AIM Magazine AIM Magazine

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AIM Magazine AIM Magazine
ASSOCIAZIONE ITALIANA
DI
SCIENZA
E
TECNOLOGIA
DELLE
MACROMOLECOLE
AIM Magazine
B
O
L
L
E
PERIODICO QUADRIMESTRALE SPED. IN A.P. 45% ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 - FILIALE DI PISA - AUT. TRIB. DI PISA N. 13/96 DEL 04/09/1996 STAMPE A TARIFFA RIDOTTA - TASSA PAGATA - AUT. E.P.I. DIR. FILIALE DI PISA - N. A.S.P./32424/GB DEL 30/12/1997 - TAXE PERCUE - ITALIA - I.P.
Anno XXVII • vol. 56 • n° 3
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Settembre-Dicembre 2002
RICERCA E SVILUPPO IN ITALIA:
LA CREATIVITÀ LA NOSTRA RISORSA
AIM MAGAZINE COMPIE 5 ANNI: ALL’INTERNO UN INSERTO STACCABILE
CON L’ARCHIVIO DI QUANTO PUBBLICATO RUBRICA PER RUBRICA
Sommario
L’EDITORIALE
Cinque anni di AIM Magazine. Bilancio e prospettive per la comunicazione di AIM
(M. Galimberti, M. Aglietto, E. Amendola, R. Rizzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Un’analisi dei finanziamenti del sistema ricerca in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Carta dei principi della ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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industriale (A. Crestana, M. Galimberti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Il CNR esce dall’European Science Foundation per mancanza di fondi
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I Nobel per la chimica del 2002 (R. Rizzo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Complimenti per AIM Magazine (G. Pezzin) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Richiesta di materiale pubblicato su AIM Magazine (G. Conti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Errare Humanum Est (R. Filippini Fantoni) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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L’ATTUALITÀ
Commento all’intervista sul Corriere della Sera a Renato Ugo, Presidente dell’AIRI
(A. Crestana, M. Galimberti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ricerca e sviluppo in Italia: un’istantanea dal rapporto dell’associazione italiana per la ricerca
I BIOPOLIMERI
L’AMBIENTE
Lo sviluppo di nuovi materiali polimerici rinforzati per l’industria automobilistica
(E. Amendola, G. Nocerino, D. Acierno) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
POLYMERS
AND
LIFE
Nature Works PLA: a new approach in the development of everyday products (S. Cavallo) . . . . . . .
I GRUPPI
DI
RICERCA MACROMOLECOLARE
Centri di eccellenza in Chimica Macromolecolare: da Lodz, Polonia (S. Slomkowski) . . . . . . . . . . . .
LETTERE
AL
DIRETTORE
DOSSIER
Living Free-Radical Polymerization: la nuova frontiera della polimerizzazione radicalica
(N. Cardi, R. Po’, A. Longo, M. Laus, K. Sparnacci) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1
POLYMERS ABROAD
Vitamin E – A new choice for polyolefin stabilization (D. Müller, W. Voigt, J. Ghosh) . . . . . . . . . . . . .
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I giovani e l’AIM: due facce della stessa medaglia (L. Giorgini, G. Gorrasi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Neolaureati con curriculum macromolecolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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L’Accademia dei Lincei commemora Giulio Natta nel centenario della nascita . . . . . . . . . . . . . . . . .
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“Stereospecific Polymerization and Stereoregular Polymers” (EUPOC 2003) . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Summer School “Nanostructured Polymer Materials” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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XVI Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Nato ASI Macromolecules 2003 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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CALENDARIO
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In ricordo di Gianpiero Talamini (G. Pezzin) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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I GIOVANI
I
CONGRESSI FUTURI
EPF 2
nd
I CONGRESSI
CONGRESSI
SVOLTI
International Workshop on Advanced Frontiers in Polymer Science (AFPS 2002)
(R. Bongiovanni) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
AIM: L'ATTIVITÀ
EDITORIALE
Libri e Atti AIM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Presentazione del volume AIM: esercizi, esperimenti e metodi di analisi di polimeri e di loro proprietà
(G. Di Silvestro, L. Fambri, M.P. Luda, M. Pizzoli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
IL
MONDO DI
AIM
1998-2002: cinque anni di AIM Magazine (inserto speciale staccabile)
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L’EDITORIALE
CINQUE ANNI DI AIM MAGAZINE.
BILANCIO E PROSPETTIVE PER LA
COMUNICAZIONE DI AIM
di Maurizio Galimberti, Mauro Aglietto, Eugenio Amendola, Roberto Rizzo
2. La situazione della Ricerca e Sviluppo (R&S) in
Italia, tradizionale bacino di riferimento delle
iniziative di AIM, è sempre più difficile (come
illustrato anche dagli articoli che pubblichiamo
in questo numero): i fondi ad essa dedicati e
gli addetti del settore sono in costante calo.
3. La composizione del comparto industriale è
mutata e va mutando secondo una direzione
ben precisa. Le grandi aziende, le sole a poter
garantire una massa critica in R&S vanno progressivamente scomparendo e la realtà italiana è ormai quasi esclusivamente composta da
piccole e medie imprese. Lo spazio dedicato
dalle aziende a studi e approfondimenti (es:
scuole, congressi) è sempre più compresso.
C
ari lettori,
in questo numero trovate un inserto speciale, da staccare e conservare, se ci passate un’espressione certo più da rivista usa a
farsi pubblicità.
È la banca dati di 5 anni di AIM Magazine, tutti gli
articoli pubblicati rubrica per rubrica. Una rapida
scorsa e “mamma mia, quanta strada e quanto
lavoro abbiamo fatto!”, a noi quattro del comitato
di redazione l’esclamazione è venuta spontanea.
Con questa edizione del Magazine arriviamo a più
di 300 pezzi pubblicati.
Nessuna autocelebrazione, inutile prima ancora
che inelegante. Piuttosto la consapevolezza di trovarsi di fronte a numeri importanti, di articoli,
rubriche, collaboratori, mesi e mesi passati in
redazione. Numeri che ci consigliano di tracciare
un bilancio e, soprattutto, di disegnare una prospettiva per AIM Magazine, e per la comunicazione di AIM più in generale.
Sapevamo cosa volevamo fare e perché lo facevamo. La domanda dopo cinque anni è semplice:
ci siamo, almeno in parte, riusciti? Ed inoltre: gli
strumenti di comunicazione, dal Magazine al sito,
costano. I benefici che si ottengono sono commisurabili agli sforzi?
AIM
LA
COMUNICAZIONE DI
AIM. LA MISSIONE
Appare evidente come sia sempre più difficile per
AIM realizzare la sua missione e come al tempo
stesso sia strategico il ruolo della comunicazione.
Cosa deve fare dunque la comunicazione per AIM?
1. Presentare AIM, fornendo un’immagine di
grande credibilità consona alla sua storia ed al
livello della sua proposta.
2. Portare AIM ai soggetti attivi nel settore dei
polimeri, se essi non vengono spontaneamente ad AIM.
3. Distribuire informazioni e notizie in modo il più
possibile ampio, sempre di più in mondi altri
da AIM.
4. Far crescere la consapevolezza sulla presenza
e sull’importanza delle macromolecole nella
nostra vita, promuovendo dunque una base
culturalmente sensibile.
5. In una prospettiva più concreta ed al tempo
E IL MONDO CHE CI CIRCONDA
Per dare una risposta convincente, consentiteci di ricordare la situazione nella quale ci troviamo a comunicare, perlomeno nei suoi aspetti più importanti.
1. Ancora oggi a più di 25 anni dalla sua nascita la
missione di AIM è diffondere la cultura macromolecolare e fare incontrare mondi fra loro diversi,
quali quello accademico e quello industriale.
3
stesso più ambiziosa, quasi naif con i tempi
che corrono, convincere o perlomeno trasmettere il dubbio che la comprensione e l’approfondimento siano di aiuto e non di ostacolo
alla produttività.
6. Creare una rete fra persone di mondi diversi,
con esperienze diverse, di generazioni diverse.
7. Diventare una realtà, con una dimensione credibile ed un’identità precisa, nata da AIM ma, proprio perché dotata di una propria indipendenza,
capace di contribuire all’identità di AIM tutta.
UN
Il Magazine ha coinvolto generazioni diverse di collaboratori e, come tradizione di AIM, ha avuto una
preferenza particolare per i più giovani.
Diverse forme di espressione sono state promosse, dall’uso dei siti internet per promuovere le iniziative AIM all’uso di lingue diverse, sul magazine
ma anche nelle Scuole.
Ci pare si possa dire che il bilancio è soddisfacente.
Ed ora, che fare?
Purtuttavia, se vogliamo vincere la nostra sfida in
una situazione così difficile per la Ricerca e
Sviluppo nel nostro Paese, tutto ciò non basta.
Dobbiamo utilizzare gli strumenti fino a qui sviluppati per raggiungere nuove frontiere:
1. Diventare sempre più leggibili, divulgabili e
flessibili alle esigenze dei mondi con cui AIM
deve entrare in contatto.
2. Servirsi della Comunicazione per portare in
AIM nuove realtà, soprattutto internazionali,
valorizzando la valenza formativa della
Comunicazione stessa. Seguire quindi l’esempio della Scuola AIM, che tanto successo ha
avuto diventando europea.
3. Utilizzare la comunicazione ed i ritorni che
essa porta in AIM per ottimizzare la proposta
di AIM.
4. Diffondere sempre più, arrivando alle
Università ed anche alle Scuole, il messaggio
di AIM, confidando nel metodo che esso porta
con sé.
In conclusione, noi siamo convinti che quanto più
i momenti sono difficili, tanto più è importante
cosa si fa ma soprattutto come lo si fa. Ed è sulla
base di questa convinzione che l’esame di ciò che
abbiamo fatto fino ad ora ci rende ottimisti non
solo per quanto saremo capaci di fare in futuro ma
soprattutto per l’impatto che ciò avrà.
BILANCIO SODDISFACENTE
E allora, cosa abbiamo fatto?
La comunicazione di AIM è una realtà. Gli strumenti creati, dal Magazine al Sito alla Mailing
List, sono punti di riferimento affidabili. Adesso sì
ha senso ricordare i 300 articoli, così come i contatti con il sito www.aim.it, più di 37.000 (!) dal
gennaio 2001.
È una realtà riconosciuta e, valutando i riscontri
che abbiamo, utile ed apprezzata. Per molti è una
fonte di informazioni. Ci chiedono spesso articoli
pubblicati dal Magazine, come si può leggere
anche in una lettera pubblicata in questo numero.
AIM Magazine è stato il format sul quale è nato
EPF Magazine.
La comunicazione di AIM arriva in mondi prima
inesplorati. Molti dei redattori e dei collaboratori
del Magazine non conoscevano neppure AIM.
Appartengono a mondi diversi ed hanno portato
AIM nei loro ambienti. Molti di essi hanno creato
una rete di collaborazioni e di contatti che arriva
anche molto distante da AIM, come nel caso degli
esperti di brevetti.
Soggetti non tradizionali per AIM, come esponenti
di PMI hanno sostenuto le iniziative di AIM e non
solo quelle di comunicazione.
4
L’Attualità
DOVE
VA LA RICERCA IN
ITALIA?
Il sistema della ricerca in Italia, nella sua articolazione tra Università ed Enti Pubblici, sta attraversando un momento di grande incertezza per le ricorrenti voci di profonde trasformazioni organizzative e legislative. Molto spesso in
Italia si sente parlare sia a livello politico che di opinione (giornali, TV etc.), dell’importanza della ricerca scientifica per un paese moderno e competitivo. Tuttavia non sempre alle parole corrispondono i fatti e questo è molto vero
nell’attuale situazione economica del nostro paese. In previsione di scelte politiche importanti che tentano di ridisegnare le strutture di ricerca pubbliche del paese, è con piacere che ospitiamo, su proposta di Mario Malinconico,
ricercatore del CNR dell’area di Ricerca di Napoli, due rilevanti riflessioni, la prima di carattere più analitico, la
seconda basata sull’affermazione di principi irrinunciabili, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale,
indispensabili per la salvaguardia di una scienza libera, non asservita al potere politico, ma alle regole della competizione e della qualità. Ci auguriamo che “gli addetti ai lavori” contribuiscano all’apertura di un forum sulla ricerca in Italia.
Il Comitato di Redazione
UN’ANALISI
DEI FINANZIAMENTI DEL
SISTEMA RICERCA IN ITALIA
Comitato Promotore
Alfredo Budillon, Istituto Nazionale dei Tumori “G.
Pascale”
Jacopo D’Alessio, Consiglio Nazionale della
Ricerche
Giovanna Grimaldi, Consiglio Nazionale delle
Ricerche
Eliana Minicozzi, Università “Federico II”
Andrea Motta, Consiglio Nazionale delle Ricerche
Mario Nicodemi, Università “Federico II”
Nicola Spinelli, Università “Federico II”
zati ci collochiamo al 14° posto. Nel rapporto
2001 della Commissione Europea, figuriamo
negli ultimi posti secondo tutti gli indicatori di
investimenti utilizzati per il benchmarking della
Ricerca
Europea
e
Internazionale (2).
Particolarmente evidente è la scarsa quota di
fondi del Bilancio dello Stato allocati alla Ricerca
e Formazione (4,95 Francia-1,36 Italia).
• Negli scorsi mesi del 2002 (Aprile - 1° Ottobre) il
GOVERNO ITALIANO, seguendo in ritardo le indicazioni della UE, SI PONEVA L’OBIETTIVO DI
INCREMENTARE drasticamente gli investimenti
pubblici in Ricerca e Sviluppo nel triennio 20032006 (3), 5400 MILIONI DI EURO nel triennio di
cui 1495 MILIONI nel 2003.
• Il Consiglio straordinario della UE a Lisbona
(2000) ha dichiarato la Ricerca un settore chiave strategico per lo sviluppo dell’Unione e ha
sancito come obiettivo fondamentale per la UE e
gli stati membri l’avanzamento della spesa in
Ricerca e Sviluppo al 3% del PIL entro il 2010.
Questo obiettivo rappresenta per questo decennio una sfida equivalente a quella del precedente (Maastricht) per stare nella UE.
• La “Finanziaria 2003” (Ottobre), come quella
2002, tradisce le linee guida della UE e la credibilità concreta, anche a livello internazionale, del
governo italiano NON INCREMENTANDO, MA
RIDUCENDO ULTERIORMENTE gli investimenti
in Ricerca e Formazione. I provvedimenti colpiscono in maniera irreparabile il sistema pubblico
della ricerca e delle Università.
• In Italia l’investimento in Ricerca e Sviluppo è
diminuito dal 1,3% del PIL nel 1992, all’1,1% nel
1999, fino a circa l’1% nel 2002 (1). Nel 2002 la
quota pubblica è stata dello 0,57% del PIL (1).
Nel consesso dei principali 18 paesi industrializ-
• Lo stanziamento per i FONDI ORDINARI per le
5
• Il blocco delle assunzioni (senza deroghe) è previsto per il secondo anno consecutivo, gettando
nel caos qualunque programmazione della
gestione delle risorse umane. Ricordiamo che in
Italia l’età media dei ricercatori è di circa 48
anni, un dato che pone un drammatico problema
di turn-over. Inoltre, nuove proposte di legge (4)
(di maggioranza e opposizione) sullo stato giuridico di docenti e ricercatori, prevedono che qualunque passaggio di fascia o nuova immissione
avvenga secondo contratti a TEMPO DETERMINATO, rinnovabili fino a un massimo di 6-10
anni.
Università subisce una diminuzione del 2,9%
rispetto al 2002 (oltre una riduzione del 30%
delle spese per l’Edilizia Universitaria). Ne è
seguita la denuncia della Conferenza dei Rettori
(CRUI) del “pericolo per la sopravvivenza stessa
del sistema universitario”.
Lo stanziamento totale per gli ENTI di RICERCA è
analogamente ridotto di oltre il 2,5%.
SI SOMMA A QUESTI TAGLI L’ULTERIORE
DECURTAZIONE DEL 10% imposta alla Funzione
Pubblica, che compromette la vitalità stessa degli
Enti e delle Università.
Particolarmente grave il caso del CNR la cui struttura di bilancio vede l’87% del budget ordinario a
copertura dei salari, per il quale è intervenuta la
Conferenza dei Direttori degli Istituti CNR. Già nel
2002, i tagli avevano COSTRETTO L’ENTE ALLA
SOSPENSIONE di qualunque attività di agenzia e
COMPROMESSO le capacità di cofinanziamento
(nazionale ed internazionale) degli Istituti.
• La Finanziaria “2003” impone alle pubbliche
amministrazioni, incluso Enti di ricerca e
Università, di contrarre la spesa per l’assunzione
di personale a tempo determinato (contratti etc.)
nel limite del 90% della spesa sostenuta nel
triennio 1999-2001. Si riduce così la già scarsa
possibilità di provvedere ai percorsi formativi
post-laurea dei ricercatori più giovani e si tagliano posti di lavoro.
Un altro tra i molti casi gravi è a carico dell’Istituto
Nazionale di Fisica della Materia (INFM), un gioiello riconosciuto a livello internazionale, che subisce
un taglio complessivo del 34%.
• Infine il Governo sta perseguendo l’obiettivo di
trasformare gli enti pubblici di ricerca e le
Università in SpA o Fondazioni di Diritto Privato
attraverso una delega per la riforma delle pubbliche amministrazioni (art. 21 comma 5 disegno di legge finanziaria). Tale scelta si accompagna a quella già operata dal Ministero della
Salute che trasforma gli Istituti di Ricovero e
Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) in
Fondazioni Private e mette in discussione la
natura e le finalità pubbliche della alta formazione e della ricerca. Ciò è tanto più grave nel quadro di riduzione di risorse pubbliche per la
Ricerca e l’Università.
• Gli effetti dei tagli ai fondi ordinari di Enti e
Università si amplificano drammaticamente considerando che, oltre l’inflazione, sui bilanci graveranno l’aumento incomprimibile delle spese
fisse tra cui gli aumenti salariali delle categorie
afferenti, che comunque restano tra i più bassi
della UE.
• Mancano stanziamenti adeguati per finanziare
LE EFFETTIVE ATTIVITÀ DI RICERCA di Enti
Pubblici e Università i cui fondi ordinari già
coprono a malapena le spese fisse. Questo è
particolarmente evidente per quanto attiene gli
interventi a sostegno della ricerca fondamentale
e rivolta all’aumento della conoscenza (previste
dalla UE). Le linee guida del governo di Aprile
2002 prevedevano UN AUMENTO, già insufficiente, di 270 MILIONI DI EURO.
• Inoltre, una serie di atti di governo, come la ventilata Riforma degli Enti Pubblici di Ricerca e la
più recente legge succitata sullo “stato giuridico”
dei docenti universitari che tra l’altro tentano di
imporre la nomina politica del 50% dei membri
del “nuovo” CUN e dei 5/9 del “nuovo” C.d.A.
del CNR, denunciano la volontà di instaurare un
CONTROLLO POLITICO DIRETTO sulla gestione della Ricerca e Università.
• I fondi dedicati al Diritto allo Studio scendono
dell’1,1% e del 4% rispetto al 2002-2001. Inoltre,
come denunciato dalla CRUI, i tagli previsti ai
fondi ordinari delle Università avranno ripercussioni sulle famiglie italiane, implicando inevitabilmente un aggravio delle spese per le TASSE
UNIVERSITARIE.
È difficile cogliere un progetto unitario costruttivo
alla base dell’azione di governo (ma anche dei
governi precedenti) su questi temi che vada al di
là di un brutale tentativo di fare cassa (qualche
6
punto percentuale sul già misero 0,6% del PIL) e di
IMPORRE IL CONTROLLO POLITICO sulla gestione di Università e Ricerca. L’effetto netto sarà inevitabilmente di strozzare la già impoverita ricerca
pubblica italiana e demolire la sua secolare tradizione scientifica e culturale.
Come chiaramente descritto nel Consiglio UE di
Lisbona, l’assenza di programmazione e scarsi
investimenti in ricerca pubblica si ripercuotono
inevitabilmente sulle capacità industriali ed economiche.
Non a caso, dunque, la più grande industria italiana, la FIAT, è sul baratro della chiusura e molti altri
esempi preoccupanti (Pirelli, Olivetti, Cirio etc.)
sono purtroppo all’ordine del giorno.
È l’assenza di una consolidata e seria programmazione e l’assenza dell’”ambiente” ricerca che si
ripercuotono sul già precario mondo industriale
italiano. L’attuale trattamento riservato alla comunità scientifica nazionale su vari fronti ordinamentali e sulle risorse pubbliche ad essa destinate concretizzano uno scenario volto o a demolire o a
convogliare forzosamente il sistema pubblico della
ricerca e formazione in elemento ESCLUSIVAMENTE rivolto a finanziare e sostenere l’innova-
zione tecnologica delle imprese nazionali. Che
costituirebbe l’ultimo baratro.
Il sistema di Ricerca e Formazione Nazionale
Pubblico ha bisogno effettivo ed immediato di:
• immediate e dignitose risorse in linea con gli
impegni e le indicazioni UE;
• autonomia di governo, scelte, gestione e valutazione scientifiche;
• capitalizzare e valorizzare il proprio patrimonio
di risorse umane;
• essere partecipe con le altre parti sociali e politiche di tutte le scelte che riguardino e richiedano le sue competenze;
• essere riconosciuto e sostenuto come uno degli
elementi di riferimento per lo sviluppo del paese.
Bibliografia
(1)
(2)
(3)
(4)
7
Governi della Repubblica Italiana (Linee guida
PNR 05/2000, Linee guida PST 04/2002).
Key Figures 2001 R&D, rapporto Commissione UE.
Linee guida per la politica scientifica e tecnologica
del governo (04/2002), Audizione commissione
VII Ministro Moratti (1/10/2002).
Articoli non smentiti su L’Espresso (17/10/2002).
“CARTA DEI PRINCIPI DELLA RICERCA”
PROPOSTA DEL 10 SETTEMBRE 2002
Comitato Promotore
Franco Bassani (Scuola Normale Superiore di Pisa,
Pres. Società Italiana di Fisica – a titolo personale)
Roberto Battiston (Università di Perugia)
Enrico Bellone (Università di Milano)
Carlo Bernardini (Università di Roma “La Sapienza”)
Marcello Buiatti (Università di Firenze)
Cristiano Castelfranchi (ISTC-CNR)
Gianna Cioni (IASI-CNR)
Rosaria Conte (ISTC-CNR)
Paolo De Nardis (Università di Roma “La Sapienza”)
Rino Falcone (ISTC-CNR)
Vincenza Ferrara (Università di Roma “La Sapienza”)
Giovanni Giudice, ordinario di Biologia dello sviluppo (Università di Palermo)
Marco Gori (Università di Siena e Pres. Associazione
Italiana Intelligenza Artificiale – a titolo personale)
Patrizia Grifoni (IRPPS-CNR)
Margherita Hack (Università di Trieste)
Francesco Lenci (IBF-CNR)
Marina Montacutelli (ISSM-CNR)
Giovanni Nicolosi (Istituto di Chimica biomolecolare, CNR, Catania)
Giorgio Parisi (Università di Roma “La Sapienza”)
Franco Pacini (Osservatorio di Arcetri)
Giulio Peruzzi (Università Padova)
Francesco Polcaro (IASF-CNR)
Lino Polito (IGB-CNR)
Tullio Regge (Politecnico di Torino)
Flaminia Saccà (Università di Roma “La Sapienza”)
Oliviero Stock (ITC-IRST)
Francesco Tampieri (ISAC-CNR)
Settimo Termini (Istituto di Cibernetica - CNR)
Giuliano Toraldo di Francia (Università di Firenze)
Carlo Umiltà (Università Padova, Pres. Associazione
Italiana di Psicologia – a titolo personale)
Cirino Vasi, Istituto processi chimico-fisici, CNR,
Messina
Cristiano Violani (Università Roma “La Sapienza”)
1. La ricerca fondamentale e di base è presupposto dello sviluppo civile, sociale, economico di
ogni paese e come tale “patrimonio fondamentale dell’umanità “ e deve essere completamente autonoma.
2. Per la ricerca finalizzata, alla politica l’individuazione degli obiettivi prioritari e strategici, agli
scienziati la direzione e l’organizzazione della
ricerca per l’ottenimento di quegli obiettivi.
3. La specializzazione e l’interdisciplinarietà ha
da sempre portato alla definizione di nuovi
saperi. Società e sistemi sempre più complessi, come quelli in cui viviamo, richiedono l’integrazione di saperi differenti.
4. La ricerca ed il finanziamento della ricerca
pubblico e privato sono entrambi indispensabili. L’esperienza dei paesi avanzati ha dimostrato che solo all’interno di una sana comunità
scientifica nascono spontaneamente le migliori possibilità di integrazione tra questi due
sistemi.
5. Un forte innesto di giovani ricercatori è necessario alla ricerca italiana. Per non essere definitivamente emarginati dalla comunità scientifica internazionale si deve raccogliere l’importante capitale di conoscenza dei ricercatori
esperti ed allo stesso tempo introdurre forti
elementi di dinamismo verso indirizzi originali
ed innovativi.
6. Nessuna ricerca è possibile senza finanziamenti adeguati. È necessario recuperare la
sproporzione dei finanziamenti per la ricerca
rispetto a quelli degli altri paesi.
7. I parametri di valutazione dell’attività di ricerca, i meccanismi di reclutamento e di sviluppo
di carriera e le risorse economiche minime da
destinare alla ricerca di base devono essere
riferiti a quelli fissati in ambito dell’Unione
Europea.
8
COMMENTO
ALL’INTERVISTA SUL
CORRIERE DELLA SERA A RENATO UGO,
PRESIDENTE DELL’AIRI
di Anna Crestana e Maurizio Galimberti*
liane, appare evidente l’inadeguatezza dei fondi
destinati alla R&S (alla Legge 297/99) dalla
Finanziaria di quest’anno. Questa propone 100
milioni di Euro solamente, in tre anni, a fronte di
delle migliaia di milioni di Euro di cui sopra.
Peraltro, questi soldi sono devoluti al solo Fondo
per la Ricerca Applicata (Fra), mentre il già citato
fondo Fit è stato completamente ignorato. Il fondo
per la Ricerca di Base ha invece ottenuto 300
milioni di Euro, anch’essi da suddividersi in tre
anni.
Decisamente diverse erano le linee guida auspicate (e approvate!) dal Governo stesso, in primavera, e pubblicate sul supplemento 199 della
Gazzetta Ufficiale n° 248 (22/10/2002): 6.330
milioni di Euro finalizzati alla ricerca industriale.
Queste direttive erano ben motivate: dal 2000 in
poi le aziende hanno mostrato, infatti, di voler
investire molto di più in Ricerca e Sviluppo; l’incremento annuo per questa voce di spesa è stato
del 6-8%, materializzatosi anche sotto forma di
progetti di innovazione tecnologica richiesti al
Miur ed al Map, trovatisi quindi presto in deficit
di denaro.
Ben giustificata appare quindi la preoccupazione
del presidente dell’AIRI per il futuro della Ricerca
Industriale in Italia, se il trend degli investimenti ad
essa destinati non cambiasse: retrocessione
(peraltro già in atto) nello sviluppo tecnologico e
conseguente calo di competitività delle aziende del
nostro Paese, oltre ovviamente alla perdita di posti
di lavoro nei Centri di Ricerca Industriale.
O
gni autunno ha luogo la medesima “battaglia”: la Ricerca industriale italiana che
deve difendere se stessa, insoddisfatta dai
pochi e sempre più ridotti fondi stanziati dalle
Finanziarie, nonostante l’aumento delle domande
di finanziamento a progetti per la Ricerca e lo
Sviluppo (R&S) presentate dalle aziende italiane
agli enti competenti.
Il presidente dell’AIRI (Associazione Italiana per la
Ricerca Industriale), Renato Ugo, ha recentemente confrontato sul Corriere della Sera
(CorrierEconomia del 21 ottobre 2002) la situazione dei fondi italiani destinati alla R&S con la
(scarsa) disponibilità della legge Finanziaria 2002.
Questi i numeri del confronto: in Italia i Ministeri
dell’Istruzione, Università e Ricerca (Miur) e della
Ricerca Applicata (Map) gestiscono dei fondi per
le attività di sviluppo tecnologico. Il Miur, alle
soglie dell’approvazione dell’attuale Finanziaria,
doveva far fronte alle circa 1500 richieste di progetti di ricerca, per un totale di circa 4.200 milioni
di Euro, una somma non coperta dalle disponibilità del Ministero. Il Map ha dovuto addirittura bloccare le domande presentate al Fondo per
l’Innovazione Tecnologica (Fit) dopo metà marzo
di quest’anno, a causa dell’insufficienza dei fondi:
mancano infatti ben 1.100 milioni di Euro per
finanziare le richieste avanzate da novembre 2001
al luglio 2002.
Visto l’ordine di grandezza dei numeri per fare
ricerca e dare quindi competitività alle aziende ita-
*
Pirelli Pneumatici, Materiali Innovativi, viale Sarca 222, 20126 Milano.
9
RICERCA E SVILUPPO IN ITALIA:
UN’ISTANTANEA DAL RAPPORTO
DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA
PER LA RICERCA INDUSTRIALE
di Anna Crestana e Maurizio Galimberti
COLPO D’OCCHIO
SUL
RAPPORTO AIRI
È stato pubblicato a giugno il rapporto dell’AIRI
(Associazione Italiana per la Ricerca Industriale)
sulla situazione della Ricerca e Sviluppo (R&S) in
Italia, a confronto con i principali Paesi industrializzati. Dall’analisi dei dati raccolti fino al 2000 si
può vedere che:
• la ricerca e quindi la competitività delle aziende
italiane dipendono fortemente dagli stanziamenti pubblici, sotto forma di fondi assegnati dai
Ministeri competenti (Ministero dell’Istruzione,
l’Università e la Ricerca, Ministero delle Attività
Produttive); al contrario, nei Paesi di riferimento,
cioè Germania, Francia, Regno Unito, USA e
Giappone, la maggior parte della spesa per R&S
proviene da finanziamenti privati;
• l’incidenza sul PIL dei finanziamenti per R&S in
Italia è diminuita di anno in anno nel periodo
1990-2000 ed è, comunque, circa la metà della
media europea;
• il numero di ricercatori in Italia è in continua e
drastica diminuzione;
• nonostante la scarsezza dei fondi finalizzati alla
R&S, il numero dei brevetti richiesti dai ricercatori italiani all’Ufficio Europeo dei Brevetti è in linea
con quello degli altri Paesi presi a confronto.
LA
SPESA PER
CIPALI
PAESI
RICERCA
E
SVILUPPO
Figura 1: Spesa globale per la Ricerca e lo Sviluppo, nei
principali Paesi industrializzati, espressa in miliardi di dollari e a parità di potere d’acquisto. (Fonte: AIRI, R&S Dati
Statistici, Quinta edizione - giugno 2002. Figura 1.3).
Avendo sotto gli occhi il grafico precedente, sembra essere alquanto piuttosto irraggiungibile, perlomeno per noi, l’obiettivo del Consiglio Europeo
di Barcellona tenutosi quest’anno: raggiungere il
3% del PIL entro il 2010 (ulteriori notizie a riguar-
NEI PRIN-
INDUSTRIALIZZATI
Il confronto tra il volume globale (in milioni di dollari e a parità di potere d’acquisto) della spesa per
R&S nei principali Paesi industrializzati conferma
l’insoddisfacente attenzione verso la Ricerca in Italia.
In Figura 1 è palese la scarsità dei fondi italiani.
Analogo andamento segue l’incidenza sul PIL della
spesa globale per la Ricerca: la media annuale italiana dell’1,10% deve confrontarsi con il 2,35%
della Germania, il 2,60% degli USA e il 2,93% del
Giappone. In Figura 2 sono riportati i valori percentuali anno per anno, dal 1990 al 1999.
Figura 2: Incidenza sul PIL della spesa per la Ricerca e lo
Sviluppo, nei principali Paesi industrializzati. (Fonte:
AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002.
Figura 1.4).
10
do si possono trovare nella pubblicazione
dell’11/9/2002 “COM (2002) 499 final – More
research for Europe: towards the 3% of GDP”). In
effetti, in altri Paesi europei, in particolare quelli
scandinavi, la percentuale è già vicina a questo
target; per l’Italia, invece, anche il commento del
commissario per l’innovazione europea, Philippe
Busquin, non lascia certo spazio a false speranze
(vedere l’intervista su “La Repubblica”, 8 novembre 2002). Dati alla mano, infatti, la spesa per la
Ricerca e lo Sviluppo ha subito un drastico calo
dal 1990 ad oggi, con un solo lieve recupero,
come mostrato in Figura 3.
La fonte dei finanziamenti è senz’altro un aspetto
di grande interesse. In Italia i maggiori finanziatori
sono gli enti pubblici, a differenza di altri Paesi
industrializzati. In questi ultimi la ricerca viene
sovvenzionata in percentuali maggiori dalle aziende private, come si può vedere nella Figura 4.
Si capisce quindi quanto l’innovazione e la competitività delle aziende italiane dipenda anche dai
finanziamenti stanziati dal Governo per il Miur
(Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) e il
Map (Ministero delle Attività Produttive), quindi
dalla disponibilità dei fondi e dalla volontà politica
di investirli in R&S. Purtroppo, l’articolo di Renato
Ugo commentato nell’Attualità ci parla di una
situazione che sembra ulteriormente peggiorata.
Questo dato riflette la particolare situazione del
mondo dell’Impresa in Italia, caratterizzata in larghissima percentuale da Piccole e Medie Imprese,
ovverosia da soggetti che non hanno le dimensioni per promuovere sforzi significativi in R&S.
Per riportare finalmente un dato positivo, seguendo il dinamismo europeo degli ultimi anni, dal
2000 in poi le aziende del nostro Paese hanno
cominciato ad investire di più in progetti di innovazione e sviluppo tecnologici, con un incremento
annuo del 6-8%. Nonostante ciò, le aziende italia-
Figura 4: Spesa per Ricerca e Sviluppo nei principali
Paesi industrializzati, suddivisa per finanziatore (Fonte:
AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002.
Tabella 7.4).
ne spendono comunque in R&S circa la metà della
media europea, come si può vedere in Figura 5.
I RICERCATORI
NEI
PAESI INDUSTRIALIZZATI
Mentre il numero di ricercatori negli altri Paesi di
riferimento aumenta, in Italia è diminuito di ben
10.000 unità dal 1996 al 1999! L’andamento per il
nostro Paese dal 1987 al 1999 è quello riportato in
Figura 5: Spesa delle imprese italiane per la Ricerca e lo
Sviluppo, espressa in percentuale rispetto al PIL (Fonte:
AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002.
Figura 4.4).
Figura 6, da confrontare con quello in Figura 7,
riferito al numero di ricercatori impiegati nei Paesi
di riferimento, dal 1987 al 1999.
LA CREATIVITÀ
BREVETTI
ITALIANA: IL NUMERO DI
Viene spesso riportato sui giornali il basso numero dei Brevetti prodotti in Italia. La Tabella 1, in cui
si considera il numero di Brevetti per Paese sul
Figura 3: Spesa R&D in Italia, normalizzata sul PIL
(Fonte: AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002. Figura 1.2).
11
Figura 6: Numero dei ricercatori italiani dal 1987 al 1999
(Fonte: AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002. Tabella 6.10).
Figura 7: Numero di ricercatori in alcuni Paesi industrializzati (Fonte: AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione giugno 2002. Tabella 6.10).
totale della popolazione, conferma questo stato di
cose.
Ad una lettura superficiale, questo dato potrebbe
essere letto come un indice di una minore produttività del Ricercatore italico o, addirittura, come un
venire meno della tradizionale creatività del nostro
Paese. Lo stesso si può dire del grafico di Figura 8,
che riporta il numero di Brevetti concessi
all’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti. In esso si può
apprezzare, oltre alla differenza dei “volumi”,
anche la differenza sull’incremento annuo delle
concessioni ottenute.
Invece, nonostante la non concorrenzialità delle
risorse disponibili per i progetti di innovazione
scientifica e tecnologica, la “produttività” italiana
non sembra certo essere da meno rispetto a quella dei Paesi di riferimento, se normalizzata al
numero di Ricercatori. Il numero di domande di
brevetto richieste all’Ufficio Europeo dei Brevetti è
scelto di seguito come indice dei frutti delle attività
di ricerca (siano essi sotto l’egida di enti pubblici o
di aziende private). Nella Figura 9 è riportato il
Figura 8: Numero dei brevetti concessi dall’Ufficio dei
Brevetti degli Stati Uniti, per anno e per Paese, espressi
in migliaia (Fonte: AIRI, R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002. Tabella 7.3).
confronto con le domande degli altri Paesi per ogni
1.000 addetti alla Ricerca o laureati.
Dalla precedente Figura, si può vedere come i bre-
Tabella 1: Numero totale di brevetti richiesti all’Ufficio Europeo dei Brevetti, per anno e per Paese (Fonte: AIRI, R&S
Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002. Tabella 7.1).
Numero domande
% su totale mondiale
Anno
1997
1998
1999
2000
1997
1998
1999
2000
Italia
2.485
2.845
3.006
3.199
3,41
3,47
3,36
3,18
Francia
5.091
5.644
6.180
6.791
6,98
6,88
6,92
6,74
13.846
16.117
18.190
20.104
18,99
19,63
20,36
19,97
3.991
3.972
4.138
4.359
5,47
4,84
4,36
4,33
Stati uniti
20.497
23.502
25.333
28.499
28,12
28,63
28,35
28,30
Giappone
12.856
13.813
14.617
17.124
17,63
16,83
16,36
17,01
Germania
Regno unito
12
Tabella 2: Numero di pubblicazioni per Paese, ogni 10000 abitanti. Dati del 1997 (Fonte: AIRI, R&S Dati Statistici,
Quinta edizione - giugno 2002. Tabella 8.2).
Numero pubblicazioni
per 10.000 abitanti
(1997)
Italia
Francia
Germania
Regno Unito
Stati Uniti
Giappone
5,1
8,1
7,8
11,7
9,5
5,5
vetti richiesti in Italia, normalizzati rispetto al numero di persone addette alla ricerca e allo sviluppo,
non siano di meno di quelli richiesti in altri Paesi, e
siano addirittura quasi il doppio degli Stati Uniti, se
si considerano solo Ricercatori e Laureati.
LE PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Un’analoga considerazione può essere fatta
riguardo alle pubblicazioni scientifiche, per ogni
10.000 abitanti (dati del 1997, vedi Tab. 2).
In conclusione, nonostante in Italia si debba lottare contro la mancanza di sensibilità verso la
Ricerca, nonché contro Leggi Finanziarie sempre
più scarne in questa direzione, si può sostenere
che il livello dei ricercatori italiani non ha nulla da
invidiare a quello di altri Paesi, più lungimiranti.
È per questo motivo che abbiamo voluto fare ricorso alla “provocazione” riportata in copertina, un po’
per esprimere solidarietà ma anche considerazione
per i tanti (o pochi) “nipotini” di Leonardo costretti
a lavorare in condizioni sempre più difficili.
Figura 9: Numero di domande di Brevetti per 1000
Ricercatori o Laureati, per anno e per Paese (Fonte: AIRI,
R&S Dati Statistici, Quinta edizione - giugno 2002.
Tabella 7.4).
13
Abbiamo deciso di inserire nella Rubrica l’Attualità, già del resto completamente dedicata ai problemi della ricerca sia accademica che industriale, un preoccupato comunicato dell’Ufficio Stampa del CNR con il commento di
Mariano Pracella che ce lo ha inviato e che ringraziamo.
La Redazione
Vi trasmetto un comunicato dell’ufficio stampa del CNR del 28 novembre, che ritengo particolarmente significativo e degno di attenzione. Il contenuto del comunicato, che è stato anche riportato da quotidiani nazionali, riguarda la partecipazione italiana ai programmi dell’European Science Foundation e, pur se riferito al futuro prossimo,
rappresenta un caso emblematico della situazione della ricerca scientifica e tecnologica nel nostro paese.
Il fatto che l’annuncio provenga dal più importante Ente pubblico di ricerca italiano è un segnale chiaro e allarmante, non solo per i suoi effetti nel caso specifico, ma soprattutto se riferito alla globalità delle attività di ricerca
e alla loro ricaduta sul tessuto sociale e produttivo. Evidentemente, se siamo caduti agli ultimi posti (in un anno
siamo passati dal 26° al 39°) della classifica dei paesi più competitivi in base agli indicatori macroeconomici e
allo sviluppo tecnologico, significa che la nostra capacità di guardare al futuro, considerando la “ricerca” solo
come un capitolo di spesa, non riesce a superare l’arco di tempo di una “finanziaria’.
Non credo siano necessari ulteriori commenti.
Mariano Pracella
IL CNR
ESCE DA EUROPEAN SCIENCE
FOUNDATION PER MANCANZA DI FONDI
una lettera al responsabile dell ESF, Enric Banda, la
impossibilità dell Ente di confermare la partecipazione a programmi internazionali di grande rilievo,
quali Eurocore, per mancanza di fondi.
Il CNR contribuisce attualmente all European
Science Foundation con una quota di 500.000
euro circa, pari al 71% della quota italiana di partecipazione (il 20% è di competenza dell INFM e il
7% circa dell’INFN). “Una spesa certamente
modesta -sottolinea Bianco - che tuttavia in questo momento non possiamo garantire a partire dal
2004, dal momento cheil MIUR ci ha comunicato
ufficialmente che nel 2003 l ‘Ente subirà una
decurtazione del 2% rispetto alla dotazione ordinaria del 2002 e addirittura del 10% nel 2004.”
I
l Consiglio Nazionale delle Ricerche ha comunicato all’European Science Foundation la rinuncia alla sua partecipazione a partire dal 2004
per mancanza di risorse finanziarie. Una situazione
che comporta l’interruzione di programmi europei
di grande prestigio quali Eurocore.
“Gentile Segretario Generale, le difficoltà in cui
versa attualmente il bilancio dello Stato italiano si
ripercuotono inevitabilmente anche sul sistema
nazionale della ricerca...... per questo sono costretto ad annunciarle che, qualora nel 2003 non dovessero intervenire elementi di novità, il Consiglio
Nazionale delle Ricerche si trova costretto a rinunciare dal 2004 alla sua partecipazione all European
Science Foundation”. E’ con queste parole che il
Presidente del CNR Lucio Bianco ha comunicato in
(Ufficio Stampa CNR, Roma 28 novembre 2002)
14
I Biopolimeri
Per questo numero della rivista la redazione ha deciso di dedicare la rubrica Biopolimeri ad una breve illustrazione delle motivazioni scientifiche che hanno portato quest’anno all’assegnazione dei premi Nobel per la chimica. Il
motivo della decisione risiede proprio nella frase, riportata all’inizio dell’articolo, contenuta nel comunicato stampa dell’Accademia delle Scienze Svedese, che dice: “… per lo sviluppo di metodi di identificazione e di analisi
strutturale di macromolecole biologiche …”.
Roberto Rizzo
I NOBEL
PER LA CHIMICA DEL
2002
di Roberto Rizzo *
dell’assegnazione dei premi Nobel non solo per
illustrare l’attività scientifica dei tre vincitori, ma
anche perché oggi esse sono sempre più utilizzate
per investigare le proprietà dei biopolimeri e stanno dando risultati eccellenti nella “nuova” disciplina che va sotto il nome di “proteomica”. La ricerca sulla struttura delle proteine non è evidentemente una novità, ma la proteomica, cioè la ricerca sul modo in cui diverse proteine ed altre sostanze agiscono in modo concertato in una cellula, ha
fatto notevoli progressi solo negli ultimi anni, in
particolare dal momento in cui il genoma di diversi organismi, unicellulari e pluricellulari, è stato
mappato nella sua interezza. Le domande che oggi
vengono poste sono, per esempio, come è possibile che nell’uomo circa 30.000 geni possano
codificare per centinaia di migliaia di proteine
diverse? Qual è l’origine di malattie gravi come il
morbo di Alzheimer o la sindrome della mucca
pazza (3). Lo scopo di rispondere a queste
domande è naturalmente non solo quello di capire
cosa succede a livello molecolare ma anche, e
soprattutto, quello di arrivare alla formulazione di
farmaci molto specifici utili nel trattamento di queste malattie.
Per quel che riguarda la spettrometria di massa, i
metodi di ionizzazione cosiddetti soffici, cioè senza
frammentazione della molecola, hanno contribuito
in modo determinante alla possibilità di studiare
grandi molecole ed è proprio in questo campo che
L’
annuncio stampa è stato dato il 9 ottobre
scorso:
“The Royal Swedish Academy of Sciences
has decided to award the Nobel Prize in Chemistry
for 2002 ‘for the development of methods for identification and structure analyses of biological macromolecules’ with one half jointly to John B. Fenn
Virginia Commonwealth University, Richmond,
USA, and Koichi Tanaka Shimadzu Corp., Kyoto,
Japan ‘for their development of soft desorption ionisation methods for mass spectrometric analyses of
biological macromolecules’ and the other half to
Kurt Wüthrich Swiss Federal Institute of Technology
(ETH), Zürich, Switzerland and The Scripps
Research Institute, La Jolla, USA ‘for his development of nuclear magnetic resonance spectroscopy
for determining the three-dimensional structure of
biological macromolecules in solution’”.
La motivazione del riconoscimento fa esplicita
menzione alle macromolecole biologiche ed in
particolare allo sviluppo di metodi di indagine che
hanno permesso l’utilizzo della risonanza magnetica nucleare e della spettrometria di massa per lo
studio strutturale di proteine, acidi nucleici ed altri
biopolimeri.
Questa rubrica ha già ospitato contributi che
hanno trattato di risonanza magnetica e di spettrometria di massa (1, 2), ma forse vale la pena parlare ancora di queste metodologie in occasione
*
Dipartimento Biochimica, Biofisica e Chimica delle Macromolecole. Via Licio Giorgieri 1. Università di Trieste, 31427 Trieste Email: [email protected]
15
Fenn e Tanaka hanno dato il loro contributo. Il
primo nella messa a punto della tecnica di
Electrospray (ESI) ed il secondo nello sviluppo del
desorbimento soffice mediante laser (da cui è derivata la tecnica MALDI). La tecnica MALDI è stata
già illustrata in AIM Magazine (2), mentre vale
forse la pena di spendere alcune parole per illustrare la tecnica ESI. In questa metodologia, molecole elettricamente cariche, o neutre ma in presenza di opportuni sali, sono disciolte in una soluzione e quindi iniettate sotto forma di spray nello
spettrometro dove un forte campo elettrico e la
presenza del vuoto portano alla formazione di
molecole cariche (o complessate con ioni) che
sono alla fine analizzate in base al loro rapporto
massa/carica.
La spettrometria di massa non è una novità nelle
menzioni per l’attribuzione dei premi Nobel. Essa
fu utilizzata da H. Urey (premio Nobel nel 1934)
per la scoperta del deuterio e da R. Curl, H. Kroto
e R. Smalley (premi Nobel 1996) per la caratterizzazione dei fullereni.
La ricerca di Fenn fu pubblicata nel 1988. In un
primo lavoro, l’autore dimostrò che macromolecole come il polietilenglicol potevano essere studiate
con la spettrometria di massa ESI arrivando alla
definizione dei pesi molecolari di frazioni polimeriche a massa incognita. In un secondo lavoro,
divulgato durante un convegno a S. Francisco (4),
egli dimostrò la possibilità di analizzare pesi molecolari di proteine con massa molecolare di 40 kDa
e con una accuratezza dello 0,01%.
I risultati di Tanaka, che lavorava presso la
Shimadzu Corp., furono presentati in un simposio
ad Osaka nel 1987 (5) dove discusse i suoi studi
sullo studio di proteine intatte mediante spettrometria di massa assistita da desorbimento
mediante laser. Nel 1987-1988 pubblicò i suoi
risultati sul chimotripsinogeno, carbossipeptidasi
A e citocromo C (6, 7).
Negli ultimi cinque anni le tecniche di spettrometria di massa applicate allo studio delle macromolecole biologiche, ed in particolare ai peptidi di
sintesi ed alle proteine ricombinanti, hanno fatto
enormi progressi tanto che questa strumentazione
è presente praticamente in tutti i laboratori e le
industrie che si occupano di proteomica. Gli
esempi di applicazioni recenti della spettrometria
di massa, riportati qui di seguito, mostrano l’utilità
della tecnica nel campo della salute umana.
Nel campo farmaceutico la possibilità di applicare
tecniche di separazione, quali l’elettroforesi capillare o la cromatografia HPLC, alla spettrometria di
massa ESI, che infatti richiede una iniezione sotto
forma di soluzione, permette di poter analizzare
diverse centinaia di composti al giorno al fine di
selezionare prodotti con l’attività biologica desiderata. Nel campo medico vale la pena di citare due
applicazioni della spettrometria di massa assistita
dal laser che riguardano malattie molto comuni
nel mondo: la diagnosi precoce della malaria,
necessaria spesso per salvare vite umane e per
seguire efficacemente il diffondersi dell’infezione,
e quella dei tumori della mammella, delle ovaie e
della prostata. Nel campo dell’alimentazione, l’analisi di cibi, soprattutto quelli messi in commercio già pronti, mediante spettrometria di massa
può mettere in evidenza la qualità del prodotto e
soprattutto l’eventuale formazione di sottoprodotti
indesiderati durante la preparazione.
Anche la risonanza magnetica non è nuova agli
allori del premio Nobel. Nel 1952 Felix Bloch ed
Edward Purcell ebbero il premio per la fisica per
aver per primi verificato sperimentalmente il fenomeno della Risonanza Magnetica Nucleare. In
seguito, Richard Ernst ottenne nel 1991 il premio
Nobel per la chimica per aver introdotto la tecnica
della Risonanza Magnetica in Trasformata di
Fourier. Fino al 1985 circa, la struttura tridimensionale di proteine era studiata esclusivamente
mediante diffrazione dei raggi X su cristallo. In
seguito, nelle banche dati di struttura di proteine
cominciarono a comparire i primi contributi
mediante risonanza magnetica nucleare ed oggi,
su un totale di circa 14.000 strutture di proteine
depositate, circa il 20% è ottenuto mediante NMR.
Il contributo di questa tecnica è d’altra parte
essenziale per quelle proteine che non possono
essere cristallizzate.
Il lavoro di K. Wüthrich è stato determinante per
mettere a punto la tecnica di assegnamento
sequenziale (8, 9) delle bande di risonanza dei protoni che, sfruttando convenientemente tecniche
bidimensionali COSY e NOESY, permette di trovare una correlazione fra struttura primaria della proteina in esame e struttura dello spettro NMR. Egli
ha inoltre mostrato che, sempre mediante tecniche
bidimensionali, esiste la possibilità di conoscere la
distanza tra coppie di atomi di idrogeno, vicini nello
spazio, in modo da costruire una mappa delle
distanze che orientasse la ricostruzione della struttura terziaria della proteina (10, 11). Pochi anni
dopo fu pubblicata la prima struttura tridimensionale di un oligonucleotide in soluzione mediante
NMR (12). Da un punto di vista biochimico è interessante notare che strutture di proteine determinate sia mediante NMR che diffrazione dei raggi X
su cristallo sono risultate quasi identiche. È però
doveroso, ed interessante, sottolineare che la risonanza magnetica si applica in soluzione e che le
zone della struttura della proteina a contatto con il
solvente possono mostrare conformazioni in parte
16
diverse da quelle delle stesse zone nel cristallo.
Inoltre la risonanza magnetica può dare informazioni sulla dinamica delle macromolecole ed anche
questa è un’informazione di grande rilevanza per
capire a fondo il meccanismo dell’attività biologica
di queste molecole.
A questo proposito, va citato il contributo di K.
Wüthrich circa la definizione della struttura in soluzione del prione coinvolto nella sindrome della
mucca pazza. Nel lavoro pubblicato (13), è stato
mostrato che l’intera struttura del prione è formata da due diversi domini. Uno assume una struttura rigida e dominata dalla presenza di diverse porzioni in conformazione α-elicoidale, mentre l’altro
non possiede una struttura terziaria definita ed è al
contrario piuttosto flessibile. Questa osservazione
è in diretta relazione con la trasformazione della
forma benigna del prione nella forma associata
alla malattia (3).
Il progredire delle tecniche di analisi chimica ha
portato alla possibilità di studiare e capire la struttura di molecole molto complesse o addirittura di
aggregati macromolecolari come per esempio il
ribosoma. In alcuni casi, come nel caso della spettrometria di massa, è sufficiente una quantità
molto piccola di sostanza e questa condizione è
spesso vincolante nel campo della biochimica.
Oggi lo scenario della ricerca nel campo delle
macromolecole biologiche sta decisamente cambiando. Si cercherà sempre di più di capire che
ruolo giocano le interazioni tra molecole diverse
nei meccanismi delle reazioni biochimiche ed in
quale modo queste interazioni possono controllare
i complessi meccanismi di regolazione dei processi biologici. Tutto questo impegno scientifico avrà
sicuramente rilevanti ricadute nel campo medico e
farmaceutico e queste arriveranno, molto probabilmente, piuttosto presto mettendo sicuramente
in moto un processo di crescita veloce del miglioramento del trattamento di molte gravi malattie.
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Wüthrich K. NMR of proteins and nucleic acids”. A WileyInterscience publication. New York: J Wiley & Sons Inc. 1986.
Wüthrich K. The second decade – into the third millenium.
Nature Struct. Biol. NMR 1998;5(Suppl.):492-5, and other
articles in this issue.
Wüthrich K. The way to NMR structures of proteins. Nature
Struct Biol 2001;8:923-5.
James TL, Dötsch V, Schmitz U. Nuclear Magnetic
Resonance of Biological Macromolecules. Methods Enzymol,
San Diego: Academic Press 2001;338, 339.
17
L’Ambiente
LO
SVILUPPO DI NUOVI MATERIALI
POLIMERICI RINFORZATI PER L’INDUSTRIA
AUTOMOBILISTICA
di Eugenio Amendola, Giuseppe Nocerino, Domenico Acierno
L
’industria automobilistica, nella logica di
migliorare sempre più certe caratteristiche,
quali comfort, sicurezza e styling e nel
rispetto delle problematiche ambientali, a cui
dedica molte risorse, è diventata, senza ombra di
dubbio, un catalizzatore per l’industria trasformatrice mondiale delle materie plastiche. Nascono
così e si sviluppano una serie di nuovi materiali
polimerici caricati, “i nanocompositi”, che, con
una minima percentuale di carica, migliorano
significativamente le proprietà dei materiali. In
particolare i livelli delle prestazioni meccaniche e
termiche sono più elevati, lo stesso vale per l’effetto barriera, senza rinunciare a trasparenza o
incorrere in aumenti di peso. Tali materiali, inoltre,
hanno il vantaggio di essere processati mediante
le tecnologie tradizionali esistenti.
Vi siete mai chiesti quante autovetture sono state
prodotte dall’invenzione di tale mezzo di locomozione fino ai nostri giorni e quante di queste circolano attualmente nel mondo? Forse sarebbe
meglio non rispondere o, come alcuni preferiscono, far finta di non sapere, ma la realtà è che del
miliardo e mezzo di veicoli prodotti fino ad oggi un
terzo è ancora in circolazione. La produzione mondiale del 1998 si è aggirata intorno ai 53 milioni di
esemplari e le tendenze per i prossimi anni sono in
costante crescita [rif: http://www.eplast.it].
Con questi numeri l’industria automobilistica non
può trascurare le problematiche ambientali, ma
propone nuove soluzioni, che non si limitano alla
sola riduzione delle emissioni nocive, ma alla sempre più attenta programmazione della successiva
rottamazione dei veicoli.
Ad esempio la politica ambientale della Fiat prevede una serie di misure atte a prevenire conseguenze negative derivanti dall’utilizzazione dei propri prodotti.
I punti in cui è articolato tale programma sono i
seguenti:
• eliminazione dell’amianto dai freni e frizioni;
• eliminazione del cadmio, utilizzato prima come
pigmento colorante dei plastici e come rivestimento lubrificante e anticorrosione della bulloneria, e sua sostituzione con coloranti organici;
• istituzione del Progetto Fenice, volto all’introduzione sistematica, ove possibile, dell’uso di tecnologie e prodotti finalizzati al recupero o riciclo
di residui di lavorazione, riducendo al minimo la
quantità da mettere in discarica;
• istituzione del sistema F.A.Re., nell’ottica che il
costruttore deve farsi carico di tutelare l’impatto
18
ambientale dell’auto sia quando circola, sia
quando viene rottamata, secondo un approccio
dell’intero ciclo di vita del prodotto;
• imposizione dell’obiettivo della possibilità di riciclaggio del 100% delle vetture, secondo un criterio a cascata: per esempio i materiali in polipropilene vengono recuperati, triturati e fusi per fabbricare componenti che richiedono prestazioni
inferiori (es. plancia, filtri), i quali a loro volta,
dopo fine vita, verranno riciclati in prodotti ancora più semplici (es. tappetini delle auto).
Nell’ottica di migliorare sempre più certe caratteristiche, quali sicurezza, comfort e styling è
spontaneo non trascurare il contributo che le
materie plastiche assicurano al miglioramento di
tali parametri e quindi programmare anche per
queste ultime un successivo recupero durante la
rottamazione del veicolo. Attualmente, in particolare per le autovetture prodotte in Europa, il
contenuto medio dei polimeri in un’auto si aggira sui 100 kg. Facendo un po’ di conti si può
immaginare quali siano i residui in materia plastica provenienti dalla sola industria automobilistica.
E non finisce qui! Questi citati sono i residui originati dal post-consumo a cui, per un bilancio
complessivo, bisogna aggiungere quelli derivanti dal pre-consumo, costituiti da scarti di lavorazione o manufatti non adatti per l’immissione in
commercio.
E allora cosa fare con tutti questi materiali
“spazzatura”?
Esistono fondamentalmente due metodi per il
recupero di materie plastiche. Uno è il riutilizzo
della plastica alla fine del processo produttivo e
del ciclo di vita, che avviene sostanzialmente
tramite mezzi fisici o chimici. La lavorazione
della plastica da riciclo deve essere effettuata
prendendo in considerazione la presenza di
materiale estraneo, che può indurre reazioni di
degradazione termica. L’alternativa consiste nel
recupero di energia, reso possibile dal fatto che
la plastica deriva dal petrolio e quindi ha un
potere calorifico uguale o maggiore a quello del
carbone.
Tale valore energetico si può recuperare tramite
combustione controllata in impianti di rivalutazione energetica e quindi sfruttabile o in processi ad intenso consumo energetico o nella produzione di energia e calore.
Nel caso invece dei materiali compositi tradizionali, il problema è complicato dalla presenza
delle fibre solide di rinforzo, che aumentano tra
l’altro la viscosità del fuso.
L’elevata viscosità del materiale fuso, che si traduce in un aumento degli sforzi interni con con-
seguente degradazione meccanica e termica,
costringe ad utilizzare elevate temperature nel
processo. Inoltre esiste il ben noto problema
della riduzione della lunghezza delle fibre a
causa degli intensi sforzi indotti durante la lavorazione. Tale problema ovviamente si accentua
ulteriormente durante il processo di materiali da
riciclo, con il risultato che la lunghezza media
delle fibre ottenute è molto inferiore rispetto alla
lunghezza iniziale.
Con queste premesse è ovvio che lo sviluppo di
materiali cha abbiano vantaggi significativi
rispetto ai polimeri e compositi tradizionali sia
fortemente voluto e ricercato.
Nascono così i nanocompositi a matrice polimerica, che impiegando un contenuto di fase inorganica che tipicamente varia dal 3 al 5%, permettono comunque un significativo miglioramento delle proprietà caratteristiche dei materiali polimerici (sia commodities sia tecnopolimeri), come ad esempio l’aumento della resistenza a trazione, della HDT (Heat Deflection
Temperature) e del ritardo alla fiamma. Il tutto
con il vantaggio di avere materiali a densità
minore, migliore processabilità, maggiore trasparenza e con una diminuzione della permeabilità rispetto ai compositi convenzionali.
La tecnologia dei nanocompositi è assai recente
ed ha suscitato enorme interesse in ambito
scientifico ed industriale nei settori più disparati,
in particolare nel settore dell’ingegneria dei
materiali avanzati.
La peculiarità di questi materiali innovativi risiede
19
nell’intima miscelazione (appunto su scala “nanomerica”) di polimeri e particelle inorganiche che
determina prestazioni eccezionali e del tutto fuori
dal comune. In particolare il materiale all’interfaccia tra la fase organica e inorganica acquisisce
proprietà nuove, intermedie tra le due fasi, tanto
da poter parlare di una vera e propria interfase
dello spessore di alcuni nanometri (nm). Le proprietà dell’interfase giocano quindi un ruolo determinante sulle proprietà finali del materiale.
Tali nuovi materiali sono quasi esclusivamente
ottenuti dall’intercalazione del polimero (o del
monomero successivamente polimerizzato)
negli spazi tra gli strati dei cristalli della carica
presente.
Esiste una vasta gamma di carica cristallina, sia
sintetica sia naturale, che è capace, sotto specifiche condizioni, di essere intercalata da un polimero. Le cariche più diffusamente utilizzate e
studiate sono costituite dalle argille e dai silicati
stratificati. La ragione di ciò è dovuta essenzialmente alla ampia disponibilità ed al lungo studio, dal punto di vista chimico, sull’intercalazione di tali materiali.
I silicati stratificati utilizzati nei nanocompositi,
appartenenti alla famiglia dei fillosilicati, hanno una
struttura cristallina costituita da strati bi-dimensionali, il cui spessore è circa 1 nm (1x10-9 m) e le
dimensioni laterali possono variare da 300 Å
(1x10-10 m) a qualche micron (1x10-6 m). Tali
strati sono disposti uno accanto all’altro e tenuti
insieme da forze relativamente deboli, per cui è
facile intercalare piccole molecole tra essi.
La natura inizialmente idrofila dei fillosilicati
viene modificata con degli ammonioalchili, rendendoli maggiormente compatibili con le matrici polimeriche organiche ed ottenendo delle
argille con minore energia superficiale.
L’unione delle argille stratificate con i polimeri
può dare origine a tre tipi principali di compositi, che dipendono dalla natura dei componenti
utilizzati e dai metodi di preparazione. Quando le
catene polimeriche non riescono a penetrare tra
gli strati di silicati si ottengono compositi con
fasi separate, le cui proprietà rientrano nella
classe dei microcompositi. Al fianco di questa
classica famiglia ci sono due tipi principali di
nanocompositi. Il primo ha una struttura intercalata in cui singole catene polimeriche si interpongono tra gli strati di silicati producendo una
morfologia multi-strato, costituita da un’alternanza ordinata di strati polimerici ed inorganici.
Il secondo è caratterizzato da una struttura esfoliata, in cui gli strati di silicati sono completamente ed uniformemente dispersi nella matrice
polimerica.
Un aspetto fondamentale e di grande interesse
applicativo dovuto alla natura nanometrica della
carica è che i nanocompositi risultano materiali
trasparenti ed otticamente isotropi.
In questo ambito si stanno evidenziando esempi
applicativi tecnologicamente avanzati quali i
nanocompositi metallo-polimero. A questi materiali vengono riconosciute proprietà utili nel
campo nei settori dell’ottica, delle microonde e
della sensoristica [rif: AIM Magazine, anno XXVII,
Vol.56, n.2].
Nella preparazione dei nanocompositi si utilizzano tutte le classi di matrici polimeriche: termoplastici, termoindurenti, ed elastomeri.
Per la produzione stessa si utilizzano le tecnologie
tradizionali, leggermente modificate. Alcuni
sostengono che la tecnica ad estrusione, vale a
dire la miscelazione di polimero e silicato stratificato nella massa fusa ottenuta in un estrusore, si
è rivelata la più appropriata. Premessa una buona
compatibilità fra carica e polimero, questo processo fa sì che il polimero possa introdursi in maniera ottimale negli strati descritti. Il vantaggio rispetto ad altri tipi di produzione è che con tale tecnica
non sono necessari solventi.
Dall’estrusione si ottengono granuli che possono
essere successivamente trasformati attraverso le
tecniche tradizionali o direttamente prodotti finiti attraverso lo stampaggio ad iniezione, che
consiste nell’iniezione di polimero fuso all’interno di uno stampo.
Esistono, quindi, molteplici vantaggi nello sviluppare e produrre tali materiali. Tra le proprietà più
significative si ricorda l’aumento della rigidità, che
consente di sostituire parti metalliche con compositi polimerici più leggeri ed economici da produrre; l’aumento della resistenza agli agenti chimici e
20
atmosferici, all’abrasione ed alla combustione e la
diminuzione della permeabilità.
In secondo luogo, aumentando e modulando a
piacere le proprietà di polimeri di uso comune si
possono drasticamente ridurre le tipologie di polimeri necessari per le varie applicazioni; in questo
modo, utilizzando una serie di materiali con base
polimerica comune, più facile sarà il riciclo di tali
prodotti ed il loro recupero al ciclo produttivo.
Bibliografia
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
21
http://www.eplast.it/mercato3.html
http://www.geocities.com/ResearchTriangle/
Thinktank/1036/casi.html#FIAT
http://www.plastica.it/podium/6.pdf
AIM Magazine, anno XXVII, Vol.56, n.2
h t t p : / / w w w. m e s s e - d u e s s e l d o r f . d e / k online/en/pr_specialist_articles.html
Polymers and Life
Plastica dalle piante!! L’uomo, specialmente negli ultimi due secoli, ha percorso la strada del potenziamento industriale e tecnologico in modo sempre più frenetico, dimenticandosi che le risorse del pianeta (e la sua capacità di
rigenerarle) non sono infinite. Ecco perché oggi è diventato così importante e improrogabile il tema della compatibilità ambientale, del monitoraggio degli inquinanti, del riciclaggio e della biodegradabilità.
Da una positiva collaborazione con Cargill Dow, grossa multinazionale che opera nel settore agricolo ed industriale, ha preso forma l’articolo che riporto qui all’attenzione di voi lettori, cercando di mostrare un concreto
esempio di come l’industria, anche nel campo dei polimeri, possa orientarsi verso quei materiali di base che la
natura stessa ci mette a disposizione. In particolare è stata messa a punto l’estrazione dell’acido polilattico (PLA)
da vegetali dove nasce dai processi di fermentazione degli zuccheri che vengono naturalmente accumulati attraverso le vie fotosintetiche.
Una vera e propria “rivoluzione della plastica ecologica” deve ancora venire, ma si procede nella direzione giusta.
In questo caso specifico potremo vedere come il PLA dimostri potenzialità interessanti per la sostituzione di materiali plastici sintetici tradizionali (ad esempio il PET) in alcune applicazioni (specialmente nel settore del packaging) e come si stia lavorando per migliorarne altre: uno stimolo, quindi, verso tutti gli operatori del settore, ad
alimentare gli sforzi della ricerca in questa direzione di uno sviluppo più sostenibile.
Michele Suman
NATURE WORKS PLA:
A NEW APPROACH IN THE DEVELOPMENT
OF EVERYDAY PRODUCTS
di Stefano Cavallo*
INTRODUCTION
“Our success in the fibers and packaging
industries is resulting in a range of end-use applications, from comforters to plastic cups. But,
what’s astounding is the draw for industry experts
is the performance of the material. The environmental aspect is just an added benefit”.
Environmental awareness is prompting companies
around the globe to explore alternative means in
the development of commonly used products
made from plastic. One company, Cargill Dow, has
discovered an option to ease this growing concern,
and it comes from the most unlikely source-maize.
NatureWorks™ PLA is a polymer that, unlike its
petroleum-based competitor, is made from 100
percent annually renewable resources. By using
annually renewable resources, Cargill Dow has
created a polymer that performs equal to or better
than petroleum-based materials and positively
impacts the overall environment.
“At Cargill Dow, our goal is to provide a high
performance, more sustainable solution to petroleum-based materials,” said Randy Howard, president and CEO, Cargill Dow.
*
MAKING NATUREWORKS
The process to make NatureWorks begins by “harvesting” the carbon that plants remove from the
air during photosynthesis. Carbon is stored in
plant starches, which can be broken down into
natural plant sugars. The carbon and other elements in these natural sugars are then used to
make PLA.
This process relies on basic fermentation and
distillation as its core, and uses 20 percent to 50
percent less fossil fuel resources than required by
conventional plastic resins.
Business Development Manager Cargill Dow BV; e-mail: [email protected]
22
reduced environmental benefits not found with traditional materials.
The new fibers can be used in a range of fiberfill,
knitted and woven fabrics, and non-woven applications like bedding, clothing, wipes, carpet tiles,
upholstery, as well as interior and outdoor furnishings. Products from NatureWorks fibers provide
the desired cost/performance differentiation in
broad market applications that will make the new
technology widely accepted.
Independent testing has confirmed NatureWorks
fibers have superior or equal performance to
incumbent materials in key application areas. The
inherent benefits of the fabrics include excellent
moisture wicking, flame resistance, superior hand
and drape and functionality.
For the packaging industry, NatureWorks PLA fulfills the characteristics needed for high performance film, rigid and bottle applications. Overall characteristics include high visibility, printability,
gloss, clarity and strength, as well as flavour and
aroma barrier.
As a film, NatureWorks is used in end products
such as twist-wrap candy, heat sealable film overlays, and window envelope film. Films made with
NatureWorks exhibit better twist retention than
incumbent materials.
Plus, the film can be heat sealed by adding a layer
of different grade PLA.
NatureWorks also has the performance attributes
necessary for high visibility and rigid bottle applications that help differentiate products.
NatureWorks is also ideal for objects such as thermoform trays, cold drink cups and short-shelf life
bottles. In fact, it molds into detail as well or better
than PET.
If compared to other plastic materials, PLA has
very peculiar performances.
PLA stiffness is comparable to PET (Figure 3).
Barrier performances are similar to PS. Indeed
Oxygen transmission rate is lower and water
transmission rate is higher for PLA than PP
(Figures 4, 5).
Figure 1: Nature Works PLA – raw materials.
Because growing corn removes carbon dioxide
from the air, the overall carbon dioxide emissions
are lower than comparable plastics. In addition to
corn, someday Cargill Dow will use other materials, such as the stalks and leaves of plants, wheat
straw and even grass as sources for NatureWorks.
PRODUCT PERFORMANCE
PACKAGING INDUSTRIES
FOR THE
FIBERS &
NatureWorks offers to the fibers industry the only
natural-based performance fiber from annually
renewable resources that can compete head-on
with traditional synthetic fibers.
The fibers combine the benefits of a natural origin
with synthetic processing to create a product that
competes on cost and performance, and provides
Figure 2: PLA products – Packaging Applications.
Figure 3: BOPLA films – Modulus ASTM D882.
23
Figure 4: BOPLA films – Oxygen Barrier Resulth.
Figure 5. BOPLA films – Water Vapor Barrier Results.
On the other side PLA flavour and aroma barrier
are better than any other plastic.
Current applications for PLA bottles are vegetable
oil and fresh milk.
As far as PLA rigid thermoformed containers are
concerned, convenience food, produce and
bakery are the major targets today.
CD’s R&D Department is actively working in order
to improve the barrier performances of PLA: we
have targeted soft drinks for PLA bottles and protective atmosphere for PLA thermoformed parts
by mid 2003.
Furthermore, NatureWorks can be recycled and
incinerated, reacting much like paper when burned.
CREATING
A
MORE SUSTAINABLE FUTURE
As the population grows, so does the demand on
finite resources, of which there is not enough to
meet society’s needs. Cargill Dow’s solution
comes from creating a more sustainable future by
contributing to society today, without compromising the Earth for future generations.
Randy Howard sees the development of this technology as the beginning of a new industrial revolution. “NatureWorks PLA makes ideas never thought possible a reality, while at the same time
sustaining the Earth”, he said.
The scope of our operation is proof of our commitment to the social, economical and environmental growth of this technology.
And, the reality is that companies like The CocaCola Company, Sony Pacific, IPER, Dunlop Pacific
and Pacific Coast Feather Company, to name a
few, realize the value NatureWorks PLA brings to
their brands.
UNMAKING NATUREWORKS PLA
NatureWorks can fit with all disposal systems
including the option of composting in
municipal/industrial facilities. The resin composts
through a two-step process; first, chemical
hydrolysis reduces the molecular weight of the
polymer. In the second step, microorganisms
degrade the fragments of lactic acid into carbon
dioxide and water. The breakdown of NatureWorks
is perfected so thick products, such as an injection-molded fork, will degrade nearly as fast as a
thin, film-like product.
24
I gruppi di ricerca macromolecolare
CENTRI DI ECCELLENZA IN CHIMICA
MACROMOLECOLARE:
DA LODZ, POLONIA
Laboratory for Biomedical Polymers
Centre of Molecular and Macromolecular Studies,
Polish Academy of Sciences
Lodz, Poland
di Stanislaw Slomkowski*
4. Studies on synthesis of block copolymers with
biodegradable segments and studies of selfassembly of copolymer macromolecules into
nanoparticles with controlled surface properties.
5. Studies of surface layers of microspheres and
nanoparticles.
6. Studies of protein rearrangements at microsphere interfaces.
7. Studies of biological activity of proteins adsorbed and/or immobilized covalently onto microspheres.
8. Studies of morphology and properties of
microsphere assemblies at liquid-solid interfaces.
9. Studies of microspheres designed for medical
diagnostic (aggregation tests, microsphere
assemblies for biosensors) and pharmaceutical (biodegradable drug carriers) applications.
Laboratory is equipped with: UV and FTIR spectrometers, capillary electrophoresis, quasielastic
light scattering apparatus equipped with module
for determination of zeta potential of colloidal particles, micelles and large macromolecules, sets for
liquid chromatography (for protic and aprotic
media) with IR, UV, fluorescence, multiangle light
scattering, and viscosity detection, osmometer
and tonometer for average molecular weight mea-
I
n 1989, in Department of Polymer Chemistry of
the Centre of Molecular and Macromolecular
Studies of the Polish Academy of Sciences in
Lodz there was created a research team assigned
to study synthesis and properties of polymer
microspheres suitable for biomedical applications.
In 2000 on the basis of this team there was created the Laboratory for Biomedical Polymers (head,
Prof. Stanislaw Slomkowski – five members of permanent staff plus variable number of Ms and PhD
students). Both, fundamental and applied studies
are carried on in this Laboratory. Research is concentrated on synthesis and characterization of
polymer microspheres for medical diagnostics and
on synthesis of biodegradable microspheres suitable for drug delivery. In particular, studies are carried on in the following areas:
1. Synthesis of polymer microspheres suitable for
controlled adsorption and covalent immobilization of biologically active compounds,
mainly proteins.
2. Synthesis of colored and fluorescent microspheres.
3. Studies of direct synthesis of biodegradable
microspheres by ring-opening polymerization
(carriers of drugs and other bioactive compounds).
*
Centre of Molecular and Macromolecular Studies, Polish Academy of Sciences, Laboratory for Biomedical Polymers, Sienkiewicza
112, 90-363 Lodz, Poland
Tel. +48 42 6826537; Fax: +48 42 6847126; E-mail: [email protected]
25
Fluorescent polylactide microspheres (synthesized by PhD student Mariusz Gadzinowski)
with various teams outside of Poland including:
1. Team of Professor Francesco Ciardelli, University
of Pisa, Italy.
2. ESCA group of Professor Mohamed Chehimi, ITODYS, University Denis Diderot, Paris, France.
3. Team of Professor Christian Pichot, ENS Lyon,
France.
4. Group of Professor Jean-Pierre Majoral,
Laboratoire de Chimie de Coordination, Toulouse,
France.
5. Group of Professor Hans. R. Kricheldorf, Hamburg
University, Germany.
6. Laborator y of Professor Abraham Domb,
University of Jerusalem, Jerusalem, Israel.
surements, goniometer for contact angle determinations. Syntheses can be carried on using standard laboratory set-ups (air, nitrogen, argon atmosphere) and in fully sealed glassware using the
high vacuum technique. In addition, we have a full
access to various institute equipment including,
among other, scanning and transmission electron
microscopes, 200, 300, and 500 MHz NMR spectrometers equipped with multinuclear heads and
with heads for CP MAS experiments, mass spectrometers with various means of ionization, MALDI
TOF mass spectrometer for characterization of
synthetic and natural polymers.
Laboratory for Biomedical Polymers collaborates
26
Lettere al Direttore
Ci fa veramente piacere riportare qui di seguito una breve lettera del prof. Gianni Pezzin, attualmente professore di
Chimica Fisica presso l’Università di Padova ma che è stato a lungo direttore del Centro Studi del CNR per la Fisica
delle Macromolecole di Bologna nonché Presidente della nostra associazione nel biennio 1979-81.
I complimenti di Gianni Pezzin ci lusingano, siamo molto felici che si mantenga in contatto con noi ma gli saremmo molto grati se in questo momento estremamente difficile per la ricerca scientifica in Italia facesse sentire la sua
voce. Caro Gianni grazie ancora e restiamo in attesa del tuo pensiero sul CNR e sul suo futuro.
Il Comitato di Redazione
Caro Roberto,
ti scrivo per due motivi. Per accludere un breve ricordo di Talamini da pubblicare su AIM Magazine* (solo
se lo riterrete opportuno e se nessun altro collega lo farà …). L’ho scritto spontaneamente, senza accordi con nessuno.
E per complimentarmi con te per la rivista, che leggo con interesse, che è eccellente e che costerà a te
e ai tuoi ottimi collaboratori molto lavoro.
Se ti capita, estendi i miei complimenti all’astronomo Guaita che ho conosciuto secoli fa a Ceriano
Laghetto.
Cari saluti
Gianni Pezzin
Riteniamo interessante mettere al corrente i nostri lettori di questo scambio di corrispondenza tra Giuseppe Colucci,
curatore della rubrica “Intellectual Property Monitor” di AIM Magazine con l’ing. Giuseppe Conti, coordinatore del
servizio brevetti del Politecnico di Milano.
Il Comitato di Redazione
Egr. Dott. Colucci,
sono il coordinatore del Servizio Brevetti del Politecnico di Milano e le scrivo per complimentarmi con
Lei in merito all’articolo del Papero.
Vorrei inoltre sapere se ci permette di inserire il suo articolo (e se sì, avremmo bisogno della striscia di
fumetti perché sul file pdf è di bassa qualità) nelle lezioni che teniamo agli studenti sulla brevettazione.
La ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
Giuseppe Conti
Caro Ing. Conti,
senz’altro!
Le raccomando di specificare la fonte dell’“AIM Magazine” (copio questo messaggio al caporedattore).
Allego un file con la migliore riproduzione della striscia in mio possesso.
Mi compiaccio per l’iniziativa di includere l’insegnamento della proprietà intellettuale nella formazione dei
vs. studenti. Le lezioni sono nell’ambito di una disciplina (in tal caso quale?) o si tratta di attività isolata?
Cordiali saluti,
Giuseppe Colucci
*
Lo troverete a pag. 52 di questo numero di AIM Magazine
27
ERRARE
HUMANUM EST
In una rivista di settore (La Chimica e l’Industria) c’è sempre stata una rubrica, “Errare humanum est”,
prima ed ora “Specchio deformante” a cura di Gianni Fochi, sugli errori madornali relativi alla chimica
e pubblicati su libri, giornali e persino enciclopedie.
Non vogliamo copiare quella simpaticissima rubrica ma vorremmo segnalare un caso eclatante che
riguarda un polimero noto come il policaprolattame o poliammide 6 che dir si voglia.
Il Gazzettino, quotidiano veneto, il 5 novembre di quest’anno in una pagina che trattava i ben noti, e
ahimè tristi, problemi del polo chimico di Porto Marghera, titolava su quattro colonne “Fibre di nylon
simili al latte di capra”.
Al di là del titolo, che molto spesso non è nemmeno scelto dall’autore del pezzo, ma da capi-redattori,
sempre pressati e molto spesso distratti, l’assurdo concetto viene ribadito all’inizio dell’articolo in cui
testualmente viene riportato quanto segue: “Il nome caprolattame deriva dal fatto che le fibre di nylon
sottilissime che escono dall’impianto assomigliano al latte delle capre. Lunghi fili bianchi utili all’impresa tessile per produzioni di alto valore aggiunto”.
Non è dato di sapere se quest’assurdo collegamento sia da ascrivere alla fervida fantasia del cronista o
alla sua confusione mentale avendogli qualcuno accennato al fatto che il caprolattame deriva dall’acido
capronico, che ha preso tale nome in quanto trovato nel latte di capra. Il fatto che la parola lattame derivi dall’unione di lattico e ammina e che lattico derivi da acido lattico, che ha preso questo nome in quanto trovato presente nel latte, potrebbe forse ingenerare, in persone che non masticano chimica, qualche
piccola confusione ma non tale da inventarsi un’assurda analogia tra i fili di nylon che escono dalla filiera e il latte delle capre che, tra l’altro, dal punto di vista dell’aspetto non è certo distinguibile dal più
comune latte bovino.
Tra l’altro l’articolista mostra qualche incertezza anche nella lingua madre e nelle citazioni economiche:
“Il caprolattame (125 mila tonnellate prodotte ogni anno) colloca quasi per intero la sua produzione presso clienti italiani operanti nel settore delle fibre e delle resine poliammidiche, con una quota di mercato
pari a circa il 150 per cento. Il mercato italiano di questo prodotto è il maggiore d’Europa”. Innanzitutto,
come esperto del settore, sono rimasto allibito nel venire a sapere che il caprolattame è un ottimo agente di mercato, in grado di piazzare da solo la propria produzione: sai che brutto colpo per i responsabili
di vendita del prodotto che si sentirebbero tanto inutili! Poi mi piacerebbe sapere cosa s’intende con
quota di mercato pari al 150%: ma di che cosa? Sicuramente in Italia si utilizza molto più caprolattame
di quello che si produce e quindi c’è una larga quota di importazione (più del doppio) ma la frase citata
senza riferimenti resta incomprensibile. Nonostante questa larga fetta di importato, il mercato italiano di
questo prodotto non è sicuramente il maggiore d’Europa.
Complimenti per la fantasia e le imprecisioni!
Vengo da una famiglia di giornalisti e io stesso lo sono part-time, per cui capisco che la fretta può creare problemi e ingenerare imprecisioni o mancanza di fedeltà alla cronaca. Ma qui l’articolo è stato preparato con molto tempo a disposizione in quanto generalmente le pagine “a soggetto” sono pre-confenzionate e non sono frutto di un assemblaggio dell’ultim’ora. In questo caso non ci resta che una stroncatura senza appello!
Giusto per rimanere in tema di errori, anche nel campo della gente che utilizza materiali plastici, potrei
citare tutta una serie di esempi da far drizzare i capelli in testa.
Mi limiterò a citarne uno tra i più eclatanti tra quelli che ho dovuto registrare nella mia lunga carriera di
tecnico di poliammidi.
Un giorno l’ufficio commerciale di una ditta per la quale allora lavoravo come ricercatore mi passa una
telefonata di un “potenziale” cliente che aveva richiesto un’informazione tecnica che l’ufficio commerciale non riusciva a soddisfare. Riporto le parole quasi alla lettera perché, nonostante i quasi cinque lustri
passati, me le ricordo ancora distintamente:
“Buongiorno, mi hanno detto di rivolgermi a lei per un’informazione tecnica. Io compro da anni nylon 12
per stampare pezzi particolari. Ho letto sui vostri cataloghi che voi producete nylon 66. Considerando che
il nylon 12 che io compro costa assai (N.d.R. Costava circa tre volte di più rispetto al nylon 66), mi sono
detto che in fondo 6 + 6 fa 12 e quindi potrei sostituire il mio 12 con il vostro 66”.
Non faccio commenti, ma potete capire perché rimasi per almeno 30 secondi muto alla cornetta: non sapevo se ridere o piangere e soprattutto da che parte cominciare a rispondere senza offendere il cliente.
Roberto Filippini Fantoni
28
Dossier
LIVING FREE-RADICAL POLYMERIZATION:
LA NUOVA FRONTIERA DELLA
POLIMERIZZAZIONE RADICALICA
Nicoletta Cardi, Riccardo Pò*, Aldo Longo**, Michele Laus***, Katia Sparnacci***
INTRODUZIONE
La LFRP è essenzialmente una polimerizzazione
radicalica convenzionale effettuata in presenza di
specie in grado di reagire in modo reversibile con
il radicale della catena crescente (Fig. 1).
Dopo la prima reazione di inizio, il radicale al termine della catena polimerica P· (“specie attiva”)
può reagire con il monomero M oppure con la specie X (“controllore”) e formare la “specie dormiente” P-X; quest’ultima, in determinate condizioni di reazione, può “liberare” nuovamente il
radicale P· (si tratta infatti di una reazione di equilibrio) che potrà quindi reagire nuovamente con M
e proseguire quindi la polimerizzazione. In questo
modo quello che si ottiene è la “protezione” della
specie attiva (la sua concentrazione nell’ambiente
di reazione è molto bassa – 10-6M) e quindi la conseguente drastica diminuzione della probabilità
La polimerizzazione radicalica è un processo di
sintesi di polimeri molto versatile, largamente utilizzato a livello industriale; contrariamente alle
polimerizzazioni ioniche e metallo-coordinate,
l’uso di monomeri e solventi non perfettamente
puri e/o anidri non pregiudica l’andamento della
reazione. In effetti, molte polimerizzazioni radicaliche vengono effettuate in mezzo acquoso, e anche
in presenza di piccole tracce di ossigeno si possono ottenere polimeri ad alto peso molecolare.
Attraverso tale tecnica non è però possibile ottenere polimeri aventi composizioni, architetture e
funzionalità ben definite (ad esempio copolimeri a
blocchi), contrariamente a quanto avviene per la
polimerizzazione anionica – che possiede carattere vivente – essenzialmente a causa dell’elevata
reattività del radicale propagante e della forte presenza di reazioni di trasferimento e di terminazione di catena.
Lo sviluppo di una nuova tecnica di polimerizzazione radicalica denominata “Controlled Radical
Polymerization” (CRP) o “Living Free Radical
Polymerization” (LFRP), comparsa nella letteratura scientifica e brevettuale nella seconda metà
degli anni ’80 (1, 2), ha aperto un capitolo completamente nuovo nella sintesi dei polimeri.
Questa nuova tecnica racchiude in sé molti dei
vantaggi della polimerizzazione radicalica e delle
polimerizzazioni viventi, ampliando i campi di
applicazione della prima e permettendo di ottenere i polimeri a struttura controllata caratteristici
della seconda.
Figura 1: Schema generale della polimerizzazione radicalica vivente.
I = iniziatore; M = monomero; P = polimero; X = controllore; • = radicale.
*
Istituto “Guido Donegani”, Polimeri Europa SpA, Novara; ** Polimeri Europa SpA, Mantova; *** Università del Piemonte Orientale,
Alessandria
29
che essa possa dare reazioni di trasferimento o terminazione di catena, come avverrebbe invece in
una normale polimerizzazione radicalica. La natura della specie X è ovviamente di importanza fondamentale per guidare l’andamento della reazione
nella direzione voluta, ed è su di essa che verte
tutta la ricerca del settore.
La Figura 2 confronta il comportamento osservato nella polimerizzazione radicalica vivente con
quello di una polimerizzazione radicalica classica;
in quest’ultimo caso il peso molecolare massimo
viene raggiunto già a basse conversioni (linea tratteggiata), stabilizzandosi rapidamente ad un valore limite. L’andamento della curva di distribuzione
pesi molecolari durante la polimerizzazione (misurata mediante Gel Permeation Chromatography)
sarà quindi sempre costante e crescerà solo in
intensità (aumento della conversione). Nella polimerizzazione vivente, il peso molecolare medio
numerale cresce linearmente con la conversione;
il picco GPC si sposta all’aumentare del tempo di
reazione, concordemente con l’aumento costante
del peso molecolare e aumenta in intensità. La
polidispersità (il rapporto tra i pesi molecolari
medio ponderale e medio numerico) si mantiene a
valori molto bassi (inferiori a 1.5) come avviene in
una polimerizzazione anionica: perciò il segnale
GPC è più stretto rispetto al meccanismo classico.
Una conseguenza molto importante del carattere
vivente della reazione e della presenza di terminali termolabili P-X consiste nella possibilità di recuperare i polimeri e di farli reagire successivamente con lo stesso monomero (ricrescita della catena) o con monomeri differenti (formazione di
copolimeri a blocchi) (Fig. 3).
La cinetica di polimerizzazione è più lenta rispetto
a quella di una polimerizzazione radicalica e i pesi
molecolari ottenuti sono più bassi. Oltre a questo
fatto è bene ricordare che l’efficienza della reazione di protezione non è totale e che quindi parte
Figura 3: Formazione di polimeri a blocchi.
delle catene non ha carattere vivente. La definizione “polimerizzazione radicalica vivente” non è
quindi a rigore esatta, anche se viene comunemente accettata.
PRINCIPALI
TECNICHE
DI
POLIMERIZZAZIONE
RADICALICA VIVENTE
Il primo approccio al controllo nella polimerizzazione radicalica fu introdotto nel 1982 da T. Otsu
(3) attraverso l’uso dei cosiddetti “iniferter” (initiator-transfer agent-terminator) come iniziatori fotochimici. Essi sono particolari disolfuri in grado, per
scissione omolitica del legame C-S, di iniziare la
polimerizzazione radicalica e, contemporaneamente di agire da trasferitori e terminatori di catena; il fatto che il tioradicale formatosi possa agire
anche da iniziatore ed attaccare una molecola di
monomero porta però ad una perdita del controllo
della polimerizzazione.
In letteratura erano descritti da tempo i radicali
nitrossilici come “trappole di radicali” (radical
trap), molecole stabili in forma radicalica in grado
di reagire, a temperature moderate, con specie
radicaliche instabili. Un gruppo di ricercatori
australiani, capeggiati da D. Solomon e E.
Rizzardo, ebbero l’intuizione di applicare tale reazione a radicali generati da monomeri acrilici e a
temperature alle quali la reazione stessa potesse
essere reversibile; in tal modo riuscirono a sintetizzare oligomeri e polimeri a basso peso molecolare. In seguito, M.K. Georges della Xerox Co. 2
introdusse l’uso di nitrossiradicali stabili in unione
con un iniziatore radicalico nella sintesi di polistireni ad alto peso molecolare.
Uno dei nitrossiradicali stabili maggiormente utilizzato è il TEMPO (2,2,6,6-tetrametilpiperidinilossi
radicale): l’iniziatore radicalico (in genere un
perossido) reagisce con una molecola di monomero ed il radicale che si forma è in grado di reagire reversibilmente con il nitrossiradicale. Tale
comportamento è esemplificato nel caso dello stirene in Figura 4.
Il radicale della catena crescente forma una specie
“dormiente” che, in seguito a riscaldamento ad
una determinata temperatura, si scinde nuovamente a dare nitrossi radicale e radicale polimeri-
Figura 2: Controllo del peso molecolare nella LFRP (tratto continuo) e nella polimerizzazione radicale classica
(tratteggiato).
30
TEMPO possiamo schematizzare R’R”NORn come
segue:
La reazione reversibile di scissione omolitica del
legame R’R”NO-Rn porta alla formazione di un
radicale Rn• transiente, di un radicale nitrossilico
persistente stabile e della loro ricombinazione
(reazioni 1 e 2); il radicale transiente può reagire
con un monomero e formare una nuova specie
radicalica Rn+1• (reazione 3) oppure reagire con un
altro radicale Rm• transiente e portare ad una specie non radicalica (reazione 4). Quest’ultima reazione provoca una diminuzione delle specie radicaliche transienti (Rn• ed Rm•) portando, come
effetto finale, ad un aumento della concentrazione
di nitrossiradicale stabile nell’ambiente di reazione; calcoli cinetici dimostrano che, conseguentemente a ciò, la velocità della reazione (2) tende ad
aumentare con il tempo fino a divenire dominante
rispetto alla reazione (4).
Nel corso del tempo verrà ad instaurarsi un “quasi
equilibrio” tra le reazioni (1) e (2), e se questo
equilibrio verrà raggiunto più rapidamente rispetto
alla conversione del monomero in polimero
(kd>>kp) allora tutte le catene cresceranno uniformemente e la polimerizzazione avrà quindi carattere vivente. Questo è quello che viene chiamato
“persistent radical effect”.
Secondo gli autori è molto importante conoscere il
valore di kd della reazione (1) per poter prevedere
il carattere vivente della polimerizzazione; questo
deve infatti essere sufficientemente piccolo da
garantire una conversione adeguata, ma non deve
scendere sotto il limite oltre il quale il controllo del
“persistent radical effect” venga meno.
In tale modello cinetico risiede l’assunzione fondamentale che kd non dipenda da n e quindi dalla
lunghezza della catena polimerica.
Il sistema TEMPO/perossidi è applicabile con
buoni risultati a monomeri stirenici e a miscele stirene/acrilati o metacrilati, ma non controlla le
polimerizzazioni dei (met)acrilati da soli o dei
dieni. Attraverso l’aggiunta sequenziale di monomeri differenti si possono sintetizzare copolimeri a
due o più blocchi normalmente non ottenibili attraverso polimerizzazioni ioniche e quindi materiali
assolutamente nuovi; un esempio è il copolimero
Figura 4: Schema polimerizzazione di stirene con
TEMPO.
co propagante o transiente: quest’ultimo sarà in
grado di legare monomero portando così alla crescita della catena. La reazione sopra descritta è
una reazione di equilibrio ed il ciclo può ripetersi
nuovamente.
La concentrazione di radicale crescente libero è
sufficientemente bassa da rendere limitate le reazioni di trasferimento e terminazione tipiche di una
normale polimerizzazione radicalica.
Il successo nel controllo della crescita della catena nella polimerizzazione radicalica vivente, basata sull’uso di nitrossi radicali stabili, risiede proprio nell’avere la giusta quantità di nitrossiradicale libero nella miscela di reazione tale da mantenere la concentrazione della catena polimerica
propagante in grado di polimerizzare con una
adeguata velocità e tale da rendere minime le reazioni di terminazione.
Al fine di meglio dosare il sistema iniziatore, e di
ottenere quindi un miglior controllo della polimerizzazione, Hawker, ricercatore dell’IBM, ha sviluppato sistemi iniziatori “unimolecolari” basati su
strutture alcossiamminiche tipo R’R”NOR che, per
decomposizione termica, forniscono la specie
radicalica, in grado di iniziare la polimerizzazione,
ed il nitrossiradicale (4).
Se immaginiamo una generica alcossiammina
R’R”NORn (con Rn radicale polimerile) il più semplice meccanismo che possiamo ipotizzare durante la polimerizzazione è quello descritto nello schema seguente (5):
1
2
3
4
R’R”NO-Rn
R’R”NO • + Rn•
Rn• + M
Rn• + Rm•
kd→
kc→
kp→
kt→
R’R”NO • + Rn•
R’R”NO-Rn
Rn+1•
prodotto non
contenente radicali
Nel caso specifico dello stirene, per esempio, e del
31
PS-SAN in cui il primo blocco è formato da polistirene ed il secondo da un copolimero random stirene/acrilonitrile (7, 8). Macromolecole a struttura
ramificata (es: dendrimeri) possono essere sintetizzate a partire da alcossiammine contenenti più
gruppi nitrossilici.
Nel 1995 compaiono in letteratura i primi articoli in
cui si riferisce l’uso di complessi metallici nella polimerizzazione radicalica vivente di acrilati 9; successivi studi portarono alla razionalizzazione dei risultati
ottenuti ed alla formulazione di un nuovo meccanismo di polimerizzazione denominato ATRP (Atom
Transfer Radical Polymerization). Il sistema di reazione è formato in questo caso dal monomero, da un
iniziatore R-X (X=Cl, Br) e da un catalizzatore composto a da un metallo di transizione M (il rame è uno
dei più efficaci) e da un opportuno legante L (solitamente una ammina chelante).
Il radicale, o specie attiva, viene generato attraverso un processo reversibile ossido-riduttivo
catalizzato dal metallo di transizione complessato;
in questo caso il “controllore” è l’alogeno X che si
trasferisce, inizialmente dall’iniziatore e succesivamente dalla catena radicalica, al complesso
metallico in modo reversibile. Il metallo subisce un
ciclo di ripetute ossidazioni e riduzioni, liberando X
sotto forma di radicale (Fig. 5).
L’accurata scelta di tutti i componenti il sistema
catalitico è un fattore fondamentale per ridurre al
massimo le reazioni di terminazione e trasferimento radicalico e per ottenere un potenziale redox
ottimale. In generale possono essere polimerizzati
stireni, (met)acrilati, (met)acrilamidi e acrilonitrile; come iniziatori vengono preferiti gli alogenuri
alchilici. Il metallo deve avere almeno due stati di
ossidazione accessibili separati da un elettrone,
una buona affinità con l’alogeno e la sua sfera di
coordinazione espandibile al fine di legare l’alogeno stesso; sono stati utilizzati complessi di Cu, Mo,
Cr, Re, Ru, Fe. La funzione del legante è essenzialmente quella di solubilizzare il sale del metallo di
transizione e di regolare il potenziale redox della
reazione di equilibrio. I leganti maggiormente uti-
lizzati sono quelli a base di fosforo e azoto.
L’interesse accademico intorno a questa tecnica è
notevole ed alcuni dubbi sono legati oltre che alla
complessità, come si è visto, del sistema catalitico anche alla possibilità che l’uso di metalli quali
il rame possano dare problemi di degradazione in
sede di trasformazione dei polimeri qualora non
venga adeguatamente allontanato.
La più recente e flessibile tecnica di polimerizzazione “vivente” è la polimerizzazione RAFT
(Reversible
Addition-Fragmentation
chain
Transfer) sviluppata da E. Rizzardo et al. (10).
Tale polimerizzazione si basa sull’aggiunta di un
composto tiocarbonilico ad una polimerizzazione
radicalica convenzionale (stesso monomero, iniziatore, solvente, temperatura di reazione).
Il meccanismo della polimerizzazione RAFT coin-
Figura 5: Schema generale del meccanismo ATRP.
Figura 6: Schema generale del meccanismo RAFT.
Formula generale di un agente RAFT
volge una serie di processi di addizione e frammentazione come mostrato in Figura 6.
Nei primi stadi della polimerizzazione si ha l’addizione del radicale propagante (Pn˙) al ditio composto [S = C(Z)SR] con formazione di un intermedio radicalico [PnS(Z)C˙SR]. Questo intermedio
successivamente si frammenta per dare origine al
ditio composto [PnS(Z)C = S] e ad un radicale (R˙)
in grado a sua volta di addizionarsi al monomero
formando un nuovo radicale propagante (Pm˙). Il
nuovo ditio composto [PnS(Z)C = S] ha caratteristiche simili al composto originale ed è in grado di
sommare il radicale propagante (Pm˙) per formare l’intermedio radicalico [PnS(Z)C˙SPm] che si
frammenta, rigenerando il radicale propagante
(Pn˙) ed il ditio composto [PmS(Z)C = S]. Si ha
32
così la formazione di un equilibrio tra la forma
“attiva” dei radicali propaganti (Pn˙ e Pm˙) e la
forma “dormiente” dell’intermedio ditio radicalico.
Questo equilibrio fa sì che tutte le catene abbiano
eguali possibilità di crescere e quindi permette di
ottenere un polimero con bassa polidispersità.
Perché il meccanismo RAFT possa essere efficiente e permetta di ottenere polimeri a bassa polidispersità, il ditio composto utilizzato deve essere in
grado di addizionarsi e frammentarsi molto velocemente (con una costante di trasferimento maggiore della costante di propagazione della polimerizzazione). La scelta dei gruppi Z ed R nel ditio
composto [S = C(Z)SR] riveste quindi un’importanza critica. Quattro sono i principali fattori che
influenzano l’efficacia del ditio composto come
agente RAFT:
1. la velocità di reazione del ditio composto [S =
C(Z)SR e PnS(Z)C = S] con i radicali;
2. la partizione degli intermedi radicalici
[PnS(Z)C˙SPm e PnS(Z)C˙S] tra materiali di
partenza e prodotti;
3. la velocità di frammentezione degli intermedi
radicalici [PnS(Z)C˙SPm e PnS(Z)C˙S];
4. l’abilità del radicale espulso (R˙ e Pn˙) di ri-iniziare la polimerizzazione.
Il sostituente Z deve essere scelto in modo che sia
in grado di attivare il doppio legame C = S verso
l’addizione, ma che non diminuisca eccessivamente la costante di frammentazione dell’intermedio radicalico portando ad un inaccettabile rallentamento della polimerizzazione. Ad esempio, la
costante di trasferimento del ditio composto
aumenta nella serie in cui Z = -NMe2 < -OMe < SMe < -Me < -Ph. I composti con Z = -NEt2, e –Oalchile hanno una costante di trasferimento molto
bassa e non sono efficaci nella polimerizzazione
dello stirene né del metil metacrilato, mentre i ditio
composti con Z = -S-alchile, -alchile, o -arile,
hanno un’elevata costante di trasferimento e sono
in grado di conferire caratteristiche “viventi” alla
polimerizzazione di stirene e metil metacrilato.
Il sostituente R deve essere scelto in modo da
essere un buon gruppo uscente nelle condizioni di
polimerizzazione e deve essere in grado di ri-iniziare la polimerizzazione. Nella polimerizzazione
dello stirene un’ampia varietà di gruppi R, come C(Me)2Ph, -C(Me)2CN, -C(Me)2CO2alchile, C(Me)2CH2C(Me)3, -C(Me)3, -C(Me)HPh, -CH2Ph, CH2CO2H, si sono dimostrati in grado di produrre
polimeri con basso indice di polidispersità. Nella
polimerizzazione del metil metacrilato, invece, l’efficacia dei ditio composti diminuisce nella serie in
cui R è: –C(Me)2Ph -C(Me)2CN > C(Me)2CO2alchile > -C(Me)2CH2C(Me)3 -C(Me)3 >
-C(Me)HPh > -CH2Ph. Di questi, solo i composti
con R = –C(Me)2Ph o -C(Me)2CN, sono effettivamente in grado di dare polimeri con peso molecolare controllato e basso indice di polidispersità. Il
ditio composto con R = C(Me)2CO2alchile è in
grado di dare un buon controllo del peso molecolare, ma porta a polimeri con elevata polidispersità. Questo effetto è legato alla costante di trasferimento del ditio composto ed alla capacità del
gruppo R di funzionare come gruppo uscente
rispetto al radicale propagante. Ad esempio, i
sostituenti R = -C(Me)HPh e -CH2Ph, i cui ditio
composti non sono in grado di conferire caratteristiche “viventi” alla polimerizzazione del metil
metacrilato, sono gruppi uscenti peggiori rispetto
alla catena propagante del metil metacrilato. I
relativi ditio composti hanno una costante di trasferimento molto bassa (0,15 e 0,03 rispettivamente). I fattori 3 e 4 determinano la possibilità di
un ritardo nella polimerizzazione e quantificano
l’entità del ritardo: se la velocità totale di ri-inizio è
maggiore o uguale alla velocità di propagazione
non ci sarà ritardo. Questi fattori sono influenzati
da entrambi i sostituenti Z e R e dalla natura del
radicale propagante.
Anche le condizioni di reazione devono essere ottimizzate al fine di ottenere polimeri con bassa polidispersità. Nella polimerizzazione RAFT una parte
delle catene polimeriche formate non portano il
gruppo ditiocarbonile e sono quindi “morte”. Il
numero massimo di catene “morte” sarà uguale al
numero di radicali derivati dall’iniziatore impiegato nella polimerizzazione. Come conseguenza
occorrerà scegliere un alto rapporto tra ditio composto e i radicali derivati dall’iniziatore per ottenere un polimero a bassa polidispersità anche se a
spese del peso molecolare.
APPLICAZIONI
DELLA POLIMERIZZAZIONE RADI-
CALICA VIVENTE IN
POLIMERI EUROPA
Polimeri Europa lavora nel campo della polimerizzazione vivente da diversi anni. Presso i Centri
Ricerche di Novara e Mantova sono stati sviluppati dei nuovi sistemi iniziatori (11) ed un processo
per la sintesi di un polimero a blocchi polistireneSAN, in cui il secondo blocco è costituito da un
copolimero statistico stirene-acrilonitrile. Il polimero risultante ha interessanti applicazioni come
compatibilizzante di miscele polimeriche e come
componente in grado di migliorare alcune proprietà di materiali stirenici (7).
Un altro materiale di interesse applicativo, brevettato in collaborazione con il gruppo di ricerca
dell’Università del Piemonte Orientale, consta di un
polistirene avente un blocco terminale corto a base
di monomeri fluorurati. Il materiale mostra buone
proprietà autodistaccanti grazie alla presenza del
33
blocco fluorurato, pur mantenendo le proprietà e le
caratteristiche di lavorabilità tipiche del polistirene 12.
PROSPETTIVE
(3)
Otsu T, Yoshida M. Makromol Chem Rapid
Commun 1982;3:127.
(4) Hawker CJ. J Am Chem Soc 1994;116:113-14;
Hawker CJ, Hedrick JL. Macromolecules.
1995;28:2293;
Koster
RA,
Priddy
DB.
Macromolecules 1996;29:8554.
(5) Marque S, Le Mercier C, Tordo P, Fischer H.
Macromolecules 1996;33:4403.
(6) Zink M, Kramer A, Nesvadba P. Macromolecules.
2000;33:8106; Gnanou Y, Robin S, Guerret O,
Couturier JL. Polymer Preprints. 2000;41:1352;
Marque S, Le Mercier C, Tordo P, Fischer H.
Macromolecules. 2000;33:4403; Chong YK,
Ercole F, Moad G, Rizzardo E, Thang SH.
Macromolecules. 1999;32:6895; Hintermann T,
Kramer A, Nesvadba P, Fink J. Polymer Preprints.
2002;43:86; Li IQ, Howell BA, Koster RA, Priddy
DB. Macromolecules.1996;29:8554.
(7) Cardi N, Pò R, Longo A, Callaioli A. US Pat.
6143824, EniChem.
(8) Pò R, Cardi N, Schimperna G, Longo A, Caldararo
M. Patent pending. Polimeri Europa.
(9) Kato M, Kamigaito M, Sawamoto M, Higashimura
T. Macromolecules. 1995;28:1721; Wang JS,
Matyjaszewski
K.
J
Am
Chem
Soc
1995;117:5614.
(10) Le TP, Moad G, Rizzardo E, Tang SH. PCT Pat.
Appl., n. WO98/01478, E.I. DuPont de Nemours.
(11) Cardi N, Pò R, Schimperna G, Caldararo M,
Cardaci MA, Garbassi F. Eur Pat Appl n 1156041,
EniChem.
(12) Laus M, Cardi N, Pò R. It Pat 002103/A MI99,
EniChem.
FUTURE-CONCLUSIONI
Negli anni recenti sono stati pubblicati moltissimi
lavori riguardanti la polimerizzazione radicalica
vivente ed in questo campo sono attivi numerosi
gruppi di ricerca accademici ed industriali.
I polimeri da polimerizzazione radicalica vivente
sembrano offrire prospettive molto interessanti nel
settore dei materiali polimerici funzionali ad alto
valore aggiunto, dove aziende come la Xerox e la
Zeneca hanno già dei prodotti in fase avanzata di
sviluppo applicativo. Per quanto riguarda i polimeri
di massa, la strada verso sbocchi applicativi appare ancora non priva di difficoltà, legate principalmente al costo dei catalizzatori e alla possibilità di
eliminazione di questi ultimi dal polimero finale.
Due sfide a tutt’oggi aperte appaiono quelle di
applicare questa nuova tecnica alla polimerizzazione delle olefine e all’ottenimento di polimeri a
blocchi o ad innesto mediante modifica reattiva.
Gli anni a venire dimostreranno se queste sfide
potranno essere vinte.
Riferimenti
(1)
(2)
Solomon D, Rizzardo E. US Pat 4581429, 1986,
CSIRO Australia.
Veregin RPN, Georges MK, Kazmaier PM, Hamer
GK. Macromolecules 1993;26:5316.
34
Polymers Abroad
XXXXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXX
L’utilizzo di prodotti chimici nell’industria dell’imballaggio, specie quello alimentare e farmaceutico, è sicuramente uno degli argomenti “sensibili” di interesse attuale e futuro. Quando poi tali imballi sono manufatti in poliolefine, l’argomento diviene di interesse “macromolecolare” tale da pretendere un posto nella nostra rivista. La stabilizzazione del polietilene, nelle sue diverse densità, come quella del polipropilene, avviene tradizionalmente
mediante composti a base di fenoli stericamente impediti. Recentemente la stabilizzazione di detti polimeri attraverso l’utilizzo di prodotti “alternativi” quali quelli a base vitamina E sta riscuotendo crescenti consensi sia da parte
dei produttori di imballaggi da sempre attenti alla riduzione delle quantità di additivi utilizzati nelle varie formulazioni, sia da parte delle associazioni di consumatori più attente alle caratteristiche organolettiche dei prodotti.
I contenuti più squisitamente tecnici del seguente articolo mettono inoltre in risalto aspetti quali la buona resistenza all’estrazione dell’additivo a base vitaminica e la sua bassa migrazione.
L’articolo che presento è il risultato di un lavoro di ricerca condotto dagli amici-colleghi Daniel e Wolfgang della
Ciba Specialty Chemicals Basel in collaborazione col collega americano Jay, tutti da tempo impegnati a studiare
le varie tipologie di stabilizzanti termici utilizzabili nell’industria dei polimeri.
Michele Potenza
VITAMIN E – A NEW CHOICE FOR
POLYOLEFIN STABILIZATION
Daniel Müller*, Wolfgang Voigt*, Jay Ghosh**
cate that Vitamin E improves gel suppression
during film manufacturing, particularly in resins
which are prone to gel formation. Some studies
have also indicated that packaging formulations
stabilized with Vitamin E have a positive effect on
the organoleptic (taste and odor) properties of the
product. Other testing suggests that the shelf life
of the product may be improved through the use
of a packaging material stabilized with Vitamin E
(5, 7, 8). Finally, though more costly than traditional stabilizers on a “per kilogram” basis, Vitamin E
can be a cost effective stabilization system due to
its significantly reduced use concentration.
INTRODUCTION
The packaging industry is competitive, dynamic
and growing. Consumers are looking for greater
convenience such as improved package design
and longer product shelf life, higher levels of
package security, and they are more aware of the
chemical additives used in their foods and packaging.
Vitamin E has a positive public perception and is
enjoying market awareness which led to its increasing inclusion in consumer products in the food
and cosmetic industry. Vitamin E offers an attractive alternative to traditional stabilizers such as
BHT (butyl hydroxyl toluene), due to its positive
public perception, its GRAS (Generally
Recognized As Safe) status by the FDA when used
as a polymer stabilizer, and its worldwide approvals for use in food contact applications.
As the data demonstrates, Vitamin E is an excellent polymer antioxidant providing superior melt
flow control at low concentrations. Data also indi-
*
Ciba Specialty Chemicals Inc., Switzerland;
**
THE AUTOXIDATION
OF
POLYMERS
A simplified model for the inhibited autoxidation
cycle for polyolefins is shown in Scheme A. In this
cycle, which is representative for various stages of
the life cycle of the polymer, the polymer is
subjected to a variety of energy sources, stresses
and contamination, e.g. high temperatures and
Ciba Specialty Chemicals Corp., US
35
shear rates from the multiple melt extrusion steps,
etc. Catalyst residues, entrained oxygen and other
types of impurities play a role in promoting further
degradation of the polymer (1).
In an effort to eliminate these types of reactions, a
variety of stabilization chemistries have been
developed (2, 3) and commercialized. These stabilizers concurrently work to help preserving the
original molecular architecture of the polymer
both above and below its melting point as it moves
through its life cycle (Fig. 1).
Vitamin E, phosphite secondary antioxidants, and
the lactone is depicted above in Scheme A (6).
CURRENT
STABILIZATION PRACTICE IN
POLYOLEFINS
Autoxidation affects the initial molecular architecture of all polymeric materials, e.g. in LDPE and
LLDPE films it can cause cross-linking of the resin
leading to difficulty in film processing, gel formation, etc. In PP, the dominant reaction due to
autoxidation is chain scission. In HDPE, depending
on the catalyst technology, it can lead to either
cross linking or chain scission. Autoxidation can
also cause yellowing of the product. Degradation
of physical properties, as a result of autoxidation,
can lead to unacceptable product performance
characteristics.
For LDPE and LLDPE, the current standard
systems are widely based on traditional binary
blends of high molecular weight di-tertiary butyl
phenols (AO-1/ AO-2) and phosphites (P-1/P-2).
New high performance ternary blends involving
lactones (L-1) together with traditional phenols
and phosphites are utilized more and more for
demanding applications. Vitamin E based systems
provide an alternate solution for food, medical and
cosmetic packaging. It can meet or exceed the
performance standards of traditional stabilizers
with little or no cost premium.
Potential applications for Vitamin E in HDPE are
blow molded and film products for food and medical packaging. For Ziegler catalyzed HDPE, the
traditional choice is a binary phenol/phosphite
blend (combination of AO-1 or AO-2 with P-1)
while in more demanding applications ternary
blends of L-1 with AO-1 (or AO-2) and P-1 are
used. In very color critical applications instead of
P-1, more desirable phosphites like P-2 are used.
In Chromium catalyzed grades similar systems are
used, but with a relatively higher proportion of
phosphite. Stabilization packages for PP are based
on phenol/phosphite binary blends as well, but
typically at a higher level. The most common ones
are based on AO-1 and P-1. High performance ternary blends of L-1, AO-1 and P-1 offer considerable performance advantages over binary blends at
low concentrations in applications with severe processing conditions like BOPP films, thermoforming
or fibers. For PP film grades in food and medical
packaging applications, Vitamin E based systems
offer an alternate choice for stabilization.
For extremely color critical applications like fibers,
phenol-free stabilization systems are provided by
combination of Hindered Amines (HAS-1 or HAS2) either with hydroxylamine (NOH) or with a mixture of lactone (L-1) and phosphite (P-1).
Figure 1: Autoxidation of Polyolefins and Possibilities to
Interrupt the Cycle
Antioxidants interrupt the degradation process in
different ways, depending on their structure. The
two major classifications are: (i) chain terminating
primary antioxidants, and (ii) hydroperoxide
decomposing secondary antioxidants. Vitamin E
belongs to the class of chain terminating primary
antioxidants. Like classical hindered phenols, e.g.
AO-1, AO-2 or BHT, it is also a sterically hindered
phenol, but the degree of sterical hindrance is
much less (Fig. 2).
Figure 2: Structure of Vitamin E.
Since these additives react with radicals they are
known as “radical scavengers”. Like another new
processing stabilizer, the Lactone - 5,7-di-t-butyl3-(3,4 di-methylphenyl)-3H-benzofruan-2-one (L1) (4), Vitamin E can act both as an oxygen centered as well as a carbon centered radical scavenger (5). The roles of different antioxidants, e.g.
36
and the following melt flow measurements were
done under the conditions described in the different figures.
Color Measurement: Yellowness Index (YI) were
measured on 1st, 3rd and 5th pass extrudate according to ASTM-1925-77. 125 mil compression
molded plaques; ACS Spectrophotometer; Large
Area View; Spectral Component Included; C
Illuminant, 2o Observer.
Long Term Heat Aging (LTHA): To determine
LTHA characteristics, compression molded 40 mil
samples were oven aged to measure color development and embrittlement characteristics with a
90o bend test. The aging temperature varied
depending on the substrate.
What is Vitamin E?
Vitamin E is also known as α-tocopherol (9). There
are four types of tocopherol found in nature, α, β, γ
and δ, which differ only by the number and position
of the methylation of the arene ring. a-tocopherol
has the strongest activity (10). Its mode of action
has been extensively documented in the open literature (11-22). Basically three factors account for the
high activity of a-tocopherol (6).
• Simple (methyl) alkyl substitution at both orthoand meta-positions resulting in less sterical hindrance.
• No electron-withdrawing groups bonded to the
oxygen atom in the para-position of the arene
ring.
• Good overlap between the 2p orbitals of the
lone-pair on the para-oxygen atom and the aromatic p-electron system.
These factors lead to a thermodynamically stable
phenoxyl radical (tocopheroxyl radical) derived
from the abstraction of the phenolic hydrogen
atom of a-tocopherol which accounts for its high
activity.
RESULTS
AND
DISCUSSIONS
LLDPE
The first set of results (Figs. 3, 4) has compared
the performance of Vitamin E by itself as well as in
binary systems in combination with different phosphites, with a traditional formulation based on
1000 ppm of the binary blend B1. 100 ppm of
Vitamin E could match the melt flow control of
1000 ppm of B1, but led to stronger color.
Addition of 400ppm of a high performance phosphite, P-2, to 100 ppm of Vitamin E improves the
melt flow control over the B-blend and also improved the color versus the use of 100 ppm of Vitamin
E alone. One interesting observation is the fact
that the effectiveness of Vitamin E, compared to
B1, is more evident in the 1st pass. This may very
well be due to the fact that there is a greater percentage consumption of Vitamin E during the earlier passes compared to the B-blend. This phenomenon is more pronounced when the extrusion is
done into open air. In a nitrogen-blanketed envi-
Mechanism as a Melt Processing Stabilizer
α-Tocopherol and its transformation products provide excellent melt processing stability by functioning as a:
• H-atom donor;
• Oxygen-centered radical scavenger;
• Carbon-centered radical scavenger.
α-Tocopherol transformation products are also
very effective radical scavengers and that’s part of
the reason the compound is very active even at
low concentrations (22).
Vitamin E-Based Stabilization Systems in
Polyolefins
Since the ramifications of a poorly stabilized
polyolefin resin can be rather diverse due to
autoxidation (as described above), selection of
appropriate stabilizer systems is of utmost importance to ensure that the performance requirements of the end users are met by preserving the
original architecture of the molecule.
In order to differentiate the efficiency of the
various stabilizer systems, multiple pass extrusion
experiments were carried out to assess melt processing stability, both in terms of melt flow rate
and color control. See Appendix II for the structural identification of the various stabilization chemistries used in this study.
Experimental
Melt Flow Measurement: Multiple pass extrusion
FIgure 3: Melt Flow Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
37
FIgure 4: Color Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
FIgure 6: Color Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
ronment the propensity of the Vitamin E to be consumed at a higher rate would be less.
In the second set of results (Figs. 5, 6) it is shown
that a ternary system, with the addition of 200 ppm
of hindered phenol AO-1, has improved the melt
flow control significantly. Due to the additional
amount of phenol used, the discoloration of the
combination Vitamin E/B2 is somewhat stronger
than Vitamin E used alone. This indicates that the
right choice of the phenol and also the phenol/phosphite ratio is important to obtain the desired performance.
Additionally, the use of a high performance phosphite like P-2 could help to further improve the
color behavior of these types of ternary systems.
Vitamin E improves the melt flow control only marginally (Fig. 7), with no improvement in color (Fig. 8).
One interesting observation in the case of LDPE
was the good performance of a high performance
ternary system based on lactone (L-1), hindered
phenol (AO-2) and phosphite (P-1). 250 ppm of
that system could match the melt flow control
(Fig. 7) and surpasses by far the performance of
the binary phenol/phosphite system in terms of
color (Fig. 8).
Systems as shown above are the right choice for
demanding LDPE applications.
LDPE
For LDPE, 100 ppm of Vitamin E could match the
melt flow and color control of 500ppm of the binary
blend of B-1 (Fig. 7). Addition of phosphites to
HDPE
In this project, the work was done with Vitamin E on
a carrier system in a blow molding grade HDPE
resin. It was observed that Vitamin E alone could not
match the melt flow control of a standard benchmark phenol/phosphite blend (B-3). When used
together with the binary blend B-3, the performance
FIgure 5: Melt Flow Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
FIgure 7: Melt Flow Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
38
FIgure 8: Color Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
FIgure 10: Melt Flow Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
improved a lot (Figs. 9-11). All the systems with B3 showed strong discoloration. Change in the ratio
between phenol and phosphite could improve this
issue. As an example Blend B-3 was combined with
Vitamin E. The effect was a much better color, slightly compromising melt flow control.
SUMMARY
AND
CONCLUSIONS
Vitamin E based systems can provide comparable
performance to current state-of-the-art processing
stabilizers. Approx. 100 ppm of Vitamin E can
match the melt flow control obtained with approx.
1000 ppm of a traditional phenol/phosphite binary
blend. Addition of phosphites improves the melt
flow control and lowers color. High performance
phosphites yield better results.
PP
For this particular PP grade the base stabilization
requirement was rather high, necessitating a phenol/phosphite binary blend in the 2000 ppm
range. Like HDPE, the experimental work done
here was conducted with Vitamin E on a carrier
system. Vitamin E alone was not adequate enough to stabilize the polymer at a reasonable concentration level. A binary phenol/phosphite blend,
however, combined with Vitamin E could match
the melt flow control of 2000 ppm of B3 with some
improvement in color control (Figs. 12-13).
Ternary systems of Vitamin E/phosphite/traditional
phenol can lead to further improvement in melt flow
control. The type of phenol and the ratio of the different additives influences both the melt flow control as
well as the color development.
Vitamin E based systems provide a novel
approach to differentiate products in food/medical packaging industry without sacrificing
performance.
FIgure 9: Melt Flow Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
FIgure 11: Color Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
39
(3)
(4)
(5)
(6)
FIgure 12: Melt Flow Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
(7)
(8)
(9)
(10)
(11)
(12)
(13)
(14)
(15)
FIgure 13: Color Control of LLDPE During Processing
Vitamin E and Combinations with Phosphites
(16)
Vitamin E can address odor and taste requirements in specific applications.
(17)
Vitamin E can lead to suppression of gel formation
and improvement of the shelf-life of packaged
products.
(18)
In summary, Vitamin E represents an attractive
choice to resin producers, converters, packaging
manufacturers and consumer goods manufacturers to differentiate their products. The positive
public perception of Vitamin E, its broad regulatory approvals and its environmentally friendly
appeal to consumers provide the opportunity for
an alternate stabilizer system.
(19)
(20)
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Appendix I
AO-1:
AO-2:
Tetrakis(methylene(3,5-di-tert-butyl4hydroxyhydrocinnamate))methane
Octadecyl 3,5-di-tert-butyl-4hydroxyhydrocinnamate
L-1:
P-2:
HP-136
5,7-di-t-butyl-3-(3,4 di-methylphenyl)3H-benzofruan-2-one
Bis[2,4-di-tert.-butyl-6-methyl)phenyl]ethyl phosphite
P-1:
Composition Of Different Blends
Tris(2,4-di-tert-butylphenyl)phosphite
B1: 1:2 blend of AO-2 and P-1
B2: 1:2 blend of AO-1 and P-1
B3: 1:1 blend of AO-1 and P-1
B4: 1:4 blend of AO-1 and P-1
HP1: Proprietary blend of AO-1, P-1 and L-1
41
I Giovani
I
GIOVANI E L’AIM:
DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA
di Loris Giorgini e Giuliana Gorrasi
perseguire subito gli obiettivi “più possibili”. A
nostro parere il Macrogiovani deve rimanere una
delle esperienze cardine di AIM per i giovani, ma
sicuramente esso necessita di alcune modifiche.
Innanzitutto esso sarà organizzato a Gargnano ad
anni alterni (gli anni della scuola AIM), e dovrà
essere inserito all’interno della scuola, né a monte
né a valle. In tal modo i giovani partecipanti alla
scuola (sempre in numero elevato e provenienti da
contesti molto diversi) avranno modo di “fare”
insieme il Macrogiovani “senza accorgersene” e
senza gravare in maniera drammatica sul proprio
budget e su quello dell’associazione. Negli anni in
cui si svolge la scuola EPF proponiamo di organizzare delle giornate (sullo stile delle giornate tecnologiche) in diverse regioni di Italia in cui i giovani potranno incontrarsi e discutere di problematiche, non solo scientifiche, ma anche lavorative.
Sarà fondamentale in questi casi il contributo
dell’organizzazione locale, la quale avrà modo di
presentare ai partecipanti la propria realtà e dare
un
taglio
personale
alla
giornata.
L’appuntamento programmato “più prossimo”
sarà il convegno biennale dell’AIM che si svolgerà a Pisa nel periodo 22-25 Settembre 2003.
Per discutere insieme di quanto brevemente
appena descritto, e di eventuali nuove iniziative
in proposito, all’interno del convegno sarà organizzata una tavola rotonda a cui tutti i giovani
sono invitati a partecipare. La tavola rotonda
sarà incentrata sulle problematiche della ricerca
macromolecolare in Italia, in riferimento ovviamente ai giovani, e avrà un momento conclusivo
in cui proposte, idee e progetti per sviluppare iniziative di scambio, tramite AIM, saranno accolti
con grande interesse e entusiasmo. Intanto, se
qualcuno volesse già far sentire la propria “voce”
può senz’altro contattare la redazione del
Magazine o chi scrive: [email protected],
[email protected].
I
ndipendentemente dal presidente e/o dal consiglio direttivo del “momento”, l’AIM ha avuto
sempre un obiettivo costante: rivolgere particolare attenzione al mondo dei giovani macromolecolari. In questi ultimi tempi l’esigenza di potenziare il “mondo giovane” all’interno dell’associazione si sta facendo sempre più forte. Per tale
ragione l’AIM ha programmato di impegnarsi massimamente in questa direzione sostenendo o
facendosi promotrice di iniziative che favoriscano
gli incontri tra i giovani ricercatori (neolaureati,
borsisti, dottorandi, assegnisti di ricerca, giovani
ricercatori dell’industria, dell’università e del CNR
…) e i ricercatori “più maturi” (professori universitari, ricercatori del CNR e dell’industria). Lo scopo
primario è quello di favorire gli scambi “culturali”
fra giovani macromolecolari provenienti da contesti lavorativi e geografici molto diversi, e fra i “ceti
sociali” degli Enti italiani presso cui si svolge la
ricerca sulle macromolecole. Simili eventi porterebbero a delle inevitabili ricadute positive, tra le
quali: dare modo ai giovani di conoscersi a vicenda, favorendo la possibilità di creare collaborazioni scientifiche e il trasferimento tecnologico tra il
mondo della ricerca pubblica e privata. La prima e
unica (finora) iniziativa che AIM aveva fortemente
voluto e sponsorizzato a questo proposito, è stata
il “Macrogiovani”. Abbiamo avuto già modo, attraverso questa rubrica, di ripercorrere la “storia” di
tale evento, di gioire per il successo delle prime
edizioni, di osservare il raggiungimento di un plateau e poi la “caduta” di entusiasmo dell’ultima
edizione. Stimolati dall’attuale Presidente e dal
Consiglio Direttivo, abbiamo avuto modo di riflettere sul “fenomeno” e siamo stati investiti del
compito di istituire una “Commissione giovani”
che si occupi di gestire le attività appena descritte. Pensare di potere dare concretezza a tutte le
idee che ci sono subito venute in mente è senza
dubbio molto difficile, abbiamo deciso allora di
42
NEOLAUREATI
CON CURRICULUM
MACROMOLECOLARE
Riportiamo, come nostra tradizione, informazioni sui neo laureati con curriculum macromolecolare.
Per rendere più funzionale la rubrica da questo numero abbiamo volentieri accettato di inserire, oltre
alle informazioni basilari, altre informazioni, inviate dai giovani neolaureati, sui loro interessi scientifici, la conoscenza delle lingue, ecc. Vorremmo effettivamente creare una rubrica utile sia ai giovani che
ai ... potenziali interessati del mondo industriale.
Nome e cognome:
Luogo e data di nascita:
Laurea:
Relatori:
Titolo della tesi:
Recapito:
Altri dati utili:
Nome e cognome:
Luogo e data di nascita:
Laurea:
Relatori:
Titolo della tesi:
Recapito:
Altri dati utili:
Nome e Cognome:
Luogo e data di nascita:
Laurea:
Relatori:
Titolo della tesi:
Recapito:
Altri dati utili:
Lorenzo Brizi
Foligno, 27/09/1976
Università di Pisa, 21/11/2002, Laurea in Chimica Industriale (110/110)
Prof. Giancarlo Galli, Prof. Emo Chiellini
Nuovi copolimeri a blocchi con blocchi fluorurati: sintesi e proprietà in massa e di
superficie
Via Chiascio 1/A, 06034 Foligno (PG); Tel. 0742-350807; cell.349-3183016
E-mail: [email protected]
1995 Maturità scientifica conseguita presso il liceo Scientifico Statale Guglielmo
Marconi di Foligno (PG). Ottima conoscenza della lingua inglese parlata e scritta
conoscenza di base della lingua francese. Partecipazione al congresso AFPS 2002 e
presentazione di un poster in tale congresso. Conoscenza dei sistemi operativi: MSDOS, Windows, OS2, del pacchetto office di Windows (Word, Excel, Power Point),
dei linguaggi di programmazione: Fortran77, Turbo Pascal, linguaggio C, dei programmi applicativi: Mathcad, Origin, Conoscenza delle più diffuse tecniche strumentali FT-IR, UV-VIS, 1H-NMR, 19F-NMR, 13C-NMR, DSC, TGA, GC, GPC, HPLC.
Milite esente. In possesso della patente di guida cat. B. Disponibilità a trasferimenti.
Ada Delle Donne
Gissi (CH), 13/06/1978
Università di Bologna, 19/07/02, Laurea in Chimica Industriale (109/110)
Prof. Luigi Angiolini, Dr. Loris Giorgini
Sintesi e proprietà di polimeri fotocromici otticamente attivi contenenti in catena
laterale il residuo della L-alanina
c.da Colle Pizzuto 4, 66052 Gissi (CH); Tel. 0873/93194; Cell. 3403654652; E-mail:
[email protected]
Maturità scientifica conseguita presso il Liceo Scientifico Statale “R. Mattioli” di
Vasto (CH) nel 1997 con votazione 50/60. Buona conoscenza della lingua inglese.
Conoscenza a livello scolastico della lingua francese. Conoscenza di programmi
informatici: Windows, Word, Excel, Chemwind. Conoscenza pratica delle tecniche
strumentali FT-IR, H e C-NMR, DSC, TGA, GPC, DC.
Giacomo Giammattei
Lucca, 31/12/1976
Università di Pisa, 18/10/2002, Laurea in Chimica Industriale (110/110 e lode)
Prof. Giovanni Conti, Dr. Elpidio Tombari; Prof. Francesco Ciardelli
Studio termodinamico e dielettrico del processo di dispersione di cromofori tertiofenici tioalchilati in matrici poliolefiniche
Via Passamonti, trav.2, n.39, 55100 Lucca.; Tel. 0583-56036
Cell.347-6307673, E-mail: [email protected]
1995 Maturità classica conseguita presso il Liceo Ginnasio Statale “N. Machiavelli”
di Lucca. Ottima conoscenza della lingua inglese parlata e scritta. Presentazione di
due poster al XXIV congresso AICAT-GICAT 2002. Conoscenza dei sistemi operativi Windows, del pacchetto Office (Word, Excel, Power Point), dei linguaggi di programmazione: Fortran, Quick Basic, dei programmi applicativi: Mathcad, Origin,
ChemOffice, ChemSketch. Conoscenza delle seguenti tecniche strumentali: FT-IR,
UV-VIS, 1H-NMR, 13C-NMR, DSC, TGA, Spettroscopia Dielettrica nel dominio del
tempo e nel dominio della frequenza, DMTA, GPC, GC e HPLC. In possesso della
patente di guida cat. B. Disponibilità a trasferimenti.
43
Nome e cognome:
Luogo e data di nascita:
Laurea:
Relatori:
Titolo della tesi:
Recapito:
Altri dati utili:
Nome e cognome:
Luogo e data di nascita:
Laurea:
Relatori:
Titolo della tesi:
Recapito:
Altri dati utili:
Laura Paolini
Castelnuovo di Garfagnana (LU), 28/05/1971
Università di Pisa, 19/07/02, Laurea in Chimica Industriale (101/110)
Prof. Emo Chiellini, Prof. Roberto Solaro
Sintesi e caratterizzazione di materiali polimerici multifunzionali idonei alla formulazione di sistemi nanostrutturati per il rilascio mirato di farmaci
Via della Torre 2 Palleroso, 55032 Castelnuovo di Garfagnana (LU)
Maturità scientifica conseguita presso il Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” di
Castelnuovo di Garfagnana (LU) nel 1990 con votazione 54/60. Conoscenza a livello scolastico della lingua inglese. conoscenza di programmi informatici: Windows,
Word, Mac. Conoscenza pratica delle tecniche strumentali FT-IR, H e C-NMR, DSC,
TGA, GPC.
Elena Pucci
Lucca (LU); 17/11/1975
Università di Pisa, 18/07/2002, Laurea in Chimica (110/110 e lode)
Prof. Emo Chiellini, Prof. Giancarlo Galli
Nuovi poli(vinilciclopropani) fluorurati: sintesi e caratterizzazione delle proprietà in
massa e di superficie
Via E. Squaglia 215/B San Concordio Lucca (LU); Tel. 0583/954659; Cell.
3495381143; E-mail: [email protected]
Maturità Scientifica conseguita presso il Liceo Scientifico Statale A. Vallisneri (LU) nel
1994 con votazione 60/60. Buona conoscenza della lingua inglese scritta e parlata.
Conoscenze informatiche: Sistemi operativi per PC (Windows 98/2000/XP) e Macintosh
(MacOs 9.1.). Programmi: Office per Mac e Windows, ChemDraw, Internet Explorer,
Photoshop, Canvas, Igor Pro. Programmi dedicati per strumenti di misura: Mettler per
DSC/TGA. Tecniche strumentali conosciute: Spettrofotometria FT-IR e UV-Vis,
Spettrometria 1H-NMR, 13C-NMR e 19F-NMR, Calorimetria Differenziale a Scansione
(DSC); Analisi Termogravimetrica (TGA), Gas Cromatografia (GC), Misure di Angolo
di Contatto, Spettroscopia Fotoelettronica di Raggi X (XPS), Diffrattometria di Raggi X,
Analisi Cromatografica di Permeazione su Gel (GPC), Analisi Cromatografica ad Alte
Prestazioni (HPLC). Sintesi organica: Tecniche sintetiche conosciute: chimica
Macromolecolare: sintesi di polimeri per usi speciali mediante reazioni di polimerizzazione radicaliche; sintesi di polimeri per apertura d’anello. Modifica chimica di polimeri: innesto e reticolazione. Fotopolimerizzazione.
Nome e Cognome:
Daniele Viscardo
Luogo e data di nascita: Santa Maria Capua Vetere, 12.04.1971
Laurea:
Università degli Studi “Federico II” di Napoli, 31.10.2002, Laurea in Chimica
Industriale (99/110)
Relatori:
Prof. Elio Santacesaria, Dott. Mario Malinconico
Titolo della tesi:
Preparazione e caratterizzazione delle proprietà chimiche, fisiche e meccaniche di
materiali polimerici multifasici a base di esteri acrilici
Recapito:
Via E. Ricciardi 25, Tel.0823-846988, Cell.333-1775077
E-mail: [email protected]
Altri dati utili:
Diploma di Geometra conseguito presso l’istituto I.T.G.C. “Leonardo da Vinci” di Santa
Maria Capua Vetere nel 1991 con voto di 58/60. Esperienza biennale maturata presso
studio tecnico di progettazione d’impianti industriali
Buona conoscenza di diverse metodologie di analisi in relazione alla caratterizzazione dei composti organici con particolare riguardo ai materiali polimerici (spettroscopia FTIR, 1H-NMR, UVvis), buona conoscenza nell’applicazione di metodi analitici cromatografici (TLC, PC, CC, HPLC, GC), controllo di qualità e analisi dei dati in
laboratorio chimico.
Ottima conoscenza di sistemi operativi Windows, MsDos, di programmi come Word,
Excel, Power Point, programmi di disegno grafico-tecnico (AUTOCAD, 3Dhome
arch., 3D studio Max), buona conoscenza di linguaggi di programmazione (Fortran,
Pascal, Matlab, Assembler) di programmi di Desk-top publishing come Pagemaker,
Ventura, e a programmi di presentazione come Adobe Premiere, Adobe Acrobat.
Buona conoscenza della lingua inglese scritta e parlata. Possesso di patente di guida
Cat.B. Disponibilità per trasferimenti.
44
I Congressi futuri
Nel corso del 2003 ci saranno due importanti manifestazioni in occasione del centenario della nascita di
Giulio Natta, una a Roma organizzata dall’Accademia dei Lincei e l’altra a Milano, l’EUPOC 2003 organizzato dal Politecnico di Milano, dall’ISMAC-CNR e dall’AIM. Inoltre si terranno a Gargnano, a fine maggio, la
2nd EPF School dedicata ai Nanostructured Polymer Materials e a Pisa, in settembre, il XVI Convegno Italiano
di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole, il tradizionale convegno biennale dell’AIM.
AIM Magazine ha presentato diffusamente queste manifestazioni nei numeri scorsi. Ormai è tutto in rete e
qui ci limitiamo a riportare dei riquadri con le informazioni fondamentali e gli indirizzi da contattare.
Il Comitato di Redazione
COMMEMORAZIONE ALL’ACCADEMIA DEI
LINCEI DEL CENTENARIO DELLA
NASCITA DEL PROF. NATTA
Roma, 12-13 marzo 2003
http://www.lincei.it
International Symposium on
STEREOSPECIFIC POLYMERIZATION AND
STEREOREGULAR POLYMERS (EUPOC 2003)
in honor of Giulio Natta on the occasion of the centenary of his birth
Milano, Italy, June 8-12, 2003
http://server1.dcci.unipi.it:~bea/eupoc03/
The program is now available. For more information contact:
Giovanni Ricci, e-mail: [email protected]
45
EPF 2ND SUMMER SCHOOL
AIM XXV SCUOLA MARIO FARINA
GFP JOURNÉES PÉDAGOGIQUES
NANOSTRUCTURED
POLYMER MATERIALS
Gargnano, Brescia, Italy, Palazzo Feltrinelli, 25-30 Maggio, 2003
http://www.dcci.unipi.it/~bea/epfschool2003
The second circular is now available, please contact:
EPF 2nd Summer School “Nanostructured Polymer Materials”
Elisa Taburoni, Dip. Chim. Chim. Ind.le, Università di Pisa, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa (Italy)
Fax +39-050-918320 or 918260; E-mail: [email protected]
XVI CONVEGNO ITALIANO DI SCIENZA E
TECNOLOGIA DELLE MACROMOLECOLE
Pisa, 22-25 settembre 2003
Aula Convegni – Area della Ricerca CNR
Il programma del convegno è ormai definito. Potete trovare tutte le informazioni necessarie per la
preparazione degli abstract, la sistemazione logistica e per il pagamento della quota di iscrizione
sul nostro sito www.aim.it.
Per informazioni contattare:
Mariano Pracella, e-mail: [email protected]
Mauro Aglietto, e-mail: [email protected]
46
NATO ASI MACROMOLECULES 2003
Chemical Modification and Blending of Synthetic and Natural Macromolecules for
Preparing Multiphase Structural and Functional Materials: Principles, Methods
and Properties
Tirrenia, Pisa, Italy, Grand Hotel Golf, 6-16 Ottobre 2003
Scientific committee
F. Ciardelli
P. Lemstra
K. Matyjaszewski
S. Penczek
N. Platè
J.-P. Vairon
Local committee
Scientific Problems
M. Aglietto
A. Altomare
S. Bronco
V. Castelvetro
E. Passaglia
G. Ruggeri
([email protected])
Organizational Aspects
B. Pistoresi
E. Taburoni ([email protected])
F. Ciardelli, Univ. of Pisa, (Pisa, Italy)
“Functionalization of Polyolefins in the Melt”
G. Groeninckx, Catholic Univ. of Leuven, (Leuven,
Belgium)
“Reactive Processing of Polymer Blends Using
Reactive Compatibilisation and Dynamic Crosslinking.
Phase Morphology Control and MicrostructureProperty Relations”
N. Hadjichristides, Univ. of Athens, (Athens, Greece)
“Hyperbranched Macromolecules”
A.R. Khokhlov, Moscow State Univ., (Moscow, Russia)
“Functional Copolymer Macromolecules: Design,
Characterisation and Properties”
P. Lemstra, Eindhoven Univ. of Technology,
(Eindhoven, The Netherlands)
“Processing of Intractable Polymers by Reactive
Solvents”
G.J. Marosi, Budapest Univ. of Technology and
Economics, (Budapest, Hungary)
“Role of Interfaces in Multicomponent Polymer
Systems”
K. Matyjaszewski, Carnegie Mellon Univ., (Pittsburgh,
USA)
“Preparation of Nanocomposites with Well-Defined
Organic (co) Polymers”
T. Pakula, Max Planck, Institute for Polymer Research,
(Mainz, Germany)
“Effects of Intramolecular Composition and Topology
Variation on Intermolecular Structure and Bulk
Properties of Complex Polymer Systems: (a)
Experimental Characterisation and (b) Simulation”
D.R. Paul, Dept. Chem. Engin., Univ. of Texas,
(Austin, USA)
“High Performance Engineering Thermoplastics
Via Reactive Compatibilization”
Objectives
• A comprehensive presentation of the experimental approaches for modifying to different
extents the chemical structures of well established synthetic and natural macromolecules by
means of sustainable one step processes.
Particular attention will be given to melt processing and reactions in water dispersion. Related
process engineering, mechanism and product
analysis will be also presented and discussed.
• A review of the reactive or interactive mixing of
polymers with biopolymers, organic and inorganic products assisted by modified macromolecules as components or compatibilizers at the interface for the easy and safe preparation of materials, with micro and nanophase morphology.
These materials having varied mechanical properties for structural applications or optical/electronic properties for application in advanced devices. A review of the preparation of inorganic fillers
with controlled size and surface structure.
• The transfer of basic and advanced knowledge
in the subject to younger participants. For this
purpose the above reviews and presentations
will be made by internationality known experts
with proven communication capacity. The active and productive attendance of young participants will be further encouraged by tutorial activity, also focused on the spin off of international
cooperative research projects in the field.
LECTURERS and their TOPICS
C. Bianchini, ICCOM, CNR, (Firenze, Italy)
“Combination of Transition Metal Catalysts for Reactor
Blending”
47
S. Penczek, Polish Academy of Sciences, (Lodz,
Poland)
“Poly(alkylene phosphates) and Block Copolymers
thereof: From Models of Biomacromolecules to
Modification of Mineral Particles”
N. Platé, Russian Academy of Sciences, (Moscow,
Russia)
“Theoretical Considerations on the Reactions in
Polymer Blends”
S. Slomkowski, Polish Academy of Sciences, (Lodz,
Poland)
“Characterisation of Complex Systems by
Fluorescence”
R. Stepto, UMIST and Univ. of Manchester,
(Manchester, UK)
“Development and Processing of Thermoplastic
Starch Materials”
J.-P. Vairon, Universitè P. et M. Curie, (Paris, France)
“Free Radical Processes in Water Dispersion”
Publication
An edited version of the lectures presented at the
ASI will be published in a book of the NATO ASI
series. No publication is planned for participant’s
short contribution.
Fees and grants
The fee for full board accommodation will be offered at a cost of Euro 1,200.00, including breakfast, lunch and dinner for the total duration, lecture
notes and one volume of proceedings.
There will be no tuition fees for participants from
academic institutions. Participants from industry will
be asked to pay a tuition fee of Euro 300,00 or, better, to have their companies make a more substantial contribution to the school (with appropriate recognition in the program and publication).
A limited number of grants covering a substantial
part of living expenses will be available for academic
participants from NATO Member Countries, Partner
Countries and Mediterranean Dialogue Countries
who cannot obtain funding from other sources.
Special funding is available for students from USA
(travel) and for participation expenses of students
from Greece, Portugal and Turkey. Forms and
information are available from the organisers.
Program
The working language of the Advanced Study
Institute (ASI) will be English. The technical program will be based on lectures by invited
speakers followed by ample discussion.
Presentations by the participants concerning
their recent results on topics related to the general program as well as round tables and informal
panel discussions on topics proposed by groups
of interested participants are planned.
Participants and application
Scientists and engineers in academic institutions
and in industry to a maximum number of 80 will
be accepted on application. The application must
be submitted before 31 January 2003 by sending
the attached form with the related documentation.
The decision of the Scientific Committee will be
notified before 15 March 2003. Accepted participants are requested to reconfirm their participation before 15 May 2003 by paying 1/3 (Euro
400,00) of the total participation cost. The remaining 2/3 (Euro 800,00) can be paid at the
Conference desk detracted of possible support.
Duration
The Institute will start with registration in the
afternoon of Monday 6 October and will be
based on ten working days with a break on
Saturday 11, afternoon devoted to excursions.
The meeting closure will take place on
Wednesday 15 October at noon. Participants are
expected to stay for the whole period.
More information in: http://www.dcci.unipi.it/~bea/natoasimacromol-2003
48
CALENDARIO CONGRESSI
2003
5-7 febbraio
Amsterdam
Olanda
International Symposium on Separation and Characterization of Natural
and Synthetic Macromolecules
Congress Secretariat: Ordibo bvba, Luca, Henninckstraat 18, Wilrijk, B-2610,
Belgium; Tel. +32 58 523 116; Fax +32 58 514 575;
E-mail: [email protected]; www.ordibo.be/macromolecules
24-26 febbraio
New Orleans
USA
MOLDING 2003, Emerging Technologies in Plastics Injection Molding
Organizing Committee: Tom Betts, Battenfeld of America, Tim Erwin,
Pitney Bowes, Amos Golovoy, AG Research Hermann Plank, Ferromatik Milacron
Fax 734 737 0508;
www.executive-conference.com
12-13 marzo
Roma
Italia
Commemorazione all’Accademia dei Lincei del Centenario della Nascita del
Prof. Natta
Accademia dei Lincei in Roma, Organizing Committee: Prof. Paolo Corradini,
Università di Napoli, Chairman; Prof. Fausto Calderazzo, Università di Pisa,
Member; Prof. Francesco Minisci, Politecnico di Milano, Member
20-24 marzo
Mosca
Russia
Macromolecole Metal Complexes, Xth International Symposium on
Macromolecole Metal Complexes (MMC-X)
Prof. Valerii V. Lunin, Department of Chemistry, Moscow State University, Leninskie
Gory, Moscow, 119899, Russia; Tel. +7 095 9395377; Fax +7 095 9328846;
E-mail: [email protected]
6-9 aprile
San Francisco
California USA
Additives 2003 Bringing Better Value for Plastics Users
Amos Golovoy, AG Research, Tel. 734-812-2644; Fax 734-737-0508;
E-mail: [email protected]; www.executive-conference.com
10-17 aprile
Mpumalanga
South Africa
10-11 April 2003 UNESCO Introductory Course 14-17 April 2003 6th Annual
UNESCO School & IUPAC Conference on Polymer Properties (with a special
session on Characterization on Polyolefins)
Prof. R.D. Sanderson UNESCO Associated Centre for Macromolecules and
Materials Institute for Polymers Science, University of Stellenbosch Private Bag X1,
Matieland 7602, South Africa; Tel. +27 21 808 3174; Fax: +27 21 808 4967;
E-mail: [email protected] http://www.sun.ac.za/unesco/Conferences/Homepage.htm
24-25 aprile
Rabat
Marocco
IV Journées sur les Polymeres Organiques et leurs applications
Prof. A. Maaroufi, Faculté des Sciences, Dept. de Chimie B.P., 1014 Rabat, Maroc
Fax 212 37 775440; E-mail: [email protected]
28-30 aprile
Salerno
Italia
6th ESAFORM Conference on Material Forming
Secretariat: G. Lamberti, +39 089 96 4026;
F. Titomanlio, +39 89 96 4141/+39 347 6592190;
Fax-Tel. +39 89 96 4057; E-mail: [email protected];
Address: Esaform2003 Dipartimento di Ingegneria Chimica ed Alimentare
Università di Salerno Via Ponte don Melillo 84084 Fisciano (SA) Italy;
http://imp.dica.unisa.it/esaform2003/
49
8-11 maggio
Catania
Italia
2° Salone Mediterraneo del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali
e Ambientali
Sanda srl, Via della Balduina 260, 00136 Roma;
Tel. 06-35402148; Fax 06-35403428; E-mail: [email protected]
www.medirestauro.it
18-23 maggio
Mosca
Russia
10th IUPAC International Symposium on Macromolecule-Metal Complexes
For general matters: Edward A. Karakhanov, Department of Chemistry, Moscow
State University, Leninskie Gory, Moscow, 119992; Russia,
Tel. 7 095 939 53 77/939 19 51; Fax 7 095 932 85 68; 7 095 932 88 46;
E-mail address: [email protected]
For registration: Dr. Anton L. Maximov, Department of Chemistry, Moscow State
University, Leninskie Gory, Moscow, 119992, Russia
Tel. 7 095 939 19 51; Fax 7 095 932 85 68; 7 095 932 88 46;
E-mail address: [email protected]
25-30 maggio
Gargnano
Italia
European Polymer Federation EPF 2nd Summer School (AIM XXV Scuola Mario
Farina - GFP Journées Pédagogiques) Nanostructured Polymer Materials
Organizing committee: E. Taburoni and B. Pistoresi Dip. Chim. Chim. Ind.,
Università di Pisa, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa, Italy
Fax +39 50 918320 or 918260;
E-mail: [email protected]; http://server1.dcci.unipi.it/~bea/epfschool2003/
1-5 giugno
Gargnano
Italia
Workshop dedicato a ricercatori e tecnologi, provenienti sia dal mondo accademico
che dall’industria, per presentare e discutere il ruolo dei materiali polimerici
nell’industria dell’imballaggio. Consultare il nostro sito: www.aim.it
2-3 giugno
Parma
Italia
X International Conference on the Physics of Non-Crystalline Solids
Organizing Secretariat: Antonella Azzali, Dept. General and Inorganic Chemistry,
University of Parma, Parco Area delle Scienze 17/A, 43100 Parma, Italy
Tel. 39 521 905 553; Fax +39 521 905 556;
E-mail: [email protected]; http://www.chim.unipr.it/xpncs/home.htm
8-12 giugno
Gargnano
Italia
EUPOC 2003 European Polymer Conference on Stereospecific Polymerization
and Stereoregular Polymers
Scientific and Organizing Secretariat: Giovanni Ricci ISMAC –
CNR, Via E. Bassini 15, 20133 Milano, Italy
Tel. +39 2 23699376/378; Fax +39 2 2362946
E-mail: [email protected]; http://server1.dcci.unipi.it/~bea/eupoc03/
22-27 giugno
Taormina
Italia
16th International Symposium on Plasma Chemistry
ISPC-16 Scientific Secretariat: Department of Chemistry, University of Bari,
via Orabona 4, 70126 Bari, Italy
Fax +39 80 5443405; E-mail: [email protected]
23-27 giugno
Stoccolma
Svezia
European Polymer Federation EPF03 Europolymer Congress
Congress Secretariat: Stockholm Convention Bureau (StoCon) Box 6911
Se-102 39 Stockholm, Sweden; Tel. +46 8 5465 1500; Fax +46 8 5465 1599
E-mail: [email protected];
http://www.polymer.kth.se/eng/comingup_epf2003.htm
29 giugno-2 luglio
Ischia (NA)
Italia
IV Convegno Nazionale sulla Scienza e Tecnologia dei Materiali
Corrispondenza e Segreteria Convegno: Claudia Bettaccini Consorzio INSTM,
via B. Varchi, 59-50132 Firenze
Tel. 055 2466801/2343125; Fax: 055 2345852; E-mail: [email protected]
(specificare sempre nell’oggetto della corrispondenza la sigla “INSTM2003”)
50
29 giugno-4 luglio
Venezia
Italia
New Frontiers in Molecular Catalysis
Persona di Riferimento: Dr. Michela Signorotto,
Dipartimento di Chimica Dorsoduro 2137, 30123 Venezia; Fax: +39 041 2348517
E-mail: [email protected]; www.unive.it/chimica/seminar/index.htm
30 giugno-4 luglio
Boston
USA
International Symposium on Ionic Polymerization
Prof. R.P. Quirk Department of Polymer Science The University of Akron Akron,
OH-44325-3909, USA
Tel. +1 330 972 7510; Fax: +1 330 972 5290; E-mail: [email protected]
http://www2.uakron.edu/cpspe/iupac/ip2003.htm
13-17 luglio
Maastricht
Olanda
TPOs in Automotive 2003
Conference Chairman Amos Golovoy AG Research
Tel. 734 812 2644; E-mail: [email protected]
14-17 luglio
Praga
Repubblica Ceca
42nd Microsymposium on Degradation, Stabilization and Recycling of Polymers
P.M.M. Secretariat: Institute of Macromolecular Chemistry Academy of Sciences of
the Czech Republic, Heyrovského nám. 2, CZ-162 06 Praha 6, Czech Republic;
Tel. +420 296 809 332; Fax: +420 296 809 410
E-mail: [email protected]; http://www.imc.cas.cz/sympo/42micros.html
21-24 luglio
Praga
Repubblica Ceca
22nd Discussion Conference of P.M.M. on Spectroscopy of Partially Ordered
Macromolecular Systems
Dr. Drahomir Vyprachticky Institute of Macromolecular Chemistry Academy of
Sciences of the Czech Republic Heyrovskeho nam. 2 CZ-162 06 Praha 6, Czech
Republic; Tel. +420 2 204 03251; Fax: +420 2 353 57981;
E-mail: [email protected] http://www.imc.cas.cz/sympo/22discon.html
10-15 agosto
Ontario
Canada
IUPAC 39th Congress: Chemistry at the Interfaces
39th IUPAC Congress and 86th Conference of the Canadian Society for Chemistry,
National Research Council Canada, Conferences Services Office, Building M-19,
Montreal Road, Ottawa, Ontario, K1A oR6, Canada
Tel. +1 613 993 0414; Fax +1 613 993 7250; E-mail: [email protected]
24-29 agosto
Basel
Svizzera
11th European Congress on Biotechnology
ECB 11, c/o Convention Center Basel, Messeplatz, CH-4021 Basel, Switzerland
Tel. +41 58 206 28 28; Fax +41 58 206 21 85; -mail: [email protected]
17-19 settembre
Francia
FRPM ‘03 Fire Retardancy and Protection of Materials 2003
Lille, Villeneuve d’Ascq
21-26 settembre
Firenze
Italia
ECIS 2003 XVII Conference European Colloid and Interface
Conference Secretariat: Pierandrea Lo Nostro - Dept. Chemistry, Univ. of Florence
via della Lastruccia 3, 50019 Sesto Fiorentino, Florence, Italy
Tel: +39 055 457-3010; Fax: +39 055 457-3036; E-mail: [email protected]
XVI Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia delle Macromolecole
Cliccando sul nostro sito www.aim.it troverete un link specifico dedicato
interamente al XVI Convegno AIM.
Per informazioni contattare: Mariano Pracella, E-mail: [email protected];
Mauro Aglietto, E-mail: [email protected]
22-25 settembre
Pisa
Italia
6-16 ottobre
Tirrenia (Pisa)
Italia
NATO ASI Macromolecules 2003 Chemical Modification and Blending of
Synthetic and Natural Macromolecules for Preparino Multiphase Structural and
Functional Materials: Principles, Methods and Properties
Organizational Aspects: B. Pistoresi and E. Taburoni;
Corresponding Address Meeting NATO-ASI Science Dipartimento di Chimica e
Chimica Industriale Via Risorgimento 35 56126 Pisa, Italy
Fax + 39-050-918320 or 918260
E-mail: [email protected]; http://server1.dcci.unipi.it/~bea/natoasimacromol-2003/
51
2004
7-10 aprile
Lisbona
Portogallo
6th International Symposium on the Conservation of Monuments in the
Mediterranean Basin
Secretariat of the Symposium: Prof. Luis Aires Barros, Laboratório de Mineralogia
e Petrologia, Instituto Superior Técnico Av. Rovisco Pais 1049-001 Lisboa,
Tel. +351 21 8400806; Fax +351 21 8400806
E-mail: [email protected]; [email protected];
http://mega.ist.utl.pt/monubasin2004
4-9 luglio
Parigi
Francia
40th International Symposium on Macromolecules World Polymer
Congress MACRO 2004
MACRO 2004 Secretariat: Laboratoire de Chemie des Polymères Case 185,
Université P. & M. Curie 3, Place Jussieu, 75252 Paris cedex 05
Tel. +33 1 44275045; Fax +33 1 44277089; E-mail: [email protected];
IN
RICORDO DI
GIANPIERO TALAMINI
Montedison) di Porto Marghera, che diresse fino al
momento della pensione, dopo la quale ricoprì
ancora incarichi direttivi in una società di ricerca
dell’area veneziana.
Nell’Università di Padova tenne per vari anni corsi
di insegnamento e guidò molti studenti nel lavoro
di tesi. Tra coloro che si sono laureati nel laboratorio padovano ci furono sia futuri docenti universitari che illustri “manager” industriali.
Morto serenamente nel sonno, nei giorni del solstizio estivo di un caldissimo giugno, Piero
Talamini è scomparso senza soffrire. Negli anni di
guerra, quando eravamo come lui ragazzini, il
prete ci faceva recitare in certi momenti del rito
una preghiera che impetrava “la buona morte”. Ci
pareva allora che il problema riguardasse solo i
nostri soldati in Africa e in Russia. La preghiera,
che è scomparsa dopo il secondo Concilio
Vaticano (assieme al “Dies irae”) ci appare ora in
una luce diversa. E che essa abbia prodotto i suoi
effetti per Piero Talamini, che rivediamo calmo e
sereno tra i banchi del laboratorio e le riviste della
biblioteca, ci pare giusto e consolante.
erso la fine dello scorso giugno è morto a
Mestre Gianpiero Talamini. Era nato a
Venezia nel 1930, da antenati cadorini. Nel
1955, dopo la laurea in Chimica a Padova, aveva
intrapreso la strada della ricerca macromolecolare, occupandosi per un certo periodo – presso la
Montecatini – dello studio di polimeri ottenuti con
i nuovi catalizzatori Ziegler-Natta.
Nel 1957 era passato alla Sicedison (poi divenuta
Montedison) dove svolse tutta la sua carriera dapprima di ricercatore e successivamente di “manager” della ricerca macromolecolare.
I suoi studi furono dedicati per la maggior parte alla
cinetica e al meccanismo della polimerizzazione
radicalica, ed alla caratterizzazione di polimeri
industriali ottenuti per questa via. I risultati delle
sue ricerche sono comparsi in numerosi lavori di
alta qualità. Particolarmente interessanti sono
quelli che riguardano l’effetto dello smiscelamento
negli stadi iniziali della sintesi del polivinilcloruro.
Operò inizialmente per più di un decennio –
assieme ad altri studiosi di macromolecole di sintesi – nel Laboratorio Universitario presso l’Istituto
di Chimica Fisica dell’Università di Padova. Passò
poi al Laboratorio della Sicedison (poi
V
Giovanni Pezzin
52
I Congressi svolti
DUE COMMENTI SULL’INTERNATIONAL
WORKSHOP ON ADVANCED FRONTIERS
IN POLYMER SCIENCE
(AFPS 2002 - PISA)
di Roberta Bongiovanni
Abbiate pazienza, sarò poco seria, ma è sicuramente la bellezza del cielo blu sopra il Campo,
dopo un’estate metereologicamente miserevole, la
prima cosa che mi viene in mente ripensando al
convegno pisano.
Ancora una volta una bella occasione di incontro
per la comunità dei polimeristi italiani, insieme
con molti stranieri (in tutto 185 persone) provenienti da quindici paesi diversi.
Attravero 32 comunicazioni orali (6 in forma di
plenary lecture) e 59 poster, il convegno ha cercato di individuare i temi che rappresentano il
futuro della scienza dei polimeri.
È innanzitutto risultato evidente che i polimeristi
stiano ormai trovando (o in larga parte abbiano
già trovato) ruoli nuovi: non è più soltanto la sintesi delle macromolecole o la loro caratterizzazione chimico-fisica, ma è ormai l’ingegnerizzazione di nuovi materiali ad interessare le ricerche
del nostro settore. Scorrendo i titoli delle comunicazioni (li trovate ancora in rete al sito
http://solrob.dcci.unipi.it/AFPS2002/home.htm)
leggiamo di materiali biomedici, materiali strutturali compositi, cerameri, materiali ottici, elettro-ottici … E ancora ritroviamo più volte, cosa
che mi pare significativa, i termini designing o
programming, vicino ai più tradizionali synthesis
e characterisation.
Sicuramente pertanto nel settore dei polimeri si
opera in modo non convenzionale, con approcci
53
fortemente multidisciplinari: pensando alle molecole in funzione di nuovi materiali strutturali (ibridi,
nanocompositi …), il chimico si fa un po’ ingegnere, fa reazioni e poi si mette davanti al dinamometro; cercando materiali biocompatibili, il chimico si
fa un po’ biologo, prima usa palloni e beute e poi
… conta le cellule in una capsula di Petri.
Inoltre è risultato chiaro dalle discussioni sentite
che questi attraenti nuovi materiali, qualunque
siano le loro proprietà peculiari e i campi di impiego, si ottengono sia utilizzando macromolecole
innovative (ad esempio copolimeri originali, strutture dendrimeriche, molecole con funzionalità specifiche …), sia sfruttando sistemi complessi, creati ad esempio per aggregazione supramolecolare
di molecole piccole e grandi in vario ordine gerarchico (ad esempio attaverso processi di selfassembling e di non covalent synthesis), sia combinando a livello nanometrico molecole anche tradizionali, come nel caso dei nanocompositi a base
poliolefinica.
A parte il cielo terso di cui dicevo all’inizio e gli
interventi stimolanti a cui mi sono brevemente
riferita in seguito, che altro poteva colpire in questo convegno? Forse la verve speciale dei relatori,
perché lo spirito dell’incontro era un po’ speciale.
Anche se sono mancate le candeline, si è trattata
infatti di una festa di compleanno. Una festa di
compleanno come poche persone possono permettersi! Non per l’età particolare o elevata dei
festeggiati (come verrebbe magari da pensare),
ma per il valore particolarmente elevato nel
campo dei polimeri, riconosciuto dalla California
al Giappone (per citare i paesi più lontani da noi
tra quelli rappresentati dai partecipanti). In riconoscimento del lavoro quarantennale di Chiellini e
Ciardelli, si sono passati il microfono molti relatori dai nomi illustri come Ober, Doi, Nolte, Penczek,
Ledwith e molti giovani e meno giovani formati
alla scuola pisana.
E anche nell’uditorio tanti giovani, con una maggioranza femminile direi inusuale: segno che i
buoni maestri non si stufano mai di educare e trovano sempre buoni allievi.
Allora, quando un convegno con il sole che vi ho
detto, con tante relazioni originali, con tanti giovani (e tante ragazze!) si chiude, che augurarsi? Di
rivedersi presto, e nello stesso posto!
L’appuntamento è quindi ancora a Pisa a fine settembre tra un anno ovvero per il XVI AIM.
P.S. Agli organizzatori AIM 2003: prendete esempio dagli organizzatori AFPS (Giancarlo Galli e
Roberto Solaro, per capirci) che, oltre a tante belle
cose, ci hanno garantito il sole!
54
LIBRI
E
ATTI AIM
Materiali polimerici strutturali
Atti dell’XI Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1989, volume di
425 pagine, € 18,07
Copolimeri
Atti del XII Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1990, volume di
440 pagine, € 18,07
Processi industriali di polimerizzazione: aspetti fondamentali
e tecnologici
Atti del XIII Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1991, volume di
433 pagine, € 23,24
Metodi spettroscopici di caratterizzazione dei polimeri
Atti del XIV Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1992, volume di
477 pagine, € 25,82
Massa e dimensioni di macromolecole
Atti del XV Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1993, volume di
347 pagine, € 25,82
Materiali polimerici: struttura e processabilità
Atti del XVII Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1995, volume di
386 pagine, € 23,24
Degradazione e stabilizzazione dei materiali polimerici
Atti del XVIII Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1996, volume di
408 pagine, € 23,24
Polimeri in medicina
Atti del XIX Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1997, volume di
355 pagine, € 20,66
I polimeri espansi
Atti del XX Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1998, volume di
363 pagine, € 20,66
Materiali polimerici cristallini e liquidi cristallini
Atti del XXI Convegno-Scuola AIM, Gargnano 1999, volume di
438 pagine, € 20,66
Atti del XIV Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia delle
Macromolecole
Salerno, 13-16 settembre 1999, volume I+II, € 20,66
Fondamenti di Scienza dei Polimeri
Volume di 944 pagine edito da Pacini Editore SpA, 1998. Costo
di copertina € 49 (esaurito, in ristampa)
Physical Properties of Polyelectrolite Solutions (prof. Michel
Mandel)
Volume di 190 pagine edito da Pacini Editore SpA, 1999, costo
di copertina € 18,07
Produzione industriale di polimeri
Atti del XXII Convegno-Scuola AIM, Gargnano 2000, volume di
498 pagine, € 25,82
Additivi per materiali polimerici
Atti del XXIV Convegno-Scuola AIM. Gargnano 2002, volume
di 544 pagine, € 30,00
Chimica e tecnologia delle poliammidi *
di A. Ciaperoni e A. Mula
Volume di 530 pagine, € 25,82 (prezzo già scontato del 50%)
* L’AIM ha trovato un accordo con gli autori per inserire questo testo nell’elenco dei Libri e Atti AIM ad un prezzo estremamente vantaggioso (riduzione del 50% del prezzo di copertina).
L’opera consta di 530 pagine, corredate da oltre 200 tabelle, 180 figure e 900 riferimenti bibliografici. L’autore ha avuto tutta
una serie di esperienze di notevole spessore sia a livello di ricerca industriale che accademica e quindi ha potuto concentrare
nel volume argomenti di reale interesse, sia per chi lo debba utilizzare come semplice opera di consultazione, sia per chi, partendo dallo stato dell’arte, volesse trarre spunti per ricerche più avanzate o indirizzate alle esigenze specifiche del ricercatore
stesso o dell’industria di cui fa parte.
Considerando i contenuti costi dell’opera pensiamo che molti Soci AIM saranno interessati ad averlo a disposizione nelle biblioteche, personali o aziendali che siano.
Roberto Filippini Fantoni
SCHEDA PER ACQUISTO VOLUMI AIM
disponibili presso Pacini Editore
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3
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5
6
7
8
Materiali polimerici strutturali
Copolimeri
Processi industriali di polimerizzazione:
aspetti fondamentali e tecnologici
Metodi spettroscopici di caratterizzazione dei polimeri
Massa e dimensioni di macromolecole
Materiali polimerici: struttura e processabilità
Degradazione e stabilizzazione dei materiali polimerici
Polimeri in medicina
9 I polimeri espansi
10 Materiali polimerici cristallini e liquido cristallini
11 Atti del XIV Convegno Italiano di Scienza
e Tecnologia delle Macromolecole
12 Fondamenti di Scienza dei Polimeri
13 Physical Properties of Polyelectrolite Solutions
14 Produzione industriale di polimeri
15 Additivi per materiali polimerici
Per dettagli sui contenuti consultare www.aim.it
Vi preghiamo di inviarci n. ..... copie dei volumi (siglare i volumi prescelti):
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15
Sig. ................................................................................................................................................................................
Ente ................................................................................................................................................................................
Indirizzo ..........................................................................................Città ..............................................Prov ................
Cap .............................. Tel. ............................................................Fax ........................................................................
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contrassegno o
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Pacini Editore SpA, Via Gherardesca, Zona Industriale Ospedaletto, 56121 Pisa, Tel. 050/313011 - Fax 050/3130300
55
PRESENTAZIONE
DEL VOLUME
AIM:
ESERCIZI,
ESPERIMENTI E METODI DI ANALISI
DI POLIMERI O DI LORO PROPRIETÀ
M. Toselli
Sintesi del polietilentereftalato mediante polimerizzazione in massa allo stato fuso (pag. 6-16)
F. Tolusso
Polimerizzazione in emulsione di monomeri acrilici (pag.
17-27)
G. Di Silvestro, C. Yuan, N. Caronzolo
Determinazione della costante di trasferimento a 60°C,
per il metilmetacrilato in toluene, utilizzando come
trasferitore il 2,6-diclorotiofenolo e come iniziatore
l’AIBN (pag. 28-30)
R. Filippini-Fantoni
Sintesi di poliammidi – esercizi numerici (pag. 31-43)
Caratterizzazione
E. Selli
Caratterizzazione EPR di radicali prodotti nella fotopolimerizzazione di monomeri multifunzionali (pag. 44-51)
R. Mendichi
Caratterizzazione della distribuzione delle masse molari
mediante cromatografia ad esclusione sterica (SEC)
con calibrazione relativa ed universale (pag. 52-64)
G. Di Silvestro, C. Yuan
Misura di dn/dc e di diffusione della luce con diffusimetro multiangolo (pag. 65-70)
G. Di Silvestro, C. Yuan, G. Cavallo
Determinazione di rapporti di reattività (pag. 71-93)
L. Boggioni, M. C. Sacchi, I. Tritto
Analisi 13C NMR della microstruttura di copolimeri vinilici (pag. 94-106)
C. Guaita
Analisi gas-cromatografica di poliammidi e copoliammidi
(pag. 107-118)
M. C. Righetti
Studio della cinetica di cristallizzazione isoterma dal fuso mediante calorimetria differenziale a scansione (pag.
119-125)
A. Marigo, C. Marega
Diffrazione dei raggi x di polimeri: determinazione del grado di cristallinità (pag. 126-132)
M. L. Di Lorenzo, M. C. Righetti
Calorimetria differenziale a scansione con modulazione
della temperatura (pag. 133-150)
G. Mensitieri, M. A. Del Nobile
Determinazione dei parametri di trasporto di sostanze a
basso peso molecolare in polimeri (pag. 151-156)
A
i più assidui frequentatori del sito dell’AIM non sarà
sfuggita la notizia della uscita del testo didattico
con esercizi, esperimenti e metodi di analisi di polimeri o di loro proprietà. Poiché non tutti consultano regolarmente il sito, la commissione didattica ha ritenuto utile ripresentare il testo sul bollettino dell’associazione che
raggiunge un numero più elevato di soci.
L’idea di questo testo nacque alcuni anni fa dall’allora
Presidente dell’AIM Gianni Camino ed era un tentativo di
dare alla didattica macromolecolare italiana uno strumento
organico da usare nei corsi sperimentali correlati agli insegnamenti di scienza o tecnologia dei polimeri.
Il progetto ha subito nel tempo gli effetti dei cambiamenti
avvenuti nell’Università italiana con i quali, e per i quali,
molti dei docenti hanno dovuto fare i conti. Inoltre, l’uscita
di un testo in inglese di esperimenti di Chimica
Macromolecolare (S. R. Sandler, W. Karo, J. Bonesteel and
E. M. Pearce, Polymer Synthesis and Characterization. A
Laboratory manual, Academic Press, N.Y. 1998) aveva
posto in dubbio la prosecuzione stessa del lavoro.
Come si può vedere dall’indice del volume, il testo attuale
(156 pagine) non si presenta come un manuale completo
per un corso di laboratorio di chimica macromolecolare
ma, piuttosto, come un contributo specifico della scuola italiana all’insegnamento della chimica macromolecolare. Come avrete modo di verificare, alcuni contributi del testo sono assolutamente originali ed introvabili nei
comuni testi e sono nati dalle esperienze delle lezioni della scuola di Gargnano. Altri contributi sono stati preparati
da colleghi operanti nell’industria e risentono positivamente della loro origine.
La commissione ringrazia tutti coloro che hanno collaborato a realizzare questo testo e lo pone all’attenzione dei
docenti interessati auspicando di riceverne consigli per migliorarlo e nuovi contributi per portarlo ad una stesura definitiva più completa.
La Commissione Didattica
Giuseppe Di Silvestro
Luca Fambri
Maria Paola Luda
Maria Pizzoli
Indice del volume
Sintesi
G. Di Silvestro, C. Yuan, S. Ambrosio, N. Caronzolo
Polimerizzazione di propilene con catalizzatori metallocenici omogenei attivati con metilalluminossano (MAO)
(pag. 1-5)
Chi desidera il testo ne faccia richiesta a: Dr.ssa Laura Boggioni
E-mail: [email protected]; Tel. 02 23699367
56
Associazione Italiana
di Scienza e Tecnologia
delle Macromolecole
1998-2002
Cinque anni di AIM Magazine,
la rivista quadrimestrale dell’AIM
Tutti i contenuti rubrica per rubrica,
una preziosa banca dati per i nostri lettori
AIM Magazine
POLYMERS ABROAD
Michele Potenza, Ciba Specialty Chemicals SpA
E-mail: [email protected]
DIRETTORE RESPONSABILE
Roberto Filippini Fantoni
Via Corridoni, 68 - 24124 Bergamo
Tel. 035 360437 - Fax 035 360437
E-mail: [email protected]
INTELLECTUAL PROPERTY MONITOR
Giuseppe Colucci, Basell Poliolefine Italia SpA
E-mail: [email protected]
I BIOPOLIMERI
Roberto Rizzo
CAPOREDATTORE
Maurizio Galimberti
Pirelli Pneumatici
Viale Sarca 222 - 20126 Milano
Tel. 02 64423160 - Fax 02 64425399
E-mail: [email protected]
I GIOVANI
Simona Bronco
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale
E-mail: [email protected]
COMITATO DI REDAZIONE
Mauro Aglietto
Dip. Chimica e Chimica Industriale
Via Risorgimento 35 - 56126 Pisa
Tel. 050 918269 - Fax 050 918260
E-mail: [email protected]
Giuliana Gorrasi
Dipartimento di Ingegneria Chimica e Alimetare
E-mail: [email protected]
I GRUPPI DI RICERCA MACROMOLECOLARI
Alberto Bolognesi, ISMAC-CNR
E-mail: [email protected]
Eugenio Amendola
IMCB-CNR
P.le Tecchio 85 - 80125 Napoli
Tel. 081 7682511 - Fax 081 7682404
E-mail: [email protected]
TECNOLOGIA
Cristiano Puppi, Pirelli Coord. Pneumatici
E-mail: [email protected]
Alessandro Susa, Pirelli Coord. Pneumatici
E-mail: [email protected]
Roberto Rizzo
Dipartimento BBCM, Università di Trieste
Via L. Giorgeri 1 - 34127 Trieste
Tel. 040 6763695 - Fax 040 6763691
E-mail: [email protected]
SITO INTERNET
Luigi Cavallo - [email protected]
Michele Mader - [email protected]
Gilberto Moscardi - [email protected]
L’AMBIENTE
Eugenio Amendola
POLYMERS AND LIFE
Roberto Cavaton, Marbo Italia SpA
E-mail: [email protected]
COLLABORATORI
Diego Arcelli, Giuseppe Colucci, Guglielmo
Paganetto, Eleonora Polo, Marzia Salvadori, Pietro
Speziale
Michele Suman
Dip. Chimica Organica e Industriale
E-mail: [email protected]
Inserto speciale di AIM Magazine vol. 56, n. 3, settembre-dicembre 2002
PMI
Mario Malinconico, IRTEMP-CNR
E-mail: [email protected]
AIM Magazine è un periodico quadrimestrale e i 3 numeri vanno in edicola a gennaio, maggio e settembre.
Chiediamo a tutti i lettori che intendano inviare contributi di farli pervenire alla redazione improrogabilmente
entro il 20 novembre, il 20 marzo o il 20 luglio. Il materiale che arriverà dopo queste date potrà essere preso in
considerazione solo per il numero successivo.
POLIMERI E … SOCIETÀ
Mariano Pracella, CMMB-CNR
E-mail: [email protected]
AIM è su Internet!
La trovate a questo indirizzo: http://www.aim.it
Cliccate sulle icone per raggiungere il mondo di AIM.
In Get in Touch trovate gli indirizzi per contattare:
• Segreteria AIM: [email protected] • Segretario amministrativo: [email protected]
E soprattutto: • Posta dei lettori: [email protected]
II
ASSOCIAZIONE ITALIANA DI SCIENZA E
TECNOLOGIA DELLE MACROMOLECOLE
1998-2002
CINQUE
AIM MAGAZINE, LA RIVISTA QUADRIMESTRALE
TUTTI I CONTENUTI RUBRICA PER RUBRICA,
ANNI DI
DELL’AIM
UNA PREZIOSA BANCA DATI PER I NOSTRI LETTORI
L’Editoriale
Filippini Fantoni R.
E se accadesse anche a noi?, 55(2), 3 (2001)
Galimberti M.
Il Magazine e AIM, 52(1), 3 (1998)
Costa G.
Saluto del nuovo Presidente AIM, 55(3), 3 (2001)
Galimberti M.
Il mondo della plastica, la divulgazione scientifica,
AIM in rete, 52(2), 3 (1998)
Redazione di A/M
Presentazione del nuovo organigramma dell’AIM,
55(3), 4 (2001)
Galimberti M.
Un anno di AIM Magazine, 52(3), 3 (1998)
Delben F.
XV Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia
delle Macromolecole, 55(3), 5 (2001)
Galimberti M.
Kiss me!, 53(1), 3, (1999)
M. Aglietto, E. Amendola, M. Galimberti, R. Rizzo
Cinque anni di AIM Magazine. Bilancio e prospettive per la comunicazione di AIM, 56(3), 3 (2002)
Acierno D., Guerra G.
XIV Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia
delle Macromolecole, 53(2), 3 (1999)
L’Attualità
Galimberti M.
AIM Magazine nel 2000, 54(1), 3 (2000)
Rizzo R.
Una macromolecola di cui si parla: la somatostatina, 52(1), 7 (1998)
Galimberti M.
A Picture of the Polymer World from IUPAC 2000,
54(3), 4 (2000)
Galimberti M.
Forum con il Direttivo AIM: La situazione attuale
nel mondo dei polimeri ed il programma di governo del nuovo Direttivo AIM, 52(1), 10 (1998)
Galimberti M.
L’evoluzione dell’attività AIM, 55(1), 3 (2001)
Paganetto G., Arcelli D.
Angiostatina ed Endostatina, dalle macromolecole proteiche una speranza per il domani, 52(2), 5
(1998)
Anno XXVIII
vol. 52 • n° 2
Agosto 1998
Colucci G.
Genetic Patents: the European Community’s
Directive, 52(2), 9 (1998)
Guerra G.
Il Museo della plastica a Salerno: la divulgazione
della plastica con il patrocinio dell’AIM, 52(2), 11
(1998)
Il “Museo della
Plastica” a
Salerno
III
Galimberti G.
Le proposte di AIM: in Forum con i responsabili
delle Commissioni AIM, 52(2), 12 (1998)
Gorrasi G.
E dulcis in fundo: in tavola. La torta caprese di
Pippi, 54(2), 11 (2000)
Speziale P.
EPO: una macromolecola proteica al centro dei
problemi di doping, 52(3), 6 (1998)
Aglietto M.
Un’approfondita analisi della Mailing List dell’AIM:
quanti siamo realmente e chi siamo, 54(2), 12
(2000)
Alessio A., Galimberti M.
L’AIM in Italia. Un’indagine statistica, 52(3), 9
(1998)
Prada P.
Vantaggi dell’operare in Italia nell’esperienza delle
multinazionali, 54(2), 3 (2000)
Arcelli D., Paganetto G.
La creatina e la morte di Filippide, 53(1), 5 (1999)
Comoretto D.
Il premio Nobel per la Chimica 2000 agli scopritori dei polimeri conduttori di elettricità, 54(3), 5
(2000)
Mader M.
EPO: una ricerca su Internet, 53(2), 5 (1999)
Galimberti M.
La materia che non c’è, 53(2), 7 (1999)
Guerra G.
“Polymeric
Materials:
Structure
and
Stereocontrol”. Symposium honoring the 70th
birthday of Professor Paolo Corradini, 54(3), 7
(2000)
Filippini Fantoni R.
Il Tactel, 53(2), 9 (1999)
Salvadori M.
Il Tactel nella moda, 53(2), 10 (1999)
La Redazione
Personalities in Polymers Science (biografia prof.
Corradini), 54(3), 8 (2000)
Petrucci G.
Il problema EPO visto dal CONI, 54(1), 4 (2000)
AA.VV.
Breve storia di Trieste, 55(1), 4 (2001)
Rizzo R.
Mussels possess qualities beyond their appreciation as food, 54(1), 6 (2000)
AA.VV.
La città della scienza, 55(1), 6 (2001)
Mader M.
Le cozze in rete, 54(1), 8 (2000)
AA.VV.
XV Convegno Italiano di Scienza e Tecnologia
delle Macromolecole, 55(1), 10 (2001)
Tiziana e Fabrizio
E dulcis in fundo: in tavola. La impepata di cozze,
54(1), 11 (2000)
Rizzo R.
Prioni, 55(1), 12 (2001)
Guerra G.
Il saluto del nuovo Presidente di AIM, Gaetano
Guerra, 54(1), 12 (2000)
Filippini Fantoni R.
Mucca pazza: esagerata psicosi o preoccupante
realtà?, 55(1), 14 (2001)
Galimberti M., Gorrasi G.
Il Congresso di Salerno dà i numeri, 54(1), 14
(2000)
Salvadori M.
Il Pashmina, 55(1), 20 (2001)
Mader M.
Il cashmere: una ricerca su Internet, 55(1), 21
(2001)
Rizzo R.
Attività anticancerogena dei polifenoli presenti nel
cacao e nel vino rosso, 54(2), 9 (2000)
Brattoli L.
Trieste, la scienza ed Area Science Park, 55(2), 7
(2001)
Mader M.
Le virtù del cioccolato in Internet, 54(2), 9 (2000)
IV
Paolucci G.
The Elettra Synchrotron Radiation Laboratory,
55(2), 9 (2001)
AA.VV.
Il CNR esce dall’European Science Foundation per
mancanza di fondi, 56(3), 14 (2002)
Gamba A.
Fucilli M., Fattorini F., Università ed industria si
alleano per dare più colore alla laurea in chimica
…, 55(2), 12 (2001)
L’Ambiente
Amendola E.
Perché una rubrica sull’ambiente?, 52(1), 14
(1998)
AA.VV.
Progetto IRIDE, 55(2), 15 (2001)
Amendola E.
Abbiamo letto per voi “Industria e ambiente
nell’Europa dell’ottocento. Il mondo nuovo” da
Storia e Dossier, 52(1), 15 (1998)
Tonin E.A.
Bacillus Anthracis, 55(3), 11 (2001)
Di Silvestro G., Cuiming Y., Caronzolo N.,
Ambrosio S.
Ambiente inerte e … pulito? Uno strumento che elimina il mercurio dai laboratori, 52(1), 16 (1998)
Lazzari M.
Template polimerici per lo sviluppo di materiali
nanostrutturati, 56(1), 27 (2002)
Crestana A., Caprio M.
Spider Man? No, grazie, meglio la Spider Capretta
…, 56(2), 7 (2002)
Amendola E.
Il PVC: un dilemma molto controverso, 52(2), 16
(1998)
Anno XXVII
vol. 56 • n° 2
Maggio Agosto 2002
Filippini Fantoni R.
Demagogia che ci danneggia, 52(2), 17 (1998)
Fabbri F.
Superficialità pericolosa, 52(2), 18 (1998)
Amendola E.
La quarta Conferenza quadro sui cambiamenti climatici di Buenos Aires, 52(3), 11 (1998)
Le meraviglie
della natura in
una tela di
ragno
Amendola E.
Il ciclo di vita dei materiali: LCA (Life Cycle
Assessment), 52(3), 12 (1998)
Susa A., Galimberti M.
Continuous Compound Mixing. Pirelli lancia una
nuova tecnologia industriale per la produzione di
mescole, 56(2), 9 (2002)
Badino V., Marino A., Vassallo D.
L’analisi del ciclo di vita, metodologia di analisi
ambientale: il caso del PET, 52(3), 13 (1998)
AA.VV.
Un’analisi dei finanziamenti del sistema ricerca in
Italia, 56(3), 5 (2002)
Pfletschinger E.
Environment Friendly Technologies for Production
of Glass Fiber Reinforced Plastics, 53(1), 9 (1999)
AA.VV.
Carta dei principi della ricerca, 56(3), 8 (2002)
Filippini Fantoni R.
Ecolevante: un’iniziativa con un futuro anche per
noi?, 53(1), 12 (1999)
Crestana A., Galimberti M.
Commento all’intervista sul Corriere della Sera a
Renato Ugo, Presidente dell’AIRI, 56(3), 9 (2002)
Amendola E.
Il problema delle concerie nel distretto industriale
di Solofra, 53(2), 11 (1999)
Crestana A., Galimberti M.
Ricerca e sviluppo in Italia: un’istantanea dal rapporto dell’associazione italiana per la ricerca industriale, 56(3), 10 (2002)
Sartore L., Penco M., Bignotti F., Tempesti E.,
D’Amore A.
V
Polimeri innestati su silice per la rimozione di
metalli pesanti dall’acqua, 53(2), 12 (1999)
AA.VV.
Un’impresa si presenta: Elkar srl, 52(1), 17
(1998)
Amendola E.
Copiamo la plastica dalla natura, 54(1), 16
(2000)
Malinconico M.
Menfilm: metallizzazione di film plastici per imballaggio flessibile, 52(2), 20 (1998)
Iannace S.
L’evoluzione della plastica biodegradabile, 54(1),
17 (2000)
Malinconico M.
Le piccole imprese si organizzano. Il Green
Management Institute, 52(3), 26 (1998)
Mazzullo S.
Le scienze della vita. La genotossicità delle
sostanze chimiche, 54(1), 19 (2000)
Foschi S.
Trasferimento tecnologico tra centri di ricerca e
piccole e medie imprese. Il “caso Ferrara”: avvio
di una esperienza di animazione, 53(1), 17 (1999)
Della Volpe C.
I polimeri nella depurazione delle acque, 54(2), 19
(2000)
Malinconico M.
Agriplast, produzione film in polietilene per agricoltura, industria ed edilizia, 53(1), 19 (1999)
Carotenuto G., Amendola E.
L’utilizzo di polimeri incapsulanti per la protezione
e bonifica dall’amianto, 55(1), 27 (2001)
AA.VV.
Manuali Packaging, 54(1), 53 (2000)
Zaopo A., Dubitsky Y.
Celle a combustibile: energia pulita ad alta resa,
55(2), 16 (2001)
da “Notiaziario ANSA”
Chimica: il Ministro Letta ne auspica un rilancio
che passa anche per PMI, 55(1), 51 (2001)
Bronco S.
Il comparto conciario di S. Croce sull’Arno (Pisa),
55(2), 22 (2001)
Massari L., Severini M.
Film poliolefinici per l’incappucciamento a freddo
di pallet, 55(3), 44 (2001)
Sannino A.
Superassorbenti biodegradabili: oggi si può, ma
forse ancora non si vuole …, 55(3), 14 (2001)
Dossier
Galli G.
I polimeri liquido-cristallini: una scienza matura?,
52(1) 19 (1998)
Ragazzoni C.
La valutazione del ciclo di vita del pneumatico,
56(1), 30 (2002)
Borzacchiello A., Ambrosio L., Nicolais L.
Biomateriali, 52(2), 26 (1998)
Marino M., Rossi S.
Monouso o riuso?, 56(2), 10 (2002)
Salvadori M.
La seta nella moda, 52(3), 23 (1998)
Gentile G., Motta E., Ughi F.
I materiali polimerici e l’arte: restauro, conservazione e … reversibilità, 56(2), 13 (2002)
Di Silvestro G.
Le nuove frontiere della polimerizzazione, 54(1),
24 (2000)
E. Amendola, G. Nocerino, D. Acierno
Lo sviluppo di nuovi materiali polimerici rinforzati
per l’industria automobilistica, 56(3), 18 (2002)
Zanetti M.
Infiammabilità dei materiali polimerici, 54(2), 40
(2000)
PMI
Carotenuto G.
Nanocompositi polimerici: un nuovo approccio
sintetico basato sull’utilizzo di macromolecole funzionalizzate, 54(3), 26 (2000)
Bolognesi A., Malinconico M.
Una finestra sulle piccole e medie imprese, 52(1),
17 (1998)
VI
Liquori A.M.
La scienza dei biomateriali, 55(2), 46 (2001)
Polymers and Life
N. Cardi, R. Pò, A. Longo, M. Laus, K. Sparnacci
Living Free-Radical Polymerization: la nuoiva frontiera della polimerizzazione radicalica, 56(3), 25 (2002)
Cavaton R., Terragni T.
Che cosa è Polymers and Life?, 52(3), 19 (1998)
Ianne P., Allara G.
La seta, 52(3), 20 (1998)
Lo Scaffale
Anno XXVIII
vol. 52 • n° 3
Dicembre
1998
Pizzoli M.
Cristalli liquidi: bibliografia essenziale, 52(1), 23
(1998)
Pizzoli M.
I biomateriali, 52(2), 31 (1998)
Pizzoli M.
La seta, 52(3), 24 (1998)
... nascita di
una macromolecola!
Polymers Abroad
Prada P.
Polimeri Online: quattro passi su Internet alla
ricerca di informazioni, 52(1), 26 (1998)
Ortalda M.
Un polimeri versatile: il poliuretano, 53(1), 14
(1999)
Prada P.
Polymer Associations on the Web, 52(2), 33
(1998)
Anno XXIV
vol. 53 • n° 1
Aprile
1999
Camino G.
L’EPF e l’azione “Ricerca finalizzata” sui materiali
polimerici dell’Unione Europea, 53(1), 20 (1999)
AA.VV.
Targeted Research Action
Materials, 53(1), 21 (1999)
(TRA)
Polymer
Erard F., Reibel L.
Presentazione del GFP, 53(2), 25 (1999)
Filippini Fantoni R.
I polimeri si tingono di giallo. Una nota di colore
sull’industria dei polimeri in Cina, 54(2), 23
(2000)
... a spasso
tra i polimeri
Silvestri G.
La vetroresina: un composito dai mille usi, 53(2),
21 (1999)
Terragni A.
Materiali compositi: poliesteri insaturi, 53(2), 24
(1999)
Herbst H., Ergenc N.
Improved Hygiene for PP Applications, 55(1), 34
(2001)
Cavaton R.
Viva i tortellini, 54(1), 21 (2000)
Potenza M.
A New Milestone in Self-Repairing Materials,
55(2), 37 (2001)
Suman M.
Materiali ed oggetti a diretto contatto con gli alimenti, 54(1), 21 (2000)
D. Müller, W. Voigt, J. Ghosh
Vitamin E: a new choice for polyolefin stabilization, 56(3), 33 (2002)
Cavaton R.
Dai tortellini al … tonno, 54(2), 21 (2000)
VII
Suman M.
“Badge? Ma io credevo fosse quel tesserino
magnetico che si usa al lavoro …” ovvero un
esempio del complesso mondo delle vernici e dei
rivestimenti, 54(2), 21 (2000)
Galbiati A.
I polimeri nel settore degli adesivi per parquet,
54(3), 10 (2000)
Suman M.
Active Packaging and Intelligent Packaging: una
finestra sull’imballaggio del futuro, 55(1), 31 (2001)
Rossi M.
Gomma tra i denti. Una storia delle gomme liquide in “negativo”, 55(2), 25 (2001)
Costa L., Bracco P.
Il polietilene in ortopedia: l’UHMWPE, 55(2), 30
(2001)
Polo E.
Le mille bolle rosa: piccola storia del chewinggum, 55(3), 27 (2001)
S. Cavallo
Nature Works PLA: a new approach in the development of everyday products, 56(3), 22 (2002)
Andreolini M.
Ricerca universitaria e titolarità dei diritti brevettuali, 54(3), 14 (2000)
Colucci G.
Farine animali: al bando ma brevettate, 55(1), 38
(2001)
Jacobacci F.
Invenzioni dei dipendenti pubblici: una disciplina
discutibile, 55(3), 31 (2001)
Colucci G.
Geniale! Ma c’era già arrivato … un papero, 56(2),
26 (2002)
I gruppi di ricerca macromolecolare
AA.VV.
Il gruppo di Chimica delle Macromolecole del
Dipartimento di “Biochimica, Biofisica e Chimica
delle Macromolecole” dell’Università di Trieste,
52(3), 44 (1998)
Bolognesi A.
Polymer Engineering Laboratory, 53(1), 33
(1999)
AA.VV.
Speciale Università di Salerno, 53(2), 45 (1999)
Intellectual Property Monitor
Colucci G.
A monitor on the intellectual property, 52(1), 29
(1998)
Colucci G.
An introduction to patents, 52(1), 29 (1998)
Martuscelli E.
L’IRTeMP, un istituto di ricerca con trenta anni di
attività: storia, attualità e prospettive, 54(1), 47
(2000)
AA.VV.
Università e imprese alleate per promuovere la
cultura sulle materie plastiche, 54(1), 51 (2000)
Helliwel S.
Patent Information, 52(2), 34 (1998)
Helliwel S., Moscardi G.
Patents on the Internet, 52(3), 31 (1998)
Colucci G.
Vorrei brevettare la mia invenzione: da dove
comincio?, 53(1), 23 (1999)
Giambrocono F.
Costi e ricavi nella procedura di brevettazione di
una nuova invenzione, 53(2), 27 (1999)
Lo Conte E.
Il brevetto europeo: procedura, costi e vantaggi,
54(1), 29 (2000)
AA.VV.
L’attività nel campo dei materiali polimerici: nuovi
materiali polimerici, catalisi e reattività chimica,
chimica metallorganica e inorganica presso il Dip.
di Chimica dell’Univ. Federico II di Napoli, 54(3),
38 (2000)
AA.VV.
Bayreuther Institut fur MakromolekulForschung,
55(1), 33 (2001)
AA.VV.
Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e Chimica
Applicata, 55(2), 35 (2001)
VIII
AA.VV.
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche,
55(2), 35 (2001)
I Musei
Lazzari M.
Il museo della plastica Sandretto, 54(2), 31
(2000)
AA.VV.
Department of Chemical, Environmental and Raw
Materials Engineering, 55(2), 36 (2001)
AA.VV.
A Napoli il primo Science Centre italiano, 56(1),
41 (2002)
S. Slomkowski
Centri di eccellenza in Chimica Macromolecolare:
da Lodz, Polonia, 56(3), 31 (2002)
Polimeri in cucina
Il Convegno AIM e non solo
Sussich F.
I polimeri … che mangiamo, 55(1), 23 (2001)
Milano P.
Clicca Napoli … e poi muori. Turismo e cultura in
Campania: una guida ai siti Internet, 53(2), 4 1999)
Maschellani N.
Il cocco: buono e utile, 55(1), 26 (2001)
Dalle Industrie
AA.VV.
La ricetta di Pippi, 55(1), 26 (2001)
Paolino A.
Una realtà campana: Chimpex Industriale SpA.
Competenza, esperienza, qualità, 53(2), 15 (1999)
AA.VV.
La ricetta di Pippi, 55(3), 46 (2001)
AA.VV.
L’insediamento produttivo Monte Fibre di Acerra,
53(2), 17 (1999)
Temussi P.
Sweet Macromolecules, 56(2), 49 (2002)
AA.VV
La ricetta di Pippi, 56(2), 51 (2002)
AA.VV.
ELASIS - Sistema ricerca Fiat nel mezzogiorno,
53(2), 19 (1999)
Polimeri e … filosofia
Forum
Porter G.
Science and Thecnology Awareness: multifaced
Issue, 52(1), 32 (1998)
Rizzo R.
Forum sulla didattica della chimica macromolecolare, 53(2), 39 (1999)
Pracella M.
Una storia infinita: la riforma del CNR, 52(3), 28
(1998)
Tecnologia
Puppi C., Testi S., Ballauri B.
Una macchina per la trasformazione dei materiali
polimerici: l’estrusore bivite corotante, 54(2), 14
(2000)
Tutto è polimero
Della Volpe C., Siboni S.
Adesione e adesivi: un approccio scientifico,
56(1), 3 (2002)
Anno XXVII
vol. 56 • n° 1
Gennaio Aprile
2002
Guaita C.
Macromolecole nello spazio, 56(1), 15 (2002)
Suman M.
Le prestazioni dei polimeri conduttori nel settore
dei “nasi elettronici”, 56(1), 23 (2002)
Carotenuto G., Amendola E., Nicolais L.
Nanocompositi metallo/polimero: una sintesi storica
dei loro metodi di preparazione, 56(2), 3 (2002)
Macromolecole
nello spazio
IX
Polimeri e società
Fermeglia M., Ferrone M., Gelmetti S., Pricl S.
I Dendimedri, un esempio di molecole biotecnologiche, 55(3), 19 (2001)
Casale A.
Il sistema ricerca in Italia ed il fabbisogno di innovazione delle imprese: un rapporto possibile (e
necessario), 56(1), 46 (2002)
Rizzo R.
Darbepoietina ed olimpiadi invernali: il nuovo caso
di doping, 56(1), 34 (2002)
La biblioteca
Bonora G.M.
PEG: un polimero per tutte le stagioni, 56(2), 19
(2002)
AA.VV.
Presentazione del volume “Mass Spectrometry of
Polymers”, 56(1), 59 (2002)
R.Rizzo
I Nobel per la chimica del 2002, 56(3), 15 (2002)
I Biopolimeri
Rizzo R.
I biopolimeri in AIM Magazine, 52(1), 36 (1998)
I Giovani
Gorrasi G., Palumbo M, Scarfato P.
Presentazione del Congresso Macrogiovanì98,
52(1), 38 (1998)
Rizzo R.
Biopolimeri ed Europa: i biopolimeri dalle alghe,
52(1), 36 (1998)
AA.VV.
L’iniziativa Mastem: Master in scienza tecnologia e
management, 52(2), 39 (1998)
Crescenzi V.
Reticoli polimerici: cenni su “come e perché”,
52(2), 36 (1998)
Bronco S., Gorrasi G.
I chimici oltreoceano, 52(3), 38 (1998)
Segre A., Capitani D.
La carta vista con metodi MNR, 52(3), 35 (1998)
Gorrasi G., Bronco S.
La chimica ha un sesso?, 53(1), 29 (1999)
Scandola M.
Poliesteri batterici, 53(1), 25 (1999)
Gorrasi G.
Report del Macrogiovani, 53(2), 33 (1999)
Brady J.W.
Is the light at the end of the protein-folding tunnel
finally in sight?, 53(2), 30 (1999)
Filippini Fantoni R.
Le aspettative dei giovani e le chances che può
dare l’industria, 53(2), 34 (1999)
Garozzo D., Spina E., Cazzolino R.
Emanuela Spina, Rosaria Cazzolino, Spettrometria
di massa MALDI TOF di macromolecole, 54(1),
33 (2000)
De Pascali A.
Con l’imprenditorialità giovanile la ricerca crea
impresa, 54(1), 39 (2000)
Manzini G.
Di eliche doppie, e triple, e quadruple, 54(2), 27
(2000)
Degli Espositi E., Ciardelli G.
Il settore tessile: nuove possibilità di impiego per
giovani chimici?, 54(2), 34 (2000)
Miertus J., Amoroso A.
La rilevanza del progetto genoma umano in medicina, 54(3), 18 (2000)
Giorgini L.
Il dottorato di ricerca in Italia, 54(2), 36 (2000)
Ravenscroft N.
Saccharide-Based Vaccines, 55(1), 41 (2001)
Giorgini L.
Macrogiovani 2000, 54(3), 32 (2000)
Pongor S.
La bioinformatica nell’era del genoma, 55(2), 42
(2001)
Gorrasi G.
Assegni di ricerca: un presente senza passato e …
con quale futuro?, 55(1), 47 (2001)
X
La Mantia F.P.
Assegni di ricerca: seconda puntata, 55(2), 49 (2001)
bre-dicembre 2001)
Filippini Fantoni R.
La comunità delle mani legate, 56(1), 39 (2002)
Giorgini L., Gorrasi G.
Macrogiovani 2002: proposte di novità, 55(3), 33
(2001)
Filippini Fantoni R.
La comunità si trasforma, 56(2), 45 (2002)
Gorrasi G.
Chimica, ambiente, giovani: parole chiave per
“accedere” ad un futuro più pulito, 56(1), 37 (2002)
La prima volta
Villani V.
Macromolecole e complessività, 55(2), 39 (2001)
Gorrasi G.
L’Università di Salerno: cultura oltre la cultura,
56(2), 28 (2002)
Lettere
Mimmi M.C.
La formazione scientifica degli studenti e il loro
inserimento nel mondo della produzione, 52(2),
49 (1998)
Giorgini L., Gorrasi G.
I giovani e l’AIM: due facce della stessa medaglia,
56(3), 40 (2002)
Macrotrivial
Fusco O.
Domande sulla gomma, 55(3), 36 (2001)
Raimondi A.
Divulgare AIM Magazine ad un pubblico non solo
di adepti macromolecolari, 52(2), 50 (1998)
Fusco O.
Domande su Teflon, Kevlar e Nylon, 56(2), 34
(2002)
Cavaton R.
Una nuova rubrica per la divulgazione dei polimeri all’interno di AIM Magazine, 52(2), 51 (1998)
Dal mondo della Tecnologia
Sacchi M.C.
Sulla situazione attuale del CNR, 52(3), 48 (1998)
Pò R.
Overview, 55(3), 38 (2001)
Danusso F.
Risposta alla lettera di M.C. Sacchi sulla situazione attuale del CNR, 53(2), 54 (1999)
Pò R.
Overview, 56(1), 61 (2002)
Valenza A.
L’Università che cambia: definita l’architettura del
nuovo sistema universitario italiano, 54(1), 43 (2000)
Susa A.
Evoluzione delle tecnologie di compounding nel
settore pneumatici, 56(2), 36 (2002)
Camino G.
Infiammabilità dei materiali polimerici e rischi connessi, 54(2), 39 (2000)
Pò R.
Overview, 56(2), 41 (2002)
Dal mondo della Scienza
De Chirico A.
A proposito di AIM, alcune precisazioni sulle origini della nostra associazione, 56(2), 48 (2002)
Milano G.
Overview, 55(3), 40 (2001)
G. Pezzin
Complimenti per AIM Magazine, 56(3), 43 (2002)
Tavares A., Sin A.
Membrane polimeriche per celle a combustibile
PEFC, 56(2), 42 (2002)
Didattica macromolecolare
G. Conti
Richiesta di materiale pubblicato
Magazine, 56(3), 43 (2002)
Bongiovanni R.
I polimeri alla portata di tutti (?), 55 3 42 settem-
R. Filippini Fantoni
Errare Humanum Est, 56(3), 44 (2002)
XI
su
AIM
Contributi
Riceviamo e pubblichiamo
Turturro A., Gattiglia E., Falqui L.
Copolimero a due blocchi stirene-butadiene a
struttura lamellare: micrografia SEM della superficie, 52(1), 40 (1998)
Filippini Fantoni F.
La querelle sul PVC, 52(3), 16 (1998)
Notizie dalle istituzioni
Vidotto G.
Il punto di vista del Centro Informazione PVC,
52(3), 17 (1998)
Alfonso G.
Consorzio Interuniversitario Nazionale per la
Scienza e Tecnologia dei Materiali, 52(1), 45
(1998)
Della Volpe C.
Le forze che ci sono!, 54(1), 27 (2000)
Dalle Aziende
Filippini Fantoni R.
Resoconto del XX Convegno-Scuola AIM su “I
polimeri espansi”, 52(2), 54 (1998)
Pauquet J.R., Krohnke C., King R., Nesuadba P.
Performance and Mechanism of Lactone
Processing Stabilizers in Polyolefins, 52(2), 21
(1998)
AA.VV.
Polypropylene past, present and future: the challenge continues, 52(3), 47 (1998)
Internet
Moscardi G., Galimberti M.
Abbiamo letto per voi ...”Bridging the Racial
Divide on the Internet” da Science, ed altro ...,
52(2), 46 (1998)
AA.VV.
AIM e EPF in Internet, 52(2), 48 (1998)
Cavallo G.
Un Nobel alla chimica teorica ... il prozac delle
vongole, 52(3), 46 (1998)
I Congressi svolti
Filippini Fantoni R.
Resoconto della giornata “La miscelazione nella
tecnologia dei polimeri”, 52(2), 55 (1998)
Filippini Fantoni R.
Resoconto del Convegno ISPAC, 52(2), 56 (1998)
Ciardelli F.
Resoconto di EUPOC’98, 52(3), 54 (1998)
D’Oria F.
Resoconto della giornata “Modifica delle caratteristiche di superficie di film polimerici”, 52(3), 55
(1998)
Filippini Fantoni R.
Resoconto del XXI Convegno-Scuola AIM
“Materiali polimerici cristallini e liquido cristallini”,
53(2), 59 (1999)
Polo E.
What’s in a name? the mysterious impact factor of
journals (if...for friends), 53(1), 36 (1999)
Camino G.
Resoconto del 3° incontro Transalpino sui
Polimeri: chimica, trasformazione, proprietà, ciclo
di vita, 54(2), 58 (2000)
Patriarca S.
Cultura e tecnologia nell’era di Internet, 53(2), 47
(1999)
Scandola M.S.
Resoconto del Workshop on Mass Spectrometry of
Polymers, 54(2), 59 (2000)
Cavallo G.
La tecnologia in rete, 53(2), 50 (1999)
Filippini Fantoni R.
Resoconto del XXII Convegno-Scuola AIM
“Produzione industriale di polimeri”, 54(3), 49 (2000)
Moscardi G.
Internet, scienza e società, 53(2), 52 (1999)
Moscardi G., Cavallo L.
Sul commercio virtuale e curiosità varie, 54(1), 44
(2000)
Lazzari M.
Resoconto della Giornata di Studio su “Le plastiche nelle opere d’arte”, 54(3), 51 (2000)
XII
Oliva L.
Resoconto del Workshop “Catalisi di poli-inserzione” ad Ischia, 54(3), 53 (2000)
Filippini Fantoni R.
Programma
della
Commissione
Ambientali, 52(2), 58 (1998)
Valenza A.
Resoconto
del
MoDeSt
2000
“Polymer
Modification, degradation and Stabilization”,
54(3), 55 (2000)
Filippini Fantoni R.
Programma della Commissione Tecnologia, 52(3),
56 (1998)
Bongiovanni R.
Impressioni “superficiali” sulla Conferenza
“Fluorine in Coating IV”, 55(1), 59 (2001)
Giffoni M.
Resoconto della Giornata Tecnologica AIM su
“Applicazioni della Fotopolimerizzazione”, 55(2),
59 (2001)
Di Maio L.
Resoconto della Giornata Tecnologica AIM su
“Polimeri e agricoltura”, 55(2), 61 (2001)
Samperi F.
Resoconto della Giornata Tecnologica AIM su
“Materiali polimerici per l’imballaggio alimentare”,
56(2), 57 (2002)
Filippini Fantoni R.
Resoconto della Giornata Tecnologica AIM su
“Polimerizzazione in emulsione”, 56(2), 58 (2002)
Filippini Fantoni R.
Resoconto delle Giornate Tecnologiche AIM su
“Poliammidi: produzione, proprietà e applicazioni”, 56(2), 59 (2002)
Filippini Fantoni R.
Resoconto del XXIV Convegno-Scuola AIM su
“Additivi per materiali polimerici”, 56(2), 60
(2002)
R. Bongiovanni
International Workshop on Advanced Frontiers in
Polymer Science (AFPS 2002), 56(3), 53 (2002)
Filippini Fantoni R.
Programma
della
Commissione
Ambientali, 52(3), 56 (1998)
Problemi
Problemi
Di Silvestro G., Rizzo R.
Attività della Commissione Tecnologia, della
Commissione Didattica, 53(1), 42 (1999)
Di Silvestro G.
Attività didattica dell’AIM, 54(1), 76 (2000)
AIM: le iniziative
Casale A.
Il Dizionario delle Materie Plastiche, 52(1), 51
(1998)
Ciardelli F.
Aggiornamento sulla preparazione del nuovo testo
AIM: Fondamenti di Scienza dei Polimeri, 52(1),
52 (1998)
AA.VV.
Un libro: eserciziario sui polimeri, 52(1), 53
(1998)
Il mondo di AIM
EDUCOM srl
AIM in Internet, la redazione del sito, 52(1), 46
(1998)
Costa G., Galimberti M.
Le riunioni del Direttivo AIM: i verbali, 52(1), 57
(1998)
AIM: le Commissioni
Aglietto M.
Tutti i numeri di AIM, 54(1), 64 (2000)
Filippini Fantoni R.
Commissione Tecnologia e Commissione Plastica
e Ambiente, 52(1), 49 (1998)
Aglietto M.
www.aim.it è il nostro sito: avete cliccato almeno
una volta?, 54(1), 68 (2000)
Filippini Fantoni R.
Programma della Commissione Tecnologia, 52(2),
57 (1998)
Costa G.
AIM: l’attività del Comitato Direttivo e delle
Commissioni, 54(2), 60 (2000)
XIII
Guerra G.
Ritornano le Giornate Tecnologiche AIM, 54(3), 58
(2000)
Guerra G.
Riunione del Direttivo della European Polymer
ederation (EPF), 54(3), 60 (2000)
Costa G.
Dalla prima riunione 2001 del Direttivo AIM notizie importanti sull’attività futura dell’associazione,
55(1), 60 (2001)
Scoponi M.
Il programma di attività della Commissione
Tecnologia, 55(1), 61 (2001)
Mader M.
Il sito Web dell’AIM si è rinnovato, 55(1), 62
(2001)
Pò R.
Notiziario della Commissione Tecnologia, 55(2),
62 (2001)
Guerra G.
Relazione del Presidente uscente dell’AIM a
Trieste, 55(3), 61 (2001)
Aglietto M.
Novità nei numeri di AIM, 55(3), 63 (2001)
AA.VV.
Proposte di modifica dello Statuto AIM, 55(3), 67
(2001)
AA.VV.
Presentazione del volume sulle “Poliammidi” di A.
Ciaperoni e A. Mula, 55(3), (2001)
Crescenzi V.
In ricordo di Iain Dea, 53(2), 55 (1999)
Pezzin G.
Ricordo di Giuseppe Ajroldi, 54(2), 44 (2000)
Ripamonti R.
In ricordo di Alfonso Maria Liquori, 54(3), 56
(2000)
Tritto I., Sacchi M.C., Albizzati E.
In ricordo di Umberto Giannini, 55(3), 47 (2001)
Audisio G.
In ricordo di Corrado Venosta, 55(3), 48 (2001)
G. Pezzin
In ricordo di Giampiero Talamini, 56(3), 54 (2002)
Supplemento
AA.VV.
Breve storia dell’AIM, 54(S-1), 2 (2000)
AA.VV.
Lettera agli amici di AIM, 54(S-1), 6 (2000)
Allegra G.
Intervento del primo Presidente AIM (1975-1976),
54(S-1), 7 (2000)
Albizzati E.
Intervento del Presidente uscente (1997-1999),
54(S-1), 8 (2000)
Pedemonte E.
AIM e il verbo macromolecolare: attività didattica
dell’AIM, 54(S-1), 9 (2000)
AA.VV.
Elenco completo delle pubblicazioni AIM, 54(S-1),
11 (2000)
Il mondo di AIM
Di Silvestro G., Fambri L., Luda M.P., Pizzoli M.
Presentazione del volume AIM: esercizi, esperimenti e metodi di analisi di polimeri e di loro proprietà, 56(3), 56 (2002)
AA.VV.
Elenco completo delle Giornate di Studio organizzate dall’AIM, 54(S-1), 18 (2000)
AA.VV.
1998-2002: cinque anni di AIM Magazine (inserto
staccabile), 56(3), (2002)
Aglietto M., Pracella M.
Venticinque anni di storia attraverso le pagine del
Bollettino e di AIM Magazine, 54(S-1), 21 (2000)
In ricordo di …
Aglietto M.
www.aim.it è il nostro sito: avete cliccato almeno
una volta?, 54(S-1), 47 (2000)
Martuscelli E.
In memory of Andrew Keller: a great scientist, an
unforgettable friend, 53(1), 34 (1999)
XIV
Il primo numero di AIM Magazine
con in copertina la prima home page
de nostro sito www.aim.it
AIM Magazine
DIRETTORE RESPONSABILE
Roberto Filippini Fantoni
Via Corridoni, 68 - 24124 Bergamo
Tel. 035 360437 - Fax 035 360437
E-mail: [email protected]
CAPOREDATTORE
Maurizio Galimberti
Pirelli Pneumatici
Viale Sarca 222 - 20126 Milano
Tel. 02 64423160 - Fax 02 64425399
E-mail: [email protected]
COMITATO DI REDAZIONE
Mauro Aglietto
Dip. Chimica e Chimica Industriale
Via Risorgimento 35 - 56126 Pisa
Tel. 050 918269 - Fax 050 918260
E-mail: [email protected]
Eugenio Amendola
IMCB-CNR
P.le Tecchio 85 - 80125 Napoli
Tel. 081 7682511 - Fax 081 7682404
E-mail: [email protected]
Roberto Rizzo
Dipartimento BBCM, Università di Trieste
Via L. Giorgeri 1 - 34127 Trieste
Tel. 040 6763695 - Fax 040 6763691
E-mail: [email protected]
L’AMBIENTE
Eugenio Amendola
POLYMERS AND LIFE
Roberto Cavaton, Marbo Italia SpA
E-mail: [email protected]
POLYMERS ABROAD
Michele Potenza, Ciba Specialty Chemicals SpA
E-mail: [email protected]
Organigramma dell’Associazione Italiana di Scienza e
Tecnologia delle Macromolecole (AIM) per il biennio 2001-2003
INTELLECTUAL PROPERTY MONITOR
Giuseppe Colucci, Basell Poliolefine Italia SpA
E-mail: [email protected]
Giovanna Costa, Presidente: ISMAC - CNR, Via De Marini 6, 16149 Genova, Tel. 010 6475876 - Fax 010 6475880
- E-mail: [email protected]
I BIOPOLIMERI
Roberto Rizzo
Antonino Valenza, Segretario: Dip. Chim. Ind. Ing. Mat., Salita Sperone 31, 98166 S. Agata di Messina, Tel. 090
393134 - Fax 090 391518 - E-mail: [email protected]
I GIOVANI
Simona Bronco
Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale
E-mail: [email protected]
Mauro Aglietto, Segretario Amministrativo: Dip. di Chimica e Chimica Industriale, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa,
Tel. 050 918269 - Fax 050 918260 - E-mail: [email protected]
Membri del Consiglio - Direttivo
Giancarlo Galli, Dip. di Chimica e Chimica Industriale, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa, Tel. 050 918272 - Fax
050 918260 - E-mail: [email protected]
Giuliana Gorrasi
Dipartimento di Ingegneria Chimica e Alimetare
E-mail: [email protected]
Maurizio Galimberti, Pirelli Pneumatici, Viale Sarca 222, 20126 Milano, Tel. 02 64423160 - Fax 02 64425399 - Email: [email protected]
I GRUPPI DI RICERCA MACROMOLECOLARI
Alberto Bolognesi, ISMAC-CNR
E-mail: [email protected]
Gaetano Guerra, Dip. Chimica, Univ. Salerno, Via S. Allende, 84081 Baronissi (SA), Tel. 089 965362 - Fax 089
965296 - E-mail: [email protected]
Riccardo Po’, Ist. Donegani-Polimeri Europa SpA, Via G. Fauser, 4, 28100 Novara, Tel. 0321 447541 - Fax 0321
447241 - E-mail: [email protected]
TECNOLOGIA
Cristiano Puppi, Pirelli Coord. Pneumatici
E-mail: [email protected]
Maria Carmela Sacchi, ISMAC-CNR, Via Bassini 15, 20133 Milano, Tel. 02 23699369 - Fax 02 2362946 - E-mail:
[email protected]
Alessandro Susa, Pirelli Coord. Pneumatici
E-mail: [email protected]
Coordinatori delle Commissioni 2001-2003:
Francesco Paolo La Mantia, Problemi Ambientali: Dip. Ing. Chim. Proc. Mat., Viale delle Scienze, 90128 Palermo,
Tel. 091 6567203 - Fax 091 6567280 - E-mail: [email protected]
SITO INTERNET
Luigi Cavallo - [email protected]
Michele Mader - [email protected]
Gilberto Moscardi - [email protected]
Marco Scoponi, Tecnologia: C.S.Fotoreattività Catalisi-CNR-Dip. di Chimica, Via Borsari 46, 44100 Ferrara, Tel.
0532 291159 - Fax 0532 240709 - E-mail: [email protected]
Responsabili dei Convegni-Scuola:
AIM, Enrico Pedemonte, Dip. di Chimica e Chimica Industriale, Via Dodecaneso 31, 16146 Genova, Tel. 010
3538713 - Fax 010 3536199 - E-mail: [email protected]
COLLABORATORI
Diego Arcelli, Giuseppe Colucci, Guglielmo Paganetto,
Eleonora Polo, Marzia Salvadori, Pietro Speziale
EPF-Summer School, Giovanni Camino: C. Cult. Ing. Mat. Plast., Politecnico di Torino, Viale T. Michel 5, 15100
Alessandria, Tel. 0131 229318 - Fax 0131 229331 - E-mail: [email protected]
IN COPERTINA
Michele Suman
Dip. Chimica Organica e Industriale
E-mail: [email protected]
PMI
Mario Malinconico, IRTEMP-CNR
E-mail: [email protected]
POLIMERI E … SOCIETÀ
Mariano Pracella, CMMB-CNR
E-mail: [email protected]
Dal grafico che ha sullo sfondo Leonardo risulta che i brevetti
richiesti in Italia, normalizzati rispetto al numero di persone
addette alla ricerca e allo sviluppo, non siano di meno di quelli
richiesti in altri Paesi, e siano addirittura quasi il doppio di quelli
degli Stati Uniti, se si considerano solo Ricercatori e Laureati. Per
saperne di più andate a pag. 10
Responsabile dei Seminari Internazionali:
Francesco Ciardelli, Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, Via Risorgimento 35, 56126 Pisa, Tel. 050
918229 - Fax 050 918260 - E-mail: [email protected]
AIM Magazine è un periodico quadrimestrale e i 3 numeri vanno
in edicola a gennaio, maggio e settembre. Chiediamo a tutti i lettori che intendano inviare contributi di farli pervenire alla redazione improrogabilmente entro il 20 novembre, il 20 marzo o il
20 luglio. Il materiale che arriverà dopo queste date potrà essere preso in considerazione solo per il numero successivo.
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Finito di stampare nel mese di Dicembre 2002
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