Scarica - Centri di Preparazione al Matrimonio

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Traduzione della conferenza di Padre Régis-Marie De La Teyssonnière
50e Giornate Internazionali della F.I.C.P.M. di Lourdes – 29-31 ottobre 2016
Padre De La Teyssonnière è cappellano dei santuari di Lourdes. Ha scritto numerosi libri su
Bernadette, sulla vita quotidiana al santuario, sui piccoli miracoli. Il suo ultimo libro si intitola “La
luce di Lourdes nel mondo”.
“Maria e Bernadette. Una relazione esemplare”
Quando arrivò in Brasile, Padre Dominique YOU andò a vivere in una favela, cioè in una
bidonville, di Salvador de Bahia. Dopo un anno, chiese di restare e fu nominato parroco nel cuore
forse della più povera favela di questa magnifica cittadina.
Allora pregò e persino urlò al Signore. Il frutto della sua preghiera solitaria gli fece chiedere ad
un’organizzazione cattolica francese, FIDESCO, di mandare due coppie per un lavoro di un anno
come missionari nella sua parrocchia. Insieme hanno pregato ed il frutto della loro preghiera li ha
portati a interessarsi ad una vera povera, che tutti conoscevano per la sua santità, ma forse non per
la sua povertà, Bernadette Soubirous, “la bambina che a Lourdes ha visto la Santa Vergine”.
Giorno dopo giorno, cominciando a conoscere meglio Bernadette si sono trovati coinvolti in una
straordinaria relazione, quella di Bernadette e della Madonna di Lourdes, della Madonna di Lourdes
e di Bernadette.
In breve tempo il loro piccolo gruppo prese il nome di “comunità Bernadette” e sul muro più grande
della loro casa scalcinata, sono dipinti diversi episodi della vita di Bernadette, bambina,
adolescente, adulta.
Ogni giorno vanno di casa in casa ad invitare le ragazze del quartiere che hanno voglia di venire,
particolarmente quelle di 13 o 14 anni, cioè dell’età di Bernadette al tempo delle apparizioni. Nel
territorio di una parrocchia che conta 150 omicidi ogni anno, queste ragazze sono già prostitute,
compromesse con la droga ed altri traffici.
I risultati non si sono fatti attendere. Le ragazze che frequentano la Comunità Bernadette sono
colpite, non solo dalla Vergine Maria e dalla figura di Bernadette, ma anche dalla scoperta che
anche loro valgono agli occhi del Signore. Nel quadro di un programma ricevono una formazione di
base sul piano umano e su quello della fede. Alcune di queste ragazze hanno cambiato vita. Altre
partecipano con la Comunità all’annuncio del Vangelo e si impegnano per un anno alla castità.
Dopo qualche anno, lo Stato di Bahia ha chiesto alla Comunità Bernadette di farsi carico
dell’educazione sessuale degli adolescenti in diverse scuole della città.
Mi fermo qui per quanto riguarda la mia introduzione, dopo avervi fatto notare questo: Chi avrebbe
mai pensato di affrontare la sessualità partendo dalla relazione di Maria, la Vergine Immacolata, la
Madre di Dio con questa povera ragazzina di Lourdes durante i loro 18 incontri nel 1858?
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Siamo entrati nel cuore del nostro tema. Preparare un ragazzo e una ragazza, un uomo e una donna a
vivere sacramentalmente il matrimonio significa affrontare molti aspetti di tutta la loro relazione,
che tocca e coinvolge cuore, corpo, anima, spirito, totalmente, pienamente, in verità.
Vi leggerò ora la breve testimonianza, scritta da Bernadette, di quella che chiamiamo la prima
apparizione che ebbe luogo, qui a Lourdes, alla grotta di Massabielle, l’11 febbraio 1858, poco
prima della fine della mattinata.
Stavo cominciando a togliermi le scarpe. Udii un rumore come un colpo di vento. Girai la
testa verso il prato e vidi che gli alberi non si muovevano, continuai allora a togliermi le
scarpe. Sentii lo stesso rumore, alzai la testa guardando verso la grotta: Vidi una donna
vestita di bianco, con un vestito bianco, un velo bianco, una cintura azzurra, un lungo
rosario ed una rosa gialla su ogni piede. Mi fece segno di avvicinarmi, ma fui raggelata.
Credevo di sbagliarmi, mi fregavo gli occhi, tornai a guardare e vidi sempre la stessa
signora. Misi la mano in tasca per prendere il rosario. Volevo fare il segno di croce, ma
non ci riuscii, la mano mi cadde. Allora fui presa da paura. Poi la signora prese il rosario
che teneva tra le mani e si fece il segno della croce; così iniziai a non avere più paura. Presi
di nuovo il rosario per fare il segno della croce; provai una seconda volta a farlo e ci
riuscii. Non appena ebbi fatto il segno della croce, la grande sensazione di freddo che
provavo scomparve. Da quel momento fui perfettamente tranquilla.
Mi misi in ginocchio e dissi il rosario, alla presenza di questa bella signora. Dopo aver
recitato il rosario, lei mi fece segno di avvicinarmi, ma non ho osato. Allora scomparve. Mi
misi ad attraversare il rivo per raggiungere i miei compagni.
Prima di commentare questa testimonianza di Bernadette per scoprire a nostra volta la relazione di
Bernadette con Maria, di Maria con Bernadette voglio fare un’osservazione.
Poiché siamo ancora nell’anno del “Grande Giubileo della Misericordia”, mi limiterò a dire che la
Santa Vergine ha fatto opera di misericordia proprio in ciò che la misericordia ha di più
fondamentale.
Ma che cosa è la misericordia? E’ una parola formata da due termini uniti insieme. Infatti nella
misericordia c’è da una parte “miseria” e dall’altra “cuore”, cor, cordis in latino. Quindi la
misericordia consiste semplicemente nel mettere il cuore – cioè l’amore! – là dove c’è miseria.
E questo come avviene? Nella reciprocità, cioè facendo tutto quanto è in mio potere perché l’altro
possa entrare con me nella stessa relazione che sto cercando di intessere con lui.
Dove c’è un po’ d’amore c’è meno miseria. Dove c’è molto amore non c’è più miseria – almeno
una miseria duratura – poiché l’amore ha in sé la capacità di trasformare tutto in amore.
Perché Dio è Amore, Dio è Misericordia. E dato che Dio è Misericordia, in Dio non c’è miseria.
Dall’eternità il Padre genera il Figlio – non una Persona che potrebbe essergli inferiore, ma come
una Persona che è come un altro Se stesso. Nello stesso modo in cui il Padre si dona totalmente per
generare il Figlio, così il Figlio si offre totalmente al Padre nella comunione dello Spirito, lo Spirito
Santo. E’ la croce che ci introduce nel Mistero di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ecco ora una prima chiave.
Alla grotta di Lourdes, la Vergine Maria si presenta come è. Non si nasconde, non si dissimula, non
si maschera. Nello stesso tempo Maria fa tutto ciò che può fare per essere vicina a Bernadette, pur
restando se stessa. Si potrebbe dire che, non appena si trova di fronte a Bernadette, sin dal primo
istante, Maria propone a Bernadette dei punti di contatto che possano permetterle, se lei li coglie, di
impegnarsi in un cammino di reciprocità, fondamento di ogni relazione.
Riprendiamo ora la descrizione che Bernadette dà di Maria. Chiudendo gli occhi forse possiamo
vedere la “Signora di Massabielle”, cioè la Vergine Immacolata, quale è l’immagine della Madonna
di Lourdes – visibile nella cavità della roccia della grotta di Lourdes ben conosciuta in tutto il
mondo. La signora indossa dunque
• un vestito bianco
• un velo bianco
• una cintura azzurra
• una rosa gialla su ogni piede
• un lungo rosario al braccio
Visivamente la prima cosa che spicca è il colore bianco. Che cosa è il bianco? Cosa significa il
bianco? Mi direte: è il colore della purezza. E’ vero. Ma perché il bianco è il colore della purezza?
Semplicemente il bianco è il colore di Dio. Leggete la Bibbia, sia il Vecchio che il Nuovo
Testamento.
Nel giorno della Trasfigurazione del Signore, quando Gesù manifesta la sua divinità a tre dei suoi
Apostoli, si dice che:
Il “volto (di Gesù) divenne brillante come il sole e le sue vesti, bianche come la luce” (Mt
17,02)
I tre Apostoli hanno capito, perché, nella Bibbia, quando si parla di uomini vestiti di bianco, è per
dire che sono angeli, cioè inviati di Dio.
Per esempio, al momento dell’Ascensione del Signore, sarà così. Leggiamo l’inizio degli Atti degli
Apostoli (At 1,10-11)
E poiché essi (gli Apostoli) stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due
uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a
guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno
allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Tutta vestita di bianco, Maria si presenta dunque come inviata di Dio.
Effettivamente, noi che conosciamo la Fede e l’insegnamento della Chiesa, sappiamo– ed è questo
il dogma dell’Immacolata Concezione – che, nella sua totale purezza – poiché sin dal momento
della sua concezione la Vergine è preservata dal peccato – Maria riceve pienamente Dio in sé e
Maria si dona interamente a Dio.
In altre parole, nulla in Maria pone ostacoli a Dio, non c’è la più piccola nuvola nel cielo del suo
cuore – nulla ferma l’amore di Dio, nulla si oppone a Dio che è Amore.
Poiché è Immacolata la volontà di Maria è la volontà di Dio e la volontà di Dio è quella di Maria.
Poiché è Immacolata, Maria è concezione. Come insegna la Chiesa, Maria è Madre di Dio, Madre
della Chiesa, Madre degli uomini.
Pensiamo ai fidanzati, agli uomini e alle donne che si preparano al matrimonio e che vogliono
lasciare un po’ di spazio a Dio nella loro coppia. Questo li riguarda. Semplicemente dalla relazione
con Dio di ciascuno di loro dipende la sostanza per l’orientamento, la stabilità, la realizzazione della
loro coppia.
Ma la Vergine Maria non si accontenta di dire della sua relazione con Dio, sfoggiando il colore di
Dio.
Infatti, per restare sui colori della Madonna di Lourdes, dopo il bianco c’è l’azzurro.
Sempre per la Bibbia, l’azzurro è il colore di Israele. Già nell’Antico Testamento i colori di Israele
erano l’azzurro su fondo bianco: l’azzurro per il popolo, il bianco per Dio a significare che Israele è
il Popolo di Dio.
A un certo momento, però, ci fu un dramma. Durante l’esilio, il Popolo di Dio perse definitivamente
il segreto di fabbricazione del suo “azzurro” così specifico, così caratteristico, così unico.
E’ bello contemplare in Maria, figlia di Sion, “l’azzurro” di Israele, che Dio le ha ridato, a lei la
nuova Eva, esente da ogni peccato e per questo appartenente totalmente a Dio, come lo sottolinea
questo colore “azzurro”.
Questo riguarda anche i fidanzati, le coppie. Poiché è piena di grazia, Maria è capace di
esteriorizzarla mettendo in evidenza il suo rapporto con Dio. Ciò che Maria è, lei lo mostra, lo
evidenzia, lo condivide.
Veniamo ai vestiti:
•
•
•
•
l’abito
il velo
la cintura
le rose
Nella tradizione dei cristiani d’oriente, nelle icone di Cristo, della Vergine, dei santi si vedono solo
il volto, le mani e un po’ dei loro piedi. Questa rappresentazione corrisponde, da una parte,
all’approccio che per diversi millenni l’umanità ha avuto nei confronti del modo di vestirsi, ma non
solo. Infatti questa rappresentazione fa passare un messaggio che tutti possono capire: con Cristo, la
Vergine e i santi si è in presenza di esseri spirituali, di esseri spiritualizzati, di esseri il cui spirito
guida la carne, comanda la materia, padroneggia il corpo.
Quale messaggio per le coppie la cui prima relazione è, se non spirituale, almeno alla luce dello
spirito. Infatti la relazione di coppia si basa sull’amore. Ora l’amore è di essenza spirituale, poiché
Dio, che è Amore, è Spirito.
Ogni coppia, ma anche chi accompagna i fidanzati e le coppie, deve integrare questo messaggio e
non può eludere questo aspetto fondamentale e vitale della relazione tra un uomo e una donna che
diventano una coppia, che si uniscono sacramentalmente nel matrimonio.
Il velo si collega anche alla purezza, alla castità, come nel caso delle religiose. Il velo per le donne è
il segno della consacrazione a Dio. Essere consacrati a Dio vuol dire mettersi da parte per Dio,
proprio per diventare un’offerta a Dio. E’ questo il caso dei consacrati – uomini o donne – che sono
messi da parte per Dio in maniera radicale. Pensiamo alla clausura dei monasteri.
Ma la consacrazione, in primo luogo, è quella di ogni battezzato, di ogni discepolo di Cristo. Siamo
consacrati a Dio. Siamo in questo mondo, ma come dice esplicitamente Gesù, non siamo di questo
mondo.
Questo tema è fondamentale sia per i fidanzati che per le coppie sposate. Molto spesso infatti le
difficoltà di coppia sono dovute al fatto che, oggi più che mai, molti cristiani adottano le teorie e i
comportamenti del mondo, compresi i più letali.
Accompagnare coloro che si preparano al sacramento del matrimonio richiede prima di tutto di
annunciare il Vangelo. Per l’annuncio del Vangelo, spesso un primo annuncio, è necessaria una
catechesi adattata ai fidanzati e alle coppie: come battezzati siamo in questo mondo, ma non siamo
di questo mondo. Quando Gesù pronuncia queste parole, si rivolge a Dio dicendo: “Padre non ti
chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno” (Gv 17,15)
Ciascuno di noi deve misurare le conseguenze, positive o negative, del fatto di prendere più o meno
sul serio questa Parola di Gesù Cristo. Dalla risposta di ciascuno dipenderà la scelta del cammino
che porta alla vita o alla morte.
Sempre nella Bibbia, la cintura è la divisa del servitore. Perché? Semplicemente perché, quando si
indossano abiti lunghi e ampi – si pensi ai monaci e alle monache – è indispensabile portare una
cintura, per non inciampare nel vestito al momento del servizio.
Nel Vangelo possiamo rileggere la parabola dei servitori che aspettano il ritorno del padrone.
Possiamo anche riascoltare le parole rivolte a Pietro da Gesù risorto.
Maria si presenta quindi come la serva del Signore (Lc 1,28) la sua umile serva (Lc 1,48), come lei
stessa si definisce nel Magnificat.
Ora che cosa è il servizio per noi cristiani, per noi cattolici se non la massima espressione
dell’amore. Lo dice Gesù, lui che è il Figlio di Dio, il Servo di Dio:
“Non sono venuto per essere servito, ma per servire, cioè per dare la mia vita per molti” (Mt
20,28)
Questa è l’espressione dell’amore. Questo è il servizio.
Gesù ci ha amato fino all’estremo
Questa è l’espressione dell’amore.
Si è fatto nostro servo.
Ha dato la sua vita per noi.
Ha versato il suo sangue per ognuno di noi.
Questa è l’espressione del servizio.
In una coppia
Se l’uomo non è il servo di sua moglie,
e se la donna non è la serva di suo marito
come può l’amore esprimersi, vivere, crescere, dare frutti?
Vi do alcune piste di riflessione.
Per voi che siete sposati – indipendentemente dalla realtà della vostra coppia – continuate a
esplorare, a mettere in pratica.
Per voi che avete l’impegno, la responsabilità, il privilegio di accompagnare e guidare altre coppie,
sappiate osservare tutto ciò che, nell’uno e nell’altro, può favorire il servizio in verità.
Ma non bisogna credere che il servizio sia riservato a Cristo, alla Vergine, allo sposo e alla sposa e
che dunque per gli altri il servizio sia solo una possibile opzione. No. Il servizio fa parte integrante
dell’agire del cristiano, dell’anonimo discepolo. Ascoltiamo Gesù che ci dice:
“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12)
Tutto ciò che vorresti che tua moglie faccia per te, fallo per lei, anche tu. Tutto ciò che vorresti che
tuo marito facesse per te, fallo per lui, anche tu.
Non ho parlato del colore delle rose della Madonna. Il colore giallo, colore naturale per le rose,
rimanda all’oro, alle rose d’oro.
Il Sovrano Pontefice può offrire una rosa d’oro ad una regina cattolica o alla Regina del cielo. A
Lourdes, in occasione del suo ultimo pellegrinaggio alla grotta, il 15 agosto 2004, Papa Giovanni
Paolo II ha offerto alla Madonna di Lourdes la sua seconda rosa d’oro.
Ma c’è un altro senso, più spirituale, di grande importanza.
Nel 1858, come anche oggi, c’era alla grotta una rosa canina, cioè un roseto selvatico, proprio nel
luogo dove si trovava la Vergine, cioè nella cavità della roccia.
Quando Bernadette trasmette al Parroco la richiesta della Signora: “di costruire qui una cappella e
che vi si venga in processione”, questo sacerdote, che ha i piedi per terra, pone due condizioni:
- Qual è il suo nome
- Che faccia fiorire il roseto.
Il parroco chiede dunque un segno. Ora il segno è già stato dato, ma lui non lo sa, poiché non lo
vede. Infatti a Lourdes, durante le apparizioni, solo Bernadette ha visto la Vergine Maria e dunque
lei sola ha visto le rose che nascondevano i piedi dell’Immacolata.
Chiaramente questo vale per la nostra esperienza di preghiera. Siamo spesso delusi perché diciamo
che Dio non ci dà quello che gli chiediamo. A volte questo può anche essere vero. Ma, più spesso,
siamo noi che non lo vediamo, perché non sappiamo scorgere che Dio ci ha già dato ciò che
chiediamo.
Ma è anche l’esperienza difficile, negativa, che può vivere la coppia. Per mancanza di attenzione
all’altro – cioè in ultima analisi per ripiegamento su se stessi – si può essere ciechi di fronte alla
delicatezza, alla tenerezza, in breve all’amore dell’altro. E viceversa.
C’è molto da dire in merito. Come i piccoli ruscelli formano i grandi fiumi, così le mancanze di
attenzione, le distrazioni, le assenze di qualsiasi tipo fanno inaridire la relazione e trasformano la
coppia in un albero senza linfa.
Si deve scavare, approfondire, sviluppare. Sarete meravigliati nel vedere che la luce del Vangelo
può rischiarare, illuminare, trasfigurare le zone più buie dei nostri cuori, cominciando dal mio che
ne ha tanto bisogno.
Nel descrivere l’apparizione, Bernadette parla ancora di un oggetto che lei ha notato, che l’ha
colpita e anche impressionata: è il lungo rosario che la Signora portava al braccio e che terminava
con una grande croce, dello stesso colore delle rose.
Questo rosario è molto importante. Non solo perché è ben visibile e invita dunque ogni cattolico
alla preghiera. No. Non solo perché è grande e bello. No. Questo rosario è importante perché
Bernadette ha anche lei un rosario in tasca. Naturalmente è piccolo, semplice, del tutto banale. Per
dirla tutta, è un rosario che sua mamma le ha regalato due anni prima, dopo averlo comprato al
vicino santuario di Bétharram. Questo rosario Bernadette lo usa quotidianamente, poiché le sole
preghiere che la sua famiglia e lei stessa conoscono sono:
- Il Padre Nostro
- L’Ave Maria
- Il gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo
- E l’invocazione “O Maria concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi”
La Signora indossa abiti bianchi e magnifici; Bernadette porta vestiti scuri, usati, rattoppati.
Bernadette porta degli zoccoli; la Signora ha splendide rose gialle, ma sia Bernadette che la Signora
hanno entrambe un rosario. Ecco il punto di contatto, il primo passo verso una relazione di
reciprocità.
Ed effettivamente è ciò che succede. Vedendo dunque che la Signora ha un rosario, Bernadette
mette la mano in tasca e prende il suo. E subito, con in mano il rosario, cerca di farsi il segno della
croce, ma non ci riesce. Come lei ha detto: “La mia mano cadde!” E’ il fallimento. Come mai io che
da tanti anni faccio il segno della croce ora non ne sono più capace? E per di più proprio in quel
momento che avrebbe potuto essere meraviglioso?
Un momento prima, al vedere questa Signora, Bernadette si era sentita intimorita. Ed ora, incapace
di fare il segno della croce, dice di avere paura, pur precisando “non una paura da volersene
andare”.
Questo può illuminare la relazione di coppia. Non soltanto all’inizio, prima ancora della prima
parola, della prima dichiarazione. Ci sono momenti privilegiati quando mi è dato di vedere l’altro
come un mistero, come una persona che non posso né completamente afferrare né comprendere
appieno. E invece il mio agire è caratterizzato da una scortesia, un’incapacità, un’incomprensione.
Ancora una volta questo non avviene solo quando si è innamorati, ma è l’esperienza della coppia
nella sua stessa crescita.
Continuando il suo racconto, Bernadette precisa: “Un istante dopo, quando vidi la Signora fare il
segno della croce, ho potuto farlo insieme a lei e mi sono tranquillizzata”.
Nel XVIII° e XIX° secolo questa parola “tranquilla” aveva una connotazione molto forte.
Di fatto, attraverso il segno della croce, Bernadette passa dalla paura alla pace del cuore. Passa dalla
distanza che la separava dalla Signora a un’esperienza di comunione. Passa dalla frustrazione al
fatto di essere riempita.
Ricevendo questo segno della croce – pur restando dove si trova – Bernadette passa dal suo
universo ad un altro mondo.
Il suo universo lei lo conosce bene. Ha il ventre vuoto a causa della miseria della sua famiglia. E’
malata e l’asma è il suo handicap. Poiché non sa né leggere né scrivere e non conosce il francese
non può imparare il catechismo. Per questo, malgrado il suo grande desiderio, non può fare la prima
comunione.
Ma ora, con questo segno di croce, che vede fare, che riceve, di cui si appropria tracciandolo su di
sé, lei entra, in una frazione di secondo, in quello che Maria chiamerà “l’altro mondo” e che Gesù
nel Vangelo chiama “il Regno dei cieli” o “il Regno di Dio”.
Tuttavia Gesù ha detto che, anche se questo Regno è in mezzo a noi, noi possiamo entrarvi solo
attraverso la croce, la sua croce, solo tramite lui, Gesù Cristo, che nella sua Persona, è il Mistero
della Croce.
Domenica 14 settembre 2008 Papa Benedetto XVI è venuto a Lourdes per celebrare il 150°
anniversario delle apparizioni di Maria a Bernadette. Il quel giorno, festa della Croce gloriosa, il
Santo Padre ha così commentato il segno di croce che Maria ha compiuto davanti a Bernadette e
glielo ha trasmesso
“E’ significativo che, in occasione della prima apparizione a Bernadette, Maria inizi il suo
incontro attraverso il segno della Croce. Più che un semplice segno, Bernadette riceve da
Maria un’iniziazione ai misteri della fede. Il segno della croce è in qualche modo la sintesi
della nostra fede, poiché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un
amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati. La potenza
dell’amore è più forte del male che ci minaccia”.
In questo modo Bernadette ha ricevuto tutto, ricevendo, sin dal momento della prima apparizione, il
segno della croce. Anche noi abbiamo ricevuto tutto sin dall’inizio della nostra vita cristiana,
essendo stati segnati con il segno della croce e battezzati nella morte di Gesù, per avere parte alla
sua Resurrezione (Rm 6,3).
Allo stesso modo la vita di ogni discepolo inizia con il fallimento, da ciò che non riesce, la mano
che cade per Bernadette ed in definitiva per tutti noi, la morte che sarà il momento del nostro
ingresso in cielo.
Gesù ci raggiunge nel fallimento e nella morte per farci entrare nel Mistero della sua croce, affinché
passiamo per Lui, con Lui e in Lui dal nostro universo al suo Regno.
Tutti coloro che sono uniti nel sacramento del matrimonio hanno messo Cristo morto e Risorto al
centro della loro coppia, del loro Amore, della loro vita di coppia. Gesù Cristo è in mezzo a loro per
raggiungerli nella loro debolezza, i loro fallimenti, i loro limiti e per farli passare dalla loro
mediocrità alla pienezza dell’amore che si può gustare solo in un al di là della croce.
Come dice San Paolo: “Quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12,10) o ancora:
“Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20).
So che questo può sembrare difficile da ascoltare poiché è la Buona Novella. Ma perché è difficile
per noi? Semplicemente perché tutti – voi e io – abbiamo un preconcetto negativo nei confronti
della croce: non voglio soffrire, non voglio morire. Ritornello ben conosciuto.
Tuttavia la sofferenza e la morte sono solo un aspetto della croce, sono solo l’ingresso attraverso la
porta stretta. Infatti c’è una grandissima differenza tra Gesù e noi: Gesù ha sofferto ed è morto a
causa della croce. Per noi è il contrario, dato che la sofferenza e la morte fanno parte della nostra
esperienza umana a causa del peccato – cioè del nostro rifiuto di Dio –Gesù ci offre la sua croce
perché anche noi possiamo risorgere.
Così la croce di Cristo è il Mistero della Luce più forte delle tenebre, dell’amore più forte dell’odio,
della Vita più forte della morte. Nel Mistero della Croce, con Gesù passiamo dalle nostre tenebre
alla sua splendida luce, dai nostri odi all’amore con il quale ci ama, dalla nostra vita mortale alla
vita eterna che ci dà in condivisione. Attraverso la croce di Gesù entriamo in comunione con lui e
con il Padre, nella comunione del loro Spirito. Nella comunione con Dio, il marito entra in
comunione con la moglie, la moglie con il marito. Sono uno in loro. Sono uno in Dio.
Un sacramento è un segno efficace. Nel sacramento del matrimonio, gli sposi si donano l’un l’altro
per riceversi l’un l’altro. Questo dono accolto reciprocamente avviene in Cristo, cioè nel Mistero
della croce, come il dono e la reciproca accoglienza del Padre e del Figlio avvengono sempre nella
comunione del loro Spirito.
Nel sacramento del matrimonio gli sposi vivono, ma non sono più loro che vivono, è Cristo che
vive in loro (Gal 2,10), Cristo è la loro vita, la Resurrezione, la Vita eterna.
So perfettamente che, fintanto che non lo si mette in pratica, queste sono solo parole. Ma a Lourdes
Bernadette ha ricevuto per noi una grazia straordinaria: quella di poter vivere il mistero pasquale
nella realtà della sua esistenza.
Questo ci riguarda, sia noi che le coppie alle quali dobbiamo indicare il cammino. Bernadette ha
ricevuto la grazia di vivere il mistero pasquale, cioè il mistero della morte e resurrezione di Gesù
Cristo nei fondamenti della vita cristiana e più in generale di tutta l’esistenza umana.
Dunque Bernadette ha ricevuto dalla Vergine Maria il segno della croce. Bernadette si appropria di
questo segno, lo fa suo e questo segno della croce le ha portato tre frutti:
- la preghiera
- la testimonianza
- la carità
La preghiera è la relazione con Dio. La carità è la relazione con l’altro. In un caso come nell’altro, il
mistero della croce è centrale. Infatti preghiera e carità sono il frutto della croce di Gesù e, allo
stesso tempo, attraverso la preghiera e la carità si entra nell’esperienza del mistero pasquale.
Pregare, infatti, è sempre difficile e molto spesso inizia con un fallimento. Solo Cristo, unendosi a
noi, può farci passare dal nostro universo al suo Regno, portandoci con lui nel mistero della sua
Pasqua.
Allo stesso modo la carità in opera e in verità è sempre difficile, poiché consiste nel preferire l’altro
a se stesso e nell’esprimerlo attraverso il dono di sé, per consentire a Dio di potersi dare lui stesso
all’interno del nostro dono. Come vivere la carità senza Gesù Cristo? E’ impossibile, ma con Dio
tutto è possibile (Lc 1,37).
Siamo al centro della vita di coppia, della vita dei genitori e dei figli, della vita della famiglia. Beate
le coppie cristiane che ricevono il loro amore da Colui che è Amore. Tutta la loro vita è un
passaggio perpetuo dal loro universo limitato al Regno di Dio, presente in mezzo a noi.
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Concludo richiamando alcuni atteggiamenti della Vergine Maria nei confronti di Bernadette, che
possono favorire una relazione di reciprocità ed aiutare di conseguenza molte coppie
1. Maria si inchina davanti a Bernadette
Attraverso questo atteggiamento grazioso e umile la Vergine saluta Bernadette. Ma si
inchina davanti a Bernadette anche per accordare o manifestare la sua complicità.
Bernadette capisce perfettamente questo linguaggio e l’utilizza a sua volta, inchinandosi
spesso davanti alla Vergine Maria.
Ecco un bell’esempio di rapporto basato sulla reciprocità, che ogni coppia deve poter
imitare.
2. Maria sorride a Bernadette
Il sorriso di Maria doveva essere un gran bel sorriso. In ogni caso sorridere è in qualche
modo aprire il cuore. In questo modo Maria mostra a Bernadette Colui che abita il suo
cuore: Gesù.
Ma è anche un atteggiamento contagioso, che può essere imitato, che invita alla reciprocità.
Un sorriso può addolcire una parola.
Il sorriso deve avere il suo posto nella vita di una coppia cristiana. Obbliga l’uomo e la
donna ad entrare in un’altra dimensione del tempo.
3. Nella relazione Maria adotta il silenzio
Il silenzio di Maria dà tempo a Bernadette di entrare nella relazione, ai suoi ritmi. Il silenzio
di Maria rispetta Bernadette.
Gli innamorati utilizzano il silenzio per costruire la relazione. Ma cosa ne è più tardi, mentre
la relazione è sempre da costruire?
4. Molto spesso Maria lascia l’iniziativa a Bernadette
Bernadette parla per prima e prende l’iniziativa di rivolgersi a Maria in una forma un po’
solenne. Ugualmente Maria risponde in modo solenne dando del “voi” a Bernadette, ma
andando ben più lontano.
In una coppia, oltre a ciò che tocca all’uomo o alla donna, la questione dell’iniziativa non
può essere trascurata.
5. Maria si rivolge sempre alla libertà di Bernadette
E’ la chiave di ogni rapporto d’amore. Infatti, non c’è amore senza libertà. Quando Maria
chiede a Bernadette “Volete farmi la grazia di venire qui per quindici giorni?” si prende un
grande rischio, perché Bernadette, nella sua libertà, avrebbe anche potuto rispondere No.
Bernadette non ha risposto né Si né No, ma “prometto”. Maria ha allora fatto una promessa
a Bernadette: “Prometto di rendervi felice della felicità dell’altro mondo”.
Ecco la chiave per tutte le coppie: rivolgersi sempre alla libertà dell’altro e vivere l’impegno
realizzandolo il più spesso possibile nei fatti concreti del quotidiano.
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Mi fermo qui. Se credete che Dio è Amore e che abbiamo accesso all’amore di Dio nel
mistero della croce di Cristo Gesù, non sarete stupiti che il matrimonio sia una magnifica via
per la santificazione dell’uomo e della donna. Il Signore plasma in loro, su questa terra,
l’amore con il quale ameranno Dio per l’eternità, quando saranno inclusi nell’eterno
scambio di Amore del Padre e del Figlio nella comunione del loro Spirito.