PRESUNTO INFLUSSO INGLESE SUI COMPOSTI ITALIANI

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PRESUNTO INFLUSSO INGLESE SUI COMPOSTI ITALIANI
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 555-562
Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione
Edoardo Lombardi Vallauri
Università Roma Tre
Abstract
La notevole produttività dei composti del tipo emergenza droga e allarme immigrati ha portato a ipotizzare per essi la rilevanza di un
influsso inglese che spinga ad esprimere una relazione subordinativa (l’emergenza della droga) mediante la mera giustapposizione dei
due Nomi. Attraverso il raffronto con altri composti dell’italiano e una ricognizione su un grosso corpus di linguaggio giornalistico,
l’articolo ne propone un’analisi diversa, come strutture sintatticamente paritetiche esprimenti una relazione di “etichettatura” o di
“intitolazione” del primo membro da parte del secondo. Si ridimensiona dunque il ruolo dell’inglese nell’agevolarne la diffusione,
sottolineando al suo posto quello rivestito dal linguaggio dei media. Si arriva anche a formulare l’ipotesi che questi, come altri
composti dell’italiano, più che possedere un’unica struttura sintattica soggiacente, oscillino concretamente, nell’uso dei parlanti, fra
due interpretazioni possibili (subordinativa e appositiva), entrambe compatibili con la giustapposizione Nome-Nome.
allarme attentati, allarme kamikaze e allarme terrorismo,
allarme clandestini e allarme profughi, allarme
inquinamento, allarme roghi, allarme previdenza, allarme
appalti, allarme petrolio
1. Influsso inglese sui composti italiani
Sempre più spesso, e per buone ragioni, si segnala in
letteratura l’influsso dell’inglese sulla formazione di
composti in italiano. Per citare alcuni interventi
recentissimi, Dardano et al. (2005) dedicano ampio spazio
a una classificazione dei composti nominali misti, specie
con elementi inglesi ricorrenti, quali baby, killer, record,
boom, shock e altri. Inoltre (p. 240) citano formazioni
dove la componente lessicale è tutta italiana ma la
struttura appare ricalcata sull’inglese, come D’Alemapensiero e telefonino-dipendente. Anche Adamo e Della
Valle (2003a: 93) segnalano che sul modello dell’inglese
si formano molti composti angloitaliani con primi
elementi ricorrenti, come baby e web. E aggiungono:
Per questa via, finisce comunque per imporsi un modello che
penetra nella trama sintattica del nostro sistema linguistico e
dà luogo a neologismi, questa volta tutti italiani anche se
molto occasionali, come: aromaterapeuta, arteterapia,
bambinocentrico, calciostatistica, cellulare-dipendenza,
cioccolata-dipendente, comicoterapia, marca-dipendente,
medicine-dipendente,
profumoterapia,
sabatofollia,
sanremoterapia, sindacato-pensiero (e segnaliamo che vi
sono molti altri composti con pensiero in seconda posizione,
determinato da un nome proprio che lo precede) e
telefonino-dipendente.
Segnalano poi un gran numero di formazioni con
ordine inverso, quindi più tipicamente italiano, in
particolare con primo elemento allarme e emergenza,
dove i secondi elementi sarebbero “perlopiù nomi in
funzione aggettivale”:1
1
Di più se ne trovano nelle annate dei giornali considerate da
Adamo e Della Valle (2003b): allarme alghe, alluvioni, antrace,
appalti, attentati, bomba, cianuro, clandestini, contaminazione,
conti, crediti, criminalità, cuore, cyberterrorismo, deficit,
epatite C, euro-prezzi, evasione, immigrazione, inquinamento,
Italia, kamikaze, maltempo, meningite, morbillo, mucca pazza,
no global, nomadi nubifragi, nucleare, ozono, pacchi bomba,
pedofilia, pensioni, petrolio, previdenza, prezzi, profughi,
racket, recessione, sequestri, siccità, smog, terrorismo,
unabomber, uranio, utili, valanghe. emergenza acqua, Aids,
alghe, Bse, criminalità, droga, elettrosmog, estate, fondi, freddo,
incendi, inquinamento, inverno, lavoro, maltempo, occupazione,
pentiti, petrolio, sangue, sbarchi, sfratti, siccità, terrorismo,
traffico, tumori. Lo schema riguarda, sia pure con minore
emergenza terrorismo, emergenza sbarchi, emergenza
inquinamento e emergenza smog, emergenza incendi,
emergenza occupazione, emergenza petrolio, emergenza
criminalità, emergenza droga, emergenza acqua.
Ricordando che all’interno dello stesso “gruppo
funzionale NOME + NOME mostrano particolare vitalità le
serie che presentano in seconda posizione gli elementi
formanti: simbolo, chiave, lampo, bomba, base, fantasma,
fiume, denuncia”, Adamo e Della Valle (2003a: 95)
asseriscono che “anche in questo caso ci troviamo di
fronte a un modello sintattico originario della lingua
inglese che si è tuttavia ormai definitivamente acclimatato
nella nostra pratica linguistica”. Da più parti2 si concorda
nell’attribuire all’inglese una funzione di spinta nei
confronti del tipo (A), che sembrano originare
principalmente dal linguaggio dei media:
(A)
crisi elezioni, problema alloggi, emergenza
immigrati, effetto valanga, allarme inquinamento,
incubo tsunami, rischio attentati, pericolo
terrorismo ecc.
Tuttavia a mia conoscenza il tipo non è ancora stato
esaminato in maniera organica,3 e l’ipotesi stessa
dell’influsso inglese può presentarsi in una luce più chiara
solo se venga messa in relazione con un’analisi della
natura morfosintattica e semantica di queste formazioni.
produttività, anche altre parole che possono fungere da primo
elemento: rischio allergie, amianto, antisemitismo, asma,
attentati, contaminazione, mobilità, ozono, terrorismo,
generazione web, piano scuola, occupazione (cfr. Marshall).
2
Oltre ad Adamo e Della Valle (2003a), Terreni (2005),
indirettamente Dardano et al. (2005: 245), e Nora Galli de’
Paratesi (comunicazione personale, novembre 2005).
3
Il citato intervento da parte di Adamo e Della Valle (2003a) si
pone come un’eccezione, peraltro limitata alla segnalazione ed
esemplificazione del tipo. Nonostante focalizzino il tema della
composizione in italiano e quello del neologismo anche di
influsso straniero, delle formazioni che ci interessano non fanno
ancora menzione né Scalise (1992) e Dardano (1993), né i pur
molto recenti Bisetto (2004) e Dardano et al. (2005).
Edoardo Lombardi Vallauri
2. Influsso inglese e ordine romanzo
4. Un tipo apparentemente simile
Che si debba pensare a un influsso inglese sembra
risultare in primo luogo dal fatto che il tipo somiglia a
quello, di evidente matrice inglese perché con ordine
inverso, dei due Nomi in sintesi con ordine determinantedeterminato come profumoterapia, sindacato-pensiero,
Berlusconi-pensiero, telefonino-dipendente. E che il
nostro sia in qualche modo una conseguenza di questo,
con ripristino dell’ordine dei costituenti italiano, non è
irrealistico; specie se lo si affianca alla constatazione che
(come notato da Dardano et al. 2005: 241) esiste la
tendenza o quantomeno la disponibilità a trattare i
composti inglesi stessi come se presentassero un ordine
dei costituenti di tipo romanzo, senza di cui si spiegano
meno bene le riduzioni al primo elemento del tipo Welfare
per Welfare state o pole per pole position, ivi citati, o
Champions per Champions League, e snow per
snowboard.
Questo influsso è a mio parere fuori discussione nei
composti angloitaliani come centro fitness, capo staff,
moda baby (sempre citati in Dardano et al., 2005: 242,
245); tuttavia non è automatico concluderne che giochi un
ruolo altrettanto importante per le formazioni (A), di cui
ci occupiamo. Dopotutto l’italiano conosce già il tipo
(coordinativo) di pescecane o cassapanca, e quello
subordinativo di capostazione e acquavite. Se di influsso
inglese si tratta, esso non andrà dunque visto come
condizione necessaria, ma semmai come fattore di
intensificazione della produttività di questo tipo di
composti.
Anche per il proliferare di formazioni come
(B1) rivendita tabacchi, trasporto latte, lettura contatori,
raccolta/smaltimento
rifiuti,
lavaggio
auto,
gonfiaggio/riparazione
gomme,
controllo
passaporti, consegna pacchi, ecc.
viene avanzata l’ipotesi di un influsso inglese,
nonostante l’ordine inverso. Qui non si può discutere che
ci sia una relazione subordinativa.
Il primo elemento è sempre un nomen actionis, quindi
sintatticamente il composto nominalizza una struttura
predicativa.
Se si parte da un verbo transitivo, si tratta più
specificamente di una struttura Verbo-Oggetto. Infatti,
mentre la nominalizzazione con la preposizione di è
possibile anche su strutture predicative Soggetto-Verbo
(come in 3b), solo con quelle Verbo-Oggetto è accettabile
anche la giustapposizione asindetica (come in 2c):
(2)
a
(1)
il problema immigrati
l’allarme attentati
l’emergenza droga
=
=
=
il problema degli immigrati
l’allarme per gli attentati
l’emergenza della droga
Che queste parafrasi siano possibili è fuor di dubbio,
ma ciò non basta a dimostrare che il composto origini
proprio da una riduzione di quella struttura sintagmatica, e
a ben guardare nemmeno che quando manca la
preposizione il suo significato sia sempre lo stesso che si
produce quando la preposizione c’è. In effetti, prudenza
metodologica suggerisce di non dare per scontato neanche
che si tratti di strutture subordinative.
Si impone dunque la necessità di stabilire che tipo
di composti siano quelli in esame, cioè quale sia in essi la
relazione sintattica e semantica che si istituisce fra i due
membri. Per prima cosa, sarà utile chiarire la differenza
fra i composti di questo tipo e quelli di un altro, anch’esso
notevolmente produttivo.
c
il controllo dei
passaporti
controllo
passaporti
abbattere alberi
l’abbattimento
degli alberi
abbattimento
alberi
acquistare il
giornale
l’acquisto del
giornale
acquisto giornale
spedire libri
la spedizione dei
libri
spedizione libri
trasportare merci
il trasporto delle
merci
trasporto merci
rimuovere le auto
la rimozione delle
auto
rimozione auto
3. Parafrasabilità con strutture sintagmatiche
Una ragione in più per vedere una matrice inglese
dietro ai composti di tipo (A) è l’idea che si tratti di
formazioni sintatticamente subordinanti, cioè con struttura
testa-modificatore, dove sarebbe ricalcata sull’inglese
l’omissione della preposizione che esprime la relazione
sintattica tra due Nomi giustapposti. In effetti, per le
formazioni (A) esiste sempre l’equivalente pienamente
sintagmatico (se si vuole, nel senso dei Nominal
Syntagmatic Compounds di cui si occupa Müller, 2005),
con di o con altra preposizione:
b
controllare i
passaporti
(3)
a
b
c
la polizia controlla
il controllo della
polizia
?controllo polizia
il cliente acquista
l’acquisto del
cliente
*acquisto cliente
l’ufficio spedisce
la spedizione
dell’ufficio
*spedizione ufficio
il corriere
trasporta
il trasporto del
corriere
* trasporto
corriere
i vigili rimuovono
la rimozione dei
vigili
*rimozione vigili
Probabilmente questo si spiega in buona parte con
ragioni sistemiche, e cioè col fatto che la nominalizzazione italiana del tipo NOMEN ACTIONIS TRANSITIVO + N
è una costruzione in senso tecnico,4 specializzata per
esprimere una relazione transitiva Verbo-Oggetto; quindi
(salvo rare eccezioni) qualunque conio che integri tale
struttura viene interpretato come esprimente quella
relazione, e questo spiega l’inaccettabilità delle forme in
(3c): spedizione ufficio dovrebbe significare che l’ufficio
4
Nel senso di Goldberg (1995 e 2003) e di Simone (in stampa).
Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione
viene spedito.5 Non è altrettanto grammaticalizzata, cioè
non è una costruzione in senso tecnico, la struttura
sintagmatica con la preposizione di, che conserva la
possibilità di esprimere sia un genitivo oggettivo che un
genitivo soggettivo, anche se spesso questa seconda
interpretazione è ai limiti dell’accettabilità.
A conferma di questa spiegazione, si può osservare
che quando il verbo è intransitivo, e quindi non c’è
possibile ambiguità tra l’interpretazione del Nome come
Soggetto e come Oggetto, il composto è accettabilissimo:
Ciò che li caratterizza come composti è soprattutto la non
autonomia sintattica del costituente non-testa (Bisetto,
2004: 41):
(6) a. trasporto latte
Di quale trasporto ti occuperai oggi?
*Di quello latte?
*È latte il trasporto di cui ti occuperai oggi?
b. rivendita tabacchi
*È tabacchi la rivendita di via Cartolerie?
(B2) uscita automezzi, fine corsa, caduta massi
Nel caso di verbi intransitivi, insomma, la costruzione
NOMEN ACTIONIS + N esprime una relazione VerboSoggetto.
Le formazioni del tipo (B1-2) designano procedimenti
tecnici e/o standardizzati, come conferma il fatto che il
secondo elemento è tipicamente un plurale (se non è un
nome massa). Dal punto di vista testuale figurano
tendenzialmente in cartelli, insegne, bollette e altre simili
tipologie di testi ad alto grado di convenzionalizzazione e
sinteticità. Di solito non compaiono in enunciati
predicativi, ma all’interno di liste o di schemi. Fatti di
questo genere lasciano pensare che i composti del tipo (B)
potrebbero essere il frutto della stabilizzazione di uno stile
telegrafico. Bisetto (2004) li chiama “formazioni N + N
subordinate con testa a sinistra”, e osserva che
“formazioni di questo tipo si trovano soprattutto in
intestazioni e costituiscono spesso un gergo che
potremmo chiamare delle “etichette””. Fa notare che sono
possibili anche con più di due elementi: direzione ufficio
acquisti, segreteria direzione ufficio vendite.
Rispetto a questa situazione, l’influsso del modello
della composizione inglese non può certo aver costituito
un ostacolo, ma nemmeno necessita di essere promosso a
causa determinante. In definitiva la modernità, di cui
queste formazioni sono un esito, non consiste solo
nell’affermarsi dell’inglese come lingua di comunicazione
internazionale, ma anche nel proliferare sempre maggiore
delle tipologie testuali a cui abbiamo fatto accenno.
La differenza fra questo tipo e quello in (A), di per sé
evidente nel fatto di avere per primo elemento un nome
d’azione, risulta anche in altri fatti. Bisetto (2004) osserva
che le formazioni (B) sono a metà fra composti e
sintagmi. Come dei sintagmi, ammettono inserzioni e
modificazioni di un solo membro:
(4)
rimozione rapida auto, trasporto materiali
ingombranti, rivendita tabacchi nazionali
e riferimenti anaforici al solo membro non-testa:
(5)
5
in questa città la rimozione autoi avviene
regolarmente eccetto che per quellei di grandi
dimensioni
In realtà il tipo attraversamento pedoni/animali fa eccezione
rispetto a quanto detto, che quindi andrà inteso come
tendenziale, a meno che si parta da un’accezione intransitiva del
verbo attraversare. Il problema è interessante, ma non possiamo
svolgerlo qui.
Ebbene, i composti del tipo (A) si mostrano più coesi dal
punto di vista della separabilità:
(7) allarme dentisti truffatori, ma
*problema difficile immigrati, *emergenza grave
rifiuti, *effetto pericoloso serra.
Invece non sono particolarmente coesi dal punto di vista
dell’autonomia sintattica del secondo costituente, che anzi
sembra un po’ maggiore rispetto al tipo (B):
(8) a. emergenza immigrati
Di quale emergenza parli? Di quella immigrati?
*È immigrati l’emergenza che ci minaccia?
b. problema rifiuti
Di quale problema si tratta? *Di quello rifiuti?
*È rifiuti il problema che ti hanno affidato?
c. effetto serra
Quale effetto temi? - Quello serra.
*È serra l’effetto provocato dalle bombolette spray?
Si noti che mentre con il tipo (B) la trasformazione del
composto in sintagma mediante la preposizione di rende
accettabili gli enunciati appena visti, per il tipo (A) non è
sempre così:
(9) a. trasporto latte
È di latte il trasporto di cui ti occuperai oggi?
b. rivendita tabacchi
È di tabacchi la rivendita di via Cartolerie?
(10) a. emergenza immigrati
*È degli/per gli immigrati l’emergenza che ci
minaccia?
b. problema rifiuti
È dei rifiuti il problema che ti hanno affidato?
c. effetto serra
*È di/della serra l’effetto provocato dalle bombolette
spray?
Questo suggerisce che probabilmente per il tipo (A) la
parafrasi con la preposizione possa essere una parafrasi
imperfetta, in quanto non istituisce veramente lo stesso
rapporto di modificazione che istituisce il composto, e
quindi non “regga” all’uso in condizioni sintattiche
marcate.
Edoardo Lombardi Vallauri
5. Una possibile interpretazione
L’ipotesi che vorrei proporre è che dal punto di vista
strutturale le formazioni del tipo (A) non siano
necessariamente subordinanti come quelle in (B), e
nemmeno come fine settimana, che va naturalmente
considerato un calco dall’inglese. Piuttosto, mi pare che
quelli in (A) possano appartenere ai composti “coordinati
appositivi” (per usare la terminologia di Bisetto 2004), e
che sia possibile mostrare come ciò dipenda dal loro
significato. Infatti dal punto di vista semantico si
potrebbero definire composti “TITOLATIVI”, o se si
preferisce “EPITETICI”. Costituirebbero cioè l’evoluzione
di un RAPPORTO DI “DENOMINAZIONE” o di
“INTITOLAZIONE”.6
Non è sufficiente, infatti, dire che una crisi elezioni è
genericamente una crisi “delle elezioni”, data la vaghezza
che si associa all’uso della preposizione di. Müller parla
molto appropriatamente di “blending”, e di conceptual
integration, sottolineando che la preposizione riassume, e
in qualche modo nasconde, una varietà di possibili
relazioni semantiche. Più specificamente, in questo caso
la relazione sussunta attraverso la preposizione generica è
(almeno anche) quella di “etichettatura” del primo
membro mediante il secondo. La crisi elezioni è “una crisi
intitolabile “Elezioni””. L’emergenza immigrati è
“un’emergenza chiamata “Immigrati””. Il problema
ambiente è “il problema formulato come “Ambiente””. Si
tratterà insomma di un rapporto di INTITOLAZIONE
ASINDETICA “CON SOPPRESSIONE DELLE VIRGOLETTE”, non
di un rapporto di specificazione o simili.7
Occorre dunque accostare il tipo emergenza immigrati
a quello, assai meno recente, che è abbondantemente
attestato con nomi propri a secondo elemento, come
effetto Doppler, effetto Faraday, o anche i più recenti e
volatili effetto Bin Laden o effetto Swissair. Ma anche,
battaglione Lombardia, armata Brancaleone, delitto
Matteotti. Il precedente più simile, e perciò il più
illuminante, mi pare quello delle analoghe (abbondanti e
assai meno recenti) formazioni con caso,8 tipo il caso
Mattei, il caso Moro, il caso Baggio, il caso Somalia; ed
anche, con nomi comuni, il caso acciaierie, il caso
antrace, il caso antitrust, il caso mucca pazza, il caso
nandrolone, ecc.
6
Benché il termine denominazione mi sembri migliore di
intitolazione per descrivere il rapporto semantico che si istituisce
fra i due membri in questo tipo di composti, credo che il
corrispondente aggettivo denominativi si presti a qualche
ambiguità, ed è per questo che ho preferito chiamarli intitolativi.
7
Quindi in linea di principio c’è da aspettarsi una certa
produttività anche con nomi come minaccia, programma,
progetto, indagine, scandalo, processo (anche nel senso
giuridico), legge, fallimento (v. Parmalat), crack, tormentone,
sequestro, omicidio (v. D’Antona...) e altri. Infatti non mancano
casi come minaccia globale Hiv/Aids, minaccia antrace,
minaccia terrorismo, scandalo Lewinsky, scandalo Molinette,
scandalo scommesse, scandalo passaporti, processo Cusani,
processo Andreotti, processo Calabresi, delitto D’Antona,
delitto Matteotti, delitto Moro, progetto Talana, progetto
Bicocca, progetto “Urban due”, progetto Alta Velocità,
tormentone Califano, tormentone mafia-terrorismo, tormentone
Baggio, ecc.
8
Terreni (2005: 529) segnala che il tipo con nome proprio
sarebbe modellato sul tipo fr. Affaire Dreyfus.
Che questo tipo di relazione semantica esista fra i due
membri appare confermato dal fatto che il composto
designa sempre qualcosa che è di dominio pubblico, una
realtà conosciuta e alla quale è appropriato assegnare un
nome, un titolo, un’etichetta che la identifichi
pubblicamente. Non per caso, dunque, (come confermato
da Adamo e Della Valle 2003a-b) i due primi elementi più
produttivi sono allarme e emergenza, che includono in sé
il senso di “situazione pubblica”. E non a caso il secondo
elemento tende proprio ad essere un fenomeno di portata
pubblica: occupazione, terrorismo, inquinamento,
immigrazione ecc. Quindi non si formano composti come
*rischio scivolata, ma piuttosto come rischio
antisemitismo. E rischio allergie non sarà riferito a un
individuo ma alla collettività: non *(tu, oggi, qui) corri un
rischio allergie, ma (su scala nazionale, o almeno
pubblica) esiste un rischio allergie.
Tutto questo va d’accordo con la constatazione
evidente che quelle in esame sono formazioni
particolarmente ben rappresentate, e probabilmente in
grandissima parte originate, nel linguaggio dei media. Ma
analoghe condizioni per tali caratteristiche di notorietà e
pubblicità si sono già create in passato, anche fuori della
lingua dei media, per alcuni particolari lessemi, in altri
ambiti dell’agire collettivo. Ad esempio nei lessici
settoriali, e soprattutto scientifici e tecnologici, dove il
primo elemento effetto ha formato molti composti
intitolativi, e non certo nell’ultimo decennio. Eccone
alcuni:
(11) effetto boomerang, effetto camino, effetto canale,
effetto cascata, effetto cometa, effetto corona, effetto
costa, effetto dinamo, effetto est-ovest, effetto
fantasma, effetto fontana, effetto madreperla, effetto
neve, effetto notte, effetto pioggia, effetto sabbia,
effetto serra, effetto sorpresa
Anche qui, si può osservare che il composto ogni volta
designa un effetto ricorrente, collettivamente noto (alla
comunità scientifica o agli operatori di un settore
professionale), a cui quindi è appropriato attribuire quel
nome. Insomma, un effetto “denominato”, “intitolato”
così. Se ciò che abbiamo detto è vero, il rapporto di
specificazione che si osserva nelle parafrasi come
l’emergenza degli immigrati o il problema dell’ambiente
è solo derivato dal vero valore del composto, di cui
costituisce una semplificazione. Di certo questo è vero per
le formazioni con effetto:9 anche se è possibile parafrasare
effetto boomerang con l’effetto del boomerang, o effetto
madreperla con l’effetto della madreperla, qui il
significato di effetto X non è “l’effetto di X, l’effetto
prodotto da X”, ma “un effetto paragonabile all’effetto di
X, e quindi chiamabile “X””. L’effetto serra non è
l’effetto prodotto da una serra, ma è il riscaldamento
dell’atmosfera causato da una sorta di copertura dall’alto,
che ricorda quello di una serra, e a cui quindi è pratico e
appropriato dare quel nome. Si veda ancora il significato
di alcune di queste formazioni con effetto:10
9
Ancora in Terreni (2005: 533) le formazioni con effetto sono
viste come strutturalmente equivalenti a quelle come parco
macchine, punto vita o posto letto
10
Le definizioni sono del Gradit.
Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione
effetto est-ovest astron, maggiore incidenza da ovest
di particelle provenienti dai raggi cosmici.
effetto fantasma tipogr, visibilità di caratteri anche dal
effetto fontana fis, passaggio di elio superfluido
attraverso un tubo capillare da un recipiente freddo a
uno riscaldato.
Quello che questi esempi illustrano è un meccanismo
molto frequente soprattutto nella denominazione di
fenomeni naturali o di procedimenti tecnologici, basato
sull’analogia strutturale con qualche realtà o fenomeno
già noto e appartenente all’esperienza comune. In
sostanza, una metafora che diventa termine tecnico.
Tuttavia, questa non è l’unica ragione che porta a
intitolazioni. L’effetto Bin Laden e l’effetto Swissair
prendono l’epiteto proprio dalla causa che produce
l’effetto; l’effetto Doppler e l’effetto Faraday dai loro
scopritori; il caso Mattei, il caso Moro, il caso antrace e il
caso mucca pazza dalla persona o cosa che riveste un
ruolo centrale nella vicenda; in modo simile, l’armata
Brancaleone dal suo capo; il battaglione (carabinieri)
Lombardia dal luogo dove opera e ha sede.
Più in generale, è perfino ovvio che le cose prendono
spesso il nome da qualche entità che appare rispetto ad
esse strettamente collegata e, per un motivo o per un’altro,
saliente. In alcuni casi, però, l’intitolazione può avvenire
senza altra ragione che la volontà di attribuire un nome a
qualcosa che non ce l’ha, scegliendo questo nome in
maniera libera: cima Dufour, rifugio Barenghi, scuola
Poliziano.11
Ciò che qui ci interessa è che l’italiano dispone di una
struttura sintattica capace di esprimere questo rapporto di
denominazione, e tale struttura è appunto la semplice
giustapposizione
Denominato-Denominante.
Di
conseguenza, non è illecito ritenere che di tale struttura si
tratti anche nel caso delle nostre formazioni (A). E a ben
guardare, in italiano questo tipo di relazione semantica fra
i due membri di un composto potrebbe rivelarsi anche più
diffuso: vi si potrebbero ricondurre anche formazioni
come commissione affari sociali (= quella che si occupa
di - e quindi ha per intitolazione - “affari sociali”). Si noti
che questo composto è possibile proprio perché i compiti
di una commissione sono adatti a fornirle la sua
denominazione, mentre è inaccettabile, per es.,
*commissione parlamento (= che fa parte del parlamento),
perché il far parte del parlamento non serve a distinguere
una commissione dalle altre, e quindi non è adatto a darle
il suo nome. Lo stesso si osserva in problema Giovanni,
che è accettabile nel senso di genitivo oggettivo: “il
problema che ha per oggetto e quindi potrebbe
denominarsi a partire da Giovanni vs. *problema
Giovanni nel senso di genitivo soggettivo: “il problema
sentito da Giovanni”. Ciò che stiamo dicendo appare
confermato dal fatto che molte parole che formano
composti come primo elemento sembrano selezionare di
preferenza secondi elementi adatti a entrare in un
processo di intitolazione: non *tavolo legno ma tavolo
Biedermeier, non *scuola immigrati ma scuola Poliziano.
11
Ciò che stiamo dicendo appare confermato dal fatto che ci
sono molte parole che formano composti con secondi elementi
che non siano adatti a entrare in un processo di intitolazione del
primo: *tavolo legno (ma tavolo Biedermeier), *scuola
immigrati (ma scuola Poliziano).
Orbene, se la natura semantica delle strutture
giustapposte N+N che stiamo esaminando è quella di
lato opposto del
su cui sono
stampati.
rappresentare
un foglio
rapporto
di “etichettatura”,
di
intitolazione, di denominazione del primo elemento a
partire dal secondo, sul piano sintattico esse andranno
descritte come strutture paritetiche e non subordinate.
Si tratterà cioè, come abbiamo già detto, di composti
coordinati appositivi. Quindi l’analogia con il trattamento
asindetico che fa l’inglese del rapporto di subordinazione
fra due nomi diventa un riferimento meno necessario per
spiegare la recente maggiore produttività del tipo.
In questa luce, però, altre circostanze si mostrano
degne di essere chiamate in causa. All’affermarsi di questi
composti può aver contribuito, e non poco, anche la
sempre crescente abitudine alla sintassi telegrafica nei
titoli dei giornali, cioè alla soppressione delle parole
funzione.12 Questa ipotesi collima perfettamente con il
fatto che i composti del tipo (A) sono tipici del linguaggio
dei media, e con ciò che abbiamo segnalato riguardo alla
loro tendenza a designare situazioni di natura pubblica.
Del resto la particolare produttività di primi elementi
come allarme ed emergenza, notata da più parti, si iscrive
bene nella tendenza a un crescente spettacolarismo della
comunicazione mediatica per cui, in una continua corsa al
rialzo per coinvolgere emotivamente i destinatari, anche
eventi di poco momento finiscono per essere presentati
come situazioni drammatiche.
Dunque nel caso che stiamo esaminando il modello
dell’inglese, se si vuole mantenergli un ruolo, mantiene
solo quello estremamente generico di “incoraggiare” ogni
giustapposizione asindetica fra nomi. Insomma: niente
vieta di vedere l’influsso inglese e la matrice mediatica
come concause (ma di peso assai diverso) nell’affermarsi
di queste nuove formazioni. Del resto, la plurifattorialità
andrebbe sempre presupposta, nel mutamento linguistico.
6. Una ricognizione sull’ultimo decennio della
Stampa
Una ricerca sulle annate 1992-2001 del quotidiano di
Torino ha permesso di trovare molte migliaia di
occorrenze delle formazioni del tipo che stiamo
esaminando, per esempio con effetto, di cui si dà qui una
lista che si ferma alla lettera c, ma completa per quanto
riguarda i secondi elementi tra virgolette (semplici o
doppie), la cui abbondante presenza è naturalmente una
conferma della nostra tesi:
effetto 11 settembre, 15 maggio, 156, 3D, 5 aprile, 740, 8
marzo, accumulo, afta, agenda, aggravio delle aliquote
Irpef, ala suolo, alba, albero, alluvione, alone (2), altura,
Amadeus, Amanda Lear, Amato (2), ambra, amplificatore,
Andreotti (3), annuncio, anti Lega, anti serra (3), anti-age,
anti-caduta, antrace, Arafat, arrotondamento, arte, Asia,
assuefazione, astrakan, Atlanta, a valanga (15), Babilonia,
Baccarat (2), Baggio (3), bagnato (2), balera, Balladur,
bara, Baraghini, Barbero, Barolo, barriera (2), Beatles,
beauty fiction, Bergkamp, Berlusconi, bianco assoluto, Bill,
Bin Laden, Biondi, bistrato, black out, Blob, blocco emotivo,
12
Ancora prima che nei titoli, la sintassi telegrafica
naturalmente si è affermata negli annunci economici. Già
Richter (1937: 130) nota per l’italiano cose come: Offerte affitto
appartamenti, o Abile magazziniere, lunga pratica vendita
accessori elettrici auto offresi.
Edoardo Lombardi Vallauri
Bohème, bollini, bomba (5), bomboniera, Bonn, boom (3),
boomerang (70), bosco, Bossi (3), Bot, bouncing, Brasile
(3), brinato (2), Broadway (2), Buba (2), a buccia d’arancia,
Bundesbank (2), cabrio, Cacaito Rodriguez, cachemire,
Cagliari, calamita (5), cambi (2), cambio (3), camino (6),
Campiello (4), campo giochi, cancellazione, candeggina,
Candellero, cane sharpei, cannone neutronico, capital gain
(2), cappio, Carli, carta carbone (4), cascata (2), a cascata
(16), caserma, Casiraghi, Castelbellino, Castellani,
catalizzatore (2), catapulta, catena, a catena (34),
catramato, cattedra, Celentano, Cellulosa, Cernobil,
Cernomyrdin, choc (8), Ciampi (4), cielo fin troppo sereno,
Cina (2), cinema(16), ciniglia, cinz, circo, CISCO (2), città
(2), città chiusa, clientela, Clinton (9), Cnn, cocco,
coccodrillo (2), coibente, colera, colore, commissariamento
dell’Efim, Compton, concerto di Bob Marley, concorrenza
(2), condono, condono del ‘92, confusione, congelamento,
contagio (5), Continental, contrasto, Copenaghen, Coppa
(2), corteccia (3), Cossutta, Cossiga (6), Costanzo, Cotroneo
Bettiza Zecchi e Ravera nonché Ammaniti, Coverciano,
cozza, Cragnotti, Craxi (6), Credit, Credit Suisse, cremino
sciolto, crinolina, crisi (5), crisi dell’industria, cristallo,
croce&delizia, crollo dei titoli di stato, cronaca, Crotone,
culebròn, cuoio (2), curdi,
effetto “abbronzato” (2), ‘aerosol’, ‘ancoraggio’, “angelo
della morte”, ‘anticioccolato’, ‘Apocalypse now’, ‘back to
the future’, ‘barriera lipidica’, “boomerang” (2), ‘bronzi di
Riace’, “caramella”, ‘Carramba che sorpresa’, ‘carta
carbone’ (2), ‘cascata’, ‘a cascata’ (2), ‘cassa di
risonanza’,
“choc”,
‘cinemascope’,
“Cocoon”,
“colonizzazione”, ‘come eravamo’, ‘conca trasversale’,
‘Corda, cianuro e tonaca’, ‘craquelure’, ‘cross’, ‘Crudelia
Demon’, ‘cumulo’, ‘dedica’, domino, ‘domino’, ‘Dressed
Home’, “emiro arabo di provincia”, “etanolo”, ‘Fata
Morgana’, ‘festa del libro’, ‘formiche’, ‘freezing’, ‘freno
motore’, ‘gabbia di Faraday’, ‘Giano bifronte’, “gravità
zero”, ‘Johnny Stecchino’, ‘Jurassic Park’, ‘luna di miela’,
“Medico in famiglia”, ‘mille lire’, “mimetica”, ‘minimum
tax’, ‘mucca pazza’ (3), “mucca pazza (2)”, “onda”,
‘napalm’ terra bruciata, ‘palla di neve’, “passaparola”, a
pioggia, ‘porta girevole’, ‘presenza’, ‘prima e dopo la
bugia’, “Punto”, “quadrilatero romano”, ‘rete da pesca’,
‘ridondanza’, “risonanza”, “salvaneuroni”, ‘schegge’,
“Scommettiamo”, “scultura”, ‘seconda mano’, ‘serra’,
‘signora delle tenebre’, ‘simil-stereo’, ‘simpatia’, ‘spinta’.
‘sporco’, “stropicciato”, Tangentopoli, ‘ Tangentopoli’ (2),
“traino” (2), ‘trascinamento’ (4), ‘trompe-l’oeil’, ‘umido’,
“uno-due”, ‘usato’, ‘vacanze casa sicura’, ‘valanga’, ‘vedo
non ti vedo’, ‘Venturi’, ‘volano’, ‘wurstel’,
Interessantemente, nello stesso corpus i sintagmi in cui
effetto è seguito da un nome con la preposizione di,
articolata o meno, non mostrano quasi alcuna
sovrapposizione con questi.
Tipicamente, se si ha l’effetto della riforma non è in
uso effetto riforma, e se si ha effetto carta carbone non si
trova, almeno non nello stesso senso, l’effetto della carta
carbone. Ci sono però eccezioni, come (l’)effetto (della)
svalutazione, e simili; ma è facile rendersi conto che
possono avere significati diversi. L’effetto della
svalutazione è quello provocato dalla svalutazione, mentre
l’effetto svalutazione è un effetto simile alla svalutazione,
e che può essere chiamato così per analogia con essa,
secondo quel meccanismo di trasformazione di una
metafora in denominazione tecnica, di cui abbiamo già
parlato.
7. Una conferma dal passato
Giorgio Pasquali, nel 1942, rivolgendosi a lettori non solo
linguisti, scriveva:
Un mio ragazzo, che è militare, mi manda il motto della
divisione Friuli con la preghiera di tradurglielo: Legio
Forum Iulense ultrix patriae. Di primo acchito non mi ci
raccapezzo; poi, mi si fa improvvisamente luce nel cervello.
Il sagace inventore ha tradotto alla lettera Divisione Friuli
vendicatrice della patria. Ha ragionato così: Divisione si
dice Legio, Friuli Forum Iuli o Forum Iulense; dunque
Divisione Friuli Legio Forum Iulense. E, privo d’ogni senso
di lingua, non ha riflettuto che il tipo Via Giovanni Lanza, il
fenomeno sindacalismo è della seconda metà del XIX (e
certo non indigeno). Anche questa è una riprova che la
velleità del latineggiare non è sempre proporzionale alla
conoscenza del latino. Io per me mi contenterei, se qualche
rara volta lo fosse. È lecito aggiungere che motti latini
paiono poco opportuni per il nostro esercito, che è di popolo
e ha diritto che gli si parli in italiano.
Pasquali ci conferma nell’opinione che questo tipo di
formazioni non è poi così nuovo in italiano, e che quindi
la novità segnalata da più parti andrà vista semmai nella
forte produttività dei composti con allarme o emergenza,
mentre ad esempio quelli con effetto o caso sono assai
meno recenti. Che vi sia, fra le altre componenti, un
influsso straniero (ma forse allora più probabilmente
francese che inglese13), sembra opinione condivisa da
Pasquali; il quale però, se proponeva l’accostamento di
quei due esempi nel passo appena citato, aveva ben chiaro
che dicendo il fenomeno sindacalismo, se si intende “il
fenomeno del sindacalismo”, è nel senso di intitolare così
quel fenomeno, proprio come dicendo Via Giovanni
Lanza, se si intende dire “la via di Giovanni Lanza”, è
solo nel senso di intitolare così quella via.
8. Diacronia e indeterminatezza
Fin qui abbiamo ragionato (come normalmente si fa
nella letteratura sui composti) presupponendo che le
formazioni in esame abbiano una loro struttura che è
possibile determinare univocamente, ad esclusione di tutte
le altre. In realtà credo che il tipo che stiamo esaminando
ponga il problema in maniera più complessa, e che,
rinunciando a sostenere integralmente una tesi a
detrimento di un’altra, sia opportuno ammettere che in
certi casi siamo di fronte a composti che oscillano fra
almeno due diverse strutture.
Si può osservare che per alcuni dei composti di cui ci
siamo occupati la relazione subordinativa è più esclusa
che per altri. Ad esempio, l’effetto serra certamente non è
l’effetto di una serra con genitivo soggettivo, perché non
c’è nessuna serra a produrlo, ma qui la serra serve solo,
per metafora, a intitolare quell’effetto atmosferico.
Un composto come effetto alluvione può significare,
nel caso di una specifica alluvione, l’effetto da questa
prodotto, quindi l’effetto dell’alluvione; ma anche, per
analogia, un effetto simile a quello di un’alluvione
trasposto in un campo di realtà del tutto diverso, come per
13
Sarebbe senz’altro interessante indagare più a fondo quale sia
stato il ruolo del francese, che ne abbonda, nel favorire
l’affermarsi di queste strutture appositive con funzione di
denominazione in italiano. Si veda comunque Terreni (2005).
Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione
esempio il convergere di centinaia di lettere di protesta
sulla redazione di un giornale. Quindi, un effetto chiamato
“alluvione”. Sarà allora, rispettivamente, subordinativo o
appositivo. L’effetto Bin Laden è l’effetto di Bin Laden
nel senso che è proprio lui a produrlo. Così anche l’effetto
Berlusconi. Casi come questi ultimi sono indeterminati
dal punto di vista della loro classificazione. E’ legittimo
vedere nel composto sia la riduzione di un rapporto di
specificazione con soppressione della preposizione
(quindi una relazione subordinante), sia il rapporto di
intitolazione che abbiamo proposto (quindi una relazione
appositiva). Ove però l’effetto Berlusconi passasse per
così dire dal nome proprio al nome comune, ove cioè non
significasse più “l’effetto prodotto da Berlusconi”, ma per
analogia “il tipico effetto prodotto da un magnate delle
comunicazioni che entra in politica”, avrebbe seguito lo
stesso destino di effetto serra e sarebbe passato
decisamente dalla parte dei nostri composti appositivi con
senso di intitolazione. In questi casi in realtà non è
importante decidere, per ciascun singolo composto, a che
tipo appartenga. Si può anzi dire senz’altro che
l’oscillazione fra i due tipi avvenga a livello di Parole, nei
singoli contesti.
L’interessante è rendersi conto che l’italiano dispone
della struttura N-N con valore intitolativo, ampiamente
utilizzata nel tipo via Garibaldi o ristorante Duomo, e che
questo si traduce nella possibilità, sempre azionabile, di
convertire un composto N-N subordinativo in uno
appositivo, passando da un valore semantico più concreto
(l’effetto prodotto da X) a un valore di “metafora
intitolatrice” (l’effetto simile a X, e quindi chiamato “X”).
La predisposizione di certe relazioni semantiche a
evolvere in senso analogico e metaforico si incontra cioè,
e per così dire si “allea”, con la predisposizione della
struttura a due N giustapposti a esprimere sia una
relazione subordinante che una appositiva.
Questa possibilità di oscillazione è illustrata nella
tabella 1.
sintagma
esplicito
l’effetto
della
madreperla
l’effetto
della
svalutazione
l’effetto di
Berlusconi
struttura
significato
giustapposta subordinante
N-N
effetto
l’effetto
madreperla prodotto dalla
madreperla
effetto
svalutazione
effetto
Berlusconi
l’effetto
prodotto dalla
svalutazione
l’effetto
prodotto da
Berlusconi
significato
appositivo
un effetto
simile a quello
della
madreperla, e
quindi chiamato
così.
un effetto
simile a quello
della
svalutazione, e
quindi così
chiamato
un effetto
analogo a
quello prodotto
da B., e quindi
denominabile
“Berlusconi”
Tabella 1: Oscillazione dovuta a estensione metaforica
Tale processo di conversione può restare
indefinitamente irrisolto nel tempo, dando luogo a una
perdurante
indeterminatezza
nell’appartenenza
tassonomica del composto, oppure (come è avvenuto a
molti “effetti” dei lessici scientifici) produrre una deriva
che lo porti a stabilizzarsi nel tipo appositivo-intitolativo.
Senza che vi sia un senso metaforico, il rapporto di
intitolazione può originare anche da altre relazioni
semantiche, come esemplificato in tabella 2:
sintagma
esplicito
l’effetto di
Doppler
struttura
giustapposta
N-N
effetto
Doppler
la crisi delle
elezioni
crisi elezioni
il problema
dei rifiuti
problema
rifiuti
il problema
dell’ambiente
problema
ambiente
l’emergenza
della droga
emergenza
droga
la via di
Garibaldi14
via Garibaldi
il caso di
Mattei
caso Mattei
ufficio degli
acquisti
ufficio
acquisti
significato
subordinante
significato
appositivo
l’effetto
scoperto da
Doppler
la crisi
connessa con
le elezioni
il problema
causato
dai rifiuti
il problema
che minaccia
l’ambiente
l’emergenza
causata
dalla droga
l’effetto
chiamato
“Doppler”
la crisi
chiamata
“elezioni”
il problema
chiamato
“rifiuti”
il problema
denominato
“Ambiente”
l’emergenza
che
chiamiamo
“droga”
la via
chiamata
“Garibaldi”
la via
dedicata, che
“appartiene” a
Garibaldi
il caso che
riguardò
Mattei
l’ufficio che
fa gli acquisti
il caso
chiamato
“Mattei”
ufficio
denominato
“acquisti”
Tabella 2: Oscillazione dovuta ad altri slittamenti
semantici
Anche per casi come questi, dunque, si è di fronte a
una sostanziale indecidibilità nella classificazione dei
composti. Inoltre, a differenza dei tipi in cui il significato
intitolativo origina da un’estensione metaforica, in alcuni
almeno di questi casi (ad es. effetto Doppler, via
Garibaldi, ma anche problema ambiente o emergenza
droga) a rigore non si può vedere una priorità nel tempo
dell’interpretazione subordinante rispetto a quella
appositivo-intitolativa.
9. Riferimenti
Adamo, G. e Della Valle, V. (2003a). L’osservatorio
neologico della lingua italiana: linee di tendenza
14
Per l’intitolazione di alcune vie, quella dal sintagma Ngenitivo al composto intitolativo è un’evoluzione storica
evidente. Si vedano, fra i moltissimi esempi possibili, le
fiorentine via de’ Calzaioli e via de’ Tornabuoni, diventate via
Calzaioli e via Tornabuoni, o la patavina via dei Savonarola,
diventata, come mi segnala Giampaolo Salvi, una via
Savonarola che tutti intendono intitolata al noto Gerolamo; o
della napoletana piazza del Plebiscito, comunemente chiamata
piazza Plebiscito; e così... via. In questi casi, sotto l’apparenza
del genitivo “di specificazione” si potrebbe ravvisare la funzione
intitolativa già nel sintagma preposizionale.
Edoardo Lombardi Vallauri
nell’innovazione lessicale dell’italiano contenporaneo.
In G. Adamo e V. Della Valle (a cura di), Innovazione
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