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il FOGLIETTO
dell’Istituto dei Canossiani
PUBBL. TRIMESTRALE ANNO 82 - N. 2/3 - Aprile - Settembre 2013
Poste Italiane spa - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Verona
Anno 82 — n. 2/3 Aprile - Settembre 2013
Attraverso di voi giovani entra il futuro nel mondo.
A voi chiedo anche di essere protagonisti
di questo cambiamento.
Vi chiedo di essere costruttori del mondo,
di mettervi al lavoro per un mondo migliore.
Cari giovani, per favore,
non “guardate dal balcone” la vita,
mettetevi in essa,
Gesù non è rimasto nel balcone, si è immerso;
non “guardate dal balcone” la vita,
immergetevi in essa come ha fatto Gesù.
Papa Francesco - Veglia di preghiera con i giovani
(Rio de Janeiro, 27 luglio 2013)
il
FOGLIETTO
dell’Istituto dei Canossiani
Anno 82 — n. 2/3 Aprile - Settembre 2013
Sommario
La Chiesa che Papa Francesco sogna… – Discorso del Santo Padre durante l’incontro con i Vescovipag. 1
Sempre in… gamba, come alla prima edizione! – La “Cicloverde” di Cavarzere è giunta alla 34° edizione
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30° di presenza canossiana a Riposto - 25° della parrocchia dei Santi Apostoli
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Giubilei di Professione religiosa e di ordinazione sacerdotale 2013
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Ragguardevoli traguardi di Padre Giuseppe Baccin – Festeggiato nella parrocchia e nell’oratorio di Lavis
Una felice rimpatriata a Ca’ Zen di Asolo – La giornata di fraternità delle Comunità del Nord-Est Grazie, Marina! – In pensione dopo 41 anni di servizio al Patronato di Conselve
Un «laboratorio di talenti» – Grest all’Oratorio di Lavis
“FantaSì” e la storia infinita – Al Grest 2013 dell’Oratorio di Fasano (BR)
Alle sorgenti dell’arcobaleno! – Grest a Conselve
Megalì – il segreto della città sospesa – A Favignana, un mese per creare legami di gioia insieme
In copertina: momento finale del Grest di Conselve
Tre settimane a FantàSì – Oratorio Estivo a S. Maddalena di Canossa – RM Ottavia
“Gimme five… ho trovato un senso!” – Grest a Castelli di Monfumo
“Everybody: un corpo mi hai preparato!” – Grest all’Oratorio dei SS. Giacomo e Giovanni - Milano
In cammino… con la Caritas diocesana di Padova – Aperto il Centro di Ascolto Vicariale
“Come se vedesse l’invisibile...” – 18-22 luglio, Esercizi spirituali per i Laici Canossiani a Moccone
Primo incontro del coordinamento nazionale ALC – Roma, Don Orione, 25 - 26 maggio 2013
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“O Senhor Jesus nos envia ao mundo todo!” – Nova missão canossiana em Presidente Dutra, Maranhão» 30
Celebrazioni per il 25° del Seminario Canossiano – Il messaggio del p. Vicario Generale
Attività estive in parrocchia e in oratorio a Tondo – Parrocchia San Pablo Apostol – Tondo, Manila
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Special events in the journey of the Philippine Delegation »
Nozze nel Signore e nella solidarietà per Sara e Fabrizio – Un modo solidale per celebrare le feste della vita»
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Dalla GMG di Manila un contatto di amicizia e un’adozione a distanza per Tondo
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La solidarietà... fa festa! – Cena solidale a favore delle missioni di Brasile e Filippine
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In memoria di p. Marcello Gianola
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Il Gruppo Missionario si incontra – S. Giorgio di Acilia - Roma, 7 giugno 2013
“Vi volete bene?” – Ricordo di M. Renata Colombo
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AVVISO AL LETTORE
L’ente morale Congregazione dei Figli della Carità – Canossiani la informa che i suoi dati (indirizzo) fanno parte
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P. Antonio Papa
Via Santa Giuseppina Bakhita, 1 – 37142 - Poiano - VERONA
Direttore resp.: Padre Antonio Papa
Con approvazione ecclesiastica
Registrato al Tribunale di Venezia n. 333 – 22-05-1962
In redazione: Francesca Mauli
Stampa: Stimmgraf – Verona
Tel. 045 8731282
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il FOGLIETTO
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La Chiesa che Papa
Francesco sogna…
C
ari fratelli,
com’è buono e bello trovarmi qui con
voi, Vescovi del Brasile! (…)
Siamo riuniti un po’ in disparte (…) per rimanere da soli e poter parlare da cuore a
cuore, come Pastori ai quali Dio ha affidato il suo Gregge. Nelle strade di Rio, giovani di tutto il mondo e tante altre moltitudini ci aspettano, bisognosi di essere
raggiunti dello sguardo misericordioso di
Cristo Buon Pastore, che siamo chiamati
a rendere presente. Godiamo, quindi, di
questo momento di riposo, di condivisione, di vera fraternità. Cominciando dalla
Presidenza della Conferenza Episcopale e
dall’Arcivescovo di Rio de Janeiro, voglio
abbracciare tutti e ciascuno, specialmente i Vescovi emeriti.
Più che un discorso formale, voglio condividere con voi alcune riflessioni. La prima
mi è venuta in mente quando ho visitato
il santuario di Aparecida. Lì, ai piedi della
statua dell’Immacolata Concezione, ho
pregato per voi, per le vostre Chiese, per i
vostri presbiteri, religiosi e religiose, per i
vostri seminaristi, per i laici e le loro famiglie e, in modo particolare, per i giovani e
per gli anziani, entrambi sono la speranza
di un popolo; i giovani, perché portano la
forza, l’illusione, la speranza del futuro; gli
anziani, perché sono la memoria, la saggezza di un popolo1.
1 Il Documento di Aparecida sottolinea come i bambini, i giovani e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli (cfr n. 447).
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Discorso del Santo Padre durante l’incontro con i Vescovi
del Brasile - Rio de Janeiro – Episcopio, 27 luglio 2013
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1. Aparecida: chiave di lettura per la missione della Chiesa In Aparecida, Dio ha
offerto al Brasile la sua propria Madre.
Ma, in Aparecida, Dio ha dato anche una
lezione su Se stesso, circa il suo modo di
essere e di agire. Una lezione sull’umiltà
che appartiene a Dio come tratto essenziale, è nel DNA di Dio. C’è qualcosa di perenne da imparare su Dio e sulla Chiesa
in Aparecida; un insegnamento che né la
Chiesa in Brasile, né il Brasile stesso devono dimenticare.
All’inizio dell’evento di Aparecida c’è la
ricerca dei poveri pescatori. Tanta fame e
poche risorse. La gente ha sempre bisogno di pane. Gli uomini partono sempre
dei loro bisogni, anche oggi. Hanno una
barca fragile, inadatta; hanno reti scadenti, forse anche danneggiate, insufficienti.
Prima c’è la fatica, forse la stanchezza, per
la pesca, e tuttavia il risultato è scarso: un
fallimento, un insuccesso. Nonostante
gli sforzi, le reti sono vuote. Poi, quando
vuole Dio, Egli stesso subentra nel suo Mistero. Le acque sono profonde e tuttavia
nascondono sempre la possibilità di Dio;
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e Lui è arrivato di sorpresa, forse quando
non era più atteso. La pazienza di coloro
che lo attendono è sempre messa alla
prova. E Dio è arrivato in modo nuovo,
perché può sempre reinventarsi: un’immagine di fragile argilla, oscurata dalle
acque del fiume, anche invecchiata dal
tempo. Dio entra sempre nelle vesti della
pochezza.
Ecco allora l’immagine dell’Immacolata
Concezione. Prima il corpo, poi la testa,
poi il ricongiungimento di corpo e testa:
unità. Quello che era spezzato riprende
l’unità. Il Brasile coloniale era diviso dal
muro vergognoso della schiavitù. La Madonna Aparecida si presenta con il volto
negro, prima divisa, poi unita nelle mani
dei pescatori.
C’è un insegnamento perenne che Dio
vuole offrire. La sua bellezza riflessa nella Madre, concepita senza peccato originale, emerge dall’oscurità del fiume.
In Aparecida, sin dall’inizio, Dio dona un
messaggio di ricomposizione di ciò che è
fratturato, di compattazione di ciò che è
diviso. Muri, abissi, distanze presenti an-
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Visita apostolica del Papa in Brasile per la GMG 2013
T
anti i discorsi e gli interventi, soprattutto molti i segni eloquenti e rinnovatori, offerti dal Papa Francesco durante la sua visita in Brasile in occasione della GMG. Offerti
con quella semplicità e immediatezza evangelica che si stanno rivelando come suo
carisma personale, suo stile pastorale. Ogni Papa, nell’offrire alla Chiesa il suo ministero di unità e di guida, offre anche il suo dono personale, il suo modo di vivere e di incarnare la fede, il servizio, la presidenza nella carità. Abbiamo scelto di pubblicare parte
del suo discorso, meglio della sua conversazione, con i Vescovi del Brasile. Rilegge in
profondità il messaggio dell’apparizione della Vergine in Aparecida. Rivela di conoscere a fondo non solo il testo del documento di Aparecida (al quale aveva lavorato in
prima persona da cardinale), ma anche la realtà del Brasile e della Chiesa brasiliana,
le sue povertà e le sfide che la attendono. Ma rivela anche il volto di Chiesa che Papa
Francesco sogna e propone alla Chiesa universale: una Chiesa madre, che agli incroci
dell’umanità, incontra Dio e incontra le attese dell’uomo. Una Chiesa in permanente
conversione spirituale e pastorale; una Chiesa attenta soprattutto alle periferie, come
lo è l’Amazzonia per il Brasile.
che oggi sono destinati a scomparire. La
Chiesa non può trascurare questa lezione: essere strumento di riconciliazione.
I pescatori non disprezzano il mistero incontrato nel fiume, anche se è un mistero
che appare incompleto. Non buttano via i
pezzi del mistero. Attendono la pienezza.
E questa non tarda ad arrivare. C’è qualcosa di saggio che dobbiamo imparare. Ci
sono pezzi di un mistero, come tessere di
un mosaico, che incontriamo e vediamo.
Noi vogliamo vedere troppo in fretta il
tutto e Dio invece si fa vedere pian piano.
Anche la Chiesa deve imparare questa attesa.
Poi, i pescatori portano a casa il mistero.
La gente semplice ha sempre spazio per
far albergare il mistero. Forse abbiamo ridotto il nostro parlare del mistero ad una
spiegazione razionale; nella gente, invece, il mistero entra dal cuore. Nella casa
dei poveri Dio trova sempre posto.
I pescatori “agasalham”: rivestono il mistero della Vergine pescata, come se lei
avesse freddo e avesse bisogno di essere
riscaldata. Dio chiede di essere messo al
riparo nella parte più calda di noi stessi: il
cuore. Poi è Dio a sprigionare il calore di
cui abbiamo bisogno, ma prima entra con
l’astuzia di colui che mendica. I pescatori
coprono quel mistero della Vergine con il
manto povero della loro fede. Chiamano
i vicini per vedere la bellezza trovata; si riuniscono intorno ad essa; raccontano le
loro pene in sua presenza e le affidano le
loro cause. Consentono così che le intenzioni di Dio si possano attuare: una grazia,
poi l’altra; una grazia che apre ad un’altra;
una grazia che prepara un’altra. Dio va
gradualmente dispiegando l’umiltà misteriosa della sua forza.
C’è da imparare tanto da questo atteggiamento dei pescatori. Una Chiesa che fa
spazio al mistero di Dio; una Chiesa che
alberga in se stessa tale mistero, in modo
che esso possa incantare la gente, attirar-
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la. Solo la bellezza di Dio può attrarre. La
via di Dio è l’incanto, il fascino. Dio si fa
portare a casa. Egli risveglia nell’uomo il
desiderio di custodirlo nella propria vita,
nella propria casa, nel proprio cuore. Egli
risveglia in noi il desiderio di chiamare i
vicini per far conoscere la sua bellezza. La
missione nasce proprio da questo fascino
divino, da questo stupore dell’incontro.
Parliamo di missione, di Chiesa missionaria. Penso ai pescatori che chiamano i loro
vicini per vedere il mistero della Vergine.
Senza la semplicità del loro atteggiamento, la nostra missione è destinata al fallimento.
La Chiesa ha sempre l’urgente bisogno
di non disimparare la lezione di Aparecida, non la può dimenticare. Le reti della
Chiesa sono fragili, forse rammendate;
la barca della Chiesa non ha la potenza
dei grandi transatlantici che varcano gli
oceani. E tuttavia Dio vuole manifestarsi
proprio attraverso i nostri mezzi, mezzi
poveri, perché è sempre Lui che agisce.
Cari Fratelli, il risultato del lavoro pastorale non si appoggia sulla ricchezza delle risorse, ma sulla creatività dell’amore.
Servono certamente la tenacia, la fatica,
il lavoro, la programmazione,
l’organizzazione, ma prima di tutto bisogna sapere che la forza della Chiesa non
abita in se stessa, bensì si nasconde nelle
acque profonde di Dio, nelle quali essa è
chiamata a gettare le reti.
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Un’altra lezione che la Chiesa deve ricordare sempre è che non può allontanarsi
dalla semplicità, altrimenti disimpara il
linguaggio del Mistero e non solo resta
fuori dalla porta del Mistero, ma non riesce neppure ad entrare in coloro che dalla
Chiesa pretendono quello che non possono darsi da sé, cioè Dio stesso. A volte,
perdiamo coloro che non ci capiscono
perché abbiamo disimparato la semplicità, importando dal di fuori anche una
razionalità aliena
alla nostra gente. Senza la grammatica
della semplicità, la Chiesa si priva delle
condizioni che rendono possibile “pescare” Dio nelle acque profonde del suo
Mistero.
Un ultimo ricordo: Aparecida è comparsa in un luogo di incrocio. La strada che
univa Rio, la capitale, con San Paolo, la
provincia intraprendente che stava nascendo, e Minas Gerais, le miniere molto
ambite dalle Corti europee: un crocevia
del Brasile Coloniale. Dio appare negli incroci. La Chiesa in Brasile non può dimenticare tale vocazione inscritta in sé fin dal
suo primo respiro: essere capace di sistole e diastole, di raccogliere e diffondere.
2. L’apprezzamento per il percorso della
Chiesa in Brasile.
I Vescovi di Roma hanno avuto sempre il
Brasile e la sua Chiesa nel loro cuore. Un
meraviglioso percorso è stato compiuto.
Dalle 12 diocesi durante il Concilio Vaticano I alle attuali 275 circoscrizioni. Non
si è avviata l’espansione di un apparato o
di un’impresa, ma piuttosto il dinamismo
dei “cinque pani e due pesci” evangelici,
che, messi a contatto con la bontà del
Padre, in mani callose sono diventati fecondi.
(… il Papa ripercorre come gli ultimi Pontefici hanno accompagnato il cammino
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della Chiesa brasiliana, ma anche il lavoro senza risparmio di molti pastori) Oggi
siamo in un momento nuovo. Come si è
bene espresso il Documento di Aparecida: non è un’epoca di cambiamento, ma
è un cambiamento d’epoca. Allora, oggi
è sempre urgente domandarci: che cosa
chiede Dio a noi? A questa domanda vorrei tentare di offrire qualche linea di risposta.
3. L’icona di Emmaus come chiave di lettura del presente e del futuro.
Anzitutto non bisogna cedere alla paura
di cui parlava il beato John Henry Newman: «Il mondo cristiano sta gradualmente diventando sterile, e si esaurisce come
una terra sfruttata a fondo che diviene
sabbia»2. Non bisogna cedere al disincanto, allo scoraggiamento, alle lamentele. Abbiamo lavorato molto e, a volte, ci
sembra di essere degli sconfitti, come chi
deve fare il bilancio di una stagione ormai
persa, guardando a coloro che ci lasciano
o non ci ritengono più credibili, rilevanti.
Rileggiamo in questa luce, ancora una
volta, l’episodio di Emmaus (cfr Lc 24,
13-15). I due discepoli scappano da Gerusalemme. Si allontano dalla “nudità” di
Dio. Sono scandalizzati dal fallimento del
Messia nel quale avevano sperato e che
ora appare irrimediabilmente sconfitto,
2 Letter of 26 January 1833, in: The Letters and Diaries of John Henry Newman, vol. III, Oxford 1979, p. 204.
umiliato, anche dopo il terzo giorno (vv.
17-21). Il mistero difficile della gente che
lascia la Chiesa; di persone che, dopo essersi lasciate illudere da altre proposte,
ritengono che ormai la Chiesa - la loro Gerusalemme - non possa offrire più qualcosa di significativo e importante. E allora
vanno per la strada da soli, con la loro delusione. Forse la Chiesa è apparsa troppo
debole, forse troppo lontana dai loro bisogni, forse troppo povera per rispondere
alle loro inquietudini, forse troppo fredda
nei loro confronti, forse troppo autoreferenziale, forse prigioniera dei propri
rigidi linguaggi, forse il mondo sembra
aver reso la Chiesa un relitto del passato,
insufficiente per le nuove domande; forse la Chiesa aveva risposte per l’infanzia
dell’uomo ma non per la sua età adulta3.
Il fatto è che oggi ci sono molti che sono
come i due discepoli di Emmaus; non solo
coloro che cercano risposte nei nuovi e
diffusi gruppi religiosi, ma anche coloro
che sembrano ormai senza Dio sia nella
teoria che nella pratica.
Di fronte a questa situazione che cosa
fare?
Serve una Chiesa che non abbia paura di
uscire nella loro notte. Serve una Chiesa
capace di intercettare la loro strada. Serve una Chiesa in grado di inserirsi nella
loro conversazione. Serve una Chiesa
che sappia dialogare con quei discepoli,
i quali, scappando da Gerusalemme, vagano senza meta, da soli, con il proprio
disincanto, con la delusione di un Cristianesimo ritenuto ormai terreno sterile, infecondo, incapace di generare senso.
La globalizzazione implacabile, l’urbanizzazione spesso selvaggia, hanno promesso molto. Tanti sono innamorati dalla potenzialità della globalizzazione e in essa
c’è qualcosa di veramente positivo. Ma a
tanti sfugge il lato oscuro: lo smarrimen-
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to del senso della vita, la disintegrazione
personale, la perdita dell’esperienza di
appartenenza a un qualsivoglia “nido”, la
violenza sottile ma implacabile, la rottura
interiore e la frattura nelle famiglie, la solitudine e l’abbandono, le divisioni e l’incapacità di amare, di perdonare, di comprendere, il veleno interiore che rende la
vita un inferno, il bisogno della tenerezza
perché ci si sente così inadeguati e infelici, i tentativi falliti
di trovare risposte nella droga, nell’alcool,
nel sesso diventati ulteriori prigioni.
E tanti hanno cercato scorciatoie, perché
appare troppo alta la “misura” della Grande Chiesa. Molti hanno pensato: l’idea di
uomo è troppo grande per me, l’ideale di
vita che propone è fuori delle mie possibilità, la meta a cui tendere è irraggiungibile, lontana della mia portata. Tuttavia
– hanno continuato – non posso vivere
senza avere almeno qualcosa, sia pure
una caricatura, di quello che è troppo alto
per me, di quello che non mi posso permettere. Con la delusione nel cuore, sono
andati alla ricerca di qualcuno che illuda
ancora una volta.
Il grande senso di abbandono e di solitudine, di non appartenenza neanche a
se stessi che spesso emerge da questa
situazione, è troppo doloroso per essere
messo a tacere. C’è bisogno di uno sfogo
e allora resta la via del lamento: come mai
siamo arrivati a questo punto? Ma anche
il lamento diventa a sua volta come un
boomerang che torna indietro e finisce
per aumentare l’infelicità. Poca gente è
ancora capace di ascoltare il dolore; bisogna almeno anestetizzarlo.
Oggi, serve una Chiesa in grado di far
compagnia, di andare al di là del semplice ascolto; una Chiesa che accompagna il
cammino mettendosi in cammino con la
gente; una Chiesa capace di decifrare la
3 Nel Documento di Aparecida vengono presentate sinteticamente le ragioni di fondo di questo fenomeno (cfr n. 225).
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notte contenuta nella fuga di tanti fratelli e sorelle da Gerusalemme; una Chiesa
che si renda conto di come le ragioni per
le quali c’è chi si allontana contengono
già in se stesse anche le ragioni per un
possibile ritorno, ma è necessario saper
leggere il tutto con coraggio.
Vorrei che ci domandassimo tutti, oggi:
siamo ancora una Chiesa capace di riscaldare il cuore? Una Chiesa capace di ricondurre a Gerusalemme? Di riaccompagnare a casa? In Gerusalemme abitano le
nostre sorgenti: Scrittura, Catechesi, Sacramenti, Comunità, amicizia del Signore, Maria e gli Apostoli... Siamo ancora in
grado di raccontare queste fonti così da
risvegliare l’incanto per la loro bellezza?
Tanti se ne sono andati poiché è stato
loro promesso qualcosa di più alto, qualcosa di più forte, qualcosa di più veloce.
Ma c’è qualcosa di più alto dell’amore rivelato a Gerusalemme?
Nulla è più alto dell’abbassamento della
Croce, poiché lì si raggiunge veramente
l’altezza dell’amore! Siamo ancora in grado di mostrare questa verità a coloro che
pensano che la vera altezza della vita sia
altrove?
Si conosce qualcosa di più forte della potenza nascosta nella fragilità dell’amore,
del bene, della verità, della bellezza?
La ricerca di ciò che è sempre più veloce attira l’uomo d’oggi: Internet veloce,
auto veloci, aerei veloci, rapporti veloci...
E tuttavia si avverte una disperata necessità di calma, vorrei dire di lentezza. La
Chiesa, sa ancora essere lenta: nel tempo,
per ascoltare, nella pazienza, per ricucire
e ricomporre? O anche la Chiesa è ormai
travolta della frenesia dell’efficienza? Recuperiamo, cari Fratelli, la calma di saper
accordare il passo con le possibilità dei
pellegrini, con i loro ritmi di cammino,
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la capacità di essere sempre vicini per
consentire loro di aprire un varco nel disincanto che c’è nei cuori, così da potervi
entrare. Essi vogliono dimenticare Gerusalemme nella quale abitano le loro sorgenti, ma allora finiranno per sentire sete.
Serve una Chiesa capace ancora di accompagnare il ritorno a Gerusalemme!
Una Chiesa che sia in grado di far riscoprire le cose gloriose e gioiose che si dicono
di Gerusalemme, di far capire che essa
è mia Madre, nostra Madre e non siano
orfani! In essa siamo nati. Dov’è la nostra Gerusalemme, dove siamo nati? Nel
Battesimo, nel primo incontro di amore,
nella chiamata, nella vocazione!4 Serve
una Chiesa capace ancora di ridare cittadinanza a tanti dei suoi figli che camminano come in un esodo.
4. Le sfide della Chiesa in Brasile.
Alla luce di quanto ho detto, vorrei sottolineare alcune sfide dell’amata Chiesa che
è in Brasile. (…)
La priorità della formazione: …è importante promuovere e curare una formazione qualificata che crei persone capaci di
scendere nella notte senza essere invase
dal buio e perdersi; di ascoltare l’illusione
di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza disperarsi e precipitare nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere
e scomporsi nella propria identità. Serve
una solidità umana, culturale, affettiva,
spirituale, dottrinale5. Cari Fratelli nell’Episcopato, bisogna avere il coraggio di una
revisione profonda delle strutture di formazione e di preparazione del clero e del
laicato della Chiesa che è in Brasile. (…)
Collegialità e solidarietà della Conferenza Episcopale. Alla Chiesa in Brasile non
basta un leader nazionale, serve una rete
4 Cfr anche i quattro punti indicati da Aparecida (n. 226).
5 Nel Documento di Aparecida grande attenzione è riservata alla formazione del Clero, come pure dei laici (cfr nn. 316325; 212).
di “testimonianze” regionali, che, parlando lo stesso linguaggio, assicurino dappertutto non l’unanimità, ma la vera unità
nella ricchezza della diversità. La comunione è una tela da tessere con pazienza e perseveranza che va gradualmente
“avvicinando i punti” per consentire una
copertura sempre più estesa e densa. Una
coperta con pochi fili di lana non riscalda.
È importante ricordare Aparecida, il metodo di raccogliere la diversità. (…) bisogna far crescere la collegialità e la solidarietà, sarà una vera ricchezza per tutti6.
Stato permanente di missione e conversione pastorale. Aparecida ha parlato di
stato permanente di missione7 e della necessità di una conversione pastorale8. (…)
Sulla missione è da ricordare che l’urgenza deriva dalla sua motivazione interna, si
tratta cioè di trasmettere un’eredità, e sul
metodo è decisivo ricordare che un’eredità. È come il testimone, il bastone, nella
corsa a staffetta: non si butta per aria e
chi riesce a prenderlo, bene, e chi non ci
riesce rimane senza. Per trasmettere l’eredità bisogna consegnarla personalmente,
toccare colui al quale si vuole donare, trasmettere, tale eredità.
Sulla conversione pastorale vorrei ricordare che “pastorale” non è altra cosa che
l’esercizio della maternità della Chiesa.
Essa genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano ... Serve,
allora, una Chiesa capace di riscoprire le
viscere materne della misericordia. Senza
la misericordia c’è poco da fare oggi per
inserirsi in un mondo di “feriti”, che hanno
bisogno di comprensione, di perdono, di
amore. (…)
Il compito della Chiesa nella società.
Nell’ambito della società c’è una sola cosa
che la Chiesa chiede con particolare chiarezza: la libertà di annunciare il Vangelo
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in modo integrale, anche quando si pone
in contrasto con il mondo, anche quando
va controcorrente, difendendo il tesoro di
cui è solo custode, e i valori dei quali non
dispone, ma che ha ricevuto e ai quali
deve essere fedele. (…)
Educazione, salute, pace sociale sono le
urgenze brasiliane. La Chiesa ha una parola da dire sui questi temi, perché per rispondere adeguatamente a tali sfide non
sono sufficienti soluzioni meramente tecniche, ma bisogna avere una sottostante
visione dell’uomo, della sua libertà, del
suo valore, della sua apertura al trascendente.
L’Amazzonia come cartina di tornasole,
banco di prova per la Chiesa e la società
brasiliane. (…) La Chiesa è in Amazzonia
non come chi ha le valigie in mano per
partire dopo aver sfruttato tutto ciò che
ha potuto. La Chiesa è presente in Amazzonia sin dall’inizio con missionari, congregazioni religiose, e tuttora è presente
e determinante per il futuro dell’area. (…)
Cari Confratelli, ho cercato di offrivi in
modo fraterno delle riflessioni e delle linee di lavoro in una Chiesa come quella
in Brasile che è un grande mosaico di tessere, di immagini, di forme, di
problemi, di sfide, ma che proprio per
questo è una enorme ricchezza. La Chiesa
non è mai uniformità, ma diversità che si
armonizzano nell’unità e questo vale in
ogni realtà ecclesiale.
La Vergine Immacolata di Aparecida sia
la stella che illumina il vostro impegno e
il vostro cammino per portare, come Lei
ha fatto, il Cristo ad ogni uomo e ad ogni
donna del vostro immenso Paese. Sarà
Lui, come ha fatto con i due discepoli
smarriti e delusi di Emmaus, a scaldare il
cuore e donare nuova e sicura speranza.
6 Anche su questo il Documento di Aparecida offre linee di cammino importanti (cfr nn. 181-183; 189).
7 Cfr n. 216.
8 Cfr nn. 365-372.
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Sempre in… gamba,
come alla prima edizione!
La “Cicloverde” di Cavarzere è giunta alla 34° edizione
ITALIA
A
vere 34 primavere e dimostrare sempre la freschezza della prima edizione! Non è un traguardo da poco per
una manifestazione; ma quando protagonista è la Cicloverde, si spiega tutto.
Erano davvero tanti, circa 700, i partecipanti che, domenica 5 maggio scorso,
hanno pedalato insieme attraversando
la campagna cavarzerana. Sarà stata la
voglia di uscire ad un primo pallido sole
dopo una primavera piovosa, ma anche
la voglia di stare insieme... Certamente il
colpo d’occhio era unico: una briosa fiumana di ragazzi, giovani, anziani, intere
famiglie, che ha raggiunto i lembi estremi del Comune di Cavarzere in bicicletta, sfidando le nuvole e il vento.
La giornata è iniziata con la celebrazione eucaristica nel Patronato San Pio X.
“È sempre un’esperienza toccante pregare insieme a voi prima della Cicloverde”, ha affermato padre Pietro Bettelli.
Significa che nella vita si deve sempre
partire, o ripartire, e insieme, verso una
meta. Durante la Messa sono stati ricordati padre Marcello Gianola e padre
Riccardo D’Avanzo che della bici aveva
fatto – letteralmente! – il suo cavallo di
battaglia.
Alle 9 in punto la Cicloverde ha preso
il via, per concludersi felicemente nella
piazza del Municipio intorno a mezzogiorno. Numerosi i gruppi che hanno
partecipato: da quello dei chierichetti
a quelli dei bar. Non sono mancare le
biciclette folcloristiche e i partecipanti
da altri Comuni. Una festa che porta la
firma del Patronato e che indossa sempre di più i colori dell’Africa. Sì, perché
la Cicloverde è anche occasione di solidarietà: parte del ricavato viene donato alla missione canossiana di Nairobi,
dove opera padre Tadeo Timada che è
stato a Cavarzere prima di partire anche
lui – non in bicicletta! – per quella missione. Il segreto della freschezza sta nella semplicità della proposta, ma anche
nella dedizione dei numerosi volontari
che, ogni anno, curano l’evento e tutta
l’organizzazione perché si possa svolgere nel massimo della serenità e della
sicurezza. Arrivederci alla 35° edizione!
Filippo Greggio
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
9
Ragguardevoli traguardi
di Padre Giuseppe Baccin
N
ella parrocchia di S. Udalrico di Lavis
festa grande il 21 aprile scorso per
i numeri 50 e 30, dalla mattina alla sera,
dalla chiesa parrocchiale all’oratorio. 50
sono gli anni di sacerdozio del nostro benamato padre canossiano Giuseppe Baccin e 30 sono gli anni della sua presenza a
Lavis. Una vita piena ed umile, che p. Giuseppe ha trascorso all’insegna del carisma
canossiano: “amare il prossimo come il
Crocifisso ama ognuno di noi”.
Molti sono i ricordi che passano nella
mente delle persone quando si parla di
lui, naturalmente distinti per fascia d’età:
perché in questi 30 anni ha incontrato e
conosciuto davvero tutti. I “diversamente
giovani” se lo ricordano per i campeggi,
le attività in oratorio, le passeggiate e le
gite in montagna; i giovani se lo ricordano dietro la cattedra della scuola elemen-
tare, dove per molti anni ha insegnato
religione, tra cornicette, poesie, disegni e
l’intramontabile “LAUDATO SII”. Come non
dimenticare i suoi Gr. Est., all’oratorio delle Madri Canossiane, dove quatto quatto
ti si avvicinava e ti sussurrava: “Non è che
puoi cambiare squadra? Perché la squadra
dei viola avrebbe bisogno di un ragazzo
bello e forte come te!”. Altri lo ricordano
come responsabile, attento e paziente dei
chierichetti di qualche anno fa. Infine, è
conosciuto anche tra i bambini e gli adolescenti, che segue ed educa, soprattutto quando fa assistenza nella sala giochi
dell’oratorio: se serve, la sgridata è pronta,
ma subito la consolazione arriva con una
carezza e l’esclamazione “anima bella!”.
La proposta del Consiglio pastorale di festeggiare padre Giuseppe è stata subito
accolta dal Consiglio direttivo dell’Ora-
ITALIA
Festeggiato nella parrocchia e nell’oratorio di Lavis
10
il FOGLIETTO
torio, e molte persone, insieme a fratel
Stefano, si sono date da fare per rendere
indimenticabile questa giornata; le oltre
200 persone presenti nel pomeriggio
possono confermarne il pieno successo!
La giornata è iniziata con la S. Messa delle
ore 10.00, animata dal Piccolo Coro e dal
Coro Giovani, alla quale hanno partecipato anche p. Umberto e p. Guido, altri due
benemeriti e noti Padri canossiani passati
all’oratorio di Lavis, che come p. Giuseppe festeggiavano il 50° di sacerdozio. Nel
pomeriggio la giornata è proseguita nel
salone dell’oratorio con diverse attività
che hanno animato la festa. Tanti e godibili i canti proposti dai cori, che nominiamo per non far torto a nessuno: il Piccolo
coro, il Coro Giovani, il Coro S. Cecilia e un
piccolo Coretto dei Chierichetti diretto da
p. Stefano.
Un grande grazie va anche ad Eletta, che
con pazienza e fantasia ha elaborato una
presentazione di fotografie con un com-
N. 2/3 - 2013
mento in rima, che ha davvero esilarato
tutti! Mario, Alessandro e Giacomo si sono
cimentati a cantare alcune canzoni di Cochi e Renato. Mario e Alessandro, hanno
portato in scena uno sketch dei comici
Ale e Franz, dal titolo “La panchina”, con
l’accompagnamento musicale di Francesco e la sua fisarmonica. E per concludere
in gloria, tutti nel cortile dell’oratorio per
una buona ed abbondante merenda!
Tante sono le cose che bisognerebbe
raccontare, ma non c’è spazio per tutte.
L’unica cosa che c’è da dire è un grande
GRAZIE a padre Giuseppe per il servizio
che ha saputo compiere in questi 50 anni
di sacerdozio, 30 dei quali spesi per la nostra comunità di Lavis. E come ha augurato il parroco don Vittorio nel suo saluto
alla Messa, “arrivederci alla festa per i 100
anni di sacerdozio!” Ancora auguri, p. Giuseppe!
L’Oratorio di Lavis
30° di presenza canossiana a Riposto
25° della parrocchia dei Santi Apostoli
Anniversari celebrati il 13 maggio durante la festa patronale
ITALIA
A
settembre di quest’anno, saranno 30 anni che i Padri Canossiani sono nella città di Riposto. Adagiata sulle ultime pendici
dell’Etna prospicienti il mare, questa cittadina ha varie parrocchie.
In quella di S. Giuseppe arrivavano
i Canossiani, trent’anni or sono, a
sostituire i Giuseppini del Murialdo. Lasciata sei anni fa al clero diocesano la parrocchia di S. Giuseppe, i Canossiani sono rimasti ai SS.
Apostoli, parrocchia nata con loro
in un quartiere periferico e popola-
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
11
F
orse sono il testimone più indicato
(non per merito, ma, di fatto, per la
presenza più prolungata a Riposto, dal
1983 al 2007) per dire la consistenza ed è questo che vale nel ricordare - che
la vita parrocchiale è stata in Quartirello.
Si dovrebbe doverosamente tornare
più indietro, prima del 1988, quando il
parroco responsabile di questa zona,
don Giovanni Paturso, pensò di dover
essere presente per le persone che vivevano lì. Non solo le più antiche, ma
soprattutto quelle persone che dall’altrettanto povero e malsano quartiere
Pagliaro furono… buttate lì, dentro le
isolate case popolari.
Difatti la struttura, inaugurata nel dicembre del 2000, risulta essere costruzione sociale a supporto delle case
popolari. Solo così, per questa riconosciuta necessità, fu possibile avere il necessario finanziamento regionale.
Ma parrocchia significa persone che la
abitano, dirette da chi riceve e prende
questa responsabilità. Quindi, a tutti,
nella loro particolarità, la riconoscenza
dovuta!
A partire da padre Paturso per la sua
ostinazione (in questo caso è stata una
virtù!) pastorale; dalla non indifferente
accettazione dell’ormai settantenne padre Ferdinando Finotto: con la sua 500
riprese a guidare (dopo quasi venticinque anni di sosta) per potersi spostare
autonomamente da san Giuseppe dove
viveva la comunità dei Padri Canossia-
ni e raggiungere la parrocchia; con la
sua decisa volontà di censire tutte le
persone allora residenti, cosa che riuscì
a fare. Per capire questa sua preziosa
fatica, pensiamo solo al dover salire e
scendere, alla sua età, le scale degli alti
condomini delle case popolari; pensiamo anche al suo dover riprendere, conoscendo la sua mite indole, il contatto
coi ragazzi poco disciplinati e poco miti
di Quartirello. Si avvalse anche delle
persone di San Giuseppe e di noi suoi
attenti Confratelli. Quando dopo un
certo tempo, in cui gli era succeduto
padre Adriano Miotto, ritornò per festeggiare anche qui il suo 50° di sacerdozio, fu contentissimo tanto da dire
che quello, nel complesso, fu il periodo
più bello della sua vita sacerdotale.
Padre Adriano, molto più presente nella
sua meticolosità, forma un clima comunitario non indifferente. La consistenza,
più radicata nel proseguo avvenuto, si
può notare anche oggi. Dopo il periodo
di attività in oratorio e poi in parrocchia,
di padre Santo Cammisuli, facendo memoria anche dei collaboratori come p.
Lucio Perretta, della figura austera e
quasi burbera di p. Roberto Vettorel,
non si può che ringraziare padre Celestino Mori per la sua disponibilità, per il
suo zelo, per la sua capacità di mantenere e coltivare un ‘discorso’ principalmente interiore! Salute e serenità a lui e
a padre Pietro! Sentitemi tutti, presente!
p. Lorenzo
ITALIA
re in espansione, dal 2000 dotata di un bel complesso parrocchiale e soprattutto di spazi
per l’oratorio. Dedicata ai SS. Apostoli, forse per la difficoltà di trovare una data che li ricordi tutti insieme, o forse per la radicata devozione alla Vergine di Fatima, la parrocchia
continua a celebrare la sua festa patronale il 13 maggio, avendo ricordato quest’anno il
25° della sua istituzione. Lasciamo a P. Lorenzo, che vi fu parroco, fare memoria di questa storia e del bene che si è realizzato, con riconoscenza al Signore e a tutte le persone
che nella loro responsabilità sono state presenti.
12
il FOGLIETTO
Preghiera
ITALIA
S
ignore,
nel 25° Anniversario dell’istituzione
della Parrocchia Santi Apostoli,
ti ringraziamo per i doni
che ci hai fatto per mezzo di essa:
in questa comunità abbiamo ricevuto
tante volte l’Eucaristia, la Parola,
il dono dello Spirito e il perdono dei peccati!
Qui siamo stati educati nella vita di fede;
qui proviamo a maturare
la capacità di amare;
qui siamo aiutati a vivere
la nostra vocazione.
Dona, o Signore, alla nostra parrocchia
la grazia di rinnovarsi
per svolgere, anche oggi, la sua missione
nella fedeltà a Te e all’Uomo.
Oh Maria,
Tu che hai reso santa questa terra
con lo splendore della tua gloria e santità
prega per questa comunità parrocchiale
da te scelta e da te tanto amata,
affinché diventi quella piccola culla
dove Gesù possa nascere e crescere
in ciascuno di noi tuoi figli;
sì, proprio qui tra noi,
Gesù possa trovare cuori accoglienti,
sinceri, vogliosi di conoscerlo e imitarlo;
cuori capaci di amarlo e riscaldarlo
dal tanto “freddo”
e dall’indifferenza che lo circonda.
Guidaci, o Madre,
ad essere assidui
all’ascolto della Parola,
perseveranti nella preghiera,
uniti nell’Assemblea Eucaristica,
ferventi nella comunione
e nella carità verso il prossimo,
gioiosi testimoni di Cristo nel mondo
e coraggiosi annunciatori
dei valori del Vangelo.
N. 2/3 - 2013
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
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Una felice rimpatriata
a Ca’ Zen di Asolo
La giornata di fraternità delle Comunità del Nord-Est
o scorso giovedì 16 maggio, i Padri
delle Comunità del Nord Est si sono
incontrati per il loro ultimo giorno di
ritiro annuale e per una giornata di fraternità . Hanno celebrato l’anniversario
di 50 anni di vita sacerdotale di P. Giuseppe Baccin e di P. Umberto Lissandrin.
Si sono incontrati in un luogo che è memoria storica per il nostro caro Istituto:
la villa Ca’ Zen ad Asolo (TV). Questa
casa è stata sede dello studentato maggiore negli anni 1959 – ’72. P. Umberto
ha chiesto gentilmente alla proprietaria
di poter celebrare la Santa Messa nella
Chiesetta a cui si accede dall’esterno. I
Padri hanno poi potuto visitare i luoghi
della loro formazione nella ormai lontana giovinezza. I volti si sono riempiti di
entusiasmo e di gioia, ricordando episodi e fatti di quegli anni.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta da p. Venanzio Menegol che
all’inizio ha ricordato anche i nostri padri defunti P. Alberto Casotto, P. Franco
Scagnoli (di cui abbiamo usato il calice
durante la celebrazione), P. Marcello
Gianola (era presente il fratello P. Pietro),
Grazie al Signore e a Maria Addolorata!
ITALIA
L
P. Modesto Giacon (insigne educatore e
direttore dei chierici proprio a Ca’ Zen) e
P. Leone Spinello.
Tutti siamo cresciuti in età - e forse anche in sapienza e grazia! -, tanti ci hanno lasciato. P. Venanzio ci ha ricordato
che in quel luogo sono stati celebrati
quattro Capitoli Generali della Congregazione (1958, 1964 1968-‘69 e 1970).
E l’unico che ha partecipato a tutti quei
Capitoli, ancora vivo e presente oggi, è
proprio lui stesso! Ha ringraziato la Signora che ci ha accolto e ospitato rendendo possibile questa bella rimpatriata… nonostante la pioggia a dirotto!
Gesù ha pregato anche per noi quando
il Vangelo del giorno ha affermato: “Prego anche per quelli che crederanno in me
mediante la loro parola”. Ha pregato per
la nostra unità. In questo luogo che custodisce il ricordo della nostra vita fraterna vissuta tanti anni fa; vita fraterna
che continua oggi anche in questi bei
incontri di formazione delle nostre comunità.
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il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Giubilei di Professione religiosa
e di Ordinazione sacerdotale 2013
Gli anniversari di professione...
90 anni
Gambale P. Rodolfo
14/01/1923
80 anni
Pescarolo P. Tarcisio
18/08/1933
70 anni
Valente P. Giuseppe
20/10/1943
ANNIV ERSARI
60 anni
Boscardin
Mori
P. Celestino P. Augusto
03/10/1953 03/10/1953
Pircalli
F. Vittorino
05/03/1963
Giazzon
P. Lucio
03/10/1953
Franzolin
P. Guido
03/10/1953
50 anni
Lopez
Lopez
F. Mario
F.
Mario
16/09/1963
16/09/1963
Monti
P. Umberto
03/10/1953
Mingoia
P. Saverio
16/09/1963
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
50 anni
15
25 anni
Panni
P. Diego
16/09/1963
Bongcawil
P. Jerry
15/09/1988
Tarì
P. Giuseppe
15/09/1988
...e quelli di sacerdozio
60 anni
50 anni
Casotto
p. Alberto
(defunto)
Finotto
P. Guido
22/12/1963
Baccin
P. Giuseppe
07/07/1963
Santoni
P. Sandro
07/07/1963
25 anni
Lissandrin
P. Umberto
07/07/1963
Solimano P. Paolo
07/05/1988
ANNIVERSARI
Viola
P. Emanuele
04/06/1953
Martissa
P. Filippo
04/06/1953
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il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Grazie, Marina!
In pensione dopo 41 anni di servizio al Patronato di Conselve
ITALIA
G
ira a Conselve la leggenda metropolitana che quando Fra Gabriele è
arrivato per la prima volta nel lontano
1937 ha trovato Marina Botton già in
servizio nel Patronato. Scherzi a parte, se
qualcuno chiede a Marina quanti Padri
Canossiani conosce, lei comincia subito
a snocciolare un lungo elenco che parte
precisamente da P. Stefano Arnone, prosegue con P. Umberto Monti e si allunga
con il nome di tanti altri. Li ha conosciuti
quasi tutti e si sente parte della grande
Famiglia Canossiana.
Marina non può più continuare la sua
presenza costante in Patronato per motivi familiari. Già altre volte abbiamo dato
notizia del suo longevo papà Guerrino
che il 15 luglio 2013 compie 106 anni. Lascia il suo impegno lavorativo, ma ci assicura la sua presenza gioiosa e laboriosa
insieme alle signore che a Conselve qualcuno chiama “PUliziotte”. Come farebbero senza di lei! Soprattutto per il sorriso e
la gran voglia di vivere, e per il gran bene
che vuole al Patronato!
Noi, Padri Canossiani, vogliamo esprimere a Marina il nostro affettuoso GRAZIE.
Lo scriviamo qui sul Foglietto perché arrivi a Marina anche da parte di tutti quelli che la conoscono (la trovate anche su
“feissbuk”!!) e che hanno goduto e godono della sua generosità. Il grazie ufficiale
è stato lo scorso lunedì 3 giugno con momento di preghiera e l’inevitabile gioiosa
agape cui hanno preso parte il Parroco
Don Luciano, il viceparroco Don Davide
ed il fratello Luigi Botton. Non potevano
mancare le altre Signore che collaborano
ed hanno collaborato: Lucia Capuzzo col
figlio Alvise, Franca Gazziero, Donatella
Quaggia e Maria Pizzo. Ci siamo sentiti in
famiglia sapendo che tutti vogliamo essere a servizio di Gesù e dei fratelli nella
bella realtà del Patronato e nella grande
comunità parrocchiale di Conselve. In ricordo della circostanza abbiamo donato
a Marina una elegante, piccola statua della Pietà, chiedendole di consegnarci tutti
ai piedi di Gesù e di Maria Addolorata che
sono il segreto della nostra gioia.
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
17
Un «laboratorio di talenti»
G
rande estate all’Oratorio di Lavis.
Come da tradizione, messi da parte
gli zainetti e i libri di scuola, è iniziata per
circa 150 ragazzi - dalla prima elementare alla seconda media - la festa più attesa
dell’anno. Dal 10 giugno al 5 luglio, quattro settimane di giochi, sfide a squadre,
laboratori manuali e gite. Al Gr.Est. organizzato nell’Oratorio di Lavis non c’è stato tempo di annoiarsi!
“Pietro non torna indietro – roccia che galleggia” è il titolo che riassume il significato forte del tema scelto quest’anno per
accompagnare i venti pomeriggi; pomeriggi di divertimento sì, ma anche di
scoperta del Vangelo. La figura di Pietro,
soprattutto in questo anno della fede, è
stata un esempio straordinario dell’amicizia a cui Gesù chiama ciascuno di noi:
un’amicizia che trasforma, trasfigura la
vita dell’uomo, chiamato a divenire roccia sicura nella fede, sostegno e aiuto per
i fratelli.
Gli episodi della vita di Pietro, adattati e
rappresentati con scenette, hanno dato
ogni giorno il via alle attività del Gr. Est.,
che si conferma essere una proposta
educativa concreta e sempre valida per i
giovanissimi partecipanti e i loro animatori.
A preparare con entusiasmo le giornate,
una squadra affiatata di animatori: sessanta adolescenti dai 14 ai 18 anni, pronti a mettersi in gioco con entusiasmo
per recitare, ballare e giocare, offrendo
volontariamente il loro tempo, ma soprattutto rivolgendo cuore e mente ai
più piccoli.
Un percorso non solo di animazione, ma
di vera «educazione alla vita buona del
vangelo», quello che da aprile ha visto
questi aspiranti animatori incontrarsi
una volta a settimana, sotto la guida dei
Padri canossiani, di alcuni giovani e genitori del nostro oratorio, per approfondire
il senso della vita cristiana e del particolare dono di sé che si è chiamati a sperimentare nel servizio dell’Oratorio.
«Inspice et fac secundum exemplar», è il
motto di S. Maddalena di Canossa che
GREST
Grest all’Oratorio di Lavis
18
il FOGLIETTO
sintetizza lo spirito di umiltà e attenzione per il prossimo che ispira le numerose
attività in programma: “Guarda all’amore
di Cristo sulla Croce e agisci secondo il suo
esempio”!
Anche la preziosa collaborazione di un
nutrito gruppo di genitori e adulti, ha
arricchito l’esperienza con la proposta
di laboratori e attività manuali in cui i ragazzi hanno avuto la possibilità di esprimere la loro creatività, e ha anche contribuito a vivere il tempo del Grest non
solo come comodo “parcheggio” per le
famiglie nelle vacanze estive, ma come
spazio di aggregazione e di crescita, fortemente voluto e partecipato dalle famiglie e dalla comunità.
In questa prospettiva educativa e di
amicizia, si è inserita la novità dell’estate lavisana: il Grest-One. Un programma
serale fitto di tornei di calcetto e pallavo-
N. 2/3 - 2013
lo, cineforum, serate musicali, escursioni
notturne e molto altro, rivolto soprattutto agli adolescenti e ai giovani. Una novità apprezzata, che ha visto popolarsi il
cortile dell’Oratorio fino a tarda serata,
confermando la vocazione dell’oratorio
a migliorare e adattare sempre le sue
proposte di aggregazione e condivisione, pur conservando lo spirito educativo
e cristiano.
Ma l’estate non è finita così! Terminato il
Gr.Est. abbiamo iniziato i campeggi per
ragazzi delle elementari e medie presso
la casa montana parrocchiale di Dimaro:
quattro settimane, una per ogni fascia
d’età, che ci ha visti, ancora, impegnati
e in cammino sui passi di Pietro alla scoperta del perdono, dell’amicizia e dell’amore di Dio.
L’oratorio di Lavis
“FantaSì” e la storia infinita
GREST
Al Grest 2013 dell’Oratorio di Fasano (BR)
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
“F
antaSì” è il titolo del GREST 2013
dell’Oratorio di Fasano, che abbiamo accolto dalla proposta nazionale
dell’ANSPI. Il romanzo “La storia infinita”
(di Michael Ende) con le sue avventure
fantastiche, è il “libro” che ha accompagnato la nostra esperienza estiva; ma poi
il “libro” del Vangelo con le testimonianze
di diverse persone che hanno incontrato
Gesù; e infine, il “libro” di questa nostra
esperienza di vita in oratorio, libro che
abbiamo scritto tutti insieme, ognuno
con il suo contributo originale: poco più
di cento ragazzi e una cinquantina tra
animatori e collaboratori, dal 5 al 28 giugno scorso.
Una bella novità di quest’anno è stata la
presenza di due Madri Canossiane: madre Joana (di Timor Est) e madre Riccarda
19
(del Togo), venute dalla comunità missionaria di Roma - San Michele. La loro
presenza, la loro collaborazione, la loro
testimonianza sono state una ricchezza
per tutti. Subito è scattata la simpatia e
la sintonia fra di noi. È stato un GREST canossiano al 100%, con la presenza dei Padri, delle Madri e dei Laici e collaboratori.
Pensiamo, anzi siamo sicuri, che questo
GREST possa rimanere come esperienza
bella per tutti coloro che vi hanno partecipato. Il “SÌ” che abbiamo detto in quelle giornate di gioco e attività, ciascuno
e tutti insieme, ci auguriamo che possa
risuonare ed essere sempre pronunciato nelle piccole e grandi avventure della
vita di ciascuno.
Gli animatori dell’oratorio di Fasano
Alle sorgenti dell’arcobaleno!
C’
è un problema a casa GrestEstate:
si è rotto il boiler e non si può fare
il bagno, perché l’acqua del mare è ancora troppo fredda. L’estate dei ragazzi
del Grest è a rischio: sarà un tempo no-
GREST
Grest a Conselve
ioso, freddo, cattivo. Viene chiamato un
idraulico, che dice che il guasto è molto
grave, perché riguarda la connessione
remota che fa funzionare il condensatore di calore e di energia che si trova alle
20
il FOGLIETTO
Gata Carogna e Bisso Gnaggno
sorgenti dell’arcobaleno; la cosa è tanto
complicata che lui non ci può fare niente. Nessuno lo sa, ma il guasto è opera
dell’Ombra Dentata e della sua banda (la
banda della Dentiera!). Questi loschissimi figuri vogliono sabotare il Grest e tutta l’estate, perché tutto diventi nulla e il
nulla diventi tutto!
Viene fatto un annuncio sui giornali,
in internet, su FessBu, alla ricerca di un
aggiustatore del boiler alle sorgenti
dell’arcobaleno. Si presenta Pietro, con il
suo inseparabile gallo AurElio. Passato il
casting, Pietro presenta il gallo, e rivela
il piano dell’Ombra Dentata. Dice anche
GREST
Il Gallo AurElio
N. 2/3 - 2013
che, con l’aiuto di AurElio e dei suoi amici
Giacomo e Giovanni, riuscirà ad arrivare
alle sorgenti dell’arcobaleno, sconfiggendo gli spaventapassi che la banda
della Dentiera certamente gli metteranno sulla strada per ostacolare il cammino. Pietro non torna indietro, e riuscirà
a riportare calore ed energia al Grest e a
tutta l’estate. AurElio (il suo nome è sintesi di Aur-Oro ed Elios-Sole) segnifica –
lo avevate capito voi? - sia il momento
del tradimento che quello della salvezza
in Gesù Cristo, il nostro Sole.
Ecco l’avventura che abbiamo vissuto
nelle 3 settimane di Grest che sono trascorse da venerdì 7 a venerdì 28 giugno.
Il gruppo della danza
260 i ragazzi iscritti e 90 i nostri animatori. Questi ultimi si sono preparati con un
corso di formazione in aprile e maggio
e sono stati veramente bravi! Biciclettate (una di 49 km, per tutto il giorno),
Gite (una anche tutti insieme in tre pullman all’Oltremare/Acquafan di Rimini!).
I genitori e gli adulti hanno fatto la loro
parte con le pulizie, i laboratori, l’accoglienza all’ingresso, la distribuzione di
ghiaccioli e granite, la guida dei mezzi di
trasporto e di sicurezza, la cucina e altri
servizi nascosti.
Grazie, Grazissimissime a tutti!
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
21
Megalì – il segreto della città sospesa
I
l Grest! Per qualcuno è l’appuntamento
più atteso dell’anno: soprattutto tra i ragazzi, ma non di meno dagli animatori. E
così tra la preparazione, il corso di formazione per gli animatori, e la progettazione delle settimane da vivere con i ragazzi
il tempo è arrivato in fretta. Messa da parte la questione scuola, è subito iniziata
l’esperienza del Grest. Megalì, il segreto
della città sospesa: questo il titolo della
storia che ha fatto da unione tra i vari
momenti di ogni giornata. Si è trattato di
un percorso fatto insieme tra animatori e
ragazzi tra quatto isole che compongono
una città sospesa che avrebbe la possibilità di solcare i cieli solo se si scoprisse
dove sono nascosti gli smeraldi (Valori) e
la ruota dell’ingranaggio per far funzionare tutto il meccanismo ideato da Archimede. L’isola della scuola, della famiglia,
dell’amicizia, della cittadinanza ci hanno
aiutato a scoprire quanto nascosto nella
parola Megalì: legami! Solo creando legami forti e resistenti nella propria famiglia,
nella scuola, con gli amici e nel paese in
cui viviamo possiamo metterci in cammino e arrivare a traguardi belli e di felicità.
Una riscoperta di tante cose semplici,
ma non banali, di tutte le possibilità che
sono a nostra disposizione per essere felici insieme, ci ha permesso di vivere mo-
menti di gioco, divertimento, creatività,
sport, preghiera con entusiasmo e gioia.
Giornate mai uguali perché sempre aiutati a fare di più e meglio ci hanno visto
protagonisti insieme, animatori e ragazzi,
al mare, in oratorio, in piazza, all’acquapark, in chiesa per la S.Messa domenicale nel segno dell’amicizia e del servizio.
Megalì è diventato così un forziere con
un grande tesoro a cui attingere forze ed
energie per arrivare a mettere di nuovo
in moto la città sospesa verso mete dove
tutti, in modi diversi, siamo chiamati ad
essere protagonisti. Un grazie di cuore a
tutti i ragazzi che hanno accettato di vivere questa esperienza, ma anche a tutto
il gruppo degli animatori, piccoli e grandi, che hanno saputo dare e trasmettere,
ciascuno secondo le proprie capacità,
quella forza necessaria perché tutto si
potesse svolgere nel migliore dei modi.
Domanda: ma quando inizia il prossimo
Grest? E come si chiamerà… Risposta:
un po’ di pazienza e ci ritroveremo velocemente di nuovo insieme per un’altra
magnifica avventura. Megalì: legami di
gioia, pace e amore che speriamo restino sempre obiettivo di ogni ragazzo e
animatore per tutta la vita e non solo per
una stupenda e meravigliosa avventura
di inizio estate.
GREST
A Favignana, un mese per creare legami di gioia insieme
22
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Tre settimane a FantàSì
Oratorio Estivo a S. Maddalena di Canossa – RM Ottavia
GREST
P
ronti?... Via! ... anche quest’anno si è
realizzata l’animazione estiva; grest o,
come si preferisce chiamarlo nella diocesi di Roma, l’Oratorio Estivo, che sempre
più parrocchie vicine a noi si cimentano a
mettere in atto.
“FantaSì” è stato il titolo-slogan scelto
quest’anno. FantaSì è stato anzitutto la
grande occasione per dare spazio alla
fantasia. Prendendo spunto dal libro “La
storia infinita”, che fa della fantasia il suo
punto di riferimento, con personaggi
strani, regole inaspettate, colori e confini
in cambiamento continuo, nomi curiosi,
fatti imprevisti... il percorso si è snodato
in un viaggio attraverso la fantasia dei
bambini e dei ragazzi, insieme ai personaggi Bastiano, Atreiu, Xayde, Fùcur, Icrione, Isbaldo e Idorno, Eroe Inrico, Querquobad, Smarg il drago, la Principessa
Oglamàr...
A FantàSì accade di tutto, mentre si percorre un viaggio verso il significato della
vita.
Anche quest’anno, oltre ad un centinaio
di ragazzi, significativa è stata la presenza
collaborativa di un consistente numero di
animatori; tra questi un gruppo di scout,
ben integrato con i loro coetanei, che hanno animato giochi e attività. Come sarebbe possibile realizzare l’animazione per i
più piccoli senza il prezioso aiuto di tanti
animatori e collaboratori? Così ogni anno,
la loro concreta e fattiva presenza, e ancor
prima la loro formazione, la preparazione
delle attività... tutto diventa occasione pastorale di catechesi per pre-adolescenti e
adolescenti, nonché occasione vocazionale: scegliere il proprio ruolo, il servizio
da svolgere, è occasione per riflettere
sulle scelte della vita, per cogliere e sviluppare i propri talenti. Quante energie e
quanta fantasia occorre all’inizio di ogni
anno pastorale per promuovere qualche
attività per i ragazzi del cosidetto “dopocresima”, pre-adolescenti e adolescenti. Il
servizio loro proposto e da loro poi svolto,
diventa e, pur nel suo piccolo, richiede re-
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
sponsabilità, capacità e impegno a favore
di altri, e quindi occasione di crescita.
Anche per chi l’Oratorio lo organizza e
lo anima, non solo in versione “estiva”,
ma quotidianamente in tutte le stagioni
dell’anno, l’esperienza del grest diventa
occasione di riflessione e di lancio per
tutta l’attività del nuovo anno pastorale:
se da una parte, per quanta animazione si tenti di fare, si assiste ogni anno ad
23
una fuga dei pre-adolescenti del “dopocresima”, in maniera sorprendente si ha
un’ottima risposta da parte degli stessi
adolescenti quando viene richiesta la loro
collaborazione, il loro impegno. La loro
presenza, da veri e fattivi protagonisti,
non è stata FantàSì, ma una provvidenziale realtà!
p. G. T.
“Gimme five… ho trovato un senso!”
G
razie all’impegno di una quindicina
di animatori, ormai esperti, anche
quest’anno le parrocchie di Castelli e di
Monfumo hanno realizzato l’attesissimo
Gr.Est 2013. Dal 1 al 20 luglio, il Gr.Est ha
avuto come tema conduttore “GIMME
FIVE, HO TROVATO UN SENSO”. I protagonisti della storia, Tommy e Linda, hanno
accompagnato i ragazzi attraverso mille
avventure a riscoprire la bellezza del corpo umano, non solo per ringraziare Colui
che lo ha creato, ma anche per apprezzarne il valore, poiché spesso i cinque
sensi (vista - udito - olfatto - gusto - tatto)
vengono intesi come diritti scontati. Noi
animatori, aiutati dall’instancabile parroco P. Antonio, dal chierico canossiano
Samuel, con Don Marco di Monfumo, e
una ventina di mamme, siamo riusciti a
realizzare questo tema con bans, giochi e
laboratori (cucina, lana, dash, oggettistica varia), che hanno saziato la creatività
di una novantina di partecipanti. Il bel
tempo ci ha favorito, permettendo agli
animatori di organizzare giochi nuovi
e interessanti, grazie ai quali i ragazzi si
sono misurati nelle loro capacità agonistiche e tecniche, e si sono divertiti tra
GREST
Grest a Castelli di Monfumo (Treviso)
24
il FOGLIETTO
loro e con noi animatori, soprattutto durante i giochi con l’acqua.
Ogni giorno un momento di riflessione e
preghiera, guidato da P. Antonio, per aiutare i ragazzi a considerare il valore del
proprio corpo. La loro felicità ha raggiunto l’apice nelle due uscite. La prima alle
Terme Euganee, dove, grazie alla disponibilità dei Parroci, i ragazzi hanno giocato in oratori diversi, visitando il maestoso
Duomo di Abano e ascoltando il suono
del suo possente Organo.
La seconda, invece, a S. Nazario in Valsugana: armati di pagaia, caschetto e salvagente, ragazzi e animatori hanno affrontato le rapide del fiume Brenta in
un’entusiasmante rafting.
L’esperienza del Gr.Est è stata bella e
coinvolgente! Socializzare, conoscere
nuovi amici è sempre molto importante,
soprattutto in un tempo in cui i ragazzi
sono a contatto più con la playstation
N. 2/3 - 2013
che con l’aria aperta. Nel verde delle
nostre colline, e con un po’ di fantasia e
buona volontà, non è stato difficile far
divertire i ragazzi in modo costruttivo e
sano.
Fare l’animatore è esaltante, ma costa fatica: bisogna mettersi in gioco, donare il
proprio tempo, e saper ricevere, come ricompensa, il sorriso e la gioia dei ragazzi.
È la gratificazione personale più grande
che dona serenità all’anima.
La nostra avventura si è conclusa felicemente, ragazzi e familiari insieme, con la
consueta S. Messa di Ringraziamento, la
premiazione, e la cena per tutti all’aperto.
Grazie a tutti coloro che hanno permesso
questa meravigliosa esperienza. Arrivederci al prossimo anno.
Stesse colline, stessa energia e.. GIMME
FIVE!
Un’animatrice (Marta Z.)
“Everybody: un corpo mi hai preparato!”
GREST
Grest all’Oratorio dei SS. Giacomo e Giovanni - Milano
Q
uesto è il tema dell’oratorio estivo
2013; un tema formato da una parola, ma che ha due significati diversi e nello stesso tempo collegati fra loro. “Every
body” significa “ogni corpo”, in quanto
Dio ci ha creati uno diverso dall’altro. Ma
“Everybody” significa anche essere “tutti
insieme”, nella gioia e nella condivisione:
N. 2/3 - 2013
questa è stata l’esperienza dell’oratorio
estivo!
Quella che voglio raccontare è la mia
esperienza vissuta come animatrice nel
mio oratorio.
Io e gli altri animatori abbiamo passato
un intero mese insieme ai ragazzi, tra
gite in montagna (addirittura in Valle
d’Aosta!), al lago e, nonostante le scottature, anche in piscina e nei parchi acquatici. Le gite sono i giorni più divertenti in
assoluto per i bambini, ma anche per noi.
Non sono poi mancate le altre giornate
trascorse in oratorio, soprattutto quelle
condivise insieme ad altri, divertendoci
e imparando a rispettarci l’un l’altro.
L’esperienza che io ho vissuto non è stata quella di “fare l’animatore”, ma di ES-
il FOGLIETTO
25
SERLO. “L’essere animatore” è un tassello
molto importante nella vita di tutti gli
adolescenti, non solo perché ti fa divertire o riesce a staccarti dalla televisione
o dal cellulare: è un’esperienza che ti fa
maturare nel momento in cui si entra
in relazione con i ragazzi, cercando di
avere la loro mentalità e mettersi al loro
servizio per farli divertire, e soprattutto crescere. Questo ciò che ho vissuto
per cinque anni come animatrice, e che
sono pronta a rivivere ancora il prossimo
anno, con i ragazzi e tutti gli altri animatori, divertendoci ancora una volta tutti
insieme, anzi… Everbody!!!
Giulia Buttarelli,
animatrice
In cammino… con la Caritas
diocesana di Padova
ITALIA
Aperto il Centro di Ascolto Vicariale delle Povertà e delle Risorse
I
l 17 aprile scorso è stato inaugurato e
presentato a tutte le comunità parrocchiali del Vicariato, il Centro di Ascolto
Vicariale delle povertà e delle risorse del
Vicariato di Conselve.
La celebrazione di consegna del man-
ITALIA
26
il FOGLIETTO
dato religioso e legale ai volontari è
avvenuta alla presenza del Direttore
della Caritas Diocesana don Luca Facco,
del Vicario Foraneo don Angelo Tinello,
dell’assistente della Caritas vicariale p.
Fabio Franchini Canossiano, e dei parroci delle parrocchie del vicariato di Conselve. Il 10 giugno il Centro e le sue linee guida sono stati presentati anche ai
sindaci e ai Servizi sociali dei comuni del
territorio di competenza del Vicariato di
Conselve.
“Il Centro di Ascolto Vicariale delle Povertà e delle Risorse, riassunto nell’acronimo CDAVx, delinea un volto di Chiesa nel territorio“ ci spiega Francesco
Longato, coordinatore vicariale Caritas.
“Esso è nato per mettere in relazione
il bisogno delle persone con le risorse
presenti nel territorio. Questa relazione
è fondamentale, perché lo scopo della
Caritas è di educare le comunità cristiane a mettersi in gioco nel sostenere e
accompagnare chi si trova in difficoltà.
Esso è un osservatorio per attivare risorse in maniera personalizzata al fine
di sostenere chi ha bisogno di aiuto e di
accompagnamento”.
Il Centro di Ascolto vicariale, aperto ad
Anguillara in un locale messo a disposizione dalla parrocchia, è uno dei primi
dieci attivati in altrettanti vicariati della
diocesi di Padova; ne seguiranno altri
trenta nei prossimi 4 anni. La finalità del
CDAVx è di accogliere, ascoltare e orientare le persone in difficoltà, collaborando con tutti i soggetti istituzionali e non
(Comuni, Caritas parrocchiali, Associazioni) operanti nel territorio, per trovare
le opportune soluzioni alle problematiche di chi si rivolge al Centro. “Non vogliamo sostituirci né ai servizi sociali, né
al servizio pubblico - puntualizza Longato - vogliamo semplicemente integrarci
con le risorse che sono già presenti nel
territorio e farlo in punta di piedi, cer-
N. 2/3 - 2013
cando di fare anche noi la nostra parte
con lo stile Caritas e l’intento educativo
che la contraddistingue. Il nostro scopo è di fare rete con tutti i soggetti che
operano nel sociale, così da garantire il
maggior sostegno a chi è nel bisogno”.
I volontari impegnati nel Centro di Ascolto di Anguillara sono 25, provenienti da
tutto il vicariato di Conselve, preparati da un percorso di formazione curato
dalla Caritas diocesana. “Lo spazio in cui
accogliamo le persone è a norma per le
direttive sulla privacy - precisa Eleonora
Vinante, volontaria - operiamo nella tutela dei dati personali di chi si avvicina al
Centro. Le persone vengono accolte con
un momento di presentazione informale, poi si cerca di inquadrare i bisogni e
le necessità di chi si ha di fronte, prima
di iniziare un cammino insieme”.
Le problematiche e le esigenze raccolte
dal Volontario vengono condivise con
l’equipe del CDAVx, costituita da più figure operanti nel Centro e con gli altri
soggetti istituzionali e associativi che
ruotano intorno alla persona in difficoltà, al fine di valutare il caso, studiare
soluzioni personalizzate e dare risposte
adeguate. “Nei locali del CDAVx non si
distribuiscono alimenti, vestiario o altro
- afferma Francesco Longato - questo
aspetto è curato dalle Caritas parrocchiali. Il Centro di ascolto vuole soprattutto coglierne il bisogno di fondo della
persona in difficoltà, e aiutarla a superare una data situazione, sfruttando tutte
le potenzialità e le risorse che offre il territorio e coinvolgendo in questo i servizi
sociali, le parrocchie e le associazioni “.
La Caritas vicariale intende istituire un
secondo centro, probabilmente a Conselve o a Cartura, subito dopo l’estate.
AI momento è alla ricerca della futura
sede.
p. Fabio Franchini
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
27
“Come se vedesse l’invisibile...”
Q
uest’anno abbiamo deciso di condividere gli Esercizi Spirituali con i Laici del Sud. Chi vuole venire? Dopo tanto
progettare, prevedere tutte le tappe del
lungo viaggio, finalmente l’aereo decolla da Bologna direzione Lamezia Terme
con a bordo tre laiche e una M. Canossiana: il sogno era diventato realtà!
Così siamo approdate a Moccone, verde
località della Sila, con nella valigia tanta attesa di incontrare e condividere la
nostra fede e la nostra passione per il
carisma canossiano. La calorosa accoglienza delle madri e degli amici del Sud
ci hanno aperto il cuore, la parola calda
e sapiente di padre Antonio ha guidato
la rilettura del nostro vissuto.
“Questa esperienza è calata profondamente in tutto il mio essere, ha gettato
luce nei pensieri, è diventata sorgente
di approfondimento della mia fede , ha
allargato orizzonti, ha donato speranza
in uno stile di fede non più inconscia ma
consapevole e consegnata. Sono stati
tre giorni di provocazione e revisione,
una vera chiave di lettura della vita di
fede nell’abbandono fiducioso al mio
DIO che parla al cuore anche attraverso
chiamate inattese a volte sconvolgenti,
come fece con i nostri Padri della fede.
Posso dire che in questa mia terra, piena di sassi, Dio ha liberato un angolino
dove ha messo un piccolo seme; ora
chiede di averne cura, testimoniando
con la vita semplice di ogni giorno l’immenso DONO di una FEDE aperta all’iniziativa di DIO CHE SI RIVELA.
Il clima che ha caratterizzato queste
giornate è stato di grandissima partecipazione di laici provenienti da diverse
parti d’Italia; abbiamo vissuto nella gioia, nella condivisione e nella fraternità.
Insieme abbiamo trovato speranza attraverso le parole di padre Antonio che
ci ha trasmesso uno stile di fede che è
fiducia nella presenza reale di Dio che
guida ogni passo nel nostro cammino di
vita. Per questa esperienza meravigliosa
dal profondo del cuore dico il mio GRAZIE!”.
LAICI CANOSSIANI
18-22 luglio, Esercizi spirituali per i Laici Canossiani a Moccone
28
il FOGLIETTO
Questi giorni di condivisione ci confermano l’importanza di mettersi in cammino per incontrarsi: un volto è molto di
più che una parola, una parola è molto
di più di un sms. Incontrarsi dissipa timori e pregiudizi, rilancia la fiducia che
i fili di comunione che ci uniscono sono
più profondi di tante incomprensioni e
relazioni burocratiche. Il carisma canossiano nella forma laicale è vivo in tutte le
regioni della nostra bella Italia e il corag-
N. 2/3 - 2013
gio di iniziative come quella che abbiamo vissuto accende il fuoco della carità
che ci deve caratterizzare per servire i
prossimi che ci sono affidati. Il ritorno in
treno ci ha permesso di sperimentare la
fatica di un viaggio che i nostri amici del
Sud spesso mettono in conto per incontrare noi.
A quando il prossimo appuntamento?
Ada, Lidia, Ketty, M. Daniela
Primo incontro del coordinamento
nazionale ALC
LAICI CANOSSIANI
Roma, Don Orione, 25 - 26 maggio 2013
L
e Sorelle Canossiane, attraverso M.
Adriana Sicilia, Referente Nazionale
per i Laici Canossiani, hanno ospitato
con molta premura i membri del Coordinamento Nazionale dell’ALC. Con sedute
ad oltranza, il Coordinamento ha iniziato
il suo servizio dopo l’assemblea elettiva
di febbraio. È stata una grande gioia incontrarsi a “metà strada”. Clorinda e Maria Grazia sono arrivate rispettivamente
dalla Sicilia e dalla Calabria. P. Fabio e Cesarina sono arrivati da Padova. Paolo, romano non di Roma!, con i potenti mezzi
della capitale è arrivato con tempi molto
più prolungati degli altri!
Conoscersi e scambiarsi i propri pensieri
aiuta a servire meglio tutta l’Associazione.
Il coordinamento ha messo mano anche
al Regolamento nazionale che attendeva
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
29
di essere rivisto per diversi aspetti e di cui
sarà portata a conoscenza tutta l’Associazione dopo l’esame del Coordinamento
Internazionale.
Il Coordinamento ha concluso la sua attività andando in piazza San Pietro per
celebrare l’Angelus domenicale con Papa
Francesco, proprio la domenica in cui
papa Francesco ha chiesto ai mafiosi di
convertirsi! È stato momento memorabile con una piazza S. Pietro gremita di
gente. Ci sentivamo in un fiume umano
sia nell’afflusso che nel deflusso dalla piazza. Lì a S. Pietro ci siamo salutati
sapendo che i contatti continueranno
attraverso gli attuali mezzi di comunicazione. E speriamo di incontrarci in novembre per il programmato seminario di
formazione a s. Fidenzio (VR).
P. Fabio Franchini
1° SEMINARIO DI FORMAZIONE 2013
“Educare alla vita buona del Vangelo”
9 – 10 novembre 2013
Casa diocesana di Spiritualità “S. Fidenzio” Loc. Novaglie (Verona)
Destinatari di questo Seminario sono:
- Laici dei gruppi laicali canossiani
- Madri animatrici e Padri animatori dei gruppi laicali canossiani
Dal 15 SETTEMBRE 2013 sul sito www.laicican.org si troveranno le indicazioni
sulle letture consigliate in preparazione al seminario
Per le iscrizioni entro il 15 ottobre 2013 ed eventuali informazioni rivolgersi a:
Adele Cremonesi – ASSOCIAZIONE LAICI CANOSSIANI – [email protected]
E+ugenio Bertolotti - FRATELLI E SORELLE LAICI CANOSSIANI –
[email protected]
LAICI CANOSSIANI
LA COMMISSIONE INTERNAZIONALE
DELLA FAMIGLIA LAICALE CANOSSIANA
con “il compito di progettare cammini formativi” promuove il
30
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
“O Senhor Jesus
nos envia ao mundo todo!”
Nova missão canossiana em Presidente Dutra, Maranhão (Brasil)
Il Vescovo di Grajaù Dom Franco Cutter insieme al Delegato p. Sergio Gallina presenta alla comunità i tre
confratelli inviati per la nuova missione: P. Jair (al centro dei tre), diacono Ir. Paulo e Ir. Gilson
BRASILE
P
assados 5 meses da chegada (no
dia 17 de fevereiro de 2013), o clima
festivo do primeiro dia arrefeceu, é claro, mas o ar de novidade trazido pelos
3 missionários ainda perdura. O povo
pobre da cidade, localizada na região
central do estado mais pobre do Brasil,
ainda reverencia os religiosos pelas ruas,
ainda visita sua casa e convida insistentemente para almoços dominicais os
“padres novos”. Da parte dos religiosos,
a curiosidade e insegurança inicial também já foram vencidas, embora o volume de trabalho cresça a cada dia.
Da Paróquia de São Sebastião, nasceu a
Quase-paróquia São Francisco de Assis
e São José Operário, na área mais pobre
da já pobre cidade. Sua Igreja Matriz está
sendo construída, trazendo grande preocupação, já que os custos sobem mais
rapidamente que as paredes. O esforço
do povo é grande, mas a pobreza da cidade, economicamente baseada no comércio e na agricultura de subsistência,
não permite que a obra avance com a
necessária rapidez. Cada saco de cimento, cada caminhão de areia que ganhamos ou conseguimos comprar é uma
vitória festejada!
Ao chegar à cidade, os canossianos receberam uma Escola para cuidar. A importância de se manter uma escola particular na cidade foi imediatamente notada,
pois 2 meses depois do início oficial das
aulas no Brasil, as escolas municipais e
estaduais ainda mantinham suas portas
fechadas. Nossos 300 pequenos alunos
são divididos em dois turnos, fazem uma
refeição na escola, recebem, além da
educação básica exigida por lei, assis-
tência social e religiosa. Mais de um terço
dos alunos são recebidos gratuitamente,
outra parte paga uma pequena mensalidade, que juntamente com o resultado
de promoções sociais ajudam a pagar o
salário dos 21 profissionais que trabalham no projeto. As condições do prédio
não são adequadas, pois não há dinheiro
suficiente para reformas e muitas vezes
nem mesmo para uma satisfatória manutenção.
No que diz respeito à vida da Igreja, em
Presidente Dutra há muita fé, mas pouca instrução. Ainda que nossas celebrações sejam geralmente bem frequentadas, percebemos que falta catequese. A
maioria das pessoas não consegue ao
menos dizer corretamente as respostas
da missa. Cada celebração exige paciência e boa vontade para rezar e explicar
ao mesmo tempo o essencial da liturgia. Tudo isso, pensamos, é resultado do
longo tempo que as comunidades passaram sem a presença do padre, que só
conseguia rezar uma missa por ano em
cada localidade. Agora, com a criação da
nova paróquia, nós canossianos conseguimos estar presentes ao menos duas
vezes por mês em cada uma das quatorze comunidade rural, e semanalmente
nas comunidades urbanas.
Em Presidente Dutra há uma imensa população que está distante dos sacramentos. Mesmo muitas pessoas da Igreja não
são ainda batizadas, outras são casadas
apenas no civil (ou apenas convivem maritalmente sem nenhum vínculo oficial).
Muitos jovens não comungam e não são
crismados. A catequese deverá ser reestruturada, pois ainda reflete a primazia
do saber sobre a vivência com a pessoa
de Jesus. Ainda encontramos comunidades que usam o antigo Catecismo da
Doutrina Cristã, com suas perguntas e
respostas...
Um projeto canossiano para a juventu-
il FOGLIETTO
de começa a ser implantado em nível de
cidade, num trabalho conjunto da Igreja
matriz com a nova paróquia. Chamado
Aviva Jovem, quer ajudar a sociedade local a olhar com carinho especial para a
juventude e seus problemas, bem como
orientar os jovens a se organizarem e lutarem por vida em abundância, em consonância com o Evangelho.
O oratório ainda parece um sonho distante. Sem um local com condições mínimas, sem recursos financeiros e até
de pessoal, pensamos em organizar um
evento para adolescentes, dando início a
pequenos grupos, que futuramente seriam a base do oratório. As irmãs canossianas de Imperatriz, mesmo considerando a distância de 300 km entre as duas
cidades, colocaram-se à disposição para
trabalhar em conjunto, esporadicamente, em atividades do oratório ou alguma
outra missão da Paróquia.
No início de julho, com alegria, conseguimos preparar, na nossa pequena
casa, uma capela para rezarmos diante
do Santíssimo Sacramento. Até então,
nossas orações comunitárias eram feitas
na sala que usamos para as refeições. A
simplicidade da capela não diminui, absolutamente, a dignidade que é devida a
Jesus Sacramentado. Pelo contrário, sem
obstáculos a nos distrair, voltamos nossa atenção ao Sacrário, de onde tiramos
nossas forças e em quem depositamos
nossa esperança de uma fecunda missão.
A todos que nos acompanham com sua
amizade e oração, nosso sincero abraço.
Nosso e-mail para contato canossianos_
[email protected], nosso telefone (55) 99
3663 3683.
pela comunidade Canossiana
de Presidente Dutra - MA,
Diácono Paulo Junior
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BRASILE
N. 2/3 - 2013
32
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Celebrazioni per il 25°
del Seminario Canossiano
Il messaggio del P. Vicario Generale a nome del P. Generale
L’arcivescovo emerito di Manila, Card. Gaudencio Rosales, presidede la celebrazione, con accanto p. Adriano
Carazzolo e il Delegato, p. Rey Daguitera
FILIPPINE
C
arissimi Confratelli della Delegazione,
Padri e seminaristi del nostro Seminario di Quezon City.
Sono molto onorato del vostro invito a
partecipare alla composizione di un souvenir book che possa celebrare i 25 anni
di vita e attività del nostro Seminario di
Quezon City. Nel lontano 1991, da maggio a settembre ho potuto vivere a Quezon e dare il mio piccolo contributo per
l’inizio del Noviziato Canonico stabilito
dall’allora p. Generale p. Augusto Boscardin proprio negli ambienti di Quezon,
essendo stato nominato p. Maestro il carissimo p. Adriano. Ho potuto in quell’occasione conoscere un poco la nostra realtà missionaria filippina e la città di Manila.
successivamente abbiamo avuto l’incontro internazionale dei formatori. Dal 2000
al 2012, come Padre Generale ho potuto
visitare più volte la Delegazione e le comunità, avendo sempre per base la casa
e la comunità del Seminario di Quezon,
e come la nostra Regola di Vita chiede,
avendo sempre un occhio di riguardo e
una disponibilità particolare a conoscere
e aiutare il cammino e la programmazione della formazione del Seminario, ma
soprattutto trovando sempre una grande
familiare accoglienza da parte di tutta la
comunità del Seminario, e da parte mia,
cercando sempre di riservare tempi di
ascolto e di dialogo e convivenza con i
seminaristi di filosofia e di teologia.
Quando si arriva a 25 anni di età, in Italia
si può votare anche per l’elezione dei Senatori... è quindi l’età della maturità. Così
dovrebbe essere per il nostro Seminario.
in questi anni vari confratelli si sono susseguiti come formatori e come membri
della comunità, e un gran numero di
candidati è passato per uno o più anni
in questa comunità di formazione. Alcuni hanno continuato e sono ora fratelli
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
impegnati nella stessa missione e nello
stesso ideale Canossiano. Molti altri sono
passati ricevendo formazione umana e
cristiana, e anche un aiuto concreto per
i loro studi. Il bilancio di tutto questo lavoro, delle energie investite, dei risultati
raggiunti, lo può fare solo il Signore.
Resta per la Congregazione e per la Delegazione il compito di maturare e crescere nell’offerta formativa, sentendosi tutti
responsabili e interessati alla formazione
che avviene nella vita concreta e quotidiana del Seminario. Come ho detto in
altre occasioni, è vivissima in me la gratitudine per quei confratelli che hanno
generosamente sacrificato i loro anni e le
33
loro energie migliori per mettersi a disposizione della formazione. Come pure per
tutti quei benefattori noti o anonimi che
si sono fatti strumento della Provvidenza
per aiutarci a mantenere e migliorare la
vita e le strutture del Seminario e continuano a sostenerlo tutt’oggi.
Ecco il mio augurio e la mia preghiera:
che il nostro Seminario continui la sua
missione formativa preparando generosi figli di S. Maddalena, Pastori autentici,
missionari pronti ad andare nelle periferie del mondo e della città per comunicare Gesù e il vangelo ai più piccoli.
P. Antonio Papa
Attività estive in parrocchia
e in oratorio a Tondo
FILIPPINE
Parrocchia San Pablo Apostol – Tondo, Manila
M
entre in Italia i bambini contano i
giorni che rimangono per arrivare
alla fine dell’anno scolastico e per godersi le vacanze, qui nelle Filippine i nostri
FILIPPINE
34
il FOGLIETTO
ragazzi e giovani si avviano ad iniziare
il nuovo anno scolastico. Secondo il ministero dell’Educazione filippino, sono
quasi 24 milioni i bambini/e e ragazzi/e
iscritti alle scuole elementari e medie,
pubbliche e private, nel paese senza
contare i milioni che frequenteranno le
scuole superiori ed università! Sappiamo
che nelle Filippine il 50% della popolazione (quasi 50 milioni) sono sotto i 25
anni! È un paese giovane e con tante potenzialità per il suo futuro, ma anche con
tante carenze presenti e povertà. Il nostro programma delle adozioni a distanza “Una mano aiuta l’altra” che esiste
ed opera da quasi 25 anni è un grande
aiuto per la gioventù povera di Tondo,
seguendo e sostenendo circa 1500 adottati; importante è anche il lavoro svolto
dai nostri catechisti, quasi una ventina,
e per la maggioranza volontari, che servono circa 16.000 ragazzi/e delle scuole
elementari e medie nelle quattro scuole
pubbliche presenti nel territorio della
parrocchia di San Pablo Apostol a Tondo.
Allo stesso tempo sta diventando sempre più importante il servizio del nostro Centro Giovanile “Youth formation
and social center”, che non solo ospita
la scuola materna parrocchiale per i
bambini, ma sta gradualmente diventando un importante strumento e luogo di aggregazione e formazione per i
ragazzi/e e giovani. Durante i due mesi
N. 2/3 - 2013
delle vacanze, aprile e maggio, i nostri
padri Ricky e Joseph assieme a un bel
gruppo di animatori (entusiasti, anche
se in maggioranza molto giovani!) hanno organizzato tre settimane di “SYA”
(Summer Youth Activities) - quello che in
Italia chiamate GR.EST. - per circa 300400 bambini e ragazzi delle elementari e
medie, con proposta di attività ricreative,
catechesi, laboratori, dopo-scuola, ecc .
Le attività erano fatte sia al Centro che
nelle varie aree, specialmente tra le baracche di Katuparan, Happy Land, Tambakan e Aroma, tra i bambini e ragazzi
di alcuni agglomerati di Temporary Housing e Aroma - una delle aree più povere ed abbandonate della parrocchia. Ha
dato un prezioso servizio a queste attività anche un gruppo di giovani del “CVP”
(Canossian youth Volunteers) organizzato dalle Sorelle Canossiane. Grazie al
loro impegno e con l’aiuto dei catechisti,
abbiamo potuto seguire e preparare altri 30 ragazzi dell’area di Aroma, che così
hanno ricevuto i sacramenti delle prima
Confessione e Comunione.
Si è purtroppo quasi arrestato invece il
Progetto della costruzione della nuova Chiesa parrocchiale di San Pablo…
perché non solo abbiamo terminato la
prima fase dei lavori (le fondamenta)
ma anche abbiamo finito i soldi messi a
parte lo scorso anno! Comunque non è
N. 2/3 - 2013
Il nuovo ambasciatore italiano a Manila,
Massimo Roscigno, e famiglia
finito l’impegno, anzi! Il 28 Aprile scorso
abbiamo avuto tra noi il Cardinale Luis
Antonio Tagle, arcivescovo di Manila,
per la S. Messa e la benedizione delle
colonne, la cerimonia del “Launching”
ufficiale della fase dei lavori; un modo
anche questo per rilanciare l’impegno
a continuare nella realizzazione di questo importante progetto. Si tratta ora di
portare al coperto il corpo centrale della chiesa, al grezzo, e poterla così usare.
il FOGLIETTO
35
Non abbiamo perso la speranza di andare avanti. Per l’occasione era presente
anche il nuovo ambasciatore italiano a
Manila, il sig. Massimo Roscigno con la
sua Signora e la figlia. Alcuni benefattori
locali si sono fatti avanti, e soprattutto la
gente di Tondo si sta dando da fare con
iniziative varie. La bella notizia è che
abbiamo già messo da parte € 45.000...
quella brutta è che ne servono almeno
altri 550.000 Euro! Comunque continuiamo a confidare nella Provvidenza
e nella generosità di tanti amici e benefattori, e soprattutto nell’impegno della
nostra gente.
Ancora una volta a nome dei Padri, delle
Suore e della gente di Tondo, un grazie
di cuore a tutti i confratelli, sorelle Canossiane, parenti, amici e benefattori
per il continuo aiuto e sostegno. Assicuriamo la nostra preghiera.
Fr. Carlo Bittante
he summer has been so busy for the
young people of San Pablo Apostol
Parish. It is the time of the year that is
most anticipated by the youth because
of the activities prepared by the Parish
Youth Ministry (SYA of the oratorio).
It was also a special year because a
number of new faces have been added
to the group of the volunteer catechists
who served as teachers for the children
within those two weeks of fun-filled and
fruitful activities. The 14th day of April
with a launching parade and a Mass
which formally opened the Summer Youth Activities 2013. An estimated number of
300 children from elementary to high school joined the event. The number increased
after few days, coming from different areas and barangays of the parish.
The daily activities usually start with a Morning Prayer for the catechists/teachers. It
is then followed by the assembly of the children with a moment of prayer; then, some
animation through singing and dancing, afterwards they were grouped according to
FILIPPINE
T
FILIPPINE
36
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
their grade level. Lessons/classes begin
with catechism and some academic
subjects which will prepare the children
for the upcoming school year. The
morning session ends with an assembly
where they have a simple sharing and
were dismissed for lunch break.
Afternoon activities were intended for
skills lesson, such as arts, guitar, singing,
dancing and acting. As a conclusion of
the day, the children pray the rosary
and then go home, filled with new
experiences and anticipating the next
day for more things to learn. Wednesday was intended for Sports activities, and
Sunday for Mass.
After two weeks of exciting activities, we had our Educational tour for the children at
Children’s Playground at the Rizal Park and the Manila Zoo. The SYA was concluded
with a Graduation ceremony which happened on May 1. Grade 1-3 were awarded as
the Best Grade Level, following Grade 5.
As agreed by the majority, the Oratorio, led by the Parish Youth Council, continued the
annual activity called the “Parish Youth Week”, which was basically intended for the
youth serving in the parish, but this year was different, as they tried to target youth
that are not directly involved in the Parish. The weeklong event includes different
activities, such as outreach mission, carnival and the much awaited Sports Feast
namely “Canossian Cup”, which was already on its 8th year. The PYW, as it is popularly
called by the Oratorians, started with a Launching Parade followed by a Morning
Liturgy, then the opening ceremonies. The participants were divided into six teams
which included both Oratorians and recruits. These teams battled in different sports
such as Football, Volleyball and Basketball, Chess, Games of the General and Table
tennis. It was indeed a very exciting moment for everyone. The PYW was concluded
with an Awards Night, giving recognition for outstanding players and teams.
During the Awards Night, the annual “Oratorian in Service and Action” and “Youth
Entertainment Award” was given to
those Oratorians who excel in different
fields in the oratorio and the parish. But
what’s more fulfilling for everyone, is
that the Oratorio opened its doors for
new recruits as they were encouraged
to join different organizations and
participate in Oratorio and Parish
activities. Truly it was a very fruitful and
meaningful Summer for everyone who
undoubtedly shared time and effort as
we played and prayed with Christ.
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
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Special events in the journey
of the Philippine Delegation
Tre importanti momenti nella vita della Delegazione
First Religious Profession of Bro. Jonas and Bro. Andreas at St. Gabriel of Our Lady of Sorrows Parish,
Marikina Heights, Marikina City, on May 8, 2013.
famous writer once said in his writing that “If
the only prayer you ever say in your entire life is
thank you, it will be enough.” Yes, we would like to
take this opportunity to say our prayers of thanksgiving to all the wonderful people who had been
journeying with us.
We would like to express our gratitude to our beloved parents, our Formators, benefactors and Friends. We thank you for your love,
knowledge, wisdom, support and prayer at every step of our life. A simple word of
thanks would not be enough to show our gratitude, but still we thank you all for everything.
A
Celebrating Life, Light and Love: a Benefit and Thanksgiving Concert held last June 15,
2013 at ALIW Theater, CCP Complex Pasay City.
his year has been a blessing for our congregation as we celebrate the 25th anniversary of our Formation House in New Manila, Quezon City. We started our Formation
House way back in 1988 and in 1999 we have our first priest ordination as our first fruit.
Since then we already produce 16 religious priests. Throughout these 25 years we not
only grow in number but also in our apostolic and formation communities. The Congregation staged a thanksgiving musical concert which was dubbed “Life, Light and
Love a Thanksgiving Concert through music and dance” held in Aliw theatre last June
15, 2013. With special host Ms. Boots Anson-Roa and special guest Mr. Jovit Baldivino.
T
Q
uezon City, 7 Luglio 2013. S. Messa concelebrata per la “Sendoff Mass” (Messa di invio) per i nostri due Confratelli p. Adriano Carazzolo (già delegato delle Filippine e
formatore nel Seminario maggiore) e p. Yosef Moensaku (per alcuni anni missionario in
Tanzania e Kenya) che si sono preparati a partire per la nuova missione in Timor Leste.
Già da anni la Delegazione, unitamente ai Superiori, stava pensando a questo progetto.
Il Capitolo generale del 2012 ha dato il via all’esperimento, e così inizia anche questa
nuova avventura verso le periferie del mondo. In effetti, proprio alla periferia della Diocesi di Dili sono destinati i nostri religiosi, nella località della Bentano, sulla costa di Timor che guarda verso Darwin e l’Australia. Ai due partenti da Manila si sono aggiunti p.
Jordao Madeira e Fratel Antonio Germano già prima arrivati nella loro Patria. Da queste
pagine del Foglietto, il nostro augurio per questa impresa di evangelizzazione!
FILIPPINE
Bro. Andreas Nabu, FdCC
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il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Nozze nel Signore e nella
solidarietà per Sara e Fabrizio
Un modo solidale per celebrare le feste della vita
UFFICIO MISSIONI
T
ornati dal viaggio di nozze, Sara e Fabrizio hanno raccolto le foto del loro matrimonio “solidale” e ci hanno inviato quelle significative della consegna dei quadri (regalo
solidale!) ai loro testimoni. Anche se non possiamo ammirare i quadri, belli, di Lucia Contarino, possiamo ammirare la foto degli sposi Sara e Fabrizio, che ci offrono questa bella
testimonianza: anche i minimi dettagli, come gli sposini di zucchero o di plastica sulla
torta, possono essere importanti e trasformarsi in un gesto di solidarietà che fa felice
qualcuno.
C
he posso dire del nostro matrimonio?
posso solo raccontare una bella storia d’amore e non solo fra me e Fabrizio.
Sicuramente non volevamo un matrimonio ordinario né tantomeno sfavillante:
il nostro doveva essere “giusto” nel senso che in genere si vede sprecare molto
cibo, esagerare con gli addobbi, buttare
le bomboniere, e proprio da questo pensiero siamo partiti. Non volevamo che le
nostre fossero dei soprammobili normali
e, comunque, avendo già nello spirito la
voglia di donare, ecco che le due cose si
sono unite: bomboniere “solidali”! Da qui
sono iniziate tante belle storie d’amo-
re verso il prossimo, soprattutto verso i
bambini, iniziando da quelli del Gaslini
di Genova.
Si sentono tanti sposi che parlano del
“tema” del loro matrimonio: il nostro
tema è stato “la solidarietà”. E lo racconto un po’ orgogliosa di aver fatto la scelta giusta. Perché di bomboniere solidali
se ne parla molto, ma nessuno ha mai
pensato che ogni dettaglio potrebbe diventare segno d’amore. Oggi la festa del
matrimonio impone certi riti - e non parlo del rito religioso! -, come ad esempio
il guest book (l’ormai famoso libro degli
ospiti immancabile al ricevimento), op-
il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
pure il cuscino porta fedi,
le bolle di sapone, il cake
topper cioè il moderno
“sposini sulla torta”. Ecco,
anche questi possono trasformarsi in gesti d’amore.
E poi le grandi ricerche per
trovare i regali ai testimoni,
alle “comari di fede” (cioè
chi regala agli sposi le fedi
nuziali), ai genitori; questi
sono difficili da trovare, anche perché dovevano essere regali importanti. E dopo
tante ricerche (per fortuna il
web aiuta), abbiamo incontrato Lucia Contarino, anzi troviamo i
suoi bellissimi quadri che facevano al
caso nostro per i testimoni! e per ricambiare avremmo donato a un bambino un
po’ di vita e l’istruzione in una scuola. Ci
sembrava uno scambio più che giusto.
E così anche per le nostre
“sorelle-comari di fede” abbiamo regalato il sorriso di
due bambine. E poi le farfalle sulle cornici per i nostri
genitori. E soprattutto le
nostre fedi anch’esse solidali che ci faranno ricordare
quel giorno per sempre…
“Per sempre” dovrebbe
essere la fine della storia;
ma la storia è continuata
anche il giorno dopo nella
sala - mensa, di una parrocchia della nostra città,
dove un gruppo di persone ha banchettato come se fossero stati al nostro matrimonio. E adesso viviamo felici, sapendo che il “per sempre” continua, e che
possiamo dare ancora molto!
Sara e Fabrizio
Gli auguri dell’Ufficio Missioni
arissimi Sara e Fabrizio,
partecipiamo con gioia alla vostra
festa, con la gratitudine nel cuore per
tutte quei bambini bisognosi che hanno ricevuto un aiuto proprio grazie alla
vostra decisione. È bello vedere che a
questo vostro banchetto i primi invitati
sono stati i bambini meno fortunati! E
precisamente i bambini della missione
canossiana di Igoma e di Jpapad, nelle
Filippine. Invochiamo per voi S. Maddalena di Canossa e S. Bakhita, perché
la vostra famiglia cresca sempre nell’amore ai piccoli e ai poveri e abbia sempre come modello la Santa Famiglia di
Nazareth. La Vergine Maria sia sempre il
vostro esempio di carità e accoglienza
evangelica!
P. Gianluigi, Maria Luisa, Emanuela
UFFICIO MISSIONI
C
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il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Dalla GMG di Manila un contatto di amicizia
e un’adozione a distanza per Tondo
UFFICIO MISSIONI
G
entilissimi Padri Canossiani,
sono Marina Lomunno, una giornalista di Torino, ho conosciuto la vostra
missione di Tondo e il carissimo p. Giovanni Gentilin durante la GMG con Giovanni Paolo II a Manila.
Allora ero a Manila oltre che per il mio
giornale e per Avvenire - di cui sono
una delle corrispondenti da Torino - anche per guidare la delegazione ufficiale
dell’Agesci, gli scout cattolici italiani. In
seguito alla visita a Tondo, con il gruppo di scout che seguivo, per anni abbiamo sostenuto varie adozioni a distanza
di alcuni ragazzi di Tondo segnalateci
via via da padre Giovanni. Poi il tempo
è passato, i giovani scout sono cresciuti e abbiamo perso i contatti con padre
Giovanni. Io però continuo a ricevere volentieri il vostro Foglietto (grazie perché
me lo mandate) che mi porta notizie di
padre Giovanni di cui però, purtroppo,
ho perso la mail. Il motivo per cui vi scrivo è il seguente: con la mia famiglia ho
appena terminato l’adozione a distanza
di una ragazzo della Guinea Bissau della
missione dei Padri Giuseppini del Murialdo (sono i padri della nostra parrocchia),
e mia figlia Silvia, 10 anni, (che io e mio
marito abbiamo avuto la fortuna di adottare quando era neonata) da tempo mi
chiede dei bambini di Tondo di cui spesso le ho parlato, come del fatto che anni
fa con gli Scout sostenevamo un’adozione a distanza.
Più volte Silvia mi ha espresso il desiderio di adottare un fratellino o una sorellina a distanza, e poiché ho questo legame “antico” con Tondo, mi piacerebbe
riprendere i contatti con padre Gentilin
e chiedergli di segnalarci un bambino o
una bambina di Tondo da aiutare nella
sua crescita, possibilmente della scuola
materna o elementare (così può comunicare meglio con Silvia).
Durante la scorsa Quaresima Silvia aveva
iniziato a mettere da parte i suoi soldini
per il fratellino o la sorellina di Tondo…
Attendo vostre indicazioni e spero che
possiate mettermi in contatto con padre
Gentilin che saluto con affetto.
Grazie e a presto!
Marina Lomunno
N. 2/3 - 2013
il FOGLIETTO
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La solidarietà... fa festa!
L’
unione, si sa,
fa la forza, soprattutto quando
è ora di organizzare un evento
a sostegno delle missioni dei
nostri cari Padri
Canossiani! Ed è
con questo motto che una ventina di persone,
sparse sul territorio veronese e
legate al mondo canossiano, si sono date
da fare per dar vita ad una cena solidale,
con lo scopo di raccogliere dei fondi a
sostegno delle missioni di Piabetá (Brasile) e di Tondo (Filippine). Dopo incontri, riunioni, telefonate e appostamenti
a “caccia” di sponsor, grazie all’aiuto di
molte “mani amiche” e di alcune realtà
produttive locali, che hanno creduto in
questa proposta, la sera del 14 giugno,
presso il Circolo 1° Maggio di Montorio
(Verona), immersi nel verde e circondati
dal primo accenno di afa di questa estate
2013, i volontari hanno accolto oltre 170
persone, accorse in nome della solidarietà a far festa insieme.
Coordinati dai cuochi Angelo e Adriana,
i volontari della cucina hanno preparato
una cena con i fiocchi!
Durante la cena P. Gianluigi Andolfo ha
illustrato i progetti che sarebbero stati
sostenuti grazie alle donazioni di tutti,
mostrando video e fotografie e chiamando sul palco a testimoniare alcuni dei volontari che si sono recati con lui a Piabetà
durante le scorse estati. Sono in molti, a
distanza di tempo, a dedicarsi ancora attivamente al sostegno dei progetti dei
Padri Canossiani, segno tangibile che la missione continua
anche qui!
A lenire la “saudade” che serpeggiava tra i
volontari ci ha
pensato la musica di Stefania
Riva, che ha allietato la seconda
parte della serata
con la sua bellissima voce, facendo da
spalla a P. Gianluigi nel corso dell’estrazione di alcuni premi messi a disposizione dagli sponsor. Chi non ha vinto, ha potuto comunque consolarsi con qualche
acquisto presso il mercatino missionario
allestito da Annarosa, Gideci e Sonia e
rifornito di bellissimi prodotti artigianali
provenienti dalle missioni.
Alla fine della serata, nonostante la stanchezza, i visi dei volontari erano tutti
segnati dalla soddisfazione: ai complimenti per l’organizzazione e per la cena
(davvero luculliana!) servita, si è aggiunta la felicità di aver superato, con
la raccolta fondi, ogni aspettativa e di
aver contribuito, con un po’ del proprio
tempo e con un po’ di fatica, certamente,
ma anche con tanta gioia, ad aggiungere un piccolo tassello ai progetti portati
avanti dai Padri Canossiani. Sull’onda di
questa gioia, si è già deciso di riproporre
una nuova cena solidale nel corso della
primavera 2014. Amici di Verona e provincia (e perché no, anche delle città limitrofe!), vi aspettiamo numerosi!
Gli amici veronesi
UFFICIO MISSIONI
Cena solidale a favore delle missioni di Brasile e Filippine
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il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
Il Gruppo Missionario si incontra
S. Giorgio di Acilia - Roma, 7 giugno 2013
UFFICIO MISSIONI
C
arissimi
benefattori,
prima di tutto
desideriamo
ringraziare
i
partecipanti al
nostro primo
incontro - davvero
numerosi: quasi 50!
- e tutti coloro
che, pur desiderandolo, non
hanno potuto essere presenti. La vostra
presenza e l’interesse dimostrato ci hanno confermato la necessità di rinvigorire
nella Parrocchia la presenza di un Gruppo missionario che possa agire da “ponte” tra noi e le missioni canossiane nel
mondo.
Condividere questa vocazione, rafforzare il legame tra adottanti e adottati, migliorare la comunicazione, risolvere problemi pratici, dare supporto a progetti
missionari sono alcuni degli obbiettivi
del Gruppo. L’obbiettivo principale del
primo incontro era però quello di cominciare a conoscerci; ripercorriamo, quindi,
anche per i non presenti, i contenuti della serata.
Abbiamo chiesto di compilare una scheda anagrafica, per aggiornare la lista di
benefattori. Potete immaginare la fatica
di contattarvi tutti! Poi P. Bruno ha letto un toccante messaggio di saluto che
P. Giorgio Valente, Padre Generale, ci ha
inviato.
Dopo il benvenuto di Rosaria, sabbiamo
condiviso le ragioni che ci hanno spinti
in quest’opera, esprimendo esigenze e
interrogativi. P. Bruno ha poi presentato
le missioni canossiane nel mondo, con
notizie sulla
loro origine
e il loro sviluppo. Nel
suo
intervento, Piero
ci ha parlato
della missione e degli
obbiettivi
del Gruppo
missionario
e della collaborazione con la Onlus “Mano Amica
– Canossiani”. Alcune foto ci hanno poi
illustrato la missione di Igoma in Tanzania, l’esperienza di p. Bruno in India e di
Piero in Brasile.
Infine, la presentazione dei presenti, le
loro storie, testimonianze, desideri e
problemi pratici. Il tempo, tiranno, non
ci ha consentito di approfondire questo momento dell’incontro, che troverà
maggiore spazio in futuro, poiché siamo
tutti “missionari” e la condivisione resta
l’obbiettivo principale del Gruppo.
Il prossimo incontro è programmato per
settembre. Non mancano argomenti che
ci piacerebbe trattare: come riuscire a
“contagiare” amici, parenti e conoscenti
in questa nostra vocazione missionaria?
Come coinvolgere i più giovani? Come
stimolare i giovani (e non) a brevi esperienze di volontariato missionario?
Grazie per la vostra testimonianza di
“missionari a distanza”, anche e soprattutto a nome di tutte le persone che, per
mezzo del sostegno all’educazione, state
aiutando a conseguire dignità e diritti.
Gruppo missionario Parrocchia di S. Giorgio Martire
N. 2/3 - 2013
FOGLIETTO
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In memoria di p. Marcello Gianola
I
L
a comunità parrocchiale di Favignana,
appresa la notizia, da p. Antonio, della
salita al cielo di p. Marcello, si è stretta in
preghiera in suo suffragio.
A questa preghiera si è aggiunta la preghiera di lode e di ringraziamento a Dio
Padre per il Dono che a noi favignanesi
è stato concesso in questi 40 anni di storia per la presenza della Congregazione
delle Madri e dei Padri canossiani, e tra
questi anche per il passaggio in mezzo a
noi di P. Marcello.
La nostra comunità deve molto a questa
Famiglia Religiosa che ha scelto le nostre
isole di Levanzo e Favignana per vivere
ed operare secondo il carisma di S. Maddalena.
Veri testimoni di fede, vivono tra noi e
spendono le loro giornate testimoniando il Carisma canossiano.
Abbiamo voluto dare un ultimo saluto
affettuoso a P. Marcello, per gli anni del
suo ministero tra noi, perché si è speso
in ogni modo per la nostra comunità cristiana e civile.
P. Marcello sarà sempre ricordato da tutti
noi per la realizzazione della casa S. Maddalena, residenza delle Madri canossiane, per la grande croce che svetta sulla
montagna di Favignana, per i misteri del
Rosario che dalla chiesa di S. Anna porta
al cimitero, per la ristrutturazione della
chiesa della Madonna della Piana, e per
tante altre opere visibili, ma particolarmente per la realizzazione dell’oratorio,
l’opera che più gli stava a cuore.
Grazie P. Marcello!
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
a nome di tutta la comunità cristiana
IN RICORDO
l 4 maggio scorso lasciava questa vita p. Marcello Gianola. Dopo un breve ricovero a
Roma, che ha solo intuito il male che minava la sua forte fibra, il ricovero a Negrar
(verona) ha fatto scoprire la presenza del solito male oscuro, che nonostante l’intervento
lo ha portato alla morte. Una liturgia di suffragio è stata celebrata a Verona S. Maria
Addolorata, dove pure p. Marcello è stato parroco dal ‘77 all’83, cui è seguito il funerale
nella chiesa dei SS. Giobbe e Bernardino nella nostra casa madre di Venezia. Nel camposanto di S. Michele in Venezia, nel campo dei Sacerdoti e Religiosi, riposa ora questo
infaticabile sacerdote canossiano. Sono molti gli incarichi importanti e le case in cui p.
Marcello ha operato con dedizione e vero spirito canossiano, innamorato soprattutto
dell’opera dell’oratorio. Finito il tempo delle responsabilità in prima persona, aveva ultimamente dedicato la sua vita al ministero della riconciliazione e della formazione soprattutto biblica, nelle due case di Roma. Rimpianto da piccoli e grandi, che trovavano
in lui l’accoglienza simpatica, una parola di conforto e di guida nella confessione. La preghiera, cui dedicava lunghe ore fin dal primo mattino, ha impreziosito il gran bene e le
molte opere realizzate nel tempo della sua piena attività pastorale. Lo ricordiamo con la
testimonianza, giunta da un’altra comunità a lui carissima, Favignana.
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il FOGLIETTO
N. 2/3 - 2013
“Vi volete bene?”
Ricordo di M. Renata Colombo
IN RICORDO
M
ettersi davanti alla foto di M. Renata,
frugare nei ricordi, lasciar affiorare
il suo volto dai lineamenti miti e decisi insieme, vuol dire per me risentire la
sua domanda di sempre “Vi volete bene?
Vuoi bene ai tuoi padri? E loro ti vogliono
bene?”. Forse è proprio questo il suo testamento e la sua eredità più preziosa. Una
donna che ha voluto bene, preoccupata
di voler bene e che gli altri – i suoi cari,
le sue Madri, i suoi Fratelli canossiani – si
volessero bene. Il bene vero, quello del
Vangelo, che impreziosisce la nostra storia e a sua volta custodisce grata memoria
del bene ricevuto. Madre Renata è stata
vera figlia della Carità, custode e coltivatrice del nostro Bene più grande, l’Amore
Crocifisso imparato da Santa Maddalena.
Ho conosciuto M. Renata da giovane chierico, quando lei era superiora provinciale
in Casa Madre a Verona. L’ho incontrata
poi da giovane prete nella casa provincializia di Bergamo. L’ho ritrovata a Roma
superiora della comunità della Casa generalizia, quando ormai era completato
il progetto del complesso parrocchiale e
della chiesa di S. Maddalena. Fu veramente vicina a noi quando dovemmo pagare
a caro prezzo quella bella realizzazione
e l’impegno di servire pastoralmente la
parrocchia, con la tragica morte di padre
Gentilin. Presenza consolante e saggia
nel richiamare alla fede nei piani divini. Fu
vicina a me personalmente nei primi passi di parroco in quella comunità provata.
Mi fu ancora più vicina, con l’incoraggiamento e la preghiera, quando nel 2000
lasciai la parrocchia per il sopravvenuto
incarico di superiore generale. Nel 2004
anche lei si sarebbe avviata a Caprino per
le ultime tappe della sua donazione.
Dio sa quanto M. Renata è stata vicina a
noi fratelli Canossiani, con mille attenzioni che solo un cuore di madre sa esprimere, ma soprattutto con l’autentica fraternità del vangelo, per il sentito convinto
legame di fraternità canossiana che ci
dovrebbe far sentire fratelli e sorelle.
Per questo, non ho potuto mancare all’ultimo saluto, celebrazione della sua Pasqua, lo scorso 17 giugno, nella casa della
Rocchetta di Bergamo, dove M. Renata ha
concluso la sua lunga corsa terrena. Nella
chiesa, davanti alla Madonna dei Dolori,
il commiato liturgico e il rendimento di
grazie, ben illuminato dalla Paola di Dio
del giorno. Grazie, Signore, per aver fatto incrociare il nostro sentiero con la vita
questa donna, sorella, madre. Grazie, per
averci dato in Madre Renata un segno del
tuo paterno, materno, inesausto prenderti cura di noi e dei nostri cammini. Donaci
di volerci sinceramente, gratuitamente,
fedelmente, bene!
P. A.
Carissimi amici lettori del Foglietto...
Carissimi amici, lettori del Foglietto,
questo periodico dell’Istituto dei Canossiani racconta con semplicità brani di vita ed esperienza delle nostre comunità e opere sparse in Italia e nel mondo. Viene realizzato con la
collaborazione di quanti inviano alla Redazione il racconto di attività e la testimonianza di
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Ha l’umile aspettativa di favorire la conoscenza dell’Istituto canossiano, di diffondere la sua
opera e lo spirito che lo anima ai sostenitori e benefattori delle nostre Missioni. Speriamo
che questa condivisione vi interessi e saremmo felici di poter leggere le vostre impressioni,
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utilizzando il bollettino accluso precisando nella causale “per il Foglietto”. È inoltre possibile
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Grazie!
La Redazione
“IL FOGLIETTO” è un periodico di notizie e di collegamento, iniziato dal servo di Dio P. Angelo
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grazie all’opera dei Superiori che si sono succeduti, in particolare negli ultimi anni dall’indimenticabile padre Modesto Giacon.
Attualmente, grazie alla collaborazione di quanti ci inviano gli articoli e della redazione, possiamo continuare a far uscire questo semplice strumento di comunicazione per tanti amici dell’Istituto e sostenitori delle nostre opere e delle Missioni canossiane e dei loro progetti.
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Papa Francesco, che cosa c’era nella borsa nera che ha portato come bagaglio a mano?
«Non c’era la chiave della bomba atomica! La portavo perché sempre io ho fatto così, quando
viaggio porto la mia borsa... e dentro cosa c’è? C’è il rasoio, c’è il breviario, c’è l’agenda,
c’è un libro da leggere, ne ho portato uno di Santa Teresina e io sono devoto. Io sempre
sono andato con la borsa nel viaggio,è normale, ma dobbiamo essere normali.
È un po’ strano per me quello che tu mi dici, che la foto ha fatto il giro del mondo.
Mah, dobbiamo abituarci ad essere normali, alla normalità della vita».
Papa Francesco
intervistato dai giornalisti sull’aereo
durante il viaggio di ritorno
dalla 28° GMG di Rio de Janeiro
IL FOGLIETTO
DELL’ISTITUTO DEI CANOSSIANI
Pubblicazione trimestrale n. 2/3— Anno 82 — Aprile - Settembre 2013
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