Gmail inaccessibile dalla Cina e stavolta fanno sul setrio!

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Gmail inaccessibile dalla Cina e stavolta fanno sul setrio!
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Gmail inaccessibile dalla Cina e stavolta fanno sul setrio!
Non è vero che Gmail fosse già inaccessibile dalla Cina. Era una bugia.
Gmail era accessibile col più classico dei sistemi: via client, tramite POP3 in ingresso e SMTP certificato in uscita, anche se
non era raggiungibile via web.
Da un paio di giorni, però, è veramente diventata inaccessibile del tutto, anche via client (i client sono programmi per la posta
elettronica come Outlook, Firefox, Eudora, e così via).
Un altro giornale, nel Giugno di quest'anno, aveva intervistato un'impiegata di Google ad Hong Kong, la quale riferiva che
l'azienda non si era "ancora spiegata" il perché di questi blocchi. Beh, provo io a dare una mano.
Gmail è l'unico provider di posta elettronica gratuita che si impossessa dei tuoi dati personali in modo non dichiarato. Nel
senso che all'atto dell'iscrizione non te li chiede, ma ti obbliga a fornirli dopo e, quasi sempre, per mezzo di un espediente.
Ad esempio, quando l'utente cambia IP Google blocca subito l'accesso come "tentativo fraudolento" e obbliga il malcapitato
utente a fornire un numero telefonico dove poter ricevere, via SMS, un "codice di sblocco", altrimenti non può più usare la sua
casella di posta.
Il codice di sblocco viene effettivamente inviato, ma intanto Google si è impossessato del tuo numero di telefono e l'ha
associato a quella casella di posta.
Cosa vuol dire "cambiare IP"? Avviene ogni volta che si cambia connessione internet.
Supponiamo di aver fatto la nostra registrazione a Gmail dal computer di casa. Bene: se ci si sposta al bar e si usa la wi-fi del
locale, o se si cambia città per lavoro, o addirittura se ci si sposta all'estero, la nostra connessione avrà un IP (indirizzo) diverso
e Google "penserà" che sia un tentativo fraudolento. Quindi bloccherà l'accesso e ci metterà, come si suol dire, in modo
figurato, il coltello alla gola, dicendo che se si vuole continuare ad usare la nostra casella di posta, bisogna fornire un numero
di cellulare.
Per Google, evidentemente, tutti i suoi utenti sono murati vivi nelle proprie abitazioni. Nessuno viaggia, nessuno si sposta,
nessuno cammina e, se lo fa, potrebbe essere un malintenzionato.
La prova che questa presunzione di tutela della sicurezza sia assolutamente farlocca, sta inoltre ed ancor più nel fatto che
Google se ne infischia se il numero di cellulare fornito non è quello del titolare effettivo. A Google basta averne uno da
associare alla casella di posta.
Questo, paradossalmente, agevola i veri malintenzionati i quali, potendo fornire un numero di cellulare qualsiasi, possono
davvero appropriarsi di una casella di posta non loro. Se il numero di cellulare non fosse chiesto, non potrebbero farlo.
Se Google chiedesse agli utenti di rispondere solo alla domanda segreta (che è stata impostata in fase di registrazione) per
verificarne l'identità, potrebbe non chiedere il cellulare, ma non lo fa. Perché?
E' dunque un cavallo di troia al contrario? Difficile a dirsi, ma sta di fatto che Google è l'unico provider al mondo ad usare
questo sistema, che appare, quantomeno, degno di riflessione.
Ora, il governo cinese potrà anche essere tirannico e tutto quel che volete, ma io posso anche essere legittimato a pensare che
stiano invece cercando di proteggere la propria privacy.
Infatti, altri provider di servizi gratuiti, come Yahoo ad esempio, che non si comportano come Google, funzionano
assolutamente bene in Cina.
Sarà per questo che Google è bloccato? Forse no, o forse anche sì?
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Nedo Paglianti
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