15th IFU World Fruit Juice Congress 2007 “Fruit juices, naturally

Transcript

15th IFU World Fruit Juice Congress 2007 “Fruit juices, naturally
Eventi, convegni e congressi
15th IFU World Fruit Juice Congress 2007
“Fruit juices, naturally healthy”
The Hague (Scheveningen) NETHERLANDS 17-22 giugno 2007
Maria Gloria Attolini
L’IFU (Federazione internazionale dei produttori di succhi di frutta) rappresenta l’industria dei succhi di frutta a livello mondiale.
Creata nel 1949 dalle principali organizzazioni di produttori europei, vanta oggigiorno un’estesa rappresentanza, con membri provenienti da tutti e cinque i continenti. All’interno dell’IFU sono rappresentati 30 diversi Paesi, fra cui Argentina, Australia, Brasile, Cile,
Cina, Iran, Israele, Kazakhstan, Messico, i paesi EU, Nuova Zelanda, Russia, Sudafrica, Svizzera, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, USA,...
Il Segretariato dell’IFU è a Parigi.
Per raggiungere i suoi obiettivi, l’IFU si concentra sui seguenti punti:
1. Rappresentare l’industria mondiale dei succhi di frutta a fianco di organizzazioni internazionali quali Codex Alimentarius, FAO, WTO
2. Creare stretti contatti e favorire la collaborazione fra le associazioni nazionali dei succhi e i produttori dei vari Paesi
3. Favorire e incoraggiare i contatti fra i membri e mettere a punto scambi d’informazione con particolare riguardo a:
Armonizzazione delle norme
Conoscenza della tecnologia e della composizione dei succhi e nuovi sviluppi nel campo della produzione
Messa a punto e raccomandazioni sulle “best practices” da applicare nell’industria dei succhi
Armonizzazione e standardizzazione dei metodi analitici; messa a punto di nuovi metodi d’analisi
Temi d’attualità riguardanti gli sviluppi nella produzione e nel consumo dei succhi (quality assurance, packaging, international marketing, etc.)
4. Organizzare congressi internazionali, simposi, seminari e altre attività
5. Avvicinarsi a importanti istituzioni nazionali e internazionali per ottenere la loro collaborazione nel realizzare gli obiettivi dell’IFU
6. Predisporre un forum per discutere di questioni commerciali.
Il Congresso IFU
Il Congresso, incentrato su temi di punta quali la salute e la sicurezza del consumatore, ha fornito un’esaustiva rassegna su
temi centrali per l’industria dei succhi di frutta: nutrizione, health claims, impatto della tecnologia sulla lavorazione della frutta,
qualità, sicurezza e sviluppo di standard internazionali. Si è parlato anche di innovazioni di prodotto per meglio gestire le crescenti sfide imposte da un mercato in rapida trasformazione.
Dopo il discorso di benvenuto di Tony Beattie, che ha illustrato ai delegati i punti centrali del programma, il Ministro dell’Agricoltura Olandese, Gerda Verburg, ha aperto ufficialmente i lavori; sono seguiti i saluti di René van der Linden, Presidente della
Dutch Fruit Juice Industry.
P rima
sessione
- N utrition, Health
and
Health Claims
La prima relazione ”Fruits, vegetables and their juices: an approach to innovation targeting health” è stata presentata da
Fred Brouns (Cargill).
Negli ultimi vent’anni, a livello internazionale, studiosi dell’alimentazione, istituti di ricerca sul cancro ed enti governativi hanno promosso a pieni voti il consumo di frutta e ortaggi: alla base di questa raccomandazione vi sono studi epidemiologici che dimostrano che
il rischio di contrarre determinate patologie risulta ridotto nei forti consumatori di questi prodotti. Frutta e ortaggi possono contribuire
a ridurre il rischio di malattie croniche in virtù di un elevato contenuto in antiossidanti, basso livello di sodio e grassi, presenza di fibre e
carboidrati. Inoltre, le sostanze bioattive (principi fitochimici) all’interno della matrice cellulare possono avere un impatto favorevole
sui processi metabolici per il mantenimento e la riparazione di funzioni cellulari vitali. Questo ha fatto ipotizzare che i succhi torbidi,
contenendo questi principi in quantità superiori rispetto ai succhi limpidi, possano avere un maggiore potenziale benefico sulla salute
umana. Il tipo e il contenuto di antiossidanti e di sostanze bioattive sono specifici per ciascun frutto e ortaggio.
Le moderne tecniche di lavorazione consentono di estrarre e concentrare le sostanze bioattive che, in tal modo, raggiungono livelli
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 269
più elevati di quelli delle bevande tradizionali. Questi sviluppi tecnologici, così come la miscelazione di più tipi di frutta e ortaggi ciascuno portatore di specifiche proprietà, permettono di ottenere prodotti con caratteristiche idonee a gestire determinati
problemi di salute. Ricerche di mercato hanno inoltre dimostrato che i succhi di frutta e di verdura possono essere buoni
veicoli per pre- e probiotici, elementi utilizzati fino a poco tempo fa solo nell’industria del latte e derivati. Si assiste anche al
lancio sul mercato di combinazioni di succhi e derivati del latte con aggiunta di pre- e probiotici e di succhi con sostanze
bioattive non di origine vegetale (es: calcio per la salute delle ossa, glucosammina per le articolazioni, fitosteroli, betaglucano per il cuore). Rientrano in questo quadro anche altri composti specifici che vantano proprietà di supporto al sistema
immunitario e all’equilibrio psicofisico.
Bevande funzionali
Le tendenze nell’immediato futuro sono quindi:
•
•
•
•
Succhi e acque quali veicoli per prodotti funzionali/salutistici
Confezioni monodose. Già utilizzate per i prodotti a base di latte, saranno impiegate anche nel segmento della
frutta
Combinazioni di più tipi di frutta, percepite come più salutari rispetto al singolo frutto
Conoscenza più approfondita degli ingredienti funzionali da parte del consumatore che si tradurrà in una forte
spinta alla diffusione di questi prodotti sul mercato
Brouns ha poi trattato il tema dell’aggiunta di zucchero alle bevande, fornendo dati epidemiologici e traendo qualche conclusione:
270 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
Anche William Stinson (Florida Department of Citrus), nella relazione “Citrus juices are key to a healthy diet for a healthy life
(Health and nutritional benefits of citrus juices)”, focalizzandosi sui succhi di agrumi, ha ribadito l’importanza di un consumo
regolare di frutta e ortaggi per ridurre il rischio di sviluppare malattie croniche, come il cancro e le malattie cardiovascolari,
principali cause di morte nei paesi occidentali. Tuttavia, nonostante lo stretto legame esistente fra prevenzione e dieta salutare sia noto e sostenuto da evidenze scientifiche, il comportamento del consumatore medio è ancora lontano dal conformarsi al precetto dei “5 -a-day”, le cinque porzioni raccomandate di frutta e ortaggi da consumarsi su base giornaliera.
Dianne Nury (Vie-del Co.) in “Health and nutritional aspects of fruit and juice products” ha riferito che, nel marzo 2005, la Juice Products Association (JPA) preferiva assumere una posizione prudente riguardo all’inclusione dei succhi di frutta al 100% nella dieta,
specie in quella dei bambini. Infatti, uno studio pubblicato nel febbraio dello stesso anno dalla rivista medica “Pediatrics” faceva
temere possibili correlazioni fra obesità infantile e consumo di succhi di frutta.
Sebbene sia stato individuato in letteratura un certo numero di lavori che non rilevano alcuna connessione fra obesità e consumo
di succhi di frutta al 100%, la JPA ha ritenuto comunque opportuno invitare l’industria a promuovere ricerche indipendenti per il
posizionamento dei succhi di frutta all’interno di una dieta sana ed equilibrata, anche in considerazione del fatto che a breve
s’inizierà a redigere le linee guida dietetiche americane per il 2010. In assenza di dati a sostegno dell’inclusione dei succhi nella
dieta, in particolare quella infantile, queste linee potrebbero incoraggiare un maggiore consumo di frutta fresca a scapito dei
succhi industriali.
Sono pertanto in corso ricerche che verranno estese nei prossimi anni.
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 271
Tuttavia i primi risultati di studi condotti su bambini e adolescenti sembrerebbero indicare che:
• non vi è correlazione fra obesità infantile e un moderato consumo di succhi di frutta
• il consumo di succhi di frutta al 100% fornisce un importante contributo al rispetto della regola “5-a-day”
• i bambini che consumano succhi di frutta al 100% hanno accesso anche a quantità più elevate di elementi chiave quali potassio, magnesio e vitamina C, che giocano un ruolo fondamentale nel migliorare lo stato di salute generale dell’organismo
Paul Cancalon(FloridaDept.ofCitrus)nellarelazione“Howdoestheinvitrochemicalestimationoffruitjuiceantioxidantpotentialsreflect
their in vivo beneficial effects?”, ha posto un quesito di grande importanza per coloro che si occupano di scienza dell’alimentazione.
Il relatore afferma che, se è vero che molti studi hanno dimostrato che i principi fitochimici presenti nella frutta e negli ortaggi
hanno effetti benefici sulla salute umana, bisogna però sottolineare che queste ricerche sono solitamente condotte utilizzando
test in vitro. Fino a che punto, si chiede allora Cancalon, i risultati ottenuti in laboratorio esprimono le proprietà fisiologiche di
queste sostanze (biodisponibilità)?
Per promuovere il consumo di frutta e ortaggi sono state messe a punto procedure analitiche volte a misurare il potenziale antiossidante basandosi su reazioni chimiche in vitro; il saggio più ampiamente utilizzato a questo scopo è l’ORAC (Oxygen Radical Absorbance
Capacity). La questione della biodisponibilità diventa particolamente importante per quanto riguarda gli health claims in quanto,
secondo la logica di queste indicazioni nutrizionali, gli alimenti più sani sono ancora quelli caratterizzati dai più alti valori ORAC.
Il concetto è stato ampiamente ripreso nella “1st International Conference on Polyphenols and Health” (2004, dati pubblicati nel
2005): un principio fitochimico ha valore in termini di salute solo quando si trova all’interno dell’organismo umano in quanto, una
volta entrato nell’organismo, viene trasformato nel tratto digestivo e nel fegato in metaboliti che possono avere proprietà differenti
da quelle riscontrate in vitro.
La biodisponibilità diventa dunque un fattore fondamentale nel valutare i benefici apportati dagli alimenti alla salute dell’uomo.
272 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
Nell’intervento successivo, Antonio Trifirò (SSICA) descrive il contenuto dei singoli polifenoli presenti nei succhi di frutta
rossa di sottobosco.
Obiettivo dello studio è stato il dosaggio dei polifenoli totali e dei singoli polifenoli (antociani, flavonoidi, catechine,
acidi idrossicinnamici) in questi prodotti allo scopo di creare una banca dati specifica per caratterizzare e diversificare
i succhi.
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 273
274 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 275
In chiusura di sessione, Christopher Beck, “A growth impulse for the juice industry”, ha precisato che, sebbene l’industria delle bevande non alcoliche in generale possa considerarsi prospera con un mercato in continua crescita, analizzando più da vicino i numeri si può tuttavia osservare che l’espansione dei prodotti tradizionali nei paesi sviluppati sta
spostandosi da alcune categorie di prodotti ad altri. In Germania, per esempio, paese che ha rappresentato circa il
17% del mercato europeo delle bevande non alcoliche nel 2006, è sempre più evidente il momento di stagnazione nei
segmenti delle acque minerali frizzanti, dei succhi e dei nettari, dei soft drink e della birra.
A fronte di questo stallo nei consumi si registra però un forte impulso verso prodotti innovativi. La ragione dello spostamento verso nuovi prodotti è da ricercare nel cambiamento delle abitudini del consumatore riguardo all’alimentazione, alle sue richieste e aspettative. Questo mutamento non è avvenuto in un breve periodo, ma è il risultato di tendenze in opera da tempo. Il consumatore richiede prodotti “più sani”. I cosiddetti “Health Active Shoppers” sentono
fortemente il legame fra nutrizione e salute e sono convinti di poter influire in modo proattivo sulle condizioni di salute
proprie e dei familiari attraverso scelte operate nell’acquisto di cibi e bevande.
I fattori Salute e Benessere costituiscono attualmente i segmenti di tendenza più importanti e i principali driver del
settore.
276 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
Opzioni di crescita per l’industria dei succhi: esempi di bevande innovative
Sulla base dell’attuale Consumer Main Driver “Nutrizione Sana”, la parte più innovativa dell’industria dei succhi tende
a investire, come sfida del futuro, su queste nuove categorie di prodotto:
• prodotti con claim di “ingredienti naturali”
• certificazione biologica
• succhi e miscele “non da concentrato”
• bevande a base di succhi con i cosiddetti “Superfrutti”
• porzioni di “frutta liquida”
• bevande funzionali a base di succhi
Nel caso delle bevande funzionali, la misurabilità della funzionalità all’interno dell’organismo umano costituisce un
fattore di fondamentale importanza per l’Health Active Shopper”. Proprio in base al concetto di “salute misurabile” si
stanno infatti mettendo a punto prodotti con funzionalità specifiche legate alla salute, misurabili scientificamente e
clinicamente, ma con un posizionamento diverso rispetto all’area coperta dall’industria farmaceutica.
S econda
sessione
- Health
aspect : the impact of technology
Il melograno, frutto dell’immortalità
Natural components and processing of pomegranate - Mehmet Pala (Yidiz Technical University of Istanbul)
Sebbene il melograno sia un frutto noto fin dall’antichità, la sua popolarità è cresciuta negli ultimi anni in quanto importante
fonte di antocianine.
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 277
Rossana Borgese (FMC), nella relazione “Pomegranate market and Production Trends and Technology Innovation“, ha
descritto un processo di lavorazione del melograno. Questo è da sempre uno dei frutti semi-tropicali più apprezzati ed
il suo consumo sta crescendo molto rapidamente. Iran e India, i paesi maggiormente produttori, sono diventati leader
sul mercato, seguiti da Turchia e Cina. Si stanno diffondendo sempre più succhi di melograno o derivati con aggiunta
di estratti che conferiscono un alto valore aggiunto.
Il melograno rappresenta, tra tutti i frutti, una delle maggiori fonti di antiossidanti che possiedono proprietà salutari
per l’uomo, come numerosi studi medici e nutrizionali confermano. Queste proprietà salutari si manifestano proteggendo l’uomo dall’insorgenza di malattia cardiovascolari come l’aterosclerosi, o di certi tipi di tumori. Il seguente
grafico mostra come i singoli tessuti del melograno contribuiscano alla capacità antiossidante espressa come TEAC
(mmol/L).
L’FMC ha identificato come punti critici le seguenti operazioni unitarie all’interno del processo di lavorazione: l’efficienza di separazione degli arili dalla buccia e dal tessuto connettivale; il processo di estrazione in termini di resa e
qualità del succo; il processo di enzimazione e di chiarifica al fine di garantire la stabilità della qualità del prodotto
dopo l’uscita del succo sul mercato e i trattamenti termici di pastorizzazione e di evaporazione che, se non condotti
correttamente, possono degradare la qualità. Solo una sinergia fra processi di separazione degli arili, di estrazione del
succo, di enzimazione e chiarifica, insieme allo studio dei trattamenti termici, porta all’ottimizzazione del processo in
termini di qualità del succo. Nel grafico viene dimostrato come l’operazione unitaria di filtrazione possa influenzare
uno dei parametri qualitativi più importanti rappresentati dalla capacità antiossidante. Lo scopo della filtrazione è la
chiarifica del succo grazie all’eliminazione di solidi sospesi, complessi proteici e tanno-proteici, polifenoli polimerizzati
che possono dare problemi di torbidità nel succo chiarificato, dopo concentrazione. Sfortunatamente la filtrazione
riduce la capacità antiossidante, ma la sua funzione è fondamentale per ottenere il succo limpido come attualmente
richiesto dal mercato.
278 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
Sour cherry anthocyanins in 100% juices and nectars - Influence of processing steps and introduction of ageing substances
– Frank Will (Geisenheim Research Centre)
Le ciliege acide, materie di pregio per l’industria dei succhi di frutta, servono come base per nettari e bevande di
frutta. Tratti caratteristici di questi prodotti sono l’intenso colore rosso e l’alto potere antossidante dovuto a sostanze
bioattive quali antocianine e polifenoli incolori.
Pectic substances and health – Henk A. Schols (Wageningen University)
Con il termine pectine si intende un gruppo di polisaccaridi costituenti la parete cellulare della frutta. Dal punto di
vista industriale le pectine estratte dalla frutta vengono spesso impiegate come agenti gelificanti e ispessenti e sono
comunemente considerate dal consumatore come sostanze “naturali”. Durante la trasformazione della frutta e degli
ortaggi le sostanze pectiche possono venire parzialmente modificate o addirittura essere completamente degradate;
parte di questo materiale o di frammenti pectici può essere ritrovato nel prodotto finito (succhi, nettari, etc...).
La relazione ha presentato i progressi compiuti negli ultimi anni nel rivelare la struttura complessa del materiale pectico
e le interazioni con altri polisaccaridi all’interno dell’architettura della parete cellulare vegetale.
È stato inoltre fornito un breve riassunto sui possibili effetti benefici delle pectine sulla salute dell’uomo.
Nel corso della presentazione “Nutrition and health - a perspective view” David Berryman (David Berryman Ltd) ha
messo a confronto le tendenze nel consumo delle bevande del secolo scorso con quelle che caratterizzano invece il
nostro secolo, richiamando l’attenzione sulla grande influenza dei media nel determinare le scelte del consumatore,
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 279
promuovendo i supposti benefici di un determinato prodotto e denigrando le caratteristiche di un altro.
Le bevande gassate, per esempio, che hanno goduto di grande popolarità negli scorsi decenni, sono ora demonizzate dal mondo dell’informazione, scientifica e no. In Inghilterra, dallo scorso anno, sono state bandite dai distributori
automatici nelle scuole.
Berryman quindi, calcando la mano, opera una distinzione fra bevande considerate “buone” (HEROES) e bevande bollate
come “cattive” (VILLAINS), inserendo le bevande gassate nella categoria dei villains e i succhi in quella degli heroes.
Terza
sessione
- Quality,
safety and international standards
Effect of the pectolytic enzyme treatment during juice processing on the intensity and stability of juice colour - M. Nedjma
(Pascal Biotech)
Nedjma ha presentato studi su preparati enzimatici pectolitici con attività secondarie ben bilanciate per l’ottimizzazione dei processi di estrazione di succhi di frutti rossi. Il confronto tra preparati enzimatici ottenuti con tecniche SSF
(Solid State Fermentation) e SmF (Submerged Fermentation) ha dimostrato come i primi consentano una maggiore
estraibilità e stabilità degli antociani e siano più stabili nei mezzi acidi.
In “Why invest in high quality enzymes? Economy, quality, sustainability and safety in fruit and vegetale processing” C. Grassin (DSM) ha esaminato i benefici economici, qualitativi e di sostenibilità legati all’impiego degli enzimi nella produzione dei
succhi di frutta, nonché gli aspetti relativi alla sicurezza. Ha anche sottolineato che gli enzimi rientrano fra i coadiuvanti tecnologici (e quindi non necessitano di indicazioni in etichetta) e che l’impiego degli OGM riguarda i microrganismi deputati
alla produzione degli enzimi. Quindi, non si può parlare in questo caso di enzimi OGM, ma di enzimi derivati da OGM.
280 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
Alicyclobacillus, an industry approach - John Collins (Gerber Juice Company)
Nel 2005 l’Aijn ha promosso una conferenza internazionale sull’Alicyclobacillus.
Nel corso della conferenza è emersa la necessità di condividere le best practices all’interno della comunità internazionale per pervenire alla pubblicazione di un “draft document” che dovrebbe costituire una guida per i produttori nel valutare la possibilità di rischi.
All’interno della comunità degli attori operanti nel settore dei succhi di frutta è stato selezionato un gruppo con diverse competenze:
• trasformazione di agrumi
• trasformazionei di mela e di “soft fruits”
• produzione d’impianti
• produzione d’imballaggi
• microbiologia
• igiene e sanificazione
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 281
L’Alicyclobacillus costituisce un serio problema per l’industria e i rischi possono essere ridotti solo con la collaborazione
di tutta la filiera. I punti critici sono costituiti da:
• Presenza di terra nei frutti
• Pulizia dei frutti
• Contaminazione dall’acqua degli evaporatori
Margini d’intervento:
• impiego di test affidabili-IFU12 con BAT
• approccio HACCP-Valutazione del rischio
• raffreddamento adeguato al momento del riempimento
• CIP con sporicida.
J. Lepeintre (European Commission, DG Health and Consumer Protection) ha presentato una relazione dal titolo provocatorio:
“Developing Codex Standards: it’s a waste of time, isn’t it?”
Un po’ di storia
L’armonizzazione internazionale della sicurezza e qualità degli alimenti ha avuto un forte impulso all’inizio degli anni ‘60 con la creazione della Commissione del Codex Alimentarius; questa struttura è stata fondata per comune intento della United Nations Food and
Agricultural Organisation (FAO) e della World Health Organisation (WHO).
Negli ultimi quattro decenni è stato prodotto un voluminoso corpo di standard sulla sicurezza e la qualità degli alimenti, sono stati
stabiliti migliaia di limiti per i pesticidi e i farmaci a uso veterinario, i livelli massimi per gli additivi e i contaminanti alimentari e redatte
dozzine di “codes of practices”.
La creazione del WTO nel 1995 ha significato notevoli cambiamenti. Gli Uruguay Round Agreements rappresentano una pietra miliare
nel sistema di commercio multilaterale in quanto, per la prima volta, accorpano agricoltura e alimenti disciplinandoli con norme effettivamente operative, sottolineando l’importanza di armonizzare a livello internazionale gli standard di tipo sanitario, fito-sanitario e
altro per ridurre al minimo gli ostacoli al commercio.
Nel perseguire il criterio di armonizzazione il Sanitary and Phytosanitary Agreement (SPS) ha selezionato standard, linee guida e raccomandazioni presenti nel Codex. Questo significa che la produzione del Codex è scientificamente giustificata ed è ora utilizzata come
punto di riferimento per la valutazione delle misure e dei regolamenti nazionali.
Quali sono gli obiettivi del Codex?
• proteggere la salute dei consumatori
• assicurare pratiche leali nel commercio dei prodotti
Il funzionamento del Codex è quindi strettamente legato al ruolo della scienza; esperti in vari settori forniscono studi di valutazione del
rischio in base allo stato dell’arte. Tuttavia, si riconosce che altri fattori possono avere un ruolo nel processo di creazione di standard
nella fase di gestione del rischio. D’altronde è nello spirito del mandato del Codex tenere presenti interessi divergenti, come proteggere la salute del consumatore favorendo contemporaneamente gli scambi commerciali, e sostenere il meccanismo del decisionmaking attribuendo però lo stesso peso ad ogni singolo stato.
La partecipazione di attori governativi e non governativi è fortemente aumentata negli ultimi anni. Se il Codex inizialmente era costituito da un gruppo di membri dei paesi ricchi, ora esso ha una rappresentanza che copre il 98% della popolazione mondiale e invita
ai dibattiti un grande numero di stakeholder che vanno dall’industria a gruppi d’interesse pubblico. Questi osservatori giocano attualmente un ruolo fondamentale e possono dare un forte contributo alla formazione dei testi del Codex.
Impatto del Codex sul business
282 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
Perché il Codex è importante per la nostra industria?
• L’UE è il principale attore di import-export di alimenti nel mondo
• Gli standard del Codex saranno alla base della maggior parte della nuova legislazione UE
• Gli interessi dell’industria dei paesi più forti nella produzione di alimenti hanno parte attiva nel Codex (molti di essi partecipano
agli incontri come parte delle delegazioni nazionali). È necessario quindi che l’industria alimentare sia consapevole di quello
che succede a livello di Codex, accertandosi che i suoi interessi, posizioni e timori siano noti ai delegati governativi del Codex.
Il Codex sarà sempre più coinvolto negli aspetti nutrizionali degli alimenti. La WHO ha recentemente lanciato un’iniziativa che
ingloba dieta, attività fisica e salute, incoraggiando il Codex a muoversi in questa direzione.
Non vi sono dubbi che l’industria, in particolare quella dei succhi di frutta, giocherà un ruolo determinante in questo contesto.
Nella relazione “Recent developments in assessing fruit juice authenticity and what’s in the future” D. Hammond ha trattato
il tema delle sofisticazioni dei succhi di frutta affermando che, nonostante non siano poi molti i casi di succhi adulterati in
commercio, si avverte la necessità di mettere a punto nuove procedure che limitino lo spazio per questo tipo d’interventi.
Nel corso degli anni sono aumentati il livello e il numero di test altamente sofisticati da impiegare per il riconoscimento delle
adulterazioni. Se infatti negli anni ’60 erano sufficienti la determinazione dei livelli di potassio o di azoto, ora s’impiegano
metodi molto più elaborati come, ad esempio, il fingerprinting e i metodi isotopici.
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 283
P. Rinke e C. Abboud (SGF) hanno presentato lo status di due progetti dell’SGF: “Fruit Risk Assessment Program for Pesticides” e “Code of Conduct”: il primo mira a sviluppare un concetto generale di sicurezza che comprenda controlli
efficienti degli antiparassitari e un concetto di gestione dei rischi per l’industria dei succhi, il secondo si prefigge di
mettere a punto un documento che contenga linee guida per l’industria. Questi obiettivi si aggiungono all’impegno
assunto dall’SGF nel controllo dei prodotti per il rispetto della qualità e della genuinità.
Quarta
sessione
- M arketing, Statistics, Products Developments
Alla relazione di S. Liu (Shaanxi Haisheng Fresh Fruit Juice) dedicata agli sviluppi dell’industria dei succhi in Cina è seguita la presentazione di M. van Valdhuizen (Cargill): Nature’s Next, in cui è stato ripreso e ribadito il concetto di “salute” come una delle tendenze in continua e costante crescita. Negli ultimi anni si è assistito allo sviluppo di “prodotti
salute” creati eliminando o sostituendo sostanze non salutari o aggiungendo ingredienti salutari. Più recentemente, si
è cominciato a studiare i benefici di frutta e ortaggi.
Associare il concetto di “natura” o “naturale” a quello di salute è un processo mentale spontaneo. Da secoli la frutta
e la verdura sono considerati alimenti “sani”. Intuitivamente, i consumatori usano da sempre frutta, ortaggi ed erbe
aromatiche per motivi salutistici, vale a dire per prevenire e curare le malattie basandosi sul semplice senso comune,
anche in assenza di evidenze scientifiche.
Questo background “naturale” ha stimolato la ricerca sui Superfrutti. Cosa sono i Superfrutti?
Dato per scontato che tutti i frutti sono salutari, alcuni sono considerati “più salutari“ degli altri. Possiamo quindi definire
Superfrutti quei frutti che hanno caratteristiche nutrizionali e salutistiche molto superiori a quelle fornite dalla nutrizione
di base.
Sebbene questa non sia esattamente una definizione scientifica, vengono considerati Superfrutti quei frutti che convogliano i seguenti elementi:
284 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
•
•
•
•
•
•
•
alta densità di nutrienti
elevato potere antiossidante
potenziali effetti benefici sulla salute
novità
attrattiva
intensità della ricerca
crescita nelle vendite
Perché tutto questo interesse per i Superfrutti da parte del consumatore? Gli alti livelli di nutrienti bioattivi (es. bioflavonoidi, polifenoli, isoflavoni, vitamine) a concentrazioni elevate costituiscono un potente richiamo per il consumatore,
stimolandolo anche a migliorare il proprio stile di vita. Questi nutrienti attraggono perché sono in grado non solo di
controbilanciare gli effetti negativi di una dieta scorretta ma anche di migliorare lo stato di benessere generale. Questi
frutti dunque formano la base naturale per un approccio olistico che comprenda un regime alimentare e uno stile di
vita corretti.
Qualche cifra? Il consumo di cranberry è aumentato del 150% negli ultimi 10 anni. A metà degli anni ‘90 solo il 12% dei
consumatori statunitensi conosceva il melograno: oggi il “frutto dell’immortalità” sta vivendo un momento di gloria: un
marchio associato a questo frutto ha visto le proprie vendite superare i $90 milioni nel 2006. Forti incrementi anche per
il mangosteen e i mirtilli. Insomma, si può affermare che i Superfrutti generano Supervendite.
Questa lista, lungi dall’essere completa, comprende Superfrutti attuali, candidati Superfrutti e Superfrutti vintage. Quale fra questi
prenderà piede come prossimo Superhit? Dipenderà dalla scienza, dai media e dall’industria che avranno un ruolo importante nel
decidere quale sarà il prossimo grande superfrutto.
Uno dei primi superfrutti storicamente riconosciuti come tali è il limone. Nel 1750 circa un chirurgo della Marina Navale Britannica,
James Lind, pubblica il primo Trattato sullo scorbuto e dimostra come la malattia sia causata da una dieta povera di verdura e frutta
fresca e come possa essere prevenuta con l’assunzione regolare di questi alimenti. Nel 1795 la marina inglese stabilisce di aggiungere
limoni e lime alle scorte alimentari degli equipaggi, per sopperire alla carenza di acido ascorbico sofferta durante i lunghi viaggi per
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 285
mare.
All’inizio degli anni ’90, arriva il kiwi dalla Nuova Zelanda e il suo elevato contenuto di vitamina C contribuisce alla fortuna
sul mercato.
Il giuggiolo fa parte della medicina cinese da almeno 2500 anni. Gli asiatici lo considerano un’eccellente medicina, un
efficace tonico per il corpo, un toccasana per i reni e i polmoni.
Questo sviluppo è proseguito e attualmente frutti come l’acai, il camu camu, il mangosteen, il melograno, i mirtilli e altri sono
stati promossi per le loro qualità intrinseche. La scoperta di frutti esotici ha anche risvegliato interesse sulla prima generazione
di superfrutti a cui appartiene, per esempio, l’uva.
Altri esempi. I frutti del Sudamerica colpiscono l’immaginazione del consumatore. La popolazione indigena li mangia da
secoli, estendendo il consumo alla buccia e alle foglie, parti cui vengono attribuiti effetti benefici sulla salute. Non meraviglia
dunque che questi frutti stiano acquisendo una grande popolarità universale.
Altri frutti esotici provenienti dall’Asia sono altamente evocativi e i loro succhi stanno conquistando grandi fette di mercato.
Per concludere:
• la popolarità dei superfrutti continuerà a crescere
• la scienza e i media avranno un forte impatto nel decidere quale sarà il prossimo Superfrutto
• la riscoperta e la rivalutazione di frutti già noti e graditi al consumatore darà un’ulteriore spinta all’intera categoria dei Superfrutti
• l’Australia sta creandosi uno spazio importante in questo mercato
• al di là dei benefici in termini di salute, il sapore resterà comunque un elemento importante nel determinare le scelte del
consumatore
Nell’analisi del futuro delle bevande, è stato trattato anche il tema degli infusi naturali con estratti da fiori, tè, caffè, erbe aromatiche, spezie e delle bevande “biologiche”. Per questi prodotti si prevede un futuro roseo in quanto evocativi di naturalezza,
ambiente, freschezza, positività, benessere psicofisico, energia.
Packaging
Anche per quanto riguarda il packaging il consumatore sembra orientato a migliorare il rapporto con la natura e chiede all’industria
di attuare scelte responsabili.
Un’indagine recentemente condotta in Inghilterra ha mostrato che in taluni casi il consumatore sembra frustrato da un eccesso di packaging, auspicandone un uso più razionale insieme a un maggior rispetto per l’ambiente. Come dire, sta imparando
286 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
ad indossare gli “occhiali verdi”.
Dopo l’analisi di mercato “Trends in Global Juice Consumption” di T. Leijh (Radobank) e la presentazione della relazione “Inspiring Healthy Lives” da parte di O. Franse (Royal Ahold), l’ultimo intervento “The impact of juice on the global
beverage market” di Robert Kay (Canadean Ltd) ha fatto il punto sull’industria dei succhi di frutta, vera e propria
industria globale, presente in ogni paese.
La presenza diffusa, però, non è l’unica ragione per cui si parla di industria globale. Gli ingredienti e le materie prime
provengono da ogni parte del mondo, insieme alle idee, alla scienza e alle innovazioni di prodotto.
Inoltre, il succo costituisce un elemento importante e positivo dell’intero movimento “Salute & Benessere” che sta percorrendo il globo a 360° gradi.
Quindi, il succo di frutta, oltre ad essere un’importante categoria, di per sé o come ingrediente, gode di una posizione
privilegiata all’interno dell’intero sistema bevande, in quanto prodotto “naturalmente sano”.
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 287
In conclusione
288 –
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
INDUSTRIA CONSERVE, N.3, anno 82, 2007
– 289