il compimento di un percorso
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il compimento di un percorso
Il Sindaco di Saronno PROLUSIONE UFFICIALE DEL SINDACO AVVOCATO PIERLUIGI GILLI IN OCCASIONE DEL LXii ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA 2 G IUGNO 2 0 0 8 – saron no , pia zza l ibe rt à Co n l a co nse gna UFF IC IALE al la c ittà D ella ban d ie ra e d el go nfal one Co nce ss i d al c apo dello sta to Concittadine e Concittadini Saronnesi, Autorità civili, militari e religiose, mi sia permesso, anzitutto, di salutare il nuovo Sindaco della Città gemella di Challans, Serge Rondeau, che ci onora della sua presenza in questa giornata di grande importanza per Saronno: “D’abord, je Vous souhaite la bienvenue, Monsieur le Maire de la Ville jumelle de Challans, mon ami Serge, en Vous remerciant pour l’honneur de Vôtre présence dans le jour de la consigne officielle à la ville du drapeau et du fanon municipaux octroyés par le Président de la République; merci donc d’être ici pour partager avec nous la joie d’un événement ainsi important dans l’histoire de nôtre communauté.” A buon diritto, la data del 2 giugno è tornata ad essere, negli ultimi anni, la festa civile dell’unità del popolo italiano, che rievoca in questo giorno la nascita della Repubblica, dopo la faticosa e dolorosa riconquista della libertà, inizio di una stagione irripetuta di concordia nazionale, che ha prodotto la Legge Fondamentale, la nostra venerabile Costituzione, di cui commemoriamo il sessantesimo dall’entrata in vigore, e che ha ricondotto per sempre il destino della Penisola nell’alveo largo della democrazia. 1 Il Sindaco di Saronno L’anniversario induce onestamente a riflettere che, nel giorno in cui tutti gli Italiani riaffermano di riconoscersi nella loro Repubblica, la Repubblica dell’unione di tutti, si debba essere non solo celebrativi, ma anche realisticamente riflessivi sulle ragioni del nostro convivere nel bel Paese, alla luce dell’odierna contingenza storico-politica e della crisi strisciante che ci pervade come un brivido e che, come forse mai, ci fa a tratti dubitare che la nostra peculiare forma di civiltà, dalla secolare tradizione, abbia ancora in sé le risorse etiche, prima che materiali, per progettare un futuro sereno e protagonista nelle nostre terre e al di là dei confini. Il nostro amato Capo dello Stato, nel messaggio per il 2 giugno, ci ammonisce che l’Italia ha bisogno di "un forte impegno e slancio comune", come sessant’anni fa, quando speranza e volontà diffuse fecero "rinascere il Paese in un clima di libertà, attraverso uno sforzo straordinario di solidarietà e unità", che ci ha consegnato questa nostra Patria, Continua Giorgio Napolitano: “è qualcosa che vale la pena di ricordare perché l'Italia, divenuta un paese altamente sviluppato, avrebbe oggi bisogno di uno sforzo simile, per la complessità dei problemi che sono dinanzi alla società e allo Stato, in un mondo profondamente mutato (…). Riuscimmo in quegli anni lontani a risalire dall'abisso della guerra e a guadagnare il nostro posto tra le democrazie occidentali. E abbiamo poi superato tante tensioni e prove. Non possiamo ora permetterci di fare un passo indietro; sapremo, ne sono certo, uscire dalle difficoltà e farci valere ancora una volta, grazie a un forte impegno e slancio”. Ogni italiano dotato anche di un superficiale attaccamento alla nostra comunità nazionale non può non far proprie le sagge parole del Presidente della Repubblica, le cui preoccupazioni per il pericolo di una regressione civile sono lo specchio dello sfilacciamento dei valori fondamentali su cui si basa una convivenza ordinata e votata al bene comune. Non possiamo negare che in Italia, come in molti altri Paesi dell’Europa, il sospetto, se non la paura dell’avvenire, il timore di non essere all’altezza delle prove cui siamo sottoposti da un mondo sempre più globale, contrassegnato da contraddizioni che violentano quotidianamente la pace, la tranquillità, la salute, la normalità dell’essere uomini e donne di pari dignità ed aspirazioni, rendono la vita nervosa ed istintivamente sulle difensive, anche per il venire meno delle certezze, sostituite da vacuo relativismo o troppo accomodante sincretismo. Questa confusione delle menti incide pesantemente sulla vita di tutti, che appare minacciata da vecchi e nuovi pericoli, spesso concreti e veri, spesso indotti da percezioni alterate, al punto che o si rinuncia alla propria storia, alle proprie radici culturali e cristiane, al sé, o – per contro – ci si arrocca indistintamente in riduttivo rigetto di ciò che ci sembra diverso da noi. 2 Il Sindaco di Saronno In un’Italia, in un’Europa forse troppo sazie e smemorate, è dunque importante, anzi è necessario che si riconfermi la propria identità, che è il primo passo per rispettare sé stessi, per sapere da dove si viene, per proporsi come seri interlocutori di chi ha tradizioni diverse dalle nostre ed ambisce ad una qualità della vita che spera di trovare qui, nel Vecchio Continente. Se non sappiamo chi siamo, che cosa potremo dare ancora noi Italiani? Non basta più compiacersi della nostra storia, della nostra arte, del nostro ingegno, che però conosciamo sempre meno, attratti fatalmente da facili ma effimere suggestioni che si consumano nella voragine del consumo fine a sé stesso e dell’immaginario pubblicitario. Occorre ripartire dal basso, dalla prima aggregazione sociale-istituzionale che conosciamo, dopo quella naturale, che è sempre la famiglia: dal Comune, il territorio piccolo in cui viviamo la nostra vita d’ogni giorno; è questo il palcoscenico principale in cui recitiamo il copione dell’esistenza; è qui che veniamo educati e formati; è qui che affiniamo le nostre capacità ed apprendiamo i rudimenti della convivenza civica, quelli che ci rendono buoni cittadini; occorre che ci sia attaccamento al proprio focolare civico, per sapersi confrontare da persone intelligenti e consapevoli. Con questo spirito, di riscoperta dell’appartenenza ad una comunità, anche piccola, che stende una rete solidale tra tutti i suoi appartenenti e che ha un’identità, la festa della Repubblica diventa quest’anno, per Saronno, l’occasione privilegiata di accoglienza dei suoi simboli rappresentativi: il gonfalone e la bandiera della Città, araldicamente corretti, che - insieme allo stemma - mostrano visibilmente, come un ideogramma riassuntivo di secoli di vite vissute nel nostro modesto territorio, chi siamo e che ci siamo. Siamo una comunità e vogliamo continuare ad essere tale, con le nostre caratteristiche; ci siamo – nello spazio - in questa provincia, in questa regione, in questa Italia, nell’Europa; - nel tempo – ci siamo per dare e ricevere i frutti di una convivenza operosa, pacifica e mémore della sua storia piccola. La bandiera, che riprende i nostri colori tradizionali, il bianco e l’azzurro che già contraddistinguono la Signora dei Miracoli nostra protettrice; il gonfalone, con il castello ed il tortello, già nostra insegna dai tempi lontani del Medioevo, saranno i segni ufficiali e riconosciuti dello spirito collettivo di questa Città, per cui provare orgoglio, ma per la quale impegnarsi tutti, secondo le singole inclinazioni, con il desiderio di essere partecipi di un progetto comune di vita e di destino, magari in un clima di sereno e rispettoso confronto, come finalmente nelle massime Istituzioni nazionali, di cui purtroppo non v’è ancora traccia al livello politico locale. 3 Il Sindaco di Saronno Il Capo dello Stato, con apposito decreto concessivo di bandiera e gonfalone, ci ha permesso di ribadire la nostra identità di Saronnesi e di Italiani; proprio le sue parole ripeto, per noi tutti, che sono chiamato a rappresentare: “in questa nostra Italia, che sente sempre vive le sue più profonde tradizioni storiche e radici umanistiche, costruiamo insieme un costume di rispetto reciproco, nella libertà e nella legalità, mettiamo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo che l'Italia mostra di possedere”. Anche Saronno ed i Saronnesi faranno la loro parte, all’ombra del tricolore nazionale e della loro bandiera. Sia per tutti una buona festa, la festa dell’Italia che sa sorprendere. Viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva Saronno, viva l’Italia! Saronno, 2 giugno 2008, LXII anniversario della Repubblica. Pierluigi Gilli, Sindaco 4