del 28 Giugno

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del 28 Giugno
Del 03 Dicembre 2014
Estratto da pag. 6
“La valigia di mazzette con 1,2 milioni dentro” La Coop 29 giugno e l’affare del campo rom
Buzzi, da Rebibbia al business dell’assistenza Rifiuti, punti verde e container per i nomadi
DANIELE AUTIERI «LA POLITICA è una cosa, gli affari sono affari». La filosofia della nuova consorteria
criminale che infila nello stesso imbuto destra e sinistra, avvocati e criminali, moderati ed estremisti è tutta
nelle parole di Salvatore Buzzi, il presidente della Cooperativa 29 Giugno, vero braccio finanziario della mafia
capitale. E trova una sintesi nelle intercettazioni del Ros.Dice Buzzi: «Ieri sera so’ stato da Alemanno.. eh.. sì..
mi ci ha portato Panzironi, per parlare sia dell’Eur, che non pagano e poi per parlare anche delle proroghe che
mancano i soldi. Insomma, dice che interviene in tutti e due i casi, speriamo bene».
Ancora Buzzi (al vice presidente della cooperativa,
Guarany, anch’egli arrestato ieri): «E soprattutto gli ho parlato dell’altra cosa... gli ho detto guarda
Sindaco...ho detto... si me la proroghi a sei mesi, arrivi a dopo le elezioni... se li famo tutti in santa pace, qui
c’hai pure gente che ti vota».
Guarany: «Sto cazzo di Buzzi, avrà pensato… deve vince il centro sinistra per levarselo dai coglioni ».
Ed eccolo Buzzi, condannato a 24 anni per omicidio nel 1984 e recluso a Rebibbia dove ha fondato la
Cooperativa 29 giugno. La sua creatura cresce. Nel 2006 Luca Odevaine, vice capo di gabinetto dell’exsindaco Veltroni, intercede per lo spostamento del campo rom sui terreni di Castel Romano. La Cooperativa
festeggia. L’inizio dei lavori sul campo viene garantito da un’iniezione di contanti da 1,2 milioni di euro,
600mila dei quali messi a disposizione da Carminati. A rivelarlo è lo stesso Buzzi, intercettato mentre parla
con Giovanni Campennì. Buzzi: «Io non arrivo ad avere soldi sufficienti per poter fa’ tutto, perché a me ‘na
grande mano per quel campo nomadi me l’ha data Massimo (Carminati, ndr) perché un milione e due, chi
cazzo ce l’ha, cash?».
Campennì : «Tutti da cento, nella valigetta li hai portati?».
Buzzi: «Ci siamo divisi chi pagava. Io me so’ preso le casette mobili, le commissioni... e lui s’è preso tutta la
costruzione del campo». L’appalto del campo dura a lungo e la collaborazione politica passa dalla sinistra alla
destra. Tanta destra. Il 5 dicembre del 2012 l’Ama di Panzironi assegna un maxi appalto da 21,4 milioni di
euro per lo smaltimento dei rifiuti alla Cns, società socia della Cooperativa. Ed è solo il primo. Nel 2013 viene
indetta un’altra gara. Stavolta i milioni sono 12,8 e vince ancora una volta la Cns. I soldi arrivano anche da Eur
spa. La 29 Giugno vince l’appalto per la manutenzione del verde del quartiere. Una partita da 8,5 milioni di
euro. La prassi è questa: i mille occupati della Coop lavorano, Salvatore Buzzi tesse la tela di interessi.
Insieme a lui Carlo Maria Guarany (vice presidente della Cooperativa), Emanuela Bugitti (direttore), Raniero
Lucci (respon- sabile progetti), Emilio Gammuto (procuratore), tutti arrestati nell’operazione di ieri.
La loro è una tela intricata che emerge dalla composizione azionaria delle oltre quindici società controllate
dalla cooperativa.
Tra queste figura la Rogest srl, società controllata dalla Luoghi del Tempo e dalla Edil House 80, che
gestiscono due punti verde a Roma. Non si tratta di aziende qualunque. La Edil House 80 è l’azienda di
Andrea Munno, uomo con un passato legato all’estrema destra, mentre la Luoghi del Tempo è l’azienda di
Lucia Mokbel, sorella del Gennaro Mokbel arrestato ieri e già finito nelle inchieste Finmeccanica, Seguendo i
fili della ragnatela si arriva alla Tolfa Care, azienda partecipata dal Comune di Tolfa e dalla Renco Health
Care. Quest’ultima ha nella compagine azionaria Elisabetta e Benedetta Borgogni, figlie del più noto Lorenzo
Borgnoni, l’ex-portavoce di Pierfrancesco Guarguaglini che sta scontando una condanna ai domiciliari nei
cinque ettari della Madonna Nera, la sua tenuta di Buonconvento, nei pressi di Siena.
Fin qui gli intrecci societari che servivano a Salvatore Buzzi per far girare appalti e lavori. Soldi contanti e non
solo. Ed è Carminati a ricordargli con molta semplicità le regole del successo: «Noi dobbiamo vendere il
prodotto. Nient’altro». Buzzi prende appunti.
Tra il 2011 e il 2013 il fatturato della Cooperativa passa da 40 a 50 milioni. In occasione della presentazione
del bilancio 2011 dichiara: «Abbiamo sofferto l’arrivo di Gianni Alemanno. Il nostro cuore è a sinistra e con la
nuova amministrazione abbiamo faticato per trovare spazio». Lacrime di un coccodrillo che ha stretto da anni
un patto criminale con Massimo Carminati, il “Nero”, figlio dei Nuclei Armati Rivoluzionari e dell’estrema
destra italiana.