alla protezione degli astri. È un momento di revisione generale nel campo della salute e probabilmente molte delle spese dell’annata saranno segnate sotto la voce spese mediche o di benessere. PESCI 23 settembre 23 ottobre 24 ottobre 21 novembre 22 novembre 21 dicembre 22 dicembre 20 gennaio 21 gennaio 19 febbraio 20 febbraio 20 marzo ANIMA. Grazie ad un nuovo modo di vivere la dimensione di coppia, riuscirete a trovare un equilibrio perfetto tra sesso e amore. Verso la fine dell’anno andrà tutto a gonfie vele, non dovete fare altro che riversare sul partner tutte le vostre attenzioni. CORPO. Siete ipertesi: il consiglio è di bere una tisana prima di andare a letto e di eseguire esercizi psicofisici che vi aiuteranno ad alleggerire un pò di tensione post-vacanze. Nei mesi invernali dedicatevi al relax e alla cura del corpo. ANIMA. È il periodo giusto per dare attenzione ai vostri affetti: non trascurate la vostra famiglia e dedicatevi senza indugi anche alla vostra vita sentimentale. Venere vi dona una fortissima carica erotica. CORPO. L’ingresso di Venere nel segno vi rende meno nervosi e questo si riflette positivamente sul vostro stato psicofisico. Dedicatevi alla meditazione o allo yoga. Le nuove risorse energetiche vi permetteranno di affrontare la stagione invernale a pieno ritmo. ANIMA. Le stelle illumineranno la vostra vita amorosa: con il partner agirete con slancio e con un pizzico di audacia, questo non passerà inosservato, infatti sarete ricompensati dalla persona amata che avrà in serbo per voi ardenti sorprese. CORPO. Non tenetevi tutto dentro: rabbia e ansia non fanno bene al vostro apparato digerente. la curiosità vi spingerà ad esplorare ambienti insoliti, che arricchiranno il bagaglio culturale e allargheranno i vostri orizzonti. ANIMA. Nuovi incontri e miglioramento delle relazioni da Ottobre a Dicembre. Giove rende più facile la comunicazione e vi riempie di attenzioni e regalini! Per i single sono da preferire le serate con gli amici. CORPO. Avvertite troppo il peso delle responsabilità, non cercate di risolvere tutto da soli. Concedetevi un pò più di svago. La posizione positiva di Giove fa apprezzare più del solito i piaceri della tavola e potrebbe farvi prendere qualche chilo in più. ANIMA. Siete pronti per fare il grande passo. Cercate però di non essere troppo impulsivi e comprendere anche le esigenze del partner. Per i single: qualcuno potrebbe bussare alla vostra porta, ma chissà che andando ad aprire non vi troviate di fronte una vecchia conoscenza. CORPO. Curate la pelle attentamente. Non date troppo peso a qualche piccolo disturbo. Notizie rassicuranti per quanto riguarda l’ultima parte dell’anno: sani come sarete, potrete dedicarvi con piacere all’attività fisica. ANIMA. Dopo un periodo di tensioni, il rapporto di coppia andrà a meraviglia, soprattutto tra le lenzuola. Se siete liberi da legami affettivi, tenetevi pronti a dare inizio ad un’importante storia d’amore. CORPO. State recuperando la migliore forma fisica anche grazie al vostro benessere psicofisico che vi dona una energia incredibile. Mantenete una buona armonia tra mente e corpo, con esercizi di respirazione da praticare possibilmente all’aperto. La fine dell’anno sarà esplosiva. 47 contatti trovamedico In questa sezione troverai i contatti dei medici che hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Dott. Giulio Ferranti Specialista in Dermatologia e Venereologia Roma tel. 06 3216522 Cell. 349 6732580 E-mail: [email protected] Dott. Fabrizio Castagnetta Chirurgo Plastico Specializzato a San Paulo Membro Società Brasiliana Chirurgia Studio di Chirurgia Plastica “Dr. F. Castagnetta” Roma, Milano, Palermo numero verde: 800145019 Dott. Paolo Caterino, Dott. Ortensio letizia, Dott. Alighiero Caputo Specialisti in Dermatologia e Venereologia Polo di Servizi Dermatologici ASL CE 2 Via Salvatore di Giacomo • Aversa (Caserta) Prof. Dott.ssa Maria Costantino Docente a c. Scuola di Specializzazione in Idrologia Medica - Università degli Studi di Parma Presidente Ass. F.I.R.S. Thermae (Form.ne Interdisciplinare, Ricerche e Scienze Termali) Direttore Scientifico CE.RI.S.T. E-mail: [email protected] Dott. ssa Emanuela Barberio Specialista in Dermatologia e Venereologia Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale Centro Polispecialistico Sebastopoli • Torino Tel. 011 3181032 Studio Medico Galeno • Catanzaro Tel. 0967 21687 Dott.ssa Nadia Russo Specialista in Dermatologia e Venereologia Dottore di Ricerca in Dermatologia Sperimentale Università di Napoli “Federico II” Studio: Via Sedivola, 95 • Torre del Greco (NA) Tel. 081.8816960 • 081.8815862 • [email protected] Studio: Rione Sirignano, 9 • Napoli • Cell. 347 1922330 Dott.ssa Adriana Scozzaro Assistente in formazione in Ginecologia e Ostetricia Palermo Cell. 338 6964040 Prof. Dott. Francesco Arcanà Specialista in Colonproctologia Via A. Valore, 21 • Messina Tel.: 090 662741 Fax: 090 6781760 Cell.: 335 304474 E-mail: [email protected] Dott. Antonio Criscuolo Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Napoli Studio: Via S. Giacomo dei Capri, 144 Cell.: 338 4075793 E-mail: [email protected] Dott. Vincenzo Battarra Dermatologo, critico d’arte, giornalista pubblicista Resp. U.O. Semplice a valenza dipartimentale di Dermatologia Oncologica dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta Cell.: 335 40209 E-mail: [email protected] Francesco Buccaro [email protected] Maria Grazia Serpe Insegnante Istituto Tilgher - Ercolano (NA) [email protected] Piero Falanga www.uncuocoincasa.it Antonio galli [email protected] 48 rectalgan è di ausilio nelle patologie croniche, come emorroidi, ragadi anali, fistole perianali e dopo interventi di chirurgia proctologica