Ccineforum - Cinema Teatro Astra

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Ccineforum - Cinema Teatro Astra
via Roma 3/B
San Giovanni Lupatoto (VR)
tel/fax 045 925 08 25
www.cinemateatroastra.it
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inema
C
presenta
cineforum
stagione 2012/2013
I FILM VISTI: 1 Marigold Hotel • 2 Romanzo di una strage • 3 Marilyn • 4 La guerra è dichiarata • 5 The Words • 6 Gli equilibristi • 7 La mia vita è uno zoo • 8 Un sapore di
ruggine e ossa • 9 Il rosso e il blu • 10 Il matrimonio che vorrei • 11 Argo • 12 Viva l’Italia • 13 Venuto al mondo • 14 Skyfall • 15 Il sospetto • 16 Una famiglia perfetta • 17 La
regola del silenzio
Vita di Pi
regia:
Ang Lee
interpreti:
Febbraio 2013
lun 25 ore20.45
mar 26 ore21.00
merc27 ore 21.15
L
18
Suraj Sharma, Irrfan Khan, Tabu, Rafe Spall,
Gérard Depardieu.
anno: Cina, USA 2012
genere: Avventura
durata: 127'
premi: Oscar 2013: 11 nominations - Golden Globes
2013: Vincitore Migliore colonna sonora - Mychael
Danna- BAFTA 2013: Vincitore Migliore fotografia
Claudio Miranda, Vincitore Migliori effetti speciali Bill
Westenhofer, Guillaume Rocheron e Erik-Jan De Boer
o credono figlio di un matematico, perché a cui viene chiesta una prova fisica e mentale
porta il nome con cui si indica il famigera- che comporta uno sforzo quasi pari a quello che
to e ineffabile rapporto tra la circonferenza e il è costato al regista taiwanese questo maestoso
diametro di un cerchio, ovvero il pi greco, ma progetto; vorremmo avere lo spazio per parlare
anche degli altri inin realtà Pi Patel, diciasterpreti, dal serafico
settenne originario di Pon- Un visionario romanzo
dicherry, India, deve il suo che coniuga sapientemente Irrfan Khan all'inquisitivo Rafe Spall, fino
nome a un'elegante piscina
realtà e computer graphics. alla soave Tabu. Ma la
all'aperto della Ville Lumièvera co-star di Suraj è
re. Piscine Molitor è presto
diventato Pi grazie alla tenace e ingegnosa re- interamente CGI, e non è nemmeno umana. Riazione del ragazzo alle beffe e agli sfottò cui le chard Parker è uno dei più straordinari successi
assonanze di "Piscine" lo hanno inevitabilmente della tecnologia applicata al cinema, al punto
esposto a scuola; e così, tra le immagini esoti- che viene da gioire e da immalinconirsi al penche di Pondicherry e del variopinto zoo gestito siero di cosa ci resterà dopo l'estinzione ormai
dal padre del nostro giovane eroe, le esplora- imminente di un animale della bellezza e della
zioni spirituali e sentimentali di quest'ultimo, potenza della tigre del Bengala.
nonché la sua "attrazione fatale" nei confronti Che il 3D, poi, possa essere autentica poesia lo handel più affascinante ospite dello zoo, una tigre no già dimostrato James Cameron e Martin Scorsedel Bengala dal bizzarro nome di Richard Par- se, ma non per questo Vita di Pi è meno ammirevole
ker, si compone un quadro introduttivo che ci e pionieristico anche in questo ambito. [...]
prepara perfettamente al tempo che trascor- Sviscerare i temi di Vita di Pi in questa sede
reremo accanto a un giovane naufrago e al suo significherebbe adulterare la visione di un film
incredibile compagno di sventura, dispersi in che merita l'approccio di una mente sgombra,
mezzo all'oceano per 227 giorni. [...] Laddove aperta e curiosa: c'è da notare tuttavia che il
il bellissimo romanzo di Yann Martel, bestseller modo in cui la storia rivela la sua strana natura
acclamato dalla critica e vincitore del presti- di "allegoria rovesciata" può rappresentare un
gioso Man Booker Prize, è soprattutto un libro anticlimax per la mancanza di drammatizzaziodi idee, filosofiche e religiose, letterarie e me- ne del finale; e, per qualcuno, potrà rappresentaletterarie, Ang Lee e lo sceneggiatore David tare persino una sorta di tradimento.
Magee riescono a dare a questa storia enorme Si può scegliere di vedere in questo un difetto cipotenza visiva e cinematografica senza tradirne nematograficamente imperdonabile, e si può decidere di considerarlo uno scelta coraggiosa, ma
minimamente lo spirito. [...]
La magnificenza visiva, il respiro epico e la per- è la scelta più fedele all'opera di Martel, e al suo
fezione tecnica sono al servizio del viaggio emo- insegnamento: le meraviglie, le imprese, i miracoli
tivo e intellettivo che compiamo al fianco del che ci si dispiegano davanti grazie alla possibilità
protagonista. Un protagonista incarnato con de- di scegliere, alla possibilità di credere.
Alessia Starace - Movieplayer.it
dizione e talento dall'esordiente Suraj Sharma,
L
a magia del racconto, del riportare una
storia, del tramandare il senso profondo di
un’esperienza, sembrano essere le colonne portanti dell’ultima fatica di Ang Lee, "Vita di Pi".
Pi è un ragazzino che vive nella parte francese
dell’India e che impronta la sua vita, fin da giovanissimo, sulla religione. [...]
Pi (interpretato da Suraj Sharma prima e da Irrfan Khan poi) è chiaramente attratto dall’entità divina in quanto tale: attraverso molte
religioni può avvicinarsi alla verità in modi
differenti e sceglie dunque di praticarle tutte.
Suo padre gestisce uno zoo ma deve abbandonare la struttura e trasferire tutti gli animali
in Canada. [...]
Durante il viaggio però, la nave sulla quale viaggiano naufraga e Pi è l’unico a salvarsi. [...] Il
protagonista vive un’esperienza ai confini della
realtà che fortifica il suo animo e per la prima
volta lo porta di fronte alla presenza divina, che
fino a quel momento lui aveva solo cercato attraverso le pratiche religiose. [...]
La sceneggiatura di David Magee si rivela molto
buona: bellissimi alcuni dialoghi e profonde le
considerazioni che Pi adulto fa allo scrittore.
Ang Lee è un veterano del cinema e in questo
caso dimostra di saper gestire bene le nuove
tecnologie[...].
Un lavoro altrettanto preciso è stato fatto dal direttore di fotografia Claudio Miranda: la vivacità
dei colori dell’India è perfettamente rappresentata e dona al film un’aura davvero magica.[...]
Vita di Pi" è un film atipico innanzitutto per
come è costruito[...] e proprio perché contiene
elementi insoliti rispetto agli standard cinematografici odierni, non è un’opera che passerà
inosservata.
Fabiola Fortuna - filmup.com
La migliore offerta
regia:
Giuseppe Tornatore
Marzo 2013
lun 4 ore20.45
mar 5 ore21.00
merc 6 ore 21.15
V
irgil Oldman è uno stimato antiquario, che solitario Virgil (interpretato da un grande Geofvive in totale solitudine e soffre di un'istin- frey Rush) è piuttosto un'atipica storia d'amore,
tiva ritrosia nei confronti degli altri. L'uomo, che si colora da subito di toni noir e viene narracelebre nel suo ambiente come battitore d'aste ta come un giallo. Il mistero che il protagonista
e intenditore di opere d'arte, coltiva pochissimi è chiamato a dipanare è quello dell'anima della
e selezionati rapporti personali: tra questi, quel- giovane Claire, e la sua sarà una personale indalo col collega di lungo corso Billy e quello col gine che modificherà a fondo anche il suo stesso
giovane Robert, abile restauratore di congegni essere.
meccanici. Il giorno del suo sessantatreesimo Geoffrey Rush e Jim Sturgess in una scena del
compleanno, Virgil riceve la telefonata di una film La migliore offerta di Giuseppe Tornatore
giovane donna, Claire, che gli chiede di effettua- Il film pone subito a confronto, dialetticamenre una valutazione sul mobilio della sua magione te, il mondo di Virgil con quello di Claire, mostrando i parallelismi, anche spaziali, tra due
di famiglia.
All'appuntamento stabilito, la donna tuttavia esistenze ai margini: la bianca, asettica realtà
non si presenta: Virgil, infastidito, è deciso a della casa dell'uomo, con quello studio nascosto
liquidarla, ma dopo le scuse di Claire accetta (rappresentato da scenografie quasi sci-fi) in cui
malvolentieri un secondo appuntamento. Anche l'antiquario rimira centinaia di volti di donna,
stavolta, però, Claire non si fa vedere, lasciando surrogati di una carne che è pericoloso persino
toccare; gli interni barocchi e
al suo domestico il compito
della villa di Claire,
di scortare Virgil all'interno
Un’offerta imperdibile, decadenti
ignorati però dalla donna perdella proprietà. Per qualche
ché già troppo grandi, anticamotivo, in tutte le occasioni per chi ama il cinema,
mera delle pericolose visioni
successive, la ragazza evita le belle storie e
rintracciabili all'esterno. Due
regolarmente di mostrarsi a i grandi attori.
sensi (auto)menomati, quinVirgil, comunicando con lui
solo da dietro la porta chiusa di una stanza della di: il tatto da una parte e la vista dall'altra. Solo
casa. Pare che nessuno, compreso il domestico, l'incontro e l'avvicinamento reciproco potranno
riattivarli ed aiutare entrambi i personaggi.
abbia mai effettivamente visto la giovane.
Virgil inizia così ad essere intrigato dalla fanta- Il film di Tornatore, attraverso l'incontro tra quesmatica presenza di Claire; ma il suo interesse si sti due caratteri "speciali", riflette sui confini tra
punta anche su alcuni pezzi meccanici ritrovati il vero e il falso, sull'idea stessa di messa in scein casa, che l'uomo scopre essere parte di un con- na, sull'autenticità rintracciabile nell'impostura
(sempre rinnovata) dell'arte, e su quanto di fittigegno antichissimo...
La migliore offerta: Sylvia Hoeks in una scena del zio e di ingannevole si può rinvenire (anche) nei
film Dopo un progetto grande, coraggioso e poco più autentici sentimenti umani.
equilibrato come quello di Baarìa Giuseppe Tor- E' questo giocare, pirandellianamente, sul confine tra realtà e finzione e sulle loro compenenatore cambia decisamente temi e atmosfere.
La migliore offerta, opera su cui il regista ha trazioni, a costituire uno degli aspetti più intescelto di mantenere fino all'ultimo una coltre di ressanti del film: Virgil e Claire compiono un
silenzio, è una pellicola dal respiro internaziona- percorso, ognuno a modo proprio, che li porta
le (l'imprecisata ambientazione mitteleuropea è a una maggiore comprensione di sé stessi e del
frutto di esterni girati in varie città del Vecchio mondo.
Continente) che tuttavia si caratterizza per il ta- Un risultato reale e tangibile, seppur passato
glio personale e per un'atmosfera densa, enigma- attraverso un percorso ricco di insidie e inganni: interessante anche il ruolo rivelatore di
tica e quasi rarefatta.
Il riferimento più vicino, nella filmografia di Tor- quell'automa meccanico, che curiosamente si fa
natore, è probabilmente il suo thriller del 2006 La "testimone" in maniera analoga al suo omologo
sconosciuta: alcuni motivi di fondo (l'ossessione dello scorsesiano Hugo Cabret. Geoffrey Rush ne
per gli spazi, il dolore della memoria, l'attrazione La migliore offerta di Giuseppe Tornatore Solo
tra personaggi borderline), nonché il fascinoso nell'ultima parte di questo riuscito La migliore
senso di mistero emanato dalla narrazione, sono offerta si può forse rinvenire qualche lungaggieffettivamente affini alla pellicola interpretata ne, in uno script generalmente ben congegnato,
tradotto in immagini da una regia elegante e
da Kseniya Rappoport.
Qui, tuttavia, il regista siciliano si affranca ulte- avvolgente; in un cast di ottimo livello, oltre al
riormente dalla struttura del thriller, confezio- già citato Rush, spicca ovviamente l'intrigante
nando un prodotto al confine tra i generi, dif- e fragile co-protagonista Sylvia Hoeks (che fa la
ficile da classificare e proprio per questo tanto sua entrata in scena a metà film), senza dimentipiù affascinante: quella che vede protagonista il care i contributi di Jim Sturgess e di una leggen-
interpreti:
19
Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia
Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson,
Dermot Crowley, Liya Kebede, Maximilian
Dirr, Miles Richardson, Katie McGovern, Gerry
Shanahan, Sean Buchanan, Lynn Swanson,
Kiruna Stamell, Brigitte Christensen, Anton
Alexander, Sylvia De Fanti, Jay Natelle,
Laurence Belgrave, Rajeev Badhan, Patricia
Meglio
anno: Italia 2012
genere: Drammatico
durata: 124'
da vivente come Donald Sutherland. Fa sempre
piacere, inoltre, ritrovare sullo schermo le note
di Ennio Morricone, specie in progetti così affini
al suo modo di sentire il cinema in musica: parte
dell'impatto emotivo del (bel) finale è anche merito suo. Si fa fatica, attualmente, a immaginare
un autore come Tornatore privo del suo fondamentale apporto..
Marco Minniti - movieplayer.it
G
eoffrey Rush, Donald Sutherland, Jim Sturgess e Sylvia Hoeks, un insieme di grandi attori internazionali per una love story dalle tinte
molto oscure che il nostro Giuseppe Tornatore ha
girato in lingua inglese, prevalentemente a Vienna – anche se alcuni interni sono stati fatti in
Italia – con un team tutto nostrano.
A cominciare dal fedelissimo e prestigioso collaboratore alla colonna sonora, il Maestro Ennio
Morricone. “La migliore offerta – ha affermato
Tornatore - è sì una pellicola relativa alle aste,
con tutto quello che circonda questo mondo molto particolare - dove l’offerta più alta è quella
vincente ma, è un titolo, assolutamente allegorico, perché il film è una grande storia d’amore.
Quindi, questa ‘migliore offerta’ è riferita ai profondi sentimenti che, quest’uomo, Virgil, prova
per una donna, piuttosto giovane, di nome Claire
che è Sylvia Hoeks.
Quale sia la ‘migliore offerta’ che si può fare in
amore è la vera scommessa del film, e direi anche
della vita… la più alta?, la più bassa? E con questa chiave, questa domanda in testa che ho girato
la relazione tra quest’uomo e questa donna, come
un vero thriller, come un giallo classico, ma dei
sentimenti, non pensate ad omicidi, a morti e feriti perché non vi è nulla di tutto ciò”.
“Inoltre – aggiunge Tornatore – ho realizzato La
migliore offerta perché avevo bisogno di staccarmi dal mio passato. Per come la vedo io questo è
un film che rompe con le costanti del mio cinema, un po’ come è successo quando ho girato Una
pura formalità.
La migliore offerta, non è un film autobiografico
ed ha una genesi a dir poco curiosa. Come alcuni
di voi sanno io tengo tutti i miei soggetti e le mie
idee nei cassetti di casa, ogni tanto ne tiro fuori
qualcuno e li rileggo. Questo film nasce dall’unione di due progetti da me redatti, molti anni fa,
che trovavo però, entrambi, zoppicanti, Poi il
primo mi ha fatto venire in mente il secondo e,
unendoli, ha preso vita l’idea per questo film.
Comunque non è Baarìa che è il film che volevo
fare da una vita e non è Nuovo Cinema Paradiso
che considero lo spin-off di Baarìa. Vi troverete
davanti a qualcosa di completamente diverso”.
primissima.it
Pazze di me
regia:
Fausto Brizzi
Comune di
San Giovanni Lupatoto
Assessorato alla Cultura
Film inserito nel programma
Marzo 2013
lun 11 ore20.45
mar 12 ore21.00
merc13 ore 21.15
L
a commedia italiana, dopo il passaggio generazionale quasi compiuto, cerca di mettere a
punto le nuove formule. “Pazze di me” accumula
una quantità di spunti contrastanti. Serve un po’ di
tempo per capire se stiamo guardando la storia di
un giovanotto oppresso da una famiglia di troppe
femmine, oppure una storia di ragazze sull’orlo di
una crisi nervosa, compresa la vecchia nonna Lucia
Poli e la sua scansafatiche dama di compagnia. Ci
sarebbe anche la pista “storia di una famiglia, da
che papà se ne è andato alla chetichella”, suggerita dai flashback che mostrano le tre sorelle di casa
già svanite, precisine e ambiziose, barricadiere fin
da piccole. Il maschio, per intenderci, è quello che
non riesce mai a recitare la poesia faticosamente
imparata a memoria quando viene il suo turno. E
forse era lui all’inizio il titolare della storia, ovvero
“convivere con una famiglia di pazze e non rimetterci la fidanzata”. Sempre per non lasciare nulla di
intentato, passiamo attraverso tutti gli equivoci che
possono venire in mente a un gruppo di sceneggiatori (oltre al regista Fausto Brizzi, Marco Martani
e Federica Bosco, che firma anche il libro uscito
da Mondadori). C’è una cena di Natale e una scena
balneare (in Italia il cinema popolare deve avere le
sue stagioni di riferimento, e anche in questo caso
meglio abbondare). Imbroccata finalmente la sua
pista, il film è scritto con una certa accuratezza e
girato di conseguenza, cercando di armonizzare il
devastante catalogo di femmine pericolose. Le contrasta eroicamente – nella fiction e nella recitazione – Francesco Mandelli, in temporanea licenza dai
“Soliti idioti”. [...]Un paio di citazioni sempreverdi:
La Miss Havisham di Chiara Francini, che non si toglie l’abito da sposa da quando il moroso le ha detto
“no”. Lucia Poli che finisce in piscina con la carrozzella, come la vecchietta dell’episodio “Presa dalla
vita” nei “Mostri” di Dino Risi.
Mariarosa Mancuso - Il foglio quotidiano
I
l nuovo film di Fausto Brizzi : Pazze di me, con
il "Solito Idiota" Francesco Mandelli protagonista. Bastano questi due nomi per prevedere incassi
considerevoli, nel frattempo: cinque cose da sapere
sul film.
1. Chi dice donna dice danno. Non è citato tra i proverbi che stanno a cuore allo sfortunato protagonista, ma è senz’altro il leitmotiv della commedia.
Prendi una strampalata famiglia-gineceo. Una madre-sergente (Loretta Goggi), una nonna rimbambita (Lucia Poli), la sua eccentrica badante (Paola
Minaccioni) e una triade di sorelle sull’orlo di una
crisi di nervi chiamate non a caso "la svampita, la
zo**la e la depressa" (Marina Rocco, Claudia Zanella e Chiara Francini). Aggiungi un fratellino incompreso (Francesco Mandelli), trascurato ma sempre
disponibile a seguirle in ogni loro follia, e togli un
padre (Flavio Insinna), fuggito di casa troppo pre-
interpreti:
20
Francesco Mandelli, Loretta Goggi,
Chiara Francini, Claudia Zanella, Valeria Bilello,
Rocco, Lucia Poli, Paola Minaccioni, Maurizio
Micheli, Gioele Dix, Flavio Insinna, Margherita
Vicario, Alessandro Tiberi, Pif, Edy Angelillo.
anno: Italia 2013
genere: Commedia
durata: 94'
sto con un poetico “E ora sono ca**i tuoi” sbattuto gnifichi la parola “genio” e ricorda poco, quel poco
in faccia al figlio sulla soglia di casa. Cospargi di anche male, delle cose che (dis)fa. Claudia Zanella
battute, gag e sketch di quotidiani deliri familiari è una trentenne femminista e immatura che cede al
(su tutti, la colazione-tripudio di isterie femmini- fascino di un banale uomo sposato. Bastano questi
li)[...]. Il risultato? “Un atto d’amore nei confronti tre ritratti a far balenare alla mente una possibile
delle donne – lo definisce Brizzi - Quelle che vedete accusa di misoginia: se racconti le donne in maniera caricaturale e macchiettistica, ci può anche
nel film le conosco per davvero”.
2. Brizzi e Mandelli: la nascita di un sodalizio. Il stare. Brizzi non ci sta, anzi, ci aveva già pensato,
primo cercava un comico giovane convincente, il e si difende chiamando in causa l’autrice del libro
secondo un regista che potesse farlo evadere dalla omonimo da cui è tratto il film: “Federica Bosco era
maschera di I Soliti Idioti. Si sono trovati, e ora non il mio guardiano della misoginia. Toglieva ogni traccia di maschilismo già
sembrano intenzionati a ladalla sceneggiatura”.
sciarsi. “Meditiamo di fare un
Alle spettatrici l’ardua
altro film insieme”, dichiara Arriva la nuova commedia
sentenza.
uno. E l’altro racconta: “Briz- del regista romano con
5. Una commedia "antizi è il mio regista ideale. A lui
l'“anti-mammone”
Francesco
mammoni". Diciamolo
devo il mio primo vero ruolo
pure, i fan dei film di
da protagonista: mi ha chie- Mandelli beato tra le donne.
Brizzi ameranno questo
sto di togliere le faccette e far
film. C’è dentro il rorimbalzare la follia di queste
donne. E con fuoriclasse della comicità come loro, manticismo giovanile edi Notte prima degli esami,
l’incontro/scontro tra sessi dei due Maschi contro
è stato facilissimo”.
3. Il pallino dei film corali. A chi gli chiede come Femmine e viceversa, più un pizzico di nostalgia alla
mai abbia firmato l’ennesimo film corale, dopo aver Ex . Anche i fan di Mandelli non resteranno delusi promesso di non farne più, Brizzi risponde così: per altro nel cast figura il suo partner “solito idiota”
“Avevo fatto anche un'altra promessa: dare ruoli Fabrizio Biggio -. Chi cerca una commedia leggera
comici alle donne. Senza fare ragionamenti di mar- e poco impegnativa potrà apprezzare le performanketing, volevo sette attrici comiche che potessero ce femminili, Loretta Goggi e Paola Minaccioni su
avere tutte un loro spazio. Continuo a sostenere tutte. Per gli altri, pochi, spettatori: d’accordo, sarà
che girare un film corale è faticoso, devi trovare la solita commediola che fa incetta di incassi ma a
equilibri mai facili, però con loro viaggiavamo ad voi non convince. La troverete furbetta, poco avvinaltissima velocità: alla fine ho girato il film in sette cente e neanche troppo divertente: apprezzate per
lo meno che sia una commedia “anti-mammoni”, in
settimane, anziché otto”.
4. Pericolo misoginia? Ci pensa Bosco. Chiara Fran- cui il protagonista, soffocato da una madre ingomcini è un'insopportabile Miss perfezione che, molla- brante, sceglie una volta tanto di lasciar squillare
ta sull’altare da Luca Argentero, si lascia marcire il telefono a vuoto. E farsi, finalmente, una propria
sul divano con tanto di velo e fiori in mano. Marina vita.
Claudia Catalli - Panorama.it
Rocco cambia fidanzato di continuo, non sa cosa si-
Produzione propria,
Specialità dolci e salate,
Torte nuziali e rinfreschi.
Viale Olimpia, 6 - tel. 045 545771
San Giovanni Lupatoto (VR)
The Impossible
regia:
Juan Antonio Bayona
interpreti:
21
Naomi Watts, Ewan McGregor, Tom
Holland [II], Geraldine Chaplin, Marta Etura,
Dominic Power, Bruce Blain, Sönke Möhring, Nicola
Harrison, Natalie Lorence, Byron Gibson, Olivia
Jackson, Anteo Quintavalle, Ploy Jindachote.
anno: USA, Spagna 2012
genere: Drammatico
durata: 114'
premi: Oscar 2013: Nomination Migliore attrice
protagonista Naomi Watts - Golden Globes 2013:
Nomination Migliore attrice protagonista (dramma)
Naomi Watts - NBR 2012: Vincitore Migliore
perfomance di un attore emergente Tom Holland
Marzo 2013
lun 18 ore20.45
mar 19 ore21.00
merc20 ore 21.15
D
icembre 2004. Henry, Maria e i loro tre figli tapultati all'improvviso in un inferno in cui sembra qui, per una quarantina di minuti, Bayona ci racdecidono di concedersi una vacanza natalizia contare solo la possibilità di sopravvivere. Scopri- conta le peripezie della donna e di Lucas, che tra
lasciando il Giappon , dove lui lavora, per raggiun- ranno che la paura della perdita e del distacco da l’altro hanno raccolto un piccolo disperso portangere la Thailandia. Anche se Henry ha qualche pre- chi ci è più caro lascia segni nel profondo ma avran- dolo con loro. Il ragazzo riesce a portare la madre,
occupazione relativa al suo impiego il relax è totale. no anche modo di entrare in contatto con un'uma- gravemente ferita, in un ospedale di fortuna, dove
Fino a quando, la mattina del 26 uno tsunami di nità capace, nei momenti più estremi, di ritrovare ha inizio la lotta per salvarle la vita. La terribile avenormi proporzioni travolge tutto ciò che si trova una solidarietà che nel quotidiano sembra sempre ventura ha anche un riflesso positivo: insegnando
all'adolescente, costretto a crescere in un sol colpo,
di fronte. Maria viene trascinata via nella stessa più spesso anestetizzata.
Giancarlo Zappoli - Mymovies.it il valore della solidarietà e l’importanza di sapersi
direzione del figlio maggiore Lucas mentre Henry
spendere per dare sollievo ad altri sventurati. Suviene travolto mentre ha stretti a sé i due figli più
piccoli. In quella catastrofe naturale moriranno trena quantità di film delle ultime stagioni esibi- bentra poi la terza parte del film in cui, attravercentomila persone. La didascalia iniziale del film ci
sce la scritta “tratto da una storia vera”; senza so un paesaggio devastato e popolato di cadaveri,
ricorda che quella a cui stiamo per assistere è una che, di questa informazione, si veda la necessità. Henry continua la ricerca della moglie e del figlio
storia vera e lo ribadisce. Si tratta di una giusta se- Diverso il caso di The Impossible: sapere non solo senza arrendersi, malgrado ritrovarli sembri imgnalazione perché è su questo elemento che si basa che la storia si svolge durante lo tsunami del 2004, possibile. Nell'epilogo tutta la famiglia converge in
la credibilità del film. Quante volte assistiamo a vi- ma che è autentica anche la vicenda della famiglia un altro ospedale, nel quale Maria è stata portata
cende che sul grande schermo ci costringono alla protagonista (in origine spagnola, qui è diventata per un’operazione: i quattro si sfiorano ripetuta'non' sospensione dell'incredulità che la materia di americana) aiuta ad accettare meglio una sceneg- mente senza incontrarsi. Finché... E da qui, altro
cui sono fatti i sogni richiederebbe? Quante volte giatura melodrammatica e piena di colpi di scena, omaggio a una consuetudine inflazionata nei film
cioè ci vediamo proporre vicende
che tocca senza andarci per il più recenti, ha inizio una sequenza interminabile
per le quali ci viene da dubitare
sottile le corde emotive dello di sottofinali, quasi-finali e finali, tutti all'insegna
che chi ha scritto la sceneggiatura Lo tsunami del 2004 spettatore. Produzione ispano- del patetico, come se il film non volesse rassegnarsi
e poi diretto e montato il film sia visto attraverso
americana, il film di Juan An- a terminare. Il che può mettere un po’ alla prova la
dotato di un minimo senso della le vicende reali
tonio Bayona è suddiviso in tre pazienza degli spettatori meno disponibili a tirare
realtà? Non poche purtroppo.
parti distinte. Nei primi venti fuori il fazzoletto. Sono molto sobrie, invece, le scedi una famiglia.
The Impossible prende le mosse da
minuti seguiamo l’arrivo della ne dello tsunami, realizzate con minimo ricorso agli
questa nostra consapevolezza e sin
famiglia Bennett, madre padre effetti speciali. Il regista Bayona l'ha ottenuta ricredal titolo ci mette in guardia: ci verrà raccontato e tre figli, nell'isola di Phuket, dove passerà le va- ando una vera ondata, per organizzare la quale è ocl'impossibile. Un impossibile che però, negli ele- canze di Natale. Tutto sembra idilliaco come in uno corso un anno di lavoro. Poi, contentandosi di una
menti essenziali che vengono proposti sullo scher- spot turistico (bella gente, bambini biondi, lanter- sola - e perciò tanto più impressionante sequenza
mo, è davvero accaduto. Perché la realtà talvolta ne che s’innalzano il cielo...); finché, il 26 dicembre, di devastazione, si è concentrato sugli effetti delsupera la più fervida immaginazione e ciò che nella il più devastante tsunami di tutti i tempi si abbat- la catastrofe. E bisogna ammettere che le scene di
finzione ci appare come retorico si rivela invece te sulle coste dell’oceano indiano, causando circa Naomi Watts che, travolta dall'impeto delle onde
come dannatamente umano. Perché è concentran- diecimila vittime nella sola Thailandia. Sorpresi sui e imprigionata in fondo alle acque da un groviglio
dosi su un nucleo ristretto (una famiglia) coinvolto bordi della piscina, in pochi secondi i Bennett sono di detriti, non riesce a riemergere alla superficie,
in un'immane tragedia che Bayona riesce a restitu- divisi dalla furia delle acque: da una parte restano provocano per empatia in chi le guarda un senso di
irci il senso di un disastro che nessun telegiornale Maria e il figlio maggiore Lucas; dall'altra papà soffocamento quasi reale.
Roberto Nepoti - la Repubblica
era riuscito a offrirci. C'era arrivato vicino Clint Ea- Henry con i due bambini più piccoli. A partire da
stwood in Hereafter muovendosi però su altri piani
di narrazione. Bayona falsifica volutamente un solo
Centro fitness altamente qualificato e certificato propone corsi a numero chiuso di:
elemento: la famiglia nella realtà era spagnola ed
PILATES MAT, PILATES CON PICCOLI ATTREZZI, POSTURAL PILATES,
GINNASTICA DOLCE, GINNASTICA PER LA TERZA ETÀ, YOGA DINAMICO,
era formata da Maria, Quique, Lucas, Tomas e SiFITBALL POSTURALE E AEROBICO, TRAINING FUNZIONALE, BOOT CAMP,
mon. La distribuzione internazionale del film e il
BEAT IT STONE HARD ATTITUDE SYSTEM, AEROBICA E STEP,
TONIFICAZIONE E DIMAGRIMENTO, SISTEMI DI ALLENAMENTO HIT,
casting richiedevano questo cambiamento.
RIEQUILIBRIO POSTURARLE E RECUPERO FUNZIONALE.
Chi non sa nulla della loro vicenda però farà bene
a non informarsi preventivamente perché il regista
L&G ESSENCE STUDIO A.S.D.
Via Garofoli, 113 San Giovanni Lupatoto (VR)
sa come toccare le corde più sensibili degli spettaLuca 349 6363386 - Gladys 328 6514253 - [email protected]
tori immergendo la sala quasi fisicamente in quelle
acque in tumulto. Lo fa soprattutto grazie non tanto
alle star Watts e McGregor ma con lo sguardo dolente di Tom Holland che interpreta Lucas. Bayona
aveva già dato prova con The Orphanage di un'attenzione particolare verso i più giovani e quindi più
indifesi (da quel film porta con sé per un cameo
role scaramantico Geraldine Chaplin).
Il viaggio di Lucas nell'orrore inatteso ricorda da
vicino quello di Jim 'Jamie' Graham de L'impero
del sole di Steven Spielberg. Entrambi vengono ca-
U
Quartet
regia:
Dustin Hoffman
Marzo 2013
lun 25 ore20.45
mar 26 ore21.00
merc27 ore 21.15
«L
a vecchiaia non è roba per femminucce» diceva Bette Davis, ed è difficile darle torto.
La battuta è citata da una delle protagoniste di
Quartet, che ci mette un po’ a ricordare chi l’avesse detto perché, appunto, è anziana.
Tutti i personaggi del film, del resto, diretto con
mano incredibilmente sicura da un debuttante di
nome Dustin Hoffman, 75 anni, sono entrati nella
terza età.
Il problema - ma è un problema? - è che in Quartet
non c’è quasi traccia delle durezze della vecchiaia.
Tutto è bello infatti, anzi magnifico, in questo film
ambientato in una casa di riposo per musicisti
tratto da una pièce di Ronald Harwood ispirata a
sua volta da un documentario di Daniel Schmid, Il
bacio di Tosca (1984), girato nella Casa di riposo
per musicisti fondata a Milano nel 1896 da Giuseppe Verdi.
Sono incantevoli gli interni dell’inesistente Beecham House, un trionfo di carte da parati, mobili di
gusto e pavimenti lucenti.
È splendido il parco che circonda la tenuta, dove i
vitalissimi ospiti vivono un declino ancora fitto di
ripicche, desideri, velleità, come da ragazzi (Beecham House è in cattive acque e per finanziarla gli
ex-artisti vogliono allestire uno spettacolo, con le
difficoltà e i capricci che si possono immaginare
vista l’età e l’eterogeneità di gusti e talenti).
Sono bellissimi, infine, i personaggi, gli abiti, le
chiome curate, le espressioni ben disegnate degli
attori di razza al posto di quelle stinte o esagerate
della gente comune.
Ma ripetiamolo: è poi un delitto estetizzare la vecchiaia? In fondo il cinema ha estetizzato la guerra
e la violenza, perché non dovrebbe abbellire un
po’ l’età più ingrata che ci sia?
Certo, quei coniugi divorziati che si ritrovano in
casa di riposo (Tom Courtenay e Maggie Smith,
classe 1937 e 1934), il ganimede che non si arrende (Billy Connolly, monumentale, 1942), la
svaporata adorabile anche se soffre vagamente di
demenza (Pauline Collins, 1940), sono figure ideali, ottimistiche, forse consolatorie.
Ma Hoffman gioca a carte scoperte, mobilita un
coro di volti e corpi che da soli varrebbero il film
(tutti veri ex-musicisti), intreccia senza una sola
stecca opera e operette, romanze e canzonette,
tutto in nome del cinema che mostra non la vita
com’è ma come dovrebbe essere.
Prendere o lasciare.
Noi prendiamo.
Fabio Ferzetti - ilmessaggero.it
T
ratto dall'omonima pièce teatrale di Ronald
Harwood del 1999, Quartet racconta con grazia e delicatezza di Beecham House, residenza per
interpreti:
22
Maggie Smith, Albert Finney, Tom
Courtenay, Billy Connolly, Pauline Collins,
Sheridan Smith, Michael Gambon, Jumayn
Hunter, Luke Newberry, Trevor Peacock, David
Ryall, Michael Volpe, Eline Powell, Sarah
Crowden, Denis Khoroshko, Shola Adewusi.
anno: Gran Bretagna 2012
genere: Commedia
durata: 98'
premi: Golden Globes 2013: Nomination
Migliore attrice protagonista (commedia o
musical) Maggie Smith - Golden Globes
2013: Vincitore de I migliori dieci film
indipendenti
musicisti e cantanti lirici in pensione, situata in Jean aveva scelto di intraprendere una brillante
un incantevole angolo nel cuore della campagna carriera come solista, alimentando invidie che
hanno finito con l'infrangere la loro amicizia e il
inglese.
Come di consueto, gli ospiti della casa di riposo suo matrimonio con Reggie, che reagisce molto
trascorrono il loro tempo impegnati nell'esercizio male alla notizia del suo arrivo.
Può lo scorrere del tempo sanare le antiche ferite?
della loro più grande passione, la musica.
Con l'aiuto di alcuni attori strepitosi Dustin Hoff- E il leggendario quartetto ricucire gli strappi in
man mette in scena la vecchiaia all'interno di un tempo per il concerto di gala?
Hoffman ricorda così la gemondo artistico collaterale a quello
nesi del film:
dello spettacolo con sapienza auto«Iniziai a leggere il copione
biografica: «Una volta qualcuno ha L'attore dirige
su un aereo e appena lo finii
detto che la vecchiaia non è diver- per la prima volta,
mia moglie mi guardò, mi
tente» - ha dichiarato l'interprete
a 75 anni,
vide in lacrime e mi chiese
de Il laureato - man mano che il
perché stessi piangendo.
corpo invecchia, diventi più vul- un delicato film
La mia risposta fu semplicenerabile, ma io ho sempre creduto su alcuni musicisti
mente, devi leggerlo. Io non
che l'anima potesse espandersi.
che vivono in una
Ho 75 anni e penso che possano arzilla casa di riposo. piango mai e sono un critico
piuttosto severo!».
capitarti tre cose se hai la fortuna
Mentre la passione, istintiva,
di vivere così a lungo: maturi, regredisci o rimani uguale, che per me equivale a per la lirica viene da più lontano.
La folgorazione poi con la Carmen:
regredire.
Ma è realmente possibile maturare». Un po' come «Ricordo che una sera l'andai a sentire senza sacapita agli ospiti di Beecham House dove si è dif- perne niente.
fusa la voce che presto arriverà una nuova ospite Stavo seduto ad ammirare Jessye Norman mentre
cantava un'aria e non mi rendevo conto che stavo
che, a quanto si dice, è una diva famosa.
Per Reginald Paget (Tom Courtenay), Wilfred piangendo da circa un minuto.
Bond (Billy Connolly) e Cecily Robson (Pauline Non sapevo cosa stesse cantando, ma stava facenCollins) questo genere di chiacchiere non è una do una cosa celestiale».
Che ora ha tentato di riportare, con successo, in
novità nella pettegola casa di riposo.
Ma subiscono un vero shock quando scoprono che Quartet.
la nuova arrivata è l'ex componente del loro quar- E allora provaci ancora Dustin!
Pedro Armocida - ilgiornale.it
tetto di canto, Jean Horton (Maggie Smith).
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