Proverbi 17:5 — Qual è un motivo per cui dovremmo mostrare
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Proverbi 17:5 — Qual è un motivo per cui dovremmo mostrare
Proverbi 17:5 — Qual è un motivo per cui dovremmo mostrare saggezza nella scelta dei divertimenti? (w10 15/11 6 par. 17; w10 15/11 31 par. 15) Per rimanere leale a Dio quando sei da solo devi sviluppare le tue “facoltà di percezione . . . per distinguere il bene e il male”, e poi esercitare tali facoltà “mediante l’uso” agendo sulla base di ciò che sai essere giusto. (Ebr. 5:14) Ad esempio, ecco un suggerimento che ti sarà utile per scegliere ciò che è giusto ed evitare ciò che è sbagliato per quanto riguarda musica, film o siti Internet. Chiediti: ‘Questo materiale mi incoraggerà a essere teneramente compassionevole o mi spingerà a essere contento “per il disastro di un altro”?’ (Prov. 17:5) ‘Mi aiuterà ad “amare ciò che è bene” o mi renderà difficile “odiare ciò che è male”?’ (Amos 5:15) Ciò che fai quando sei da solo rivela quali valori ti stanno veramente a cuore. — Luca 6:45. 15 Dato che Giobbe era una persona giusta non si rallegrava mai se qualcuno che lo odiava veniva colpito da una calamità. Un proverbio che risale a un’epoca successiva avverte: “Quando il tuo nemico cade, non ti rallegrare; e quando è fatto inciampare, il tuo cuore non gioisca, affinché Geova non veda e sia male ai suoi occhi e certamente ritiri la sua ira di contro a lui”. (Prov. 24:17, 18) Dato che Geova legge nel cuore, sa se dentro di noi ci rallegriamo delle disgrazie altrui e senza dubbio non approva sentimenti del genere. (Prov. 17:5) Dio, notando il nostro atteggiamento, potrebbe trattarci di conseguenza, poiché egli dice: “La vendetta e la retribuzione sono mie”. — Deut. 32:35. Proverbi 20:25 — In che modo questo principio si applica al corteggiamento e al matrimonio? (w09 15/5 15-16 parr. 12-13) 12 Alcuni giovani si sono sposati frettolosamente, pensando che il matrimonio fosse la soluzione all’infelicità, alla solitudine, alla noia e ai problemi in famiglia. Comunque i voti matrimoniali sono un passo serio. Nei tempi biblici alcuni facevano frettolosamente voti sacri senza esaminare con attenzione cosa comportassero. (Leggi Proverbi 20:25). A volte i giovani non considerano seriamente le responsabilità che il matrimonio comporta, ma in seguito si accorgono che sono molto più onerose di quanto si aspettassero. 13 Perciò, prima di corteggiare qualcuno, chiediti: ‘Perché voglio sposarmi? Quali sono le mie aspettative? È la persona giusta per me? Quale sarà il mio contributo per la riuscita del matrimonio?’ Per aiutarti a esaminare i tuoi motivi, “lo schiavo fedele e discreto” ha pubblicato articoli molto specifici. (Matt. 24:45-47) Considerali come consigli che vengono da Geova. Soppesali e mettili in pratica. Non diventare mai “come il cavallo o il mulo senza intendimento”. (Sal. 32:8, 9) Acquista piena consapevolezza delle responsabilità che il matrimonio comporta. Se pensi di essere pronto per impegnarti in una relazione sentimentale, ricorda sempre di essere “un esempio . . . nella castità”. — 1 Tim. 4:12. PRINCIPIO BIBLICO: “Il vero compagno ama in ogni tempo, ed è un fratello nato per quando c’è angustia”. — Proverbi 17:17. È molto più facile affrontare un problema se si ha qualcuno accanto. Il filosofo inglese Francesco Bacone scrisse che per chi non ha veri amici “il mondo non è che un deserto”. Avere veri amici, ed essere buoni amici, è una cosa bella e soddisfacente che può rendere la vita migliore. w11 1/7 8 Proverbi 17:19 “Chi fa alto il suo ingresso cerca il crollo”. Che male c’è ad avere una porta d’ingresso alta? E qual è la morale del proverbio? NEI tempi antichi individui e bande di predoni a cavallo non erano rari. Le case extraurbane non protette erano esposte ai ladri. Per impedire i furti, alcuni proprietari costruivano un muro con una porta particolare. Il muro era alto, ma la porta era bassa. Alcune porte infatti non superavano il metro d’altezza, troppo basse per un cavallo e il suo cavaliere. Se la porta d’ingresso del cortile non era bassa, il proprietario rischiava che uomini a cavallo vi entrassero e saccheggiassero la casa. Nelle città la porta d’ingresso del cortile era di solito bassa e non pretenziosa, così che dall’esterno non si poteva capire se e quali ricchezze si trovassero nella proprietà recintata. In Persia un portone alto era un segno di regalità, che alcuni sudditi cercavano di imitare, esponendosi a gravi rischi. Costruire una porta alta significava ostentare prosperità ed era come invitare i ladri a svaligiare la casa. Proverbi 17:19 mostra così che quelli che fanno alto il loro ingresso vanno in cerca di guai reputandosi più importanti di quello che sono. Il proverbio potrebbe anche alludere alla bocca come a un ingresso reso altezzoso dalla vanteria e dall’arroganza. Esprimersi in questo modo fa sorgere contese e può infine condurre la persona superba al disastro. Com’è saggio quindi evitare lo spirito superbo! w93 15/5 30 Proverbi 17:22 “Il cuore che è gioioso fa bene come un rimedio”. ● Queste affermazioni semplici ma profonde furono fatte da Salomone, re di Israele, circa tremila anni fa. Ma corrispondono a verità? Cosa dice la medicina moderna? Avere un cuore gioioso produce effetti simili. In un servizio di BBC News il dott. Derek Cox, ufficiale sanitario che lavora in Scozia, ha dichiarato: “Chi è felice ha meno probabilità di avere problemi di salute rispetto a chi è infelice”. Lo stesso servizio spiegava: “Le persone più felici sono anche meno soggette a malattie cardiache e ictus”. Come mai la sapienza di Salomone, per non menzionare quella di altri scrittori della Bibbia, era così in anticipo sui tempi? La risposta è semplice: “Dio continuò a dare a Salomone sapienza e intendimento in grandissima misura”. (1 Re 4:29) Inoltre questa sapienza è contenuta in testi scritti con un linguaggio semplice in modo che tutti possano trarne beneficio. E non costa nulla! Perché non prendete l’abitudine di leggere la Bibbia? Milioni di persone hanno riscontrato con gioia la veridicità di queste parole: “Quando la sapienza sarà entrata nel tuo cuore e la conoscenza stessa sarà divenuta piacevole alla tua medesima anima, la stessa capacità di pensare veglierà su di te, il discernimento stesso ti salvaguarderà”. (Proverbi 2:10, 11) Che parole rassicuranti! g 8/11 29 Proverbi 18:13 “Quando qualcuno risponde a una questione prima di averla udita, questo da parte sua è stoltezza e umiliazione”. È particolarmente importante che gli anziani cristiani siano buoni ascoltatori. Solo così possono veramente “sapere come dare risposta a ciascuno”. (Colossesi 4:6) Proverbi 18:13 avverte: “Quando qualcuno risponde a una questione prima di averla udita, questo da parte sua è stoltezza e umiliazione”. Una volta due fratelli ben intenzionati diedero consigli a una sorella per metterla in guardia dallo spirito mondano perché aveva saltato alcune adunanze. La sorella fu profondamente ferita dal fatto che non le avessero chiesto il motivo della sua assenza. Era mancata alle adunanze perché aveva subìto un intervento chirurgico. Com’è importante, dunque, ascoltare prima di dare consigli! Continua a pagina 3 5 Per gli anziani spesso l’insegnamento include il dare consigli. Anche in questo caso è importante essere buoni ascoltatori. È necessario ascoltare specialmente quando sorgono dispute fra conservi cristiani. Solo dopo aver ascoltato, gli anziani possono imitare “il Padre che giudica imparzialmente”. (1 Pietro 1:17) Spesso tali situazioni sono cariche di emotività e l’anziano fa bene a ricordare ciò che dice Proverbi 18:17: “Chi è il primo nella sua causa è giusto; entra il suo compagno e certamente lo scruta”. L’insegnante efficace ascolterà entrambe le parti. Facendo una preghiera, contribuirà a creare un’atmosfera tranquilla. (Giacomo 3:18) Se gli animi si accendono, potrebbe suggerire che ciascun fratello esponga la sua versione a lui, anziché lasciare che i due litighino fra loro. Facendo domande appropriate, l’anziano può riuscire a chiarire la faccenda. Molte volte viene fuori che la causa della disputa è la scarsa comunicazione fra le parti, non la malizia. Ma se sono stati violati certi princìpi biblici, l’insegnante amorevole può a questo punto esprimersi con perspicacia, avendo ascoltato entrambe le parti. w99 15/3 16-17 Proverbi 18:14“Lo spirito di un uomo può sostenere la sua malattia, ma in quanto a uno spirito abbattuto, chi lo può sollevare?” Per affrontare qualsiasi malattia ci vuole uno spirito positivo. La Bibbia dice: “Lo spirito di un uomo può sostenere la sua malattia, ma in quanto a uno spirito abbattuto, chi lo può sollevare?” (Proverbi 18:14) Pensieri e sentimenti tristi e pessimistici ostacolano la guarigione. Jason l’ha riscontrato di persona. All’inizio Jason dovette combattere contro sentimenti negativi, come l’ira, che lo buttavano giù. Cosa l’ha aiutato? Egli spiega: “Gli articoli della Torre di Guardia e di Svegliatevi! sulla depressione mi hanno aiutato molto a mantenere uno spirito positivo. Ora mi sforzo di affrontare la vita un giorno alla volta”. Anche Carmen, che ha 17 anni, ha imparato a vedere il lato positivo delle cose. Pur soffrendo di anemia falciforme, si concentra sulle benedizioni che ha. “Penso a quelli che stanno peggio di me e che non possono fare quello che faccio io”, dice. “Così mi sento grata e non mi commisero”. Proverbi 17:22 dice: “Il cuore che è gioioso fa bene come un rimedio”. Qualcuno potrebbe pensare che ridere non sia appropriato quando si ha una malattia grave. Ma l’umorismo e una compagnia piacevole ristorano la mente e accrescono la voglia di vivere. Anzi, la gioia è una qualità cristiana, un frutto dello spirito di Dio. (Galati 5:22) Questo spirito può aiutarti a provare gioia anche se stai lottando contro una malattia. — Salmo 41:3. g97 22/6 25 Proverbi 19:3 “È la stoltezza dell’uomo terreno che torce la sua via, e così il suo cuore diviene furente contro Geova stesso” SEI felicemente sposato da molti anni. Un giorno, però, torni a casa e la trovi a soqquadro: mobili a pezzi, stoviglie in frantumi, tappezzeria irreparabilmente danneggiata. Insomma, la casa a cui tenevi tanto è un campo di battaglia! In una situazione del genere è normale che tu ti chieda chi sia stato, ma non ti sogneresti nemmeno lontanamente di dare la colpa a tua moglie, perché sai che non compirebbe mai un simile atto di vandalismo. 2 Oggi vediamo la “casa” dell’umanità deturpata da inquinamento, violenza e degrado morale. Grazie allo studio della Bibbia, sappiamo che Geova non può essere la causa di tutti questi problemi. Egli ha creato questo pianeta perché fosse uno splendido paradiso (Gen. 2:8, 15). Geova è un Dio di amore (1 Giov. 4:8). Le Scritture ci hanno permesso di identificare il responsabile di gran parte dei problemi che vediamo: Satana il Diavolo, “il governante del mondo” (Giov. 14:30; 2 Cor. 4:4). 3 Comunque non possiamo incolpare Satana di tutti i nostri guai. Alcuni dei problemi che abbiamo, infatti, sono il risultato dei nostri errori. (Leggi Deuteronomio 32:4-6.) Eppure, anche se sappiamo che è così, la nostra natura imperfetta potrebbe portarci ad avere una visione distorta delle cose e farci imboccare un sentiero che alla fine porta al disastro (Prov. 14:12). In altre parole, invece di incolpare noi stessi o Satana per un problema, potremmo iniziare a dare la colpa a Geova. Qualcuno potrebbe addirittura arrivare a essere “furente contro Geova” (Prov. 19:3). 4 È davvero possibile divenire “*furenti+ contro Geova”? Di certo sarebbe una cosa assolutamente vana (Isa. 41:11). Dopotutto cosa potremmo mai ricavarne? Un poeta ha scritto: “Hai braccia troppo corte per fare a pugni con Dio”. Forse non ci lamenteremmo mai apertamente di Geova, ma Proverbi 19:3 dice che la stoltezza dell’uomo “torce la sua via, e così il suo cuore diviene furente contro Geova stesso”. Proprio così, si può divenire furenti contro Dio nel proprio cuore. Questo atteggiamento potrebbe manifestarsi in modi sottili. Un cristiano potrebbe, per così dire, serbare rancore nei confronti di Geova e di conseguenza estraniarsi dalla congregazione, oppure non sostenerne pienamente le disposizioni per l’adorazione. 5 Cosa potrebbe farci divenire “*furenti+ contro Geova”? Come possiamo evitare questo errore? È fondamentale conoscere la risposta a queste domande perché ne va della nostra relazione con Geova Dio. 6 Cosa potrebbe indurre un cristiano fedele a lamentarsi in cuor suo di Geova? Esaminiamo cinque elementi che potrebbero influenzarci in tal senso e analizziamo degli esempi biblici che mettono in luce come in passato alcuni sono caduti in questa trappola (1 Cor. 10:11, 12). 7 I discorsi negativi di altri possono influenzarci. (Leggi Deuteronomio 1:26-28.) Prendiamo il caso degli israeliti appena liberati dalla schiavitù in Egitto. In modo miracoloso Geova aveva portato le dieci piaghe su quella nazione oppressiva e poi aveva annientato il faraone e il suo esercito nel Mar Rosso (Eso. 12:2932, 51; 14:29-31; Sal. 136:15). Il popolo di Dio si preparava a entrare nella Terra Promessa. Eppure, in quel momento decisivo, gli israeliti cominciarono a lamentarsi di Geova. Cosa determinò una tale mancanza di fede? Si lasciarono influenzare da coloro che avevano fatto un rapporto negativo dopo aver esplorato Canaan (Num. 14:1-4). Alla fine, a un’intera generazione non fu permesso di entrare in quel “buon paese” (Deut. 1:34, 35). Non permettiamo mai che i discorsi negativi di altri indeboliscano la nostra fede e ci facciano lamentare del modo in cui Geova ci tratta. 8 Problemi e difficoltà possono scoraggiarci. (Leggi Isaia 8:21, 22.) Ai giorni di Isaia la nazione di Giuda si trovò in gravi difficoltà: era circondata dai nemici, il cibo scarseggiava e molti pativano la fame. Cosa ancora più grave, c’era una carestia spirituale (Amos 8:11). Invece di ricercare l’aiuto divino per affrontare le difficoltà, molti iniziarono a ‘invocare il male sul loro re e sul loro Dio’. In pratica incolparono Geova della situazione. Se soffriamo a causa di una disgrazia o di problemi personali, potremmo anche noi arrivare a chiederci in cuor nostro: “Dov’è Geova ora che ho bisogno di lui?” 9 Non conosciamo tutti i fatti. Dato che non avevano il quadro completo della situazione, gli israeliti contemporanei di Ezechiele ritenevano che la via di Geova non fosse “propriamente giusta” (Ezec. 18:29). Era come se si ergessero a giudici di Geova Dio, mettendo le proprie norme di giustizia al di sopra delle sue e giudicandolo sulla base della loro limitata comprensione dei fatti. A volte potremmo non comprendere appieno un brano biblico o la piega che alcuni avvenimenti prendono nella nostra vita. In casi del genere, potrebbe capitare anche a noi di pensare che la via di Geova non sia “propriamente giusta”? (Giob. 35:2). 10 Incolpiamo qualcun altro dei nostri peccati ed errori. All’inizio della storia umana, Adamo incolpò Dio dei propri peccati (Gen. 3:12). Gli attribuì la responsabilità delle proprie azioni pur avendo infranto la legge divina in modo deliberato e con piena consapevolezza delle conseguenze. In pratica disse che Geova gli aveva dato una cattiva moglie. Da allora molti altri, al pari di Adamo, hanno incolpato Dio dei propri errori. E noi? Chiediamoci: “La delusione o la frustrazione causata dai miei stessi errori potrebbe portare anche me a lamentarmi delle norme di Geova?” 11 Ci concentriamo troppo su noi stessi. Il profeta Giona ebbe da ridire sulla decisione misericordiosa di Geova riguardo a Ninive (Giona 4:1-3). Come mai? A quanto pare temeva di perdere credibilità visto che la distruzione che aveva predetto non si era verificata. Era così preoccupato per la sua reputazione che non provò la benché minima compassione per i niniviti pentiti. Forse potrebbe capitare anche a noi di concentrarci così tanto su noi stessi da divenire furenti contro Geova per non aver ancora portato la fine. Oppure, se predichiamo da decenni che il giorno di Geova è vicino, potremmo diventare impazienti con lui quando altri ci criticano per il messaggio che proclamiamo (2 Piet. 3:3, 4, 9). 12 Cosa possiamo fare se il nostro cuore peccaminoso inizia a mettere in discussione l’operato di Geova? Ricordiamo che sarebbe poco saggio farlo. Una traduzione rende Proverbi 19:3 come segue: “Certa gente va in rovina per la sua stoltezza, ma se la prende con il Signore” (Parola del Signore). Con questo in mente, consideriamo ora cinque consigli che ci aiuteranno a non permettere mai che i problemi della vita ci inducano a incolpare Geova. 13 Non trascuriamo la nostra relazione con Geova. Mantenere una stretta relazione con Dio ci aiuterà a evitare la tendenza, dovuta all’imperfezione, a divenire furenti contro di lui. (Leggi Proverbi 3:5, 6.) Dobbiamo confidare in Geova ed evitare di divenire saggi ai nostri occhi o egocentrici (Prov. 3:7; Eccl. 7:16). In questo modo sarà meno probabile che incolpiamo lui quando le cose vanno male. 14 Non lasciamoci condizionare dai discorsi negativi. Gli israeliti dei giorni di Mosè avevano ogni ragione per credere che Geova li avrebbe introdotti nella Terra Promessa (Sal. 78:43-53). Tuttavia, di fronte al rapporto negativo dei dieci esploratori privi di fede, “non si ricordarono della sua mano” (Sal. 78:42). Se meditiamo sull’“attività” di Geova, ricordando tutto ciò che di buono ha fatto per noi, rafforzeremo la nostra relazione con lui e non lasceremo che i discorsi negativi di altri creino una spaccatura tra noi e lui (Sal. 77:11, 12). 15 D’altro canto, anche un atteggiamento negativo nei confronti dei compagni di fede può ripercuotersi sulla nostra relazione con Geova (1 Giov. 4:20). Quando gli israeliti misero in discussione la nomina e la posizione di Aaronne, per Geova fu come se mormorassero contro di Lui (Num. 17:10). In maniera analoga, se dovessimo iniziare a mormorare e a lamentarci di coloro che Geova sta utilizzando per guidare la parte terrena della sua organizzazione, sarebbe come se ci lamentassimo di Geova stesso (Ebr. 13:7, 17). 16 Ricordiamo che non è Geova a causare i nostri problemi. Anche se gli israeliti dei giorni di Isaia si erano allontanati da lui, Geova desiderava ancora aiutarli (Isa. 1:16-19). A prescindere dalla natura del problema che ci troviamo ad affrontare, è confortante sapere che Geova si preoccupa per noi e desidera aiutarci (1 Piet. 5:7). Egli promette infatti di darci la forza necessaria per continuare a perseverare (1 Cor. 10:13). 17 Se, come il fedele Giobbe, stiamo subendo una qualche forma di ingiustizia dobbiamo ricordare a noi stessi che Geova non ne è la causa. Geova ama la giustizia (Sal. 33:5). Saremo invece d’accordo con l’amico di Giobbe, Eliu, che disse: “Lungi sia dal vero Dio l’agire malvagiamente, e dall’Onnipotente l’agire ingiustamente!” (Giob. 34:10). Invece di causare i nostri problemi, Geova ci dà “ogni dono buono e ogni regalo perfetto” (Giac. 1:13, 17). 18 Non dubitiamo mai di Geova. Dio è perfetto e i suoi pensieri sono più elevati dei nostri (Isa. 55:8, 9). Perciò l’umiltà e la modestia dovrebbero aiutarci ad ammettere che la nostra comprensione delle cose è limitata (Rom. 9:20). Sono rari i casi in cui abbiamo a disposizione tutti i fatti. Senza dubbio sappiamo per esperienza quanto siano vere le parole di questo proverbio: “Il primo a parlare in una lite sembra aver ragione, ma viene il suo avversario e lo confuta” (Prov. 18:17, CEI). 19 Supponiamo che un amico fidato faccia qualcosa che di primo acchito non comprendiamo o che ci sembra strano; saremmo pronti a puntargli contro il dito? Non gli concederemmo piuttosto il beneficio del dubbio, specie se lo conosciamo da molti anni? Se con amici imperfetti siamo così amorevoli, tanto più dovremmo avere fiducia nel nostro Padre celeste, le cui vie e i cui pensieri sono molto più alti dei nostri. 20 Identifichiamo il vero responsabile. Perché dovremmo farlo? Perché potremmo essere noi i responsabili di un problema che abbiamo, e in tal caso dobbiamo riconoscerlo (Gal. 6:7). Sarebbe irragionevole scaricare la responsabilità dei nostri problemi su Geova. Facciamo un esempio: un’automobile può raggiungere velocità elevate. Immaginiamo che il conducente affronti una curva stretta a una velocità che va ben oltre il limite consigliato e finisca fuori strada. Avrebbe senso attribuire la colpa dell’accaduto al fabbricante della macchina? Naturalmente no! In maniera analoga, il nostro Creatore ci ha dotati del libero arbitrio, ma ci ha anche fornito istruzioni per farci prendere decisioni sagge. Pertanto, che senso avrebbe incolpare lui dei nostri errori? 21 Ovviamente non tutti i nostri problemi sono il risultato di errori personali o iniziative sbagliate. Alcuni li causano “il tempo e l’avvenimento imprevisto” (Eccl. 9:11). In ultima analisi, però, non dobbiamo perdere di vista il fatto che la causa principale della malvagità è Satana il Diavolo (1 Giov. 5:19; Riv. 12:9). È lui il nemico, non Geova! (1 Piet. 5:8). 22 Quando affrontiamo prove e difficoltà, ricordiamo l’esempio di Giosuè e Caleb. A differenza degli altri dieci esploratori, questi due uomini fedeli fecero un rapporto positivo (Num. 14:6-9). Dimostrarono fede in Geova, eppure dovettero vagare nel deserto per 40 anni insieme a tutti gli altri israeliti. Si lamentarono o si amareggiarono ritenendo ingiusto questo trattamento? No. Ebbero fiducia in Geova e di conseguenza furono benedetti. Mentre un’intera generazione morì nel deserto, Giosuè e Caleb alla fine entrarono nella Terra Promessa (Num. 14:30). Allo stesso modo, anche noi riceveremo la benedizione di Geova se non ci “stanchiamo” di fare la sua volontà (Gal. 6:9; Ebr. 6:10). 23 Se siamo scoraggiati a causa di problemi, dell’imperfezione altrui o della nostra stessa imperfezione, cosa dovremmo fare? Concentriamoci sulle meravigliose qualità di Geova. Cerchiamo di vedere con gli occhi della mente l’adempimento delle sue promesse. Chiediamoci: “Dove sarei ora senza Geova?” Teniamoci stretti a Dio e non permettiamo mai al nostro cuore di divenire furente contro di lui! w13 15/8 10-14 Proverbi 20:15 “Esiste oro, anche abbondanza di coralli, ma le labbra della conoscenza son vasi preziosi” ● “Esiste oro, anche abbondanza di coralli, ma le labbra della conoscenza son vasi preziosi”, scrisse il re Salomone. (Proverbi 20:15) L’oro è da sempre molto apprezzato, e ai giorni di Salomone lo erano anche i coralli. Ma le nostre labbra possono essere ancora più preziose. In che senso? Non a motivo del loro aspetto, ma per i pensieri che esprimono. Le labbra sono preziose quando esprimono parole buone, benigne e amorevoli. E possono essere definite “labbra della conoscenza” quando fanno conoscere le verità riguardo a Dio, verità riportate nella Bibbia. Questo antico libro è infatti ricco di sapienza e verità intorno al nostro Creatore, come pure di eccellenti consigli per vivere meglio. — Giovanni 17:17. Purtroppo molti usano male le labbra dicendo riguardo a Dio cose non vere. Per esempio alcuni lo incolpano delle ingiustizie e delle sofferenze del mondo, anche se in gran parte è l’uomo stesso a esserne responsabile. A questo proposito Proverbi 19:3 afferma: “Certa gente va in rovina per la sua stoltezza, ma se la prende con il Signore”. — Parola del Signore. g 5/11 19 Proverbi 21:17 “Chi ama il divertimento sarà un individuo nell’indigenza”. La Bibbia avverte: “Chi ama il divertimento sarà un individuo nell’indigenza”. (Proverbi 21:17) Non è sbagliato divertirsi, ma amare il divertimento, cioè metterlo al primo posto, porta all’indigenza spirituale. Gradualmente si perde l’appetito spirituale e si ha sempre meno tempo da dedicare alla predicazione della buona notizia. Per questo motivo la Parola di Dio ci avverte di “essere mentalmente preparati ad agire, perfettamente padroni di noi stessi”. (1 Pietro 1:13, The New English Bible) Ci vuole padronanza per limitare lo svago a ciò che è ragionevole. Essere preparati ad agire significa essere pronti per l’attività spirituale, sia che si tratti di studio, adunanze o servizio di campo. w97 1/10 27