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Milano in taxi, tra colonnine e cartelli “pazzi” | 1
Sos dei conducenti: “Impianti guasti, caos alla stazione Garibaldi. Non contiamo
meno del bike sharing”
La colonnina a pezzi di largo Cairoli è diventata quasi un monumento,
tra la statua di Giuseppe Garibaldi e il Castello Sforzesco. Da mesi nessuno si
prende il disturbo di rottamarla del tutto, tanto ridotta com’è, per chiamare i taxi
nel posteggio di Cairoli a questo punto ce ne vuole una nuova di zecca. Sono
guaste, ma nessuno si prende comunque la briga di ripararle, le colonnine di
piazzale Lotto, via Aselli, quella davanti al Policlinico, in via Briosi. In largo Lagosta
è stata sventrata «forse più di un anno fa», non se lo ricordano nemmeno i tassisti,
che sono riusciti a farla stare in piedi con un catenaccio. E il sistema fai-da-te va
(per forza) di moda. «Capita di vedere colleghi, ex elettricisti, che staccano i pezzi
da una, li portano ad un altra piazzola dove si può ancora riattivare il servizio,
prendono il cacciavite e provano a fare il collegamenti» racconta uno dei
conducenti esasperati da un servizio che – specie in vista di Expo – dovrebbe
da ilgiornale.it
ricevere le stesse attenzioni dei mezzi Atm, invece «Il Comune pensa più ai corsi di
inglese per accogliere i turisti che verranno nel 2015 che a far arrivare presto e
senza intoppi il taxi. Noi studieremo, ma i clienti preferiscono un buon servizio che
consigli su dove acquistare i biglietti per lo stadio».
Oggi i milanesi che hanno bisogno dell’auto bianca fanno più spesso il numero di un radiotaxi (esistono lo 02.85.85,
02.40.40, 02.69.69, 02.40.40 o 02.53.53), ma almeno un terzo dei conducenti – circa 1.300 sui 4.900 in città – non ha la
radio, sta in attesa ai posteggi o carica su alzata di mano per la strada. Che il sistema delle colonnine funzioni è vitale per
loro, per i residenti abituati a fare il numero della piazzola più vicina e per chi rischia di perdere il treno se la giornata è
infernale e il radiotaxi intasato.
Occupati, si lamentano i tassisti, sono invece spesso, molto spesso i loro posteggi. Da piazza Napoli (di fronte al cinema) a
piazza Repubblica (vicino a una grossa palestra) tanto per fare due esempi, «i vigili non controllano il posteggio selvaggio
sulle nostre aree – protesta un tassista di turno -, e con la crisi le file ai posteggi possono essere molto lunghe». Se la
stazione Centrale ha l’annoso problema degli abusivi, in Garibaldi la situazione «la circolazione che si sono inventati
durante i lavori nel quartiere è totalmente caotica – fa la prova il tassista -. Con l’arrivo di Icaro e Tgv il traffico di
passeggeri è aumentato moltissimo. Ma già il cartello arancione taxi è stato posizionato senza logica in fondo al
marciapiedi invece che in cima, i clienti si mettono in fila da lì, dobbiamo chiamarli e accompagnarli fino alle macchine. E
benchè ci sia rimozione forzata, negli orari clou il passaggio molto stretto è totalmente bloccata dalle auto private. Mi è
capitato di lasciare 20 minuti in attesa i clienti, non riuscivo a raggiungere la stazione». Dai disagi alle autocritiche? Nel
nuovo regolamento che le sigle stanno scrivendo con la Regione, inseriranno regole più ferree sul look: in servizio solo
pantaloni lunghi e scarpe chiuse. E i vigili dovranno controllare meglio che il tassista non giri anche 6 mesi con l’auto
ammaccata.
Tassista e consigliere comunale di Valori per Milano, Raffaele Grassi critica la giunta Pisapia: «L’assessore ai Trasporti
Maran è più attento a piste ciclabili e bike sharing ma forse sottovaluta il ruolo che avrà il servizio taxi per Expo, non può
essere abbandonato a sè stesso come avviene da 2 anni».
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