culiari del rococò ligure, che
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culiari del rococò ligure, che
quasi identici e variamente datati, conservati rispettivamente presso la Confraternita dei SS. Agostino e Monica di Savona, di S. Michele Arcangelo di Recco, dei SS. Nicolò e Erasmo di Genova-Voltri e potrebbero denotarne la provenienza da una medesima bottega (E. Mattiauda, 1986, pp.61,62), forse condotta dalla famiglia degli orafi Assereto, documentati a Genova nei secc. XVII e XVIII. L'imbarcazione, accuratamente delineata in una cartella sul piede, ne ricorda e ne perpetua il carattere di ex-voto offerto al fine di porre uomini e navi sotto la protezione della Vergine. Al Seicento sono databili anche una pisside, molto vicina per struttura e motivi decorativi al calice e due vasetti per l'olio santo, dalla forma semplice e essenziale. Nel corso del secolo successivo, Particolare del piede del calice (pae. 30). dobbiamo alla Compagnia del Rosa- rio l'acquisto di un ostensorio, datato 1748 accanto al punzone torretta e di un bel calice, datato al 1750 (Li- bro dei Conti della Compognia del SS. Rosario, 1733-1768).Il calice, in particolare, si qualifica come un tipico esempio del barocchetto genovese, con la sua ricca decorazione a cartigli, volute e controvolute e le caratteristiche "pelacette", motivi peculiari del rococò ligure, che awolgono l'oggetto in un andamen- to spiraliforme e piacevolmente asimmetrico. Gli stessi elementi compaiono, più ordinatamente composti secondo gli orientamenti stilistici in vigore durante la seconda metà del Settecento, nel grande e fastoso reliquiario realizzato in lamina d'argento sbal- lignea, datato 1767 accanto alla zata e cesellata su di un'armatura torretta. Costituito da un fusto a volute e controvolute su piedi a ricciolo e da una ampia mostra a linea spezzata, arricchita da pendoni flo- Reliquiario, argento sbalzato e cesellato, 1767. 3l