Foto Slate la stampa diventa facile

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Foto Slate la stampa diventa facile
Software
Foto Sla te
la stampa
diventa facile
cipi di funzionamento delle proprie attrezzature, per la composizione delle immagini possiamo scegliere un valido software di
fotoritocco.
Torniamo però alla lettura delle mail che
giungono in redazione: spesso ci viene chiesto come sia possibile decidere, indipendentemente dal programma adottato, il posizionamento e l’eventuale stampa di più
immagini (identiche o differenti) all’interno di un medesimo supporto, senza incorrere in sprechi di spazio o in una disposizione delle immagini del tutto ‘casuale’,
ovvero decisa a priori dal software senza
che noi possiamo intervenire in alcun modo. Fino a ieri la risposta sarebbe stata univoca: le immagini vanno composte necessariamente su un nuovo ‘foglio digitale’ per
poi andarlo a stampare per intero come se
fosse un’unica immagine. Oggi, segno dei
tempi, la risposta è: usiamo FotoSlate di
ACD Systems.
FotoSlate
Chi lavora abitualmente
con programmi
di fotoritocco
si trova a gestire
molte immagini.
I programmi
di visualizzazione sono
numerosi, ma quando
si passa alla stampa
cominciano i problemi.
Foto Slate li risolve.
Nello scegliere i software da sottoporre a
recensione, siamo stati fino ad oggi guidati da un criterio estremamente pratico, che
si può riassumere nella domanda: ‘Quali
sono le necessità prioritarie di chi vuole ottenere dei discreti risultati nell’esplorazione di questa nuova tecnologia fotografica?’.
Fino ad ora, come si diceva, abbiamo analizzato le principali problematiche di ripresa, elaborazione, archiviazione e presentazione digitale delle immagini scattate. Sfogliando tra le pagine dedicate mensilmente alle risposte fornite tramite e-mail
ai lettori nella apposita rubrica, dovrebbe
apparire chiaro come tali interrogativi sono, di base, quelli che attanagliano la maggior parte delle perone che decidono di rivolgersi all’Esperto On Line al fine di ricevere un consiglio. Manca però all’appello l’intera schiera di questioni inerenti alla
stampa dei file ottenuti mediante scatti o
scansioni in digitale. È innegabile che, per
chi arriva al digitale partendo dalla fotografia tradizionale, uno dei punti di maggiore interesse sia quello di ottenere delle
stampe fotografiche che rispondano al meglio ai parametri qualitativi cui siamo abituati dai decenni passati a ‘bisticciare’ coi
fotolaboratori più o meno professionali.
In tale ottica siamo dunque di fronte a due
problemi: come ottenere la qualità di stampa migliore e come migliorare l’estetica delle nostre immagini. Posto che gli aspetti
inerenti alla qualità dipendano in gran parte dal bagaglio di conoscenze tecniche degli utenti, che dovrebbero padroneggiare
sia la teoria relativa alla stampa che i prin-
Si dovrebbe intuire facilmente come, data
la provenienza di tale software (ACD Systems), sussista un qualche legame tra FotoSlate ed un programma già ‘sviscerato’
su queste stesse pagine: ACDSee 32. In effetti l’applicativo che oggi esaminiamo altro non è che un Plug In, ovvero un modulo, che va ad affiancare il pregevole software di archiviazione e visualizzazione precedentemente recensito.
Come si è accennato, in articoli precedenti abbiamo preso in considerazione l’esigenza di archiviare e visualizzare a video
le nostre foto digitali. Tra questi software
abbiamo esaminato ACDSee di ACD Systems e Portfolio di Extensis.
Questo mese vedremo come “uscire dallo
schermo del computer” stampando le nostre immagini fotografiche, pur conservando quella flessibilità nella scelta della presentazione che caratterizza le potenzialità
di ‘proiettore virtuale’ proprie del personal
computer. Data la macchinosità con cui i
moderni software di fotoritocco organizzano le immagini in fase di stampa, pareva
opportuno dotare gli utenti digitali di un
metodo, di uno strumento, che permettesse di ‘impaginare’ rapidamente, con flessibilità, ed in modo del tutto intuitivo, le molte fotografie elettroniche che compongono
generalmente gli archivi.
FotoSlate si presenta in una veste estremamente ‘leggera’ (pochi Megabyte da scaricare online dal sito di ACD Systems ed altrettanto parche richieste di hardware), come Plug In da utilizzare direttamente da
ACDSee o da PicaView, entrambi prodotti dalla medesima software house. Una volta scaricata l’eventuale versione demo (a
durata limitata) è sufficiente installarla perché questa si renda accessibile dall’interfaccia dei due applicativi citati. Un semplice clic del mouse sull’icona relativa a
FotoSlate ci immette in una nuova finestra,
molto chiara e ben ‘distribuita’ nei comandi disponibili, che costituirà lo spazio di lavoro fino alla fase di stampa. Vediamo rapidamente gli elementi salienti che ci si parano innanzi.
Innanzi tutto troviamo sulla sinistra della
finestra di FotoSlate la classica, per questo
genere di applicativi, porzione dedicata alle miniature delle immagini (thumbnail)
che abbiamo a disposizione per l’impaginazione. La parte destra dello schermo è
invece occupata da quello che sarà il nostro schema di posizionamento delle immagini: vedremo poi nel dettaglio ciò che
esso offre. Basti per ora sapere che esso altro non è che una rappresentazione “zoomabile” di un foglio delle dimensioni scelte, riportante alcuni riferimenti (linee) relativi agli ingombri delle immagini e dei
testi da inserire. La rimanente parte alta dello schermo contiene i consueti pulsanti funzione ed i menu a discesa.
Questa disposizione verticale affiancata delle finestre lascia presagire la necessità di
averle entrambe sottomano nel medesimo
istante. Infatti! Il meccanismo con cui possiamo intervenire sulla scelta, sullo spostamento, sulla duplicazione e sull’orientamento delle immagini nei modelli predefiniti non è altro che il più che intuitivo
ed immediato metodo drag and drop, altrimenti detto ‘trascina e lascia’. Tutto FotoSlate si riassume in questi termini! Scegliamo, in vario modo, le immagini da impaginare, scegliamo un modello di pagina
e trasciniamo le immagini negli spazi in
evidenza nel modello. Dopodiché non resta che ‘cliccare’ sul tasto ‘Salva’ per memorizzare la pagina di album creata o sul
tasto ‘Stampa’ per vederci riconsegnare un
bel provino a contatto piuttosto che la suddetta pagina d’album in ‘carne e inchiostri’.
La gestione di immagini e
modelli in FotoSlate
La prima operazione da compiere è quella
relativa alla scelta delle immagini da gestire.
È possibile effettuare questa prima operazione di base in differenti modi. Possiamo
selezionare le immagini da importare in FotoSlate direttamente dall’interfaccia di
ACDSee, per poi attivare il Plug In e vedercele riconsegnare intatte nella finestra
sinistra di FotoSlate; oppure possiamo accedere direttamente a FotoSlate per poi richiamare la funzione di ‘Add Image’ e scegliere convenzionalmente i file immagine
da aprire nel Plug In.
Lo stesso vale per la procedura da seguire
al fine di importare le immagini già aperte
Una visualizzazione delle immagini in ACDSee, il software ‘di appoggio’ cui
FotoSlate si aggancia per fornire i servizi promessi. L’interfaccia chiara ed
estremamente funzionale, con poche ma efficienti operazioni, ci fa ben sperare anche per quanto riguarda FotoSlate. In breve riconosciamo: la finestra
di anteprima dell’immagine selezionata, la finestra contenente le miniature
delle immagini presenti nella cartella di interesse, una rappresentazione verticale dei nostri dischi rigidi (unità di salvataggio).
Se non proprio la prima,
di sicuro una delle prime
scelte che ci si presenta all’avvio di FotoSlate è
quella relativa al modello
che desideriamo seguire
nella composizione delle
nostre immagini. L’Album
è dotato di spazi interfotogramma e di eventuali
testi, Sheet (Foglio) elimina invece gli spazi,
sfruttando al massimo lo
spazio disponibile. Entrambe le ‘filosofie’ si sposano comunque con tutte
le dimensioni di foglio
previste, purtroppo non oltre il foglio A4.
È possibile anche scegliere tra l’orientamento orizzontale e verticale.
La classica
interfaccia
disponibile
in ACDSee
per la stampa delle nostre immagini fotografiche. È ben
visibile come
lo spazio lasciato agli interventi di posizionamento e gestione del layout sia oltremodo ridotto, costringendo gli
utenti a passare per un apposito software di composizione al fine di ottenere presentazioni di immagini multiple su carta.
Il passaggio da ACDSee a FotoSlate avviene molto intuitivamente tramite un semplice clic sull’apposita icona comparsa sulla barra dei plugin nel momento in cui
abbiamo installato il programma. È possibile avviare
FotoSlate in seguito alla selezione di alcune immagini
dalla finestra di anteprima di ACDSee, al fine di vederle inglobate direttamente all’interno della finestra relativa al plugin, senza bisogno di provvedere manualmente
alla loro apertura.
Una caratteristica insospettata di
FotoSlate, che ci ha favorevolmente colpiti nelle fasi di sperimentazione più avanzate, riguarda la possibilità di includere, all’interno di
uno stesso progetto, tipologie di supporti differenti, a patto di rispettare
lo sviluppo orizzontale o verticale.
Si vengono a creare in tal modo dei
set di pagine eterogenei che ben si
adattano, soprattutto nella gestione
degli Sheet, allo sfruttamento più
completo di ogni pagina
in FotoSlate all’interno dei modelli predefiniti: si può selezionare alcune immagini
(o anche una soltanto) nelle anteprime per
poi andare a scegliere il modello cui esse
dovranno adattarsi, oppure scegliere prima
il modello vuoto e poi riempirlo mediante
drag and drop delle immagini preferite.
E’ ovviamente possibile adottare anche una
strategia ibrida. Possiamo selezionare po-
che immagini dalle miniature, scegliere un
modello che automaticamente si riempirà
delle immagini scelte, andare poi a trascinare altre immagini precedentemente non
selezionate nei ‘buchi’ rimasti vuoti del modello. E potremo anche stravolgere l’ordine del tutto mediante spostamenti manuali direttamente nell’anteprima del modello
sulla destra, eventualmente aggiungendo
nuove pagine al lavoro finito.
Insomma: una gran bella versatilità!
Oltre a queste funzioni base, con FotoSlate è possibile selezionare una sola immagine dalle anteprime per poi vederla duplicata fino al completamento di tutti gli spazi liberi del modello scelto, in perfetto stile fototessera (ovviamente in una miriade
di formati differenti).
La possibilità di effettuare ingrandimenti
(zoom) nella visualizzazione delle pagine in
via di costituzione, consente di tenere più agilmente sott’occhio la disposizione delle immagini che abbiamo scelto di inserire nel modello. Essendo spesso tali schemi costituiti da
spazi sia orizzontali che verticali, è chiaro
che è possibile spostare le fotografie nei diversi spazi. Il metodo adottato è il ‘drag and
drop’, ovvero ‘trascina e lascia’, caratterizzato da una estrema intuibilità e rapidità di
esecuzione. Nell’esempio tutte le immagini
sono state poste in alloggiamenti corrispondenti al loro naturale orientamento, sebbene il software le avesse in principio collocate secondo una fredda logica sequenziale.
Nella creazione di lavori composti da più pagine, soprattutto nel
caso di un Album, l’osservazione
di più pagine contemporaneamente consente di effettuare una
disposizione più ordinata delle fotografie.
Un apprezzamento poi per la possibilità di
variare il layout (schema) dei modelli tra
una pagina e l’altra anche all’interno di un
medesimo lavoro, alla sola condizione di
rispettarne l’orientamento orizzontale o verticale.
Utile anche la possibilità di sfruttare alcune trasformazioni di base delle immagini
immesse (rotazioni, adattamenti alla pagina, ecc.), così come le seppur minime capacità offerte dall’editor di ritocco di ACDSee.
Da notare che, alla scelta dei file da includere nel progetto, il software aggiunge automaticamente nuove pagine di album identiche per formato a quella scelta come riferimento, nel caso in cui il numero delle
foto da inserirvi ecceda quello degli spazi
liberi nello schema scelto. In tale modo potremo evitare di creare ossessivamente nuove pagine nell’ipotesi di avere un gran numero di immagini da ‘sistemare’.
Meno immediata risulta invece, ad una prima apertura del programma, la distinzione
tra pagine di Album e Fogli (Sheet). Una
osservazione attenta delle due ipotesi di lavoro (meglio ancora una lettura della gui-
da in linea!) permetterà di notare come le
pagine di album siano caratterizzate da bordi bianchi e da spazi di testo attorno alle
immagini, mentre i fogli singoli tendano
alla ottimizzazione dello spazio a disposizione sul foglio, eliminando addirittura ogni
spazio ‘interfotogramma’ ed ogni elemento che non sia immagine. In tale modo potremo optare per una presentazione orientata all’estetica globale della presentazione (Album), oppure ad una stampa destinata ad essere ritagliata (Sheet) per ottenere il maggior numero possibile di immagini su ogni foglio.
Va anche rimarcata l’ampia scelta dei formati che si rendono disponibili all’apertura delle sezione ‘Add Page’: si va dal formato Letter al Legal, passando per A4, A6,
Tabloid, Note, Hagaki e 4x6, il tutto sia in
versione orizzontale che verticale. Mi pare inoltre scontata la possibilità di effettuare
zoomate in differenti fattori di ingrandimento sull’insieme delle pagine create, onde averne una visione sia globale dell’intero lavoro, che del particolare in dimensioni reali di stampa.
Nel complesso è più che sufficiente l’in-
terfaccia preposta alla gestione del testo, il
quale riesce sempre ad adeguarsi, nello stile e nelle opportunità di ridimensionamento, a quelli che sono gli spazi ad esso assegnati dai modelli; il posizionamento è forse un po’ rigido, ma offre una pulizia generale del lavoro che di sicuro non nuoce.
Conclusioni
Come giudicare, soprattutto alla luce delle
premesse iniziali, questo software, o Plug
In che dir si voglia? Se il nostro problema
è quello di migliorare la qualità fotografica o, più probabilmente, di ottenere una
corrispondenza tra ciò che vediamo a video e ciò che stampiamo, allora la risoluzione dei nostri problemi deve essere ricercata altrove. Mi permetto di suggerire
un più attento studio teorico delle problematiche relative alla stampa, alla calibrazione ed alla gestione cromatica delle periferiche che possediamo.
Invece, per quanto riguarda la composizione o, meglio, l’impaginazione, FotoSlate
compie effettivamente dei ‘piccoli miracoli’, essendo progettato proprio per tale
specifico scopo. Ci consente una vasta
Le modifiche che ci sono consentite dalla tendina, attivata mediante un clic del mouse col tasto destro, pur se
ridotte, consentono alcune rapide operazioni di estrema utilità nelle pratica di impaginazione delle immagini. Innanzi tutto gestiamo in tal modo le rotazioni delle immagini, nonché l’adattamento di queste all’inquadratura. È sempre possibile accedere all’editor di
ritocco predefinito di ACDSee ed aggiungere una pagina nuova al nostro progetto.
L’editor di fotoritocco cui possiamo accedere da FotoSlate altri non è che il medesimo cui fa capo ACDSee: Sarebbe stato assurdo dotare il plugin di un nuovo, ed ingombrante, modulo di fotoritocco proprio.
Potrebbe apparire scontato, ma così non è nelle prime
esperienze di inserimento delle immagini in FotoSlate,
che alcune celle proposte dal modello preferito restino
vuote. Avendo avuto a che fare con software simili, posso assicurare che il loro mancato riempimento crea, in
genere, dello scompiglio nei programmi di ridotta flessibilità. In FotoSlate abbiamo invece a disposizione le più
ampie opportunità di andare ad intervenire con spostamenti e cancellazioni al fine di collocare le immagini preferite in un qualunque spazio offertoci dai modelli, anche differenti, delle pagine incluse nel progetto. Anche la
mancata utilizzazione di alcune griglie non comporterà
alcuno sgomento nel plugin di ACDSee.
Lo strumento di inserimento del testo all’interno degli spazi lasciati liberi da FotoSlate, nell’istante in cui scegliamo i
modelli facenti capo alla tipologia Album, mi sembra completo e sufficiente a soddisfare la maggioranza delle possibili richieste. Permettere una elaborazione più complessa dei commenti alle immagini avrebbe fatto perdere di vista il fine ultimo del programma, ovvero quello di creare insiemi ben equilibrati di immagini, e non di redigere relazioni impreziosite da fotografie. Resta in ogni caso ampio lo spazio di intervento dell’utente nella scelta dei caratteri, delle dimensioni, degli stili e degli allineamenti.
Siamo qui nel pieno delle attività di creazione delle pagine virtuali! Un primo metodo è quello di selezionare dalla finestra delle miniature alcune immagini, per poi scegliere un modello di impaginazione; tali file andranno immediatamente ad adattarsi riempiendo gli spazi a disposizione, creando anche pagine multiple se il numero delle immagini selezionate lo richiede.
Un differente metodo di inserimento delle immagini all’interno delle pagine è il seguente. Possiamo infatti scegliere
preventivamente il modello, per poi andarvi a depositare, mediante ‘drag and drop’, un insieme più o meno grande di
file selezionati, che si collocheranno immediatamente negli spazi liberi. Essendo presenti spazi sia orizzontali che verticali, una veloce opera di spostamento può dare al lavoro un aspetto decisamente più ordinato: anche in questo caso
le operazioni si avvalgono del metodo di trascinamento e rilascio.
schiera di composizioni, a partire dalle più
elementari (singola immagine sul foglio
con o senza testo) per arrivare a vere e proprie pagine di provinatura, magari contenenti svariate decine di miniature, utili al
fine di creare un indice per i CD di backup
(ricordiamo di effettuare sempre periodicamente il salvataggio delle nostre immagini!).
Un piccolo limite da superare è relativo al
formato massimo di stampa supportato dai
modelli proposti da FotoSlate, ovvero il
formato A4. Non mi pare però il caso di accentuare tale questione, dato che i modelli
delle pagine proposte con la versione di FotoSlate che abbiamo scaricato sono descritti
mediante un linguaggio interpretato, l’XML
(Extensible Markup Language), estrema-
mente diffuso ormai nell’ambito del web,
e per questo motivo di certo documentato
e adeguatamente descritto al fine di renderlo comprensibile ed utilizzabile da chiunque.
Uno sguardo ai file relativi a tali modelli
(si trovano nella cartella di FotoSlate), ci
permette di notare la possibilità di creare
abbastanza facilmente dei modelli perso-
Le immagini possono essere
immesse in FotoSlate selezionandole da ACDSee, oppure
aprendole singolarmente in FotoSlate con il comando ‘Add
Images’, presente nella barra
orizzontale degli strumenti. La
scelta dei file è in tal caso agevolata da una immediata miniatura di anteprima presente
nella parte inferiore delle finestrelle di selezione.
FotoSlate ci permette di creare pagine colme di immagini (Sheet)
indirizzate ad un successivo ritaglio per altri fini. È una opportunità anche per generare, senza troppi ‘trascinamenti’, dei set
di immagini tutte identiche tra loro, magari in formati differenti. FotoSlate consente tutto ciò: si parte dalla selezione di una
singola immagine, per poi confermare, alla scelta di un modello, la nostra intenzione di replicare il soggetto in tutti gli spazi a
disposizione.
nalizzati, ovviamente per chi ha un qualche rudimento di programmazione.
Abbiamo trovato FotoSlate incredibilmente intuitivo e fin dalle prime applicazioni
si riescono a sfruttare gli strumenti offerti
nelle loro migliori potenzialità. Ho trovato estremamente funzionale e rapido il metodo di trascinamento delle immagini all’interno dei modelli, sia per la loro prima
collocazione, sia per un eventuale riposizionamento.
Il fatto che tale modulo di stampa vada poi
ad affiancare uno dei software leader nella visualizzazione delle immagini crea una
opportunità assolutamente unica: la disponibilità di un sistema di gestione delle immagini estremamente completo e, non dimentichiamolo, ad un costo irrisorio.
Apprezzabile anche la condivisione con
ACDSee del modulo elementare di ritocco.
Parere senza dubbio positivo dunque per
FotoSlate, ad iniziare dalla compattezza del
programma, per giungere alla semplicità di
utilizzo ed al ridotto costo di acquisto.
Eugenio G.Tursi