L`asta dell`indecenza postato da Antonio Di Pietro

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L`asta dell`indecenza postato da Antonio Di Pietro
16 Maggio 2010
L'asta dell'indecenza
Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, propone un taglio degli stipendi del 5% a parlamentari e ministri. Comincia cosi' il gioco al rialzo che sta
coprendo di ridicolo la politica italiana.
Il teatrino e' triste, tristissimo. Calderoli e' solo la punta dell’iceberg dell'asta di beneficenza che vede il susseguirsi in poco tempo di altri illustri membri di questo disdicevole
governo. La Santanchè, sottosegretario all'Attuazione del programma di governo, rilancia con un taglio del 15% e ci mette dentro anche le auto blu.
A sorpresa si inserisce nell’asta il ministro della Difesa, La Russa, che taglia corto mettendo sul piatto una mensilità.
Il gioco sembra fatto, ma all’ultimo, “Gasparri pigliatutto” la spara più grossa e chiude la partita: tre mensilità.
Si conclude così la più grande “giocata sulla carta” di un governo di cui non possiamo che vergognarci per la palese presa per i fondelli agli italiani. Da una parte non passa
giorno in cui non emergano avvisi di garanzia per appropriazioni, ruberie, favori, evasioni e occultamenti di denaro pubblico su conti privati e stranieri, appalti truccati, false
fatturazioni, regalie, mazzette di ogni tipo da quelle in natura a quelle in contanti, dall’altro si tagliano e si taglieranno pensioni, posti di lavoro pubblici, infierendo su una
popolazione ormai allo stremo, schiacciata da tasse, bolli, gabelle, irpef, irpeg, irap, iva ed altre decine e decine di sigle e oboli che rendono l’esistenza di chi lavora un vero
e proprio inferno.
Questa è una classe politica grassa, ingorda, in doppiopetto, sprezzante del cittadino, con gli stipendi più alti d’Europa che ha generato anche un debito pubblico
mastodontico, una spada di Damocle che penderà sul capo delle generazioni future per chissà quanti anni, sempre che il filo non si spezzi e la spada cada sul loro capo con
un default che catapulterebbe il Paese nel Terzomondo.
In questo scenario osceno, dove i ricchi, sempre più ricchi e impuniti, rubano ai poveri, si innesta la manovra finanziaria di Tremonti che dovrebbe colpire circa 100 mila
italiani e che prevede taglio a buste paga e liquidazioni di personale della pubblica amministrazione e un rinvio dei pensionamenti 2010 di almeno un anno.
Italia dei Valori ha un preciso programma per i tagli dei costi della politica, un programma di rinunce e non di dichiarazioni.
Per gli stipendi dei parlamentari, dato e non concesso che dovremmo lasciarne a casa almeno una buona metà tra Montecitorio e Palazzo Madama, direi che da domani
basterebbe semplicemente adeguarli ai livelli dei nostri colleghi europei.
E visto che il Presidente del Consiglio sembra privilegiare la Francia dell’amico Sarkozy mi stupisce che non abbia proposto lui stesso un taglio che adegui la remunerazione
dai 144 mila euro annui dei nostri parlamentari ai 62 mila dei colleghi d’Oltralpe.
E visto che ci siamo, il Presidente del Consiglio, o Tremonti, potrebbero pensare anche ad un recupero retroattivo di quanto Publitalia non ha versato agli italiani e allo Stato
per lo sfruttamento delle concessioni per le frequenze radiotelevisive, avute in comodato pressoché gratuito (1% fatturato RTI) da oltre 20 anni, e che hanno fruttato
miliardi e miliardi di euro all’impero di famiglia Berlusconi.
Adeguino dunque, ministri e parlamentari, da domani le loro remunerazioni a quelle europee e rinuncino alla pensione maturata dopo appena due anni se vogliono realmente
dare un segnale, ed un esempio, ai cittadini. Tremonti invece abbia l’onestà di dire che questo giro di vite da 25 miliardi è soltanto l’inizio di una serie di tagli, e di aumenti
di tasse, anche se lui lo nega, che raggiungeranno le tre cifre mettendo per strada altre migliaia di famiglie italiane che già oggi arrivano a stento alla terza settimana del
mese.
Postato da Antonio Di Pietro