luigi bacialli - Archivio Storico
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luigi bacialli - Archivio Storico
[353] – 356 LUIGI BACIALLI Il 18 febbraio, colpito da una grave crisi cardiaca, circondato dai Suoi figli e dai Suoi allievi, cessava di vivere LUIGI BACIALLI. Grave lutto per la ginecologia italiana che perde così una delle figure più eminenti, uno dei più appassionati cultori, una nobile figura di maestro. Luigi Bacialli nacque a Bologna il 25 dicembre 1889 e in Bologna compì gli studi universitari, conseguendo nel 1914 la laurea col massimo dei voti. Ancora studente aveva frequentato con particolare assiduità gli Istituti di Anatomia Umana e di Fisiologia e negli ultimi tre anni di corso le divisioni mediche e chirurgiche del grande Ospedale Maggiore. Subito dopo la laurea, lasciata Bologna, assunse il posto di assistente nella Clinica ostetrica e ginecologica di Parma, diretta allora da Ersilio Ferroni. Nella clinica parmense, però, potè rimanere solo pochi mesi: entrata l'Italia in guerra, partì per il fronte e come ufficiale medico fu sempre presso le truppe in prima linea. Ferito gravemente, incurante della propria vita, rifiutò di allontanarsi dal suo posto di medicazione per continuare a prestare la sua opera agli altri feriti, finché, esausto di forze, cadde privo di sensi. Alla fine del conflitto fu inviato in Francia da dove, congedato, ritornò per riprendere il suo posto di assistente nella clinica di Firenze dove, nel frattempo, si era trasferito il Ferroni. Della medaglia d'argento e della croce di guerra di cui fu decorato, Bacialli fu sempre particolarmente e giustamente orgoglioso. Ripreso con grande lena il lavoro nella clinica fiorentina, portò a termine una serie tale di ricerche cliniche e sperimentali da consentirgli di conseguire in pochi anni la libera docenza nella nostra specialità. Nella stessa clinica fu nominato aiuto nel 1924 e nel 1927 per consiglio del Ferroni accettò la direzione della Scuola ostetrica di Camerino. Quali furono le vicissitudini, le ansie, le perplessità del giovane direttore di una Scuola Ostetrica che in pratica non esisteva, Bacialli, pochi mesi prima, volle illustrare in una memorabile seduta della Società Medica di Bologna. Allora però non disse quanto Egli fece per ricostruire dalle radici quella Scuola, che fornì anche di un corredo di materiale didattico tale da consentire alle giovani allieve che, in numero sempre maggiore, accorrevano alle sue lezioni, di accostarsi con meno difficoltà ai nuovi studi, non sempre facili per chi manca di una adeguata preparazione. E altri progetti avrebbe realizzati, nella speranza di rendere meno penosa la vita di quei tempi, se non avesse avuto la fortuna di essere chiamato, con voto unanime, dalla Facoltà di Medicina di Torino a dirigere la Scuola Ostetrica di Novara. Breve sosta anche quella di Novara: nel 1932 vincitore del concorso, Bacialli passò a dirigere la Clinica ostetrica e ginecologica di Sassari e dopo soli tre anni, nel 1935 quella di Modena finché nel 1936 fu chiamato a Bologna, nella Sua città, nella grande clinica, voluta e creata da Pasquale Sfameni. Diresse questa Clinica fino al 1960, epoca del suo collocamento fuori ruolo. Nel 1956 fu eletto Preside della Facoltà di Medicina e tale carica tenne, per la fiducia dei colleghi, per nove anni fino al 1965, quando, per raggiunti limiti di età, fu collocato a riposo. Fu nominato, nello stesso anno per voto unanime della Facoltà, professore emerito. Una disamina particolareggiata delle cento e più pubblicazioni non sarebbe qui possibile; ricordo qualche punto più saliente della Sua attività scientifica che, cominciata subito dopo la laurea, ha avuto una continuità regolare anche nel periodo di maggiore impegno professionale. Le ricerche sul chimismo gastrico in gravidanza, sulla trasmissione attraverso la placenta del virus filtrabile tubercolare, quella sull'esistenza della menotossina, rappresentano importanti contributi confermati da altri ricercatori e con altre ricerche condotte con lo stesso indirizzo. Gli studi sulla gravidanza cervicale, sulle emiplegie in travaglio di parto, sulle lesioni nervose in gravidanza, la Sua monografia sulla miomectomia, sono tra i lavori più dimostrativi della versatilità del Bacialli anche in campo clinico ove lasciano un'impronta che il tempo non potrà cancellare. Talora, allontanandosi dal laboratorio e dalle ricerche cliniche, Bacialli contribuiva, con le Sue note di tecnica operativa ginecologica, a dare direttive precise in tema di terapia chirurgica dei tumori benigni e maligni dell'utero, e in particolare di terapia chirurgica della sterilità femminile; contributi importanti questi che mettono in evidenza le caratteristiche più fulgide della Sua esperienza. Molti problemi sociali di ostetricia e ginecologia occuparono la mente del Maestro che in una lunga serie di articoli di divulgazione e di propaganda, meravigliosi per la nobiltà della forma e densità di pensiero, imponeva la ricerca di quelle previdenze indispensabili alla difesa e alla protezione delle madri. Bacialli fu presidente della Società di ostetricia e ginecologia della quale, subito dopo l'ultima guerra, attese alla riorganizzazione e fu presidente della Società Tosco-Umbro-Emiliana di ostetricia e ginecologia: le maggiori Società ginecologiche di Francia, Germania, America del Sud lo vollero come socio corrispondente. Per sette anni fu anche presidente della Società medico-chirurgica di Bologna. Accademico Benedettino dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, Bacialli anche in quella sede, assiduo frequentatore, portò il Suo contributo. Ricerche Sue personali e quelle dei Suoi allievi furono comunicate sempre con dovizia di documentazione, con chiarezza di esposizione, con conclusioni sempre prudenti. Luigi Bacialli fu un Maestro ed un Clinico eminente. Del Clinico ebbe le qualità più caratteristiche: lo spirito di osservazione, l'accuratezza dell'analisi, la rapidità della sintesi, le capacità organizzative. Animatore instancabile, cercò di realizzare nella clinica, accanto ai grandi reparti di ostetricia e ginecologia, oltre al consultorio generico ostetrico e ginecologico, quello per la diagnosi e la cura della sterilità, quello per le gravide cardiopatiche, quello per lo studio e la diagnosi della sofferenza fetale e quello per la diagnosi precoce dei tumori della sfera genitale. Operatore brillante, Bacialli eseguiva gli interventi con tecnica precisa, evitando sempre traumatismi inutili, curando sempre ed in modo che poteva sembrare quasi eccessivo, l'emostasi, la peritoneizzazione, la sutura delle pareti. Negli interventi radicali per le forme tumorali maligne, aveva acquistato una grande esperienza. Del resto la sala operatoria era un po' una Sua particolare passione: spesso, quando poteva, si recava all'estero a visitare le cliniche più rinomate, per assistere ad atti operatori, per studiare i metodi degli altri chirurghi, per riprendere ed attuare al ritorno quanto Egli pensava vi fosse di meglio. E fu proprio in uno di questi viaggi di studio a Vienna nel 1951 che fu colpito per la prima volta da un infarto cardiaco. Superò la crisi gravissima e riprese, senza risparmiarsi, la Sua attività professionale e didattica, continuando a vivere nella clinica e per la clinica, accanto ai Suoi allievi per i quali fu un vero padre spirituale. Quando raggiunti i 70 anni di età fu collocato fuori ruolo, con ineguagliabile dedizione per altri cinque anni mantenne la presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Cercava il Maestro nel lavoro, nello studio assiduo, nella partecipazione attiva alle riunioni scientifiche, un conforto alle grandi amarezze che gravissimi lutti familiari e più ancora la grave malattia che aveva colpito l'adorata Consorte, Gli avevano procurate. Quasi tutte le mattine tornava nella Sua clinica dove sapeva che i Suoi allievi Lo attendevano e certo per Lui era motivo di soddisfazione comprendere come le Sue parole, i Suoi consigli erano sempre accolti con devota deferenza. Possa ancora oggi Egli sentire quanto grande è il dolore dei Suoi allievi per la Sua scomparsa, quanto grande è il vuoto che Egli ha lasciato in tutti e più ancora in quelli che avevano avuto il bene di averLo vicino in questi ultimi anni. PIETRO QUINTO