Capitolo 6 - E

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Capitolo 6 - E
Capitolo 6
Il World Wide Web
Il più interessante servizio Internet di questi ultimi anni è sicuramente il World Wide
Web (WWW). Il WWW, istituito dal CERN (European Laboratory for Particle Physics),
nacque come un consorzio di utenti che ha realizzato una sintassi standard, non proprietaria, denominata HTML (HyperText Markup Language) per la composizione di
documenti. L'HTML permette la corretta visualizzazione di file provenienti da computer
differenti, superando così l'incompatibilità tra il formato di documenti provenienti da
diverse piattaforme hardware e software.
L’aspetto più importante del WWW è l’uso dell’ipertesto. Un sistema ipertestuale è un
sistema piuttosto complesso di gestione dell’informazione in cui le unità informative
sono contenute all’interno di nodi connessi tra loro tramite collegamenti ipertestuali
(link). I collegamenti mettono in relazione concetti (nodi) semanticamente correlati. Un
ipertesto è dunque un insieme di unità di informazione che possono essere associate in
modo non sequenziale, attraverso correlazioni semantiche decise dall’autore, e che successivamente possono essere consultate dall’utente secondo percorsi personalizzati.
Quando i nodi oltre al testo includono oggetti multimediali, quali immagini fisse, audio
e sequenze video, si parla di ipermedia. Il concetto di ipermedia è pertanto un’estensione
del concetto di ipertesto, anche se quest’ultimo termine viene generalmente utilizzato
per indicare ambedue le situazioni.
L’unità di base del sistema di informazioni disponibile sul WWW è la pagina Web, spesso chiamata documento. Per la realizzazione di tali pagine viene utilizzato il linguaggio
HTML, che è un’implementazione del concetto di ipertesto.
Il sistema di informazioni utilizzato nel WWW non è dunque di tipo sequenziale ma
ipertestuale ed è infatti formato da un insieme di documenti collegati tra loro. I collegamenti tra le unità informative rappresentano il cuore della flessibilità e della potenzialità
del Web: essi permettono all’utente di navigare attraverso una rete di informazione che
correla documenti di vario genere (testo, immagini, sequenze audio e video), prodotti e
gestiti da persone diverse, in un ambiente non sequenziale, interattivo che consente
all’utente di approfondire progressivamente argomenti di proprio interesse. Le caratteristiche ipertestuali ed interattive del WWW offrono quindi all’utente la possibilità di
consultare il materiale digitale a disposizione seguendo un percorso di studio personalizzato adatto alle proprie conoscenze ed esigenze, incoraggiando in tal modo l’esplorazione e facilitando i processi di apprendimento.
All’interno dei documenti HTML i legami ipertestuali sono generalmente riconoscibili
in quanto le parole chiave che riferiscono un collegamento sono rappresentate da testo
sottolineato avente un diverso colore; in questo modo il lettore è consapevole della presenza di un riferimento a materiale correlato e può decidere se e quando utilizzarlo. Per
attivare questi collegamenti e quindi per passare da un documento ad un altro è suffi-
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ciente selezionare con il mouse tali link; in tal modo viene infatti attivato il riferimento
associato al file di interesse e il documento viene rintracciato e mostrato sul monitor del
proprio computer.
Un aspetto chiave del WWW è rappresentato dal fatto che le unità informative correlate possono risiedere su qualsiasi computer collegato ad Internet, e che uno stesso documento HTML può contenere collegamenti ipertestuali che si riferiscono a documenti
memorizzati in uno o più computer anche geograficamente lontani. Il World Wide Web
può quindi essere immaginato come un database multimediale distribuito su Internet
che fornisce una nuova modalità di accesso all’informazione.
I servizi offerti da Internet utilizzano il modello Client/Server. Secondo tale architettura un’applicazione software, il Client, inoltra una richiesta ad un altro programma, il
Server, che la soddisfa. Un Server è infatti un software che risiede su di un computer
collegato in rete e che accetta richieste dai Client, ed invia automaticamente risposte.
Gli utenti per usufruire dei servizi offerti da un Server devono pertanto utilizzare un
particolare software, chiamato Client, che permette di comunicare con un Server sulla
rete. Pertanto il Client rappresenta un’interfaccia che fornisce l’accesso ad un Server che
eroga un particolare servizio. Esistono Server WWW, Server FTP, Server Mail, ecc. e
parallelamente Client WWW, Client FTP, Client per la gestione della posta elettronica,
ecc..
Anche il WWW, come tutti gli altri servizi Internet, si basa su un’architettura
Client/Server. In particolare i Server WWW sono interconnessi tra di loro così da formare l'intera rete WWW; in tal modo una volta che un utente ha stabilito un contatto con
un Server può anche comunicare con tutti gli altri. Per poter accedere ad un Server
WWW occorre che sul computer dell’utente sia in esecuzione un Client WWW. I Client
WWW, i più diffusi dei quali sono Netscape Communicator e Internet Explorer, vengono chiamati browser. I browser permettono all’utente di navigare all’interno della grande
quantità di informazione resa disponibile all’interno di Internet.
La figura 6.1 mostra come un
utente tramite un Client
WWW possa visualizzare sul
monitor del proprio computer
(computer A) una pagina Web
memorizzata nel file doc1.html
del Server WWW installato sul
computer B e come cliccando
su un collegamento ipertestuale presente in tale documento
possa successivamente richiamare sul monitor del proprio
computer un documento
memorizzato
nel
file
doc2.html del computer C.
Occorre sottolineare che i
Figura 6.1
browser comunemente usati
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sono programmi sviluppati per poter comunicare non solo con Server WWW ma anche
con Server che erogano servizi diversi quali Server FTP, Server Gopher, ecc..
Descriviamo ora più dettagliatamente il WWW, data la sempre maggiore importanza
assunta da questo servizio Internet. Le componenti tecnologiche primarie del WWW
sono: il linguaggio HTML (Hypertext Markup Language), il protocollo HTTP (Hypertext Transport Protocol) e la tecnica di indirizzamento basata sul concetto di URL
(Uniform Resource Locator).
6.1 HTML
L’unità di base del sistema di informazioni disponibile sul WWW è la pagina Web,
spesso chiamata documento. Per la realizzazione di tali pagine viene utilizzato il linguaggio HTML (HyperText Markup Language). L’HTML è un linguaggio di marcatura
(markup language) usato per creare documenti ipertestuali portabili da una piattaforma
ad un’altra. I documenti HTML possono infatti essere visualizzati con qualsiasi browser
(Netscape Communicator, Internet Explorer, ecc.) su qualsiasi tipo di computer indipendentemente dalle caratteristiche hardware e software della macchina.
L'HTML è un’applicazione dello Standard Generalized Markup Language (SGML) dell'ISO (International Standard Organization). L’SGML è un sistema sviluppato nel 1986
che definisce e standardizza la struttura dei documenti; uno dei suoi principali scopi è
rendere un documento indipendente dalle sue differenti applicazioni (stampa, visualizzazione sullo schermo di un computer, inserimento in un database,…).
L’HTML è un linguaggio di marcatura che consiste di un insieme di marcatori (tag) che
vengono utilizzati per definire la struttura dell’informazione all'interno di una pagina
Web e per creare i legami ipertestuali tramite i quali vengono collegati tra loro documenti diversi o anche specifiche parti di uno stesso documento. Tale linguaggio permette di costruire documenti non solo di tipo ipertestuale ma anche ipermediale; una pagina Web può infatti contenere non solo testo ma anche immagini (fisse o in movimento),
filmati e suoni.
Per creare un documento HTML è sufficiente scriverlo in semplice testo (cioè in formato ASCII) e salvarlo con l’estensione “.html” o “.htm” in modo tale che il browser
tratti il file come una pagina Web. Il file HTML è infatti un file di puro testo che si trasforma in un documento multimediale nel momento in cui il browser ne effettua la
visualizzazione. I marcatori indicheranno al browser come deve essere visualizzata la
pagina.
Un documento HTML è dunque un file in formato testuale che contiene, assieme al
testo vero e proprio, i tag che ne descrivono la struttura. I marcatori HTML, che sono
rappresentati da parole chiave racchiuse tra parentesi acute (<…>), vengono utilizzati per
definire aree di un documento che hanno determinate caratteristiche e di conseguenza
permettono ad un autore di creare una pagina Web utilizzando diversi tipi di intestazione, grafica e caratteri tipografici, di inserire i legami ipertestuali e di specificare come
risolverli, indicando cioè dove si trova la risorsa Internet (un documento HTML, un’immagine, una casella di posta elettronica, ...) associata ad un determinato collegamento.
Formalmente un documento HTML ha la seguente struttura:
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<HTML>
<HEAD>
… intestazione del documento …
</HEAD>
<BODY>
… corpo del documento …
</BODY>
</HTML>
Tutto il documento HTML deve essere contenuto tra i tag <HTML> e </HTML>. La
sezione HEAD racchiude l’intestazione della pagina Web tra cui il suo titolo (che verrà
mostrato nella parte più alta della finestra del browser), mentre la sezione BODY contiene il documento vero e proprio.
Le parti di una pagina Web sono dette elementi. L’intera pagina è un elemento HTML
che a sua volta è composto dagli elementi HEAD e BODY, che a loro volta ne possono
contenere altri.
Più in dettaglio si può dire che l’HTML è composto da un insieme di elementi che definiscono un documento e guidano la sua visualizzazione. Un elemento del linguaggio
HTML può comprendere un nome, alcuni attributi e del testo, ed in un documento
HTML apparirà in uno dei seguenti modi:
• <nome-tag>testo</nome-tag>
• <nome-tag nome-attributo1=valore1 nome-attributo2=valore2 … >testo</nome-tag>
• <nome-tag>
Nel primo caso i tag vengono utilizzati in coppia <nome-tag>...</nome-tag> ed indicano al
browser come deve essere trattato un blocco di testo racchiuso tra i due marcatori: ad
esempio <B> e </B> sono i tag di apertura e di chiusura utilizzati per indicare un’area in
cui il testo deve essere reso in grassetto. Occorre sottolineare che la barra “/” all'interno del
tag di chiusura indica al browser di eliminare i settaggi introdotti dal corrispondente tag di
apertura.
Nell’ultimo caso i tag non hanno il corrispondente tag di chiusura </...> e specificano
una particolare azione che deve essere intrapresa dal software di visualizzazione: ad
esempio <hr> indica al browser di visualizzare una linea orizzontale.
Molti elementi possono avere attributi che compaiono nel tag iniziale e che definiscono alcune caratteristiche specifiche di quell’elemento: ad esempio l’elemento <h2 align=
“center”>testo</h2> contiene l’attributo align, il cui valore “center” specifica che il testo
racchiuso tra i tag deve essere visualizzato al centro della pagina.
Il coordinamento dello sviluppo del World Wide Web e la standardizzazione del linguaggio HTML è affidato al World Wide Web Consortium (http://www.w3.org/), un consorzio di industrie sostenuto dal Massachusetts Institute of Technology negli Stati Uniti,
dell’Institut National de Recherche en Informatique et en Automatique (INRIA) in Francia e dalla Keio University in Giappone.
La prime versioni dell’HTML comprendevano un numero di tag piuttosto limitato e
non consideravano la possibilità di utilizzare tale linguaggio per la costruzione di testi
complessi. La versione HTML 2.0 ha introdotto i form (moduli) che hanno aggiunto
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notevoli possibilità interattive al World Wide Web. I form vengono infatti visualizzati
dal browser che poi provvede ad inviare i dati inseriti dall’utente remoto al Server Web
specificato nel form. La versione attuale è l’HTML 4: essa consente la gestione di form
avanzati e migliora la realizzazione dei frame, che suddividendo una pagina Web in più
riquadri funzionalmente indipendenti consentono di presentare l’informazione in un
modo più flessibile. Questa versione fornisce inoltre un metodo standard per racchiudere all’interno di una pagina Web piccole applicazioni scritte in linguaggio Java ed eseguibili localmente dal browser. Mediante il tag <APPLET> è infatti possibile inserire all’interno di un documento HTML un’applet, cioè un programma Java, che consente di fornire ad una pagina Web un contenuto eseguibile ed interattivo.
Nonostante esistano numerosi software specifici, quali FrontPage, HomeSite, ecc., che
semplificano e velocizzano la creazione di pagine Web, i documenti HTML possono
essere creati con qualsiasi Editor di testi: è infatti sufficiente scrivere un documento in
semplice testo (cioè in formato ASCII) e salvarlo con l’estensione “.html” o “.htm” in
modo tale che il browser capisca che il file è una pagina Web.
Affinchè i documenti HTML prodotti possano essere disponibili su Internet occorre
memorizzarli su un Server WWW. Dopo avere eseguito tale operazione il documento
HTML acquisisce uno specifico URL (Uniform Resource Locator), che corrisponde
all'indirizzo di tale risorsa su Internet. Utilizzando questo indirizzo tramite un qualsiasi
browser è possibile localizzare il documento HTML prodotto e visualizzarlo sul monitor
dell'utente come una pagina Web.
Nella figura 6.2 è mostrato un breve documento HTML, mentre la figura 6.3 mostra
come tale documento viene visualizzato da un browser.
Invitiamo il lettore interessato ad approfondire la conoscenza del linguaggio HTML a
consultare l’Appendice A di questo libro. Tale appendice, dal titolo “Come creare una
<html>
<head>
<title>DFC - University of Florence </title>
</head>
<body>
<h2 align="center">UNIVERSITY OF FLORENCE<p>
DEPARTMENT OF CLINICAL PHYSIOPATHOLOGY (DFC)</h2>
<hr>
<b>DFC is part of the Biomedical Area of University of Florence</b><br>
DFC is a University Department since 1985 and it is one of the largest departments at the
University of Florence (Italy).
<hr>
<h3 align="center">UNITS OF DFC</h3>
<UL>
<LI>Anaesthesiology
<LI>Andrology
<LI>Clinical Biochemistry
<LI> ....
</UL>
</body>
</html>
Figura 6.2
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Figura 6.3
pagina Web”, contiene infatti una serie di lezioni che descrivono, tramite esempi, l’utilizzo dei principali tag del linguaggio.
6.2 Il protocollo HTTP
I browser e i Server WWW comunicano attraverso il protocollo HTTP (HyperText
Transfer Protocol). Tale protocollo di comunicazione, usato per trasferire informazioni
sul Web, possiede l’efficienza necessaria per realizzare i salti ipertestuali, per consentire
cioè ad un utente di muoversi velocemente da un documento ad un altro attraverso l’attivazione di un collegamento ipertestuale. L’HTTP permette infatti in pochi secondi lo
scambio di qualsiasi tipo di formato dell’informazione come testo, grafica, suono, video,
consentendo così ad un utente che naviga sul Web di recuperare in rapida successione
oggetti che possono risiedere anche su Server geograficamente molto lontani.
Il protocollo HTTP è l'insieme di regole che i Client ed i Server WWW utilizzano per
comunicare. HTTP è infatti la prima parola che digitiamo nel browser quando vogliamo
accedere ad una pagina Web. Questa parola indica al browser quali regole utilizzare
quando inizia la comunicazione con un Server Web.
Le quattro operazioni svolte in sequenza dal protocollo HTTP sono le seguenti:
1. il browser apre una connessione con il Server che contiene il documento;
2. il browser invia al Server la richiesta del documento;
3. il Server invia al Client la pagina richiesta;
4. chiusura della connessione.
Questo ciclo viene ripetuto per ciascun documento richiesto.
6.3 Anchors e URL
Come già descritto nel paragrafo 6.1, il linguaggio HTML, oltre alla capacità di creare
documenti portabili da una piattaforma ad un’altra, offre la possibilità di creare legami
ipertestuali tramite i quali vengono definite relazioni con altri documenti e risorse.
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All’interno di un documento HTML i collegamenti sono definiti con un elemento che
ha la seguente sintassi:
<a nome-attributo=valore > Testo </a>
Gli elementi che utilizzano il tag <a> vengono chiamati anchors. L’attributo più comune è href, che ha la sintassi:
href=”URL”
dove URL identifica e localizza una specifica risorsa su Internet (un documento
HTML, un'immagine, una casella di posta elettronica, …).
Ogni risorsa in Internet ha infatti un indirizzo unico che permette ad un autore di
pagine Web di creare un legame ipertestuale ad essa. Una risorsa su Internet viene riferita attraverso una lunga stringa di lettere, chiamata Uniform Resource Locator o URL, che
corrisponde all’indirizzo che tale risorsa ha su Internet. L’URL rappresenta dunque uno
schema di indirizzamento standardizzato che identifica in modo univoco una risorsa
Internet (per esempio una pagina Web, un’immagine, un server FTP, ecc.). Un URL ha
una struttura gerarchica che si legge da sinistra a destra. Per spiegare questo tipo di
nomenclatura consideriamo il seguente esempio:
http://www.dfc.unifi.it/mennet/aims.htm
Tale indirizzo è diviso in tre componenti principali:
• il protocollo di trasferimento di Internet;
• l’indirizzo (di solito specificato in modo simbolico) del Server su cui risiede la risorsa cercata;
• le estensioni, che rappresentano le directory e il nome del file all’interno del Server.
Nell’esempio, http:// si riferisce all’ HyperText Transfer Protocol. Le due barre “//” sono
usate per separare il protocollo dall’indirizzo del computer che stiamo cercando. L’indirizzo del computer rappresenta l’indirizzo di una macchina che svolge su Internet funzione di Server, nell’esempio www.dfc.unifi.it è l’indirizzo del WWW Server del Dipartimento di Fisiopatologia Clinica dell’Università di Firenze. Le informazioni relative alla
directory e al nome del file sono separate dall’indirizzo del computer da una singola
barra “/”. Nel nostro esempio il file aims.htm si trova nella directory chiamata mennet.
In generale un formato, anche se non completo, per le URL è il seguente (le parentesi
quadre indicano che il termine contenuto al loro interno è opzionale):
[Protocollo:] [//Server/] Risorsa
dove:
• Protocollo indica il protocollo richiesto per accedere alla risorsa, ad esempio HTTP,
FTP, Telnet, Gopher, Wais o un protocollo di posta elettronica;
• Server è l’indirizzo del Server dove la risorsa risiede; di solito è indicato in modo
simbolico, più raramente viene espresso tramite l’indirizzo IP del computer;
• Risorsa specifica nella maggior parte dei casi il nome del file contenente la risorsa,
che può essere preceduto dalle informazioni relative alla directory che la contiene.
Per creare in un documento HTML un collegamento ad un file locale, ad esempio biomedical.htm, è sufficiente scrivere:
<a href=”biomedical.htm”>Biomedical Area</a>
Il testo Biomedical Area, racchiuso tra <a> e </a>, viene visualizzato in modo enfatizzato (in genere con il colore blu e sottolineato); la sua selezione da parte dell’utente provo-
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ca 1’apertura del file biomedical.htm che risiede sullo stesso computer e nella stessa
directory del documento HTML che si sta scrivendo. Per collegarsi ad un documento
che risiede su un differente Server WWW occorre invece l’intero indirizzo Web della
risorsa.
Possiamo concludere che l’HTML rende possibile creare legami ipertestuali che collegano parole o immagini del proprio documento ad altri documenti presenti su Internet.
Utilizzando la sintassi <a href=”URL”> … </a> è infatti possibile creare all’interno di un
documento HTML dei collegamenti con risorse che si trovano su altri Server HTTP, FTP,
Telnet, ecc.. È proprio la possibilità di definire link da una pagina ad un’altra e di attivare questi collegamenti da parte dell’utente che rende il WWW uno strumento così flessibile ed efficace.
6.4 Proxy Server
L'aumento costante e continuo del numero degli utenti di Internet rende sempre più
insufficiente la velocità di trasferimento dati tramite rete geografica. Il principale
responsabile del traffico sulla rete è il servizio WWW.
È possibile migliorare l’accesso on-line alle pagine Web utilizzando all’interno dei
Client WWW due meccanismi:
1. la memoria cache;
2. Proxy Server.
In modo trasparente all’utente il browser utilizza una memoria cache in cui conserva
una copia locale dei documenti già visualizzati: questa caratteristica permette di riconsultare le pagine esplorate in precedenza senza doverle scaricare nuovamente dai server
WWW remoti. La cache è infatti una zona di memoria posta sul computer dell’utente
nella quale vengono memorizzate le pagine Web precedentemente visitate allo scopo di
velocizzarne un eventuale futuro caricamento. In questo modo, quando l’utente desidera
vedere una pagina Web una seconda volta, il Client recupera l’informazione localmente.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei Proxy Server occorre ricordare che spesso più Client
WWW appartenenti ad uno stesso dominio o situati in una ristretta area geografica possono richiedere contemporaneamente le stesse pagine HTML ad un WWW Server situato altrove. Ciò implica che quel WWW Server debba trasferire la stessa pagina tante
volte quante sono le richieste dei Client, provocando così un'enorme spreco di larghezza
di banda e rallentando notevolmente il trasferimento dati.
Per velocizzare i collegamenti ai siti Internet è possibile utilizzare un Proxy Server, il
quale, oltre a svolgere importanti funzioni riguardanti la sicurezza, è in grado di mantenere copie locali delle pagine Web più richieste dai Client WWW. Se si configura un
browser affinchè utilizzi un Proxy, tutte le richieste di pagine Web fatte da quel Client
non arriveranno direttamente ai Server remoti ma saranno rivolte al Proxy Server, il
quale, nel caso possieda copia locale del documento richiesto, potrà rispondere direttamente al Client, viceversa contatterà i Server remoti per farsi spedire i documenti richiesti che poi inoltrerà al computer dell’utente (figura 6.4).
Apparentemente questo meccanismo non sembra offrire nessun vantaggio, in realtà può
migliorare in modo sostanziale il tempo di risposta per pagine accedute frequentemente,
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Figura 6.4
riducendo così anche il traffico sulla rete. Infatti un Proxy copia sul proprio hard disk tutti
gli oggetti recuperati più recentemente; se un utente richiede una pagina Web già consultata da un altro utente in precedenza, il Proxy evita il collegamento geografico, spesso
lento, col sito remoto e risponde subito spedendogli i dati locali. Ciò permette un più
veloce trasferimento delle informazioni sul Client WWW e migliora l'efficienza delle
comunicazioni poichè non genera trasferimento remoto dei dati.
Vorremmo sottolineare che l’impossibilità a raggiungere il Proxy a cui il browser fa
riferimento impedisce la connessione a qualsiasi sito WWW.
6.5 Programmi di navigazione su World Wide Web: i browser
Per poter visitare i siti WWW occorre installare sul proprio computer un Client
WWW, cioè un programma di navigazione su World Wide Web chiamato browser.
Il primo browser è stato NCSA Mosaic, il precursore del fortunatissimo Netscape Navigator. Il mercato dei browser offre oggi diversi prodotti alternativi, ma è difficile dire
quale sia il migliore disponibile. È possibile però elencare alcune caratteristiche che un
buon programma di navigazione su World Wide Web deve possedere.
Innanzitutto è essenziale che il browser sia capace di visualizzare velocemente ed in
modo corretto i documenti scritti in HTML; inoltre deve poter gestire direttamente,
senza ricorrere a programmi esterni, i formati grafici più comuni, come GIF e JPEG. Tra
le altre prerogative importanti vanno citati i comandi di navigazione, che devono essere
ben identificabili e di facile accesso. Indispensabile è anche un meccanismo potente e
flessibile per la gestione dei bookmark che consenta anche di ordinare i siti in categorie.
È importante inoltre che l’utente possa intervenire sui parametri essenziali della cache,
in particolare lo spazio occupato su disco e la frequenza di aggiornamento.
Illustriamo di seguito alcuni concetti di base strettamente correlati all’uso dei browser:
1. plug-in ed helper;
2. cache;
3. bookmark;
4. Proxy Server.
1) Praticamente tutti i browser gestiscono in modo trasparente all’utente documenti
HTML e immagini in formato GIF (file con estensione “.gif”) e in formato JPEG (file con
estensione “.jpg”). Tuttavia su World Wide Web è possibile incontrare numerosi altri for-
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mati di file multimediali. Oggi la maggior parte dei browser trattano direttamente i formati
multimediali più comuni: sono cioè in grado di riprodurre i dati multimediali nella stessa
finestra di navigazione. Le capacità multimediali integrate, realizzate attraverso l’uso dei
moduli plug-in (che funzionano come se fossero una parte integrante del browser), permettono di integrare uno specifico formato in una pagina Web, ad esempio, di gestire i filmati con estensione “.avi” e i file sonori con estensione “.wav” direttamente all’interno
dell’interfaccia del browser.
Se un browser non supporta direttamente alcuni formati multimediali si può ricorrere
a programmi esterni comunemente chiamati helper, o viewer, ognuno dedicato alla
riproduzione di un formato specifico. All’interno del browser è infatti possibile definire
un elenco di associazioni tra gli helper presenti nel sistema e i formati che riescono a
gestire: il browser può così avviare automaticamente l’helper opportuno quando riceve
un documento che non è in grado di visualizzare con gli strumenti integrati. Questa
soluzione non permette però una riproduzione integrata con la pagina Web, e quindi
risulta piuttosto limitante. Infatti il supporto integrato per la riproduzione dei dati multimediali è più efficace e più comodo del ricorso a programmi esterni.
2) In modo trasparente all’utente il browser utilizza una memoria cache in cui conserva
una copia locale dei documenti già visualizzati; questa caratteristica permette di riconsultare le pagine esplorate in precedenza senza doverle scaricare nuovamente dai Server
remoti. La cache è infatti una zona di memoria posta sul computer dell’utente nella
quale vengono memorizzate pagine Web già visitate allo scopo di velocizzarne un eventuale futuro caricamento.
3) Spesso navigando all’interno della grande quantità di informazione contenuta sul
Web accade di trovare pagine particolarmente interessanti. Per poterle successivamente
riconsultare occorre conservare l’URL di queste pagine, ma tali indirizzi non sono nè
semplici da ricordare nè facili da scrivere senza errori. È pertanto estremamente utile la
possibilità che offrono i browser di creare un elenco personalizzato dei siti preferiti, il
cosiddetto bookmark (segnalibro; in Microsoft Internet Explorer questa opzione è
denominata favorites, tradotto nell'edizione italiana con preferite). Con il termine
bookmark si intendono infatti i riferimenti che i Web browser permettono di definire
per rivisitare rapidamente una pagina già consultata in passato. In qualsiasi browser i
siti selezionati possono essere richiamati tramite un menù a tendina o un’apposita finestra.
4) Nella configurazione dei browser è possibile specificare i Proxy Server. Nel paragrafo precedente abbiamo già identificato i Proxy Server come uno strumento che i
Client WWW possono utilizzare per velocizzare i collegamenti ai siti Internet. Se si configura un browser perché utilizzi un Proxy, tutte le richieste di pagine Web fatte da quel
Client non arriveranno direttamente ai Server remoti ma saranno rivolte al Proxy Server,
il quale, nel caso possieda copia locale del documento richiesto, potrà rispondere direttamente al Client, viceversa contatterà i Server remoti per farsi spedire i documenti
richiesti che poi inoltrerà al computer dell’utente.
Per Client WWW che risiedono su computer connessi a reti scientifiche facenti
parte della rete GARR è possibile utilizzare i Proxy Server primari elencati nella
tabella 6.1.
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GARR è l’acronimo di “Gruppo
Armonizzazione Reti per la Ricerca” e fa riferimento al nome della
Commissione Ministeriale istituita
l’11 marzo 1988 con Decreto del
Ministero dell’Università e della
Ricerca Scientifica e Tecnologica
Tabella 6.1
(MURST) per armonizzare le politiche di sviluppo di reti scientifiche in Italia, facendole confluire su una sola infrastruttura nazionale. La Commissione
GARR si è impegnata infatti nella realizzazione e gestione di una Rete Nazionale della
Ricerca (Rete GARR) che connette tra loro le entità della ricerca scientifica italiana: una
comunità che afferisce principalmente, ma non esclusivamente, al MURST. Il servizio di
rete attualmente fornito dal GARR è denominato GARR-B Fase 2: GARR Broadband
Network, ed ha lo scopo di mettere a disposizione di tutte le Università e degli Enti di
ricerca italiani una rete basata su un’infrastruttura nazionale ed internazionale a larga
banda per la trasmissione di dati, tramite la quale diventeranno possibili applicazioni
avanzate per la formazione universitaria e per la ricerca scientifica e tecnologica. Naturalmente la rete GARR-B è ampiamente interconnessa con le altre Reti per la Ricerca
europee e mondiali, con le principali reti commerciali italiane e con Internet. Per informazioni più dettagliate si rimanda al sito del GARR (http://www.garr.it).
Le due ditte che si stanno contendendo il mercato per imporre il proprio software di
navigazione come standard di riferimento sono la Netscape e la Microsoft. Netscape ha
iniziato per prima a sviluppare Client WWW, e all’inizio del 1995 ha creato Netscape
Navigator, un software che per un certo intervallo di tempo ha occupato quasi interamente il mercato dei browser. La Microsoft, dopo aver sottovalutato per molti mesi l’evoluzione di Internet e del WWW, è diventata competitiva sul mercato dei browser nel
1996, grazie al suo prodotto Internet Explorer 3, che le ha consentito di recuperare rapidamente lo svantaggio.
La filosofia di Netscape è quella di far diventare il browser sempre più ricco di funzionalità e svincolarlo da qualunque piattaforma e sistema operativo per affermarsi come
standard a sé stante; la Microsoft punta invece ad integrare nel suo sistema operativo gli
strumenti per l’accesso ad Internet.
I browser si stanno trasformando da semplici strumenti di navigazione sul Web a veri e
propri ambienti operativi contenenti un numero sempre maggiore di funzioni accessorie
quali la gestione della posta elettronica, l’accesso ai Newsgroup, la creazione di pagine
Web.
Nei prossimi paragrafi illustreremo un prodotto della Netscape e precisamente Communicator 4.61. Questo Client WWW per funzionare in modo soddisfacente necessita
di un processore veloce e di almeno 32 Mbyte di RAM e non è quindi adatto ad essere
installato su un computer che non abbia un hardware adeguato. Occorre infine sottolineare che, anche se in questo testo verrà mostrato dettagliatamente un browser della
Netscape, le versioni più recenti di Internet Explorer sono dei validissimi concorrenti
dei prodotti della Netscape. Entrambe le ditte distribuiscono gratuitamente in rete i loro
CNAF
Cineca
ROMA1
Cilea
Pisa
wwwcache.infn.it:3128/3130
proxy.cineca.it:8080/3130
wwwcache.roma1.infn.it:3128/3130
wwwcache.cilea.it:8080/3130
www-serra.unipi.it:8080/3130
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software. Le versioni più recenti dei prodotti della Netscape e della Microsoft sono infatti disponibili ai seguenti indirizzi:
• Netscape
http://www.netscape.com/
• Microsoft
http://www.microsoft.com/italy/ie/
6.5.1 Un esempio: Netscape Communicator 4.61
Il browser della Netscape che descriveremo è Communicator 4.61, un software multipiattaforma, di cui attualmente esistono versioni per Windows95/98 e NT e per Macintosh, che include una serie di componenti tra cui un browser (Navigator), un programma per la gestione della posta elettronica e per l’accesso ai Newsgroup (Messenger), e
Composer, un software per la creazione di pagine Web. È possibile passare da un componente all’altro semplicemente cliccando sul menù Communicator, presente in ognuno
dei moduli, e selezionando il componente che si vuole attivare; ciò non comporta l’interruzione del modulo che si stava utilizzando.
Dalla versione 4.5 Netscape Communicator non include più il modulo Conference per
la videoconferenza e il componente Netcaster per la gestione della push technology
(capitolo 10). Le ultime versioni del browser della Netscape offrono però la possibilità
di integrare al loro interno software per la videoconferenza sviluppato da terze parti. Per
quanto riguarda la push technology sono previste novità nella versione 5.0 di Communicator.
Nei prossimi paragrafi illustreremo l’installazione e la configurazione di Netscape
Communicator 4.61 e descriveremo dettagliatamente l’utilizzo di Navigator, il modulo
per la navigazione, e di Messenger, il modulo per la gestione della posta elettronica e per
la fruizione dei Newsgroup.
6.5.1.1 Installazione e configurazione
Supponiamo di aver scaricato dalla rete la versione di Netscape Communicator 4.61
per Windows95, Windows98 e WindowsNT. Tale versione viene distribuita gratuitamente sotto forma di archivio autoscompattante, ossia di un unico file eseguibile denominato cc32e461.exe. Per scaricare tale programma potete collegarvi al sito della Netscape http://www.netscape.com/
Installazione
Per installare Communicator occorre copiare il file scaricato dalla rete in una directory
temporanea del proprio computer ed eseguirlo facendo un doppio click sul nome del
file. Da questo momento in poi sarà sufficiente seguire le istruzioni fornite a video. Terminata la fase di installazione il file cc32e461.exe può essere cancellato, anche se
potrebbe essere buona norma conservarlo in modo tale che se si rendesse necessario
reinstallare il programma ciò potrebbe essere fatto senza doverlo scaricare nuovamente
dalla rete.
Dopo averlo installato, Communicator può essere lanciato semplicemente cliccando
sulla sua icona. La prima volta che tale software verrà eseguito occorrerà configurarlo.
Guida Internet per la Medicina
109
Configurazione
La prima volta che l’utente lancerà l’esecuzione di Communicator il programma
chiederà di creare un profilo in cui saranno memorizzati i dati di configurazione dell’utente, le sue preferenze, i bookmark, ecc.. Nel caso in cui una stessa copia di Communicator venga utilizzata da più utenti, l’utilizzo dei profili consente di mantenere
separate le informazioni di ogni singolo utente; ogni profilo potrà eventualmente essere protetto con una password. Durante la fase di configurazione il programma si
accorge se sul computer esiste una versione precedente del browser della Netscape ed
in tal caso offre la possibilità di recuperare tutti i settaggi e i file dell’utente e di inserirli nel profilo che si sta creando. Nel caso in cui sul computer si stia installando per
la prima volta un browser della Netscape o comunque si decida di ignorare i setting di
una versione precedentemente installata, verrà proposta all’utente una finestra in cui
sarà richiesto il nome dell’utente e il suo indirizzo di posta elettronica, informazioni
sufficienti perchè Communicator crei un profilo di base. Tuttavia se l’utente desidera
utilizzare Communicator per gestire la posta elettronica o per accedere ai Newsgroup
è necessario inserire ulteriori dati di configurazione che vengono richiesti attraverso
una serie di finestre in cui l’utente potrà specificare:
Outgoing Mail (SMTP) Server: indirizzo del server a
cui ci si appoggia per spedire i propri messaggi;
Mail server user name: solo
la parte che precede il simbolo @ del proprio indirizzo
di e-mail;
Incoming Mail Server: indirizzo del computer su cui
risiede la propria casella di
posta elettronica;
News (NNTP) Server: il
nome del Server News che si
utilizza per accedere ai
Newsgroup.
Figura 6.5
A questo punto premendo il
pulsante Finish dell’ultima
finestra verrà creato il profilo utente che conterrà tutti i dati di configurazione forniti.
Successivamente sarà possibile configurare ulteriormente il programma o comunque
modificare le impostazioni inserite lanciando Communicator e selezionando la voce Preferences dal menù Edit. La finestra di configurazione (figura 6.5) raggruppa le diverse
schede di configurazione per categoria (Category).
Ogni Category è espandibile cliccando due volte sul nome della categoria. Selezionando le varie Category e le loro diverse opzioni si aprono sulla destra schede in cui è possibile inserire i dati richiesti. Di seguito verranno illustrate soltanto le principali schede di
configurazione, sufficienti però ad utilizzare pienamente Communicator.
110
Capitolo 6
Category Navigator
Selezionando la Category Navigator (figura 6.6) si apre sulla destra una scheda di
configurazione in cui è possibile indicare la pagina che si desidera venga visualizzata
per prima ogniqualvolta si lancerà l’esecuzione di Navigator (Home Page).
A chi accede alla rete tramite modem consigliamo
di scegliere l’Home Page
vuota selezionando l’opzione Blank Page all’interno del riquadro Navigator
starts with. Diversamente è
possibile scegliere come
Home Page del browser
una qualsiasi pagina presente sul Web, selezionando l’opzione Home Page nel
riquadro Navigator starts
with e indicandone l’URL
nel campo Location presente nel riquadro Home Page.
Tale pagina viene richiaFigura 6.6
mata anche tramite il pulsante Home presente nella
barra degli strumenti che compare nella parte alta della finestra di navigazione.
Una novità di Communicator è la possibilità di avviare il browser visualizzando l’ultima pagina visitata nella sessione precedente: per fare questo nel riquadro Navigator
starts with occorre selezionare l’opzione Last
Page visited.
Figura 6.7
Category Navigator →
Applications
Gli helper sono programmi
esterni che il browser utilizza per gestire formati
multimediali che non è in
grado di interpretare e
visualizzare direttamente.
Selezionando all’interno
della Category Navigator il
ramo Applications (figura
6.7), si apre una finestra in
cui l’utente può specificare
un’associazione tra un hel-
Guida Internet per la Medicina
111
per e il formato che quest’ultimo è in grado di gestire. In tal modo il browser può avviare
automaticamente l’helper opportuno quando riceve un documento che non è in grado di
trattare con gli strumenti integrati.
Category Mail & Newsgroup
Netscape Communicator 4.61 offre Messenger, un modulo che consente la gestione
della posta elettronica e l’accesso ai Newsgroup. Per poter utilizzare tale componente
occorre inserire alcuni dati
di configurazione all’interno di schede contenute
nella Category Mail &
Newsgroup. Di seguito
sono illustrate unicamente
le informazioni che è fondamentale inserire.
Selezionando, all’interno
della Category Mail &
Newsgroup, il ramo Identity
(figura 6.8) si apre una
finestra in cui occorre inserire almeno il proprio
nome (Your Name) e l’indirizzo di e-mail (E-mail
address). Questi dati, che
Figura 6.8
comunque dovrebbero
essere stati inseriti durante
la creazione del profilo
utente, verranno automaticamente inclusi nell’intestazione dei messaggi di
posta elettronica e delle
news che l’utente spedirà
utilizzando Communicator.
È inoltre possibile indicare
un file che contiene la
signature (Signature File),
cioè un file contenente
alcune righe di testo che
l’utente desidera siano
aggiunte automaticamente
in fondo a tutti i messaggi
e news in partenza.
Per configurare il software
Figura 6.9
per la gestione della posta
112
Capitolo 6
elettronica occorre scegliere
il ramo Mail Server e fornire i seguenti dati nella finestra che si aprirà (figura
6.9):
• Incoming Mail Server:
indirizzo del computer su
cui risiede la propria
casella postale;
• Outgoing mail (SMTP)
server: indirizzo del Server a cui ci si appoggia
per spedire i propri messaggi;
• Outgoing mail server user
name: solo la parte che
Figura 6.10
precede il simbolo @ del
proprio indirizzo di email.
Anche questi dati dovrebbero essere stati già inseriti durante la creazione del profilo
utente.
Per configurare il software che consente l’accesso ai Newsgroup occorre scegliere il
ramo Newsgroup Server e fornire i seguenti dati nella finestra che si aprirà (figura 6.10):
• Newsgroup Server: il nome del Server News che si utilizza per accedere ai Newsgroup.
È possibile specificare più News Server;
• Newsgroup Directory: la directory in cui memorizzare gli articoli e i file di sottoscrizione.
Il Server News dovrebbe essere stato già inserito durante la creazione del profilo utente.
Category Composer
La Category Composer contiene le schede che consentono di configurare il componente per la creazione di pagine Web incluso in Communicator 4.61.
Category Advanced
Infine attraverso la Category Advanced si arriva alle finestre di configurazione relative
ai cookie, alla gestione della cache e all’attivazione dei Proxy.
Un cookie è una piccola quantità di informazione che un sito Web remoto a cui ci si collega
può copiare sull’hard disk del nostro computer; quando l’utente si ricollegherà allo stesso
WWW Server il cookie verrà rimandato al Server remoto. Generalmente un cookie contiene
dati e preferenze dell’utente relativamente ad uno specifico sito; pertanto la funzione di questi
dati è quella di aiutare un sito Web ad identificare un utente durante sessioni successive. Ciò
può essere utile ad esempio quando ci si collega ad un server Web destinato alla vendita: grazie ai cookie questo sito sarà in grado di ricordare le nostre preferenze. Questo utile meccanismo potrebbe però far nascere problemi di privacy e di sicurezza. Un consiglio è quello di
configurare il browser in modo tale che l’utente venga avvertito prima che un cookie sia
Guida Internet per la Medicina
113
inviato al suo computer,
cosicchè egli possa decidere
se accettarlo o meno. Questo può essere fatto selezionando Edit → Preferences →
Advanced e settando nel
riquadro Cookies della finestra che si aprirà (figura
6.11) l’opzione Warm me
before accepting a cookie.
La cache è una zona di
memoria posta sul computer dell’utente in cui vengono memorizzate copie locali di pagine Web già visitate; ciò consente di rivisuaFigura 6.11
lizzare le pagine esplorate
in precedenza senza doverle scaricare nuovamente dai
Server remoti.
Selezionando sotto la Category Advanced il ramo
Cache (figura 6.12) si apre
una finestra in cui l’utente
può specificare le dimensioni della cache in memoria, e
le dimensioni e la directory
della cache su disco.
Inoltre l’utente può indicare la frequenza di aggiornamento della cache (Document in cache is compared to
document on network). Vorremmo sottolineare che l’uFigura 6.12
tente può comunque ottenere un documento aggiornato premendo il pulsante Reload presente nella barra degli strumenti che compare nella
parte alta della finestra di navigazione. In tal modo infatti Navigator si collega al Server e
se la pagina è cambiata, anziché visualizzare la copia contenuta nella cache del computer
dell’utente, trasferisce dal Server remoto l’ultima versione del documento.
Sempre all’interno della Category Advanced selezionando il ramo Proxies (figura 6.13)
si apre una finestra in cui l’utente può specificare gli eventuali Proxy Server.
Un Proxy Server è un calcolatore a cui ci si appoggia per velocizzare i collegamenti ai siti
Internet. Se si configura un browser affinché utilizzi un Proxy, tutte le richieste di pagine
114
Capitolo 6
Web fatte da quel Client
non arriveranno direttamente ai Server remoti ma
saranno rivolte al Proxy
Server. Quest’ultimo mantiene copie locali delle pagine Web accedute più recentemente e se un utente
richiede un documento
consultato in precedenza
anche da un altro utente, il
Proxy può rispondere direttamente al Client inviando
la copia locale ed evitando
così il collegamento con il
Server remoto.
Figura 6.13
In particolare Communicator consente di configurare i Proxy in modo manuale oppure automatico. Nella configurazione manuale, attivabile scegliendo l’opzione Manual Proxy Configuration e poi premendo il pulsante View, è
necessario specificare l’indirizzo del Proxy Server per i differenti protocolli di comunicazione; normalmente infatti i Proxy sono attivi per diversi protocolli tra cui FTP, Gopher
e HTTP. Un altro parametro richiesto è il numero di porta usato dal Proxy Server: i valori più frequenti sono 80, 1080, 8080 o 3128.
Va sottolineato che quando il Proxy a cui il browser si appoggia non è per qualche
motivo raggiungibile non sarà possibile la navigazione; in questo caso sarà sufficiente
disabilitare momentaneamente i Proxy, selezionando Edit → Preferences → Advanced →
Proxies e settando l’opzione Direct connection to the Internet.
6.5.1.2 Utilizzo di Navigator, il modulo per la navigazione
Il modulo Navigator è il browser disponibile in Netscape Communicator.
Con Navigator la navigazione è molto semplice e può avvenire o selezionando i collegamenti ipertestuali evidenziati sui documenti visualizzati sul proprio monitor o inserendo nella riga Location, che appare nella parte alta della finestra di navigazione, l’URL
del documento che si vuole recuperare.
Di seguito illustreremo le principali funzionalità e possibilità offerte da questo browser.
1. Netscape Navigator presenta nella parte alta della finestra di navigazione una barra
degli strumenti. I pulsanti presenti in tale barra (figura 6.14) attivano le funzioni
fondamentali per la navigazione.
Si può scegliere se presentare i comandi della barra sotto forma di icone, di icone e
testo o solo di testo mediante gli opportuni setting in Edit → Preferences → Appearance. Per lasciare più spazio alla finestra principale la barra può venire nascosta
Guida Internet per la Medicina
115
Figura 6.14
cliccando sulla colonnina posta all’estrema sinistra della barra.
Di seguito illustriamo le funzioni dei pulsanti della barra degli strumenti:
BACK: consente di muoversi indietro attraverso le pagine Web che sono già state
visitate. Si può tornare indietro sino a risalire alla pagina che è stata visualizzata per
prima nella sessione corrente di Netscape. Inoltre, cliccando con il pulsante destro
del mouse sul pulsante Back apparirà l’elenco delle ultime pagine visitate e l’utente
potrà scegliere a quale tornare. Le pagine vengono recuperate dalla cache su disco;
non c’è pertanto bisogno di contattare nuovamente i Server remoti per farsi inviare i
documenti richiesti.
FORWARD: permette di muoversi in avanti attraverso le pagine che sono già state
visitate. Anche in questo caso i documenti vengono recuperati dalla cache su disco.
RELOAD: ricarica dalla rete il documento corrente. Può essere utile premere questo
pulsante in due casi:
a. quando il trasferimento del documento che volete visualizzare sta richiedendo un
intervallo di tempo troppo lungo; in tal caso si clicca il pulsante Reload per cercare
di ricollegarsi al WWW Server remoto;
b. quando state visitando un sito Web che cambia frequentemente e che avete già
visitato altre volte. In questo caso premere il pulsante consente di vedere l’ultima
versione del documento e non la copia contenuta nella cache del computer dell’utente.
HOME: ci riporta alla Home Page, cioè alla pagina Web che è stata specificata in
Edit → Preferences → Navigator.
SEARCH: visualizza una pagina attraverso cui è possibile utilizzare alcuni dei principali strumenti di ricerca disponibili in rete.
IMAGES: questo pulsante è attivo sulla barra degli strumenti nel caso in cui sia
stato disattivato il caricamento delle immagini contenute nelle pagine Web. È infatti
possibile, deselezionando l’opzione Automatically load images che si trova nella finestra che si apre selezionando Edit → Preferences → Advanced, disattivare il caricamento delle immagini velocizzando in tal modo il trasferimento di un documento
dal Server remoto al computer dell’utente. Nel documento visualizzato sul monitor
dell’utente le immagini sono sostituite da piccole icone; queste immagini possono
essere visualizzate successivamente premendo il pulsante Images presente nella
barra degli strumenti.
NETSCAPE: visualizza una pagina attraverso la quale è possibile creare una pagina
personalizzata.
PRINT: stampa una copia della pagina Web corrente.
SECURITY: apre una finestra che fornisce informazioni sulla sicurezza della pagina
Web attualmente visualizzata.
STOP: permette di interrompere il caricamento di una pagina Web.
116
Capitolo 6
Figura 6.15
2. Nella parte alta della finestra di navigazione si trova una seconda barra (figura 6.15)
che comprende un campo Location dove l’utente può inserire l’URL del documento
che vuole recuperare. In tale campo è indicato l’URL della pagina attualmente visualizzata. Inoltre tramite il pulsante Bookmarks posto sulla parte sinistra della barra si
accede rapidamente ai bookmark, argomento su cui torneremo tra breve.
Anche questa barra può venire nascosta per lasciare più spazio alla finestra principale; per far questo occorre cliccare sulla colonnina posta all’estrema sinistra della
barra.
3. Infine nella parte alta della finestra di navigazione si trova una terza barra che comprende una serie di pulsanti che attivano il collegamento ai siti che l’utente ritiene
di utilizzare più spesso. Dopo aver installato Netscape Communicator esisteranno
una serie di pulsanti prestabiliti (figura 6.16); l’utente può però personalizzare tale
barra aggiungendo o togliendo pulsanti.
Figura 6.16
Questo può essere fatto tramite gli strumenti offerti da una finestra (figura 6.17) che
viene richiamata selezionando, sulla barra visibile in figura 6.15, il pulsante Bookmarks e poi Edit Bookmarks oppure scegliendo Communicator → Bookmarks → Edit
Bookmarks.
Per riorganizzare la
barra basterà inserire o togliere siti
sotto la categoria
Personal Toolbar
Folder visibile nella
figura 6.17. Queste
operazioni potranno essere meglio
comprese dopo
aver letto anche il
punto 10. Anche
un indirizzo evidenziato in una
pagina Web può
diventare rapidamente un pulsante
Figura 6.17
semplicemente trascinando con il mouse tale indirizzo sulla barra visibile nella figura 6.16.
Questa barra, come le precedenti, può venire nascosta cliccando sulla colonnina
posta all’estrema sinistra della barra stessa.
Guida Internet per la Medicina
117
4. Nella parte inferiore della finestra di navigazione è visibile la barra di stato del
browser (figura 6.18). Tale barra fornisce informazioni dettagliate sul trasferimento delle pagine Web, infatti due indicatori (numero di byte e percentuale)
tengono l’utente costantemente informato sullo stato di caricamento della pagina richiesta. Tale barra comprende anche un’icona utile per aprire una finestra
che fornisce informazioni sulla sicurezza della pagina Web attualmente visualizzata.
Figura 6.18
5. Netscape Navigator permette di attivare contemporaneamente più collegamenti.
Selezionando File → New → Navigator Window, è infatti possibile aprire una nuova
finestra di navigazione che può essere usata in modo indipendente dalla prima finestra.
6. Selezionando Save as dal menù File si apre una finestra che permette all’utente di
salvare sul proprio Hard Disk la pagina Web corrente come file HTML o come file di
testo. Un file salvato in formato HTML conserva la formattazione della pagina originale, cioè mantiene i tag del linguaggio HTML; ciò invece non accade per un file
salvato in formato solo testo. Va sottolineato che anche salvando un documento in
formato HTML non vengono memorizzate le immagini eventualmente contenute
nel documento. Le immagini possono però essere salvate sull’Hard Disk una per
volta puntando il mouse sull’immagine, cliccando sul tasto destro del mouse e scegliendo dal menù che apparirà Save Image as.
Quando si sta guardando un documento che suddivide in più riquadri (frame) la
finestra di navigazione è possibile salvare solo la pagina del frame attualmente selezionato. Scegliendo Save Frame as dal menù File si apre infatti una finestra identica
a quella descritta sopra che permette all’utente di salvare sul proprio Hard Disk il
frame selezionato.
Dopo aver salvato una pagina Web su disco è possibile visualizzarla; per fare questo
con Navigator occorre selezionare Open Page dal menù File, premere il pulsante
Choose File e selezionare la directory in cui si trova il documento. Se il file che si
vuole aprire è in un formato diverso da HTML, ad esempio file con estensione “.gif”
o “.jpg”, affinchè quest’ultimo sia presente nell’elenco che viene mostrato occorre
scegliere come tipo di file All File.
Per stampare il documento attualmente visualizzato occorre selezionare Print dal
menù File o premere il pulsante PRINT sulla barra degli strumenti. La finestra che
appare consente anche di indicare le opzioni di stampa. Quando il documento
visualizzato contiene dei frames per eseguire l’operazione di stampa occorre selezionare Print Frame dal menù File; tale comando consente di stampare solo la pagina del frame selezionato. Anche in questo caso è possibile settare le opzioni di
stampa.
Va sottolineato che è possibile stampare una pagina anche se questa non è stata salvata sul proprio computer.
7. La selezione di Page Source dal menù View mostra il codice HTML del documento
attualmente visualizzato.
118
Capitolo 6
8. Puntando con il mouse su un collegamento ipertestuale presente nella pagina Web
attualmente visualizzata, sulla barra di stato del browser, posta nella parte bassa della
finestra di navigazione, apparirà l’URL relativo a tale collegamento.
9. L’utente può ritornare velocemente alle pagine Web già visitate. Selezionando il menù
Go appare infatti una lista parziale delle pagine Web visualizzate nella sessione corrente; un contrassegno accanto al titolo identifica il documento attualmente visualizzato.
Selezionando Communicator → Tools → History si apre una finestra che mostra informazioni relative alle pagine che sono state visitate sia nella sessione corrente che in
quelle precedenti. Va sottolineato che History, a differenza del bookmark, tiene traccia
di tutti i siti che l’utente ha visitato, non dei preferiti.
10. Netscape Navigator offre la possibilità di gestire in modo potente e flessibile i bookmark.
Con il termine bookmark si intende i riferimenti che i Web browser permettono di definire per rivisitare rapidamente una pagina già consultata in passato. In Navigator, per
memorizzare nel bookmark l’indirizzo del documento attualmente visualizzato, occorre
selezionare sulla barra posta nella parte alta della finestra di navigazione il pulsante Bookmarks e successivamente Add Bookmark oppure è possibile scegliere Bookmarks → Add
Bookmark dal menù Communicator. In questo modo all’elenco degli indirizzi memorizzati
nella parte finale del menù Bookmarks vengono aggiunti il titolo e l’indirizzo della pagina
Web di interesse. In futuro per riconsultare il documento basterà selezionare il suo titolo
dall’elenco dei siti preferiti. A differenza di ciò che accade con History l’indirizzo di tale
pagina rimarrà memorizzato nel bookmark finché l’utente non deciderà di cancellarlo.
Fortunatamente Netscape permette di organizzare gerarchicamente l’elenco dei siti preferiti in modo tale che quando un utente consulta il proprio bookmark non vede un elenco
disordinato contenente centinaia di riferimenti ma categorie, seguite da una o più sottocategorie, in cui sono raggruppati per analogia i siti di interesse. Selezionando sulla barra
posta nella parte alta della finestra di navigazione il pulsante Bookmarks e successivamente Edit Bookmarks oppure scegliendo Communicator → Bookmarks → Edit Bookmarks si
richiama una finestra (figura 6.17) che fornisce gli strumenti necessari per gestire i bookmark. Da tale finestra è infatti possibile riordinare i siti precedentemente memorizzati
all’interno delle categorie esistenti e anche creare nuove directory in cui inserire tali siti
aggiungendo così nuovi livelli di profondità al menù. Occorre specificare che è possibile
raggruppare i siti in categorie solo dopo che tali siti sono stati aggiunti all’elenco presente
nella seconda parte del menù Bookmarks. Per creare una nuova categoria all’interno del
proprio bookmark sulla finestra mostrata nella figura precedente occorre selezionare File
→ New Folder ed inserire un nome e la descrizione per la nuova categoria creata. In questo modo si aggiunge una nuova cartellina sotto la selezione corrente.
Successivamente è possibile inserire all’interno della nuova directory alcuni dei siti
memorizzati nell’elenco; per far ciò basta cliccare su di essi e, tenendo premuto il tasto del
mouse, trascinarli dentro la cartellina voluta. I siti che l’utente ha inserito nella nuova cartellina appariranno come un sottomenù che si apre quando l’utente, dopo aver aperto il
menù Bookmarks, seleziona quella directory. Nella figura 6.19 è mostrato un bookmark
organizzato gerarchicamente in più sottomenù.
Netscape Navigator memorizza i bookmark in un documento HTML.
Guida Internet per la Medicina
119
Figura 6.19
6.5.1.3 Utilizzo di Messenger, il modulo per la gestione della posta elettronica e
l’accesso ai Newsgroup
Messenger è il modulo per la gestione della posta elettronica e per l’accesso ai Newsgroup
disponibile in Communicator 4.61. Tale componente è richiamabile o premendo un’icona
posta all’estremità destra della barra di stato del browser, visibile nella parte inferiore della
finestra di navigazione, oppure selezionando Messenger dal menù Communicator presente in
tutti i componenti di Communicator 4.61.
Per poter inviare e ricevere messaggi di posta elettronica o per accedere ai Newsgroup
occorre però aver indicato nella configurazione di Netscape il Server Mail ed il Server
News. Questi dati dovrebbero essere stati già inseriti durante la creazione del profilo utente avvenuta la prima volta che si è lanciato Communicator. In caso contrario queste informazioni possono essere inserite successivamente; per fare questo occorre avviare Communicator, selezionare la voce Preferences dal menù Edit; sulla finestra di configurazione che
apparirà bisogna selezionare la Category Mail & Newsgroup e poi procedere come indicato
nella pagine precedenti dedicate alla configurazione di Netscape Communicator 4.61.
Per l’uso di Messenger come programma per la gestione della posta elettronica rimandiamo al paragrafo 3.2 del capitolo 4.
Il componente Messenger consente all’utente di accedere anche ai Newsgroup.
I Newsgroup sono aree in cui gli utenti di Internet possono discutere liberamente tra
loro di argomenti di interesse comune scambiandosi messaggi pubblici comunemente
120
Capitolo 6
definiti articoli. Per accedere ai Newsgroup, a cui è stato interamente dedicato il capitolo
5, si utilizzano dei programmi detti newsreader.
Messenger contiene un newsreader on-line che permette cioè di vedere, mentre si è
collegati in rete, la lista dei gruppi di discussione presenti su un computer remoto che fa
da distributore delle news (News Server), di visualizzare i titoli degli articoli e di leggere
interattivamente quelli che interessano. Messenger può anche lavorare in modalità offline in modo da consentire a chi si collega tramite modem di ridurre i tempi di connessione e quindi i costi. Per l’utilizzo del componente Messenger come newsreader on-line
rimandiamo al paragrafo 3.1 del capitolo 5, mentre invitiamo il lettore a fare riferimento
alla guida in linea di tale programma per la modalità off-line.
6.6 Form e Common Gateway Interface
Un WWW Server può fornire ad un Client pagine statiche o pagine dinamiche.
Le pagine statiche sono documenti HTML, staticamente memorizzati sul Server Web, che vengono creati prima che i Client ne facciano esplicita richiesta. Nel modello statico un browser usa
il protocollo HTTP per richiedere ad un Server Web un file HTML. Il Server riceve la richiesta ed
invia una pagina HTML
al browser, che formatta e visualizza la pagina
(figura 6.20). In questo
modello il Server Web
ritorna all’utente pagine
HTML senza intraprenFigura 6.20
dere una particolare
azione.
Il modello statico consente tra l’utente e il Web Server un’interazione molto più limitata
rispetto a quella fornita dal modello dinamico che utilizza la Common Gateway Interface
(CGI), un meccanismo di comunicazione creato per interfacciare i programmi con i Server
WWW. Sul Server Web si possono infatti sviluppare programmi, conosciuti con il nome
CGI script, che permettono di creare pagine HTML dinamiche in risposta ad una particolare elaborazione richiesta dall’utente ed in funzione dei parametri inviati dal Client.
Per poter illustrare le modalità di funzionamento dei CGI script, occorre prima introdurre ulteriori concetti del linguaggio HTML. Il linguaggio HTML, oltre a permettere di
creare documenti multimediali, include anche un elemento che consente di specificare
form (moduli) che vengono utilizzati per raccogliere remotamente i dati che saranno poi
trasmessi ad un CGI script che risiede su di un Server WWW. L’introduzione dei form
nel linguaggio HTML permette quindi una più attiva interazione tra l’utente remoto e il
WWW; è infatti possibile la creazione di pagine WWW che vengono generate da un programma, eseguito sul computer che ospita il WWW Server, in funzione dell'input proveniente dalla compilazione di un form da parte dell’utente remoto.
All’interno di un documento HTML un elemento form è racchiuso tra i tag <form> e </form> e può
includere alcuni attributi. In particolare possiede un attributo obbligatorio, action, che specifica la URL
Guida Internet per la Medicina
121
dello script CGI a cui il contenuto del modulo deve essere inviato e l’attributo method che indica la
modalità di trasmissione che viene usata per inviare al Server WWW i dati raccolti con il form. Le scelte
valide sono GET e POST.
Ad esempio
<form action=”http ://www.dfc.unifi.it/script/wsendmail.exe” method=”POST”>
....
</form>
indica che dovrà essere eseguito lo script wsendmail.exe, che si trova nella directory script del Server
www.dfc.unifi.it, quando il form verrà inviato dal Client al Server.
I seguenti tag possono essere usati solo all’interno di un elemento <form> ... </form>:
1. <input>
2. <select> ... </select>
3. <option>
4. <textarea> ... </textarea>
L’elemento input è usato per specificare all’interno di un form una grande varietà di differenti tipi di
input. L’attributo type, incluso nell’elemento input, determina il tipo del campo; ad esempio:
• type=text, consente di inserire campi testuali di lunghezza limitata;
• type=password, analogo al precedente, ma non visualizza i dati inseriti;
• type=radio, consente di scegliere un solo valore in un insieme costituito da vari “bottoni radio” che
hanno lo stesso nome;
• type=checkbox, consente di selezionare zero o più valori in un dato insieme;
• type=reset, definisce un pulsante che quando viene selezionato annulla tutti gli inserimenti effettuati
resettando i campi del form ai loro valori di default;
• type=submit, definisce un pulsante che quando viene selezionato invia il contenuto del form alla
URL specificata.
L’elemento select è usato per creare menù a scelta singola o multipla; infatti tale elemento definisce e
visualizza un insieme di valori opzionali dal quale l’utente può selezionarne uno o più se viene specificato 1’attributo multiple. Questo elemento richiede il tag <option> per ogni possibile valore selezionabile.
L’elemento textarea consente agli utenti di inserire più linee di testo.
I dati raccolti con il form consistono in un insieme di coppie nome = valore, dove il nome è specificato
dall’attributo name dei vari campi del form. Tali coppie vengono inviate al Server secondo la modalità di
trasmissione indicata nell’attributo method.
I browser WWW, oltre ai documenti multimediali scritti in HTML, possono quindi visualizzare anche i
form. Un browser, dopo avere raccolto i dati tramite un form, invia l’informazione al Server Web specificato
nel form; successivamente tale Server esegue un programma (CGI script), anche questo specificato nell’action del form, che può elaborare l’informazione raccolta. Va notato che i CGI script possono essere scritti in
scripting language (Perl, TCL, ecc.) o in qualsiasi altro linguaggio di programmazione (C, Pascal, Basic, ecc.).
Il meccanismo che consente al Server WWW di ricevere i dati dal Client ed eseguire i
programmi necessari ad elaborarli si chiama Common Gateway Interface.
La CGI, cioè il meccanismo di comunicazione tra Server Web e script CGI, può essere schematizzata
nel seguente modo:
122
Capitolo 6
1. 1’utente, dopo aver riempito i campi del form, seleziona il bottone di “invio dati”; i dati raccolti vengono così trasmessi al Server specificato nell’attributo action dell’elemento form;
2. il Server richiama lo script CGI, anche questo specificato nell’attributo action, trasmettendogli i dati;
3. viene eseguito, con i dati ricevuti, il codice dello script CGI;
4. lo script CGI restituisce i risultati al Server Web;
5. il Server Web invia tali risultati al Client.
La Common Gateway Interface è dunque un meccanismo di comunicazione creato per
interfacciare i programmi con i Server WWW. Tale standard supporta la generazione
dinamica di pagine Web.
Di seguito illustriamo un esempio che mostra alcuni dei concetti sopra esposti. L’esempio si riferisce ad un form utilizzato per raccogliere dati relativi al tipo di trattamento utilizzato in pazienti con linfoma di Hodgkin: il codice HTML è mostrato nella figura 6.21,
mentre la figura 6.22 mostra come tale documento viene visualizzato da un browser.
6.7 Java
Per conferire un contenuto dinamico al WWW, oltre ai CGI script, è possibile utilizzare un linguaggio di programmazione, denominato Java, che permette di fornire alle pagine Web un contenuto interattivo.
È infatti possibile scrivere un’applet, cioè un programma Java, che può essere racchiusa
all’interno di un documento HTML per fornire ad una pagina Web un contenuto eseguibile ed interattivo. Una pagina HTML può quindi contenere non solo testo, immagini e
sequenze audio e video, ma anche il riferimento ad un programma scritto in Java che
viene trasferito ed eseguito automaticamente sul computer locale quando l’utente richiama tale pagina.
A differenza dei CGI script, che vengono eseguiti sul computer che ospita il Server
WWW, con Java è quindi possibile scrivere un programma il cui codice eseguibile viene
trasferito dal Server WWW al Client che lo ha richiamato e su quest’ultimo computer
viene eseguito in modo automatico.
Java è stato progettato per sviluppare applicazioni che si basano sulla rete, ed è pertanto estremamente importante che un’applicazione Java sia in grado di girare su tutti i differenti tipi di computer connessi ad Internet. Poichè Internet è composta da una grande
varietà di computer con differenti sistemi operativi, affinchè un programma possa essere
eseguito su qualsiasi computer connesso in rete è indispensabile che tale programma sia
scritto in un linguaggio di programmazione indipendente dall’architettura. Java è un linguaggio ad oggetti che possiede questa caratteristica.
Ciò significa che, dato un programma scritto in Java, il compilatore, anzichè produrre un codice
macchina nativo, genera un formato oggetto bytecode indipendente dall’architettura. Tale codice
intermedio viene poi eseguito su un qualsiasi sistema che abbia una macchina virtuale Java, cioè
un interprete Java ed un sistema run-time. Il vantaggio principale di questo approccio è quello di
permettere ad una applicazione Java di girare su qualsiasi computer connesso ad Internet.
Guida Internet per la Medicina
<html><head><title>Modifica dati nel Database del linfoma di Hodgkin</title></head>
<body bgcolor="#FFFFFF">
<p align="center"><font size="4">Modifica dati nel Database del linfoma di Hodgkin</font></p>
<p align="center"><font size="4">SCHEDA TRATTAMENTO</font></p>
<p><b>Il Numero di Cartella deve essere fornito obbligatoriamente.</b></p>
<hr>
<form action="/hodgkin/aggiungitratt.asp" method="POST">
<table border="5" cellpadding="5" width="90%">
<tr>
<td><b>Numero Cartella </b></td>
<td><input type="text" size="10" name="ncartella"></td>
</tr>
<tr>
<td>Trattamento </td>
<td><select name="tratt" size="1">
<option value="1">1 - RT</option>
<option value="2">2 - RT+CHT</option>
<option value="3">3 - CHT</option>
</select></td>
</tr>
<tr>
<td>Volume di trattamento radioterapico</td>
<td><select name="volume" size="1">
<option value="0">0 - no radioterapia</option>
<option value="1">1 - volume limitato (IF)</option>
<option value="2">2 - submantello</option>
<option value="3">3 - mantello</option>
<option value="4">4 - subtotal nodal irr.</option>
<option value="5">5 - total nodal irr.</option>
</select></td>
</tr>
<tr>
<td>Schema di Chemioterapia</td>
<td><select name="chemio" size="1">
<option value="0">0 - non eseguita</option>
<option value="1">1 - MOPP</option>
<option value="2 ">2 - ABVD</option>
<option value="3">3 - MOPP/ABVD</option>
<option value="4">4 - ibrido MOPP/ABVD</option>
<option value="5">5 - altre</option>
</select></td>
</tr>
<tr>
<td>Data inizio terapia<font size="2"><em> (dd/mm/yy)</em></font></td>
<td><input type="text" size="8" name="datin"></td>
</tr>
<tr>
<td>Data fine terapia <font size="2"><em>(dd/mm/yy)</em></font></td>
<td><input type="text" size="8" name="dafin"></td>
</tr>
</table>
<p><input type="submit" name="send" value="Invia dati"></p>
</form>
</body></html>
Figura 6.21
123
124
Capitolo 6
Figura 6.22
Java è quindi un linguaggio che consente di fornire alle pagine Web un contenuto eseguibile ed interattivo e che possiede caratteristiche tali da renderlo estremamente adatto
allo sviluppo di applicazioni che si basano su Internet. (14)
Bibliografia
1)
McEnery K.W. The Internet, World-Wide Web, and Mosaic: an overview. AJR 1995; 164: 469473
2) Richardson M. L. A World-Wide Web radiology teaching file Server on the Internet. AJR
1995; 164: 479-483
3) Berners-Lee T., Cailliau R., Luotonen A., Nielsen H. F., and Secret A. The World-Wide Web.
Communications of the ACM 1994; 37(8): 76-82
4) Glowniak J.V. An Introduction to the Internet, Part 3: Internet Services. J Nucl Med Technol
1995; 23:231-248
5) Cradduck T.D. The Wide World of Internet. JNM 1994; 35(8): 30N-34N
6) Jaffe C. C., Lynch P. J. Computer-aided instruction in radiology: opportunities for more effective learning. AJR 1995; 164: 463-467
7) V. Balasubramanian. State of the Art Review on Hypermedia Issues And Applications (Cap.
1). http://www.isg.sfu.ca/~duchier/misc/hypertext_review/index.html
8) HyperText Markup Language (HTML). http://www.w3.org/MarkUp/
9) Un mondo da sfogliare. PC Professionale 1996; N. 61:250-286
10) La guerra dei browser. PC Professionale 1996; N. 67:306-371
Guida Internet per la Medicina
125
11) Bertola V. Internet & Computing Italian FAQ. http://www.polito.it/cetem/attivita/
prodotti/cdrom/icfaq41p/indice_c.htm
12) Azteni P., Ceri S., Paraboschi S., Torlone R. Basi di dati concetti, linguaggi e architetture.
McGraw-Hill 1996
13) Netscape Communicator 4.5 Tutorial for New Users. http://home.netscape.com/
browser/using/newusers/index.html
14) Flanagan D. Java in a Nutshell. ÒReilly & Associates, Inc., 1996

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