Vibrano ancora Ie corde delltanima

Transcript

Vibrano ancora Ie corde delltanima
Jacques Stroumsa, violinista ebreo soprawissuto ai campi di slerminio nazisti, ospite di Ccdc, Padri della Pace e Morcelliana
Vibrano ancora Ie corde delltanima
Il
violino ha suonato
an-
cora. Struggente, come allora, quando le sue note mescolavano il loro suono ai
lamenti dei prigionieri del
campo
di sterminio di AuIl violino di Jac-
schwitz.
ques Stroumsa ha suonato,
davanti ad un gremitissimo
salone Bevilacqua alla Pace
e, in sintonia con le sue, ha
fatto vibrare molte
corde.
Leggero, quasi un fuscello
sulÌe spalle del
"piccolo ma
combattivo ebreo greco>, ha
saputo dare emozioni forti.
Nella sala si è presto dif
fusa
la
musica
di
<Ani
Ma'amin>, il dodicesimo articolo di lède di Maimonide,
quello in cui si recita: <Credo nella verità del Messia e,
anche se tarda. credo". Seguita, poi, da <Eli Eli>, I'invocazione <Dio, Dio, perchè
mi hai abbandonato". Due
brani scelti non a caso da
Stroumsa- Due hrani in cui è
racchiuso lo stato d'animo
proposto la vita e la mofte,
la benedizione e la maledizione. Scegli la vita...,.
<Stroumsa. con la sua vitalità e la sua tenacia, non
intende dare una vittoria postuma ad Hitler. E per non
fare questo, ha deciso di so
pravvivere e produrre vita;
la forza di generare figli dopo essere vissuti nei campi
di steminio è una provoca
zione a Dio. Come dire: noi
continuiamo ad osservate
quello che si legge nel pri
mo capitolo della Genesi,
ovvero crescete e moltipli
catevi>, ha sottolineato i1
prof. Paolo De Benedetti,
ordinario di Giudaismo alla
facoltà teologica dell'Università settentrionale di Mi
lano e alle Università di
Trento e Urbino.
De Benedetti è intervenu
to ieri sera a presentare Jacques Stroumsa e ad illustra-
i contenuti del libro delI'ingegnere di Salonicco,
<Violinista ad Auschwitz>.
portazione
I'intera umanità.
Prima
di lui, il
sindaco
Paolo Corsini e il presidente
della Morcelliana, Stefano
Minelli, hanno portato il loro saluto alf illustre ospite.
<I1 libro di Stroumsa si
può comparare ad un cammino in una giornata di sole,
che poi diventa cupa>, ha
detto de Benedetti.
La prima parte del libro,
infatti- narra la vita della comunità ebraica di Salonicco
prima del 1938,
quando
Stroumsa imparò a suonare
il violino da un maesfo ita-
liano e studiò ingegneria.
Due aspetti, questi, che firono poi determinanti nel
salvargli la vita e permetter-
gli di sopravvivere ai campi
di sterminio nazisti. A Salonicco abitavano gli ebrei se-
intensità. commuovendo
e
lità, di viaggi, di conoscen-
me dopo aver vissuto in
molti luoghi, ha mantenuto
dopo la drammatica esperienza della Shoà. Etl è. iì
sùo, un npportarsi sereno
ed equilibrato con l'esperienza disumana dei campi
commuovendosi nel raccontare la lacerazione del popolo ebraico, che è anche la
ze). ha contìnuato a raccontare De Benedetti.
Poi, tutto si intenompe ed
profonda lacerazione del
inizia la tragedia della
role- a tramandare la memoria di coloro che sono stati
uccisi. A far rivivere, ripetendone all'infinito
i
nomi.
le migliaia di bambini cancellati dalla follia umana.
Ha sceÌto di seguire alla
lettera le parole del Deutero-
nomio (30,19), riportate al-
I'inizio dell'edizione francese del suo libro <Violinista ad Auschwitz>: <Ti ho
nau-Auschwitz negli anni
bui
delÌ'imbarbarimento
dell'uomo e del silenzio di
Dio. Un'autobiografia che è
un lungo quaddish, una preghiera perpetua per tutti coloro la cui vita è stata spezzata nell'ingranaggio assur-
racconta è vivo e, dunque,
non ha toccato iì fondo toccato da coloro che sono stati uccisi>.
Isabella <la cattolica>.
che ora risiede a Gerusalem-
nazisti. Una forte volontà di
continuare, athaverso le pa-
giunto De Benedetti.
La tragedia, poi, nella sua
nuda drammaticità, è sintetizzata îelle 156 pagine del
volume edito dalla casa editrice bresciana: <Da Salonicco a Gerusalemme, passando per f infemo di Birke-
della vita, con la determina-
di
appunto, edito dalla Morcelliana. Lo ha fatto con grande
gioniero per due anni nei
"La
sono caduti moltissimi di loro è stata Ia loro grande fede
nel diritto: non si sono resi
conto che il diritto è la cosa
più fragile che ci sia", ha ag-
do e fatale della Shoà".
campi di sterminio nazisti, e
che l'ingegnere greco, pri-
dell'atroce
farditi. cacciati alla fine del
Quattrocento dalla Spagna
<Un'esistenza alfascinante,
nella quale la famiglia restava il nucleo centrale della
comunità. e intorno si snodava una vita fatta di mobi-
re
e
morte per migliaia di ebrei.
trappola nella quale
de-
Nella terza parte del libro, la straordinaria ripresa
zione
di continuare a
rac-
contare quello che è acca-
duto: <Raccontare significa
dire I'ineffabile, ma chi
Anna Della Moretta