Copertina 5_08:Copertina 5_08 - Istituto Italiano della Saldatura
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Copertina 5_08:Copertina 5_08 - Istituto Italiano della Saldatura
Istituto Italiano della Saldatura - Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova (Italia) - Tariffa R.O.C.: "Poste Italiane SpA- Sped. A.P.-D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1 comma 1, DCB Genova" Tassa Pagata - Taxe Perçue ordinario - Contiene IP Bimestrale Settembre-Ottobre 2008 ISSN:0035-6794 60 °a nn 1 9 4 8 od -2 i pu 0 0 60° bb 8 an 194 lica no 8 zio di p 20 ne ub 08 blic azi Organo Ufficiale dell’Istituto Italiano della Saldatura - anno LX - N. 5 * 2008 Numero 5 2008 I n q u e s t o n u m e ro : V i b l a d e ™ : F r i c t i o n S t i r We l d i n g per materiali plastici Po n t i i n d u p l e x : r i s u l t a t i d i u n p ro g e t t o d i r i c e rc a e u ro p e o A p p l i c a z i o n e d e l l ’ a p p ro c c i o “ s t r u c t u ra l s t re s s ” a d u n g i u n t o s a l d a t o di geometria complessa Didattica Principi per lo studio d e i c o s t i d i s a l d a t u ra ITW Welding Products Prodycts Europe propone soluzioni integrate di saldatura e cladding per il settore Oil&Gas Chi taglia con Cebora, risparmia gas ogni ora Cebora, da sempre, pone al centro di ogni progetto le esigenze del suo cliente. 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No. Sono finiti i quattrini per la festa! Ed allora per gli allegri compagni della foresta comincia a prospettarsi un quadro desolante. Bisognerà decidersi a lavorare! Addio tempi belli, in cui la tranquillizzante quiete di uno stipendio assicurato consentiva consolanti attenzioni verso la propria salute non solo fisica ma anche 624 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 psicologica, privilegiando adeguati riposi, privi di ogni tensione. Al riparo, ovviamente, di avanzate teorie sociologiche circa la qualità della vita, in un contesto equo e solidale. Occorrerà, invece, cominciare a confrontarsi con i risultati, magari in un insensibile contesto mercatista. Alla bisogna, occorrerà addirittura crearsi una competenza spendibile. Che caduta di stile! E tuttavia la festa è frequentata anche da personaggi diversi, più sofisticati. Che nella festa non cercano tranquillità, ma potere personale e di parte. Sempre con i quattrini della festa, ovviamente! Che stanno finendo! Anche qui si nota una qualche agitazione. Se finiscono i quattrini, non si potrà più dispensare né “panem” né “circenses”. E allora addio “clientes”. Forse occorrerà addirittura riciclarsi. E magari diventare anche liberisti. Con buona pace della qualità della vita nel contesto equo e solidale. Per chi non partecipa alla festa, ma da troppo tempo paga il conto, questo scenario porta con sé qualche motivo di perfida soddisfazione. Era ora! Ma sarà proprio vero! Temo che il percorso non sarà breve, né semplice, né definitivo. Qualche decina d’anni di comportamenti poco virtuosi hanno creato abitudini radicate e convenienze dure a morire. E forse, nei migliori, perfino convinzioni. Quello che è entrato in crisi non è soltanto un sistema, ma un intero modello culturale. Ed è entrato in crisi nel modo più classico, fallendo sul piano economico, non riuscendo a sostenere ulteriormente i propri costi. Ubriacato da una dilagante logorrea ideologica e dimentico delle quattro operazioni dell’aritmetica. Che strano Paese è il bel Paese, così prodigo, ad esempio, di personaggi dello spettacolo, quello proprio e quello improprio, e così avaro di statisti. Tanto che si è dovuto accontentare di statalisti. Che non sono la stessa cosa e la cui madre, almeno nel bel Paese, è sempre incinta. Dott. Ing. Mauro Scasso Segretario Generale IIS ANNO LX Settembre-Ottobre 2008 Pubblicazione bimestrale DIRETTORE RESPONSABILE: Ing. Mauro Scasso REDATTORE CAPO: Geom. Sergio Giorgi REDAZIONE: Sig.ra Deborah Testoni, P.I. Maura Rodella PUBBLICITÀ: Sig. Franco Ricciardi Organo Ufficiale dell'Istituto Italiano della Saldatura Abbonamento annuale 2008: Italia: .......................................... € 90,00 Estero: ........................................ € 155,00 Un numero separato: ................ € 20,00 La Rivista viene inviata gratuitamente ai Soci dell’Istituto Italiano della Saldatura. Direzione - Redazione - Pubblicità: Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Telefono: 010 8341333 Telefax: 010 8367780 e-mail: [email protected] web: www.iis.it Sommario Articoli 627 I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso - G. PEDRAZZO, C.A. BARONE, G. RUTILI 635 Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici - A. SCIALPI et al. 647 Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico - J.P. BERGMANN et al. 657 Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo - E. MAIORANA 673 Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa - C.M. RIZZO, M. CODDA 687 Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied in the automotive industry - F.A. REYES-VALDÉS et al. 695 International Institute of Welding (IIW) Extract from the Annual Report 2007 705 IIS Didattica Principi per lo studio dei costi di saldatura Rubriche 715 Scienza e Tecnica Ricerca sperimentale per applicazioni della Friction Stir Welding (FSW) su componenti aeronautici ed automobilistici - A. LAURO 717 Leggi e Decreti Dal Dlgs. 81/2008 il traghetto dalla “certificazione di sistema” alla conformità legislativa (salvagente per l’impresa?) - T. LIMARDO 719 Normativa Tecnica Gli Eurocodici - S. GIORGI 721 Salute, Sicurezza e Ambiente Dal dover essere al benessere lavorativo - E. LIMARDO 727 Dalle Aziende 735 Notiziario Letteratura tecnica Codici e norme Corsi Mostre e convegni 745 Ricerche bibliografiche da IIS-Data Corrosione sotto tensione (Stress Corrosion) 752 Elenco degli Inserzionisti Rivista associata Registrazione al ROC n° 5042 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Genova” - Fine Stampa Ottobre 2008 Aut. Trib. Genova 341 - 20.4.1955 Progetto grafico: Marcs & Associati srl - Rozzano (MI) Fotocomposizione e stampa:ALGRAPHY S.n.c.- Genova Tel 010 8366272, Fax 010 8358069 - www.algraphy.it L’istituto non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori. La riproduzione degli articoli pubblicati è permessa purché ne sia citata la fonte, ne sia stata concessa l’autorizzazione da parte della Direzione della Rivista, e sia trascorso un periodo non inferiore a tre mesi dalla data della pubblicazione. La collaborazione è aperta a tutti, Soci e non Soci, in Italia e all’Estero. La Direzione si riserva l’accettazione dei messaggi pubblicitari. Ai sensi dell’art. 10 della Legge 675/96, i dati personali dei destinatari della Rivista saranno oggetto di trattamento nel rispetto della riservatezza, dei diritti della persona e per finalità strettamente connesse e strumentali all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad esse correlate. 5 In copertina Il gruppo ITW Welding Products Europe rappresenta il partner ideale per tutte le applicazioni quali preriscaldo, saldatura, cladding e trattamenti termici. La gamma di prodotti offerti include sistemi di automazione per saldatura e placcatura, impianti per processi ad elettrodo, MIG, TIG e una completa selezione di consumabili quali bacchette TIG, elettrodi rivestiti, fili pieni, fili animati, fili e flussi per arco sommerso, nastri e flussi per placcatura. Fanno parte del gruppo ITW le seguenti aziende leader nel mondo della saldatura: Miller, Elga, Hobart, Mc-Kay, Tri Mark, Tien Tai, Bernard, Welcraft, Trigaskiss, Tempil, Magnaflux. Seventh European Congress on Joining Technology Fifth edition of Italian Welding Days Venezia Lido 21– 22 Maggio 2009 www.gns5-eurojoin7.it I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso (°) G. Pedrazzo * C.A. Barone * G. Rutili ** Sommario / Summary L’adozione di sistemi di generazione di potenza basata sull’uso di inverter di ultima generazione ad elevata efficienza unitamente ad un controllo della forma d’onda, sia per quanto riguarda la frequenza e la durata del periodo nonché il rapporto tra le semionde positive e negative, fanno sì che si possano concepire processi di giunzione con esecuzione mista AC/DC. Regolando opportunamente i parametri che controllano la forma dell’onda si possono ottenere risultati interessanti e misurabili in termini di produttività; forma del cordone e penetrazione, apporto termico e distorsioni. Il presente articolo spiega questi aspetti e presenta una sperimentazione condotta presso il laboratorio Processi Speciali di Saldatura (PSS) dell’Istituto Italiano della Saldatura nella realizzazione di cordoni di saldatura su laminati piani in acciaio strutturale (C-Mn) adottando una metodologia SAW di stampo “convenzionale” in parallelo con un’altra “Full Wave Control”. Lo studio comparativo permette di constatare il reale impatto dell’innovazione. The introduction of highly efficient inverter based power systems of the last generation which allow a full control of the (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 Workshop: “Sviluppi e tendenze dei processi di saldatura tradizionali” - Genova, 25-26 Ottobre 2007. * Lincoln Electric Italia S.r.l. - Genova. ** Istituto Italiano della Saldatura - Genova. wave shape both in frequency, balance and offset has changed the possibilities of welding with the Subarc process. By controlling the parameters which determine the wave form it is possible to achieve outstanding results in terms of productivity, bead shape and penetration, heat input and reduction of distortions. The paper presents experimental tests made at the laboratory Processi Speciali di Saldatura (PSS) of the Italian Welding Institute. Several beads on C-Mn plates have been deposited both with a conventional Subarc Equipment and with the new technology “Full Wave Control” provided by the Power Wave AC-DC by Lincoln Electric. The compared results give a clear view of the potential of the new technology. Keywords: Carbon manganese steels; efficiency; energy input; penetration; plate; process parameters; submerged arc welding; waveform; weld shape; welding inverters; welding power sources. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 627 G. Pedrazzo et al. - I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso 1. Introduzione A differenza dei processi di saldatura “ad arco aperto”, il processo di saldatura ad arco sommerso ha subìto, negli anni, una evoluzione poco significativa, almeno dal punto di vista del controllo e della gestione dell’arco. Per i processi a filo continuo con protezione gassosa, infatti, al di là dell’evoluzione dei materiali d’apporto (fili animati per FCAW; fili autoprotetti), si sono affermate negli anni le seguenti tendenze di sviluppo: • impiego di elettronica di potenza applicata al processo che ha consentito una modulazione delle forme d’onda applicate all’arco pulsato tale da ottimizzare i parametri in funzione degli obiettivi/performances fissati; • utilizzo di fili multipli (Tandem MIG) finalizzato all’aumento di produttività; • procedimento STT per trasferimento in “short arc” con distacco della goccia pilotato dall’andamento della corrente nell’arco; • modalità di trasferimento del materiale d’apporto finalizzate all’ottenimento di elevati tassi di deposito, grazie all’abbinamento con miscele quaternarie, che hanno richiesto la messa a punto di generatori sinergici di elevata potenza dotati di software di gestione dedicati. Nel processo ad arco sommerso la possibilità di regolazione dei parametri era fino a poco tempo fa limitata al controllo della velocità del filo (o corrente) e della tensione. Miglioramenti sostanziali del tasso di deposito con il mantenimento di buone caratteristiche meccaniche si sono avuti con lo sviluppo dei sistemi multiarco largamente usati nella produzione di tubazioni. Oggi questo limite è stato superato grazie all’introduzione dell’elettronica di potenza che, anche nell’ambito della tecnologia ad arco sommerso, consente l’ottimizzazione dell’arco garantendo la gestione ed il controllo di più parametri elettrici in funzione dei requisiti da soddisfare. 628 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Il presente articolo si propone di illustrare, tramite prove sperimentali, l’influenza dei vari parametri sui quali si può agire grazie alla tecnologia Power Wave ® AC/DC 1000 sviluppata dalla Lincoln Electric. La sperimentazione condotta è mirata a stabilire una correlazione tra i parametri elettrici e il tasso di deposito e la geometria del cordone in applicazioni con il processo ad arco sommerso. Esperienze in produzione, in differenti applicazioni industriali, hanno evidenziato i vantaggi derivanti dalla possibilità di agire sulla forma dell’onda in corrente alternata: • elevati depositi, tipici del DC- con cordoni più “larghi” e “raccordati” oppure maggiore penetrazione, in funzione delle specifiche richieste; • migliore aspetto del cordone; • maggiore stabilità dell’arco; • migliore innesco; • regolazione (contenimento) dell’apporto termico specifico (rispetto all’apporto tipico associato alla convenzionale alimentazione in DC-); • riduzione dei fenomeni di distorsione termica nella saldatura di lamiere sottili; • riduzione dei fenomeni di soffio magnetico; • semplicità di gestione/controllo del processo di saldatura. La campagna di prove è stata condotta utilizzando un generatore Power Wave® AC/DC 1000 che permette un controllo completo dei principali parametri elet- Figura 1 trici, con la possibilità di utilizzare varie forme d’onda per la corrente (Fig. 1). Power Wave® AC/DC 1000 infatti , utilizzando una unità modulare a tecnologia inverter basata su controllo digitale, consente di gestire in maniera flessibile, senza modifiche hardware e senza cambiare cablaggio, i parametri caratteristici: • utilizzo della caratteristica a Corrente Costante o della caratteristica a Tensione Costante (CC vs. CV); • utilizzo di Corrente Continua (DC+ o DC-) o Corrente Alternata (AC) con onda sinusoidale o quadra; • possibilità di utilizzare frequenze da 10 Hz a 100 Hz; • controllo del bilanciamento dell’onda che permette di impostare una maggiore o minore percentuale di componente DC+; • controllo della compensazione (Offset) che consente di variare il rapporto tra l’ampiezza delle semionde positive e negative. 2. Saggi realizzati Si è scelto di realizzare una serie di cordoni “bead on plate”, per eliminare le eventuali differenze dovute alla forma del cianfrino, mantenendo costanti i parametri elettrici e geometrici. • Corrente: 500 A • Tensione: 30 V • Stick out: 25 mm G. Pedrazzo et al. - I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso • Velocità di saldatura: 580 mm/min • Filo: Ø 3.2 mm • Heat Input: 1.5 kJ/mm I saggi realizzati ed i parametri utilizzati sono riportati nella Tabella I. 3. Power Wave® AC/DC 1000 a confronto con sistemi tradizionali +ampere tempo Grazie alla possibilità di gestire in modo indipendente frequenza, bilanciamento dell’onda (Balance) e compensazione (Offset), la tecnologia Power Wave ® AC/DC 1000 rende possibili i tassi di deposito tipici di un DC- senza gli aspetti negativi di solito legati alla polarità DC-, come il soffio magnetico. Consente inoltre il controllo della geometria superficiale del cordone limitando l’eccessiva convessità del sovrametallo. Questo aspetto è utile per ridurre il rischio di incisioni marginali e possibili “zone d’ombra”, in applicazioni multipass, con conseguenti rischi di inclusioni di scoria e per ridurre lo spessore del rivestimento delle tubazioni. L’uso del processo ad arco sommerso in modalità DC+, che con macchine convenzionali è l’unico a garantire facili inneschi e stabilità d’arco, comporta una buona profondità di penetrazione, il controllo della quale viene ottenuto -ampere I Ciclo Figura 2 tramite la regolazione della corrente di saldatura, associata alla velocità del filo. L’utilizzo di una tecnologia basata su corrente alternata modulata in onda quadra permette invece di scegliere accuratamente la profondità di penetrazione senza peraltro dover rinunciare ad una elevata produttività (elevato tasso di deposito). Inoltre, rispetto alle convenzionali tecnologie basate sull’impiego di corrente alternata con onda sinusoidale, la tecnologia Power Wave® AC/DC 1000 presenta il vantaggio di un arco più stabile. Il tempo di transizione è una tipica causa di instabilità dell’arco normalmente associata con la modalità AC. Come si può rilevare dalla Figura 2, il tempo di transizione per un’onda sinusoidale è maggiore di quello dell’onda quadra di pari valore efficace di corrente. La riduzione del periodo di transizione si traduce ovviamente in maggiore stabilità dell’arco. TABELLA I - Saggi realizzati nel programma sperimentale. Saggio Corrente Controllo Polarità Frequenza [Hz] A DC CC + n.a. 0 B DC CC - n.a. 0 C AC CC n.a. 60 50% 0 D AC CC n.a. 60 25% 0 E AC CC n.a. 60 75% 0 F AC CC n.a. 60 50% -25 G AC CC n.a. 60 50% +25 H AC CC n.a. 20 50% 0 I AC CC n.a. 40 50% 0 Bilanciamento Offset L AC CC n.a. 80 50% 0 M AC CC n.a. 100 50% 0 N AC CC n.a. 60 75% +25 O AC CC n.a. 60 25% -25 P AC CC n.a. 20 25% -25 Q AC CC n.a. 100 25% -25 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 629 G. Pedrazzo et al. - I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso +ampere +ampere tempo tempo -ampere -ampere Figura 3 Figura 4 4. Effetti del bilanciamento dell’onda quadra Il bilanciamento è espresso come percentuale di componente DC+. Nelle Figure 3 e 4 si rappresentano schematicamente le due situazioni estreme di bilanciamento. La situazione nella Figura 3 rappresenta un bilanciamento 25% ovvero per il 25% del tempo l’arco è positivo, mentre per il rimanente 75% è negativo. Il caso opposto si verifica per la situazione rappresentata nella Figura 4. La possibilità di bilanciare la percentuale di polarità positiva o negativa incide sul controllo del tasso di deposito e la profondità di penetrazione. Con una più alta percentuale di corrente positiva si otterranno infatti profondità di penetrazione più elevate e minori tassi di deposito. Le prove sperimentali condotte hanno consentito di mettere a confronto i risultati ottenuti utilizzando le tecnologie convenzionali DC+ e DC-, con i risultati ottenibili mediante la modulazione dell’onda quadra. Si riportano nella Tabella II i valori ottenuti per le grandezze ritenute significa- tive per la qualità di forma e di profilo del cordone e per la quantità di deposito ottenibile. Al diminuire della percentuale di componente positiva, tra i due estremi “convenzionali” DC+ e DC- si verifica un aumento del tasso di deposito cui corrisponde una diminuzione della profondità di penetrazione. Tra il provino E ed il provino D, ovvero tra i due estremi del bilanciamento, si rileva un aumento del tasso di deposito pari circa al 22%, +500 ampere tempo 0 -500 ampere Figura 5 - Effetti del bilanciamento sull’onda quadra. TABELLA II - Parametri significativi del deposito di saldatura. Mod. Bilanciamento Offset A DC+ # 0 60 CC Frequenza Controllo P r o v i n o Hz Vmedia avanzamento filo Velocità di esecuzione mm/s cm/min 29.07 58 Tasso di deposito Larghezza cordone Profondità di penetrazione Sovrametallo g/s mm mm mm 1.55 15.4 5.4 2.1 E AC 75% 0 60 CC 26.52 58 1.67 14.5 4.8 2.3 C AC 50% 0 60 CC 29.12 58 1.84 15.4 4.3 2.3 D AC 25% 0 60 CC 32.29 58 2.04 17.9 3.5 2.6 B DC- # 0 60 CC 42.24 58 2.67 17.5 3.2 3.1 630 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 G. Pedrazzo et al. - I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso Mod. Bilanciamento Offset G AC 50% 25 60 C AC 50% 0 60 F AC 50% -25 60 Frequenza Hz mentre la profondità di penetrazione è diminuita del 29% circa. Si rileva inoltre che la geometria del cordone risulta sempre meglio “raccordata” all’aumentare della componente positiva. Pur essendo uguale il valore dell’apporto termico calcolato, è importante evidenziare che, all’aumentare della percentuale di componente negativa, aumenta la percentuale di energia termica localizzata sul filo, riducendo la quota parte di energia termica che si distribuisce sul pezzo da saldare con la conseguenza di un minore ingrossamento del grano. La Figura 5 illustra in dettaglio l’influenza del bilanciamento sull’onda quadra. 5. Effetto della compensazione (Offset) Tot. ampere 50% Negativo 50% Positivo La variazione dell’Offset, riportata nella Figura 6, rappresenta la capacità del sistema di aumentare o diminuire la dimensione della porzione positiva o negativa dell’ampiezza totale della corrente. Il range di variabilità consentito dal sistema è tra +25% e –25% in maniera continua. Figura 6 - Variazioni dell’Offset. Vmedia avanzamento filo Velocità di esecuzione mm/s cm/min CC 27.45 58 CC 29.12 58 CC 31.01 58 Tasso di deposito Larghezza cordone Profondità di penetrazione Sovrametallo g/s mm mm mm 1.73 13.6 4.7 2.2 1.84 15.4 4.3 2.3 1.96 16.3 3.7 2.3 Un valore dell’Offset pari a +25% equivale ad un aumento della componente positiva, con conseguente aumento della profondità di penetrazione a svantaggio del tasso di deposito. In maniera diametralmente opposta un valore di –25%, con conseguente abbassamento della curva a favore di una componente negativa più elevata, consentirà un tasso di deposito più elevato ed un valore della profondità di penetrazione inferiore. Si riportano nella Tabella III i risultati della sperimentazione condotta. Sono stati messi a confronto i risultati ottenuti con i valori estremi dell’Offset consentito. Con un Offset pari a +25%, quindi con una maggiore ampiezza della semionda positiva (tra +375 e –625°), si è ottenuto un giunto con buona profondità +500 ampere di penetrazione, 4.7 mm, ma tasso di deposito inferiore a quello ottenuto con Offset –25%, ovvero con 0 diagramma di corrente “traslato” verso il 50% Positivo 50% Negativo 25% Positivo 75% Negativo basso (tra -375 e +625°). Tra il provino G ed il provino F, ovvero tra i due estremi del range dell’Offset, si rileva un aumento del tasso di deposito pari a circa il 13%, mentre la profondità di penetrazione è diminuita del 21% circa. La Figura 7 illustra i risultati ottenuti. 6. Effetto della frequenza Rispetto all’alimentazione di rete, 50 o 60 Hz, la tecnologia Power Wave ® AC/DC 1000 consente un più ampio range di variabilità, compreso tra i 10 e i 100 Hz. Le prove condotte dai colleghi americani sembrano mostrare un andamento non lineare della profondità di penetra- -500 ampere Tot. ampere P r o v i n o Controllo TABELLA III - Variazioni dell’Offset e risultati ottenuti. Figura 7 - Variazioni dell’Offset. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 631 G. Pedrazzo et al. - I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso +500 ampere tempo 0 -500 ampere illustrato nella Figura 10. I valori rilevati possono essere salvati su file di testo per una visualizzazione futura. Il sistema consente il controllo remoto in alternativa all’utilizzo della cassetta controllo, sia per arco singolo che per sistemi multiarco, pur mantenendo facilità di utilizzo sia per gli operatori che per i controllori. Sono inoltre disponibili programmi di diagnostica con i quali: • è possibile eseguire la calibrazione degli strumenti del generatore in modo facile e preciso; • è possibile verificare periodicamente l’integrità ed il deterioramento dei cavi di potenza misurandone la resistenza ed il valore di induttanza rispetto al valore registrato all’avviamento dell’impianto. Figura 8 - Risultati ottenuti con la variazione di frequenza. 8. Conclusioni zione con la frequenza, con la tendenza a una diminuzione della penetrazione alle frequenze più alte. Le prove da noi condotte confermano questo andamento e anche la necessità di approfondire l’influenza della frequenza con una campagna di prove più estesa. La Tabella IV e la Figura 8 illustrano sia i parametri sperimentali che il risultato del cambio di frequenza. Stato macchina Indicatore arco 7. Comunicazione software Uno dei vantaggi rappresentati dall’impiego della tecnologia Power Wave ® AC/DC 1000 è costituito dalla possibilità di interfacciarsi via software con la macchina in modo semplice, direttamente tramite un normale PC (Fig. 9). I software disponibili consentono la visualizzazione su grafico dinamico di corrente, tensione e velocità filo, come Le prove condotte confermano le enormi potenzialità di miglioramento della produttività e di controllo della geometria del cordone ottenibili con l’impiego del Power Wave® AC/DC 1000 nell’esecuzione di giunti saldati in arco sommerso grazie alla possibilità di controllare in modo indipendente: • la caratteristica dell’arco (CC / CV); • la modalità di esecuzione, se in DC o Valori di lavoro Corrente/WFS Controllo filo a freddo Figura 9 - Gestione informatica della macchina tramite PC. 632 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Figura 10 - Andamento dei parametri elettrici di processo. G. Pedrazzo et al. - I generatori AC/DC con il controllo della forma d’onda: l’innovazione nella saldatura ad arco sommerso TABELLA IV - Variazioni della frequenza e risultati ottenuti. Mod. Bilanciamento Offset H AC 50% 0 20 CC Frequenza Controllo P r o v i n o Hz Vmedia avanzamento filo Velocità di esecuzione mm/s cm/min 29.78 58 Tasso di deposito Larghezza cordone Profondità di penetrazione Sovrametallo g/s mm mm mm 1.88 14.4 4.5 1.9 I AC 50% 0 40 CC 27.42 58 1.73 16.5 4.2 2.2 C AC 50% 0 60 CC 29.12 58 1.84 15.4 4.3 2.3 L AC 50% 0 80 CC 28.87 58 1.82 15.5 4.4 2.1 M AC 50% 0 100 CC 27.22 58 1.72 15.6 4.3 2.4 in CA sinusoidale o CA a onda quadra; • le frequenze in un range di variabilità da 10 Hz a 100 Hz; • il bilanciamento dell’onda; • la compensazione (Offset). Queste potenzialità sono state verificate con successo in diversi comparti industriali, con l’utilizzo in produzione di questa tecnologia per la saldatura di recipienti in pressione su un’ampia gamma di materiali e spessori, per la saldatura di strutture e carpenteria pesante, per la saldatura di tubazioni per il trasporto di gas e tubazioni per applicazioni strutturali. Giovanni PEDRAZZO, laureato in Ingegneria Meccanica, è il Direttore Commerciale Lincoln Electric Italia per il Sud-Est Europa. Dal 1976 in Ansaldo Energia (Genova) alla progettazione turbine a vapore, quindi dal 1981 in ARMCO (Genova), in qualità di Responsabile consumabili, robotica, taglio automatico e procedimenti di saldatura. Dal 1985 in Lincoln come Responsabile della filiale italiana. Ha ottenuto la certificazione “European Welding Engineer”. Carmela Andrea BARONE, ha conseguito nel 2003 la laurea in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Bari. Dal 2003 al 2007 ha lavorato nell’ambito della manutenzione e costruzione di impianti industriali presso la Società Cestaro Rossi S.p.A. di Bari. Dal 2007 riveste il duplice ruolo di Weld Tech Manager e Consumables Manager presso la Lincoln Electric Italia S.r.l.. Gianluca RUTILI, laureato in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Genova. Funzionario dell’Istituto Italiano della Saldatura dal 2001, attualmente è in forza all’Area Ricerca Processi Speciali Saldatura. Si occupa di ispezione, assistenza e sviluppo dei processi di saldatura manuali ed automatizzati e svolge attività di ricerca sulla saldatura di materiali avanzati e sui procedimenti di saldatura innovativi con particolare indirizzo sui sistemi a filo continuo, ad arco sommerso, laser, saldatura/taglio plasma e friction stir welding. Norme per la qualificazione dei saldatori, degli operatori di saldatura e dei brasatori elaborate dal CEN /TC121 “Welding” EN 287-1 EN 1418 EN ISO 9606- 2 EN ISO 9606-3 EN ISO 9606-4 EN ISO 9606-5 EN 13133 EN ISO 15618- 1 EN ISO 15618- 2 Qualification test of welders - Fusion welding - Part 1: Steels Welding personnel - Approval testing of welding operators for fusion welding and resistance weld setter for fully mechanized and automatic welding of metallic materials Qualification test of welders - Fusion welding - Part 2: Aluminium and aluminium alloys Approval testing of welders - Fusion welding - Part 3 - Copper and copper alloys Approval testing of welders - Fusion welding - Part 4 - Nickel and nickel alloys Approval testing of welders - fusion welding - titanium and titanium alloys, zirconium and zirconium alloys Brazing - Brazer approval Approval testing of welders for underwater welding - Part 1: Diver-welders for hyperbaric wet welding Approval testing of welders for underwater welding - Part 2: Diver-welders and welding operators for hyperbaric dry welding Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 633 Corso di qualificazione ad International Welding Technologist ed International Welding Engineer Genova 2009 L’ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA terrà presso la propria sede di Genova, nel 2009, un corso per International Welding Engineer / Technologist, con struttura modulare, condensando le lezioni nell’arco di una settimana al mese. La formula ha riscosso nel tempo il gradimento del pubblico, poiché consente di limitare l’impegno mensile garantendo, al tempo stesso, condizioni ideali all’apprendimento. Requisiti di ingresso Per chi desideri accedere alla qualificazione ad: - International / European Welding Technologist, è previsto il possesso di un diploma di scuola superiore ad indirizzo tecnico (o equivalente), della durata di 5 anni; - International / European Welding Engineer, laurea o diploma universitario in Ingegneria; in alternativa laurea in altre facoltà scientifiche, abbinata ad una comprovata esperienza di saldatura. Sono ammessi alle lezioni, in qualità di uditori, anche persone non in possesso dei titoli suddetti. Calendario delle lezioni e sede di svolgimento Il Corso prevede quattro materie di tipo teorico (svolte nelle Parti I e III) ed una fase dedicata all’addestramento pratico (Parte II). Le lezioni saranno svolte a tempo pieno secondo il seguente calendario: - Parte I: - Parte II: Parte III: • Modulo Avanzato Tecnologia della Saldatura: • Modulo Avanzato Metallurgia e Saldabilità: • Modulo Avanzato Progettazione e calcolo: • Modulo Avanzato Fabbricazione, aspetti applicativi: 19÷23/01/2009 16÷20/02/2009 16÷20/03/2009 20÷24/04/2009 18÷22/05/2009 15÷19/06/2009 21÷25/09/2009 19÷23/10/2009 16÷20/11/2009 I Moduli integrativi per i soli Welding Engineer saranno tenuti infine nelle date: • Metallurgia,Tecnologia della Saldatura: 06÷10/07/2009 • Progettazione e calcolo, Fabbricazione: 14÷18/12/2009 Orario delle lezioni Per offrire un’alternativa alla tradizionale articolazione delle lezioni a coloro che preferiscano concentrare l’impegno in settimane non consecutive, a tempo pieno, il Corso sarà svolto con orario 9:00 ÷ 18:00, ad eccezione delle giornate di Lunedì (orario 14:00 ÷ 18:00) e di Venerdì (orario 9:00 ÷ 13:00), per consentire agli allievi di raggiungere la sede del Corso senza spostamenti festivi. Conseguimento del Diploma Gli esami finali potranno essere tenuti nelle date programmate e tabulate nell’ “Attività Didattica 2009”. Per ogni informazione è possibile contattare l’Area Figure Professionali al numero 010 8341307 (e-mail [email protected]). Informazioni Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Istituto Italiano della Saldatura - Lungobisagno Istria 15, 16141 Genova - Divisione Formazione (www.formazionesaldatura.it), al numero 010 8341371 (fax 010 8367780), oppure all’indirizzo di posta elettronica [email protected]. Iscrizioni Le iscrizioni dovranno pervenire entro Lunedì 12 Gennaio 2009. Dato il limitato numero di posti, costituirà criterio preferenziale la data di iscrizione. Allo scopo, è possibile procedere all’iscrizione stessa anche on-line, attraverso il sito www.formazionesaldatura.it, ricercando il corso dall’apposito motore di ricerca sulla home page. Quote di iscrizione La quota di partecipazione al Corso, comprensiva del pranzo presso la mensa dell’IIS e della collana completa delle pubblicazioni è pari a: - 6.050,00 € (+ IVA), per i Welding Technologist - 8.250,00 € (+ IVA), per i Welding Engineer da corrispondersi mediante bonifico bancario (Banca Popolare di Milano, IBAN IT 31 I 05584 01400 000000004500, intestato all’Istituto Italiano della Saldatura). Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici (°) A. Scialpi * M. Troughton ** S. Andrews ** L.A.C. De Filippis *** Sommario / Summary La Friction Stir Welding (FSW) è un processo di saldatura che può essere utilizzato con successo con i metalli. L’applicazione di questa tecnica ai materiali plastici ha riscontrato un successo limitato a causa delle loro proprietà termiche e viscoelastiche. La Viblade™ è una nuova variante della FSW per le plastiche; questo processo riscalda il materiale da saldare tramite una lama ed uno spallamento che vibrano di moto alternato lineare parallelamente alla linea di saldatura. In questa memoria è stata adottata la tecnica del “Design of Experiments” (DoE) per valutare l’influenza dei parametri di processo e della geometria della lama sull’ampiezza della zona termicamente alterata e sulla resistenza meccanica del giunto. Inoltre, è stata condotta un’analisi termica bidimensionale agli elementi finiti per valutare i fenomeni termici coinvolti nel processo. Friction Stir Welding (FSW) is a new welding process that can be applied successfully to metals. However the use of this (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 - Workshop: “Le nuove frontiere dei processi laser, FSW e EB” - Genova, 25-26 Ottobre 2007. * San Giorgio Jonico (TA). ** TWI - Cambridge (Inghilterra). *** DIASS - Politecnico di Bari - Taranto. technique on plastics has had very limited success due to their thermal and viscoelastic properties. Viblade is a new variant of FSW for plastics; this welding process heats the workpiece material by a blade and a shoulder which vibrate in a linear reciprocating motion parallel to the joint line. In this paper, Design of Experiments (DoE) was used to investigate the influence of the process parameters and blade geometry on the width of heat affected zone and on the mechanical resistance of the joint. Furthermore, a 2D finite element thermal analysis was developed to analyse the thermal phenomena involved in the process. Keywords: Finite element analysis; friction stir welding; friction welding; heat affected zone; plastics; process conditions; process parameters; process variants; thermal properties. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 635 A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici Introduzione La Friction Stir Welding (FSW) è un processo di saldatura relativamente nuovo, messo a punto e brevettato, all’inizio degli anni ’90, presso il TWI [1]. Nella FSW “convenzionale” (saldatura di testa) un utensile cilindrico (tool), filettato o meno, posto in rotazione, è fatto penetrare ed avanzare lungo la linea di giunzione fra i due lembi da saldare. La rotazione del tool produce un mescolamento meccanico del materiale posto ai due lati del giunto di saldatura. La FSW applicata ai metalli ha avuto in questi anni un notevole successo; al contrario, il suo utilizzo sulle plastiche è stato assai limitato a causa delle proprietà termiche e viscoelastiche di questi materiali. Nella letteratura tecnica pubblicata, soltanto Arici [2] ha presentato la FSW, nella versione convenzionale, applicata alle materie plastiche. Usando un doppio passaggio del tool, Arici ha eliminato il difetto presente alla radice (root) del cordone, ottenendo giunti caratterizzati da risultati soddisfacenti sia in termini di resistenza a trazione che di resistenza alla prova di piega, ma con una scarsa finitura superficiale ed una velocità di saldatura molto bassa. In particolare, la FSW applicata ai materiali plastici mostra tipicamente i seguenti problemi: • difficoltà nel contenere il materiale fuso lungo la linea di saldatura; • bassa velocità di saldatura; • generazione di un mescolamento irregolare lungo la linea di saldatura; • scarsa finitura superficiale della parte superiore (corona - crown). Per risolvere alcuni di questi problemi, Nelson [3] ha messo a punto e brevettato un pattino (riscaldato tramite resistenza elettrica) attraversato da un perno rotante. In questa soluzione, il calore non viene prodotto per attrito dalla spalla del tool, ma dal pattino caldo che, inoltre, contiene l’espulsione del materiale fuso. Una variante della FSW studiata precedentemente presso il TWI è la FSW verticale alternativa [4], che consiste in una lama (blade) vibrante perpendicolarmente alla linea di giunzione; l’azione vibrante del blade produce, per attrito, una quantità di calore tale da ammorbidire il materiale e consentire la saldatura. Il problema principale che si manifesta con questa tecnica è la mancanza di un meccanismo per il contenimento del materiale fuso nel giunto, determinando dei vuoti nella saldatura e dando origine ad una bassa resistenza del cordone di saldatura. Un’altra variante della FSW, anch’essa brevettata dal TWI, è caratterizzata dal movimento alternativo di un tool (blade + spallamento) nella direzione della saldatura (oscillazione orizzontale). Questa tecnica, denominata Viblade™, ha il vantaggio che la lama rimane sempre completamente all’interno del giunto, rendendo più facile il contenimento del materiale fuso durante la saldatura. Figura 1 - Schematizzazione del processo Viblade™. 636 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Poiché la lama è completamente all’interno del giunto, le perdite di calore sono notevolmente ridotte e la temperatura media è più alta se paragonata a quella che si verifica nella saldatura con oscillazione verticale. Il processo di saldatura consiste, quindi, di una lama (blade) e di una spalla (shoulder) che si muovono, alternativamente, lungo lo spessore dei lembi sotto l’azione di una forza verticale (Fig. 1); in questo modo generano il calore per attrito che conduce il materiale all’interfaccia a fondere e a creare una saldatura dietro il blade. Poiché i termoplastici hanno una conducibilità termica molto bassa, il calore prodotto dallo shoulder non è sufficiente per fondere il materiale vicino la radice del giunto; pertanto, in una saldatura di testa, quasi tutto l’input di calore sulle facce del giunto deve essere generato dal blade. Essendo questo un processo di saldatura per attrito è possibile distinguere due azioni principali della pressione: la prima necessaria per la generazione di calore, dovuto all’attrito fra gli elementi in vibrazione (blade e shoulder) e i due pannelli di plastica, l’altra necessaria per tenere in contatto le parti da saldare. Il carico verticale dello shoulder produce l’input di calore per fondere il materiale sulla parte superiore del giunto, ma non ha alcun effetto diretto sul contatto delle parti da saldare. Il carico orizzontale è caratterizzato da tre differenti componenti: una dovuta al carico orizzontale imposto (Fig. 1), una dovuta all’espansione termica del materiale da saldare riscaldato e l’ultima dovuta all’azione del blade che, mentre si muove in avanti, Figura 2 - Schematizzazione del blade. A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici TABELLA I - Parametri di processo analizzati e relativi livelli. Parametri Livello Basso (-1) Livello Alto (+1) Carico Verticale (N) 1270 2400 Pressione Orizzontale (MPa) 1.1 1.7 Lunghezza del Blade (mm) 14 22 Spessore del Blade (mm) 0.8 1.2 Velocità di Saldatura (mm/min) 97 125 estrude la materia plastica intorno a sé stesso. Queste tre componenti agiscono direttamente per produrre il calore per attrito mediante la superficie del blade. La pressione che genera il contatto tra le parti è prodotta soltanto quando il blade è passato ed è dovuta al carico orizzontale imposto e all’effetto dell’espansione termica. Il materiale fuso fluisce intorno ad entrambi i lati del blade nella cavità resa vuota dal blade stesso non appena avanza lungo la linea di giunzione. Attività sperimentale Per studiare il potenziale della saldatura Viblade™ e il comportamento dei giunti ottenuti, è stata condotta un’ampia attività sperimentale presso i laboratori del TWI a Cambridge (UK). Si sono effettuate prove sperimentali su lastre di polipropilene estruso (PP) aventi spessore di 9 mm. Le saldature di testa sono state realizzate su due piastre di 100x220 mm per mezzo di una macchina a vibrazione lineare della Bielomatik; tale macchina funziona in risonanza per massimizzare l’energia fornita al giunto. L’utensile della Viblade™ è costituito da uno shoulder in PTFE e da un blade di titanio. Il titanio è stato usato per la sua, relativamente bassa, conducibilità termica. Per migliorare il riscaldamento per attrito fra il blade ed il polipropilene, è stato necessario aumentare il coefficiente di attrito mediante la realizzazione di una serie di scanalature sulla superficie del blade (Fig. 2). I giunti ottenuti sono stati sezionati trasversalmente alla linea di saldatura per effettuare un’analisi macrografica; la zona termicamente alterata (ZTA) è stata evidenziata tramite l’utilizzo di una sorgente a gas caldo (Hot Gas). La larghezza della ZTA è stata misurata ad una altezza di 4.5 mm dalla parte inferiore delle piastre. La resistenza dei giunti è stata valutata mediante prove di piega a tre punti, andando a misurare lo spostamento del punzone all’inizio della comparsa della cricca di apertura del giunto [5]. Per studiare l’effetto dei parametri principali di processo è stata condotta una sperimentazione secondo i principi del Design of Experiments (DoE). Lo studio è stato fondamentalmente suddiviso in due parti. Nella prima parte è stata condotta una ricerca preliminare (Fase 1 Attività di screening) per analizzare l’effetto dei principali parametri di processo sulle dimensioni della ZTA e sulla resistenza del giunto. Nella seconda parte è stata effettuata un’analisi più dettagliata per determinare una superficie di risposta per la resistenza in funzione dei principali parametri di processo. Fase 1 - Attività di screening In questo lavoro sperimentale è stata ampiamente studiata ed analizzata l’influenza dei parametri di processo e della geometria del blade sulla dimensione della ZTA e sulla resistenza meccanica del giunto. In particolare, è stata analizzata, mediante tecniche di DoE, l’influenza dei seguenti cinque parametri: • Spessore del blade (BT - Blade Thickness) • Lunghezza del blade (BL - Blade Length) • Velocità di saldatura (FR - Feed Rate) • Carico verticale (VL - Vertical Load) • Pressione orizzontale (HP - Horizontal Pressure). Per ciascuno di questi cinque parametri sono stati considerati due valori (livelli), uno basso (identificato con “- 1”) ed uno alto (identificato con “+1”). È stato utilizzato un piano sperimentale frazionario: in particolare, il piano sperimentale completo 2 5 (5 parametri con 2 valori ciascuno), ovvero 32 prove (replicate 3 volte), è stato ridotto ad un piano sperimentale 25-1 (16 prove, replicate 3 volte) per ridurre il numero di prove sperimentali di saldatura. Questo piano sperimentale 2 5-1 è in grado di fornire eccellenti informazioni riguardo agli effetti principali dei singoli fattori ed alle interazioni tra due fattori. La Tabella I mostra i livelli scelti per ciascuno dei suddetti parametri mentre la Tabella II riporta i dati relativi a tutte le sedici prove sperimentali condotte. TABELLA II - Prove sperimentali condotte. Saldatura n° VL (N) HP BL BT FR (MPa) (mm) (mm) (mm/min) Saldatura n° VL (N) Vb01 1270 1.1 14 0.8 Vb02 2400 1.1 14 0.8 Vb03 1270 1.7 14 Vb04 2400 1.7 14 Vb05 1270 1.1 Vb06 2400 Vb07 1270 Vb08 2400 HP BL BT FR (MPa) (mm) (mm) (mm/min) 125 Vb09 1270 1.1 14 1.2 97 97 Vb10 2400 1.1 14 1.2 125 0.8 97 Vb11 1270 1.7 14 1.2 125 0.8 125 Vb12 2400 1.7 14 1.2 97 22 0.8 97 Vb13 1270 1.1 22 1.2 125 1.1 22 0.8 125 Vb14 2400 1.1 22 1.2 97 1.7 22 0.8 125 Vb15 1270 1.7 22 1.2 97 1.7 22 0.8 97 Vb16 2400 1.7 22 1.2 125 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 637 A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici Figura 3 - Diagrammi degli effetti principali relativi allo spostamento della radice. Caratteristiche meccaniche La Figura 3 mostra il diagramma relativo agli effetti principali per le prove condotte sulla radice (root) della saldatura, mentre la Figura 4 mostra i risultati per le prove condotte sulla parte superiore (corona - crown) della saldatura. Per la prova di piega condotta sulla radice (Fig. 3), gli effetti principali predominanti sono dovuti allo spessore ed alla lunghezza del blade. La lunghezza del blade ha evidenziato un effetto positivo (incremento dello spostamento del punzone), mentre lo spessore un effetto negativo. Il carico verticale, la pressione orizzontale e la velocità di saldatura hanno mostrato soltanto un leggero effetto negativo. Inoltre, un’analisi sull’interazione dei parametri (due alla volta) ha confermato che la riduzione dello spessore del blade e l’aumento della lunghezza del blade producono un aumento delle proprietà meccaniche. Per la prova di piega condotta sulla corona, gli effetti principali predominanti sono dovuti allo spessore del Figura 4 - Diagrammi degli effetti principali relativi allo spostamento della corona. blade, al carico verticale ed alla pressione orizzontale (Fig. 4). A differenza di ciò che accade per la radice, in questo caso gli effetti di tutti i parametri, ad eccezione della lunghezza del blade, sono negativi e l’analisi sull’interazione dei parametri di processo ha indicato che le più alte proprietà meccaniche del giunto sono ottenute con un blade lungo e sottile. Analisi macrografica Alcune macrografie dei giunti ottenuti in queste prove sperimentali sono riportate nella Figura 5. In tutte le macrografie è chiaramente evidente la caratteristica forma a “T”, dovuta all’azione differente dello shoulder (parte orizzontale) e del blade (parte verticale). Sulla superficie dei giunti c’è un cordone di saldatura prodotto dal materiale fuso che fluisce verso la superficie superiore. Ciò è più evidente nelle saldature fatte con elevata pressione orizzontale. Vicino alla radice della saldatura è possibile osservare una riduzione della larghezza della zona Figura 5 - Esempi di sezioni trasversali di cordoni di saldatura Viblade™. 638 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 fusa. Ciò è probabilmente dovuto alla perdita di calore verso la piastra di supporto sottostante. Le saldature Vb01 e Vb03 mostrano una mancanza di penetrazione (vedasi, per esempio, Vb01 nella Fig. 5). Ciò potrebbe essere dovuto ad una bassa pressione verticale che riduce l’affondamento del blade, con conseguenti basse proprietà meccaniche della radice in questi giunti. Questa mancanza di penetrazione non è evidente in giunti prodotti con un blade lungo (vedasi Vb05 nella Fig. 5); una maggiore lunghezza del blade genera un maggiore input termico che permette una maggiore fusione sino alla radice anche quando il carico verticale è basso. La Figura 5 mostra, inoltre, la saldatura Vb09, ottenuta usando un blade corto e spesso, e la saldatura Vb13, ottenuta con un blade lungo e spesso. Un certo numero di giunti prodotti con blade spessi ha presentato alta porosità che, si pensa, sia dovuta ad una riduzione della pressione del materiale fuso dietro il blade. Questo effetto è più evidente con un blade lungo probabilmente perché assicura maggiore calore rispetto a quello corto e, conseguentemente, il materiale fuso è più caldo. Per ogni macrografia è stata misurata, ad una posizione di 4.5 mm dalla radice, la larghezza della ZTA. Dall’analisi degli effetti principali è stato osservato che la pressione orizzontale e la lunghezza del blade causano un effetto positivo, dovuto al maggiore input di calore prodotto quando sono al loro livello elevato, mentre l’effetto positivo dello spessore del blade è dovuto alla quantità più elevata di materiale che il blade spesso sposta. A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici Figura 6 - Blade rastremato verticalmente. La velocità di saldatura produce un effetto negativo che può essere collegato ad un più basso input termico specifico (energia per lunghezza unitaria di saldatura) generato quando la velocità di saldatura è più elevata. Nessuna interazione significativa è stata osservata fra i parametri trattati per quanto riguarda la larghezza della ZTA. Fase 2 - Valutazione delle caratteristiche del giunto ottenuto con un blade modificato Nella sezione precedente si è evidenziato come un blade più sottile produca un giunto di qualità migliore; pertanto, per migliorare ulteriormente le proprietà meccaniche della radice della saldatura, è stato deciso, nella seconda parte della sperimentazione, di ridurre, nei pressi della radice, lo spessore del blade, cioè l’estremità del blade è stata rastremata (Fig. 6). In questo studio iniziale, utilizzando un blade rastremato, è stata effettuata la sperimentazione considerando solo i tre seguenti parametri: • Carico verticale • Pressione orizzontale • Velocità di saldatura. Figura 7 - Diagrammi degli effetti principali per la radice - blade modificato. Attendendosi, in base alle considerazioni derivanti dalla precedente sperimentazione, una stretta interazione tra i parametri di processo, è stato condotto un piano sperimentale completo 23 (otto prove, con 3 replicazioni). La Tabella III mostra i livelli scelti per i suddetti parametri. L’analisi della varianza (ANOVA), effettuata per le prove di piega della radice, indica che soltanto la velocità di avanzamento ed il carico verticale sono significativi. La Figura 7 mostra il diagramma degli effetti principali per la prova di piega della radice ed indica che il carico verticale produce un alto effetto positivo, mentre la velocità di saldatura produce un effetto negativo. Ciò potrebbe essere dovuto all’elevata penetrazione del blade e all’elevato input di calore prodotto quando la velocità di saldatura è bassa ed il carico verticale è alto. L’effetto della pressione orizzontale non è, invece, significativo. La Figura 8 mostra il diagramma delle interazioni ed indica che il carico verticale ha un effetto positivo indipendentemente dai livelli degli altri parametri. La velocità di saldatura ha sempre un effetto negativo, ma è basso quando la pressione orizzontale è ad un basso livello. Un’interazione forte può essere osservata fra pressione orizzontale e velocità di saldatura. Ciò suggerisce che, per ottenere un’elevata velocità di saldatura, importante ai fini della produzione, è necessario saldare con una bassa pressione orizzontale. L’ANOVA per la prova di piega della corona indica un’elevata influenza della velocità di saldatura e dell’interazione fra il carico verticale e la pressione orizzontale. La Figura 9 mostra i diagrammi degli effetti principali, in cui è evidenziato chiaramente l’elevato effetto negativo della velocità di saldatura. Il diagramma delle interazioni (Fig. 10) mostra un’interazione forte fra pressione orizzontale e carico verticale: ad un basso livello di pressione orizzontale, il carico verticale produce un elevato effetto positivo; tuttavia, quando la pressione orizzontale è ad un livello elevato, il carico verticale produce un effetto negativo. Inoltre, quando la pressione orizzontale è ad un basso livello l’effetto negativo della velocità di saldatura è più piccolo di quando è ad un livello elevato. L’interazione tra il carico verticale e la velocità di saldatura è opposta all’interazione tra la pressione orizzontale e la velocità di saldatura ed è, inoltre, più forte. I giunti prodotti mostrano una certa porosità nella metà superiore del giunto, che provoca una riduzione dello spostamento del punzone quando si testa la superficie superiore. TABELLA III - Parametri di processo analizzati e relativi livelli. Parametri Livello Basso (-1) Livello Alto (+1) Carico Verticale (N) 1270 2400 Pressione Orizzontale (MPa) 1.1 1.7 Velocità di Saldatura (mm/min) 97 125 Figura 8 - Diagramma delle interazioni per la radice - blade modificato. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 639 A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici Figura 10 - Diagramma delle interazioni per la corona - blade modificato. Figura 9 - Diagrammi degli effetti principali per la corona - blade modificato. Le due ragioni più probabili per le quali la porosità si verifica in questa posizione sono: 1) lo spessore più grande della parte superiore del blade (con un’espansione conseguentemente più alta della materia plastica dietro il blade) e 2) una più alta temperatura causata dallo shoulder. La forma del blade rastremato verticalmente sembra, quindi, modificare notevolmente il flusso del materiale fuso nel giunto, producendo una saldatura di qualità migliore alla radice ma riducendo la qualità della faccia superiore. Poiché l’effetto della pressione orizzontale non è significativo e quando è ad un basso livello l’effetto della velocità di saldatura non è così evidente sia per la radice che per la faccia superiore, si è ritenuto di effettuare lo studio della superficie di risposta facendo variare soltanto il carico verticale e la velocità di saldatura e mantenendo il carico orizzontale al suo livello basso. I test sono stati condotti secondo una matrice di tre carichi verticali e di cinque velocità di saldatura (Tab. IV). Nella Tabella IV le caselle caratterizzate da un’alta energia specifica (energia per lunghezza di saldatura), dovuta ad una bassa velocità di saldatura (Vb55, Vb56 e Vb62) o ad una combinazione di velocità di saldatura bassa e di carico verticale elevato (Vb61), producono ecces- sive bave e bolle di gas (Fig. 11). Su queste saldature non è stata effettuata alcuna prova meccanica. La Figura 12 mostra la superficie superiore della saldatura Vb49 che non presenta bolle o bave eccessive. Nelle Figure 13 e 14 sono riportati, rispettivamente, i “contour plots” - linee di livello per la corona e la radice. Per valutare l’accettabilità dei giunti ottenuti è stato effettuato un confronto con i requisiti richiesti dalla prova di piega per altre tecniche di saldatura. La Viblade™ può essere considerata competitiva con la saldatura a gas caldo (Hot Gas) e con la saldatura per estrusione; quindi sono richieste almeno le stesse prestazioni di queste tecniche [5, 6]. Per lo spessore ed il materiale studiato è richiesto uno spostamento del punzone minimo di 13 mm sia per la radice che per la faccia superiore: le due risposte devono essere considerate simultaneamente. La Figura 15 mostra “overlaid contour plots” (sovrapposizione delle linee di livello) in cui la zona bianca è la regione che soddisfa i test di verifica (spostamento di 13 mm del punzone) sia per la radice che per la corona. Si può osservare che, con un’elevata velocità di saldatura e un carico verticale basso, sia la Figura 11 - Esempio di saldatura con eccessive bave e bolle di gas superficiale (saldatura Vb55). Figura 12 - Esempio di saldatura con buona finitura superficiale (saldatura Vb49). Figura 13 - Contour plot - linee di livello per la corona. TABELLA IV - Matrice per l’analisi della superficie di risposta. Carico Verticale (N) 70 97 125 152 180 1270 Vb55 Vb51 Vb49 Vb63 Vb64 2400 Vb56 Vb47 Vb53 Vb57 Vb65 3530 Vb62 Vb61 Vb60 Vb59 Vb58 Velocità di saldatura (mm/min) 640 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Figura 14 - Contour plot - linee di livello per la radice. A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici Figura 15 - Overlaid contour plots (sovrapposizione delle linee di livello) per prove su corona e radice. radice che la corona presentano scarse proprietà meccaniche. Ciò è probabilmente dovuto all’energia specifica troppo bassa. Questo diagramma suggerisce che, per aumentare la velocità di saldatura, il carico verticale dovrebbe essere nel range 2500-3000 N. Inoltre, queste prove indicano che la Viblade™ può produrre saldature di buona qualità con una velocità di saldatura di circa 150-180 mm/min. A confronto, la saldatura a gas caldo di lastre di PP con spessore 9 mm richiede una velocità media di saldatura di 15 mm/min. La saldatura per estrusione, per saldare lo stesso spessore e lo stesso materiale, può essere effettuata con una velocità media di saldatura di 170 - 225 mm/min. Analisi termica L’analisi termica, condotta facendo riferimento al blade nella geometria finale, è stata effettuata utilizzando il software Sysweld della ESI Group. Il modello messo a punto è del tipo 2D caratterizzato da un piano di simmetria. Nel caso in esame, come si può notare dalle Figure 16 e 17, essendo l’apporto termico del processo concentrato su una zona superficiale dell’elemento (azione dello shoulder) e in una zona interna (azione del blade), la mesh utilizzata è stata realizzata più fitta in tali aree, mentre, sempre per i criteri di ottimizzazione sopra enunciati, è stata realizzata più ampia all’aumentare della distanza da tali zone. Il rapido aumento delle dimensioni degli elementi, spostandosi verso zone distanti da quelle dell’apporto termico, è favorito, in questo studio, dalla scarsa conducibilità termica del polipropilene oltre che dalle basse temperature che si raggiungono in tale processo. Al contrario, per la zona del cordone di saldatura e per quelle immediatamente adiacenti, è indispensabile che gli elementi abbiano una dimensione sufficientemente piccola per meglio rappresentare (simulare) i fenomeni fisici coinvolti. Dati materiale Le proprietà del materiale sono state considerate costanti con la temperatura ad eccezione della conducibilità termica per la quale è stato utilizzato un coefficiente moltiplicativo pari a tre per le temperature superiori a quelle di fusione, per tenere conto dei moti con- vettivi nel materiale fuso e dell’effetto di rimescolamento dell’utensile che facilita la diffusione del calore. Sorgente termica Essendo la Viblade™ una tecnica di saldatura recentissima non esistono ancora in Sysweld modelli di sorgente termica cui fare riferimento. Quindi, è stato necessario programmare in Fortran un modello di sorgente termica idonea a simulare l’azione dell’utensile (Fig. 18). La sorgente è stata modellata partendo dalle ipotesi di valori di pressione uniforme e costante prodotte dallo shoulder e dal blade. Il modello della sorgente termica adottato è costituito da due funzioni costanti con domini contenuti nel piano ortogonale all’asse della saldatura (simulazione 2D). La prima delle due ha il compito di simulare l’apporto termico fornito dallo shoulder, la seconda funzione simula, invece, l’apporto termico generato dal blade Le due funzioni consentono di applicare il flusso termico prodotto dallo shoulder e dal blade sulle regioni di interesse del modello, definite rispettivamente dall’affondamento dello shoulder e dallo spessore del blade. Il flusso termico è chiaramente dipendente dalla frequenza e dall’ampiezza delle oscillazioni oltre che dal carico verticale per lo shoulder e orizzontale per il blade. Nella Figura 19 sono riportati i risultati ottenuti nella simulazione numerica del comportamento termico del corpo in esame, confrontati con i risultati sperimentali del provino Vb2 ottenuto con i parametri di processo schematizzati nella Tabella V. TABELLA V - Parametri di processo relativi al provino Vb2. Provino Velocità (m/s) Carico orizzontale (MPa) Carico verticale (N) Vb2 1.61 1.70 2400 Figura 16 - Mesh globale. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 641 A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici Figura 17 - Particolare della mesh nella zona di saldatura. Azione dello shculder Azione del blade y r z Figura 18 - Schematizzazione della sorgente termica agente nella Viblade™. Le temperature ottenute dalla modellazione sulla parte superiore del giunto, esternamente allo shoulder, sono coerenti (valori compresi tra i 100 e i 120°C) con quelle sperimentali misurate tramite termocamera (Fig. 20) durante il processo di saldatura (materiale laterale allo shoulder). L’analisi FEM ha consentito di individuare le temperature tipiche della Viblade™ e come le isoterme si distribuiscono all’interno del materiale durante la saldatura. Figura 19 - Confronto della zona fusa reale Vb2 con quella ottenuta dalla simulazione FEM. 642 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Conclusioni In questo lavoro è stata presentata un’analisi preliminare su una nuova variante del processo di Friction Stir Welding (FSW) applicata alla materie plastiche, denominata saldatura Viblade™. Per studiare l’effetto del carico verticale, della pressione orizzontale, della velocità di avanzamento, dello spessore e della lunghezza del blade sulle dimensioni della ZTA e sulle prestazioni meccaniche del giunto sono stati impostati dei piani sperimentali, completi e frazionari, utilizzando le tecniche di Design of Experiments (DoE). Le prove sono state effettuate con un blade di titanio per ridurre la perdita di calore dalla saldatura dovuta alla conducibilità termica relativamente bassa. La lunghezza e lo spessore del blade hanno dimostrato di avere un effetto significativo sulla qualità della saldatura e l’uso di un blade lungo e sottile (22 x 0.8 mm) produce giunti con le più alte proprietà meccaniche. Successivamente è stato utilizzato un blade rastremato verticalmente per provare ad aumentare le prestazioni meccaniche della radice del giunto; si sono ottenuti giunti con proprietà, nella prova di piega, paragonabili con quelle ottenibili con la saldatura per estrusione e con la saldatura a gas caldo. I diagrammi degli effetti principali mostrano un alto effetto negativo per la velocità di saldatura e un alto effetto positivo per il carico verticale. L’effetto della pressione orizzontale non è risultato significativo. Tuttavia, il diagramma delle interazioni ha mostrato un’alta interazione fra pressione orizzontale e velocità di saldatura; quando la pressione orizzontale è a basso livello, l’effetto negativo della velocità di saldatura è piccolo. Ciò suggerisce che quando la pressione orizzontale è al basso livello è possibile saldare con elevate velocità senza una perdita eccessiva delle proprietà meccaniche del giunto. La sovrapposizione delle curve di livello, per le prove sulla radice e sulla corona del giunto, ha mostrato un’ampia zona in cui le saldature Viblade™ Figura 20 - Misura sperimentale con termocamera. A. Scialpi et al. - Viblade™: Friction Stir Welding per materiali plastici possono essere prodotte con proprietà meccaniche paragonabili a quelle ottenibili con la saldatura a gas caldo e con la saldatura per estrusione, ma con un più alto rendimento. La modellazione FEM ha successivamente permesso di effettuare lo studio termico del processo. Tutto questo a seguito di un preciso processo di taratura del modello, costruito in maniera specifica per simulare la tecnica di saldatura considerata. Bibliografia [1] Thomas W.M., Nicholas E.D., Needham J.C., Murch M.G., Templesmith P., Dawes C.J.: «International Patent Application No. PCT/GB92/02203». [2] Arici A., Sinmaz T.: «Effects of double passes of the tool on Friction Stir Welding of polyethylene», Journal of Materials Science 40 (2005), 3313 3316 - Letters. [3] Nelson T.W., Sorensen C.D., Johns C., Strand S., Christensen J.: «Joining of thermoplastics with Friction Stir Welding», Proceedings - 2nd International Friction Stir Welding Symposium, Gothenburg (Sweden), 26-28 June 2000. [4] «Leading edge - Friction Stir Welding?», TWI Connect, March 1993. [5] BS EN 12814-1: 2000 - Testing of welded joints of thermoplastics semi finished products - Part. 1: Bend Tests. [6] Directive DVS 2203-1 - Testing of welded joints of thermoplastics semi-finished products - Test method - Requirements. Agostino SCIALPI, si è laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Bari nel 2002. Nel 2006 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso il Politecnico di Bari. Dal 2002 collabora con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale e il Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile del Politecnico di Bari su tematiche di ricerca inerenti i processi di saldatura; in particolare si è occupato di saldature non convenzionali di leghe leggere e di simulazione numerica. Dal 2003 si occupa di Friction Stir Welding di leghe di alluminio e di termoplastici. È autore di 28 pubblicazioni scientifiche. Ha partecipato a due progetti di ricerca finanziati dal MURST sulla saldatura delle leghe leggere e sulla Friction Stir Welding. Mike TROUGHTON studied at the University of Leeds (England) from 1979 to 1985, where he received a degree in Physics with Astrophysics and a PhD in Polymer Physics. In 1986 he joined the R&D Centre at BP Chemicals (Scotland), where he was responsible for developing and testing new polyolefin-based products. He joined TWI (England) in 1993 and is currently Technology Manager, responsible for co-ordinating all R&D, consultancy, technology transfer and training activities in the area of plastics. His main areas of expertise include the welding and NDT of plastics pipes and the testing of thermoplastics welds, on which he has written over 20 technical papers. He is also the editor of the Handbook of Plastics Joining, A Practical Guide. He is Chairman of the BSI Technical Committee PRI/80 (Welding of plastics), the EWF Working Group “Plastics Welders” and the Welding and Joining Society Technical Group 7 (Polymers). He is also a member of the American Welding Society subcommittees B2F (Plastics welding qualification) and G1A (Hot gas and extrusion welding). Scott ANDREWS is a senior project leader in the Advanced Materials and Processes group at TWI. Scott started his career in 1995 in the Structural Integrity group. Scott was primarily involved in fracture mechanics testing and specialist small scale testing. In 1997 Scott joined the polymers joining department where he worked on various research programmes, as well as assisting in the development of novel joining techniques, such as Clearweld™. Scott spent a short time in the Laser processing section before joining the Microtechnology department in October 2000. Scott worked on developing a variety of micro assembly techniques, such as wire bonding, flip chip, resistance welding, as well as non-destructive inspection techniques, such as micro focus X-ray. During this time Scott was heavily involved in the development of a low cost accelerometer for the aerospace and automotive industries. Scott re-joined the polymers section in 2003. Scott’s primary role is to lead and deliver research projects related to plastics joining. In addition, Scott plays a key role in the delivery of plastics welder training and examinations. Scott’s areas of expertise are plastics joining, plastics welding equipment, plastic materials, including high temperature thermoplastics, wood welding and wood polymer composite welding. Luigi A.C. DE FILIPPIS, laureato in Ingegneria Meccanica presso il Politecnico di Bari nel 1998, ha acquisito il titolo di dottore di ricerca in “Ingegneria dei Sistemi Avanzati di Produzione” presso il Politecnico di Bari nel 2001. Dal 2002 è docente nell’area “Tecnologie e Sistemi di Lavorazione” presso la Facoltà II di Ingegneria del Politecnico di Bari in qualità di ricercatore universitario. Alla didattica affianca attività di ricerca su tematiche inerenti, tra l’altro, i processi di saldatura non convenzionali di leghe leggere e la simulazione numerica. È autore di circa 50 pubblicazioni scientifiche su riviste e a congressi internazionali e nazionali. Ha partecipato a diversi programmi di ricerca finanziati da organismi nazionali ed internazionali. Dal Luglio 2005 è presidente della Welding Engineering Center - WEC s.r.l. Società Spin Off del Politecnico di Bari. È Responsabile della Didattica per il Master di I Livello in “Ingegneria della Saldatura” c/o il Politecnico di Bari. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 643 Seatec_Lat. 44°3'2'' N | Long. 10°2'15'' E MILLENNIUM YACHT DESIGN award a 7 Rassegna Internazionale Tecnologie, Subfornitura e Design per Imbarcazioni, Yacht e Navi 5/6/7 Febbraio 2009 Carrara Italy www.thetis.tv - design: nicola pedrini Q U A L I T E C AW A R D seatec S E A T E C H N O L O G Y & D E S I G N www.sea-tec.it CON IL PATROCINIO DI: GRUPPO BANCA CARIGE N ISTITUTO NAZIONALE PER IL COMMERCIO ESTERO PR O M OZ I ON E PROVINCIA DI MASSA CARRARA UNIMOT ON AZ AU A IC T AS S REGIONE TOSCANA IO NA L E ASSOCIAZIONE PROGETTISTI NAUTICA DIPORTO ASSONAUTICA NAZIONALE Confartigianato CONFAPI TOSCANA PRODUZIONE NAUTICA TOSCANA ORGANIZZATO DA: Viale Galileo Galilei, 133 54033 Marina di Carrara (MS) SPONSOR UNICO BANCARIO SOLE SPONSORING BANK CarraraFiere Business on the Move nautica toscana Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. Tel +39 0585 787963 Fax +39 0585 787602 www.carrarafiere.com [email protected] Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico (°) J.P. Bergmann * J. Wilden ** S. Reich ** S-F. Goecke *** Sommario / Summary La richiesta da parte dell’industria metalmeccanica leggera si incentra da oramai alcuni anni su tecnologie di saldatura e/o di giunzione che rendano possibile elevate velocità di lavorazione e basse temperature. In questo modo possono essere evitate o sensibilmente ridotte lesioni dello strato zincato, ad esempio nel caso di acciai. La lesione dello strato zincato rappresenta un fenomeno esternamente visibile che può influenzare negativamente la resistenza alla corrosione del componente. Dal punto di vista metallurgico, invece, il controllo del regime termico rappresenta un nodo principale per la soluzione di problemi riguardanti la giunzione termica di materiali metallici, che non presentino una solubilità completa allo stato solido. La formazione di fasi intermetalliche fragili durante il raffreddamento avviene ad esempio per alluminio/acciaio o per alluminio/titanio. Il processo e la corretta scelta dei materiali d’apporto sono punti cardine per il successo del metodo di giunzione. Nel caso della combinazione acciaio/alluminio è lo zinco a rappresentare un materiale d’apporto adeguato, ad esempio per brasatura. La temperatura di fusione è attorno ai 420°C e la bagnabilità nei confronti dell’acciaio zincato è avvantaggiata dallo strato di zinco, mentre sulla parte dell’alluminio è possibile evitare l’utilizzo di flussanti grazie all’azione attivante dell’arco voltaico. La bassa temperatura di fusione e di vaporizzazione dello zinco rendono però assai difficile una lavorazione anche in regime di “short arc”. Solamente nuovi sviluppi di sorgenti elettriche per la saldatura ed in particolare di nuovi processi danno la possibilità di ridurre l’apporto di calore regolando lo “short arc”. Anche per la combinazione di titanio ed alluminio valgono le difficoltà descritte e correlate con la formazione di fasi del tipo TixAly. Anche in questo caso verrà presentata nel corso della relazione una strategia per unire lamiere con spessori inferiori ai 2 mm. (°) Memoria presentata alle Giornate Nazionali di Saldatura 4 Workshop: “Brasatura” - Genova, 25-26 Ottobre 2007. * Jenoptik - Automatisierungstechnik GmbH - Jena (Germania). ** Technische Universität Ilmenau - Ilmenau (Germania). *** EWM Hightech Welding GmbH - Mündersbach (Germania). In the last years an increasing amount in strategies to join zinc coated steels can be observed. Brazing represents a profitable way in order to join zinc coated steels at low temperatures, reducing or avoiding zinc evaporation. In order to avoid completely zinc coating damaging the set of ZnAl-fillers was already investigated for laser brazing of zinc coated steels as well as for joining steel with aluminium. Further more thanks to new developments in arc wire technology ZnAl-electrodes can be used for MIG-brazing as well. In this case the conventional short arc, which normally doesn’t allow brazing with zinc wires, as eruption like evaporation occurs, is modified and controlled. The drop formation on the wire tip, the metal transfer and the heat input can be controlled and modified very precisely, so that processing of filler material can be performed easily for thin sheets (till 0.8-1.5 mm) and at low processing speed, below 0.3-0.4 m/min. The control of the heat input occurs due to reducing abruptly the current after short arc. The disadvantages connected with a lower heat input in the base material are a restricted wetting behaviour of the zinc pool on the base material and the low brazing speed due to a very high cooling rate. The focus of the presented investigation is the development of strategies, in order to enhance process conditions for brazing sheets of zinc coated steels and aluminium. Keywords: Aluminium; brazeability; brazing; combined processes; dissimilar materials; galvanised steels; GMA welding; MIG welding; plants; steels; titanium; weldability. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 647 J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico Introduzione L’industria metalmeccanica leggera ha riposto negli ultimi anni traguardi sempre più stringenti nei confronti di processi di giunzione ed in particolare nei confronti della saldatura. Le richieste, che sempre più si sono ripetute e che sono state prese come target nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, sono ad esempio: • elevate velocità di processo in modo da poter migliorare la produttività e ridurre i costi di produzione; • tecnologie di saldatura e di conseguenza attrezzature che possano essere adoperate per diversi tipi di materiali metallici con condizioni di processo paragonabili; • tecnologie di saldatura che diano la possibilità di usufruire completamente delle caratteristiche del materiale prescelto. Mentre per le prime due richieste l’introduzione di laser di potenza ha dato in alcuni casi una buona risposta, la terza richiesta è fondamentalmente indipendente dal processo di saldatura scelto. Quest’ultima rappresenta solamente un utensile per risolvere un problema di tipo puramente metallurgico e che viene definito ed influenzato dal regime tempo-temperatura. Questo punto di partenza viene purtroppo spesso dimenticato e non preso in considerazione, quando si voglia usufruire completamente delle caratteristiche del materiale scelto per un componente meccanico durante la fase di progettazione. Si pensi, ad esempio, al caso più semplice della saldatura di acciai zincati che rappresenta una buona parte delle applicazioni nel settore metalmeccanico o di carpenteria leggera. La scelta della zincatura, che sia essa effettuata a caldo oppure per via elettrolitica, è garante per la resistenza alla corrosione della costruzione. Durante la produzione e l’assemblaggio lo strato di zinco non deve essere lesionato, in caso contrario può accadere che la resistenza alla corrosione diminuisca. Le volute qualità del componente possono essere ripristinate solamente con una lavorazione supplementare. Questo è il caso tipico della saldatura, dove vengono raggiunte temperature massime sopra la temperatura di ebollizione dello zinco. Le dimensioni della zona alterata dipendono poi dal campo termico e dall’intervallo di tempo durante il quale la zona zincata è stata esposta alle elevate temperature. Ben più complicato è poi il caso in cui si decida in fase progettuale di utilizzare contemporaneamente diversi materiali metallici, come ad esempio alluminio ed acciaio oppure alluminio e titanio. Anche in questo caso è il regime termico indotto durante la saldatura a definire ed influenzare le caratteristiche del giunto. La zona di giunzione stessa è poi a sua volta la zona chiave per raggiungere gli scopi di Weight Percent Aluminium Temperature °C Temperature °C Weight Percent Aluminium progettazione che possono essere, ad esempio, elevate resistenze meccaniche specifiche (cioè con riduzione delle masse) oppure locale elevata resistenza alla corrosione e bassi costi, ecc. Le Figure 1 e 2 mostrano i diagrammi di stato Fe-Al e Ti-Al che stanno alla base della verifica e dello sviluppo della tecnologia di saldatura. In entrambi i casi è ben visibile che allo stato liquido la miscibilità è completa, mentre poi allo stato solido (cioè durante il raffreddamento) si formano durante la solidificazione fasi intermetalliche Fe xAl y e Ti xAl y. Queste hanno elevata durezza e scarsa duttilità e si formano (a causa del regime T,t) in modo concatenato. Le sollecitazioni meccaniche, che agiscono durante il raffreddamento a causa dei ritiri, sono già talmente alte da non poter essere ridotte solamente tramite deformazione plastica e portano alla rottura e/o all’insorgenza di cricche nel giunto. La formazione e la crescita delle fasi intermetalliche dipendono da fenomeni di tipo diffusivo e quindi, anche in questo caso, dal regime termico (T,t). Si noti che in entrambi i casi descritti vi sono, anche per temperature inferiori alla temperatura di fusione, zone di solubilità parziale, come ad esempio: • solubilità di alluminio in α-Fe per quantità di alluminio inferiori al 20% in peso atomico, oppure • solubilità di alluminio in α-Ti per quantità di alluminio inferiori al 10% in peso atomico. Per la combinazione Fe-Al ci sono in letteratura una serie di indizi che indicano che, ad alte temperature, Fe diffonde Atomic Percent Aluminium Figura 1 - Diagramma di stato Fe-Al [1]. 648 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Atomic Percent Aluminium Figura 2 - Diagramma di stato Ti-Al [1]. J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico Soluzione per la saldatura di lamiere di acciaio ed alluminio Si continui a trattare la materia non pensando al procedimento, ma piuttosto ai materiali ed al regime termico. Tramite la scelta di un materiale d’apporto dedicato (interlayer) è possibile schermare l’alluminio e quindi evitare che Fe diffonda in Al, formando fasi intermetalliche. Si noti, nel diagramma di stato Zn-Al (Fig. 4), che nella regione ricca di zinco vi è da un lato una elevata solubilità per l’alluminio e dall’altro la presenza di un eutettico, con temperature dello stato liquido fino a circa 40°C inferiori alla temperatura di fusione dello zinco stesso. L’utilizzo di leghe Zn-Al come materiale da brasatura è già stato proposto e pubblicato dagli autori e lavorato con laser Intervallo di tempo Al Fasi intermetalliche IMC Fe Uniform layer Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Figura 3 - Descrizione schematica della formazione di fasi intermetalliche nel sistema Fe-Al [2]. di potenza. Per giunti simili, cioè tra acciaio ed acciaio, si è potuto dimostrare che la lesione dello strato zincato è evitabile. Una caratteristica del laser è la regolazione della potenza, in modo tale che la temperatura di processo non superi per tempi prolungati la temperatura di ebollizione dello zinco (907°C). La bagnabilità sull’alluminio viene invece influenzata in modo preponderante dallo strato di ossido sull’alluminio stesso. Per evitare difetti di incollaggio o casi di “non bagnabilità” devono essere usati flussanti, che sono sempre poco graditi in produzione, oppure deve essere fuso localmente l’alluminio. Grazie all’azione attivante dell’arco voltaico (al catodo) è possibile evitare l’utilizzo di flussanti e ridurre o evitare la fusione dell’alluminio. La lavorazione di Zn-Al come elettrodo in un arco voltaico presenta, proprio a causa del ristretto intervallo tra temperatura di fusione e di ebollizione, un tema principale per lo sviluppo della tecnologia. Si provi, ad esempio, a lavorare un filo di Zn-Al in regime di “short arc” (bassa intensità di corrente e bassa tensione), si assiste, proprio dopo il corto circuito, ad una sorta di esplosione dovuta alla lieve di- Weight Percent Zinc Temperature °C molto più velocemente in Al e non il contrario. Come si vede nella Figura 1 sulla parte ricca in alluminio non vi sono zone di solubilità, per cui la formazione di fasi intermetalliche può avvenire con una elevata velocità di crescita. La Figura 3 [2] offre una buona descrizione di tipo schematico delle varie fasi durante il raffreddamento con formazione di fasi intermetalliche, che crescono nell’alluminio, dovute alla diffusione di Fe in Al. Per la combinazione Ti-Al ci sono informazioni di tipo diverso, mentre alcune strategie per la saldatura di questi materiali sono addotte da Wilden et al. [3] grazie alla saldatura per diffusione. Preso atto che in questi casi la saldatura per fusione classica non rappresenta una soluzione ottimale, è necessario sviluppare nuove strategie, che abbiano in particolare le seguenti caratteristiche: • i giunti prodotti devono avere elevate caratteristiche meccaniche anche ad alte temperature, fatto per cui non vengono presi in considerazione gli incollaggi; • i giunti ed i componenti devono avere una elevata rigidità alla torsione, fatto per cui non vengono prese in considerazione giunzioni puntuali (locali), come ad esempio rivetti ed affini; • i giunti devono avere buone proprietà di resistenza alla corrosione, fatto per cui il contatto diretto deve essere evitato. Atomic Percent Zinc Figura 4 - Diagramma di stato Zn-Al [1]. minuzione della corrente fino al nuovo innesco (Fig. 5). Dal punto di vista elettrico significa che, al momento dell’inizio della fase di corto circuito (fase 2 di Figura 5), la tensione si abbassa velocemente, poiché la resistenza del ponte del materiale fuso è minore rispetto alla tensione nell’arco. Contemporaneamente si assiste ad un incremento della corrente fino al raggiungimento della corrente di corto circuito. Dopo il distacco del materiale fuso la tensione nell’arco incrementa nuovamente per favorire il reinnesco dell’arco. Il decremento di corrente avviene però in modo molto lento, cosicché il re-innesco avviene ad una elevata potenza elettrica [4]. La fase 3 è caratterizzata da un elevato apporto termico sia nel materiale base che nel materiale di brasatura. Questa è caratterizzante per il risultato (Fig. 5 b)). La riduzione dell’apporto termico è una tematica di sviluppo per i costruttori di sorgenti elettriche. Le soluzioni proposte e presenti sul mercato hanno nel loro funzionamento alcune differenze. Per le prove effettuate e presentate in questo articolo si è utilizzata una attrezzatura del tipo “coldArc” (EWM, Germania). Mentre nell’attrezzatura CMT (Fronius, Austria) il controllo e la regolazione dell’apporto di calore vengono effettuati tramite la variazione della direzione e della velocità del filo d’apporto (frequenza di oscillazione 70 Hz [6,7]), la regolazione dell’andamento della corrente avviene elettronicamente nella sorgente coldArc, che altrimenti rappresenta una sorgente MIG/MAG di tipo convenzionale. Poco prima che il contatto Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 649 J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico Fase 1 Arco acceso Fase 2 Corto circuito Fase 3 Apertura del circuito con nuova accensione dell’arco a) b) Figura 5 - a) Andamento corrente/tensione per uno short arc convenzionale; b) effetto sulla lavorazione di elettrodo di zinco [4,5]. tra filo e pezzo si dissolva (in questa fase si assiste ad una costrizione del ponte dovuta all’effetto “pinch”) l’intensità di corrente viene ridotta in pochi ms. Il passaggio di materia (goccia di materiale fuso) avviene praticamente per intensità di corrente molto basse, cioè con basso apporto di calore. Allo stesso modo l’innesco avviene con limitata potenza. La regolazione del processo è effettuata tramite il controllo della ten- Fase 1 Arco acceso Fase 2 Corto circuito sione di corrente, che viene monitorata continuamente. Per mantenere la continuità del processo viene addotto, dopo l’innesco dell’arco, un impulso che è responsabile per la formazione della goccia (Fig. 6 a)). Una sequenza dell’arco è riportata nella Figura 6 b), che illustra la lavorazione di un elettrodo di zinco in condizioni di short arc regolato. L’andamento dell’intensità di corrente rispecchia quello che è il regime termico necessaFase 3 Apertura del circuito con rio per la lavoranuova accensione dell’arco zione di metalli a basse temperature medie. In prima linea è ben chiaro che le basse temperature raggiunte durante il coldArc (oppure anche short arc regolato) implicano anche un ridotto apporto termico nel materiale base. Proprio per questo il processo può essere ben applicato per la brasatura di acciai zincati con lo scopo di evitare la lesione dello strato zincato protettivo (Fig. 7). Dopo l’operazione di giunzione termica lo strato zincato non presenta discontinuità, per cui la resistenza alla corrosione non viene ridotta. Il basso apporto termico ha però anche un altro effetto che limita il processo di short arc regolato. La bagnabilità del materiale base dipende in primo luogo dalla tensione superficiale della fase liquida, della fase solida e della fase gassosa (l’angolo di bagnabilità può essere definito secondo legge di Young, che vale in condizioni di equilibrio stabile). Durante il processo di brasatura si assiste però ad una fase di equilibrio instabile, prima che la goccia di materiale fuso si sia distesa sul substrato. L’intervallo di tempo tra il primo contatto della goccia con il substrato e la condizione di “equilibrio stabile” dipende dalla velocità di raffreddamento della goccia di materiale fuso. Informazioni su questo tipo di comportamento non sono note per la brasatura con elettrodi di zinco fino ad ora, però sono presenti in letteratura informazioni sulla bagnabilità durante il processo di zincatura a caldo. La Figura 8 illustra, ad esempio, l’evoluzione temporale dell’angolo di bagnabilità tra una goccia di zinco ed il substrato di acciaio. Se l’intervallo di raffreddamento è breve, la goccia non raggiunge lo stato di “equilibrio stabile”. L’angolo tra cordone di brasatura e materiale base avrà valori inferiori o attorno ai 90°. Pubblicazioni sulla zincatura a a) Zn-lega brasante Materiale base b) Figura 6 - a) Trasferimento della goccia e andamento di corrente e tensione per sorgente di corrente coldArc; b) immagini di processo [8]. 650 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Aspetto sul rovescio Figura 7 - Giunto a sovrapposizione brasato con tecnologia MIG ed attrezzatura coldArc ed elettrodo di zinco [4]. J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico t = 0ms t = 10ms t = 1ms t = 20ms t = 2ms t = 30ms t = 3ms t = 50ms t = 4ms t = 75ms t = 5ms t = 100ms Figura 8 - Evoluzione temporale dell’angolo di bagnabilità per zinco su acciaio [9]. Figura 9 - Brasatura con short arc di un acciaio zincato a caldo con spessore 1.5 mm ed elettrodo di zinco (spessore 1.5 mm, velocità 0.3 m/min). caldo rilevano che un regime di “quasiequilibrio” viene raggiunto dopo circa 25 ms [9,10]. Per basso apporto termico si realizzano elevate velocità di raffreddamento durante il processo di brasatura con short arc regolato, che portano a valori stimati dell’intervallo di tempo in cui lo zinco si trova allo stato fuso ben al di sotto dei 10 ms. La stima è stata effettuata prendendo a riguardo la conduzione termica nel substrato di acciaio e prendendo a riferimento le temperature di 907°C (ebollizione dello zinco) e 420°C (fusione dello zinco). Per spessori sottili (< 1.0 mm) l’effetto della scarsa bagnabilità non è molto influenzante per il processo. Per spessori maggiori o per velocità maggiori a 0.5 m/min, invece, si notano discontinuità nella formazione del cordone, che sono riconducibili agli effetti sopra descritti (Fig. 9). Una soluzione per aumentare la velocità di processo ed aumentare anche lo spettro di applicazioni per lo short arc regolato dipende, quindi, in primo luogo dal regime termico indotto durante il raffreddamento e non dalla temperatura massima raggiunta. Un modo molto semplice per raggiungere questo scopo è quello di preriscaldare il substrato in modo da poter allungare l’intervallo di raffreddamento. Il preriscaldo deve essere però effettuato localmente, così da poter evitare la distorsione completa del componente ed allungare i tempi di ciclo. In questo articolo viene presentata una strategia che si basa sul posizionamento di una sorgente termica dinanzi alla torcia MIG. La sorgente termica, che può ad esempio essere una induzione, un plasma oppure un raggio laser, Laser Velocità [m/min] Torcia MIG ha il compito di riscaldare localmente la zona che viene poi brasata. Viene inoltre presentata, a livello di esempio, la brasatura MIG con short arc regolato a cui è preposto in linea un laser a diodi in fibra. Quest’ultimo presenta il vantaggio di avere una sezione focale piuttosto ampia (in questo caso un diametro di almeno 3.5 mm), di effettuare il preriscaldo senza contatto e di non interagire con l’arco voltaico. Nella Figura 10 è riportato l’assetto sperimentale adottato con un laser a diodi da 3 kW di potenza massima in una fibra ottica da 1.5 mm di diametro ed una distanza focale di 160 mm. Il raggio laser è posizionato 15-20 mm dinanzi alla torcia MIG, che a sua volta è collegata ad una sorgente di corrente coldArc. L’effetto di preriscaldo ricavato in via sperimentale è riportato nella Figura 11 15-20 mm Direzione di brasatura Figura 10 - Rappresentazione schematica dell’assetto sperimentale. Potenza laser [W] Figura 11 - Isoterme dovute a raggio laser su substrato di acciaio da 0.9 mm. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 651 Intervallo di tempo [ms] J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico Temperatura fase liquida ZnAl15 907-420 °C 650-446 °C Temperatura di fusione zinco a) PLaser = 0 W PLaser = 100 W ZnAl15 PLaser = 200 W T = 350°C PL = 200 W Temperatura [°C] b) Figura 12 - Stima dell’intervallo di tempo in dipendenza della temperatura del substrato. e mostra, ad esempio, che un intervallo di temperatura tra 300-400°C può essere raggiunto già per potenze inferiori ai 300 W per velocità inferiori a 0.5 m/min. Ed è proprio questo l’intervallo di temperatura associato ad un intervallo di raffreddamento superiore ai 20 ms (necessario per raggiungere una situazione di equilibrio stabile come nella Figura 8) e che può esser stimato tramite semplice conduzione termica per una lamiera zincata da 0.9 mm. Nella Figura 13 a) sono riportati i risultati di alcune prove su provini di acciaio zincato, mentre la Figura 13 b) illustra come la zincatura non venga lesionata e la transizione tra cordone e materiale base non presenti alcuna interruzione dello strato zincato. Con una simile strategia è possibile unire termicamente acciaio ed alluminio come già descritto precedentemente. La Figura 14 illustra un giunto a sovrappo- sizione in cui il partner di alluminio viene fuso in una regione limitata ed il materiale fuso (alluminio e materiale d’apporto ZnAl15) bagna la lamiera di acciaio zincato. La Figura 15 mostra invece lo stesso tipo di giunto brasato manualmente in posizione discendente. Il basso apporto termico dovuto al short arc regolato può provocare, oltre ai già citati limiti di bagnabilità, anche problemi in fase di inizio di processo (ad esempio difetti di incollaggio). Effetti benefici sulla velocità e sulla bagnabilità possono essere raggiunti con lo stesso assetto sperimentale della Figura 10 e sono rappresentati nella Figura 16 per un giunto a sovrapposizione tra acciaio ed alluminio. Aumentando la potenza del raggio laser aumenta la bagnabilità ed ovviamente cresce la sezione resistente della zona brasata. Figura 13 - a) Brasatura MIG-coldArc con preriscaldo tramite laser a diodi (acciaio zincato da 0.9 mm in spessore); b) particolare della zona di transizione. La rottura avviene poi lontano dalla zona brasata. Sulla stessa base è possibile, mantenendo costante l’intervallo di raffreddamento ed aumentando la potenza del laser, aumentare la velocità di processo. La Figura 17 mostra come con potenze laser inferiori a 1 kW sia possibile lavorare acciai da 1.5 mm con velocità superiori a 0.7 m/min. A questo riguardo sono ancora in corso prove che confermano l’ulteriore potenziale di questa metodologia. La Figura 18 illustra le potenzialità della metodologia descritta per brasare acciaio ed alluminio. Un incremento della velocità è dimostrato già per potenze laser tra 285-400 W. La rottura avviene lontano dalla zona brasata nella ZTA dell’alluminio. Soluzione per la saldatura di lamiere di alluminio e titanio Alluminio Acciaio zincato a caldo Strato di zinco Strato di zinco/Superficie sul rovescio Acciaio zincato a caldo Figura 14 - Brasatura tra acciaio (Stahl) ed alluminio con elettrodo di ZnAl15. 652 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 L’unione di lamiere tra alluminio e titanio può avvenire con lo stesso processo MIG utilizzando, ad esempio, un elettrodo AlSi12. Il basso apporto di calore riduce la formazione di fasi intermetalliche ed evita l’utilizzo di scarpette di protezione per la lamiera di titanio. La Figura 19 illustra un giunto di sovrapposizione ed è una buona dimostrazione del potenziale di questa strategia che si basa fondamentalmente sul controllo del regime (T,t). J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico PL = 0 W PL = 50 W PL = 100 W PL = 150 W PL = 200 W PL = 250 W Figura 15 - Brasatura MIG-coldArc effettuata manualmente in posizione discendente. Figura 16 - Brasatura MIG con preriscaldo con laser a diodi (velocità 0.3 m/min, AA6xxx 1.15 mm e acciaio DC04ZE75/75 0.9 mm). Conclusioni Figura 17 - Esempio di sviluppo di processo per brasatura MIG con preriscaldo per acciai zincati da 1.5 mm con elettrodo di zinco. Figura 18 - Brasatura con attrezzatura coldArc tra alluminio ed acciaio. L’unione termica tramite saldatura e/o brasatura di materiali, che presentino una elevata sensibilità termica, richiede lo sviluppo e l’ingegnerizzazione di strategie che tengano conto del materiale stesso ed in campo applicativo del regime termico (T,t). Quest’ultimo regola in definitiva il successo della lavorazione per giunti ibridi, in quanto governa la diffusione e quindi la formazione e la crescita di fasi intermetalliche. È proprio in questa fase che è richiesto all’ingegnere della saldatura il riconoscere e risolvere le incognite base che gli si presentano e scegliere o sviluppare poi il processo più adeguato. Per i casi presentati tra acciaio ed alluminio e alluminio e titanio sono state presentate delle metodologie che offrono una prospettiva per ottenere giunti con ottime caratteristiche meccaniche, buon aspetto esterno ed elevate velocità di processo e che devono essere adattate di volta in volta all’applicazione in oggetto. L’intento di questo articolo è di dare nuovi impulsi a questo tipo di strutturazione dei processi di saldatura e brasatura; soluzioni specifiche scaturiscono poi dall’analisi dettagliata del problema stesso. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 653 J.P. Bergmann et al. - Metodi e soluzioni per unire lamiere di materiali metallici diversi tramite arco voltaico Figura 19 - Brasatura MIG con attrezzatura coldArc tra alluminio e titanio con AlSi12. Ringraziamenti Le strategie ed i risultati presentati sono giekette zum Produzieren, Reparieren und Recyceln von Produkten in Material-Mix-Bauweise, 1.6.2006 fino al 30.6.2009) finanziato dal Ministero federale per la ricerca e sviluppo (BMBF, Bundeministerium fü Bildung und Forschung, FZ: 02PB2210) e coordinato dal Projektträger Forschungszentrum Karlsruhe. Gli autori ringraziano per l’appoggio e per il finanziamento. I partner del progetto sono: BIAS GmbH, Technische Universität Ilmenau, EWM Hightech Welding GmbH, Scansonic GmbH, Linde Gas, Abicor Binzel, Ilmenauer Laserzentrum GmbH, Grillo Werke AG, Bedra Berkenhoff. stati ottenuti durante la fase di preparazione e durante l’esecuzione del progetto di ricerca “Proremix” (Technolo- Bibliografia [1] Massalski T.B., Okamoto H, Subramanian P.R., Kacprzak L.: «Binary alloy phase diagrams», 2nd Edition. ASM International (1990). [2] Rathod M.J., Kutsune M.: «Joining of aluminium alloys 5052 and low-carbon steel by laser roll welding», Welding journal (2004), 16s-26s. [3] Wilden J., Bergmann J.P., Jahn S., Sagrauske M.: «Saldatura per diffusione, un esempio di rapid tooling», Rivista Italiana della Saldatura, 1-2007, pp. 43-50. [4] Goecke S.F.: «Energiereduziertes Lichtbogen-Fügeverfahren für wärmeempfindliche Werkstoffe», DVS-Berichte, Bd. 237, 2005, pp. 44-48. [5] N.N.: «Pressemitteilung der Fa», EWM Hightech Welding GmbH anlässlich der Ausstellung EuroBlech 2004. [6] N.N.: «Kalter Lichtbogen verbindet Stahl mit Aluminium», weld+vision 02-2004; Kundenzeitschrift; www.fronius.com. [7] N.N.: «CMT: Serieneinsatz höchster Klasse», www.fronius.com, 27.04.2006. [8] N.N.: «Produktinformation der Fa», EWM Hightech Welding GmbH; www.ewm.de, 2007. [9] Ebrill N., Durandet Y., Strezov L.: «Dynamic reactive wetting and its role in hot dip coating of steel sheet with an Al-Zn-Si alloy», Metallurgical and materials transactions B, Vol. 31B, 2000, pp. 1069-1079. [10] Ebrill N., Durandet Y., Strezov L.: «Influence of substrate oxidation on dynamic wetting, interfacial resistance and surface appearance of hot dip coatings», Proc. of Galvatech (Ed.: Lamberights M.), Brussels, 2001, pp. 329-336. Dr.-Ing. habil. Jean Pierre BERGMANN, laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Ancona, dottore di ricerca presso l’Università di Bayreuth, è International Welding Engineer dal 1999. Fino al 2003 ha lavorato come ricercatore e poi ingegnere capo presso il Lehrstuhl Metalliche Werkstoffe dell’Università di Bayreuth (Germania). Dal 2003 al 2007 è stato ingegnere capo e capogruppo “Saldatura/riporti superficiali” presso il Fachgebiet Fertigungstechnik della Technische Universität Ilmenau (Germania). Dal 2007 è responsabile per la lavorazione laser di materiali metallici presso la Jenoptik Automatisierungstechnik GmbH (Jena, Germania). È autore e coautore di più di 100 pubblicazioni. Univ.-Prof. Dr.-Ing. habil. Johannes WILDEN, laureato in Fisica ha ottenuto il dottorato di ricerca in Ingegneria dei materiali presso la RWTH Aachen. Dopo un’esperienza in campo industriale, ha fatto ritorno alla ricerca come ingegnere capo al Lehrstuhl für Werkstofftechnologie dell’Università di Dortmund, dove ha ottenuto la venia legendi in tecnologie meccaniche. È già stato docente universitario presso l’Università tecnica di Chemnitz (Germania) prima di diventare ordinario di Tecnologie Meccaniche presso il Fachgebiet Fertigungstechnik della Technische Universität Ilmenau (Germania). Da Gennaio 2008 è professore ordinario e direttore dell’Istituto per saldatura e riporti superficiali presso l’Università tecnica di Berlino (Germania). È autore e coautore di più di 200 pubblicazioni. Dipl.-Ing. Sebastian REICH, laureato nel 2005 presso la Technische Universität Ilmenau, è stato dapprima ricercatore presso il Fachgebiet Fertigungstechnik, poi dal Gennaio 2008 presso l’Istituto per saldatura e riporti superficiali dell’Università tecnica di Berlino, dove si occupa di brasatura di materiali diversi con tecnologia laser e MIG. Dr.-Ing. Sven-F. GOECKE, laureato in Ingegneria Meccanica presso la Technische Universität Berlin, è stato ricercatore nel campo della saldatura presso la stessa università dove ha ottenuto il dottorato di ricerca nel 2003. È tuttora responsabile per la ricerca e lo sviluppo presso la EWM Hightech Welding Technologies di Mündersbach (Germania). 654 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 cura soluzioni mercato evoluzione Dal 1920 ci prendiamo di formulare complete per un METAL FABRICATION Gas, tecnologie e servizi per il taglio e la saldatura dei metalli RIVOIRA CUSTOMER CARE Via Cardinal Massaia, 75/L 10147 Torino Tel 199.133.133. Fax 800.849.428 [email protected] www.rivoiragas.it in continua “Cerchiamo di rendere migliore il vostro lavoro e la vostra vita.” DELVIGO COMMERCIALE Supporti ceramici per la saldatura MATAIR Forni, aspirazione e riciclaggio dei flussi CETh, trattamenti termici DELVIGO COMMERCIALE Loc. Cerri, 19020 Ceparana di Follo SP Tel. 0187931202 fax 0187939094 e-mail [email protected] www.delvigo.com Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo E. Maiorana * Sommario / Summary Si riportano alcuni dei risultati ottenuti e una sintesi delle competenze acquisite con le sperimentazioni condotte nella cornice di un progetto europeo finalizzato all’impiego degli acciai inossidabili austeno-ferritici nella costruzione di ponti e viadotti. La ricerca è stata cofinanziata dal RFCS (Fondo di ricerca per il carbone e l’acciaio, contratto RFS-CR-04040) e ha visto collaborare insieme più figure tra le quali OMBA Impianti & Engineering S.p.A., un’azienda operante nel settore della carpenteria metallica, specializzata nella costruzione d’impalcati da ponte e già da tempo impegnata nella ricerca di soluzioni ottimali per la costruzione di tali strutture con una costante attenzione alla qualità per quanto riguarda l’intero iter produttivo. Si descrivono quindi le fasi principali del programma di ricerca, in particolare i test per caratterizzare i parametri di progetto più significativi rispetto a soluzioni più tradizionali, e si sviluppano considerazioni sugli aspetti di manutenzione e di fabbricazione in modo da poter indirizzare e suggerire quali possano essere i vantaggi dell’utilizzo degli acciai inossidabili austeno-ferritici nella costruzione di grandi infrastrutture. Some of the results acquired and a synthesis of the competence acquired from the experiments conducted in the framework of a european project for use of austeno-ferritic stainless * steel in the construction of bridges and viaducts are shown. The research was cofinanced by RFCS (Research Fund for Coal and Steel, contract RFS-CR-04040) and it saw more figures work together among which OMBA Impianti & Engineering SpA, a society in the field of steelworks specialized in bridge construction and already involved in the search for optimal solutions for the construction of these structures with a constant attention to quality with regard to the entire production process. The main stages of the research programme are described, in particular tests to characterize the more significant parameters of the project respect traditional solutions and are developed considerations on the aspects of maintenance and manufacture in order to be able to indicate and to suggest what may be the benefits of the use of austeno-ferritic stainless steels in erecting great infrastructures. Keywords: Bridges; civil engineering; costs; design; duplex stainless steels; fatigue loading; fatigue strength; fatigue tests; fracture mechanics; lifetime; MAG welding; research and development; service life extension; stainless steels; submerged arc welding; test pieces; weldability. OMBA Impianti & Engineering S.p.A.- Podenzano (PC). Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 657 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo 1. Introduzione Gli acciai inossidabili austeno-ferritici (duplex), per gli elementi che ne costituiscono la lega, hanno un costo di materia prima assai superiore rispetto all’acciaio al carbonio che, insieme alle varie accortezze da adottare nello stoccaggio e nella lavorazione, rendono attualmente tale materiale non competitivo rispetto a scelte più tradizionali. Di conseguenza ha senso l’impiego del duplex in strutture con una vita di servizio lunga ed esposte ad agenti atmosferici altamente corrosivi (ambiente marino, inquinato) in modo da recuperare l’ingente esborso iniziale tramite un’attenta valutazione dei costi di manutenzione a lungo termine, ossia svolgendo una preliminare analisi del costo del ciclo di vita dell’opera. Per fare questo è necessario un confronto tra la soluzione in acciaio al carbonio e acciaio inossidabile, dal punto di vista sia progettuale che operativo. Di seguito si propone una veduta d’insieme dell’attività di ricerca condotta nella cornice di un progetto europeo in parte finanziato dal Fondo di ricerca per il carbone e l’acciaio (RFCS), descrivendo le fasi di lavoro e gli aspetti salienti al fine di evidenziare le potenzialità e promuovere così l’uso dell’acciaio inossidabile austeno-ferritico nella costruzione di ponti. I principali obiettivi prefissati e perseguiti sono stati i seguenti: • la selezione del materiale base (UNI EN 10088-2 - 1.4462-X2 CrNiMoN22-5-3) tra i vari gradi di acciaio austeno-ferritico più diffusi in commercio, inteso sia come lamiere sia come consumabile per le saldature; • la fabbricazione dei provini e l’individuazione delle relative problematiche; • la stesura di indicazioni per la corretta lavorazione e realizzazione di elementi tipici presenti in ponti metallici; 658 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Figura 1 - Sezione trasversale di ponte a lastra ortotropa. • la scrittura di linee guida per le procedure e le tecnologie di saldatura potenzialmente adottabili per i duplex, sia in officina che in cantiere; • i riferimenti necessari per svolgere un’analisi del costo del ciclo di vita. Una prima presentazione del progetto, un’analisi preliminare e informazioni sull’utilizzo del duplex in strutture erano state date all’inizio della ricerca in un articolo su questa Rivista a cui ha collaborato l’Autore nel 2004 [1]. Per quanto riguarda aspetti tecnici più specifici (metallurgia, prove sul materiale base, ecc…) si rimanda a quanto già riportato in [2], [3], [4]. 2. Definizione dei provini Un impalcato da ponte è soggetto per sua natura ai carichi ciclici derivanti dall’azione del traffico, così da rendere fondamentale nella fase di progettazione la verifica a fatica. Le tipologie costruttive adottate per l’impalcato sono a oggi principalmente due, la prima con sezione trasversale interamente in acciaio (ponti a lastra ortotropa), generalmente per luci superiori ai 100 m, e la seconda a sistema misto acciaio-calcestruzzo (con soletta in cemento armato collaborante con la struttura portante metallica) per luci inferiori. Tipicamente, in entrambi i casi, già in officina nella fase di prefabbricazione i vari elementi sono connessi tramite giunzione saldata, in modo da inviare in cantiere dei macroelementi per l’assemblaggio finale da portare a termine tramite delle giunzioni bullonate tra i conci di trave. La tipologia a lastra ortotropa presenta qualche difficoltà in più rispetto alla soluzione mista, perché richiede inevitabilmente alcune saldature anche in cantiere, quali le giunzioni dei conci di lastra ortotropa (“deck”) nelle due direzioni principali e il ripristino dell’inte- GIUNTO LONGITUDINALE DELLE LASTRE IN CANTIERE Figura 2 - Clampe. E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo Figura 3 - Giunto di canaletta. (a) (b) Figura 4 - Ripristino della continuità della travata. (a) giunzione saldata; (b) giunzione bullonata. grità degli irrigidimenti trapezoidali (canalette) sottostanti la lastra (Fig. 1). I bordi del deck, infatti, sono usualmente giuntati in sito tramite saldatura di testa con supporto ceramico senza ripresa al rovescio per evitare la rifinitura difficoltosa della stessa inferiormente. In tale caso il procedimento di saldatura prevede una prima passata a filo in semi-automatico (MAG) e le passate successive ad arco sommerso in automatico (SAW). Per allineare le lastre e fissare il supporto ceramico che scorre all’interno di una canaletta di acciaio si fa uso di speciali morsetti o “clampe” fissate a dei pioli filettati in precedenza disposti al bordo inferiore delle lastre in prossimità dei lembi e a interasse costante (Fig. 2). In corrispondenza del giunto trasversale del deck, oltre al piano della lastra, è necessario anche ripristinare la continuità delle canalette, tramite delle apposite coppelle saldate con l’ausilio di piattini di supporto già predisposti nelle fasi precedenti all’interno dei tronconi (Fig. 3). Mentre le connessioni di testa della lastra ortotropa sono sempre saldate, gli irrigidimenti sottostanti la lastra, usualmente a sezione chiusa trapezia, e le giunzioni d’anima delle travate possono essere anche bullonate (Fig. 4). Il ripristino dell’integrità della lastra ortotropa e delle travate consente la corretta definizione dell’impalcato in fase progettuale, secondo lo schema tipico che si rifà al modello di trave continua secondo la teoria di De Saint Venant, il quale può quindi essere risolto con i criteri della Scienza delle Costruzioni (Fig. 5). Al momento della verifica a fatica in fase di progettazione, è necessario individuare tutti i dettagli saldati presenti, determinandone la categoria di appartenenza tramite i diagrammi Δσ-N di Whöler. La normativa europea sugli acciai inossidabili, Eurocodice 3 parte 1-4 [5], per la verifica a fatica fa riferimento alle curve presenti nell’Eurocodice 3 parte 19 [6] le quali sono basate sui risultati ottenuti da campagne sperimentali condotte su campioni di acciaio al carbonio. Per tale motivo si è deciso di procedere a un’estesa indagine bibliografica e alla costruzione di provini in duplex, esattamente corrispondenti a quelli impiegati a suo tempo per la creazione delle curve dette, in modo da poter valutare il comportamento a fatica dell’acciaio inossidabile per confronto con l’acciaio al carbonio. 3. Realizzazione dei campioni L’iter di produzione normalmente adottato in carpenteria prevede l’elaborazione da parte dell’Ufficio Tecnico dei seguenti disegni: • una tavola generale che contiene le viste dei macroelementi da costruire (Fig. 6); Figura 5 - Vista longitudinale d’impalcato su più appoggi. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 659 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo Figura 6 - Tavola generale. Figura 7 - Normalino di officina. Figura 8 - Piano di taglio. 660 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 • più tavole con la descrizione sia grafica che a distinta dei vari pezzi che costituiscono gli elementi (Fig. 7); • più tavole con il piano di utilizzo di ogni lamiera grezza che arriva in stabilimento (Fig. 8). In fase operativa è stata posta particolare attenzione allo stoccaggio delle lamiere, al fine di evitare accuratamente l’influenza degli effetti atmosferici e dell’inquinamento, la contaminazione ferrosa ed eventuali danni. Il materiale è stato quindi protetto, utilizzando supporti speciali (interposizione di materiale sintetico) e coperto con teli di plastica (Fig. 9). Durante la lavorazione, le lamiere sono state sollevate tramite ventose a vuoto (bilancini “pneumatici”) o tramite pinze con le ganasce rivestite di materiale sintetico adatto. Il reparto di lavorazione è stato isolato dalle altre attività sull’acciaio al carbonio e sono stati acquistati degli utensili specifici e puliti. In fase preliminare sono stati svolti dei pre-test al fine di individuare i corretti parametri di lavoro (Fig. 10) e stilare le specifiche di procedura di saldatura (WPS). I pre-test sono stati validati mediante controlli visivi, liquidi penetranti, radiografie e prova di piegatura per i pioli, secondo i criteri di esecuzione e accettabilità previsti dalle norme. A livello di laboratorio sono state svolte delle macrografie, la prova di durezza Vickers ed è stato determinato il contenuto di ferrite (Tab. I). Poiché l’iter di produzione dei provini in duplex doveva essere analogo a quello in acciaio al carbonio, è stata posta particolare attenzione nella fase di saldatura dei pezzi, inderogabilmente in automatico o in manuale, secondo quanto specificato per ogni tipologia di dettaglio nelle corrispondenti procedure di saldatura (WPS). Va da sé che impiegare un processo in manuale, in alternativa ad uno in automatico, o un procedimento differente da quello stabilito in fase di pretest, comporta un’erronea interpretazione dei risultati dei test sperimentali. Per avere un termine di confronto immediato, è stato utile riprodurre, utilizzando il duplex, le stesse tipologie di dettagli saldati in acciaio al carbonio, di cui era stata trovata ampia traccia in bibliografia, in modo da avere un confronto sia nelle operazioni di officina sia nelle successive indagini sperimentali. E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo Figura 9 - Stoccaggio e protezione delle lamiere con teli di plastica. I principali parametri di confronto per la saldatura sono stati l’intensità di corrente elettrica (Ampere), la differenza di potenziale (Volt) e la velocità (cm/min). L’apporto termico durante la preparazione dei provini è stato compreso nel campo da 0.5 a 2.5 kJ/mm, inferiore di circa il 30% rispetto all’acciaio al carbonio. Un confronto tra i parametri è riportato nella Tabella II per alcuni dettagli studiati. (a) (b) (c) (d) Una volta approvati i parametri di saldatura si è passati alla scrittura delle WPS definitive e quindi alla realizzazione dei provini su larga scala (Fig. 11). In totale sono stati prodotti circa 80 provini a piccola scala (prove di corrosione), 120 a media scala (prove di fatica), 40 a scala reale (prove di fatica) e 3 travette (prove di stabilità). Come accade usualmente a conclusione della produzione, i provini sono stati oggetto di controlli di Qualità; le imperfezioni metallurgiche o di tipo operativo non accettabili (difetti) sono state prontamente riparate. La realizzazione dei provini ha permesso d’investigare i problemi pratici che potrebbero verificarsi introducendo l’utilizzo dell’acciaio inossidabile austenoferritico nella costruzione di elementi strutturali per gli impalcati dei ponti, campo tradizionale dell’acciaio al carbonio. Figura 10 - Alcune viste dei pre-test. (a) saldatura testa a testa; (b) test liquidi penetranti; (c) prova piegatura piolo; (d) cordone di saldatura. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 661 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo TABELLA I - Dettagli saldati e risultati dei controlli di laboratorio effettuati. Dettagli saldati Controlli Proc. Sp (mm) 1 121 SAW 7 12 47.763.3 2 121 SAW 7÷12 12÷20 48.362.7 3 135 MAG 7÷12 12÷20 41.47 4 135 MAG + 121 SAW 12 43.47 5 135 MAG 12 46.70 6 121 SAW 30 44.00 7 78 SW 30 36.563.0 WPS Descrizione I risultati conseguiti a seguito della conclusione della fase di lavorazione sono stati i seguenti: • produzione di provini partendo da un quantitativo di 29 t di lamiere suddi- 662 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Macro vise negli spessori 12 mm, 20 mm, 24 mm e 30 mm; • comparazione tra tecniche di esecuzione e modalità operative nella saldatura con l’acciaio inossidabile duplex Durezza Vickers HV10 Contenuto ferrite (%) rispetto alle conoscenze consolidate relative all’acciaio al carbonio; • selezione del materiale di consumo più idoneo rispetto alla valutazione costi-benefici; E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo (a) (b) (c) (d) (e) (f) Figura 11 - Alcuni provini realizzati. (a) saldatura testa a testa; (b) saldatura piolo; (c) saldatura di canalette alla lastra ortotropa; (d) dettaglio saldatura arco sommerso; (e) saldatura dei traversi alla canaletta (per test locale); (f) saldatura di traverso alle canalette (per test globale). • acquisizione dei dati dal controllo di qualità, tramite test interni d’officina (visive test, penetration test, macro) e tramite analisi di laboratorio (analisi chimica, radiografia, numero di ferrite); • emissione delle specifiche di procedura di saldatura (WPS). I dati raccolti sono stati poi condensati per procedere, con i risultati delle successive sperimentazioni, all’analisi finale del costo del ciclo di vita, conside- rando ad esempio le tempistiche di lavorazione, i problemi di stoccaggio, taglio, parametri di saldatura e in generale lavorazione del duplex. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 663 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo TABELLA II - Confronto dei parametri di saldatura per alcuni dettagli. Dettaglio saldato Descrizione Parametri Rif. EN 1993-1-9 [6] Giunzione trasversale [Dettaglio 11 “Tabella 8.3: Saldature di testa trasversali”] Processo di saldatura: MAG + SAW Giunzione tra irrigidimento trapezoidale e lastra [Dettaglio 7 “Tabella 8.8: Lastra ortotropairrigidimenti chiusi”] Processo di saldatura: SAW Piolo a taglio su materiale base [Dettaglio 9 “Tabella 8.4: Connessioni saldate e irrigidimenti”] Processo di saldatura: SW Attacco longitudinale [Dettaglio 1 “Tabella 8.4: Connessioni saldate e irrigidimenti”] Processo di saldatura: MAG 4. Campagna sperimentale Per mezzo delle indagini bibliografiche sono state reperite preziose informazioni circa le modalità di sperimentazione e le attrezzature adottate al tempo per determinazione della vita a fatica dei dettagli saldati in acciaio al carbonio. Per completezza sono stati oggetto di valutazione anche i dati già disponibili in letteratura su campioni di acciaio inossidabile austenitico e austeno-ferritico; peraltro molte delle tipologie individuate non erano mai state testate in precedenza sugli inossidabili, quali, ad esempio, la saldatura del piolo e la giunzione di testa delle canalette con coppella. 664 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Risultati S355 S32205 corrente (A) 450 - 550 400 - 450 tensione (V) 24 - 28 24 - 28 velocità (cm/min) 44 - 63 46 - 58 corrente (A) 520 - 540 440 - 460 tensione (V) 27 - 29 25 velocità (cm/min) 35 - 55 55 corrente (A) 1650 1680 tensione (V) - - velocità (cm/min) 0.7 0.82 corrente (A) 330 - 350 230 - 270 tensione (V) 29 - 30 25 - 27 velocità (cm/min) 30 - 35 30 - 35 I test a fatica hanno quindi permesso di dare una prima valutazione statistica dei risultati di tipologie nuove e informazioni aggiuntive per quelle di cui si avevano già delle informazioni. Nel seguito si riportano i risultati dei test a fatica per due tipologie di campioni, scelte tra le altre perché non già sperimentate in altre precedenti campagne con gli acciai inossidabili e perché rappresentative della categoria provini a media e a grande scala. Figura 12 - Geometria del provino. E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo (a) (b) Figura 13 - Test a fatica per i pioli. (a) macchina di prova; (b) posizione della cricca. 4.1 Pioli a taglio su materiale base La categoria di dettaglio dei pioli saldati su piattini è, per l’acciaio al carbonio, la 80 (“Tabella 8.4: Connessioni saldate e irrigidimenti” della EN 1993-1-9 [6]). Sono stati utilizzati pioli di acciaio austenitico EN 1.4301 di diametro 19 mm saldati al centro di piattini di spessore 20 mm di acciaio austeno-ferritico (EN 1.4462) (Fig. 12). La cricca per fatica è iniziata sempre, per tutti e 15 i provini testati, al cordone di saldatura e si è propagata attraverso il piatto in direzione trasversale rispetto alla direzione di applicazione della forza (Fig. 13). Nella Figura 14 è riportata la sovrapposizione dei risultati ottenuti nella sperimentazione dei pioli rispetto alla curva di normativa riferita agli acciai al carbonio. L’incremento stimato è stato del 53%. 4.2 Giunzione saldata degli irrigidimenti trapezi con piattino di supporto Nella Figura 15 è riportata una tipologia di provino a media scala testato a fatica nell’ambito del progetto di ricerca. Si tratta di una piena penetrazione di testa eseguita con un piattino di supporto. La categoria di dettaglio è, per l’acciaio al carbonio, la 71 (“Tabella 8.8: Lastra ortotropa-irrigidimenti chiusi” della EN 1993-1-9 [6]). Il comportamento a fatica dei provini piccola scala è chiaramente differente ri- spetto a quello dei provini a media e a scala reale; per questo motivo per le tipologie più complesse sono stati elaborati dei modelli numerici per individuare le zone di maggiore criticità ai fini della sperimentazione, dove ci si aspettava l’enucleazione e successiva propagazione della cricca. Nel caso in oggetto, la cricca si è generata nel cordone di saldatura dell’irrigidimento a un apice della base inferiore e si è propagata attraverso la sezione sia nell’anima sia nella base inferiore della canaletta. Le tensioni nominali sono state valutate applicando la teoria delle travi di De log Δσ [N/mm2] A seguire si presentano i risultati dei test di stabilità di travette e altre sperimentazioni condotte. log N [-] Figura 14 - Risultati della sperimentazione. Saint Venant, ipotizzando uno schema di trave semplicemente appoggiata, assunzione confermata dai valori degli spostamenti verticali forniti dalle misurazioni degli “strain-gauges” posti nella sezione mediana. Figura 15 - Geometria del provino. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 665 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo La diffusione dei dati nella Figura 16 è dovuta alla complessità del provino, alla variabilità dei parametri di saldatura e geometrici. L’incremento stimato è stato del 45%. 4.3 Stabilità La verifica a stabilità è decisiva durante la fase di verifica progettuale di un impalcato di ponte, infatti le travi sono sezioni a doppio T con delle anime molto alte e sottili soggette a pressoflessione e carichi localizzati trasversali, il che si traduce in una snellezza λ elevata con pericolo d’imbozzamento. Per λ>100, al fine di evitare deformazioni eccessive, non reversibili al raggiungimento del cosiddetto limite elastico, è d’uso, piuttosto che incrementare il valore dello spessore, inserire degli irrigidimenti a sezione aperta (piatti) oppure a sezione chiusa (canalette) (Fig. 17). Inoltre, la ciclicità dei carichi da traffico veicolare, a parte i problemi legati alla fatica, può portare a un accumulo di deformazione plastica dovuta alla non linearità della curva σ-ε tipica degli inossidabili, per i quali non si osserva un valore preciso del passaggio da campo elastico a plastico [7]. Gli acciai inossidabili, infatti, sono caratterizzati, a differenza degli acciai al carbonio, da una tensione convenzionale a snervamento indicato con Rp0.2%. In letteratura si trovano poche informazioni su sperimentazioni circa la resistenza ultima a taglio di travi a sezione aperta in acciaio inossidabile e i criteri di progetto disponibili si riferiscono, come nel caso della fatica, a test di travi di acciaio al carbonio, sebbene vi siano, ad esempio, chiare differenti proprietà nel comportamento non lineare per quanto riguarda la spiccata anisotropia del duplex. (a) Figura 16 - Risultati della sperimentazione. La resistenza ultima al taglio di travi a sezione aperta con anima snella è data specialmente dalla cosiddetta resistenza post critica che si sviluppa una volta che la tensione di taglio nell’anima ha raggiunto la tensione critica elastica d’instabilità per taglio. Tutti i modelli sviluppati per la valutazione della resistenza ultima a taglio delle travi sono basati sull’ipotesi che essa sia costituita da due contributi principali: • il contributo dell’anima, cioè la resistenza di stabilità critica elastica a taglio dell’anima; • il contributo della piattabanda che riflette il fatto che una volta che l’anima sbanda fuori dal proprio piano, l’anima è ancora in grado di resistere per mezzo di bande di trazione che si sviluppano formando una reticolare tra piattabande e irrigidimenti verticali. I modelli descritti sono stati calibrati con una serie di risultati sperimentali ottenuti da test su provini di acciaio al car- bonio. La resistenza ultima a taglio di una trave snella a I (irrigidita trasversalmente o non irrigidita) può eccedere significativamente il carico critico elastico a taglio dell’anima per una percentuale che dipende sia dalla snellezza sia dalla rigidezza delle piattabande. Nell’ambito del progetto di ricerca sono state prese in considerazione una serie di travi sottoposte a carico localizzato a taglio. I risultati della sperimentazione a stabilità hanno evidenziato come l’attuale normativa europea relativa agli acciai inossidabili [5] sia eccessivamente cautelativa nei coefficienti di verifica rispetto all’applicazione a travi in inossidabile relativa agli acciai al carbonio [8]. 4.4 Test di CTOD Tra i vari altri test effettuati è da menzionare quello di CTOD. Questa prova è di particolare importanza perché direttamente collegata alla scelta del materiale in fase preliminare. Infatti, al momento della scelta del grado di acciaio da utilizzare nella realizzazione di un’opera, va considerata la possibilità che sussista il pericolo di frattura fragile degli elementi. La premessa all’Allegato C dell’Eurocodice 3 parte 2 [9] recita: “Si dovrebbe scegliere per ogni elemento un acciaio di classe opportuna in (b) Figura 17 - Conci di travi di ponte con irrigidimenti. (a) irrigidimenti a sezione aperta; (b) irrigidimenti a sezione chiusa. 666 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo TABELLA III - Spessori limite in giunzioni saldate per parti in trazione. Grado T = 0° -10° C -20° C -30° C -40° C -50° C Spessore limite (mm) S355J0 80 65 55 45 40 30 S355J2G3 S355K2G3 110 90 80 65 55 45 130 110 90 80 65 55 modo da ottenere affidabilità sufficiente nei riguardi del collasso per rottura fragile, portando in conto i seguenti fattori: • classe di resistenza dell’acciaio; • qualità di tenacità dell’acciaio; • forma degli elementi; • spessore degli elementi; • ipotesi appropriate sulle imperfezioni da cricche; • minima temperatura di esercizio; • velocità di deformazione”. Per l’acciaio al carbonio d’impiego strutturale, il campo di temperatura di lavoro degli elementi piani arriva fino a –50°C (Tab. III). È evidente come la tabella non sia adeguata per una chiara impostazione della problematica e di uso solo in parte conservativo. L’approccio con le metodologie della Meccanica della Frattura è attualmente quello più corretto per la valutazione della propagazione delle cricche e problemi di frattura fragile. L’Eurocodice 3 parte 1-10 [10] riprende la parte 2 [9] e propone una tabella nella quale compare anche la tensione di esercizio presunta durante la vita di servizio del dettaglio (ulteriori confronti e considerazioni sono riportate in [11]). I test di CTOD sono stati condotti in accordo con le British Standard BS7448 e l’ASTM E1820-99a su lamiere di spessore 30 mm a 0°C e –30°C. La preparazione del cianfrino per la sal- Figura 18 - Provino per il test di CTOD. datura è stata a K (Fig. 18). Il processo di saldatura è stato il SAW con OK Flux 10.93 come flusso e OK Autrod 16.86 come materiale di apporto. L’apporto termico è stato tra 1 e 1.6 kJ/mm. L’intaglio per alcuni provini si è verificato nella zona termicamente alterata, per altri nella zona fusa. Il grado di duplex testato si è presentato duttile a –30°C con un alto livello di tenacità (320 J). I valori di CTOD del metallo fuso sono minori di quelli del metallo base e della zona termicamente alterata; questi ultimi si sono presentati piuttosto simili. 4.5 Durabilità Rispetto all’aggressività dei vari ambienti nei quali può trovarsi a svolgere la propria vita di servizio un impalcato da ponte, l’EN ISO 12500 classifica cinque differenti livelli, da C1 a C5, in base alla diminuzione di massa e spessore di campioni standard dopo un anno di esposizione. L’ambiente classificato C5 comprende siti marini con presenza di agenti inqui- nanti aggressivi, quali sono quelli dove sono collocati ad esempio molti ponti sospesi in Giappone, Hong Kong, ecc. La percentuale di corrosione dell’acciaio al carbonio nei siti C5 è molto rilevante e prevista da 80 µm/anno a 200 µm/anno. Come conseguenza, per preservare la struttura sono previste nel tempo costose misure di manutenzione, principalmente verniciatura delle parti esterne e interne con una continua deumidificazione dei volumi chiusi, tenendo presente che un’umidità relativa minore del 40% fa sì che la corrosione sia in pratica assente. Premesso che tutti i cicli di verniciatura prevedono sabbiatura Sa 2½, tramite la quale sono rimosse scaglie di laminazione, ruggine e materiali estranei, nella Tabella IV è riportato un esempio di ciclo di verniciatura. I gradi di acciaio inossidabile già oggetto di sperimentazione a resistenza alla corrosione (ad esempio gli austenitici EN 1.4301 e EN 1.4404) hanno mostrato che la velocità di corrosione è molto bassa ma comunque sussiste la possibilità di attacco per “pitting” in presenza di cloruri in ambiente marino. I provini in duplex EN 1.4462 (UNS S32205), esposti per la durata di un anno TABELLA IV - Cicli di verniciatura per superfici, categoria di corrosione C5. Preparazione superficie Ciclo di verniciatura (Durata Alta) Ciclo di verniciatura (Durata Media) Sabbiatura Sa 2½, (ISO 850-1 : 1988) 1ª mano Zincante inorganico 80 µm 2ª mano Intermedio epossidico catalizzato 20% 80 µm 3ª mano Intermedio epossidico catalizzato 20% 80 µm 4ª mano Smalto Retron Acrilico catalizzato 20% 50 µm 1ª mano Fondo zincante epossidico catalizzato 10% 80 µm 2ª mano Intermedio epossidico catalizzato 20% 100 µm 3ª mano Smalto Retron Acrilico catalizzato 20% 60 µm Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 667 E. Maiorana - Ponti in duplex: risultati di un progetto di ricerca europeo in siti soggetti ad atmosfera marina (sito di Brest, costa atlantica francese), a elevato smog (sito di Roma) e a inquinamento congiunto con il salino (sito di Genova), senza l’applicazione di protezioni particolari, hanno mostrato delle eccellenti prestazioni alla resistenza alla corrosione. In ambiente C5, quindi, il duplex può essere considerato la scelta migliore anche perché l’elevata resistenza alla corrosione è accompagnata da una grande resistenza meccanica. Ringraziamenti Si ringrazia la Commissione Europea per il supporto finanziario (contratto RFS-CR-04040 [12]) e i rappresentanti Bibliografia [1] Buzzichelli G., Maiorana E., Scasso M.: «Gli acciai inossidabili austeno-ferritici: considerazioni sull’impiego nella costruzione di impalcati da ponte», Rivista Italiana della Saldatura, IIS, n. 4-2004. [2] Zilli G., Fattorini F., Maiorana E.: «Application of duplex stainless steel for welded bridge construction in aggressive environment», Duplex 2007 Int. Conf. & Expo, AIM, Grado - Italy. [3] Fanica A., Maiorana E.: «UNS S32205 for bridge construction: an experience of application», Duplex 2007 Int. Conf. & Expo, AIM, Grado - Italy. [4] Feldmann M., Hechler O., Maquoi R., Zilli G.: «Fatigue of welded details made of duplex stainless steel», Duplex 2007 Int. Conf. & Expo, AIM, Grado - Italy. [5] UNI ENV 1993-1-4: 1999 - Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio. Parte 1-4: Regole generali - Criteri supplementari per acciai inossidabili. [6] UNI EN 1993-1-9: 2005 - Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio. Parte 1-9: Fatica. [7] Johansson B., Olsson A.: «Current design practice and research on stainless steel structures in Sweden», Journal of Constructional Steel Research 54, pp. 3-29, 2000. [8] UNI ENV 1993-1-5: 2001 - Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio. Parte 1-5: Regole generali - Regole supplementari per lastre ortotrope in assenza di carichi trasversali. [9] UNI ENV 1993-2: 2002 - Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio. Parte 2: Ponti di acciaio. 5. Conclusioni Dall’esperienza acquisita si è visto che l’utilizzo dell’austeno-ferritico S32205 nella costruzione di ponti non presenta particolari problemi, eccetto porre la dovuta attenzione a rispettare alcune regole nel maneggiare e stoccare il materiale (prima di tutto evitando la contaminazione ferrosa e danni accidentali). Non vi sono difficoltà specifiche sia nella saldatura manuale sia nei processi automatici purché tali attività siano condotte da personale adeguatamente addestrato. Come per l’acciaio al carbonio, anche per il duplex il saldatore deve essere qualificato e procedere secondo WPS. Riguardo alla produttività in officina, il costo del duplex può essere quantificato in circa il 25% in più perché, sebbene la velocità di produzione (saldatura) sia il 20% maggiore rispetto a quella con gli acciai al carbonio, va considerato almeno un 35% d’incremento generale dei costi (taglio, specializzazione della manodopera). La produttività in cantiere è valutata con un 30% in più sempre per il duplex. Si ottiene in definitiva un valore di circa il 30% d’incremento dei costi a sfavore dell’austeno-ferritico. Nonostante la valutazione economica (dipendente dal tasso di attualizzazione dei costi) risenta della fluttuazione piuttosto instabile del costo delle materie prime, da cui l’aggiornamento quotidiano del prezzo di mercato da parte del produttore, l’impiego degli austeno-ferritici potrebbe essere competitivo con gli acciai al carbonio per opere a lunga durata in ambienti molto aggressivi, da valutarsi caso per caso. 668 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 dei partner coinvolti nel progetto di ricerca: il Centro Sviluppo Materiali (CSM) di Roma, INDUSTEEL di Le Creusot, l’Università di Aachen (RWTH) e l’Università di Liegi. [10] UNI EN 1993-1-10: 2005 - Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio. Parte 1-10: Resilienza del materiale e proprietà attraverso lo spessore. [11] Maiorana E. et al.: «Applicazioni della meccanica della frattura al progetto di ponti», XX Congresso del CTA, ACS Acai Servizi, pp.113-120, Ischia, 2005. [12] Fattorini F., Zilli G., Maiorana E., Peultier J., Fanica A., Hechler O., Rauert T., Maquoi R.: «Application of duplex stainless steel for welded bridge construction in aggressive environment (Bridgeplex) RFS-CR-04040», Final Tech. rep., Research Programme of the Research Fund for Coal and Steel. Technical Group TGS 8, 2008. Emanuele MAIORANA, laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Padova nel 2001. Dottore di Ricerca in Meccanica delle Strutture presso l’Università di Bologna nel 2007. Già Project Engineer nella Divisione Ingegneria di OMBA Impianti & Engineering S.p.A. dal 2002, attualmente Responsabile della Sicurezza dell’azienda. Socio del Collegio dei Tecnici dell’Acciaio e delegato al consiglio direttivo italiano dell’International Association for Bridge and Structural Engineering. 79&*362-896%RIPPEGMXXkHIPPEQIGGERMGEWTIGMEPM^^EXE:MZMPEERGLIXY 2IPP«EQFMXSHM ¨4EVXIGMTE E 7YFJSVRMXYVE IH IRXVE HE TVSXEKSRMWXE HIPPE GMXXk HIPPI PEZSVE^MSRM GSRXS XIV^M 0«MRRSZEXMZE SVKERM^^E^MSRI MR ZMEPM I TME^^I XIQEXMGLI I P«MRWIVMQIRXS HIPPI MWSPI HM PEZSVE^MSRI XM KEVERXMWGSRS QEWWMQE ZMWMFMPMXkIJEGMPMXkHMGSRXEXXSGSRMZMWMXEXSVM)KVE^MIEPPEWMRIVKMEXVEMHMZIVWMWEPSRMHIHMGEXMEPP«MRHYWXVMEQERMJEXXYVMIVE TSXVEM MRGSRXVEVI STIVEXSVM UYEPM´GEXM EPPE VMGIVGE HM RYSZM TEVXRIV I HM RYSZI WSPY^MSRM TIV MP PSVS FYWMRIWW© Subfornitura HEXMIH 7YFJSVRMXYVE¦QEV^S*MIVIHM4EVQE MECSPE 6MGLMIHMPEQSHYPMWXMGEH«MWGVM^MSRIGSRXEXXERHSGMEPRYQIVSSTTYVIMRZMERHSEPRYQIVSHMJE\MPWIKYIRXIGSYTSR :SVVIMVMGIZIVIPEHSGYQIRXE^MSRITIVIWTSVVIE7YFJSVRMXYVE 2SXEMRJSVQEXMZEEVX(0KW7)2%*XMXSPEVIHIPXVEXXEQIRXSZME)VMXVIE%1MPERSKEVERXMWGIGLIMHEXMHE:SMJSVRMXIGMEXXVEZIVWSPEGSQTMPE^MSRIHIMGEQTMWSTVEVMTSVXEXMZIVVERRSGSQYRMGEXMEWSGMIXkHERSMMRGEVMGEXIIWIVZMVERRSIWGPYWMZEQIRXITIV´RMWXEXMWXMGMITVSQS^MSREPMTIV PIQERMJIWXE^MSRMSVKERM^^EXIHE7IREJWVP7MIXIWXEXMGSRXEXXEXMTIVGLrM:SWXVMHEXMWSRSTVIWIRXMWYFERGLIHEXMTYFFPMGLIIHIP+VYTTS8IGRMGLI2YSZIMRGYMZMrERGLI7)2%*WVP0«IPIRGSEKKMSVREXSHIMVIWTSRWEFMPMrHMWTSRMFMPITVIWWS7)2%*WVP-HEXMWEVERRSXVEXXEXMQERYEPQIRXIIHIPIXXVSRMGEQIRXI 0«MRXIVIWWEXSGSRPEGSQTMPE^MSRIIP«MRZMSHIPGSYTSRIWTVMQIMPGSRWIRWSEPXVEXXEQIRXSMRHMGEXS-RSPXVIMVMJIVMQIRXMEREKVE´GMHEXMTIVWSREPMMRXIWMGSQIVMJIVMQIRXMEREKVE´GMIHEXMTIVWSREPMWIRWMFMPMMRXIWMGSQIJSXSSMQQEKMRMVMTVIWIHYVERXIPSWZSPKMQIRXSHIPP«IZIRXSHEZSMJSVRMXMGMTSXVERRSIWWIVI TYFFPMGEXMISMRWIVMXMEPP«MRXIVRSHIPRSWXVSWMXSMRXIVRIX-PGSRJIVMQIRXSHIMHEXMrSFFPMKEXSVMSTIVUYERXSVMGLMIWXSHEKPMSFFPMKLMPIKEPMIGSRXVEXXYEPMIP«IZIRXYEPIVM´YXSEJSVRMVPMSEPWYGGIWWMZSXVEXXEQIRXSTSXVkHIXIVQMREVIP«MQTSWWMFMPMXkHIPPEWGVMZIRXIEHEVGSVWSEMVETTSVXMGSRXVEXXYEPMQIHIWMQM-RSPXVI P«MRXIVIWWEXSWMMQTIKREEGSQYRMGEVIPIIZIRXYEPMZEVME^MSRMHMXEPMHEXM:MVMGSVHMEQSGLITSXVIXISTTSV:MMRSKRMQSQIRXSEPXVEXXEQIRXSMRSKKIXXSRSRGLqIWIVGMXEVIXYXXMMHMVMXXMHMGYMEPP«EVXHIP(0KWHMEGGIWWSVIXXM´GEEKKMSVREQIRXSIGERGIPPE^MSRIGSQYRMGERHSPS%7)2%*WVP*%< 4IVMRJS7IREJ1IWXMIVI*MIVIXIPWYFJSVRMXYVE$WIREJMX[[[QIGWTIGSQ Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa C.M. Rizzo * M. Codda ** Sommario / Summary Gli approcci locali per la determinazione della resistenza a fatica di giunti saldati sono ormai comunemente utilizzati nella pratica ingegneristica e le normative ne descrivono il campo di applicazione e guidano il progettista nell’esecuzione dei calcoli con metodi numerici ormai largamente diffusi. Lo scopo di questo lavoro è verificare l’applicazione del metodo della tensione strutturale (structural stress approach) ad un giunto saldato utilizzato nella costruzione e nella riparazione navale di geometria particolarmente complessa. Il dettaglio è composto da una saldatura testa a testa tra due profilati a bulbo, rinforzata da un piatto (contropezza) saldato sopra i due profili cianfrinati ma senza saldatura tra le teste dei bulbi. Lo studio è stato svolto seguendo le linee guida del metodo suggerite dall’International Institute of Welding (IIW) ed inoltre è stato applicato il metodo alternativo proposto da Xiao e Yamada nel 2004. Prove di fatica e di collasso su modelli in grande scala, eseguite presso il Laboratorio Strutture Navali del DINAV sui suddetti giunti, hanno consentito un confronto a posteriori: infatti le analisi numeriche sono state svolte senza conoscere i risultati sperimentali. I vari calcoli, eseguiti in accordo alla normativa ma utilizzando differenti interpretazioni, hanno mostrato una significativa dispersione di risultati, evidenziando che, nel caso di geometrie particolarmente complesse, questo tipo di approccio non è di facile applicazione e le linee guida dell’IIW non forniscono un metodo univoco per la determinazione della resistenza a fatica del giunto. Tuttavia, utilizzando, fra le metodologie proposte, quelle che meglio si sposano con i criteri generali di buona modellazione FEM e considerando altri effetti sicuramente presenti nella carpenteria pesante quali i disallineamenti fra i profilati, si possono ottenere stime della vita a fatica del giunto in sostanziale accordo con i risultati sperimentali. Local approaches are nowadays a common engineering Dipartimento di Ingegneria Navale e Tecnologie Marine Università di Genova. ** CETENA S.p.A. - Genova. practice for the evaluation of the fatigue strength of welded joints and regulations describe their application, addressing designers' calculations carried out by means of widely applied numerical simulations. The aim of this work is to apply the structural stress approach to a welded joint used in shipbuilding and in ship repairs and to verify the applicability of such method to a rather complex geometry. The structural detail is a butt joint between HP (bulb) stiffeners, strengthened by a flat patch welded onto the top of the HP profiles; the bulbs are beveled but not welded. The study has been carried out following the guidelines suggested by the International Institute of Welding (IIW). Moreover, the alternative method proposed by Xiao e Yamada in 2004 has been applied. Large scale fatigue tests of the captioned joint carried out in the Ship Structures laboratory of DINAV allowed a subsequent comparison: it is worth noting that the numerical analyses were conducted without knowing the tests results. The calculations, carried out according to the standards but with different approaches and interpretations, showed a significant dispersion of the results. However, it was possible to highlight that, especially for complex geometries, such kind of local approaches is not easy to implement and that the guidelines of IIW do not give a definite method for the estimate of the fatigue strength of the joint. However, selecting among the proposed procedures the ones that better match the good practice of the finite element analysis and considering the effects of misalignments and irregularities of the typical shipbuilding practice, estimates of the fatigue strength in substantial agreement with the experimental results can be obtained. Keywords: Design; fatigue life; fatigue strength; fatigue tests; finite element analysis; mathematical models; prediction; shipbuilding; ships; stress analysis; welded joints. * Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 673 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa stica dei dettagli più tipici anche i valori dei fattori Total stress di concentrazione delle tensioni riStructural stress spetto al valore della tensione nominale che può essere valutata con semplici modelli strutturali quali quello della trave inflessa. In casi non annoveFigura 1 - Tensione strutturale (structural rati nei regolastress) e tensione di picco non lineare (notch stress) al piede del cordone (da rif. [2]). menti e per i quali sia necessaria la verifica della vita a fatica sono richiesti calcoli “ad hoc” per la determinazione di strutturale, unica per il metodo della tentale fattore di concentrazione delle tensione di intaglio poiché tutti gli effetti sioni. locali, inclusi quelli del cordone di salDiverse metodologie sono state proposte datura, sono considerati nel calcolo della per il calcolo della tensione strutturale: tensione stessa. quelle di uso più frequente sono riporL’utilizzo del metodo della tensione tate nel documento dell’Istituto Internastrutturale è particolarmente conveniente zionale della Saldatura (IIW) doc. XIIIin sede di progetto, in quanto svincola il 1819-00 / XV-1090-01 (rif. [2]) e riprese progettista dalla conoscenza della geodalla Raccomandazione n. 56 dell’Assometria reale e della conseguente difettociazione Internazionale delle Società di sità del cordone di saldatura, che sono Classificazione navale (IACS, assorbiti implicitamente nella distribuwww.iacs.org.uk); altre, proposte da zione statistica delle curve S-N. diversi studiosi, sono disponibili in letteUn’interessante e completa recensione ratura. I rif. [3] e [4] presentano le vadei metodi per la stima della vita a fatica rianti del metodo di calcolo proposte di giunti saldati è riportata in rif. [1]. fino al 2006 comparando anche i risultati I regolamenti per la costruzione delle numerici di tre diversi dettagli strutturali navi delle società di classificazione, oltre ognuno. Il rif. [5] sembra il metodo di ai tradizionali diagrammi che riportano calcolo più promettente insieme a quelli la resistenza a fatica in funzione della descritti dall’IIW. tensione nominale per i dettagli struttuSi deve notare come, allo stato attuale, i rali di uso più comune, hanno recentedocumenti citati costituiscono delle mente introdotto il cosiddetto approccio linee guida piuttosto che delle normative della tensione strutturale (structural consolidate e necessitano di un’applicastress approach), fornendo per la casiNonlinear stress peak 1. Introduzione Gli approcci locali sono ormai di frequente utilizzo nella stima della resistenza a fatica di giunti saldati di varia geometria. Tali metodi suppongono che la vita a fatica del dettaglio strutturale dipenda dall’ampiezza di tensione (o della deformazione) agente nel punto dove si inizia a propagare la cricca, che deve essere noto a priori. Il valore della tensione (o della deformazione) è valutato con tecniche numeriche agli elementi finiti e generalmente si trova in un punto di singolarità della mesh di calcolo oppure in una zona di forte concentrazione delle tensioni che rende il calcolo dipendente dalle dimensioni e dalla formulazione degli elementi utilizzati. Nella Figura 1 è riportato l’andamento tipico della tensione al piede del cordone di saldatura: in funzione del valore di tensione considerato, i metodi locali possono distinguersi in “structural stress approach” e “notch stress approach”. La tensione strutturale è legata alla geometria globale del dettaglio, mentre il picco non lineare di tensione nell’intaglio (notch) è dovuto alla geometria locale e all’irregolarità del cordone. Le curve S-N saranno quindi legate al tipo di approccio utilizzato: diverse in funzione del tipo e della qualità della saldatura utilizzando il metodo della tensione Figura 2 - Giunto con contropezza, lato anima del profilato e lato cianfrino sulla testa dei profilati a bulbo. 674 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa zione ragionata, specialmente per i casi Dett. 1 più complessi. Il presente lavoro si propone di applicare Dett. 1 alcuni metodi dispoPosizione estensimetri nibili per il calcolo dal piede del cordone Dett. 1 della tensione strutturale ad un dettaglio di impiego navale di Dett. 1 geometria particolarmente complessa con il fine di verificare l’applicabilità e l’affidabilità di tali metodi per la stima della tensione strutFigura 3 - Dettaglio del giunto e sue dimensioni e disegno del pannello nervato per prove sperimentali. turale e quindi della • la scelta della curva S-N per valutare in cui si possa stabilire che la potenziale resistenza a fatica del giunto. la vita a fatica. cricca abbia inizio dal piede della saldaDi tale dettaglio sono disponibili alcune Per quanto riguarda l’analisi ad elementi tura (e non dalla radice del cordone). prove di collasso e fatica in grande scala, finiti, il risultato dipende fortemente dal Al fine di poter applicare la normativa è eseguite presso il Laboratorio Strutture tipo di elemento e dalla dimensione quindi necessaria una stima a priori del Navali del DINAV, con le quali compapunto di propagazione della cricca. La della mesh che si adotta. Di conseguenza rare i risultati ottenuti. Gli esiti di tali nasce la necessità di definire una precisa procedura per la determinazione della prove tuttavia non erano noti durante la posizione dei nodi della mesh e di fissare tensione strutturale adotta la tecnica di fase di esecuzione dei calcoli, contrispecifici criteri di estrapolazione. estrapolazione della tensione sulla subuendo così a rendere lo studio analogo Si distinguono due tipi di dettaglio, corperficie della struttura in prossimità del ad un caso di reale applicazione delle rispondenti alle possibili posizioni dei punto di innesco della cricca, valutando linee guida da parte di un progettista. punti di innesco della cricca (hot spot), la tensione nei nodi di una mesh di elecome mostrato nella Figura 4. menti finiti di tipo e dimensioni oppor2. Descrizione del giunto saldato Il rif. [2] suggerisce differenti opzioni tune. Si deve notare come, in questo apper la mesh di calcolo di entrambe le tiproccio, la dimensione degli elementi Il giunto oggetto del presente studio è pologie di hot spot, con l’utilizzo sia di della mesh è relativamente elevata e che realizzato di testa tra due profilati a elementi piani (shell con 8 nodi) che di pertanto il punto di innesco della cricca bulbo HP 120x7 comunemente utilizzati elementi solidi esaedrici (con 20 nodi), costituisce un punto di singolarità a nella costruzione navale per rinforzare i come sintetizzato dalla Tabella I in cui t causa dell’intaglio con raggio di racfasciami dello scafo. Spesso, specialindica lo spessore della lamiera, w la larcordo nullo (Fig. 5). mente nelle riparazioni, si saldano le ghezza della superficie di collegamento La procedura per la stima della vita a estremità opportunamente cianfrinate di ovvero t+2a con a = lato cordone saldafatica del dettaglio si può suddividere in due profilati senza saldare effettivamente tura. Si noti che per l’analisi sono considue fasi: • l’analisi strutturale ad elementi finiti le teste dei profili ma solo le anime come gliati elementi di ordine superiore riper ottenere la tensione strutturale mostrato nelle Figure 2 e 3. La controspetto agli elementi comunemente mediante estrapolazione; pezza sovrapposta alle teste dei profili riutilizzati per calcoli strutturali generici. pristina la resistenza a flessione della trave ma genera due forti discontinuità Hot Spot Tipo A: cricca che si propaga geometriche alle sue estremità, influensulla faccia della lamiera. Hot Spot Tipo B: cricca che si propaga zando così la vita a fatica del dettaglio. sul bordo della lamiera. 3. Applicazione dei metodi proposti dall’IIW L’IIW fornisce diverse modalità per il calcolo della tensione strutturale in funzione del tipo di giunto saldato e del tipo di carico applicato. Si noti che il rif. [2] prevede esplicitamente l’applicazione del metodo ai giunti saldati solo nel caso Figura 4 - Tipologie di hot spot definiti da rif. [2]. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 675 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa TABELLA I - Mesh di calcolo previste dal rif. [2]. Mesh Rada Mesh Fine Tipi di modello Dimensione elementi Punti di estrapolazione Tipo A Tipo B Tipo A Tipo B Shells t x t, max t x w/2 10 x 10 mm ≤ 0.4 t x t o 0.4 txw/2 ≤ 4 x 4 mm Solidi t x t, max t x w 10 x 10 mm ≤ 0.4 t x t o 0.4 txw/2 ≤ 4 x 4 mm Shells 0.5x t, 1.5 t (metà lato) 5/15 mm (metà lato) 0.4 t /1 t (ai vertici) 4 / 8/ 12 mm (ai vertici) Solidi 0.5x t, 1.5 t (metà lato) 5/15 mm (metà lato) 0.4 t /1 t (ai vertici) 4 / 8/ 12 mm (ai vertici) Ad eccezione degli hot spot di tipo B aventi mesh fine e di quelli di tipo A in presenza di forti gradienti di tensione per i quali si richiede una estrapolazione parabolica, le estrapolazioni sono in generale di tipo lineare e valutano la tensione nel punto dove si innesca la cricca in funzione della tensione in due (o tre) punti prossimi all’hot spot sulla superficie o sul bordo della lamiera come nella Figura 5. Il rif. [2] non esclude l’utilizzo di elementi shell a 4 nodi ed elementi volumetrici a 8 nodi, anche se questo implica in alcuni casi dimensioni degli elementi opportunamente modificate rispetto a quanto riportato nella Tabella I per soddisfare i requisiti dei punti di estrapolazione. L’elemento tetraedrico non è consigliato ma, in questo studio, un’analisi Relatively coarse mesh (fixed element sizes) Relatively fine mesh (as shown or finer) σ σ σ d 5 mm 4 mm 0.4 t σ Hot-spot type b) t Hot-spot type a) b c contropezza come elemento di trasmissione delle sollecitazioni di flessione (Fig. 6). Tali curve devono eventualmente essere corrette per spessori superiori ai 25 mm e per i disallineamenti tra gli elementi strutturali. Come verrà osservato in seguito, la localizzazione del punto di hot spot sul dettaglio in esame non consente un’univoca determinazione della sua appartenenza ad una delle tipologie previste dal rif. [2], essendo tale ambiguità avvalorata dai pareri discordanti ottenuti da vari analisti FEM interrogati in merito. Pertanto, per quanto possibile, si è studiata la resistenza a fatica del dettaglio adottando tutti gli approcci suggeriti, sia di tipo A che di tipo B. Nella Tabella II sono riassunti i casi analizzati nel pre- t a con tali elementi è stata effettuata ugualmente poiché in generale gli algoritmi di meshatura automatica sono più efficienti e veloci con questo tipo di elemento. La scelta della curva S-N secondo il rif. [2] dipende dal tipo di giunto e saldatura, dalle condizioni di sollecitazione cui è sottoposto il cordone (“load-carrying” oppure “non load carrying” weld) e per strutture saldate costruite con elementi laminati può essere una FAT 100 oppure una FAT 90 (resistenza a fatica a 2x10 6 cicli rispettivamente pari a Δσ HS =100 MPa e Δσ HS =90 MPa), aventi rispettivamente limite di fatica a 74 MPa e 66 MPa in corrispondenza di 5x10 6 cicli per ampiezza di sollecitazione costante. Nel caso considerato la scelta della curva S-N è essenzialmente legata al fatto di considerare o meno la 8 mm 0.5 t 1.0 t 15 mm 12 mm 1.5 t Figura 5 - Punti di estrapolazione previsti dal rif. [2]. Cover plate ends and similar joints FAT 100 Figura 6 - Scelta delle curve S-N secondo il rif. [2]. 676 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Lap joint with load-carrying fillet welds FAT 90 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa TABELLA II - Modelli di calcolo IIW analizzati. Tipo di Modello Tipo A Elemento Mesh fine Esaedri 20 nodi X Tetraedri 10 nodi Shell 8 nodi X sente lavoro fra quelli suggeriti dall’IIW. La mancanza di alcuni casi dipende dal fatto che la mesh proposta non può essere adattata alla geometria del dettaglio in esame. Inoltre, per ogni caso di modellazione con elementi piani (shell) riportato nella Tabella II, sono state effettuate diverse estrapolazioni legate a diversi gradi di approssimazione nella modellazione della saldatura. Per il modello ad elementi esaedrici di tipo A oltre all’estrapolazione lineare è stata valutata la tensione di hot spot anche con estrapolazione quadratica. Si noti come anche la definizione dei parametri geometrici della mesh non sia del tutto agevole poiché lo spessore della piattabanda non è univocamente definito nel caso in esame, trattandosi di un profilato a bulbo asimmetrico avente spessore variabile. Come si vedrà nel seguito, anche l’asimmetria del profilato genera qualche ambiguità nella determinazione della tensione strutturale. Le Figure 7 e 8 mostrano la geometria del dettaglio esaminato. Si noti come le prove sperimentali, di cui si tratterà in seguito, siano state eseguite su strutture saldate tipiche della cantieristica navale Figura 7 - Particolare del dettaglio provato in laboratorio. Tipo B Mesh rada Ambiente Software Mesh fine Mesh rada X X Ansys X Ansys X Nastran che quindi sono affette dalla normale difettosità della carpenteria pesante. Nei modelli ad elementi finiti, rappresentanti il dettaglio in esame, non sono stati considerati difetti macroscopici di saldatura, sono stati trascurati gli effetti termici, non sono presenti né disallineamenti strutturali né possibili differenze tra materiale base e materiale d’apporto del cordone o zona termicamente alterata. Il materiale utilizzato nella modellazione presenta un comportamento perfettamente elastico, come prescritto dalla guida IIW (rif. [2]). Per ognuno dei modelli esaminati la Figura 9 presenta il dettaglio del modello ad elementi finiti utilizzato nel calcolo. I modelli sono stati caricati a flessione in analogia alle prove sperimentali che hanno interessato pannelli rinforzati posti in flessione a tre punti in cui il giunto era posto a metà della campata (Figg. 3 e 13). È stato modellato un profilato con relativa striscia associata di lamiera pari all’intervallo fra i profili di cui è stata considerata solo metà della campata per simmetria. Per i modelli ad elementi piani il profilato a bulbo è stato schematizzato come un rinforzo equivalente ad L avente il medesimo momento di inerzia flessionale. Le tensioni sono state valutate sulla effettiva superficie della testa del rinforzo e la contropezza è stata modellata sovrapponendo opportunamente gli elementi che la rappresentano su quelli della piattabanda del rinforzo. Alcune considerazioni sulle mesh ad elementi solidi possono essere formulate a partire dall’analisi dei modelli mostrati nella Figura 9: la scelta dei punti di estrapolazione, posti a distanze proporzionali allo spessore della lamiera su cui si trova l’hot spot nei modelli di tipo A, porta ad elementi piuttosto allungati nel caso di mesh fine, mentre la mesh rada risulta incompatibile con la geometria del dettaglio. Ciò è legato al fatto che lo “spessore equivalente” della testa del bulbo assume un valore relativamente elevato, potendo la stessa testa del bulbo essere assimilata ad una lamiera piuttosto tozza. Analogamente, il modello di tipo B con mesh rada consente la rappresentazione della geometria del dettaglio ma presenta le linee nodali su cui avviene l’estrapolazione dell’hot spot ai limiti laterali del cordone di saldatura. Figura 8 - Geometria del dettaglio nei modelli FEM solidi. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 677 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa Modello solido tipo A, mesh fine estrapolazione lineare Modello solido tipo A, mesh fine estrapolazione quadratica Modello solido tipo B, mesh rada Modello solido tipo B, mesh fine Figura 9 - Modelli FEM utilizzati come da suggerimenti IIW. (segue) Senza dubbio, dal punto di vista dei canoni di buona meshatura, il modello di tipo B con mesh fine risulta il più soddisfacente, con elementi di fronte al cordone di saldatura con rapporto di forma pressoché pari all’unità. Osservazioni simili valgono anche per i modelli a shell, con i quali le sole mesh di tipo fine sono possibili o comunque palesemente consigliabili anche solo dal punto di vista della qualità della mesh. Interessante notare come in questi modelli siano state utilizzate due varianti, la prima senza alcuna rappresentazione del cordone di saldatura, la seconda con cordone di saldatura schematizzato con una fila di elementi a spessore maggiorato; entrambe le metodologie sono previste dall’IIW, con estrapolazione della tensione di hot spot 678 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 sia al piede della contropezza che del cordone di saldatura nel primo caso e solo al piede del cordone nel secondo. A proposito invece della asimmetria del giunto, è possibile osservare da tutti i modelli come vi sia un lieve gradiente delle tensioni longitudinali man mano che ci si sposta in direzione trasversale verso l’anima del bulbo; tale comportamento, appena accennato nei modelli solidi, è ben più evidente nei modelli a shell che, per il loro stesso maggior livello di astrazione, esasperano l’asimmetria del giunto. Determinazione della tensione nominale Al fine di stimare i fattori di concentrazione delle tensioni K G, di cui si riportano i risultati nei paragrafi successivi raggruppati per tutti i casi analizzati, è stato necessario definire e valutare la tensione nominale Δσ nom agente sulla testa del profilato a bulbo. Nel caso di una semplice prova di trazione, il valore della tensione nominale ad una distanza dal dettaglio tale da esaurire l’effetto di concentrazione delle tensioni dello stesso, corrisponde al valore P/A. Nel caso però di una prova di flessione, all’aumentare della distanza dal dettaglio, e dunque anche dal centro della campata, le tensioni decrescono linearmente. Il valore della tensione nominale, utilizzato per stimare il fattore di concentrazione di tensione dovuto alla presenza del dettaglio strutturale, è ricavato dalla teoria della trave inflessa nella posizione corrispondente all’hot spot, ovvero all’estremità della contropezza. C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa Modello shell tipo A, mesh fine e saldatura non modellata Modello shell tipo A, mesh fine e saldatura modellata Modello shell tipo B, mesh fine e saldatura non modellata Modello shell tipo B, mesh fine e saldatura modellata (segue) Figura 9 - Modelli FEM utilizzati come da suggerimenti IIW. La sezione resistente della trave è costituita dal profilato a bulbo e dalla striscia associata di lamiera avente larghezza pari a 400 mm, senza considerare la contropezza. Nella Figura 10 si riporta la distribuzione di tensione lungo l’intera campata della trave in esame. In tale immagine è possibile osservare le differenze tra andamento teorico e quanto ottenuto in un modello FEM ad elementi solidi con bulbo privo di giunto e relativa contropezza. È inoltre possibile vedere come, a causa della distribuzione del carico durante le prove sperimentali in corrispondenza di una striscia di larghezza pari a 200 mm a metà della campata (Fig. 13), l’andamento del momento flettente, ovvero della tensione lungo l’asse x, è localmente parabolico. 4. Applicazione del metodo di Xiao e Yamada Esaurita la panoramica delle applicazioni di tutti gli approcci previsti dall’IIW, al dettaglio in esame è stata applicata una metodologia recentemente proposta in letteratura da Xiao e Yamada (rif. [5]). In questo caso la tensione di hot spot è calcolata 1 mm al di sotto del piede della saldatura, quindi senza alcun procedimento di estrapolazione; la metodologia prevede che la mesh, nella zona di calcolo della tensione di hot spot, sia costituita da esaedri lineari di lato 1 mm. Risulta immediatamente evidente, anche dall’analisi della Figura 11, come la finezza della mesh necessaria sia molto superiore a tutti i metodi precedente- mente analizzati, anche se l’utilizzo di elementi lineari bilancia in parte l’appesantimento computazionale. Rispetto alla formulazione originale del metodo proposta in letteratura, alcune assunzioni sono state ragionevolmente fatte al fine di renderne possibile l’applicazione al caso considerato. Anche in questo caso si può notare l’asimmetria delle tensioni longitudinali: pertanto il calcolo della tensione di hot spot è stato eseguito come media delle tensioni della fila di nodi in corrispondenza del piede del cordone di saldatura evidenziati nella Figura 11, con esclusione dei nodi di estremità. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 679 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa σ [MPa] Distribuzione di tensione lungo la trave Figura 10 - Stima della tensione nominale in accordo a rif. [2]. 5. Modello a tetraedri Sebbene la linea guida IIW non preveda l’utilizzo di elementi tetraedrici, è stato realizzato, sulla base del modello IIW a solidi di tipo B con mesh fine, un modello a tetraedri parabolici a 10 nodi, visibile nella Figura 12. La mesh a tetraedri è interessante in quanto generata automaticamente in tempi ridotti, anche se in questo caso la meshatura è stata “guidata” per offrire nodi nelle posizioni di estrapolazione desiderate ed ha quindi richiesto un maggior tempo di pre-processazione. 6. Riscontri sperimentali Sono state eseguite prove sperimentali dei giunti descritti nel presente lavoro, sia di collasso sia di fatica, ponendo in flessione a tre punti 4 pannelli ognuno rinforzato da 4 profilati a bulbo posti ad una distanza di 400 mm come descritto dal disegno della Figura 3 e nella foto della Figura 13. I confronti dei calcoli possono essere quindi eseguiti sia in termini di fattori di concentrazione delle tensioni, misurati durante le prove di collasso, sia in termini di vita a fatica, anche se in questo caso il numero di giunti provati è relativamente limitato. È stato provato a collasso un pannello contenente 4 giunti a metà campata: alle due estremità di ogni contropezza sono stati posizionati due estensimetri ad una distanza dal piede del cordone rispettivamente di 4 mm e 11 mm. Tali distanze sono state definite in analogia a quanto prescritto dal rif. [2], che prevede per la stima sperimentale della tensione strutturale una tecnica di estrapolazione lineare basata su due punti ad una distanza dal piede del cordone pari a 0.4 t e 1.0 t dove t è lo spessore della lamiera (salvo casi particolari per i quali si richiede l’estrapolazione parabolica). La definizione dello spessore, oltre all’ambiguità circa il tipo di hot spot già citata per i calcoli numerici, comporta qualche ulteriore difficoltà: le distanze Figura 11 - Modello di calcolo della tensione strutturale secondo Xiao & Yamada. 680 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 di 4 mm e 11 mm dal piede del cordone sono state scelte in funzione dello spessore variabile della testa del profilato a bulbo per il quale è stato assunto uno spessore medio di circa 10 mm e considerando che per gli hot spot di tipo B si richiede che il primo estensimetro sia comunque posto a 4 mm dal piede del cordone di saldatura. Il valore medio del fattore di concentrazione della tensione, ottenuto mediante estrapolazione dei dati sperimentali, è risultato pari a 1.61 e la relativa deviazione standard ottenuta analizzando le 8 estrapolazioni disponibili è stata del 34%, come descritto nei rif. [6] e [7]. Sono state considerate le deformazioni misurate durante la prova di collasso precedenti il primo snervamento del materiale. Le prove di fatica sono state eseguite su tre pannelli con 4 giunti ognuno per un totale di 12 giunti; su ogni rinforzo è stato applicato un estensimetro ad una distanza dal giunto tale da non risentire degli effetti di concentrazione delle tensioni, sia per monitorare la prova sia per permettere di valutare la tensione nominale applicata su ogni profilato e quindi considerare anche una ripartizione non perfettamente uniforme del carico applicato sul pannello. Il carico è stato applicato in modo pulsante con rapporto di tensione R<0.1, in modo da ottenere una tensione nominale massima σ max sempre inferiore allo snervamento del materiale, tuttavia non troppo modesta al fine di limitare la durata delle prove. La curva Δσnom-N che interpola i risultati sperimentali con una probabilità di sopravvivenza del giunto pari al 97.7% è la FAT 45, ovvero si ha una resistenza a fatica di Δσ nom=45 MPa a 2x10 6 cicli. Se si considera la vita media a fatica (50% probabilità di sopravvivenza) si ha una resistenza di 70 MPa a 2x106 cicli. C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa Figura 12 - Modello a tetraedri. In considerazione di tale risultato sperimentale si può stimare anche il fattore di concentrazione della tensione che deve essere applicato alla tensione nominale per ottenere una curva di fatica FAT 100, prescritta nel caso di applicazione dell’approccio della tensione strutturale a dettagli di questo tipo con saldatura non sottoposta a sollecitazione (rif. [2]). Si può valutare, in questo caso, un fattore pari a 2.22. Volendo applicare una curva FAT 90, ovvero considerando il giunto di tipo B con cordone di saldatura sottoposto a sollecitazione, si otterrebbe un fattore di concentrazione della tensione pari a 2.00. In effetti, almeno parzialmente, il cordone di saldatura deve ritenersi caricato poiché trasmette le sollecitazioni di flessione che la testa dei profili a bulbo, non saldata, non può trasmettere. La differenza che si riscontra tra il fattore di concentrazione delle tensioni ricavato dalle prove di collasso e quello ricavato dalle prove a fatica è circa del 20%. Tale discrepanza, oltre alle inevitabili incertezze delle misure sperimentali, può essere attribuita anche agli effetti del disallineamento dei rinforzi a bulbo e delle imperfezioni locali del cordone di saldatura che influenzano più marcatamente la resistenza a fatica rispetto al caso dell’applicazione di carichi statici in campo elastico. Il rif. [13] effettivamente suggerisce un simile od anche maggiore incremento dei valori del fattore di concentrazione della tensione per tener conto dei disallineamenti in giunti di testa fra lamiere, eseguiti in posizione diversa da quella in piano (del- Figura 13 - Portale con appoggi per prove in grande scala di flessione a tre punti. l’ordine del 30%); tuttavia si deve notare che non è del tutto corretto associare il giunto in esame ad un giunto di testa fra lamiere, tra l’altro anche per gli effetti della asimmetria del rinforzo a bulbo. Il rif. [14] propone formulazioni empiriche per la stima dell’incremento del fattore di concentrazione delle tensioni analoghe a quelle citate dall’IIW che però includono anche il fattore Kw relativo agli effetti del cordone di saldatura, non inclusi nell’approccio di tipo “hot spot”. Anche in questo caso gli incrementi del fattore di concentrazione delle tensioni per gli effetti del disallineamento sono paragonabili alla differenza riscontrata fra le due diverse stime sperimentali del fattore KG. D’altra parte deve essere in ogni caso rammentata la significativa dispersione dei risultati sperimentali riscontrata analizzando i dati delle prove di collasso. 7. Comparazione dei risultati FEM I risultati ottenuti con i vari modelli FEM discussi nei paragrafi precedenti sono riassunti nella Tabella III, in cui sono riportate le informazioni relative al software utilizzato per l’analisi, al tipo di elemento e di hot spot, al tipo di mesh e conseguente schema di estrapolazione, al tipo di modellazione adottato per il cordone di saldatura, al posizionamento dell’hot spot e relativo fattore di concentrazione delle tensioni. Sulla base dei risultati ottenuti si possono proporre i seguenti commenti: • i modelli solidi forniscono un valore della tensione strutturale inferiore a quello dei modelli shell; da questo punto di vista si potrebbe affermare che i modelli a shell, che presentano un maggior livello di astrazione e possono essere adottati in caso di una valutazione speditiva, risultano relativamente conservativi, mentre i modelli solidi, che costituiscono uno strumento di indagine più fine, riducono questo margine di sicurezza; • anche se dal punto di vista assoluto il calcolo che più si avvicina al valore di KG misurato nelle prove di collasso (1.61) è il modello solido di tipo B con mesh rada, le considerazioni già discusse sulla qualità della mesh e un’analisi più approfondita del campo di tensione in prossimità dell’hot spot inducono a non considerarlo come l’approccio più adatto anche alla luce delle evidenze sperimentali delle prove di fatica; • il modello solido di tipo A con mesh fine, sia con schema di estrapolazione lineare che quadratico (equivalenti fra loro), presenta il valore più basso del K G probabilmente a causa dell’elevata dimensione degli elementi lungo la direzione di estrapolazione; • molto simili i risultati del modello solido di tipo B con mesh fine e il modello di tipo Xiao e Yamada, in ragionevole accordo anche con il valore sperimentale di 1.61; entrambi questi modelli hanno ottime caratteristiche dal punto di vista della regolarità degli elementi; • per quanto attiene i modelli a shell si Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 681 C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa TABELLA III - Sintesi dei risultati delle simulazioni FEM. Software Elemento Tipo HS Mesh Extrap Fine (IIW) Quad. Cordone Posizione saldatura Hot Spot Ansys 20 node solid B Ansys 20 node solid B Modellato Piede cordone Ansys 10 node solid B Fine (tetra) Quad. Ansys 20 node solid A Fine (IIW) Lineare Modellato Piede cordone Ansys 20 node solid A Fine (IIW) Quad. Ansys 8 node solid Xiao-Yamada 1x1x1 mm Coarse (IIW) Lineare Modellato Piede cordone Modellato Piede cordone Modellato Piede cordone - Modellato Orlo lamiera Nastran /Patran 8 node shell B Fine (IIW) Quad. Non modellato Nastran /Patran 8 node shell B Fine (IIW) Quad. Non Piede cordone modellato Nastran /Patran 8 node shell B Fine (IIW) Quad. Spessore Piede cordone maggiorato Nastran /Patran 8 node shell A Fine (IIW) Lineare Non modellato Nastran /Patran 8 node shell A Fine (IIW) Lineare Non Piede cordone modellato Nastran /Patran 8 node shell A Fine (IIW) Lineare Spessore Piede cordone maggiorato può affermare che i modelli di tipo A forniscono valori della tensione di hot spot sensibilmente inferiori ai modelli omologhi di tipo B, che risultano probabilmente eccessivamente conservativi rispetto al fattore di concentrazione delle tensioni ricavato dalla prova di collasso ma non rispetto a quello ottenuto dalle prove di fatica; • rispetto al fattore di concentrazione delle tensioni, valutato dalle pur numericamente limitate prove di fatica, i calcoli ad elementi finiti sembrano in generale non conservativi, a meno che non si tenga opportunamente conto dei disallineamenti e delle irregolarità del cordone mediante gli opportuni fattori correttivi. 8. Considerazioni conclusive e sviluppi L’applicazione sistematica di tutti gli approcci per la valutazione della vita a fatica proposti dalla linea guida IIW e il confronto con alcune altre tecniche proposte in letteratura hanno consentito di evidenziare come, nel caso di una geometria particolarmente complessa, l’applicazione delle procedure proposte non è esente da ambiguità e quindi entrano in 682 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Orlo lamiera gioco l’esperienza e il buon senso del progettista. Una conclusione che si può trarre è che, nel caso in esame, l’applicazione dei modelli con mesh rada è impossibile o sconsigliabile per le motivazioni legate alla qualità della mesh discusse precedentemente. Una seconda considerazione conclusiva è che, sempre nel caso in esame, con modelli solidi l’approccio di tipo B si rivela più adatto, mentre per i modelli shell l’approccio A è quello che fornisce i risultati migliori. Ciò può essere giustificato dal fatto che nella modellazione solida la testa del bulbo può essere più ragionevolmente assimilata ad un corpo tozzo rappresentante un “bordo” di lamiera, mentre nei modelli shell, laddove essa è esplicitamente rappresentata da una lamiera equivalente, l’hot spot si verifica effettivamente sulla “faccia” di una lamiera. In tutti i casi, ma in particolar modo per i modelli solidi, è evidente come una stima veritiera della vita a fatica non possa prescindere dalla considerazione di fattori correttivi per i disallineamenti e per altre imperfezioni, ben presenti nei pannelli esaminati. Scegliendo opportunamente la tecnica di calcolo (ad esempio IIW tipo B con mesh rada ad elementi solidi o Xiao e Yamada) e adottando gli adeguati fattori correttivi, si ragKG giunge una stima della vita a fatica del dettaglio strutturale 1.52 proposto conservativa ed in sostanziale accordo con le evi1.66 denze sperimentali. È però op1.76 portuno notare che, anche 1.30 applicando un incremento del 1.30 30% del K G in considerazione dei disallineamenti, per alcune 1.48 modellazioni numeriche si otterrebbero stime della resistenza a 2.09 fatica del dettaglio non conservative. 1.74 Le prove di fatica, pur limitate nel numero, hanno comunque 1.94 consentito una calibrazione del calcolo numerico che la sola 1.89 prova di collasso non avrebbe permesso, fornendo un valore “target” per il fattore di concen1.61 trazione delle tensioni KG associato al metodo della tensione 1.74 strutturale. Tale valore risulta lievemente superiore a quello ricavato dalle prove di collasso, confermando che i disallineamenti e le irregolarità dovute al processo di fabbricazione hanno un effetto determinante sulla vita a fatica del dettaglio. D’altra parte non si deve dimenticare che il fattore di concentrazione delle tensioni KG ricavato dai dati delle prove di collasso era affetto da una significativa dispersione, almeno in parte attribuibile proprio ai disallineamenti ed alle irregolarità. Nel Laboratorio Strutture Navali del DINAV sono state eseguite, successivamente a quelle discusse, prove di fatica e collasso analoghe a quelle dei pannelli descritti nel presente lavoro per i quali però i giunti di testa tra i profilati HP 120x7 sono stati realizzati senza la contropezza, saldando le teste dei bulbi mediante riempimento del cianfrino. A tale dettaglio non è possibile applicare il metodo delle tensioni strutturali poiché la concentrazione delle tensioni nel punto dove si propaga la cricca di fatica è dovuta essenzialmente alla geometria del cordone di saldatura, non considerata dal metodo. È invece indicato l’utilizzo del metodo “notch stress” che prescrive l’utilizzo di una mesh di calcolo con elementi di dimensione molto inferiore ma tiene conto dell’ef- C.M. Rizzo e M. Codda - Applicazione dell’approccio “structural stress” ad un giunto saldato di geometria complessa fetto del cordone e delle sue imperfezioni locali. Un’analisi di tale metodo, per il quale l’Istituto Internazionale della Saldatura emetterà a breve un documento analogo a quello citato per lo ”structural stress approach” (rif. [2]), è attualmente in corso per il giunto di testa senza contropezza. Nell’ambito dell’attività di continua collaborazione fra CETENA e DINAV sarà quindi possibile ottenere uno studio comparativo, completo di riscontri sperimentali, anche per questo ulteriore approccio di calcolo. Ringraziamenti l’Ing. Francesca Casuscelli nell’esecuzione dei calcoli agli elementi finiti. Il presente lavoro è stato parzialmente eseguito con il contributo del Network of Excellence in Marine Structures MARSTRUCT finanziato dalla UE attraverso il 6° programma quadro (Contract No. TNE3-CT-2003-506141). Gli autori desiderano riconoscere il contributo dell’Ing. Gabriele Notaro e del- Bibliografia [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] Fricke W.: «Fatigue analysis of welded joints: state of development», Marine Structures 16 (2003), pp. 185-200. Niemi E., Fricke W., Maddox S.: «Structural stress approach to fatigue analysis of welded components - designer’s guide», IIW-Doc. XIII-1819-00/XV-1090-01, International Institute of Welding, Final draft 2004. Fricke W., Kahl A.: «Comparison of different structural stress approaches for fatigue assessment of welded ship structures», Marine Structures 18 (2005), pp. 473-488. 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Det Norske Veritas, Classification Note 30.7: «Fatigue assessment of ship structures», January 2001 - Hovik - Norway. Cesare Mario RIZZO, ha conseguito prima la Laurea in Ingegneria Navale e poi il dottorato di ricerca in Discipline progettuali navali e nautiche presso l’Università di Genova; è attualmente ricercatore presso il DINAV (Dipartimento di Ingegneria Navale e Tecnologie Marine) dell’Università di Genova afferendo al settore scientifico disciplinare “Costruzioni ed impianti navali e marini”. È coinvolto in progetti di ricerca nazionale ed internazionale relativi alle costruzioni navali, recentemente con particolare riferimento alle problematiche di degrado, ispezione e manutenzione delle navi. Si occupa anche delle prove sperimentali in grande scala in laboratorio ed al vero presso il Laboratorio Strutture Navali del DINAV. È autore di più di 50 pubblicazioni scientifiche oltre ad alcune pubblicazioni di carattere didattico. È docente dei corsi di Costruzioni Navali 2 nell’ambito dei corsi di laurea in Ingegneria Navale ed Ingegneria Nautica dell’Università di Genova. Matteo CODDA, ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Genova, con una tesi sull’introduzione della flessibilità dei corpi nei codici di calcolo multibody. Successivamente è stato impiegato come ricercatore presso CETENA SpA, società controllata da Fincantieri che opera nel settore della ricerca e dell’innovazione del prodotto navale, dove, inserito nel Servizio Strutture e Materiali, ha potuto maturare esperienza nel settore del CAE applicato all’ingegneria navale. Attualmente è coordinatore del Servizio Strutture e Materiali, che si occupa di applicazioni strutturali avanzate su materiali metallici e compositi, applicati all’ingegneria navale e nautica. È autore di alcune pubblicazioni scientifiche ed ha partecipato a Progetti di Ricerca internazionali finanziati dalla UE (DISCO, Intership, MARSTRUCT). Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 683 Segreteria Organizzativa: Edimet SpA, Via Brescia 117 25018 - Montichiari (Brescia) - Italy Tel. +39 030 9981045 Fax +39 030 9981055 [email protected] www.metalriciclo.com 3a edizione 2-4 Aprile 2009 Centro Fiera del Garda - Montichiari - Brescia adnord.it Salone Internazionale delle Tecnologie per il Recupero e il Riciclo dei metalli ferrosi e non ferrosi, la Qualità dell’ambiente e l’Efficienza energetica qGDVHPSUHOHDGHUQHOOHVROX]LRQL SHULOWDJOLRHORVPXVVRGLWXELHODPLHUHD IUHGGR/D1RVWUDJDPPDFRSUHLGLDPHWUL GD´D´SHUWXWWLLWLSLGLWXELLQPHWDO OR ODVFLDQGR XQ RWWLPR JUDGR GL ILQLWXUD /HJJHUH VHPSOLFL IDFLOL GD XWLOL]]DUH OH 1RVWUH PDFFKLQH VRQR XQ VROLGR SDUWQHU VXFXLIDUHRJQLJLRUQRDIILGDPHQWR 9,$$57,*,$1, 725%,$72',$'52%6,7$/< 7(/)$; ZZZJEFLQGXVWULDOWRROVFRPVDOHV#JEFLQGXVWULDOWRROVFRP ASPIRMIG Welding&Safety Web: www.aspirmig.com E-mail: [email protected] ......la saldatura senza fumo ASPIRMIG srl Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied in the automotive industry F.A. Reyes-Valdés * L. Torres-Treviño * V.H. Lopez-Cortéz * F.de la Cruz-Márquez * F. Briceño-Ramirez ** Summary / Sommario The results of a research carried out to evaluate the correlation between GMAW process parameters and weld quality parameters is presented. The GMAW weld process was carrying out and quality parameters according to automotive industry was measured; the leg size, depth of fusion and gap (root opening) were determined. A neural network model is proposed to explain the contribution of the various welding process parameters (ampere, voltage and travel speed) on weld quality parameters. It is found that the neural network model presented an excellent correlation to predict the weld quality; the leg size is enhanced with the increase of amperage and reduced with the increase of the travel speed and voltage. The relationship of all variables is explained. The neural model can be used to test initial welding conditions of voltage, amperage and travel speed. The model can predict quality characteristics without repeat the experimental measurements, so it can be used as an inverse model taking the desired conditions of the welds as inputs and give the voltage, amperage and travel speed as outputs. verificati i requisiti di qualità richiesti nell’industria automobilistica; dimensioni del lato del cordone, penetrazione e distacco tra i lembi. Per valutare l’influenza dei vari parametri di processo (corrente, voltaggio e velocità di avanzamento) sui requisiti di qualità della saldatura è stato proposto un modello di rete neurale. Il modello di rete neurale ha evidenziato una eccellente correlazione nella predizione della qualità della saldatura; la dimensione del lato del cordone è aumentata all’aumentare dell’intensità di corrente e ridotta all’aumentare della velocità di avanzamento e del voltaggio. Nell’articolo viene illustrata la relazione tra tutte le variabili. Il modello neurale può essere usato per verificare le condizioni iniziali di saldatura del voltaggio, amperaggio e velocità di deposito. Il modello può predire le caratteristiche di qualità senza ripetere le misure sperimentali, per cui può essere usato come un modello inverso prendendo le condizioni desiderate per le saldature come input e fornire come dati in uscita amperaggio, voltaggio e velocità di avanzamento. In questo articolo sono riportati i risultati di una ricerca effettuata per valutare la correlazione tra i parametri di saldatura con processo GMAW ed i requisiti di qualità della saldatura. È stata eseguita una saldatura GMAW e sono stati Keywords: Automobile engineering; current; GMA welding; mathematical models; neural networks; process conditions; process parameters; simulating; voltage. * Corporación Mexicana de Investigación en Materiales S.A. - Saltillo (Messico). ** Lincoln Electric - Monterrey (Messico). Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 687 F.A.Reyes - Valdés et. al. - Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied, etc. Experimental procedure T he increase of welding productivity has a significant economic impact, estimated in order of several hundred million dollars in yearly worldwide saving. Gas Metal Arc Welding (GMAW) is widely used in the automotive industry. The process’s high metal deposition rate makes it well suited to automatic and robotic welding. Modeling weld quality according to welding process parameters is increasingly important since great financial savings are possible, especially in manufacturing where improved weld process conditions lead to losses in production and necessitate time-consuming and expensive use of materials. Applying the artificial intelligence technology requires the introduction of input and output data to the network. The task of modeling welding process by neural network is to use input data, such as welding voltage and current, speed travel, can be use as variables. After this, the data are processing by neural network model and obtain a response, such as gap, throat, leg, etc. The main functions of the proposed model are: to simulate the process for purposes of training operators; to improve welding process performance by identifying regions that are insensible to variations on input parameters; and finally to increase the flexibility of a robotic welding cell. The concrete benefits obtained from the GMAW process model development are: optimization of critical variables of the welding process, support for development of virtual process and prototypes, definition of a robust welding procedure, quick response to product change and support in welding training. The response of the processing element is GMAW experiments were performed with a fully automated welding system. Shielding gas was 90Ar-10%CO 2 , power wave 310, rapid arc application, lap joint horizontal position, electrode size 0.045” diameter, work angle 45° to 55°. Welding was done on a lap joint. The chemical composition and mechanical properties of the material used to experimental procedure are shown in Table 1, and the experimental design is in Table 2. Discussion and results The good agreement between the proposed neural network model and the experimental data from the experimental design is encouraging. The output data are in form according to Figure 1. (1) (2) Where n is an artificial neuron and i is the corresponding element of vector X. Matrix W represents the connection weights between the elements of vector X and the neural element. The activation function FA regulates the output of the neuron. Sigmoid function is usually used. It is used layers of neurons so it is necessary to adjust several connection weights in the learning rule. There are several learning procedures to adjust the connection weights; nevertheless it is used the Levenberg - Marquardt learning rule. The rule is a variant of the Gauss-Newton optimization method. The connection weights are calculated as follows: The neural network (3) A neural network is an interconnection of processing elements or artificial neurons. The principal use of this paradigm is the approximation of functions using experimental data. The behaviour of the neural network is established by their connection weights. The learning rule adjusts the weights to minimize and error between a desired response and the response of the neural network. The desired responses are expressed in a database of patterns of input - output pairs. where ε is the difference between the actual and the required response. The Jakobi’s matrix for a single neuron can be written as follows: (4) Figure 1 - Two obtained welds in the experimentation. Table 1 - Chemical composition and mechanical properties of base metal. Base metal %C %Mn %P %S %Al TS (MPa) YS (MPa) E (%) 0.10 max 0.50 max 0.025 max 0.020 max 0.02 min 270 180-240 38 Spec. GM6409 Grade HR3 688 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 F.A.Reyes - Valdés et. al. - Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied, etc. Table 2 - Experimental design. V Experiment 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 V1 x x x x x x x x x x x x x x x x x x V2 A V3 W1 x x x x x x W2 T W3 T3 x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x G2 x x x x x x x x x G1 x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x T2 x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x T1 x x G x x x x x x x x x x x x x x x Variable 1= Trim (volt) V1= 0.80, V2= 0.90, V3=0.95 – Variable 2= Amperage (ampere) W1= 380, W2= 400, W3=425 Variable 3= Travel Speed (In/min)= TS1=40, TS2=45, TS3= 50 – Variable 4= GAP (mm) = G1=0, G2=1 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 689 F.A.Reyes - Valdés et. al. - Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied, etc. Parameter λ is modified based on the development of the error signal and p represents the available patterns. It was used a neural network with three inputs (voltage, amperage and travel speed) with six outputs (both legs, two deep of fusion, gap, and throat) as shown in Figure 2. Leg 1 Voltage Leg 2 Throat Neural network Amperage Depth of fusion 1 Training and validation phase The experimental data was acquired on a robotic Rapid ARC welding process. The inclination of the torch was between 45 and 55 grades. The application mode was horizontal overlap, the work used 25 grades of push. It was used a 0.045’’ of wire and the protection gas was of 90 percent of argon and 10 percent of dioxide. The Table 3 shows the information obtained from the experiment. The physics characteristics of the welded piece depends on three setting inputs, the voltage (V) the amperage (A), and the travel speed (TS). There are several physical parts usually visible on Depth of fusion 2 Travel speed GAP Figure 2 - Architecture of the neural network. welded pieces (Figure 3). The legs, fusion profusion, gap and throat was taken as experimental data. The information of the Table 3 was normalized and was used in the training process of the neural network. The neural model was validated using extra experimental data not given in the train- ing process given in Table 4. The architecture used of the neural network is given in Figure 2. The neural network can be used to analyse the relationship between physic characteristics and welding parameters of voltage, amperage and travel speed. Table 3 - Experimental data of the welding process. V (volt) A (ampere) TS (mm/s) Leg 1 (mm) Leg 2 (mm) Throat (mm) PF 1 (mm) PF 2 (mm) GAP (mm) 380 0.87 40 3.08 3.98 2.71 1.25 0.62 1.39 380 0.87 40 3.91 5.14 4.28 0.72 0.58 1.14 380 0.87 40 3.75 5.08 3.47 1 0.64 0.95 380 0.9 40 4.31 5.08 3.49 0.72 1.63 0.97 380 0.9 40 3.56 5.95 4.03 0.7 0.79 0.5 380 0.9 40 3.6 5.89 4.23 0.85 0.81 0.56 380 0.95 40 3.75 5.29 3.33 0.79 0.79 1.12 380 0.95 40 3.66 5.37 3.74 0.73 0.75 1.1 400 0.88 45 2.64 3.27 2.38 1.16 0.71 1.37 400 0.88 45 4.25 4.25 3.11 0.83 0.87 1.04 400 0.91 45 3.91 5.12 3.64 0.6 0.68 1.12 400 0.91 45 3.77 5.08 3.59 0.79 0.85 1.14 400 0.96 45 3.79 4.37 3.13 0.79 0.75 1.2 425 0.89 50 3.58 4.33 3.02 1.27 0.89 1.12 425 0.9 50 3.66 4.08 2.91 0.87 0.89 1.14 425 0.9 50 2.93 4.27 2.75 1.22 1 1.18 425 0.92 50 2.95 4.95 3.11 0.96 0.89 1.12 425 0.92 50 3.12 4 2.9 0.6 0.54 1.45 480 0.95 50 2.93 6.46 4.63 0.45 0.93 0.18 480 0.95 50 2.75 6.29 4.64 0.33 1.33 0.33 480 0.95 50 3.35 4.23 3.03 1.12 0.85 1.18 690 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 F.A.Reyes - Valdés et. al. - Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied, etc. Table 4 - Validation data. V (volt) A (ampere) TS (mm/s) Leg 1 (mm) Leg 2 (mm) Throat (mm) PF 1 (mm) PF 2 (mm) GAP (mm) 380 0.87 40 3.58 4.73 3.48 0.99 0.61 1.16 380 0.9 40 3.823333 5.64 3.91 0.75 1.07 0.67 380 0.95 40 3.705 5.33 3.53 0.76 0.77 1.11 400 0.88 45 3.445 3.76 2.74 0.99 0.79 1.20 400 0.91 45 3.84 5.1 3.61 0.69 0.76 1.13 425 0.89 50 3.58 4.33 3.02 1.27 0.89 1.12 425 0.9 50 3.295 4.17 2.83 1.04 0.94 1.16 425 0.92 50 3.035 4.47 3.00 0.78 0.71 1.28 480 0.95 50 3.01 5.66 4.1 0.63 1.03 0.56 The impact of the voltage with the welding quality parameters was obtained. According with Figure 4, the leg 1 shows the major effect, the reason is the quantity of data, the model needs more information to adjust the line, but the relation is directly proportional. The leg 2 shows a linear relation with an inflexion point in 0.94 V. The fusion depth 2 has an inconsistent relation, but the curve will be smooth when increase the input data. Amperage The Figure 5 shows the effect of amperage in the join characteristics. The amperage has an excellent relation with all the quality parameters. Leg 1, Leg 2 and throat decrease when the amperage in- crease, and the fusion depth 1 and 2 are directly proportional with amperage, the fusion depth 2 shows an inflexion point in 445 A. • Travel speed This variable has an important effect with the qualities of join, all of these decrease when travel speed increase (Figure 6), but some of these have inflexion point that will be smooth when increase the input data. The relationship is inversely proportional, except the leg 2, that shows an important inflexion point in 44 cm/min. Depth of fusion Piece 2 GAP Figure 3 - Physical parts of the weld. • • • The neural network model to correlate the influence of GMAW process Weld Throat • Conclusions Piece 1 Leg 1 • parameters on the join characteristics has been developed. The model shows excellent information about the relationship of independent and dependent variables. The model shows some important inflexion points, but those will be smooth when increase the input data. The neural network model can calculate the GMAW process parameters to obtain a specific join, with defined characteristics. The model learning itself, this permit to decrease the error. The use of artificial intelligence in general and neural network in particular, permit to increase the productivity, eliminate excessive expenses by materials, energy, people, etc. Predicted dimension of the pieces (normalized) Voltage Voltage (V) Figure 4 - Prediction of the physical characteristic of the welded piece by change in voltage. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 691 Predicted dimension of the pieces (normalized) Predicted dimension of the pieces (normalized) F.A.Reyes - Valdés et. al. - Correlation between GMAW process and weld quality parameters: a neural network approach applied, etc. Amperage (A) Figure 5 - Prediction of the physical characteristic of the welded piece by change in amperage. Travel speed (cm/sec) Figure 6 - Prediction of the physical characteristic of the join by change in travel speed. References [1] [2] [3] [4] [5] [6] S. Kou: «Welding Metallurgy», Second Edition - 2003, Wiley-Interscience. S. Haykin: «Neural networks: a comprehensive foundation», Prentice Hall, (1999). J. Stojanovski, S. Rana: «Determining resistance welding parameters using artificial neural networks», International conference on industrial and engineering applications of artificial intelligence and expert systems archive. Proceedings of the 2nd international conference on industrial and engineering applications of artificial intelligence and expert systems - Volume 2, table of contents, ACM Press NY, (1989) pp. 709-713. Certification manual for welding inspector, American Welding Society, Fourth Edition (2000). M.T. Hagan, Menhaj M.: «Training feed-forward networks with the Marquardt algorithm», IEEE Transactions on neural networks, Vol. 5, No. 6, pp. 989-993, (1994). Felipe Arturo REYES-VALDÉS, he was born in the Saltillo City, Mexico. Metallurgical Engineer from the Saltillo Institute of Technology, Mexico; Master in Science in Metallurgy from the Advanced Studies and the Research center of the National Polytechnic Institute, Saltillo Mexico. Doctor in Engineering of Materials from the Faculty of Mechanical and Electrical Engineering of the Nuevo Leon State University, Monterrey City Mexico. He has been working like Research Engineer in Industries and Research Centers like National Foundry Industry, Lucas Diesel Engines, Center of Engineering and Industrial Development, CIDESI, in Querétaro City Mexico; Analyst of failures in the Mexican Materials Research Center (COMIMSA), having realized more than 300 technical projects of failure analysis. Manager of Research and Technological Development of Mechanical Integrity, as well as Coordinating of Investigation and Development of COMIMSA, where he had to position the projects of R& D in the subjects of Mechanical Integrity, Environmental Engineering, Engineering of Maintenance, Engineering of Supervision, Metallurgy and Corrosion. At the moment it is Academic Manager and Professor of the COMIMSA in the Post Grade in Welding Industrial Technology. He is the Mexican with the high level of recognition like specialist in corrosion by the National Association of Engineers (NACE) International, as Senior Technologist Corrosion, has been treasurer, Secretary and President of this Association in Mexico. He is member of the National System of Researchers (SNI). He participates in different national and international congresses like Speaker and Chairman, specializing in Welding Metallurgy, Kinetic Thermodynamics and of Phase Transformations, Corrosion and Application of models of Artificial intelligence in Materials Engineering. Luis TORRES-TREVIÑO, receive the PhD. in Artificial Intelligence in intelligence system center from ITESM campus Monterrey, México (2004). In 1997, he joined Delco Remy as a electronic engineer. From 1998 to 2000, he was with ITESM as a assistant consultant. From 2000 to 2003, he was with CEMEX in the logistic and automatic department developing optimization algorithms. From 2004 to 2005 he was a independent consultant developing several intelligent systems to optimize productive processes. From 2006, Dr. Torres-Treviño is currently a professor-researcher of the Corporación Méxicana de Investigación en Materiales SA de CV. He is experienced in application of intelligent systems in real problems. His currently research interest include application of intelligent systems in industrial and manufacturing process using exaptive systems (integration of learning and optimization systems). He is the author and coauthor of more than 30 research papers published in journals and refereed conferences. 692 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 EDITORIA PER LA MECCANICA Per pubblicare un redazionale gratuito o una pubblicità, dedicata alla tua azienda o ai tuoi prodotti, inviaci un fax allo 051 606 11 11 con la tua richiesta e i tuoi dati. Un nostro consulente ti contatterà. International Institute of Welding E x t ra c t f ro m the Annual Repor t 2007 Message from the President It is 30 years since, as President of the South African Institute of Welding, I attended my first IIW Annual Assembly in Dublin in 1978. Over the ensuing years, it has been very easy to enjoy both the benefits and responsibilities of being a member of the IIW family. In this Annual Report, you will read about numerous successes that the hard-working, enthusiastic members of the IIW Secretariat, Administrative and Working Units have achieved. The IIW is built upon the cornerstone of voluntary contributions of time and effort by individuals working in the various Units, and the commitment of Member Societies, companies and organizations to supporting their attendance and participation. Recognition awards, acknowledging individuals’ commitment over a number of years, were again presented during the very successful Annual Assembly in Dubrovnik. The Institute can also demonstrate very solid foundations with an excellent cash reserve, a very competent Secretariat and 51 Member Countries with 10 more Members expected over the next three years. The IIW Secretariat has introduced, with the involvement of the Board Members, initiatives resulting in streamlining in a number of areas including procedures, membership, member servi- ces, data banks and publishing. In 2007, the IIW signed a new contract with the Institut de Soudure (French Welding Institute) to provide the Secretariat Services from 2008 to 2014, thus also ensuring a smooth transition from the retirement of Mr. Daniel Beaufils (IIW CEO 2000 - 2007) to the successful succession of Mr. André Charbonnier. A comprehensive Business Plan (2007 2012) has been constructed from the building blocks of Strategic Plans developed by every Administrative and Working Unit, involving all the participants in the Institute. This Business Plan will function as a working document and roadmap for each unit, as well as a way for the Institute to show to others, including prospective members, the role of the IIW and its future directions and initiatives around the world. As part of the Business Plan, the IIW project “To improve the global quality of life through the optimum use of welding technology” has progressed very well. Excellent work has taken place on the parts of the project including the development of a “White Paper”, the improvement in the image of the IIW, strategy to improve the image of welding including the recognition of the value of welding to the global community. The celebration of the IIW’s 60th Anniversary, and the commemorative activities which commenced in the middle of the year, have illustrated these benefits well. This significant anniversary also acknowledges the outstanding contributions made by the IIW to the advancement of welding and joining technolo- gies, qualification and certification worldwide, and the improvement of the global quality of life through the sharing of these outputs and initiatives for the promulgation of sustainable development within a sustainable environment. We are all proud of this wonderful heritage and this 2007 Annual Report illustrates the work and initiatives of all units of the IIW, working together in a united approach «To Improve the Global Quality of Life Through the Optimum Use of Welding Technology». Christopher Smallbone President, International Institute of Welding (2005-2008) Executive Director, Welding Technology Institute of Australia Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 695 Extract from the Annual Report 2007 IIW Board of Directors 2007/2008 12 Voting Members Countries currently represented on the Board in 2007/2008 include Australia, Austria, Croatia, People’s Republic of China, France, Germany, India, Japan, Portugal, Singapore, Sweden, United Kingdom and the United States, a good geographical balance among countries. Mr. Christopher Smallbone - President, Australia Prof. Dr. Slobodan Krajl - Vice-President, Croatia Prof. Luisa Quintino - Vice-President, Portugal Prof. Qiang Chen - Vice-President, P.R. of China Prof. Dr.-Ing. Detlef Von Hofe - Treasurer, Germany Mr. Philippe Bourges - Director, France Prof. Dr. Horst Cerjak - Director, Austria Mr. Ang Chee Pheng - Director, Singapore Prof. Baldev Raj - Director, India Mr. Ray W. Shook - Director, United States Prof. Dr.Takashi Miyata - Director, Japan Dr. Christoph S.Wiesner - Director, United Kingdom Other Board Members Mr. Bertil Pekkari - Past President and Chairman of IAB, Sweden 696 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Prof. Dr.-Ing. Ulrich Dilthey - President-Elect, Germany Prof. Bruno de Meester - Chairman of TMB, Belgium Mr. André Charbonnier - CEO, France The IIW Secretariat The IIW Secretariat is located in Paris (France). Mr. André Charbonnier is the new IIW Chief Executive Officer since the retirement of Mr. Daniel Beaufils in 2007 (IIW CEO 2000-2007). Mr. André Charbonnier - IIW CEO Ms.Véronique Souville - Scientific and Technical Officer Mrs. Mireille Aubert - Administration and Finance Assistant Dr. Glenn Ziegenfuss - Standardization Officer Mr. Daniel Beaufils getting gift from Mr. Chris Smallbone, on the occasion of his retirement. Extract from the Annual Report 2007 Treasurer’s Report Prof. Dr.-Ing. Detlef Von Hofe Treasurer, Germany The IIW, a non-profit body, is funded by annual subscriptions paid by the Member Societies, calculated on a scale designed to reflect, as equitably as possible, the dependence of their country on welding technology. Such subscriptions are modest and sufficient to pay only a part of the cost of running the Secretariat and associated activities. Further income is derived from the sale of books and other documents and fees which are collected from each Annual Assembly participant. The IIW’s finances have been very solid for many years. A slight decrease in IIW running costs in relation to the year 2006 is due to very cost-effective management of the IIW Secretariat and the postponement of promotional activities for the IIW and the IAB. A problem for the IIW in the future could be the payment practice of some IIW Members. For example, 80% of member organizations pay their fees on time. Less than 10% of Members have produced bad debts amounting to € 24,527 up to the end of 2007, which is unacceptable. Members must assist the IIW to avoid the problem of bad debts. Expenditure was covered by the 2007 income which was much better than budgeted for, due to cost-effectiveness and to an increase in income from new IIW Members. The IIW Organization A vision shared for 60 years. The IIW was founded in 1948 by the welding institutes or societies of 13 countries, who felt the need to make more rapid scientific and technical progress possible on a global basis. Since then, welding associations in 51 countries make up the members and more and more are indicating interest. Who runs the IIW? The policies of the IIW are decided by the General Assembly at which all national Member Societies are represented. The General Assembly elects the President of the IIW and the Members of the Board of Directors who direct the affairs Table 1 Profit and Loss Account Realized 2006 Budget 2007 Realized 2007 INCOME € € € Subscription receivables Fees from Annual Assembly Other income Welding in the World Interest from bank accounts Bad debts recovered 281 906 88 900 12 801 78 087 8 510 19 271 292 000 88 500 10 000 85 000 8 500 299 735 89 923 11 381 90 934 11 862 4 543 489 475 484 000 508 378 Secretariat Travelling expenses Direct costs for meetings and prizes Welding in the World Printing and stationery Computer maintenance and upgrade Postage and telephone Promotions Graphic design EWF certification IAB promotion IIW Website Audit fees Bank charges Sundry expenses Straight-line method of depreciation Insurance Bad debts Business Tax 343 808 40 581 1 765 44 980 11 310 414 14 085 5 115 347 746 25 000 2 000 42 000 1 500 1 000 15 000 15 000 7 000 7 300 17 000 5 000 9 000 2 000 3 000 350 836 33 803 853 44 488 5 199 2 091 13 255 8 867 2 000 850 2 310 24 527 2 256 Adjustment 488 098 502 396 504 270 SURPLUS 1 377 -18 396 4 108 EXPENDITURE Taxes SURPLUS AFTER TAXES 2 040 7 352 2 991 5 476 117 2 221 4 543 1 300 -207 1 170 4 820 * 2 260 7 204 2 205 4 117 -616 -18 396 3 492 * included in “Secretariat Expenditure” Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 697 Extract from the Annual Report 2007 of the IIW. The Board of Directors comprises twelve Directors from among whom are elected the President, three Vice-Presidents and the Treasurer. The day-to-day work is ensured by a permanent Secretariat under the responsibility of a Chief Executive (Table 2). Table 2 International Education, Qualification and Certification Systems in Welding The International Systems for Education and Qualification of Welding Personnel implemented based on the harmonised European System complying with the ISO 3834 requirements, are presently being transferred to IIW. ISO 3834 can boost the manufacturing company’s ability to sell its products in both domestic and overseas markets. Compliance with ISO 3834 provides a “one-stopshop” to achieve global recognition of the company’s capability. Entitled “Quality Requirements for Welding”, the standard provides details of how to control the various weldingrelated operations to achieve the desired quality consistently. A key feature of the standard is the requirement to ensure that people with welding responsibilities are competent to discharge those responsibilities. This is achieved by incorporation of another standard: EN 719/ISO 14731 “Welding Coordination - Tasks and responsibilities”. The documents may be researched and downloaded from the IIW website at www.iiw-iis.org. Annual Assemblies IIW Annual Assemblies have been taking place since 1948 on the invitation of one Member country. Three days are devoted to parallel sessions of the Commissions and other Working Units. In addition, two days are devoted to an International Conference on a specified theme. ding countries in the region and produce IIW-supported programmes. • To involve organizations such as the UNIDO, IAEA and EU in the Congress. • To have authors from the less-developed, surrounding countries present papers. • To form regional commissions of the IIW which could then provide input to the main IIW Commissions. These Congresses have become very popular and successful. IIW Member Benefits Outputs of the IIW International Congresses At each meeting, documents are presented to the IIW Working Units and discussed. They may then be recommended for publication in the IIW journal, Welding in the World. Research papers are peerreviewed by experts prior to publication. Technical publications take the form of: • Research or technical papers published in the IIW journal, Welding in the World. • Best practice Guides. • Conference articles. • ISO Standards (the IIW is an official International Standardization Body in the area of welding and joining). • Books. • Multilingual Collections of Terms. 698 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 To implement its strategy, the IIW holds Regional (now called International) Congresses with the following objectives: • To expose industry delegates in the host countries to the work of the IIW. • To identify the needs of the surroun- IIW Members can benefit greatly from the collective knowledge of the IIW in many areas, in particular: • Appropriate welding technology. • Education, training, qualification and certification. • Health and safety of welding personnel. Extract from the Annual Report 2007 Table 3 Goal Identify, create, develop and transfer best practices for sustainable development in a sustainable environment Identify, develop and implement the IIW Education, Training, Qualification and Certification systems on a global basis Technical Management Board (TMB) International Authorization Board (IAB) Initiate and develop global best practices Provide administrative, secretarial, marketing and promotional support for the IIW systems Organize the exchange of scientific and technical information and provide an environment to encourage and sustain the transfer of knowledge Develop the Education, Training and Qualification systems Oversee IIW standardization activities Develop the IIW Certification Systems, implement the IIW E&T&Q&C systems and authorize IIW ANBs / ANBCCs Encourage and support a safe, healthy and environmentally-friendly world Initiate, develop and create harmonized teaching methods, for education and training Delegated Unit Objective A Objective B Objective C Objective D IIW Business Plan In July 2005, the IIW Board of Directors agreed to review and update the IIW Business Plan, Strategic Plans and Operational Plans of all IIW Administrative and Working Units and Secretariat. Feedback from the meeting of the Chairmen of Working Units in January 2006 included constructive comments on the previous IIW Business Plan and its implementation. It was recommended that all IIW Administrative and Working Units should be involved in the future planning and implementation process. Based on the IIW’s Mission, Goals, SWOT analysis, needs and benefits required by stakeholders, the following approach has resulted. The IIW Board of Directors has developed a Strategic Plan with five Goals, delegated respectively to: • The Technical Management Board (TMB) • The International Authorization Board (IAB) • Working Group Regional Activities (WG RA) • Working Group Communication & Marketing (WG Com & Mark) • The IIW Secretariat. Each of these Units has four Objectives to realize in order to achieve its respective Goal (Table 3). Working Units (Commissions, Select Committees and Study Groups) also Table 4 Promote the IIW and its Member Countries in all regions of the world to the common benefit of all Assist in the implementation of the IIW’s outcomes Provide quality services to the IIW, IIW Member Societes and other organizations Working Group Regional Activities (WG RA) Working Group Communication & Marketing (WG Com & Mark) IIW Secretariat Promote the holding of IIW-supported events throughout the regions of the world Analyse and promote the publication of outcomes of the Administrative and Working Units Grow and maintain a financially sound organization that provides the required resources Introduce the IIW Weld-Care programme to be adopted by developing countries Monitor and improve IIW electronic communication tools Establish and implement the membership policy Promote and market the IIW in different regions of the world Provide a state-of-the art marketing and communications network Produce and market IIW products and services Harmonise IIW efforts with other organizations’ efforts in each region Initiate and develop marketing tools Provide optimum administrative services Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 699 Extract from the Annual Report 2007 report to the Technical Management Board (TMB). Each Working Unit has the same Goal and four Key Objectives applying to it. As a special case, Commission XIV “Education and Training” has had its Strategic Plan dovetailed with that of the IAB. Commission XIV provides the link between all the other Working Units and the IAB. Each IIW Unit has thus created a Strategic “Planon-a-Page” layout. This includes the Unit’s Goal, four Objectives to achieve that Goal and the strategies that are in place to realize each Objective. Based on the Unit’s Strategic “Plan-ona-Page”, an operational action plan has been drawn up to show how the Unit will realize the Objectives (Table 4). the IIW Administrative and Working Units - a potential or new member country - Government and Aid Agency representatives. • To improve the image of both welding and the IIW by showing people that the IIW is a progressive, modern, pro-active, enthusiastic organization, worthy of support and involvement. • To determine future IIW resources. Technical Management Board (TMB) - Prof. Bruno de Meester TMB Chairman, Belgium Benefits of the IIW Business Plan The Technical Management Board oversees all of the IIW scientific and technical activities (Table 5). • To continually clarify the thoughts and intentions of all IIW participants as a roadmap in the efforts to create a successful IIW. • To assist a non-IIW person to understand why IIW exists, what is expected from it, how it will achieve its expectations and the potential role for such a person in IIW. Such people could include, amongst others: - a new, or potential participant in Its four main objectives are: • To initiate and develop global best practices. Amongst other key strategies relevant to this objective, all Chairmen were invited to update the «Best Practice» section relevant to his Working Unit in the public part of the IIW Website. This year, very special attention has also been given to the IIW Journal, «Welding in the World», as will be outlined below. • To organize the exchange of scientific and technical information and provide an environment to encourage and sustain the transfer of knowledge. The attraction, motivation and support of young scientists and experts in the field of welding/joining are considered key strategies relevant to this objective. • To oversee all technical aspects of IIW standardization activities, even though the Select Committee «Standardization» has been converted into a Working Group «Standardization», reporting directly to the Board of Directors in matters concerning general IIW policy towards international standardization organizations, such as the ISO. • To encourage and support a safe, healthy and environmentfriendly world. Most significant contributions for 2007: • The IIW working units Strategic Plans Each of the 21 scientific and technical IIW Working Units: Commissions, Select Committees and Study Groups were invited to define their own strategic plans, articulated around the abovementioned four main objectives, and to identify Table 5 - The Working Units of IIW. Commissions C-I Brazing, soldering, thermal cutting and flame processes - L. Heikinheimo - Finland C-II Arc welding and filler metals - V. van der Mee - Netherlands C-III Resistance welding, solid state welding and allied joining processes - K. Matsuyama - Japan C-IV Power beam processes - E.D. Levert - United States C-V Quality control and quality assurance of welded products - G. Dobmann - Germany C-VI Terminology - D. Rippegather - Germany C-VIII Health, safety and environment - L. Costa - Italy C-IX Behaviour of metals subjected to welding - T. Boellinghaus - Germany C-X Structural performances of welded joints - Fracture avoidance - M. Kocak - Germany C-XI Pressure vessels, boilers and pipelines - M. Prager - United States C- XII Arc welding processes and production systems - B. Lucas - United Kingdom C-XIII Fatigue behaviour of welded components and structures - G.B. Marquis - Finland C-XIV Education and training - U. Hadrian - Switzerland C-XV Design, analysis and fabrication of welded structures - R.E. Shaw - United States C-XVI Polymer joining and adhesive technology - C.-Y. Wu - United States Study Groups SG-2l2 The physics of welding - Y. Hirata - Japan SG-RES Welding research strategy and collaboration - L. Quintino - Portugal Select Committees SC-Air Permanent joints in new materials and coatings for aircraft engineering - T. M. Mustaleski - United States SC-Auto Automotive and road transport - M. Rethmeier - Germany SC-Qual Quality management in welding and allied processes - R. Zwätz - Germany 700 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Extract from the Annual Report 2007 the corresponding key strategies and appropriate actions. This work involving all Chairmen has been finalized and has resulted in an IIW Strategic Plan that can now be diffused worldwide, giving better visibility to its activities and promoting a better image of welding. • The IIW Journal: «Welding in the World» Thanks to the continuous efforts of all the contributors to the IIW Journal, the various Chairmen who recommend and review the published papers and the IIW Secretariat, this IIW bi-monthly publication has progressively improved according to a number of criteria. The various issues are published on time and feature documents in significantly increasing numbers and of higher calibre. Such progress now makes it easier to take the appropriate steps towards the Journal’s recognition in the «Science Citation Index», a wish expressed by many young scientists in particular. The TMB therefore decided to implement an independent peer review procedure for research documents recommended for publication, which started at the 2007 Annual Assembly in Dubrovnik. The first issue of the Journal, including its new research supplement, was sent out in January 2008. It is now expected that after a trial period of one year, “Welding in the World” will be ready to apply for referencing by the Science Citation Index in 2009. Education and Certification International Authorization Board (IAB) The IAB works continuously to realize the following aims: • To provide administrative, secretarial, marketing and promotional support for the IIW systems. • To develop the Education, Training and Qualification systems. • To develop the IIW Certification Systems, implement the IIW Education &Training & Qualification & Certification systems and authorize IIW Authorized National Bodies (ANBs) and Authorized National Bodies for Company Certification (ANBCCs). • Initiate, develop and create harmonized teaching methods, for education and training. The IAB is also considering the addition of Environment and Health and Safety Companies’ Certification Systems to its list of aims. There is presently a task force analysing the required conditions for inclusion of the Certification of International Welding Inspector in the Certification of Welding Personnel. The IAB Secretariat The IAB Secretariat is located in Lisbon (Portugal). Prof. Luisa Quintino Ms. Rute Ferraz Mr. Italo Fernandes Ms. Olga Teixeira IIW IAB Finances The 2007 result will be close to thirteen thousand Euro (€ 13,000), similar to, although slightly lower than, the result for 2006. The number of IIW Diplomas which are sold and awarded is not increasing as much as expected, and consequently, not compensating the loss in income due to the discontinuance of EWF (European Welding Federation) Diplomas in 2007. A decision was therefore made to continue issuing EWF Diplomas. IIW IAB Organization A review of the IAB organization oriented towards the development of new strategies for the IAB and the direct participation of the ANBs in the decisionmaking process was considered necessary for the improvement of IAB business in Member Countries. Therefore, a task force was set up by the IIW Board in January 2008, to review the IAB organization. A proposal will be presented at the upcoming IIW Annual Assembly in Graz. Authorized National Bodies (ANBs) Brazil and India became official ANBs in 2007 and there are now a total of 34 approved ANBs. The United States decided to re-enter the IAB, a decision which was most welcome. Nigeria, Singapore and the United States are the current Applicant ANBs. IAB Group A - Education, Training and Qualification Mr. Christian Ahrens - Chairman of IAB Group A, Germany WGA-2a: Engineer, Technologist, Specialist and Practitioner Guideline, Chairman: Mr. Christian Ahrens Germany) WGA-3a: Welder Curriculum/Welding Instructor Guideline, Chairman: Mr. Carl-Gustaf Lindewald (Finland) WGA-3b: Inspection Personnel Guideline, Chairman: Mr. German Hernandez (Spain) WGA-6a: Distance learning Activities Guideline, Chairman: Doctor Klaus Wichart (Austria) WGA-7a: Welding Designer Guideline, Chairman: Mr. Esa Tikka (Finland) WGA-8a: International Plastic Welder Guideline, Chairman: Doctor Michele Murgia (Italy) The tasks of IAB Group A are to prepare and revise curriculum guidelines and alternative route guidelines and to deal with Distance learning Programmes. Meetings During the last Annual Assembly in Dubrovnik, 60 attendees and delegates represented 35 countries and six documents were discussed. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 701 Extract from the Annual Report 2007 Most significant contributions for 2007 During 2007 the following was accomplished or is ongoing: • A merged guideline for IWE/IWT/IWS/IWP was issued. • A Distance Learning Guideline was reviewed, approved and issued. • The IWIP Guideline was revised. A survey to IAB members was conducted at the end of 2007, to identify the new IIW guidelines to be developed. Destructive Testing and Mechanized Welding were two of the areas identified. The Finnish ANB has launched the first course for IWSD (International Welding Structures Designer). It is foreseen that four others will do same in 2008, which proves the need for the harmonization of these kinds of courses. IAB Group B - Implementation and Authorization Mr. James Guild - Chairman of IAB Group B, South Africa WGB-1: Rules and Operating Procedures, Chairman: Mr. German Hernandez (Spain) WGB-4: Examination Database, Chairman: Mr. Italo José Fernandes (Portugal) WGB-5: Access Conditions Comparison and Assistance to Applicants ANBs, Chairman: Mr. Henk J.M.Bodt (Netherlands) The tasks of Group B are to prepare and revise the Rules and Operational Procedures for implementing the Guidelines, to grant and confirm authorizations of ANBs, to approve Access Conditions and Transition Arrangements and Distance Learning programmes. The IIW Certification Activities are managed by IAB Group B. 702 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Table 6 - IIW cumulated diplomas awarded per qualification level. Table 7 - IIW cumulated diplomas awarded. Most significant contributions for 2007 Group B has put a lot of effort and time into the review of access conditions for each education level in each ANB country. Documents for Company and Personnel Certification Schemes were carefully reviewed. The IIW Secretariat is responsible for the promotion and marketing of these IIW Certification Schemes, in accordance with the agreement between the IIW and the EWF, when the Schemes were transferred to the IAB by the EWF. The Harmonised Examination Database with questions and answers must now be used by the ANBs in 25% of the examination questions. Diplomas sold and awarded in 2007 In 2007, 8.596 IIW diplomas were sold, which is a small increase when compared to 2005 and 2006. During 2007, 6.496 IIW diplomas were awarded which corresponded to an increase of 9% when compared to 2006. These figures are lower than expected considering that new ANBs are entering the system every year. To our surprise very few, less than 1.500 IW (International Welder) diplomas were awarded, which can be compared with 2.5 million welders in the world. In other words there is a huge potential for all ANBs in what regards welders’ qualification. The tables 6 and 7 show the evolution of the IIW diplomas awarded in the last 10 years. 14. – 19.09.2009 Essen/Germania Join us. ESSEN WELDING SHOW Fiera Internazionale Saldare Tagliare Rivestire www.schweissen-schneiden.com Bonding Sealing Applying MESSE ESSEN GmbH Succursale per l’Italia Tel. +39-02-46 71 22 04 [email protected] Pubblicazioni IIS - Novità 2008 Metallurgia e saldabilità degli acciai al cromo molibdeno ed al nichel Indice Capitolo 1. METALLURGIA E SALDABILITÀ DEGLI ACCIAI AL CROMO - MOLIBDENO PER SERVIZIO AD ALTA TEMPERATURA: Introduzione; Caratteristiche metallurgiche; Classificazione e designazioni normative; Saldabilità; Generalità; Criccabilità a freddo; Fragilizzazione da rinvenimento (Temper embrittlement); Fragilizzazione da scorrimento viscoso (Creep embrittlement); Criccabilità da riscaldo (Reheat cracking); Criccabilità a caldo; Processi di saldatura; Materiali d'apporto; Saldature tra acciai di grado diverso; Saldatura con materiali d'apporto austenitici; Saldabilità degli acciai al cromo molibdeno di ultima generazione; Introduzione; Saldabilità. Capitolo 2. METALLURGIA E SALDABILITÀ DEGLI ACCIAI AL NICHEL PER ESERCIZIO A BASSA TEMPERATURA: Introduzione; Metallurgia; Classificazione e designazione degli acciai al nichel: normativa di riferimento; Saldabilità; Acciai a basso tenore di nichel (sino al 3.5% Ni); Acciai ad alto tenore di nichel (5÷9%). Appendice A: MATERIALI D’APPORTO PER LA SALDATURA DEGLI ACCIAI AL CR-MO 2008, 56 pagine, Codice: 101105, Prezzo: € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,00 ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it IIS Didattica Principi per lo studio dei costi di saldatura ** È opportuno segnalare sin d’ora che le informazioni riportate sono mirate soprattutto a fornire alcuni criteri di massima, poiché è estremamente importante che esse siano integrate con dati tecnici ed operativi che sono propri di ogni costruttore. Generalità Uno studio dei costi di saldatura si può ritenere valido ed utile quando impostato tenendo conto di tutte le fasi di lavoro e dei parametri che influenzano direttamente e indirettamente il tempo impiegato per portare a termine la saldatura in un manufatto. Verranno qui considerati alcuni principi generali per il caso, più comune, dei processi di saldatura autogena per fusione. Successivamente saranno presi in esame, a titolo di esempio, alcuni processi di saldatura e, in particolare, la saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti e la saldatura con arco sommerso; l’estensione ad altri processi può essere fatta con criteri analoghi. colare a partire da un’analisi dei disegni costruttivi identificando, giunto per giunto, il volume del cianfrino. Si noti che la presenza del sovrametallo, per quanto sia dal punto di vista strutturale trascurabile, può influenzare anche significativamente il volume totale di metallo da depositare. In assenza di informazioni più precise, esso può essere valutato come un rettangolo avente come larghezza quella del cianfrino in corrispondenza delle superfici accessibili (Fig. 1) e come altezza qualche millimetro (1÷3). Da questo valore si ottiene facilmente il peso del metallo da depositare, nota la densità dello stesso (la Tabella I riporta alcuni dati approssimati per i principali metalli saldati). Questa informazione è utile per l’approvvigionamento del metallo d’apporto, anche se devono essere tenuti in considerazione gli scarti (ad esempio, fino al 40% di un elettrodo rivestito per Criteri generali Con riferimento a processi di saldatura autogena per fusione, il calcolo dei costi è principalmente legato al costo dei consumabili e del personale addetto; eventuali altre voci (energia elettrica, aree di lavoro, apparecchiature e relativi ammortamenti) possono assumere minore significatività e, peraltro, la relativa valutazione non riveste carattere specialistico per la saldatura. Conseguentemente, il primo elemento da tenere in considerazione è il volume del metallo da depositare, che si può cal- 30 20 FCAW GMAW Spalla Metallo base Metallo d’apporto Gola Figura 1 - Volume di metallo da depositare (giunto testa a testa, preparazione a V). * 10 SMAW 100 300 SAW 500 700 900 Intensità di corrente [A] Rateo di depodito [kg/h] Apertura 0 1.200 Figura 2 - Rateo di deposito per differenti processi di saldatura. Redazione a cura della Divisione FOR - Formazione e insegnamento dell’Istituto Italiano della Saldatura - Genova. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 705 Principi per lo studio dei costi di saldatura TABELLA II - Rendimento di processo per i principali processi di saldatura. TABELLA I - Densità dei principali materiali metallici (valori medi). Densità [g/cm3] Metallo Processo -3 Acciaio al carbonio e basso-legato 7.8∙10 Acciaio inossidabile 8.0∙10-3 Leghe di rame 8.6∙10-3 SMAW Rendimento Lunghezza 350 mm 0.55 ÷ 0.65 Lunghezza 450 mm 0.60 ÷ 0.70 Lunghezza 700 mm 0.65 ÷ 0.75 SAW 0.95 ÷ 0.99 Leghe di alluminio 2.8∙10 -3 GMAW 0.90 ÷ 0.97 Leghe di nichel 8.6∙10-3 FCAW 0.80 ÷ 0.98 -3 GTAW 0.95 ÷ 0.99 Leghe di titanio 4.7∙10 la saldatura ad arco può risultare scartato nel mozzicone); si parla, in questo caso, di rendimento del processo (Tab. II). Noto il metallo da depositare, dividendo questo per il rateo di deposito (generalmente espresso in kg/h) proprio del processo utilizzato e della tecnica operativa, si può ricavare il cosiddetto tempo di arco acceso. In particolare è opportuno ricordare che, in termini generali, il rateo di deposito aumenta in funzione di: • un aumento dei valori di corrente a parità di diametro (netto) dell’elettrodo consumabile; • una diminuzione del diametro del consumabile a parità del valore di corrente; • il numero di fili elettrodi; • il valore dello stick-out (ove applicabile) a parità di corrente. Sulla base di questi semplici principi sono stati sviluppati, come noto, particolari varianti dei processi di saldatura mirati ad ottenere produttività migliorata. Poiché ogni attività di saldatura richiede una serie di operazioni complementari (dalla preparazione dei pezzi alla regolazione della macchina, sino al controllo finale) si può definire per ogni procedura di saldatura uno specifico fattore operativo, pari al rapporto tra il tempo di arco acceso ed il tempo totale di saldatura (con valori assunti da 0 a 1 o espresso in percentuale); è proprio a questo punto di vista che si può ricorrere all’automazione che, seppur a diversi livelli, può garantire un incremento in produttività e, dunque, una riduzione dei costi del personale (Fig. 3). È pertanto chiaro che, per ottenere il costo operativo finale, è necessario moltiplicare il tempo di arco acceso per il fattore operativo e, a sua volta, per il costo della manodopera. Saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti Il costo al metro di una saldatura eseguita con il processo manuale ad arco con elettrodi rivestiti è la somma di tre addendi: • costo del materiale d’apporto; • costo dell’energia elettrica; • costo del tempo di esecuzione. Il primo addendo si calcola abbastanza rapidamente una volta noto il numero di elettrodi impiegati e il loro costo unitario. Questo numero viene determinato analiticamente e graficamente con uno dei due metodi descritti in seguito. Livello di automazione Fattore operativo Manuale Semiautomatico Automatico Automatizzato 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Figura 3 - Fattore operativo in funzione del livello di automazione (valori in percentuale). 706 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Il secondo addendo, di limitata incidenza, si calcola una volta nota la massa (in chilogrammi) del metallo d’apporto depositato (che si ottiene con uno dei due metodi indicati) moltiplicando detta massa per 443 kWh/kg e quindi per il costo del chilowattora (si tratta ovviamente di un valore indicativo). Il terzo addendo, infine, è quello di determinazione più complicata. A questo proposito si devono distinguere due tempi di impegno del saldatore: • tempo di lavoro ad arco acceso (“tempo di fusione”), che comprende il tempo di saldatura vero e proprio durante il quale l’arco è acceso; • tempi complementari, che si riferiscono alle operazioni complementari necessarie per l’esecuzione del lavoro. In particolare, le operazioni complementari gravano sul “tempo di fusione” di saldatura e, rispetto ad esso, costituiscono un fattore negativo. Tempo di esecuzione della saldatura Il tempo di esecuzione della saldatura può essere schematizzato nella somma di tre tempi parziali, ciascuno dei quali viene speso per le operazioni elencate di seguito. a) Tempi di preparazione: 1. preparare gli attrezzi all’inizio del lavoro, 2. esaminare il lavoro e ricevere le istruzioni, 3. rifornirsi di elettrodi, 4. regolare la macchina, 5. spostare il pezzo, 6. muoversi intorno al pezzo. b) Tempi relativi a ogni passata: 1. asportare la scoria e pulire il cordone, 2. verificare la saldatura effettuata, 3. eventualmente molare e rifare qualche tratto risultato difettoso. Principi per lo studio dei costi di saldatura c) Tempi relativi a ogni elettrodo: 1. cambiare elettrodo, 2. tempo di riposo, 3. tempo d’arco acceso (o tempo di fusione). Conseguentemente, indicando con a la somma dei tempi di preparazione, con b quella dei tempi di passata e con c quella dei tempi di elettrodo, il tempo totale di saldatura risulta quindi: Tempo di saldatura = a + b x numero di passate + c x numero di elettrodi Tempo di preparazione (a) Il valore del tempo di preparazione a è estremamente variabile ed è strettamente connesso con l’organizzazione dell’officina, l’esperienza del personale e le attrezzature a disposizione. In particolare, esaminando nei dettagli quanto è stato indicato, per quanto riguarda il tempo a si possono fare alcune utili considerazioni. Il tempo per preparare gli attrezzi è correlato con le seguenti operazioni: • rifornirsi di maschera, martellina, scalpello e mola; • collegare la saldatrice alla linea ed eventualmente spostarla da un punto a un altro dell’officina; • verificare l’efficienza della pinza portaelettrodo. La prima operazione è normale, il saldatore generalmente arriva sul posto di lavoro dopo aver ritirato dal suo armadio i suoi attrezzi. Per la seconda operazione è opportuno distinguere il caso in cui esista un posto fisso di lavoro convenientemente attrezzato da quello in cui il lavoro avvenga in luoghi diversi. Nel primo caso questo tempo praticamente non esiste, nel secondo invece esso può essere notevole. Un efficace provvedimento, nell’eventualità di saldature in più luoghi diversi, è disporre opportunamente le macchine saldatrici in posti fissi, con lunghi cavi di pinza e di massa per ridurre al minimo ogni successivo spostamento (compatibilmente con le cadute di tensione nei cavi, che inevitabilmente si verificano quando questi sono troppo lunghi). Questa soluzione presenta aspetti interessanti anche per quanto riguarda la funzionalità e l’economia degli impianti. Infatti si possono così predisporre le varie prese di corrente in armonia con la necessità di altre macchine operatrici, in modo da ottenere una corretta equilibratura del carico sulla rete. La terza operazione non è così banale come può sembrare; un consuntivo del numero delle pinze fuori uso e del tempo di produzione perduto per il cambio di questo attrezzo ha spinto alcuni stabilimenti a dotare ogni operaio di una sua pinza che viene collegata con un innesto rapido al cavo della saldatrice; questo accorgimento si è rivelato molto utile. Il tempo per ricevere le istruzioni necessarie dipende dall’organizzazione dello stabilimento, dal tipo di lavoro (facile, di serie, difficile) ecc. La durata delle operazioni “procurare gli elettrodi e regolare la saldatrice” si può stimare su basi statistiche. Il tempo per spostare il pezzo e muoversi intorno ad esso deve essere considerato con attenzione, tenendo presente l’ambiente di lavoro, i mezzi di sollevamento necessari (e la possibilità di disporne al momento opportuno), la necessità e la disponibilità del personale addetto alla manovra. Questa analisi può frequentemente mostrare la convenienza di costruire posizionatori su cui fissare i pezzi appena puntati per eseguire le saldature, con possibilità di spostare il pezzo nelle varie posizioni mediante un’attrezzatura indipendente. I posizionatori possono essere al tempo stesso maschere di montaggio che permettono, anche a un saldatore inesperto del disegno, il montaggio di parti complesse per le quali si richiede una grande precisione. In questo modo il saldatore ha la possibilità di raggiungere nel lavoro un elevato rendimento per la diminuzione dei tempi di attesa. Tempo relativo a ogni passata (b) Il valore b rappresenta il tempo necessario per la rimozione della scoria e per la pulizia della passata di saldatura. Questa frazione del tempo di saldatura dipende dal tipo di cianfrino e dall’attrezzatura di cui dispone il saldatore. La pulizia delle saldature in cianfrino richiede, di regola, più tempo della pulizia delle saldature d’angolo. Nelle saldature in cianfrino la pulizia della prima passata è più difficoltosa della pulizia delle successive. Comunque è evidente che, a parità di altre condizioni, il tempo di saldatura decresce diminuendo il numero delle passate; ciò significa che per diminuire l’incidenza di questo fattore è utile impiegare, dove tecnica- mente possibile, elettrodi di maggiore diametro. Tempo relativo a ogni elettrodo (c) Il valore c indica la somma del tempo di fusione di un elettrodo rivestito con il tempo per cambiare elettrodo e con il tempo di riposo dell’operatore per elettrodo. Quest’ultimo elemento è stato riferito al singolo elettrodo perché è evidente che l’affaticamento del saldatore è funzione del numero di elettrodi fusi e quindi i periodi di riposo sono proporzionali a questa quantità. Detti periodi di riposo dipendono inoltre dalla “scomodità” della posizione di saldatura e dall’ “affaticamento” di singole membra (braccia, collo, ecc.) o generale che esso provoca. Lo studio delle corrette “posture” di lavoro rientra nel campo più generale della “ergonomia”. Il tempo di fusione di un elettrodo è funzione della corrente elettrica di saldatura e del diametro dell’elettrodo stesso: come già precedentemente accennato, esso diminuisce all’aumentare della corrente e aumenta con il diametro dell’elettrodo rivestito. A parità di diametro è quindi conveniente impiegare le correnti più elevate che il tipo di elettrodo consente. Valori di corrente elevata possono essere utilizzati solo nella saldatura in piano (o, ove applicabile, in posizione verticale discendente). La saldatura nelle altre posizioni posizione richiede, per ottenere una corretta realizzazione, corrente di intensità minore. Tutte le volte in cui è possibile, è quindi conveniente saldare in piano per impiegare l’intensità di corrente più elevata senza arrivare a condizioni limite (riscaldamento eccessivo dell’anima e del rivestimento) che deteriorano le caratteristiche del deposito o diminuiscono la maneggiabilità dell’elettrodo. Per quanto riguarda il numero di elettrodi, è evidente la convenienza di impiegare nella costruzione elettrodi del maggiore diametro compatibilmente con la manovrabilità e accessibilità a fondo cianfrino. Gli elettrodi di maggiore diametro possono essere usati in posizione solo con qualche difficoltà e la riduzione della corrente di saldatura, a causa della posizione, diminuisce o annulla praticamente ogni vantaggio derivante dal loro uso. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 707 Principi per lo studio dei costi di saldatura Ciò conferma quindi che la saldatura in posizione piana risulta la più economica. In ogni lavoro di saldatura è utilissimo uno studio rivolto alla ricerca delle minime sezioni di saldatura, perché ciò non solo diminuisce il costo delle saldature, ma diminuisce anche le deformazioni prodotte e quindi i tempi, sempre notevoli, necessari per eliminarle. Va comunque tenuto presente che è errato ridurre le sezioni di saldatura quando ciò va a scapito dell’accessibilità e della maneggiabilità degli elettrodi. Una limitata accessibilità e una scarsa maneggiabilità significano infatti maggiori difficoltà per il saldatore e pertanto aumentano il pericolo di difetti operativi. E si tenga presente che le riparazioni dei difetti di saldatura portano spesso a un incremento di costi molto elevato. Calcolo analitico del costo di saldatura con elettrodi Come già accenato, il calcolo dei costi dipende prevalentemente dalle spese per gli elettrodi e da quelle della manodopera; in aggiunta, è possibile considerare anche quelle di energia elettrica. Spese per elettrodi Occorre determinare il numero di elettrodi necessari, nelle varie qualità e diametri occorrenti; considerando unitario il rendimento dell’elettrodo, si possono considerare i valori espressi nella Tabella III. Per ottenere il numero reale di elettrodi necessario per apportare 1 kg di materiale, è necessario dividere il numero di elettrodi della tabella per il rendimento effettivo dell’elettrodo particolare. Il numero effettivo totale di elettrodi sarà infine dato dal prodotto del numero di elettrodi necessari a depositare 1 kg di metallo per la massa totale da depositare, frazionata secondo i vari diametri e tipi di elettrodi previsti. Ovviamente il valore del numero di elettrodi indicato nella Tabella III va corretto dividendolo per il rendimento effettivo di ciascun elettrodo. Spese di manodopera Determinato il numero degli elettrodi, si può calcolare il tempo necessario a fonderli e quindi la spesa di manodopera. Il tempo medio di fusione per i vari diametri di elettrodi è riportato sempre nella Tabella III. Come già accennato, tuttavia, il saldatore non salda per tutto il tempo perché deve compiere anche altri lavori quali l’asportazione della scoria, il cambio dell’elettrodo, la regolazione della corrente, ecc. È pertanto opportuno, quindi, far intervenire un fattore operativo (o rapporto di intermittenza di fusione), espresso come rapporto tra il tempo d’arco acceso e il tempo totale che, come noto, può variare assai da un lavoro all’altro e a seconda della posizione della saldatura. A titolo indicativo può essere considerato che per costruzioni leggere esso oscilla tra il 25 ed il 50% se la fabbricazione è in officina, mentre in cantiere assume valori tra il 15 ed il 40%; per costruzioni pesanti in officina (eventualmente con aiuto saldatore) si può arrivare al 40 - 80% mentre in cantiere non si supera il 40%. Per preventivi di larga massima si può ammettere che un saldatore in officina consumi in media in un’ora (per i diametri più correnti): • 15÷20 elettrodi di diametro 3.25 mm; • 13÷18 elettrodi di diametro 4 mm; • 11÷15 elettrodi di diametro 5 mm. Spesa di energia elettrica La spesa di energia elettrica è facilmente determinata una volta nota la massa totale del metallo da depositare. Si hanno infatti, per i moderni posti di saldatura elettrica ad arco e per gli elettrodi ordinari, i valori seguenti: • posti individuali a trasformatore statico o a raddrizzatori: 4÷6 kWh/kg di metallo depositato; • posti individuali a trasformatore e controllo elettronico (inverter): 2÷5 kWh/kg di metallo depositato. Saldatura con arco sommerso Le saldature con questo processo sono realizzate mediante lo spostamento, comandato da un opportuno meccanismo, della testa saldatrice lungo la linea della giunzione (si tratta generalmente di applicazioni automatiche). Varie sono le realizzazioni di questo spostamento. La testa saldatrice montata su un carrello può muoversi lungo un binario parallelamente al giunto (saldature di travi o saldature longitudinali di virole), oppure è possibile che il pezzo da saldare sia messo in movimento da un dispositivo adatto (posizionatore a tavola o a rulli) che sia in grado di fare scorrere il giunto sotto la testa saldatrice. Caratteristica basilare del processo di saldatura in arco sommerso (e in generale di tutti i procedimenti a filo continuo) è quella di poter impiegare elevate densità di corrente e quindi di realizzare elevate velocità di fusione, sia nei confronti del metallo d’apporto sia nei confronti del metallo base. TABELLA III - Caratteristiche di impiego degli elettrodi. Massa depositata [g]* Elettrodo Numero per 1 kg di deposito Campo di variazione della corrente [A] Diametro [mm] Lunghezza [cm] Ideale Escluso lo scarto 2 350 8.6 6.6 151 50 ÷ 80 Corrente Tempi medi media in di fusione piano [A] [s] 65 60 2.5 350 13.4 10.3 97 70 ÷ 100 85 65 3.25 450 29.1 23.9 42 90 ÷ 150 125 70 4 450 44.1 36.3 28 120 ÷ 200 170 85 5 450 68.9 56.7 18 160 ÷ 250 210 105 6 450 99.2 81.6 12 200 ÷ 320 260 125 * Rendimento di elettrodo unitario, mozzicone posto pari a 80 mm 708 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Principi per lo studio dei costi di saldatura L’aumento della velocità di fusione del metallo d’apporto permette di conseguire forti depositi di materiale nell’unità di tempo, mentre l’elevata velocità di fusione del materiale base porta come conseguenza una elevata capacità di penetrazione e un’alta velocità di lavoro. Di conseguenza il processo è indicato nell’esecuzione di saldature su medi e grossi spessori. Con l’impiego di particolari accorgimenti, consistenti soprattutto nel realizzare un adeguato sostegno al rovescio, il processo può essere impiegato anche su spessori abbastanza sottili, consentendo alte velocità di saldatura, in virtù delle elevate potenze sviluppate dall’arco. Il costo al metro di una saldatura è valutabile con gli stessi criteri visti per il processo ad elettrodo rivestito, cioè è la somma di tre addendi: • costo del materiale d’apporto e del flusso, • costo dell’energia elettrica, • costo del tempo d’esecuzione. ll primo addendo si calcola conoscendo la massa per metro di cordone da depositare, tenendo conto che per depositare 1 kg di cordone sono necessari circa 1 kg di filo e 1 kg di flusso. Il valore della massa per metro di cordone del materiale d’apporto può essere determinato con il metodo descritto nei successivi paragrafi. Il costo del materiale d’apporto e del flusso si ricava quindi moltiplicando il valore ottenuto per i rispettivi costi unitari. Il secondo addendo, di limitata incidenza, si calcola una volta nota la massa (in chilogrammi) del metallo d’apporto depositato, moltiplicandola per una costante che vale, di massima, 5 kWh/kg e quindi per il costo del chilowattora. Il terzo addendo, infine, è quello di determinazione più complicata; esso può essere valutato suddividendo secondo il criterio seguente le operazioni necessarie per l’esecuzione di una giunzione. • A = tempo di saldatura ad arco acceso (o meglio, somma dei tempi per l’esecuzione di ogni singola passata, che possono essere differenti tra loro); • B = tempo per posizionare il pezzo da saldare sull’apposita attrezzatura e per rimuoverlo a saldatura avvenuta; • C = tempo per posizionare la testa saldatrice per ogni passata; • D = cambio del filo e rifornimento del flusso. Conseguentemente, il tempo totale per l’esecuzione di una saldatura può essere calcolato secondo la relazione: Tempo di saldatura = = (A + B + C·P + D) / R Ove P rappresenta il numero di passate ed R è un rendimento operativo che tiene in considerazione i tempi morti. Nei paragrafi successivi sono descritti i criteri per la valutazione dei singoli parametri. Tempo di saldatura ad arco acceso (A) e numero delle passate (P) Per la valutazione del tempo A è necessario conoscere, in base alla tecnica di saldatura, il rateo di deposito. Come già visto in precedenza, da questo si può ricavare il parametro A in seguito alla valutazione del metallo da depositare a partire dal volume dei cianfrini. Figura 4 - Nomogramma per determinare i tempi di saldatura con processo ad arco soommerso. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 709 Principi per lo studio dei costi di saldatura Congruentemente, nota la velocità di saldatura (ad esempio espressa in mm/min), si può ricavare il quantitativo di metallo depositato da ogni passata e, quindi, il numero di passate, in base alla relazione seguente: Ove l è la lunghezza della saldatura (espressa in mm), rd è il rateo di deposito (espresso in kg/h) e vsald è la velocità di saldatura (mm/min)*. In alternativa, può essere utile l’impiego di un nomogramma, come quello della Figura 4, strutturato come segue. • Nel quarto quadrante (in alto a sinistra), le rette a inclinazione variabile rappresentano, in funzione dei grammi al minuto depositati dal filo elettrodo, i grammi di deposito per metro di saldatura al variare della velocità di avanzamento (centimetri/minuto) della testa saldatrice. • Nel primo quadrante (in alto a destra) è riportata la curva rappresentativa della massa di metallo depositato al minuto (grammi/minuto) in funzione della corrente di saldatura (ampere). Questa curva a rigore dovrebbe essere caratteristica di un determinato diametro di filo e del tipo di flusso. Si può peraltro tracciare una curva media ricavandone i valori da prove effettuate con diversi diametri di filo elettrodo e diversi flussi. • Sul terzo quadrante (in basso a sinistra) sono rappresentati i minuti necessari per ottenere un metro di saldatura in funzione dei grammi depositati per metro di giunzione al variare della velocità di deposito del filo elettrodo (grammi/minuto). • Il secondo quadrante (in basso a destra), infine, rappresenta semplicemente, in funzione del tempo per metro di saldatura (minuti/metro), il tempo per ottenere n metri di saldatura, corrispondendo ogni retta a un valore di n. Pertanto, l’uso del nomogramma può essere il seguente: si entra nel primo quadrante con la corrente di saldatura espressa in ampere, si prosegue verticalmente fino a incontrare la curva, quindi orizzontalmente fino a determinare il valore della massa di filo fusa al minuto, espressa in grammi/minuto. Si prosegue, 710 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 sempre orizzontalmente, nel quarto quadrante fino a incontrare la retta corrispondente al valore scelto della velocità d’avanzamento della testa saldatrice, espressa in centimetri/minuto, e da tale punto di intersezione si procede verticalmente verso il basso fino a individuare la massa del deposito per metro di saldatura, espressa appunto in grammi/metro. Si continua quindi verticalmente fino a intersecare la retta caratteristica della velocità di deposito in grammi/minuto (il cui valore è già stato trovato in corrispondenza del primo asse verticale) nel terzo quadrante e da tale punto si va orizzontalmente a determinare il tempo, in minuti, necessario a depositare un metro di passata. Il secondo quadrante offre la possibilità di determinare, in minuti o in centesimi di ora (vi sono infatti due diverse scale), il tempo necessario a completare una passata in una saldatura lunga un certo numero di metri. Lo stesso nomogramma può essere utile per ricavare la corrente di saldatura qualora ci si proponga di riempire un cianfrino con un certo numero di passate; in tal caso resta infatti stabilito, per ogni passata, la massa di materiale depositato per ogni metro di saldatura (grammi/metro). È allora sufficiente entrare nel quarto quadrante, partendo, nell’asse orizzontale, con questo valore, salire fino a incontrare la retta individuata dalla velocità d’avanzamento scelta, andare orizzontalmente verso destra fino a incontrare la curva del primo quadrante, e da tale intersezione scendere a individuare il valore cercato di corrente per la deposizione delle passate ipotizzate. Si noti che si può far variare il valore della corrente, a parità di grammi/metro depositati, variando la velocità di avanzamento della testa saldatrice. I valori trovati e assunti, di corrente e di velocità di avanzamento, devono poi essere verificati nell’ambito delle prove per la certificazione della procedura. Tempo di posizionamento del pezzo (B) Il tempo B per posizionare il pezzo da saldare sulle apposite attrezzature è un dato molto importante; esso può essere addirittura decisivo al fine di stabilire la convenienza o meno dell’uso della saldatura automatica in arco sommerso. Il piazzamento del pezzo da saldare sopra le attrezzature della saldatrice può essere facile nel caso di pezzi leggeri per i quali i mezzi di sollevamento sono semplici e sempre disponibili; può essere invece molto complicato nel caso di pezzi pesanti, di forma irregolare, per i quali è necessario l’uso del carroponte e l’impiego di una squadra di manovra. Nel secondo caso può presentarsi la convenienza di servire le saldatrici automatiche con mezzi di sollevamento indipendenti e di dotare il reparto di saldatura di una squadra di manovali, addetti alle manovre di spostamento dei pezzi da saldare. L’assenza di questi mezzi può portare a tempi di attesa così notevoli da ridurre e annullare la convenienza economica dell’impiego di saldatrici automatiche. D’altra parte è opportuno, nel computo del costo della saldatura automatica, tenere conto del costo della squadra di manovra, se questa serve esclusivamente le saldatrici automatiche. La valutazione di questo tempo B è pertanto strettamente connessa con la forma, le dimensioni e il peso dei pezzi da saldare e con l’organizzazione dei reparti di saldatura. Tipicamente, esso può variare da 10 a 60 min per pezzi per i quali si richiede l’impiego di gru e da 2 a 4 min per i pezzi che possono essere spostati a mano. Tempo di posizionamento della saldatrice (C) Il tempo C, per posizionare la testa saldatrice per ogni passata, comprende queste fasi principali: 1. avvicinare la testa saldatrice, 2. disporre il filo elettrodo nella corretta posizione rispetto all’asse del giunto, 3. allineare la direzione dello spostamento della saldatrice con la linea di giunzione, 4. far cadere il flusso, innescare l’arco, avviare e arrestare la testa saldatrice, 5. allontanare la testa saldatrice. Il valore del tempo C si aggira sui 4÷6 minuti ma non bisogna dimenticare che in casi particolari può salire anche notevolmente, specialmente quando le correzioni delle deviazioni durante il percorso della testa saldatrice devono essere fatte manualmente dall’operatore. (*) Evidentemente, questo approccio non tiene in considerazione le differenti velocità di saldature per le passate. Principi per lo studio dei costi di saldatura Tempo di rifornimento di filo e di flusso (D) Il tempo D necessario per cambiare matassa di filo e rifornire la tramoggia della macchina con flusso deve essere considerato composto di due parti, una relativa al rifornimento di flusso (D1) ed una relativa al cambio della matassa di filo nell’aspo (D2). Per il tempo D1 si può esaminare la capacità del serbatoio e il tempo che esso impiega a svuotarsi; supponendo che sia t 0 il tempo necessario per lo svuotamento, se A è il tempo di saldatura ad arco acceso, si avrà che per A / t 0 volte dovrà essere compiuta l’operazione di rifornimento del flusso. Il tempo per rifornire la tramoggia di flusso sia tf (in generale, si aggira attorno ai 3 minuti). Conseguentemente D1 può essere valutato secondo la relazione seguente: Per il tempo D 2 si deve calcolare la massa di metallo d’apporto necessaria per la realizzazione della giunzione (indicata come G). Se G è la massa di una matassa di filo e t e il tempo necessario per la sostituzione di una matassa nell’aspo, si avrà: Tempi morti e rendimento operativo (R) I tempi morti e di riposo devono essere valutati in base a considerazioni statistiche valide nelle condizioni più generali. Si attribuisce a questo tempo un valore che va dal 10 al 20% del tempo di saldatura (tempo A). Naturalmente in condizioni particolari, per esempio saldatura con forte preriscaldo di pezzi di notevoli dimensioni, questo tempo deve essere congruamente aumentato. Conseguentemente, il rendimento operativo R può assumere valori differenti, variabili generalmente tra 0.8 e 0.9. Validità dei metodi di calcolo dei costi Prima di concludere è opportuno osservare che, per una stessa saldatura, i valori ricavabili dalla elaborazione analitica, quelli desumibili da un attento uso dei nomogrammi e quelli effettivi possono presentare differenze, anche sensibili, specialmente per spessori troppo piccoli o troppo grandi. Date le diverse possibilità di impiego dei processi di saldatura per le varie applicazioni (tubi, lamiere, carpenteria, caldereria, navale, ecc.) e per le diverse officine non è in genere possibile o utile fornire tabelle o nomogrammi di validità generale ma ogni officina, a seconda della sua organizzazione, deve eseguire prove particolari per la sua produzione allo scopo di fornire gli elementi base per un rapido ed efficace calcolo dei tempi delle diverse operazioni. Va tenuto presente, inoltre, che per certi procedimenti la preparazione dei lembi può richiedere tolleranze ristrette con costi addizionali a quelli delle normali lavorazioni meccaniche. Un’ultima considerazione va fatta per l’uso di processi speciali: generalmente, nel calcolo dei costi non viene considerato l’ammortamento delle spese di investimento nelle apparecchiature di saldatura che vengono considerate in spese generali. Questo criterio può non essere valido nel caso dei processi più complessi e costosi (plasma, fascio elettronico, laser) o nel caso di applicazioni completamente automatizzate o robotizzate ove l’ammortamento del costo delle apparecchiature non è più generalizzabile sulle varie attività produttive e va preferibilmente considerato nelle applicazioni particolari che hanno richiesto tali investimenti. Il calcolo analitico svolto secondo le formule e i criteri definiti, dunque, presenta imprecisioni dovute al fatto che conserva le stesse semplici formule risolutive per un ampio campo di parametri di saldatura; una migliore precisione può essere ottenuta soltanto se supportata da un’analisi statistica sui dati di produzione caratteristici di ogni fabbricante. The EWF - www.ewf.be European Federation for Welding, Joining and Cutting is an association comprising one member organisation for each country of the European Union and of the European Free Trade Association (EFTA). Observer organisation status is available outside of these areas at the discretion of the EWF. The Federation was formally established on the 1st of January 1992. The EWF Courses' Guidelines cover all professional levels in welding technology and related areas, such as Thermal Spraying, Adhesive Bonding, Plastics Welding and Underwater Welding, leading to recognised qualifications in 34 countries. The EWF system is recognised in Europe and abroad and its adoption outside Europe was established through an agreement signed between IIW - International Institute of Welding and EWF for the development of an international scheme based on the EWF Training Guidelines and Qualification procedures. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 711 CHE COSA E R A F ’ O U P PER TE? www.the-c.it www.osservatoriobeltel.it ia s r a on b b A oggi è facile! Il mensile BELTEL, l’approfondimento indipendente dell’Information Communication Media Technology, informa e orienta su Tecnologie, Strategie d’Impresa, Media e Comunicazione, Economia e Società dell’Informazione. Oggi il magazine della broadband community italiana si arricchisce di nuovi temi, nuove firme, nuovi mezzi di espressione e di comunicazione: Blog, Web Tv, Incontri mensili, Convegni internazionali, Advertising e molto altro ancora. BUNDLING PEOPLE DAL 1995 Buono di ordinazione NOME E COGNOME RAGIONE SOCIALE VIA N. LOCALITÀ PROV. Inoltrare al fax TEL. 02 36581173 Desidero ricevere quanto segue: Per informazioni chiamare il giovedì l’Ufficio Abbonamenti: tel. 0236581151 [email protected] FAX CAP E-MAIL Abbonamento annuale € 60,00 Per il pagamento scelgo la seguente formula: Versamento su c/c p. n° 26649467 intestato a: Bonifico bancario su c/c n. 000000003314 the C’ comunicazione srl intestato a: the C’ comunicazione srl - via Orti, 14 - 20122 Milano su Banca Popolare di Novara - via S. Margherita, 5 - 20121 Milano CAB 01600 - ABI 05608 - CIN N - IBAN IT28N0560801600000000003314 COD. FISCALE O PARTITA IVA (OBBLIGATORIO) FIRMA the C’ comunicazione srl tutela la riservatezza dei dati: la sottoscrizione dell’abbonamento dà diritto a ricevere informazioni ed offerte da parte di the C’ comunicazione srl. Barrare la casella solo se non si desidera ricevere tali offerte. Scienza e Tecnica Ricerca sperimentale per applicazioni della Friction Stir Welding (FSW) su componenti aeronautici ed automobilistici Con il concretizzarsi dei programmi di ricerca sperimentale e sviluppo, finanziati dal Governo Italiano, che prendono spunto dal bando “INDUSTRIA 2015” con i progetti di innovazione industriale “Mobilità Sostenibile - Sistemi di Produzione Flessibile ed Eco-efficienti per Veicoli su Gomma” finalizzato all’industria automobilistica ed il progetto “AMERICA - Advanced Materials Technologies for Innovative Composite Aircraft” finalizzato all’industria aeronautica, gli studi sull’applicazione industriale del processo avanzato Friction Stir Welding (FSW) prenderanno corpo. Dal punto di vista prettamente tecnico, tutte le attività saranno finalizzate allo studio di fattibilità delle giunzioni tra laminati sottili in titanio e tra laminati sottili di acciaio ed alluminio mediante il processo Friction Stir Welding. Come noto, per queste tipologie di giunzione non esiste una esperienza pregressa consolidata e le problematiche metallurgiche, fisiche, meccaniche ed operative che si possono prevedere renderanno sicuramente la sperimentazione molto complessa ma al tempo stesso molto stimolante dal punto di vista scientifico. In termini del tutto generali le problematiche risiederanno principalmente in: • l’elevata temperatura di plasticizzazione del metallo, che deve essere raggiunta mediante attrito; • la difficoltà di trovare materiali per l’utensile in grado di resistere al consumo in condizioni estreme; • la messa a punto di una geometria ottimale per l’utensile; • le elevate pressioni da esercitare sull’utensile; • lo studio e la costruzione delle attrezzature di bloccaggio delle parti da unire; • la giusta ed equilibrata distribuzione del calore tra superficie e spessore interno; • lo studio e modellazione dei parametri e della modalità di saldatura; • il tipo e l’entità del gas e la costruzione delle attrezzature necessarie per la protezione dei giunti; • la messa a punto di sistemi in grado di seguire percorsi non lineari dell’utensile con assoluto mantenimento della profondità di penetrazione; • l’influenza delle fasi microstrutturali e dei composti intermetallici, originati dal processo di saldatura, sulle caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione dei materiali in servizio; • la necessità di indagare la possibile influenza della presenza di trattamenti superficiali dell’acciaio (es. la zincatura nel caso di applicazioni in campo automobilistico) sulla qualità dei giunti; • lo studio degli effetti di eventuali trattamenti termici post saldatura sulle proprietà meccaniche e microstrutturali delle giunzioni; • l’individuazione dei gradi di difettosità delle giunzioni e dei relativi controlli di qualità. Tutte le sperimentazioni dovranno prevedere la produzione di numerosi talloni di saldatura e la loro successiva caratterizzazione chimica, fisica e metallurgica attraverso prove di laboratorio che richiederanno importanti approfondimenti scientifici. Inoltre, date le applicazioni industriali a cui tenderanno le sperimentazioni, sarà necessario condurre le prove anche su campioni che riproducano forme e geometrie dei pezzi reali previsti a progetto. A questo riguardo, la sfida sarà quella non solo di conciliare l’utilizzo di materiali innovativi con una tecnologia di saldatura di sicuro avvenire, ma anche quella di modificare la cultura e la sensibilità tecnica dei progettisti. Dott. Ing. Alberto Lauro Vice Segretario Generale IIS Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 715 Pubblicazioni IIS - Novità 2008 Metallurgia e saldabilità dell’alluminio e delle sue leghe Indice Capitolo 1. GENERALITÀ. Capitolo 2. METALLURGIA DELL’ALLUMINIO E DELLE SUE LEGHE: Generalità; Stati metallurgici di fornitura; Definizioni; Principi di base della designazione; Designazione degli stati metallurgici di base; Caratteristiche delle leghe di alluminio e loro classificazione; Generalità; Alluminio commercialmente puro; Leghe alluminio manganese; Leghe alluminio silicio; Leghe alluminio magnesio; Leghe alluminio magnesio silicio; Leghe alluminio zinco magnesio; Trattamenti termici delle leghe di alluminio; Indurimento per precipitazione; Solubilizzazione; Overheating;Tempra; Invecchiamento; Precipitazione; Sviluppo dei precipitati nel sistema Al - Zn – Mg. Capitolo 3. CARATTERISTICHE MECCANICHE. Capitolo 4. SALDABILITÀ: Generalità; Processi di saldatura; Saldatura con elettrodo infusibile (TIG); Saldatura con elettrodo fusibile (MIG); Saldatura friction stir (FSW); Materiali d'apporto; Difettologia. Appendice 1: ULTERIORI INFORMAZIONI SUGLI STATI DI FORNITURA 2008, 64 pagine, Codice: 101107, Prezzo: € 45,00 Soci IIS - Membri IIS Club, Prezzo: € 36,00 ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Divisione PRN Maura Rodella Lungobisagno Istria, 15 16141 GENOVA Tel. 010 8341385 Fax 010 8367780 Email: [email protected] www.weldinglibrary.com www.iis.it LeggiDecreti e Dal Dlgs. 81/2008 il traghetto dalla “certificazione di sistema” alla conformità legislativa (salvagente per l’impresa?) La disciplina applicabile: in breve sequenza temporale si sono succedute due norme: • L. 123/07 dell’Agosto 2007 • Dlgs. 81/2008 di Aprile 2008. Le problematiche considerate, pur afferendo a stesse situazioni da sanzionarsi hanno una disciplina diversa, proprio in conseguenza di una riedizione della prima disposizione; invero la materia era stata già regolata dalla Legge 123/07 con l’art. 9, che estende l’applicazione delle disposizioni del Dlgs. 8 Giugno 2001 n. 231 ai reati di Omicidio colposo e di Lesioni colpose gravi o gravissime, allorché i reati siano commessi con violazione delle norme antinfortunistiche o sulla tutela della salute sul lavoro. Veniva introdotta e disciplinata dal detto articolo 9 la responsabilità amministrativa degli enti nel settore del reato industriale. Necessità di sintesi non consente se non di ricordare che l’art. 9 in riferimento al Dlgs. 231/2001 fornisce la via per evitare che l’Azienda possa ricadere nelle sanzioni previste: il rimedio consiste: A) nell’istituire all’interno dell’azienda un “modello organizzativo”, di gestione e di controllo tale che garantisca una prevenzione dei potenziali reati conseguenti all’inosservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro B) costituire un comitato di controllo e di vigilanza che sovraintenda realmente all’applicazione del modello organizzativo che si è data l’azienda. Nella sostanza, a prescindere da quanto vien detto infra, la disposizione si allinea alla disciplina della responsabilità degli enti per reati. Come è noto da anni, la disciplina generale dei “compliance programs” è dettata dagli artt. 6 e 7 del Dlgs. 231, che stabiliscono le condizioni di efficacia dei modelli e la loro rilevanza ai fini dell’esclusione della responsabilità dell’ente. Il tema, affrontato dall’art. 30 del Dlgs. 81, è risolto con l’espressione “efficacia esimente”, senza distinguere fra reati commessi dai vertici apicali e reati commessi dai dipendenti dell’ente: quale quindi il ruolo dei modelli di organizzazione? può riferirsi in senso generico ed onnicomprensivo come generale possibilità di ricaduta virtuosa a beneficio dell’ente? Contro l’ introvabile risposta ai dubbi che precedono, è invece di segno opposto l’aspetto dei “requisiti”: traspare evidentemente dal contesto della nuova norma che il modello “ideale” è strettissimo parente del Documento di valutazione dei rischi (cioè gli articoli 17 e 29 del Dlgs. 81, che ripropongono, sia pur con modifiche, l’art. 4 dell’abrogata 626/94). Il che è chiaro e certamente commendevole. La difficoltà cui mi riferisco deriva dal fatto che il Governo, nel predisporre il Dlgs. 81, omettendo di considerare che la soluzione governata dall’art. 9 L. 123/07 è in quanto tale definitiva salva specifica abrogazione, che non può essere consentita ad una legge delegata, la quale non può che limitarsi a sviluppare quanto tracciato nella legge di delega - di fatto ha con suoi articoli ripreso l’argomento e le fattispecie criminose “disponendo in modo diverso”, come se fosse stato delegato a fare ciò, mentre è proprio lo stesso Decreto delegato Dlgs. 81, che allorquando abroga la legge 123/07 si limita ad alcuni articoli ( 2,3,5,6 e 7) e lascia in vita l’art. 9. Dal che deriva il dubbio di costituzionalità degli articoli 2, lett. dd), 30, e 300 dello stesso Decreto. Ometto per brevità i contenuti sostanziali e procedurali degli ultimi citati articoli del testo “delegato” che chiunque potrà agevolmente approfondire, sulla lettura del testo di legge; ma non posso sottacere come un altro fronte di incertezza si apra, questa volta per indeterminatezza della norma novella (art. 30, comma 5), si profili al- Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 717 Leggi e Decreti l’orizzonte, foriera di equivoci e contrasti: l’art. 30 del Decreto, comma 5, prevede che nella “fase di prima applicazione” abbiano a presumersi conformi al primo comma dello stesso articolo i modelli UNI-INAIL (SGSL) del 2001 e BS OHSAS 1801:2007; la norma è veramente infelice perché non precisa se l’impresa, che intenda dotarsi dei modelli ivi nominati, debba provvedere entro un termine [sia pur per ora inespresso], o se anche successivamente se ne possa dotare, anche in epoche successive in futuro e per sempre, purché sia la “prima volta”. Ad aggiungere perplessità, sia pur di interpretazione per coordinamento con il testo del Decreto, vi è da rammentare che sono state pubblicate le nuove Linee Guida prodotte da Confindustria in relazione al Dlgs. 231/01: il Ministero della Giustizia ha approvato questa ultima versione, rilevante ai fini della sicurezza del lavoro, per i reati colposi anzidetti. Il decreto ministeriale reca la data del DUE Aprile 2008. Il Dlgs. è del NOVE Aprile 2008, ma pubblicato in G.U. del 30 Aprile. Il decreto 81/2008 tace su precedenti o successivi “modelli organizzativi” che siano legalmente e quindi efficacemente adottabili dalle aziende: tuttavia rimanda (art. 30, comma 5) alle deliberazioni future della Commissione con- Venezia Lido 21– 22 Maggio 2009 718 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 sultiva permanente prevista dall’art. 6 stesso decreto. Delle nuove Linee Guida Confindustria sottolineerei: a) la definizione di soglia concettuale di accettabilità agli effetti esimenti del Dlgs. 231, rappresentata dalla condotta (involontaria, non dolosa) violativa del modello organizzativo di prevenzione, nonostante la puntuale osservanza degli obblighi di vigilanza; b) la rispondenza dei sistemi dei controlli al Codice Etico, struttura organizzativa, formazione e addestramento, comunicazione e coinvolgimento, gestione operativa, sistema di monitoraggio della sicurezza (riecheggia il riferimento alle Linee Guida UNI-INAIL, soprattutto nella gestione operativa); ma soprattutto, c) la chiara ripartizione di compiti intra aziendali fra le attività dei soggetti responsabili dei controlli in materia di salute e sicurezza (leggasi RSPP) e l’Organismo di Vigilanza: è chiaramente espresso il principio che l’ODV dovrà avvalersi delle professionalità a tal titolo operanti nell’impresa; ciò comporta l’enunciazione di due corollari: - l’esclusione della conferibilità del ruolo di Organismo di vigilanza per reati colposi con violazione delle norme in materia di sicurezza al RSPP; - l’inesistenza per l’Organismo di vigilanza di obblighi di controllo dell’attività, bensì l’esistenza di doveri di verifica della idoneità e sufficienza dei modelli organizzativi a prevenire reati. Un ultimo aggancio al Dlgs. 81 anche per la “informativa di bilancio” che le imprese debbono compilare: in concreto, valutazione del rischio - elaborazione dell’apposito documento - designazione del RSPP. Tale adempimento si ricollega all’art. 2428 C.C. comma 2, con l’informativa dei rischi dettata dal Dlgs. 32/07 che ha dato corpo alla Direttiva comunitaria 51/03. L’art. 2403 C.C. prevede che il collegio sindacale vigili sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto di corretta amministrazione e in particolare sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottata dalla società: indubbiamente prescrive obblighi di vigilanza anche in tema di sicurezza del lavoro. Il che è motivo di apertura di riflessione interdisciplinare fra tutte le competenze che assistono l’attività di impresa. Avv. Tommaso Limardo Consulente industriale giuridico-tecnico Normativa Tecnica Gli Eurocodici Gli Eurocodici sono norme europee (EN) emesse dal CEN, su mandato della Commissione Europea, che forniscono le regole di calcolo per la progettazione delle strutture e quelle per la verifica di conformità dei prodotti strutturali ai requisiti essenziali (resistenza meccanica e stabilità e sicurezza in caso di incendio) richiesti dalla Direttiva europea 89/106/CEE del 21 Dicembre 1988 rela- tiva al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati Membri concernenti i prodotti da costruzione (CPD). Gli Eurocodici sono inizialmente emessi dal CEN come norme sperimentali (ENV) per poi essere pubblicati, dopo un adeguato periodo di prova, come norme europee definitive (EN). Nel 2003 il Comitato permanente per le costruzioni della Commissione europea ha emesso una “Guidance Paper L” per l’elaborazione, l’implementazione e l’utilizzo della nuova edizione EN degli Eurocodici dal titolo “Application and use of Eurocodes”. Attualmente risultano pubblicati dall’UNI i seguenti Eurocodici emessi dal CEN: • Eurocodice 0 - Criteri generali di progettazione strutturale • Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture • Eurocodice 2 - Strutture di calcestruzzo • Eurocodice 3 - Strutture di acciaio • Eurocodice 4 - Strutture composte acciaio-calcestruzzo • Eurocodice 5 - Strutture di legno • Eurocodice 6 - Strutture di muratura • Eurocodice 7 - Geotecnica • Eurocodice 8 - Sismica • Eurocodice 9 - Strutture di alluminio Riportiamo di seguito i titoli delle parti che costituiscono gli Eurocodici di maggior interesse per chi opera nel settore delle strutture saldate. Eurocodice 0 - Criteri generali di progettazione strutturale UNI ENV 1990-1: 2001 UNI ENV 1990-2: 2001 UNI ENV 1990-3: 2001 UNI ENV 1990-4: 2001 UNI ENV 1990-5: 2001 UNI ENV 1990-6: 2003 Parte 1: Regole generali e regole per gli edifici Parte 2: Regole supplementari per componenti e lamiere di spessore sottile formati a freddo Parte 3: Regole supplementari per gli acciai ad alta resistenza allo snervamento Parte 4: Regole supplementari per strutture reticolari realizzate con profilati cavi Parte 5: Regole supplementari per i ponti Parte 6: Regole supplementari per l’acciaio inossidabile Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture UNI EN 1991-1-1: 2004 UNI EN 1991-1-2: 2004 UNI EN 1991-1-3: 2004 UNI EN 1991-1-4: 2005 UNI EN 1991-1-5: 2004 UNI EN 1991-1-6: 2005 UNI EN 1991-1-7: 2006 UNI EN 1991-2: 2005 UNI EN 1991-3: 2006 UNI EN 1991-4: 2006 Parte 1-1: Azioni in generale - Pesi per unità di volume, pesi propri e sovraccarichi per gli edifici Parte 1-2: Azioni in generale - Azioni sulle strutture esposte al fuoco Parte 1-3: Azioni in generale - Carichi da neve Parte 1-4: Azioni in generale - Azioni del vento Parte 1-5: Azioni in generale - Azioni termiche Parte 1-6: Azioni in generale - Azioni durante la costruzione Parte 1-7: Azioni in generale - Azioni eccezionali Parte 2: Carichi da traffico sui ponti Parte 3: Azioni indotte da gru e da macchinari Parte 4: Azioni su silos e serbatoi Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 719 Normativa Tecnica Eurocodice 3 - Progettazione delle strutture di acciaio UNI EN 1993-1-1: 2005 UNI EN 1993-1-2: 2005 UNI EN 1993-1-3: 2007 UNI EN 1993-1-4: 2007 UNI EN 1993-1-5: 2007 UNI EN 1993-1-6: 2007 UNI EN 1993-1-7: 2007 UNI EN 1993-1-8: 2005 UNI EN 1993-1-9: 2005 UNI EN 1993-1-10: 2005 UNI EN 1993-1-11: 2007 UNI EN 1993-1-12: 2007 UNI EN 1993-2: 2007 UNI EN 1993-3-1: 2007 UNI EN 1993-3-2: 2007 UNI EN 1993-4-1: 2007 UNI EN 1993-4-2: 2007 UNI EN 1993-4-3: 2007 UNI EN 1993-5: 2007 UNI EN 1993-6: 2007 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio Parte 1-3: Regole generali - Regole supplementari per l'impiego dei profilati e delle lamiere sottili piegati a freddo Parte 1-4: Regole generali - Regole supplementari per acciai inossidabili Parte 1-5: Regole generali - Elementi strutturali a lastra Parte 1-6: Regole generali - Resistenza e stabilità delle strutture a guscio Parte 1-7: Regole generali - Strutture a lastra ortotropa caricate al di fuori del piano Parte 1-8: Regole generali - Progettazione dei collegamenti Parte 1-9: Regole generali - Fatica Parte 1-10: Regole generali - Resilienza del materiale e proprietà attraverso lo spessore Parte 1-11: Regole generali - Progettazione di strutture con elementi tesi Parte 1-12: Regole aggiuntive per l'estensione della EN 1993 fino agli acciai di grado S 700 Parte 2: Ponti di acciaio Parte 3-1:Torri, pali e ciminiere - Torri e pali Parte 3-2:Torri, pali e ciminiere - Ciminiere Parte 4-1: Silos Parte 4-2: Serbatoi Parte 4-3: Condotte Parte 5: Pali e palancole Parte 6: Strutture per apparecchi di sollevamento Eurocodice 4 - Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo UNI EN 1994-1-1: 2005 UNI EN 1994-1-2: 2005 UNI EN 1994-2: 2006 Parte 1-1: Regole generali - Regole generali e regole per gli edifici Parte 1-2: Regole generali - Progettazione strutturale contro l'incendio Parte 2: Regole generali e regole per i ponti Eurocodice 8 - Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture UNI EN 1998-1: 2005 UNI EN 1998-2: 2006 UNI EN 1998-3: 2005 UNI EN 1998-4: 2006 UNI EN 1998-5: 2005 UNI EN 1998-6: 2005 Parte 1: Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici Parte 2: Ponti Parte 3:Valutazione e adeguamento degli edifici Parte 4: Silos, serbatoi e condotte Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnici Parte 6:Torri, pali e camini Eurocodice 9 - Progettazione delle strutture di alluminio UNI EN 1999-1-1: 2007 UNI EN 1999-1-2: 2007 UNI EN 1999-1-3: 2007 UNI EN 1999-1-4: 2007 UNI EN 1999-1-5: 2007 Parte 1-1: Regole strutturali generali Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l'incendio Parte 1-3: Strutture sottoposte a fatica Parte 1-4: Lamiere sottili piegate a freddo Parte 1-5: Strutture a guscio Dopo il previsto “periodo di coesistenza” con le vigenti norme nazionali, “ogni preesistente specifica del sistema normativo che risulti in conflitto con la norma (europea), e cioè il cui contenuto copre gli stessi argomenti degli Eurocodici, deve essere abrogata e l’ordinamento nazionale deve essere adattato per consentire l’uso delle norme europee”. Come detto, quindi, anche l’Italia sarà obbligata ad adottare, in futuro, gli Eurocodici come proprie norme nazionali che diventeranno pertanto le norme tecniche di riferimento per le costruzioni in Italia ed in Europa. 720 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Resta ancora però da vedere come si realizzerà l’obiettivo comunitario a seguito anche del dibattito sorto dal confronto tra quanto previsto dagli Eurocodici e le norme tecniche contenute nel DM 14 Gennaio 2008, “Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 4 Febbraio 2008, che sostituisce il precedente DM 14 Settembre 2005, e delle sue future applicazioni. Sono state infatti rilevate fondamentali differenze che riguardano in particolare il mantenimento nel DM del metodo delle tensioni ammissibili mentre invece la normativa europea prevede quello degli stati limite. Tali differenze tra DM ed Eurocodici potranno ostacolare l’entrata in vigore di questi ultimi come norme cogenti. Il problema potrebbe essere risolto, secondo quanto indicato dall’UNI, riservando alla normativa nazionale cogente il compito di indicare le sole prescrizioni generali, tese a garantire la sicurezza delle costruzioni, di formulare i requisiti essenziali e definire i parametri di determinazione nazionale, e affidando agli Eurocodici il ruolo di normativa tecnica di riferimento. Geom. Sergio Giorgi (IIS) Salute, Sicurezza e Ambiente Dal dover essere al benessere lavorativo La recente definizione di “salute” del lavoratore, fornita dal Decreto Legislativo n. 81 del 9.04.2008, ha introdotto un’importante innovazione nella dottrina giuridica, esplicitando concetti di benessere in ambito lavorativo che erano stati potenzialmente esposti, ma non sviluppati, nelle precedenti normative. Un antecedente è nella “Carta” del World Health Organization (WHO), dove si chiarisce che per “health” deve intendersi “a state of complete psychical, mental and social well-being”, ponendo, quindi, proprio la stessa formula ora presente nel D.Lgs. 81/2008. La “Carta di Ottawa” del 1986 aveva affermato la necessità di rendere il lavoro come un “ambiente favorevole” alla promozione della salute. Altro accenno alla “salute”completa è contenuto sia nel Codice Deontologico dei Medici Italiani, sia in alcuni studi di Psicologia del Lavoro. A questo proposito ci si domanda perché si sia sempre rivolta l’attenzione alle conseguenze disfunzionali di certi ambienti lavorativi “patogeni”, ricorrendo appunto alla Medicina del Lavoro quando i danni siano già tangibili, mentre sarebbe da sempre stato opportuno prevenire tale “malessere” alla radice, avvalendosi, appunto, non soltanto di Medici ma anche di professionisti della salute mentale. La figura dello psicologo è purtroppo ancora demonizzata come un consulente poco affidabile, in quanto rievoca nell’immaginario collettivo qualcosa di analitico dell’introspezione, che non dialoga con la realtà lavorativa. È su questo stereotipo che dobbiamo modificare i pregiudizi sociali, troppo spesso poco informati o addirittura confusi da pubblicità da rivista. Vorremmo che si comprendesse come è cambiata la professione psicologica, attraverso un più lungo e severo iter formativo, ma anche attraverso una selezione “sofferta” degli obiettivi concreti di applicazione. Certamente perdurano, a scapito della serietà, alcuni territori di “bottegai” della salute mentale, ove è ancora possibile inciampare. Ma c’è un nuovo profilo di consulente psicologico che lavora sul campo e che studia e progetta benessere alla portata di tutti. L’ambito della Psicologia del Lavoro non riguarda soltanto la “selezione del personale”, come spesso si pensa, ma soprattutto la prevenzione e la terapia delle situazioni di malessere lavorativo e sociale. Non è sufficiente osservare fenomeni come ineluttabili effetti collaterali di una realtà che cambia, integrando le differenze etniche o promuovendo demagogie di facili assestamenti, quasi aspettando che qualcosa cambi “senza cambiare” nulla. L’intervento sugli ambienti di lavoro è purtroppo lungo e costoso, ma non per questo si può evitare: proprio perché il cambiamento non si ferma bisogna inseguirlo. Non è neppure economico ostacolarlo. C’è necessità di progettare ambienti di lavoro più flessibili e stimolanti, sebbene la situazione precaria e critica dell’economia mostri il con- trario. Come dire che siccome non c’è lavoro per tutti, quelli che rimangono occupati devono soffrire di più…O comunque devono sentirsi “privilegiati” di avere un’occupazione retribuita. Allora stiamo regredendo ad una fase pre-tayloriana…….Al contrario, garantire qualità e sviluppo al lavoratore è garanzia di capienza per nuove assunzioni. Ricordo un capitolo significativo di un testo sociologico di Robert Merton, “Teoria e struttura sociale” che, pur essendo datato rispetto ai giorni nostri, mi aveva colpito molto per un’originale definizione di un fattore importante, intrinseco alle organizzazioni in genere. L’autore parla di gruppi militari e di status, esempi che potremmo usare come metafore per spiegare meglio un concetto molto sottile, che sta dietro alla “motivazione” al lavoro e alla evoluzione culturale. Citerò qui brevemente alcuni passi dell’interessante studio, per favorire la sintesi: “Il concetto di privazione relativa è particolarmente utile per valutare il ruolo dell’istruzione in rapporto alla maggiore o minore soddisfazione procurata da una posizione o da un impiego, come pure per giudicare alcuni aspetti dell’atteggiamento favorevole o critico nei riguardi dell’esercito…Con aspirazioni ad un livello più elevato di quello dei compagni meno istruiti, l’uomo con un’istruzione superiore aveva maggiormente da perdere, ai propri occhi e a quelli dei suoi amici, se non riusciva a raggiungere una determinata posizione nell’esercito. Quindi, se Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 721 Salute, Sicurezza e Ambiente una meta desiderata non veniva raggiunta, la frustrazione era per lui maggiore.. Il concetto di privazioni e ricompense relative può aiutarci a capire alcuni dei processi psicologici che sono importanti in rapporto a questo problema”. Per tornare al discorso introdotto, è qui descritta soltanto una delle possibili variabili di disadattamento in ambito lavorativo, che non è certo unica e dominante, ma che pesa sulla giusta collocazione delle persone all’interno delle organizzazioni. Sono molto più varie e numerose le cause di stress lavoro-correlato che possono generare sindromi di disadattamento e non è necessario giungere al Disturbo da stress post-traumatico, per rilevare gravi problemi di salute psicofisica nell’individuo. Anche quello “stillicidio” di malessere quotidiano irrisolto e trascurato può portare alla crisi. Per quanto riguarda la scienza dell’organizzazione, da molti anni si è passati dal fulcro della “produttività” a quello della “qualità”, fino a giungere ad una equazione tipo “qualità” + “sicurezza” = produttività (ovvero meno rischi, meno danni). Accenni all’importanza delle relazioni sul lavoro, sia pure con una visione riduttiva e strumentale, sono stati espressi da alcuni studi meno recenti, magari un po’ “americaneggianti”. Le dottrine delle “buone prassi” parlano spesso di “team working”, di “problem solving”, di “customer satisfaction”, tecniche che possiamo comunque apprezzare nel progresso degli ambienti di lavoro, ma che vanno rivisitate e contestualizzate in maniera innovativa attraverso l’integrazione dei “tecnici del comportamento”. Proprio sulla base di questi precedenti e di altri di natura strettamente giuridica, era stata sottolineata, già sotto la vigenza del D.Lgs. n. 626/1994, una tesi “espansiva” riferibile anche agli aspetti relazionali della salute. I nuovi profili di “dover essere” prefigurano profonde conseguenze nella sicurezza aziendale. L’ambiente di lavoro e il datore di lavoro, come garante della sicurezza aziendale sul lavoro, non solo non devono creare le condizioni per l’insorgere di malattie o il verificarsi di infermità, ma devono, in base alla formula di cui all’art. 2, comma 1, lettera o), difendere e valorizzare, nel lavoro, il capitale umano della persona, creandole un 722 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 “humus” idoneo al suo “star bene” nell’ambito lavorativo. Così disponendo, la cura del lavoratore nei profili di benessere, che prima rappresentava una scelta discrezionale e avanzata del datore e della specifica organizzazione aziendale, praticata dalle strutture più “illuminate”, diviene ora “dover essere” giuridico per tutte le realtà di lavoro e per tutti i datori. Di conseguenza, in materia di “sicurezza sul lavoro”sorge la necessità di orientare, in quella “direzione”, l’organizzazione aziendale e la complessiva azione organizzativa e gestionale. Diviene essenziale una rilettura, alla luce della nuova nozione giuridica, di buona parte degli adempimenti previsti nel nuovo provvedimento. Questa è certo una fase cruciale del cambiamento, senza la quale non sarebbe possibile pervenire ad un nuovo equilibrio. Per soddisfare questo “obbligo di benessere”, i poteri direttivo e disciplinare datoriali devono estendersi, funzionalmente, in modo correlato all’estesa nozione di salute, prendendo in considerazione, nella gestione del rapporto di lavoro, i fattori e le situazioni determinanti il benessere/ malessere sul lavoratore. Occorre evidenziare che la novità di grande rilevanza giuridica, ovvero il porre precisi doveri a carico del datore di lavoro, in materia di tutela del benessere individuale, può talvolta scontrarsi con il divieto di indagine datoriale di cui all’art. 8, Legge n. 300/1970, “Divieto di indagine sulle opinioni” o su fatti “non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore”, ma che siano rilevanti ai fini del monitoraggio e della gestione del benessere lavorativo. Vi sono anche implicazioni in materia di trattamento dei dati personali del lavoratore, con evidenti e potenziali rischi di illecite intrusioni di campo dei datori sul piano privato del lavoratore. La privacy dovrà essere delineata sul confine rispetto alla “funzione” affidata al datore di lavoro, ovvero “salvaguardia della salute intesa come benessere pluridimensionale”, e su questo si valuterà la liceità delle sue condotte. Ci si domanda in questo senso come potrà il datore assolvere tali compiti privo di supporti competenti o di strumenti adeguati. È possibile ritenere che, d’ora in poi, oltre alle analisi del clima collettivo riguardanti il benessere organizzativo, lecitamente realizzabili mediante schede anonime, potranno affiancarsi, con totale rispetto della dignità e del diritto alla riservatezza, altri artefatti di rilevazione e d’indagine come, per esempio, colloqui clinici focalizzati a cogliere il livello di benessere individuale, con l’appoggio di professionisti “super partes”. Lo psicologo del lavoro può monitorare la situazione mentale e relazionale dei dipendenti o dei collaboratori attraverso forme longitudinali di controllo, ovvero “lungo l’arco di vita lavorativa” o suggerire tecniche di ottimale gestione delle risorse umane, per non incorrere in pericolose degenerazioni in “burn out” o “mobbing”. Le forme di contratto fra il datore di lavoro e il professionista della salute mentale sono molteplici, a seconda delle necessità e dell’ampiezza della organizzazione di lavoro, e offrono anche uno sgravio di competenze, che altrimenti ricadrebbero ancora sulla figura imprenditoriale. Nella pluralità di culture e di etnie che si trovano oggi integrate è inevitabile che persone diverse, esposte allo stesso stimolo (poniamo un target), reagiscano in modo anche molto diverso, sia per quanto riguarda la risposta comportamentale sia per il vissuto psicologico. Ogni individuo non è esposto ad ogni sollecitazione esterna, come un compito, in modo passivo ma deve filtrare costantemente tutto ciò che succede nel suo accadere. Dall’apprendimento di una mansione alla sua interiorizzazione si sviluppa un percorso attraverso l’esperienza pratica che non esclude affatto l’atteggiamento interiore. La relazione con i colleghi rende ogni lavoro terreno d’appartenenza. E c’è anche un equilibrio, per così dire gerarchico, che si deve formare quasi “naturalmente”, che non può essere forzato o imposto senza il rispetto di requisiti logici. I gruppi di lavoro devono funzionare con il rispetto per le singole peculiarità. Spesso non si riesce a tenere coeso l’impegno perché si travisano alcune variabili che sembrano irrilevanti, ma che invece sono presupposti dell’ingranaggio. Dall’analisi di situazioni incidentali, nelle quali l’errore umano è emerso da un background di disadattamento socio-ambientale, si è quindi sviluppato il sillogismo “benessere lavorativo=soddisfazione; soddi- Salute, Sicurezza e Ambiente sfazione=sicurezza; benessere lavorativo = sicurezza”. Prendersi cura della dimensione mentale del lavoratore non significa accollarsi una responsabilità troppo elevata, quasi quella di un genitore che allevi un figlio. Si parla di “felicità lavorativa” nel senso che la felicità rappresenta anche in termini psicologici: quando l’oggetto ideale coincide con l’oggetto reale, semplicemente. E quindi chiarezza nel “contratto normativo”, ma anche nel “contratto psicologico”, reciproca adesione al “commitment”, fiducia, stima, negoziazione. Al di fuori del lavoro tutto è privacy e questa non può essere giudicata, se non come sfondo dell’individuo che incide molto sulla disposizione d’animo e sul rendimento, ma non può essere manipolata sul lavoro. Se ne deve tenere conto senza mostrare di farlo. La dimensione sociale sul lavoro è una grande porzione di vita della persona. La salute come”bene da proteggere” coincide con il benessere fisico, mentale e sociale. Per quanto riguarda il versante fisico, la dimensione è stata sempre connaturata alla normativa prevenzionale. L’ergonomia promuove la qualità fisica della vita lavorativa individuale. Non è poi così innovativa la posizione giuridica della dimensione “mentale” che aveva colto, attraverso una valorizzazione della “norma di chiusura” rappresentata dal famoso art. 2087, c.c., anche un profilo psichico del lavoratore. L’elemento innovativo è certamente il lato “sociale” della salute che, nella formula di cui all’art. 2, comma 1, lettera o), diventa un elemento ulteriore ed essenziale da perseguire. Così il lavoratore entra nel campo di applicazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro, come soggetto relazionale, in quanto essere avente bisogni sociali, capace o incapace di entrare in rapporto con gli altri e destinatario di comunicazione razionale e simbolica. Nella nuova sicurezza sul lavoro il lavoratore è componente di un gruppo sociale con cui intreccia un dialogo e dal quale assorbe segnali e messaggi che influiscono sul livello di benessere. I colleghi e le altre entità sociali, la struttura organizzativa, i ruoli assegnati e svolti, i sistemi direzionali e gli stili di leadership sono alcuni fattori di ordine sociale che, attraverso l’influenza positiva o negativa sull’equilibrio individuale, rientrano nel campo di analisi e di “azione” del diritto. Pertanto diventano di “rilevanza giuridica” la buona o la cattiva qualità delle relazioni tra indi- vidui e individui, tra individui e gruppi, all’interno dell’ambiente sociale lavorativo. Questo nuovo profilo interpersonale, regolamentato dalla recente normativa, oltrepassa quella concezione dominante della sicurezza sul lavoro basata soprattutto sulla “medicalizzazione” della salute. Da qui scaturiscono nuove necessità, peraltro ancora non contemplate né definite dal TU, quali, ad esempio, di affidare l’ambito della vigilanza a figure competenti professionali più esperte in materia di relazione e gestione delle potenzialità nelle risorse umane. Non è corretto rinunciare ad un restyling così necessario in strutture lavorative che si disgregano dalla propria mission originaria, non tenendo conto del soggetto protagonista del lavoro. Perfino Aristotele aveva capito che l’uomo “è un animale sociale” e che il suo equilibrio naturale non può prescindere dal contesto in cui è inserito. Attraverso la gratificazione intrinseca del vivere nel lavoro, invece del vivere per il lavoro, l’essere porta sé stesso nella vita come prodotto della propria capacità e della propria intelligenza. Dott.ssa Elena Limardo Gruppo “PROGRESS” Psicologa clinica e del lavoro MACCHINE E IMPIANTI UNI ha realizzato una nuova Collana di prodotti elettronici relativi al mondo delle Macchine e Impianti. I nuovi prodotti elettronici UNI - più snelli e mirati nei contenuti e più semplici da usare grazie ad un nuovo motore di ricerca - sono stati ideati per venire maggiormente incontro ai reali bisogni dei clienti. 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Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 723 Dalle Aziende Automazione nella manifattura dell’abbigliamento Come spesso ricordato, benché l’industria tessile rappresenti forse l’esempio più antico di industrializzazione nel senso moderno del termine (il primo cotonificio a Cromford, nel Derbyshire, UK, è solitamente considerato il primo esempio di fabbrica nel senso moderno del termine, le fabbriche tessili del biellese e del bergamasco sono tra i primi esempi in Italia) il livello di automazione raggiunto in questo settore manifatturiero non è completo. Il processo produttivo che porta dalle materie prime ai rotoli di tessuto è già largamente automatizzato, al contrario, le fasi produttive che vanno dal taglio del tessuto alla confezione sono fondamentalmente basate sul lavoro umano, assistito per lo più da macchine da cucire concettualmente non dissimili dalla prima macchina da cucire moderna brevettata da Singer più di un secolo or sono. Gli elevati costi di produzione dovuti al vasto impiego di manodopera è una delle principali ragioni della spinta allo spostamento di questa fase della produzione dai paesi di antica industrializzazione a quelli caratterizzati da un costo della manodopera, attualmente, relativamente molto basso. L’ Europa potrà affrontare con successo la concorrenza dei paesi di recente industrializzazione se saprà, da un lato, ridurre drasticamente il fabbisogno di manodopera non qualificata, dall’altro evolvere verso tecnologie di produzione più efficienti come ad esempio “la pro- duzione di massa personalizzata (mass customization)” mediante il ricorso a metodologie e tecniche di automazione flessibili basate sull’uso di robot. Il progetto di ricerca Leapfrog (www.leapfrog-eu.org) coordinato da Euratex, la federazione europea dell’industria Tessile e Abbigliamento, ed a cui partecipano importanti industrie del settore insieme a università e centri di ricerca europei, sta lavorando ad alcuni obiettivi tra i quali: il miglioramento del processo manifatturiero dell’abito in termini di produttività, efficienza, qualità ed economia; la radicale modifica nel disegno dell’abito che sfrutta Simulazione di movimentazione del tessuto in fase di assemblaggio abito uomo. tecniche di prototipazione virtuale su manichini digitali che ripropongono il morfo-tipo del cliente in simulazione dinamica per valutare comfort e vestibilità dell’abito; la re-ingegnerizzazione del processo di produzione con ricorso a sistemi di automazione intelligenti dei compiti chiave di manipolazione e di assemblaggio dell’abito; la proposta di nuove tecnologie di irrigidimento delle paramonture interne. Tra questi obiettivi è prevista l’automazione parziale delle attività di confezionamento di una giacca formale da uomo, un caso particolarmente complesso che evidenzia molte delle sfide che l’ automazione nel settore comporta. Per l’automazione delle suddette attività si stanno sviluppando nuovi sistemi robotici veloci, estremamente riconfigurabili e destri, capaci di cooperare e di eseguire manipolazioni e operazioni anche complesse su soffici parti in stoffa. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, nell’ambito del progetto, attualmente in corso, si sviluppano: dispositivi metamorfici per la presa e manipolazione efficace e robusta di Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 727 Dalle Aziende parti molli, un manichino riconfigurabile in funzione di taglia e morfologia del cliente e dello stile scelto idoneo a fornire una sorta di imbastitura del capo spalla prima della cucitura ed una testa robotica miniaturizzata di cucitura per il completamento dell’assemblaggio. Le nuove risorse messe a punto saranno integrate in un impianto pilota che sarà ospitato presso la sede di un’importante azienda europea, leader nel settore dell’abbigliamento uomo di alta fascia. Per l’applicazione di riferimento alcune operazioni di maggiore complessità sono probabilmente troppo sofisticate per essere, nel prossimo futuro, affidate esclusivamente ad un sistema robotico ma possono essere svolte in collaborazione, in modo flessibile, efficace ed efficiente, anche dal punto di vista dei costi, da persone e robot adottando le tecniche di cooperazione, in via di sviluppo, abilitanti una automazione antropocentrica con facile e sicura interazione uomomacchina che può facilitare la radicale innovazione del processo di produzione del tessile abbigliamento. Università degli Studi di Genova DIMEC - Dipartimento di Meccanica e Costruzione delle Macchine Via all’Opera Pia, 15 A - 16145 Genova Tel. 010 3532842 - Fax 010 3532298 e-mail: [email protected] www.dimec.unige.it Nuovi investimenti ESAB in Italia Acquisizione dello stabilimento Linkweld di Terni ESAB Saldatura SpA ha acquisito lo stabilimento Linkweld dedicato alla produzione di fili MAG, già appartenente a Femi Metal, situato a Terni. Lo stabilimento ha una capacità produttiva di 16.000 t su tre turni, ed è intenzione di ESAB effettuare ulteriori investimenti per incrementare la capacità fino a 25.000 t nel 2009. In controtendenza rispetto alle politiche di delocalizzazione industriale, ESAB ha dimostrato grande fiducia nella competitività della produzione locale, con il miglioramento continuo della qualità e della produttività, proponendo agli utenti soluzioni tecnologiche d’avanguardia. Questa acquisizione permetterà a ESAB di soddisfare la sempre crescente richie- 728 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 sta di filo MAG, utilizzando questo nuovo flusso produttivo a partire dall’autunno 2008 per tutta l’Europa. Un team di integrazione avrà cura di perseguire il programma di riavviamento dello stabilimento, fermo da qualche tempo, facendo sì che l’integrazione della struttura e dei lavoratori avvenga rispettando le procedure e gli standard del gruppo ESAB, nel pieno rispetto della cultura Health & Safety. ESAB è infatti una delle poche aziende internazionali ad avere acquisito entrambe le certificazioni globali ISO 14001 e OHSAS 18.001. ESAB Saldatura SpA ha iniziato la sua attività in Italia nel 1935, con l’apertura dello stabilimento di Mesero - Milano, recentemente potenziato, dove vengono prodotti oltre 21.000 t/anno di elettrodi per saldatura manuale basici e rutili, fili per saldatura semiautomatica MIG/MAG e fili per saldatura automatica ad arco sommerso. ESAB Saldatura SpA Via Mattei, 24 - 20010 Mesero (MI) Tel. 02 979681 - Fax 02 97289300 e-mail: [email protected] www.esab.it MECFORPACK 2008 Meccanica di precisione, Materiali innovativi, Engineering & Tecnologie, Elettronica, Componentistica per Macchine Automatiche e Sistemi di Confezionamento Conclusa con successo la prima edizione La prima edizione ha saputo mostrarsi al proprio pubblico come una macchina già perfettamente rodata. Un salone giovane e altamente specializzato, caratterizzato da una particolare vocazione all’innovazione. Lo dimostrano i pareri positivi, riscossi tanto tra gli espositori che tra i visitatori. E soprattutto lo dimostrano i numeri. Sono stati 2011 i tecnici, i progettisti e i consulenti di aziende costruttrici e studi di progettazione di macchine e sistemi per il confezionamento che tra il 5 e il 6 Giugno scorsi hanno raggiunto il quartiere fieristico bolognese per prendere parte a MECFORPACK; visitatori altamente qualificati che in fiera hanno avuto l’opportunità di conoscere le nuove tecnologie e le soluzioni d’avanguardia per il settore del packaging proposte dai 108 espositori (per un totale di 217 marchi espositivi). Innovazioni che hanno riguardato tanto le lavorazioni meccaniche di precisione quanto l’elettronica, l’engineering, le tecnologie, i materiali e la componentistica di settore. Il rilievo dato alla cultura di settore Tra i principali fattori che hanno decretato il successo della manifestazione, va sicuramente annoverato il peso riservato dagli organizzatori alla sezione convegnistica. Le cinque macro-aree di interesse in base alle quali sono stati declinati gli incontri - meccanica, materiali, componentistica, elettronica, engineering e tecnologia - hanno infatti permesso di intercettare le più disparate esigenze culturali del comparto. Anche in questo caso sono tutte di segno “più” le valutazioni degli esperti di settore raccolte nei due giorni di incontri. Sia per la qualità degli approfondimenti proposti che per la loro quantità. Tra le tematiche maggiormente apprezzate vanno annoverate: il risparmio energetico e l’efficienza degli organi di trasmissione meccanici; i materiali innovativi; i particolari rapporti tra simulazione virtuale, sviluppo di software e automazione industriale. Così come la riduzione dell’impatto ambientale e la progettazione integrata. Già all’opera per la nuova edizione di MECFORPACK Dato il successo della prima manifestazione, gli organizzatori sono già al lavoro per la seconda. L’obiettivo è consolidare il risultato ottenuto, facendo di Dalle Aziende MECFORPACK la piazza d’incontro privilegiata per i protagonisti della subfornitura destinata agli OEM del packaging. Una fiera che coniughi l’alta specializzazione con la cultura e l’innovazione del comparto. BolognaFiere - Segreteria Organizzativa Mecforpack Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna Tel. 051 282399 - Fax 051 6374014 e-mail: [email protected] www.mecforpack.it Energia per i robot di saldatura La periferica per robot con braccio di processo I robot con braccio di processo o ad albero cavo sono il futuro della saldatura ad arco voltaico. Per lo meno è quanto si aspettano gli esperti in automazione robotica per applicazioni nella costruzione di macchine e nell’impiantistica, nonché nell’industria automobilistica e relativo indotto. Lo confermano il fulmineo diffondersi dei leggeri e rapidi robot con braccio di processo e lo sviluppo del mercato. Oltre alla pluralità di vantaggi offerti da questa nuova generazione di robot, risultano determinanti per i risultati di saldatura i processi e l’attrezzatura per la saldatura. Ciò riguarda innanzitutto il flusso energetico nel fascio cavi, il carrello traina filo, la trasformazione di energia nella torcia e i componenti di processo. Fronius segna in questo ambito punti decisivi grazie al suo pacchetto di sistema perfezionato con periferica con braccio di processo, sviluppato insieme ai produttori leader di robot. Il nuovo pacchetto di sistema o le sue varianti sono concepiti per la combinazione tra robot comuni con braccio di processo e i comprovati sistemi di saldatura TransPulsSynergic. Per gli utenti ciò risulta particolarmente significativo in quanto la famiglia TransPulsSynergic, grazie alle eccezionali caratteristiche di saldatura, detiene la maggior parte delle quote di mercato e vanta quindi la più intensa diffusione tra i robot. I pacchetti di sistema offrono all’utente vantaggi peculiari come programmazione dei robot più economica, semplice e sicura, ridotto carico dei robot e quindi maggiore accelerazione nonché tempi operativi più brevi e maggiore durata dei fasci cavi interni, protetti e attraversati dal mezzo. Dato che il bordo di disturbo del fascio cavi ora è definito, l’operatore può programmare il ciclo di lavoro anche offline. Inoltre la periferica con braccio di processo aumenta l’accessibilità e la possibilità di movimento del robot e consente celle di saldatura più compatte. Aumenta così anche la produttività dei processi lavorativi. Tirando le somme, il pacchetto di sistema incrementa sostanzialmente la sicurezza di processo e la produttività, abbatte i costi e rende prevedibile la durata dei pezzi soggetti a usura. L’utente può scegliere il suo pacchetto di sistema in base al tipo di robot, all’operazione di saldatura e alle altre sue esigenze specifiche. Può scegliere tra sistemi raffreddati a gas o ad acqua e tra gamme di corrente di saldatura rispettivamente fino a 320 o 500 ampere. Le unità di carrelli traina filo sono a comando analogico o digitale. Le torce Robacta al momento sono disponibili per il sistema Push. L’intera attrezzatura per saldatura proposta da Fronius, di concezione tradizionale dal generatore all’ugello della torcia, offre all’utente una soluzione affidabile e senza problemi d’interfaccia. FRONIUS Via Monte Pasubio, 137 - 36010 Zanè (VI) Tel. 0445 804444 / 0362 545564 Fax 0445 804400 e-mail: [email protected] www.fronius.com Dal Progetto all’Oggetto: design, funzionalità ed economicità Eurostampi 2009, a Parma dal 19 al 21 Marzo 2009 Sulla scia del forte consenso suscitato nel corso di questi anni torna anche per la prossima edizione di MECSPE, la fiera internazionale della meccanica specializzata che si terrà a Parma dal 19 al 21 Marzo 2009, l’Unità Dimostrativa “Dal Progetto all’Oggetto”, il tradizionale e atteso appuntamento ospitato all’interno del Salone Eurostampi per far incontrare design, innovazione e tecnologia. Un evento di primo piano in cui gli aspetti tecnici legati alla produzione sposano le istanze estetiche del design più innovativo per la realizzazione, direttamente in fiera con macchine in funzione e sotto gli occhi dei visitatori, di un prodotto di uso comune come l’oggetto scelto per la nuova Unità Dimostrativa: una “molletta”. Il grande merito dell’iniziativa sta proprio nella capacità di coinvolgere tanto gli espositori, che parteciperanno attivamente all’intero ciclo di realizzazione dell’oggetto, dalla fase di progettazione a quella di produzione, quanto i visitatori, che avranno la possibilità di assistere direttamente a tutte le fasi di creazione. Un’occasione unica per verificare come, dietro alla realizzazione anche del manufatto apparentemente più semplice, ci sia un processo e quindi una filiera produttiva con le sue complessità e articolazioni. Quest’anno “la sfida” lanciata dagli organizzatori riguarda la semplificazione delle fasi di realizzazione dello stampo e dello stampaggio di una molletta, progettata e disegnata per essere al contempo gradevole nel design, funzionale nell’uso ed economica nella produzione. La molletta sarà infatti “creata” ex novo in monomateriale plastico (resina acetalica) per stampaggio a iniezione tramite uno stampo a doppia estrazione, ed avrà una forte resistenza all’usura e alla corrosione. L’appuntamento con l’Unità Dimostrativa risulta quindi di particolare importanza per le piccole e medie imprese (Pmi), che in Italia costituiscono circa il 70% della produzione di beni e servizi, e che generalmente non dispongono di sufficienti risorse per investire in R&S. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 729 Dalle Aziende Aziende che possono individuare direttamente in fiera, dal vivo, i processi più idonei a migliorare la produttività dell’impresa, al fine di conseguire e mantenere una posizione di competitività sul mercato nazionale ed internazionale. “È sempre possibile migliorare il processo che porta alla realizzazione di un oggetto sia per quanto riguarda la sua resa estetica sia per quanto concerne le tecniche di produzione e le possibili economie da raggiungere: solo con l’innovazione e un’attenta progettazione possiamo infatti pensare di rendere le nostre creazioni competitive anche verso gli oggetti a basso costo prodotti all’estero e venduti sul nostro mercato - dichiara Emilio Bianchi, Direttore di Senaf. Inoltre, l’Unità Dimostrativa, insieme alle Isole di Lavorazione, assolvono anche all’importante compito di promuovere il trasferimento tecnologico che, a prescindere dall’oggetto prodotto, può fornire indicazioni sulle soluzioni adatte a migliorare l’efficienza produttiva di ogni azienda”. Come da tradizione, le mollette prodotte durante la Fiera saranno distribuite come omaggio ai visitatori insieme a un elegante contenitore, realizzato a partire dall’idea di un giovane designer dell’istituto artistico “Lucio Fontana” di Rho, che consentirà di evidenziare la complessità della lavorazione dello stampo: per la prima volta infatti un particolare significativo dello stampo sarà lavorato direttamente all’interno dell’Unità Dimostrativa su un centro di lavoro a 5 assi di ultimissima generazione. Come sempre saranno numerosi i partner che parteciperanno alla cordata di fornitori del progetto e ognuno metterà a disposizione macchine, attrezzature, informatica e know-how allo stato dell’arte. Accanto alla storica iniziativa “Dal Progetto all’Oggetto”, torneranno anche le “Isole di Lavorazione”, che saranno quasi raddoppiate nel numero rispetto alle 22 presenti nel 2008. Anche qui tutti i visitatori potranno vedere le macchine in esposizione in una situazione dinamica e in un contesto reso realistico dall’organizzazione degli spazi che, allestiti come vere e proprie filiere produttive, offriranno alle aziende partner la possibilità di sviluppare “in real time” un manufatto. Una scelta che ribadisce come MECSPE sia oltre ad “una vetrina espositrice” 730 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 anche e soprattutto una vera e propria “fonte” della conoscenza e di “idee”, dove i diversi operatori del comparto della meccanica possono scambiare know-how e soluzioni per generare nuove opportunità di business e proficue sinergie di sviluppo. I saloni di MECSPE: ben sette sono i saloni che si terranno in contemporanea, rappresentanti ognuno i diversi comparti dell’industria manifatturiera: MECSPE - la città della meccanica specializzata -; Eurostampi e PlastixExpo il mondo degli stampi e dello stampaggio -; Subfornitura - la più grande fiera italiana per le lavorazioni in conto terzi -; Motek Italy - automazione, robotica e trasmissioni di potenza -; Control Italy metrologia e qualità -; Trattamenti e Finiture - macchine, impianti, prodotti e accessori per il trattamento e la finitura delle superfici. PR Help Comunicazione d’Impresa Via Ripamonti, 137 - 20141 Milano Tel. 02 54123452 - Fax 02 54090230 e-mail: [email protected] www.prhelp.it Hypertherm presenta il sistema di taglio plasma portatile più versatile al mondo, in grado di tagliare in produzione spessori fino a 19 mm Powermax45® offre alte prestazioni in un formato portatile Hypertherm, leader mondiale nella tecnologia di taglio plasma dei metalli, lancia il Powermax45®, il sistema di taglio e scriccatura più versatile e più portatile al mondo, in grado di tagliare in produzione spessori fino a 19 mm e di separare lamiere con spessore fino a 25 mm. Powermax45 ® è un sistema monogas (aria o ossigeno) progettato per applicazioni di taglio manuale o meccanizzato. Gli utenti potranno trarre beneficio dalla facilità d’uso del sistema - che pesa solo 15.8 kg! -, dall’eccellente qualità di taglio e dalla lunga durata dei consumabili, che mantiene alta la produttività con bassi costi di gestione. Inoltre, grazie alle ottime prestazioni anche in caso di alimentazione con generatore a motore, il Powermax45® offre la versatilità di potersi spostare dall’officina all’esterno e viceversa. Anche se il Powermax45® ha la potenza sufficiente per tagliare facilmente, quando necessario, spessori maggiori, il costruttore lo consiglia in particolare per gli utenti che, nell’80% dei casi, si trovano a tagliare lamiere con spessore fino a 12 mm. Il sistema è ideale per le applicazioni di taglio e scriccatura in molti settori, tra cui il taglio delle canalizzazioni d’aria per ventilazione ed aria condizionata, la costruzione di camion e rimorchi ed anche la manutenzione di stabilimenti ed attrezzature in genere, nel settore industriale o agricolo. Grazie alla tecnologia brevettata ed all’alta efficienza energetica, il sistema offre prestazioni costanti anche in condizioni di bassa tensione di alimentazione o quando alimentato tramite un motogeneratore. Questa caratteristica - unita al peso contenuto in 15.8 kg - aumenta la versatilità del Powermax45 ® che può essere usato in diversi luoghi. La disponibilità della configurazione monofase lo rende particolarmente utile in alcuni mercati. Inoltre, esso è progettato con un’interfaccia CNC integrata ed un partitore di tensione 50:1 che lo rendono un’ottima soluzione per le applicazioni Dalle Aziende di taglio meccanizzato delle canalizzazioni d’aria e di altri prodotti con spessore fino a 10 mm, spessore che riesce a sfondare facilmente. Il sistema è anche facile da usare. La tecnologia di taglio trascinato brevettata ed i comandi semplici consentono a qualsiasi operatore di prendere immediatamente confidenza con il Powermax45 ®. La macchina è equipaggiata con il sistema di sgancio della torcia più semplice e rapido del settore che consente di passare facilmente da applicazioni manuali ad applicazioni di taglio meccanizzato. Inoltre, contrariamente ai sistemi di ossitaglio, il Powermax45 ® non richiede alcun preriscaldamento del pezzo né alcuna regolazione di gas infiammabili. Le velocità di taglio maggiori e la migliore qualità di taglio del Powermax45®, che comporta meno operazioni di finitura secondarie rispetto all’ossitaglio, aumentano sensibilmente la produttività. La corrente di taglio di 45 A ed il ciclo di lavoro del 50% confermano che il sistema è stato progettato per un vero e proprio utilizzo industriale. La velocità di taglio, la qualità di taglio e le prestazioni affidabili del Powermax45®, combinati con i consumabili a lunga durata, mantengono bassi i costi di gestione. L’unità si aggiunge alla famiglia Hypertherm Powermax di sistemi plasma per il taglio e la scriccatura, manuali o su macchina, monogas, dei metalli con spessori fino a 38 mm. La linea di prodotti Powermax integra le tecnologie della torcia e del generatore leader del settore ed offre alte prestazioni, alta produttività ed un’affidabilità eccezionale con bassi costi di gestione. Per maggiori informazioni sulle funzioni ed i vantaggi del Powermax45®, visitate il sito web: www.powerfulplasma.com HYPERTHERM Europe B.V. Vaartveld, 9 4704 Se Roosendaal (Olanda) Tel. +31 (0)165 596932 Fax +31 (0)165 596901 e-mail: [email protected] www.hypertherm.com/eu mento industriale ad irraggiamento e da alcuni anni sta trasferendo, con successo, le notevoli competenze verso la produzione di riscaldatori ed emettitori ad irraggiamento per forni alimentari, di asciugatura e cottura vernici, tunnel di lavaggio e fosfosgrassaggio. Attenta al risparmio energetico e per completare la sua gamma di prodotti per il settore industriale la Fraccaro propone anche le BARRIERE AD ARIA che consentono di risparmiare energia specialmente dove i portoni rimangono spesso aperti per il carico e lo scarico dei camion. Ad ogni apertura di un portone la temperatura scende di diversi gradi all’interno del locale con conseguenze negative sui consumi del riscaldamento e sul comfort delle persone. Le barriere d’aria DEFENDER bloccano l’entrata d’ aria fredda e così limitano gli sbalzi termici e permettono di ridurre al massimo le dispersioni termiche assicurando un ambiente lavorativo sano. Fraccaro Officine Termotecniche s.r.l. Via Sile, 32 Z.I. 31033 Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423 721003 - Fax 0423 493223 e-mail: [email protected] www.fraccaro.it Nuova gamma di generatori per taglio al plasma della Thermal Dynamics Thermadyne presenta la nuova, innovativa Serie TRUE dei generatori CUTMASTER THERMAL DYNAMICS; questa nuova gamma si compone di 6 generatori con corrente di taglio da 30 a 120 ampere per tagli di qualità da 10 a 40 mm. Cutmaster 10 Cutmaster 12 Cutmaster 20 Cutmaster 25 Cutmaster 35 Cutmaster 40 La nuova serie TRUE™ è stata progettata con la filosofia del taglio di qualità raccomandato, ovvero rispondente alla effettiva vera (TRUE) capacità di taglio ottenuta con la migliore qualità ed alla massima velocità di esecuzione. La serie TRUE, inoltre, dispone di un ulteriore 20-25% di capacità di taglio aggiuntiva, utilizzabile ad una velocità leggermente inferiore per gli spessori maggiori. La potenza disponibile per i tagli di “separazione” offre una capacità fino al 60% superiore rispetto al taglio proposto con filosofia TRUE. Il peso e le dimensioni dei generatori della serie TRUE sono stati drasticamente ridotti, un fattore che facilita notevolmente l’operatore nella movimentazione e nel trasporto del sistema di taglio. Tutti i nuovi generatori hanno un pannello frontale a LED controllato a microprocessore per una diagnostica semplificata. Sul nuovo pannello frontale, oltre ai vari collegamenti, si effettuano tutte le regolazioni di taglio inclusa la taratura della pressione di esercizio, rendendo molto più semplice e confortevole l’utilizzo dell’impianto. Tutti i generatori CUTMASTER della serie TRUE montano la torcia 1Torch® con consumabili brevettati. L’esclusivo sistema ad innesto rapido ATC offre la possibilità di estendere il cavo torcia fino a 30 metri. Con la serie TRUE è stato sviluppato un nuovo ugello da 60 ampere, unico nel suo genere, che permette il taglio a contatto della lamiera per spessori fino a 6 mm, garantendo maggior qualità, solco (kerf) ridotto, maggior velocità, minor effetto termico e maggior visibilità della zona di taglio. I generatori CUTMASTER della serie TRUE sono stati rigorosamente testati Nuove barriere d’aria per capannoni industriali Fraccaro è leader europeo nella produzione di apparecchiature per il riscalda- Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 731 Dalle Aziende per durare nel tempo e sono tutti dotati di un robusto roll-bar di protezione. La garanzia copre il generatore per 3 anni e la 1Torch® per 1 anno. Thermadyne Italia Srl Via Bolsena, 7 20098 San Giuliano Milanese (MI) Tel. 02 9880320 - Fax 02 98281773 www.thermadyne.com GF 20 AVM: la potente soluzione per il taglio e la smussatura di tubi con diametro da 383 mm a 508 mm Il principio di funzionamento della nuova GF 20 AVM per il taglio e la smussatura di tubi in acciaio inox, al carbonio e non legato si basa come sempre sul comprovato e unico sistema di taglio orbitale. Con la GF 20 AVM è possibile tagliare tubi con diametro da 283 mm a 508 mm e spessore fino a 15 mm. A seconda dell’ovalizzazione del tubo, è possibile anche smussarne le estremità. La nuova GF 20 AVM si contraddistingue per numerosi nuovi dettagli: • Tagli perpendicolari con processo di taglio a freddo. • Il sistema di avanzamento motorizzato AVM con il processo di immersione automatico aumenta la durata della lama, ottimizza i risultati del taglio e porta al massimo produttività e convenienza. • Il nuovo motore con numero di giri ottimizzato specifico per acciaio inox e materiali a elevate prestazioni senza ulteriori modifiche alla macchina. • Banco di sollevamento regolabile in altezza e molto robusto con serbatoi di accumulo trucioli inclusi. • Impugnatura ergonomica per una posizione di lavoro più sicura. • Cavo di alimentazione con accoppiamento a vite rapido per una sostituzione facile e comoda del cavo di rete. • Sistema di raffreddamento continuo per una durata superiore della lama e una finitura superficiale del tubo di elevata qualità (opzionale). • Ganasce in alluminio specifiche per la lavorazione di tubi di piccolo spessore (opzionali). I campi di applicazione della GF 20 AVM nel settore dell’impiantistica sono molteplici e spaziano dal settore farmaceutico, chimico, alimentare e delle bevande, alla costruzione di centrali elettriche fino alla costruzione navale. La serie di tagliatubi di Orbitalum Tools, ex Georg Fischer Rohrverbindungstechnik, affermata da 40 anni e molto amata dal pubblico, ha fin da subito imposto lo standard nella lavorazione industriale dei tubi ed è stata costantemente migliorata fino a dar vita, nel 2008, alla nuova serie GF con un nuovo design e tante funzioni innovative. Orbitalum Tools GmbH Freibühlstrasse, 19 78224 Singen (Germany) Tel. +49 (0)7731 792755 Fax +49 (0)7731 792566 e-mail: [email protected] www.orbitalum.com Guida gratuita all’inertizzazione della saldatura Data la natura sempre più sofisticata dei materiali ed essendo gli standard qualitativi sempre più elevati, la necessità di eliminare l’ossigeno durante i processi di saldatura con acciaio inossidabile, titanio e leghe esotiche sta diventando sempre più importante. Tutte le industrie casearie, alimentari, dell’acqua distillata, dei semi conduttori, del GNL, aerospaziali e di altri settori simili concordano nel ribadire che i processi di saldatura devono avvenire in assenza di ossigeno. La Huntingdon Fusion Techniques Limited ha redatto una “Guida all’inertizzazione della saldatura” per aiutare tutti gli addetti alla saldatura, nonché il personale del controllo qualità e del managament a capire cosa comporta l’inertizzazione della saldatura e come eseguire questo processo nel modo più economico possibile e più efficace dal punto di vista tecnico. Potete ricevere gratuitamente la guida contattando: Huntingdon Fusion Techniques Limited Stukeley Meadow - Burry Port Carmarthenshire SA16 0BU (United Kingdom) Tel. +44 (0) 1 554 836836 Fax +44 (0) 1 554 836837 e-mail: [email protected] www.huntingdonfusion.com La saldatura nei francobolli Robot di saldatura (Welding robots) Italia 1983 Svezia 1984 Germania (DDR) 1987 732 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Centro Fiera del Garda Montichiari, Brescia 2 - 4 Aprile 2009 Organizzata da ADExpo Srl Sede commerciale ed amministrativa: Via Brescia 117 - 25018 Montichiari, Brescia Tel. 030 9981045 - Fax 030 9981055 - [email protected] Sede legale: Viale della Mercanzia 142, Bl 2B, Gall. B - 40050 Funo Centergross, Bologna In collaborazione con: Edimet Spa w w w . a l u m o t i v e . i t Mostra Internazionale della Componentistica, della Subfornitura e delle Soluzioni Innovative in Alluminio, Metalli e Materiali Tecnologici per l’Industria dei Trasporti Notiziario Letteratura Tecnica Steel Designers’ Manual Davison B. e Owens G.W., Oxford (Inghilterra) 2005, 244 x 172 mm, 1368 pagine, ISBN-9781405134125, € 67.50 Questo volume rappresenta, in campo internazionale, l’opera più significativa sullo stato dell’arte nel settore della progettazione delle strutture in acciaio. Risultato di un lungo lavoro di collaborazione tra progettisti e ricercatori di fama mondiale, questa sesta edizione, completamente aggiornata e rielaborata, esamina tutti i fattori che influenzano la progettazione e la costruzione di singoli elementi costruttivi quali colonne, travi ed altri e dedica ampio spazio all’analisi di strutture più complesse come ponti ed altre nel settore delle costruzioni civili. Gli argomenti trattati dal volume comprendono: il comportamento metallurgico e meccanico dei materiali, il comportamento e la progettazione di elementi semplici e complessi, i diversi metodi di giunzione, il comportamento dinamico, la progettazione di diverse forme di strutture ed i problemi costruttivi. Il volume non è solamente un’opera di riferimento per specialisti, ma soprattutto un testo di consultazione e di pratica utilità per tutti coloro che si occupano di progettazione e di tecniche di costruzione nel campo delle strutture in acciaio. Blackwell Publishing Ltd., 9600 Garsington Road, Oxford OX4 2DQ (Inghilterra). Telefax +44 (0)1865 714591 http://www.blackwellpublishing.com UNI EN 754-5 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 5: Barre rettangolari, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 754-6 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 6: Barre esagonali, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 754-7 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 7: Tubi senza saldatura, tolleranze dimensionali e di forma (2008). Italia UNI EN 754-8 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 8: Tubi estrusi con filiera a ponte, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 754-1 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 1: Condizioni tecniche di controllo e fornitura (2008). UNI EN 755-1 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 1: Condizioni tecniche di controllo e di fornitura (2008). UNI EN 754-2 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 2: Caratteristiche meccaniche (2008). UNI EN 755-2 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 2: Caratteristiche meccaniche (2008). UNI EN 754-3 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 3: Barre tonde, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 755-3 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 3: Barre tonde, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 754-4 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre e tubi trafilati a freddo Parte 4: Barre quadre, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 755-4 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 4: Barre quadre, tolleranze dimensionali e di forma (2008). Codici e Norme Norme nazionali Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 735 Notiziario UNI EN 755-5 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 5: Barre rettangolari, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 10277-2 - Prodotti di acciaio finiti a freddo - Condizioni tecniche di fornitura - Parte 2: Acciaio per impieghi generali (2008). UNI EN 755-6 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 6: Barre esagonali, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 10277-3 - Prodotti di acciaio finiti a freddo - Condizioni tecniche di fornitura - Parte 3: Acciai per lavorazioni meccaniche ad alta velocità (2008). UNI EN 755-7 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 7: Tubi senza saldatura, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 10277-4 - Prodotti di acciaio finiti a freddo - Condizioni tecniche di fornitura - Parte 4: Acciai da cementazione (2008). UNI EN 755-8 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 8: Tubi estrusi con filiera a ponte, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 755-9 - Alluminio e leghe di alluminio - Barre, tubi e profilati estrusi Parte 9: Profilati, tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 10277-5 - Prodotti di acciaio finiti a freddo - Condizioni tecniche di fornitura - Parte 5: Acciai da bonifica (2008). UNI EN 10302 - Acciai e leghe a base di nichel e cobalto resistenti allo scorrimento (2008). UNI 10954-1 - Sistemi di tubazioni multistrato metallo-plastici per acqua fredda e calda - Parte 1: Tubi (2008). UNI EN ISO 11844-3 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Classificazione delle atmosfere di interni a bassa corrosività - Parte 3: Misurazione dei parametri ambientali che influiscono sulla corrosività in ambienti interni (2008). UNI EN ISO 11846 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Determinazione della resistenza alla corrosione intergranulare di leghe di alluminio adatte al trattamento di solubilizzazione a caldo (2008). UNI EN 12020-1 - Alluminio e leghe di alluminio - Profilati di precisione estrusi, di leghe EN AW-6060 e EN AW6063 - Parte 1: Condizioni tecniche di controllo e di fornitura (2008). UNI EN 12020-2 - Alluminio e leghe di alluminio - Profilati di precisione estrusi di leghe EN AW-6060 e EN AW-6063 Parte 2: Tolleranze dimensionali e di forma (2008). UNI EN 1715-1 - Alluminio e leghe di alluminio - Vergella - Parte 1: Requisiti generali e condizioni tecniche di controllo e fornitura (2008). UNI/TR 11288 - Sistemi di tubazioni di materia plastica in pressione per il trasporto di fluidi - Polietilene (PE) - Raccordi fabbricati (2008). UNI EN 12493 - Attrezzature e accessori per GPL - Serbatoi di acciaio saldato per gas di petrolio liquefatto (GPL) - Progettazione e costruzione di cisterne per trasporto su strada (2008). UNI EN 1715-2 - Alluminio e leghe di alluminio - Vergella - Parte 2: Requisiti specifici per applicazioni elettriche (2008). UNI EN ISO 11303 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Linee guida per la scelta dei metodi di protezione contro la corrosione atmosferica (2008). UNI EN ISO 14175 - Materiali d’apporto per saldatura - Gas e miscele di gas per la saldatura per fusione e per i processi connessi (2008). UNI EN 1715-3 - Alluminio e leghe di alluminio - Vergella - Parte 3: Requisiti specifici per applicazioni meccaniche (esclusa la saldatura) (2008). UNI EN ISO 11463 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Valutazione della corrosione puntiforme (2008). UNI EN 14398-2 - Recipienti criogenici - Grandi recipienti trasportabili isolati non sotto vuoto - Parte 2: Progettazione, fabbricazione, controlli e prove (2008). UNI EN 1715-4 - Alluminio e leghe di alluminio - Vergella - Parte 4: Requisiti specifici per applicazioni in saldatura (2008). UNI EN ISO 7539-8 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Prove di tensocorrosione - Parte 8: Preparazione e utilizzo di provette per la valutazione di giunzioni (2008). UNI EN ISO 7539-9 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Prove di tensocorrosione - Parte 9: Preparazione e utilizzo di provette precriccate per prove in condizioni di carico crescente o di spostamento crescente (2008). UNI EN 10277-1 - Prodotti di acciaio finiti a freddo - Condizioni tecniche di fornitura - Parte 1: Generalità (2008). 736 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 UNI EN ISO 11782-1 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Prova di corrosione a fatica - Parte 1: Prove cicliche a rottura (2008). UNI EN ISO 11782-2 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Prova di corrosione a fatica - Parte 2: Prove di innesco di rottura su provette precriccate (2008). UNI EN ISO 11844-1 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Classificazione delle atmosfere di interni a bassa corrosività - Parte 1: Determinazione e valutazione della corrosività in ambienti interni (2008). UNI EN ISO 11844-2 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Classificazione delle atmosfere di interni a bassa corrosività - Parte 2: Determinazione dell’attacco corrosivo in atmosfere in ambienti interni (2008). UNI EN ISO 15324 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Valutazione della fessurazione da corrosione sotto sforzo mediante prova di evaporazione goccia a goccia (2008). UNI EN ISO 15012-2 - Salute e sicurezza in saldatura e nelle tecniche affini Requisiti, prove e marcatura delle attrezzature per il filtraggio dell’aria - Parte 2: Determinazione della minima portata in volume d’aria necessaria per le bocche di captazione (2008). UNI EN ISO 15614-1 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Prove di qualificazione della procedura di saldatura - Parte 1: Saldatura ad arco e a gas degli acciai e saldatura ad arco del nichel e leghe di nichel (2008). Notiziario UNI EN ISO 15614-3 - Specificazione e qualificazione delle procedure di saldatura per materiali metallici - Prove di qualificazione della procedura di saldatura - Parte 3: Saldatura per fusione delle ghise non legate e debolmente legate (2008). UNI EN ISO 17864 - Corrosione dei metalli e loro leghe - Determinazione della temperatura critica di corrosione puntiforme sotto controllo potenziostatico (2008). UNI EN ISO 21952 - Materiali d’apporto per saldatura - Fili elettrodi, fili, bacchette e depositi per saldatura ad arco in gas protettivo di acciai resistenti allo scorrimento viscoso - Classificazione (2008). UNI EN ISO 22829 - Saldatura a resistenza - Trasformatore- raddrizzatore per pinze di saldatura con trasformatore incorporato - Trasformatore-raddrizzatore operante ad una frequenza di 1000 Hz (2008). UNI EN ISO 24598 - Materiali d’apporto per saldatura - Fili elettrodi pieni, animati tubolari e abbinamenti filo/flusso per saldatura ad arco sommerso di acciai resistenti allo scorrimento viscoso - Classificazione (2008). UNI EN ISO 5817 - Saldatura - Giunti saldati per fusione di acciaio, nichel, titanio e loro leghe (esclusa la saldatura a fascio di energia) - Livelli di qualità delle imperfezioni (2008). USA ASTM A 193/A 193M - Standard specification for alloy-steel and stainless steel bolting materials for high temperature or high pressure service and other special purpose applications (2008). API STD 530 - Calculation of heatertube thickness in petroleum refineries (2008). ASTM A 537/A 537M - Standard specification for pressure vessel plates, heattreated, carbon-manganese-silicon steel (2008). ASTM A 653/A 653M - Standard specification for steel sheet, zinc-coated (galvanized) or zinc-iron alloy-coated (galvannealed) by the hot-dip process (2008). ASTM A 740 - Standard specification for hardware cloth (woven or welded galvanized steel wire fabric) (2008). ASTM E 1212 - Standard practice for quality management systems for nondestructive testing agencies (2008). ASTM E 1742 - Standard practice for radiographic examination (2008). Norme internazionali ISO ISO 3452-1 - Non-destructive testing Penetrant testing - Part 1: General principles (2008). ISO 4995 - Hot-rolled steel sheet of structural quality (2008). ISO 5951 - Hot-rolled steel sheet of higher yield strength with improved formability (2008). ISO 6932 - Cold-reduced carbon steel strip with a maximum carbon content of 0,25% (2008). ISO 10384 - Hot-rolled carbon steel sheet as defined by chemical composition (2008). ASTM E 1815 - Standard test method for classification of film systems for industrial radiography (2008). ISO 12176-2 - Plastics pipes and fittings - Equipment for fusion jointing polyethylene systems - Part 2: Electrofusion (2008). ASME PCC-3 - Inspection planning using risk-based methods (2008). ISO 12718 - Non-destructive testing Eddy current testing - Vocabulary (2008). Norme europee EN EN 10213 - Steel castings for pressure purposes (2008). EN 10340 - Steel castings for structural uses (2008). EN 12517-2 - Non-destructive testing of welds - Part 2: Evaluation of welded joints in aluminium and its alloys by radiography - Acceptance levels (2008). EN 12543-2 - Non-destructive testing Characteristics of focal spots in industrial X-ray systems for use in non-destructive testing - Part 2: Pinhole camera radiographic method (2008). API TR 6AF - Technical report on capabilities of API flanges under combinations of load (2008). EN ISO 12718 - Non-destructive testing - Eddy current testing - Vocabulary (2008). ASTM A 106/A 106M - Standard specification for seamless carbon steel pipe for high- temperature service (2008). EN 15305 - Non-destructive Testing Test Method for Residual Stress analysis by X-ray Diffraction (2008). ISO 15548-1 - Non-destructive testing Equipment for eddy current examination - Part 1: Instrument characteristics and verification (2008). ISO 15548-2 - Non-destructive testing Equipment for eddy current examination - Part 2: Probe characteristics and verification (2008). ISO 15548-3 - Non-destructive testing Equipment for eddy current examination - Part 3: System characteristics and verification (2008). ISO 15549 - Non-destructive testing Eddy current testing - General principles (2008). ISO 21009-1 - Cryogenic vessels Static vacuum-insulated vessels - Part 1: Design, fabrication, inspection and tests (2008). Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 737 Notiziario Corsi IIS Luogo Genova Genova Data 17-20/11/2008 17-20/11/2008 Titolo Ore Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 36 (*) Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 36 (*) Mogliano Veneto (TV) 17-20/11/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 18-19/11/2008 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore/Ispettore per tecnologia SMT in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-38 16 Genova 20-21 e 26-28/11/2008 Corso teorico di specializzazione sull’incollaggio (adhesive bonding) 40 Legnano (MI) 24-27/11/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Mogliano Veneto (TV) 24-28/11/2008 Corso celere in saldatura Mogliano Veneto (TV) 1-5/12/2008 Corso per International Welding Technologist - Parte III Progettazione e calcolo 34 Mogliano Veneto (TV) 1-5 e 9-10/12/2008 Corso per International Welding Engineer - Parte III Progettazione e calcolo 58 Genova 2-5/12/2008 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore per Riparazione e Modifica in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-28 (**) 32 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Ispettore per Riparazione e Modifica in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-28 (°) 24 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore / Ispettore per Riparazione e Modifica in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-28 16 Genova Genova 2-5/12/2008 3-4/12/2008 Organizzatore Istituto Italiano della Saldatura - Divisione FOR Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova Tel. 010 8341371 - Fax 010 8367780 - [email protected] 32 Genova 8-9/12/2008 Corso teorico-pratico di incollaggio di tubi e/o raccordi di PVC-C, PVC-U o di ABS per la qualificazione UNI 11242 16 Genova 9-12/12/2008 Corso per International Welding Practitioner - Parte III Fabbricazione 28 Genova 15-18/12/2008 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 16-17/12/2008 Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore / Ispettore per Crimping in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-26 12 (*) Si tratta del totale delle ore per coloro che non abbiano già frequentato il corso da Operatore e/o Ispettore per tecnologia a foro passante. Per coloro in possesso di tale certificato il corso può essere ridotto fino alla durata di 24 ore. (**) L’accesso a tale corso è riservato a coloro che hanno conseguito la certificazione per Operatore sulle tecnologie a foro passante ed a montaggio superficiale. (°) L’accesso a tale corso è riservato a coloro che hanno conseguito la certificazione per Ispettore sulle tecnologie a foro passante ed a montaggio superficiale. 738 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Notiziario Corsi IIS (segue) Luogo Genova Genova Data 18/12/2008 18/12/2008 Titolo Ore Corso di qualificazione e certificazione nella saldatura in elettronica approvato dall’ESA per Operatore / Ispettore per Wire Wrapping in accordo alla Specifica ECSS-Q-70-30 8 Corso di ricertificazione approvato dall’ESA per Operatore / Ispettore per Crimping e Wire Wrapping in accordo alle Specifiche ECSS-Q-70-26 / ECSS-Q-70-30 8 Mogliano Veneto (TV) 18-19/12/2008 Sicurezza e prevenzione degli infortuni in saldatura - Corso avanzato per responsabili della sicurezza 16 Genova 12-15/1/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 12-16/1/2009 Corso per International Welding Specialist - Parte III Metallurgia e saldabilità 29 Mogliano Veneto (TV) 19-22/1/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Legnano (MI) 19-22/1/2009 Corso teorico-pratico di saldatura di tubi e/o raccordi di PE per il convogliamento di gas, acqua ed altri fluidi (UNI 9737) -- Genova 19-23/1/2009 Corso teorico di specializzazione sull’incollaggio (adhesive bonding) 40 Genova 19-23/1/2009 16-20/2/2009 16-20/3/2009 Corso per International Welding Engineer - Parte I 19-23/1/2009 16-20/2/2009 16-20/3/2009 Corso per International Welding Technologist - Parte I 26-30/1/2009 Corso celere in saldatura Genova Genova Organizzatore -- -32 Corsi di qualificazione per personale addetto alle PND di livello 1, 2 e 3 Esame visivo (VT) Genova 13-14/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 15/1/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Genova 19-20/1/2009 Modulo Specifico saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Priolo (SR) 20-21/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 22/1/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Mogliano Veneto (TV) 27-28/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 27-28/1/2009 Modulo Specifico saldatura per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 12 Mogliano Veneto (TV) 29/1/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 8 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 739 Notiziario Corsi di qualificazione, ecc (segue) Esame radiografico (RT) Priolo (SR) 18-20/11/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 24 Genova 9-12/12/2008 Modulo Specifico operatore tecniche speciali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 13-14/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 20-21/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 27-28/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame ultrasonoro (UT) Mogliano Veneto (TV) 25-27/11/2008 Mogliano Veneto (TV) Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 24 2-5/12/2008 Modulo Specifico operatore tecniche convenzionali per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 16-19/12/2008 Modulo Operatore tecniche semiautomatiche ed automatiche per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 32 Genova 13-14/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 20-21/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 27-28/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame con particelle magnetiche (MT) Genova 25-26/11/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 11-12/12/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 13-14/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 13-14/1/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 20-21/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 21-22/1/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 27-28/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Esame con liquidi penetranti (PT) Genova 18-19/11/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 2-3/12/2008 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Genova 13-14/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Legnano (MI) 15-16/1/2009 Modulo di Metodo per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Priolo (SR) 20-21/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 Mogliano Veneto (TV) 27-28/1/2009 Modulo di Base per livello 2 UNI EN 473/ISO 9712 16 740 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Notiziario Corsi di altre Società Luogo Data Titolo Organizzatore Provaglio d’Iseo (BS) 17-18/11/2008 Gestire l’organizzazione per processi: persone, attività, tempi e costi - Patrocinio UNI AQM (Provaglio d’Iseo - BS) Tel. 030 9291781; fax 030 9291782 [email protected] Brescia 17-21/11/2008 Corso di specializzazione sulle tecniche innovative del metodo Ultrasuoni - C.B. Scan, TOFD, Phase Array, Guided Waves AIPnD (Brescia) Tel. 030 3739173; fax 030 3739176 [email protected] Napoli 17-21/11/2008 Valutatori dei sistemi di gestione per la qualità AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano 17-28/11/2008 Programma di addestramento raccomandato per l’esame di radiografia di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Milano 18/11/2008 Valutazione del rischio vibrazioni negli ambienti di lavoro Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Roma 20-21/11/2008 La gestione dei laboratori di prova e taratura secondo la norma ISO / IEC 17025 AICQ-CI (Roma) Tel. 06 4464132; fax 06 4464145 [email protected] Roma Milano 21/11/2008 12/12/2008 Comunicazione e Risk Management nei sistemi di gestione ambientale ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Milano 24/11/2008 Applicazione della Direttiva PED 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione - Corso base Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Milano 24/11/2008 Esposizione al rumore sul lavoro - Le novità della norma UNI 9432:2008 Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Bologna 24-25/11/2008 Le apparecchiature di misura: la gestione e la stima dell'incertezza di misura CERMET - Servizio Formazione (Bologna) Tel. 051 764811; fax 051 764902 [email protected] Mestre (VE) 25-26/11/2008 Le norme ISO 9000:2005 ed il sistema di gestione per la qualità AICQ-Triveneta (Mestre - VE) Tel. 041 951795; fax 041 940648 [email protected] Milano 26/11/2008 Integrare il sistema di gestione per la qualità con il modello del D.Lgs. 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Provaglio d’Iseo (BS) 27/11/2008 Integrare il sistema di gestione per la qualità con il modello del D.Lgs. 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche Patrocinio UNI AQM (Provaglio d’Iseo - BS) Tel. 030 9291781; fax 030 9291782 [email protected] Napoli 27-29/11/2008 Corso base per la conduzione delle verifiche ispettive interne ambientali secondo le norme ISO 19011 e ISO 14001 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Milano 1-2/12/2008 Redazione del Manuale Qualità e delle Procedure e le novità della ISO 9001:2008 ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Torino 1-2/12/2008 Taratura e incertezza di misura ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 741 Notiziario Corsi di altre Società (segue) Luogo Data Milano 1-3/12/2008 Roma Milano 1-3/12/2008 17-19/12/2008 Napoli Titolo Organizzatore Ingegneria di manutenzione Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Auditor / Responsabili gruppo di audit interni di SGQ nei laboratori di prova ANGQ (Roma) Tel. 06 5915028; fax 06 5914834 [email protected] 2-3/12/2008 Trattamenti superficiali dei metalli, prove di laboratorio e di accettazione AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Napoli 3-4/12/2008 Il sistema qualità nei laboratori di prova secondo la norma UNI CEI EN ISO / IEC 17025:2005 AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Napoli 9-10/12/2008 Corso per datori di lavoro che possono svolgere direttamente i compiti propri del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Napoli 11-13/12/2008 I sistemi di gestione della sicurezza: le norme OHSAS 18001, UNI 10617 e le Linee Guida UNI-INAIL AICQ-M (Napoli) Tel. 081 2396503; fax 081 6174615 [email protected] Provaglio d’Iseo (BS) 15-17/12/2008 e 12-21/1/2009 Il sistema di gestione qualità in saldatura secondo la UNI EN ISO 3834:2006 - Corso base con applicazioni pratiche AQM (Provaglio d’Iseo – BS) Tel. 030 9291781; fax 030 9291782 [email protected] Milano 15-19/12/2008 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con correnti indotte di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Milano 16/12/2008 Valutazione globale di conformità alla Direttiva PED 97/23/CE – Il punto di vista del fabbricante, dell’ente terzo, dell’utilizzatore Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Milano 17/12/2008 Applicazione del Decreto 1° Dicembre 2004, n. 329. Criteri generali per la gestione degli impianti industriali Centro Formazione UNI (Milano) Tel. 02 70024464; fax 02 70024474 [email protected] Milano 12-16/1/2009 Programma di addestramento raccomandato per l’esame con liquidi penetranti di 2° livello secondo EN 473 CND Studio Sas di Gino FABBRI & C. (Milano) Tel. 02 341649; fax 02 341205 [email protected] Cosa sono i TLV ? I TLV (Threshold Limit Value / Valore limite di soglia), sono i valori limite di esposizione a sostanze ritenute pericolose disperse nell’aria, elaborati dall’Associazione degli Igienisti Americani (ACGIH) e generalmente espressi in parti per milione. Al di sotto di tali limiti è possibile rimanere esposti senza alcun effetto negativo per la salute; non è comunque da escludere che alcuni individui particolarmente sensibili ad un dato elemento possano comunque riportare danni. Più il TLV è basso e più una sostanza è pericolosa. Gli Igienisti americani, al fine di avere una migliore classificazione del rischi derivanti dalle sostanze inquinanti, hanno suddiviso i TLV in tre categorie: TLV-TWA (time-weighed average): E’ il valore limite degli inquinanti presenti nell’aria per un'esposizione prolungata (8 ore al giorno per 40 ore a settimana). TLV-STEL (short-term exposure limit): E’ il valore limite degli inquinanti per esposizioni occasionali di breve durata (massimo 15 minuti consecutivi e non più di 4 esposizioni nelle 24 ore). TLV-C (ceiling): E’ il valore limite massimo. Rappresenta quella concentrazione che non non deve essere mai superata, neppure per un istante. 742 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Notiziario Mostre e Convegni Luogo Data Titolo Organizzatore Kyoto (Giappone) 16-18/11/2008 8WS - Innovation in Welding and Joining for a New Era in Manufacturing Japan Welding Society (Tokyo - J) Tel. +81 3 3253 0488; fax +81 3 3253 3059 [email protected] Dammam (Arabia Saudita) 17-19/11/2008 SAOGE - Saudi Arabia International Oil & Gas Exhibition & Conference IES Srl (Nepi - VT) Tel. 0761 527976; fax 0761 527945 [email protected] Cardiff (Galles) 18/11/2008 Thermal and Cold Spray Coatings TWI (Cambridge - UK) Tel. +44 1223 899000; fax +44 1223 892588 [email protected] Bussolengo (VR) 19/11/2008 La norma europea EN 1090: cosa cambia per i costruttori in acciaio Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Legnano (MI) 24/11/2008 D.Lgs. 81/2008 - Adempimenti per la sicurezza: le implicazioni dal 1 Gennaio 2009 per le aziende e i datori di lavoro Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] 25-28/11/2008 SICURTECH EXPO - Salute e Sicurezza sul lavoro Fiera Milano Tech (Milano) Tel. 02 3264373; fax 02 3264284 [email protected] Wolverhampton (Inghilterra) 26/11/2008 Technical Seminar - “Innovations in flash butt welding of rail” TWI (Cambridge - UK) Tel. +44 1223 899000; fax +44 1223 892588 [email protected] Fürth (Germania) 3-5/12/2008 International Symposium on NDT Aerospace German Society for Non-Destructive Testing (Berlin - D) Tel. +49 30 678 07-121; fax +49 30 678 07-129 [email protected] Leeds (Inghilterra) 4/12/2008 Workshop - “Welding Co-ordination Requirements for Structural Fabrication” TWI (Cambridge - UK) Tel. +44 1223 899000; fax +44 1223 892588 [email protected] Kyoto (Giappone) 9-12/12/2008 19th International Acoustic Emission Symposium Japanese Society for Non-Destructive Inspection (Tokyo - J) Tel. +81-3-5821-5101; fax +81-3-3863-6524 [email protected] UNI/TS 11300-1:2008 - Prestazioni energetiche degli edifici Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Rho (MI) Genova 11/12/2008 Tiruchirappalli (India) 11-13/12/2008 SOJOM 2008 - International Symposium on joining of materials Bharat Heavy Electricals Limited (Tiruchirappalli - India) Tel. +91 94425 03075; fax +91 431 2520770 [email protected] Chennai (India) 11-14/12/2008 Alucast 2008 Aluminium Casters' Association of India (Pune - India) Tel. +91 20 25674455; fax +91 20 25672555 [email protected] Milano 16/12/2008 Adempimenti e novità nel settore della costruzione e dell’esercizio delle attrezzature e degli impianti a pressione Istituto Italiano della Saldatura (Genova) Tel. 010 8341373; fax 010 8367780 [email protected] Dubai (Emirati Arabi Uniti) 10-13/1/2009 TEKNO 2009 - 9th Arab International Trade Show & Conference for Industrial Machinery, Metalworking & Machine Tools Industry Al Fajer Information & Services (Dubai - UAE) Tel. +971 4 340 6888; fax +971 4 340 3608 [email protected] Tokyo (Giappone) 28-30/1/2009 1st Int’l Automotive Electronics Technology Expo Reed Exhibitions Japan Ltd (Tokyo - J) Tel. +81 3 3349 8502; fax +81 3 3349 4900 [email protected] Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 743 200.000 volte informati Il sistema di informazione e di marketing messo a punto da Com-Media S.r.l. per lo sviluppo dell’industria idrica e del gas viene utilizzato ogni anno da oltre 200.000 operatori italiani ed esteri Il portale internet www.watergas.it con oltre 200.000 visitatori annui è lo strumento di informazione e lavoro per tutti gli operatori interessati allo sviluppo dell’industria dell’acqua e del gas in Italia; Gli annuari AcquAgenda e GasAgenda con una diffusione di 7500 e 5000 copie rispettivamente, sono la versione stampata che contiene tutti i dati presenti sul portale www.watergas.it per una consultazione rapida e sempre disponibile; Le banche dati dei gestori italiani dell’industria idrica e del gas sono lo strumento per trasformare la visibilità offerta dagli annuari e del portale internet in programmazione dell’attività di marketing e sviluppo dei contatti. 700 aziende che offrono prodotti e servizi per la progettazione, costruzione e gestione delle reti e degli impianti per l’industria dell’acqua e del gas già utilizzano gli strumenti del sistema informativo di Com-Media per mantenere o attivare i contatti con i propri clienti attuali e potenziali. La tua azienda è già presente nell’elenco dei “Prodotti e Fornitori” di www.watergas.it ? Inserire i dati di contatto della tua azienda e abbinarli alle categorie dei prodotti offerti è facile, libero e gratuito. La tua azienda è già presente sugli annuari di Com-Media o ha mai usato i censimenti dei gestori delle reti idriche e gas? Questi e altri strumenti per dare visibilità alla tua azienda e per creare le condizioni favorevoli allo sviluppo della tua attività commerciale sono disponibili a tariffe particolarmente convenienti. watergas.it LA COMUNITA’ ON LI N E D EI T EC N I C I P RO F E SSIO NISTI DELL’INDUSTRI A I TALI A N A D EL GA S E DE L L’ A CQ UA Com-Media S.r.l. - via Serio, 16 - 20139 Milano (MI) - Tel. 02 56810171- Fax 02 56810131 - [email protected] - www.watergas.it Ricerche Bibliografiche Dati IIS-Data Corrosione sotto tensione (Stress Corrosion) (2007-2008) Stress corrosion cracking behavior of alloys in aggressive nuclear reactor core environments di WASA G.S.e ANDRESEN P.L. «Corrosion», Gennaio 2007, pp. 19-45. Acciai inossidabili austenitici; acqua; alta temperatura; condizioni ambientali; condizioni di servizio; corrosione; corrosione intergranulare; criccabilità; distensione delle tensioni; fattori di influenza; industria nucleare; microstruttura; proprietà chimiche; recipienti in pressione; resistenza alla rottura per scorrimento; rischi dovuti all’irraggiamento; scorrimento a caldo; tensocorrosione. Pushing the limits of metals in corrosive oil and gas well environments di RHODES P.R. et al. «Corrosion», Gennaio 2007, pp. 63-100. Acciai ad alta resistenza; acciai al C; acciai basso-legati; acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai inossidabili indurenti per precipitazione; acciai inossidabili martensitici; condizioni ambientali; condizioni di servizio; corrosione; gas acidi; idoneità all’impiego; impianti; industria chimica; industria petrolifera; infragilimento da idrogeno; leghe di nichel; prove di corrosione; solfuri; tensocorrosione. Creep failure of admiralty brass tubes in an after-cooler di CHANDRA K. «MP», Gennaio 2007, pp. 52-56. Alta temperatura; corrosione intergranulare; criccabilità; leghe di rame; metallografia; microstruttura; ottoni; scambiatori di calore; scorrimento a caldo; tensioni residue; tensocorrosione; tubi. Chloride stress corrosion cracking of UNS S20910 stainless steel di GOLESTANIPOUR M. e MOSTOFI J. «MP», Gennaio 2007, pp. 58-60. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; alogenuri; composizione chimica; controllo visivo; corrosione; corrosione per vaiolatura; criccabilità; metallografia; tensocorrosione. Stress corrosion cracking of carbon steels and low alloy steels di NAKAYAMA T. «Weld. Int.», Febbraio 2007, pp. 89-94. Acciai al C; acciai basso-legati; alta temperatura; carico di trazione; condizioni di servizio; corrosione intergranulare; corrosione transgranulare; criccabilità; giunti saldati; impianti; industria chimica; infragilimento da idrogeno; resistenza a fatica; solfuri; tensioni; tensocorrosione. Stress corrosion cracking of stainless steels di KANEKO M. «Weld. Int.», Febbraio 2007, pp. 95-99. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; acciai inossidabili ferritici; acciai inossidabili martensitici; alta temperatura; carico di trazione; condizioni di servizio; corrosione intergranulare; corrosione per vaiolatura; corrosione transgranulare; giunti saldati; prove di corrosione; tensioni; tensioni residue; tensocorrosione. Effect of molybdenum and chromium addition on the susceptibility to sulfide stress cracking of high-strength, low-alloy steels di KOH S.U. et al. «Corrosion», Marzo 2007, pp. 221-230. Acciai ad alta resistenza; acciai basso-legati; acciai per condotte; aggiunte di Cr; aggiunte di elementi di lega; aggiunte di molibdeno; condotte; corrosione; criccabilità; fattori di influenza; idrogeno diffusibile; microstruttura; proprietà meccaniche; solfuri; tensocorrosione; trattamento termo-meccanico. Heat-affected zone sensitization and stress corrosion cracking in 12% chromium type 1.4003 ferritic stainless steel di DU TOIT M. et al. «Corrosion», Maggio 2007, pp. 395-404. Acciai inossidabili; acciai inossidabili ferritici; apporto termico specifico; bassa temperatura; ciclo termico; corrosione intergranulare; corrosione per vaiolatura; criccabilità; microstruttura; operazioni in servizio; tensocorrosione; ZTA. Stress corrosion cracking of alloy 400 in copper sulfate solution di BARNES A. et al. «Corrosion», Maggio 2007, pp. 416-418. Corrosione; corrosione intergranulare; criccabilità; industria nucleare; monel; rame; recipienti in pressione; tensocorrosione. Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 745 Ricerche Bibliografiche Mechanical and environmental influences on stress corrosion cracking of an X-70 pipeline steel in dilute near-neutral pH solutions di FANG B. et al. «Corrosion», Maggio 2007, pp. 419-432. Acciai per condotte; azoto; CO 2 ; condotte; corrosione; corrosione transgranulare; fattori di influenza; frattografia; gas naturale; industria petrolifera; prove di corrosione; tensocorrosione. FKM guideline “Fracture mechanics proof of strength for engineering components” - Overview and extension topics (IIW-1807-07, ex-doc. X-1600-06) di PYTTEL B. et al. «Weld. World», Maggio-Giugno 2007, pp. 85-93. Carico; corrosione; meccanica della frattura; raccomandazioni; regole; rotture; tensocorrosione; valutazione. Improved pitting corrosion resistance of cold worked and thermally aged AISI type 316 L(N) SS by laser surface modification di SUBBA RAO R.V. et al. «Surface», Marzo-Aprile 2007, pp. 83-92. Acciai inossidabili austenitici; corrosione; corrosione intergranulare; corrosione per vaiolatura; freddo; fusione; indurimento superficiale; lavorazione dei metalli; metallografia; microstruttura; ricarica laser; tensocorrosione. Continuous monitoring of back wall stress corrosion cracking growth in sensitized type 304 stainless steel weldment by means of potential drop techniques di SATO Y. et al. «Journal PVP», V. 84, N. 5/2007, pp. 274-283. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; altri metodi di prova; analisi con elementi finiti; campo elettromagnetico; controllo con correnti indotte; controllo non distruttivo; criccabilità; cricche di fatica; industria nucleare; propagazione delle cricche; proprietà meccaniche; prove di corrosione; saldatura TIG; saldature testa a testa; sistemi di controllo; tensocorrosione; ZTA. Improvements to inspection strategy to address PWSCC in nickel-based piping components di SELBY G. «Stainless World», Aprile 2007, pp. 21-24. Connessioni tubolari; controllo non distruttivo; corrosione; fili pieni; gestione aziendale; giunti saldati; Inconel; industria nucleare; leghe di nichel; materiali dissimili; operazioni in servizio; tensocorrosione; tubi; tubisteria. Pratical information about the welding of stainless steel di BUIJS K. «Stainless World», Aprile 2007, pp. 26-31. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; corrosione; corrosione per vaiolatura; criccabilità; cricche intergranulari; saldabilità; saldatura MIG; saldatura TIG; tensocorrosione. Chemistry of concentrated salts formed by evaporation of formation water and the impact on stress corrosion cracking of duplex stainless steel di TURNBULL A. et al. «Corrosion», Giugno 2007, pp. 555-560. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici; acqua; acqua di mare; CO 2 ; corrosione; corrosione da acqua di mare; criccabilità; industria petrolifera; prove di corrosione; saldatura manuale con elettrodi rivestiti; saldatura TIG; simulazione; strutture di piattaforme marine; tensocorrosione; tubisteria; vapori. Research and cracking implications from an assessment of two variants of near-neutral ph crack colonies in liquid pipelines di BOUAESHI W. et al. «Corrosion», Luglio 2007, pp. 648-660. Acciai microlegati; acciai per condotte; condizioni ambientali; condotte; corrosione; corrosione transgranulare; criccabilità; innesco delle cricche; microscopio elettronico; propagazione delle cricche; resistenza a fatica; tensocorrosione. 746 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Stress corrosion cracking of X-70 pipeline steel in near neutral pH solution subjected to constant load and cyclic load testing di FANG B.Y. et al. «Corrosion Engineering Science and Technology», Aprile-Giugno 2007, pp. 123-129. Acciai microlegati; acciai per condotte; API; condotte; corrosione per vaiolatura; criccabilità; distribuzione delle tensioni; prove di corrosione; simulazione; tensocorrosione. Electrochemical potential noise of AISI type 321 stainless steel under stress in acid sulphate solutions di SHI Z.M. et al. «Corrosion Engineering Science and Technology», GennaioMarzo 2007, pp. 36-41. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; corrosione per vaiolatura; criccabilità; proprietà chimiche; proprietà elettriche; resistenza a fatica; rumore; tensocorrosione. Electrochemical measurements using combination microelectrode in crevice simulating disbonded of pipeline coatings under cathodic protection di YAN M.C. et al. «Corrosion Engineering Science and Technology», Gennaio-Marzo 2007, pp. 42-49. Acciai microlegati; acciai per condotte; condotte; corrosione interstiziale; criccabilità; distacco; protezione catodica; rivestimenti; simulazione; tensocorrosione. Electrochemical behaviour and stress corrosion cracking of 70: 30 copper-nickel alloy in monoethanolamine solutions di SHALABY H.M. et al. «Corrosion Engineering Science and Technology», Gennaio-Marzo 2007, pp. 64-72. Cupronichel; proprietà chimiche; proprietà elettriche; solfuri; tensocorrosione; tubi. Corrosion testing of welds, a review of methods di PETTERSSON C.O. et al. «Weld. World», Luglio-Agosto 2007, pp. 79-106. Acciai; acciai al C; acciai basso-legati; acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai non legati; corrosione; corrosione galvanica; corrosione intergranulare; corrosione interstiziale; corrosione per vaiolatura; giunti saldati; leghe di nichel; proprietà meccaniche; prove di corrosione; resistenza a fatica; tensocorrosione. Investigations into the tendency to stress corrosion of joints welded in austenitic and duplex steels di LABANOWSKI J. et al. «Weld. Int.», Luglio 2007, pp. 521-524. Acciai inossidabili austenitici; acciai inossidabili austeno-ferritici; costruzioni navali; cricche intergranulari; navi cisterna; saldatura ad arco sommerso; tensocorrosione; ZTA. Numerical modeling of general cracks from the viewpoint of eddy current simulations di YUSA N. et al. «NDT & E. Int.», N. 8/2007, pp. 577-583. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austenitici; analisi con elementi finiti; calcolo; controllo con correnti indotte; controllo non distruttivo; criccabilità; cricche di fatica; modelli di calcolo; resistenza a fatica; simulazione; tensocorrosione. Controlling hydrogen embrittlement in precharged ultrahigh-strength steels di DOGAN H. et al. «Corrosion», Luglio 2007, pp. 689-703. Acciai ad alta lega; acciai ad alta resistenza; cadmio; corrosione; corrosione transgranulare; idrogeno diffusibile; infragilimento da idrogeno; microstruttura; placcatura elettrolitica; tenacità alla rottura; tensocorrosione. High-temperature corrosion and materials applications di LAI G.Y. «ASM International», 2007, pp. 461. Alogenuri; alta temperatura; caldaie; corrosione; criccabilità; erosione; infragilimento; infragilimento da idrogeno; ossidazione; solfuri; tensocorrosione; turbine a gas. Ricerche Bibliografiche Resistenza alla corrosione ed alla tensocorrosione di acciai basso-legati ed acciai resistenti alla corrosione (CRAS) in condizioni rappresentative la stimolazione acida di LO PICCOLO E. et al. «Met. Ital.», Gennaio 2008, pp. 13-18. Acciai basso-legati; acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai inossidabili martensitici; acidi; alta temperatura; CO2; composizione chimica; condizioni di servizio; corrosione; effetti locali; gas; industria petrolifera; leghe di nichel; proprietà meccaniche; prove di corrosione; provini, saggi; solfuri; tensocorrosione. Safety assessment of austenitic steel nuclear power plant pipelines against stress corrosion cracking in the presence of hybrid uncertainties di ANOOP M.B. et al. «Journal PVP», V. 85, N. 4/2008, pp. 238-247. Acciai inossidabili austenitici; alta temperatura; analisi strutturale; centrali elettriche; fattori di sicurezza; industria nucleare; metodi statistici; modelli di calcolo; propagazione delle cricche; proprietà meccaniche; simulazione; tenacità alla rottura; tensocorrosione; tubi; ZTA. Postweld heat treatment to avoid intergranular stress corrosion cracking of supermartensitic stainless steels (IIW-181907, ex-doc. IX-2193-06/IX-H-630-06) di WOOLLIN P. «Weld. World», Settembre-Ottobre 2007, pp. 31-40. Acciai; acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai inossidabili martensitici; corrosione; corrosione intergranulare; criccabilità; difetti; elenchi bibliografici; operazione dopo saldatura; passata di fondo; saldatura ad arco ad impulsi; saldatura manuale con elettrodi rivestiti; saldatura MIG; saldatura TIG; saldature circonferenziali; tenacità alla rottura; tensocorrosione; trattamento termico; trattamento termico dopo saldatura; tubi. Hydrogen indiced stress cracking di WOOLLIN P. «Stainless World», Gennaio-Febbraio 2008, pp. 37. Acciai inossidabili; acciai inossidabili austeno-ferritici; acciai inossidabili martensitici; criccabilità; criccabilità nella zona di raccordo; infragilimento da idrogeno; raccordi di saldatura; strutture di piattaforme marine; tensocorrosione. An overview of the heat-affected zone sensitization and stress corrosion cracking behaviour of 12% chromium type 1.4003 ferritic stainless steel - IIW-1814-07 (ex-doc. IX-2213-06/IXH-640-06) di DU TOIT M. et al. «Weld. World», SettembreOttobre 2007, pp. 41-50. Acciai; acciai inossidabili; acciai inossidabili ferritici; apporto termico specifico; corrosione; corrosione intergranulare; corrosione per vaiolatura; criccabilità; difetti; elenchi bibliografici; fattori di influenza; recensione, rassegna; tensocorrosione; zona di saldatura; ZTA. Suitable corrosion test methods for stainless steel welds di HOLMBERG B. e BERGQUIST A. «Weld. World», MarzoAprile 2008, pp. 17-21. Acciai inossidabili; corrosione; corrosione galvanica; corrosione intergranulare; corrosione interstiziale; corrosione per vaiolatura; giunti saldati; prove di corrosione; resistenza a fatica; tensocorrosione. Experimental determination of stress corrosion crack rates and service lives in a buried ERW pipeline di FAZZINI P.G. e OTEGUI J.L. «Journal PVP», V. 84, N. 12/2007, pp. 739-748. Acciai per condotte; alta temperatura; condizioni di servizio; condotte; durata della vita; industria petrolifera; microstruttura; operazioni in servizio; propagazione delle cricche; proprietà meccaniche; prove meccaniche; saldatura a resistenza; saldatura longitudinale; tenacità alla rottura; tensioni residue; tensocorrosione. Suitable corrosion test methods for stainless steel welds di HOLMBERG B. e BERGQUIST A.«Riv. Sald.», MaggioGiugno 2008, pp. 403-407. Acciai inossidabili; corrosione; corrosione intergranulare; corrosione interstiziale; corrosione per vaiolatura; criccabilità; giunti saldati; prove di corrosione; resistenza a fatica; tensocorrosione. LE POSIZIONI DI SALDATURA GIUNTO Tipo di giunto Testa a testa - lamiere Testa a testa - Tubi Cordone d’angolo CODIFICA Posizione ASME EN ISO 6947 Piana 1G PA Frontale 2G PC Verticale 3G PF* o PG** Sopratesta 4G PE Piana 1G *** PA Frontale 2G PC Verticale 5G PF* o PG** Asse inclinato a 45° 6G HL 045* o JL 045** Piana 1F o 1FR *** PA Piano - frontale 2F o 2FR *** PB Verticale 3F - 5F PF* o PG** Sopratesta frontale 4F PD NOTE : * Tecnica ascendente ; ** Tecnica discendente ; *** Tubo rotante Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 747 Fonti dei riferimenti bibliografici Riviste italiane e straniere analizzate per la Banca Dati IIS-Data Titolo Acciaio Advanced Materials Processes Alluminio e Leghe Alluminio Magazine Ambiente e Sicurezza sul Lavoro Analysis Europa Anticorrosione ASTM Standardization News ATA Ingegneria Automobilistica Australasian Welding Journal Australian Welding Research Automatic Welding Automazione Energia Informazione Avtomaticheskaya Svarka Befa - Mitteilungen BID-ISIM Biuletyn ISG Boletin Tecnico Conarco Bollettino Tecnico Finsider Bollettino Tecnico RTM Brazing and Soldering Bridge Design & Engineering British Corrosion Journal China Welding Chromium Review Constructia De Masini Costruzioni Metalliche Czechoslovak Heavy Industry De Qualitate Deformazione Der Praktiker Elettronica Oggi Elin Zeitschrift Energia Ambiente Innovazione Energia e Calore Energia e Materie Prime EPE International Esa Bulletin Eurotest Technical Bulletin Fogli d’Informazione Ispesl Fonderia FWP Journal GEP Giornale del Genio Civile Heron Hightech Hitsaustekniikka Hybrid Circuits Iabse Periodica Il Filo Metallico Il Giornale delle Prove non Distruttive Il Giornale delle Scienze Applicate Il Perito Industriale Il Saldatore Castolin Ilva Quaderni Industrial Laser Rewiew Ingegneria Ambientale Ingegneria Ferroviaria Inossidabile Insight International Construction Interplastics IPE International ISO Bulletin J. of Offshore and Polar Engineering Joining & Materials Joining of Materials Joining Sciences Journal of Bridge Engineering Journal of the Japan Welding Society Kunststoffe L’Acciaio Inossidabile Abbreviaz. Acciaio Mat. Processes AL Alluminio Sicurezza Lav. Analysis Anticorrosione ASTM Std. ATA Austr. Wdg. J. Austr. Wdg. Res. Aut. Weld. AEI Aut. Svarka Befa Mitt. BID-ISIM Biuletyn Conarco Finsider RTM Braz. Sold. Bridge Br. Corr. J. China Weld. Chomium Constr. Masini Costr. Met. Czech. Heavy Qualitate Deformazione Praktiker Elettronica Elin Enea E.A.I. Energia Energia EPE Esa Bulletin Eurotest ISPESL Fonderia FWP J. GEP Giornale G.C. Heron Hightech Hitsaust. Hybrid IABSE Filo Metallico Giornale PND Scienze Applic. Perito Ind. Castolin Ilva Ind. Laser I.A. Ing. Ferr. Inossidabile Insight Int. Const. Interplastics IPE ISO Offshore Joining JOM Join. Sciences Jour. Bridge Journal JWS Kunststoffe Acc. Inoss. 748 Riv. Ital. Saldatura - n. 5 - Settembre / Ottobre 2008 Titolo Abbreviaz. L’Allestimento Allestimento L’Elettrotecnica Elettr. L’Industria Meccanica Ind. Mecc. L’Installatore Tecnico Installatore La Meccanica Italiana Mecc. Ital. La Metallurgia Italiana Met. Ital. La Termotecnica Termotecnica Lamiera Lamiera Laser Laser Lastechniek Lastech. Lavoro Sicuro Lav. Sic. Lo Stagno ed i suoi Impieghi Stagno Macchine & Giornale dell’Officina Officina Macplas Macplas Manutenzione: Tecnica e Management Manutenzione Materialprüfung Materialprüf. Material and Corrosion Mat. Cor. Materials Evaluation Mat. Eval. Materials Performance MP Meccanica & Automazione Mec. & Aut. Meccanica & Macchine di Qualità Mecc. & Macchine Meccanica Moderna Mecc. Moderna Meccanica Oggi Meccanica Mechanical Engineering Mech. Eng. Metal Construction Met. Con. Metalli Metalli Metallurgical and Materials Transactions Met. Trans. Metallurgical B Metallurgical B Metallurgical Reports CRM Met. Rep. Metallurgical Transactions Metallurgical T Metalurgia & Materiais Met. Materiais Metalurgia International Metalurgia Modern Plastics International Plastics Int. Modern Steel Construction Steel Constr. NDT & E International NDT & E Int. NDT & E International UK NDT & E Int. NDT International NDT Int. Notagil S.I. Notagil Notiziario dell’ENEA Energia e Innovazione ENEA E.I. Notiziario dell’ENEA Sic. e Prot. ENEA-DISP. Notiziario Tecnico AMMA AMMA NRIM Research Activities NRIM Research NT Tecnica e Tecnologia AMMA NT AMMA Oerlikon Schweissmitteilungen Oerlikon PCB Magazine PCB Perito Industriale Perito Ind. Petrolieri d’Italia Petrolieri I. Pianeta Inossidabili Inox Plastic Pipes Fittings Plastics Prevenzione Oggi Prevenzione Produttronica Produttronica Protective Coatings Europe PCE Przeglad Spawalnictwa Pr. Spawal. Quaderni Pignone Pignone Qualificazione Industriale Qualificazione Qualità Qualità Rame e Leghe CU Rame Notizie Rame Research in Nondestructive Evaluation Research NDE Revista de Los Trat. Ter. y de Superficie Tratersup Revista de Metalurgia Rev. Met. Revista de Soldadura Rev. Soldadura Revue de la Soudure Rev. Soud. Revue de Metallurgie CIT Revue Met. CIT Revue de Metallurgie MES Revue Met. MES Ricerca e Innovazione Ric. Inn. Riv. Infortuni e Malattie Professionali Riv. Inf. Rivista di Meccanica Riv. Mecc. Rivista di Meccanica Oggi Riv. Mecc. Oggi Rivista di Meccanica International Riv. Mecc. Inter. Rivista Finsider Riv. Finsider Rivista Italiana della Saldatura Riv. Sald. Titolo Schweissen & Pruftechnik Schweissen und Schneiden Schweisstechnik Schweisstechnik Science and Technology of W and J Seleplast Sicurezza e Prevenzione Skoda Review Soldadura e Construcao Metalica Soldadura y Tecnologias de Union Soldagem & Inspecao Soldagem & Materiais Soldering & Surface Mount Technology Soudage et Techniques Connexes Souder Stahlbau Stainless Steel Europe Stainless Steel World Stainless Today Steel Research Structural Engineering International Sudura Surface Engineering Svarochnoe Proizvodstvo Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Technica/Soudure Technical Diagnostics and NDT Testing Technical Review Technische Uberwachung Tecnologia Qualidade Tecnologie e Trasporti per il Mare Tecnologie per il Mare Teknos The Brithis Journal of NDT The European Journal of NDT The International Journal of PVP The Journal of S. and E. Corrosion The Paton Welding Journal The TWI Journal The Welding Innovation Quarterly Tin and Its Uses Transactions of JWRI Transactions of JWS Transactions of NRIM Ultrasonics Unificazione e Certificazione Università Ricerca Unsider Notizie di Normazione Varilna Tehnika Westnik Maschinostroeniya Welding & Joining Welding & Joining Europe Welding and Metal Fabrication Welding Design and Fabrication Welding in the World Welding International Welding Journal Welding Production Welding Review International WRC Bulletin WRI Journal Zavarivac Zavarivanje Zavarivanje I Zincatura a caldo Zis Mitteilungen Zis Report Zvaracske Spravy Zváranie Abbreviaz. Sch. Pruf. Schw. Schn. Schweisst. Sch. Tec. Weld. Join. Seleplast Sicurezza Skoda Soldadura Sold. Tec. Inspecao Soldagem Soldering Soud. Tecn. Con. Souder Stahlhau Stainless Eu. Stainless World Stainless Steel Engineering Sudura Surface Svar. Proiz. Sveiseteknikk Svetsaren Svetsen Tech. Soud. NDT Testing Tech. Rev. Techn. Uberw. Qualidade Tec. Tra. Mare Tec. Mare Teknos Br. Nondestr. European NDT Journal PVP Corrosion Paton Weld. J. TWI Journal Weld. Innovation TIN Trans. JWRI Trans. JWS Trans. NRIM Ultrasonics Unificazione Università Unsider Var. Teh. – Weld. Joining Weld. J. Europe Welding Weld. Des. Weld. World Weld. Int. Wdg. J. Weld. Prod. Weld. Rev. WRC Bulletin WRI J. Zavarivac Zavarivanje Zavariv. Zincatura ZIS Zis Zvaracske Zváranie Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: Istituto Italiano della Saldatura - Divisione PRN / Uff. Abbonamenti Lungobisagno Istria, 15 - 16141 Genova GE Tel. (+39) 010 8341.392; Fax (+39) 010 8367780 e-mail: [email protected] Web: www.iis.it Elenco degli Inserzionisti 606 621-622+671-672 --724 612 686 614 619 608 -615 607 644-645 -744 605 -656 694 -4a cop 669 613 --733 -----703 712 618 ----684 ---646 616 670 -726 -685 --713 610 ----693+750 611 -620 734 623 -609 --714 --655 -725 3a cop -610 ---2a cop ----617 --749 3 M ITALIA AEC TECHNOLOGY AIPND ANASTA ANCCP ASG Superconductors ASPIRMIG ASSOMOTORACING BÖHLER WELDING GROUP ITALIA CAPILLA CARPANETO – SATI CEA CEBORA CGM TECHNOLOGY COFILI COM-MEDIA COMMERSALD DRAHTZUG STEIN DVC – DELVIGO COMMERCIALE EDIBIT EDIMET ESAB SALDATURA ESARC ETC OERLIKON FEI Forum Energetico Internazionale FIERA ACCADUEO FIERA ALUMOTIVE FIERA BIAS FIERA BIMEC FIERA BI-MU FIERA BIMU-MED FIERA COMPOTEC FIERA DI ESSEN FIERA EMO MILANO FIERA EXPOLASER FIERA LAMIERA FIERA MAQUITEC FIERA MCM FIERA MECFORPACK FIERA METALRICICLO FIERA METEF FIERA MOTORSPORT EXPOTECH FIERA SAMUMETAL FIERA SEATEC FIERA SICURTECH FIERA SUBFORNITURA FIERA TECHFLUID FIERA VENMEC FRONIUS G.B.C. INDUSTRIAL TOOLS G.E.INSPECTION TECHNOLOGIES G. FISCHER GILARDONI HYPERTHERM Europe B.V. IGUS INE IPM ITALARGON ITW LANSEC ITALIA LASTEK LINCOLN ELECTRIC ITALIA MEDIAPOINT & COMMUNICATIONS NDT ITALIANA OGET ORBITALUM TOOLS OXYTURBO PARODI SALDATURA RIVISTA BELTEL RIVISTA MECCANICA & AUTOMAZIONE RIVISTA U & C – SAIE RIVOIRA RTM SACIT SAF – FRO SALTECO SANDVIK ITALIA SELCO SEMAT CARPENTERIA SEMAT ITALIA SIAD SOL WELDING STUDIOBOOK TEC Eurolab TECNEDIT TECNOELETTRA TELWIN THERMIT ITALIANA TRAFILERIE DI CITTADELLA Via San Bovio, 3 – Località San Felice – 20090 SEGRATE (MI) Via Leonardo Da Vinci, 17 – 26013 CAMPAGNOLA CREMASCA (CR) Via A. Foresti, 5 – 25127 BRESCIA Via G. Tarra, 5 – 20125 MILANO Via Rombon, 11 – 20134 MILANO Corso F.M. Perrone, 73r – 16152 GENOVA Via Podi, 10 – 10060 VIRLE PIEMONTE (TO) Via del Battirame, 6/3 – 40138 BOLOGNA Via Palizzi, 90 – 20157 MILANO Via per Telgate – Loc. Campagna – 24064 GRUMELLO DEL MONTE (BG) Via Ferrero, 10 – 10090 RIVOLI/CASCINE VICA (TO) Corso E. Filiberto, 27 – 23900 LECCO Via A. Costa, 24 – 40057 CADRIANO DI GRANAROLO (BO) Via Adda, 21 – 20090 OPERA (MI) Via Friuli, 5 – 20046 BIASSONO (MI) Via Serio, 16 – 20139 MILANO Via Bottego, 245 – 41010 COGNENTO (MO) Talstraße 2 – 67317 ALTLEININGEN (Germania) Località Cerri – 19020 CEPARANA DI FOLLO (SP) Via Cà dell’Orbo, 60 – 40055 CASTENASO (BO) Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) Via Mattei, 24 – 20010 MESERO (MI) Via Cadibona, 15 – 20137 MILANO Via Vo’ di Placca, 56 – 35020 DUE CARRARE (PD) c/o CENACOLO – Via C. Colombo, 101/h – 29100 PIACENZA c/o BOLOGNAFIERE – Piazza Costituzione, 6 – 40128 BOLOGNA c/o ADExpo – Viale della Mercanzia, 142 Centergross – 40050 FUNO DI ARGELATO (BO) c/o F & M – Fiere e Mostre – Via Caldera, 21/C – 20153 MILANO c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o CARRARAFIERE – Viale Galileo Galilei, 133 – 54033 MARINA DI CARRARA (MS) Via Vincenzo Monti, 8 – 20123 MILANO c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o PIACENZA EXPO – S.S. 10 Loc. Le Mose – 29100 PIACENZA c/o UCIMU – Viale Fulvio Testi, 128 – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) c/o EXPO CONSULTING – Via Brugnoli, 8 – 40122 BOLOGNA c/o EIOM – Viale Premuda, 2 – 20129 MILANO c/o BOLOGNAFIERE – Piazza Costituzione, 6 – 40128 BOLOGNA c/o EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o MODENA ESPOSIZIONI – Viale Virgilio, 58/B – 41100 MODENA c/o PORDENONE FIERE – Viale Treviso, 1 – 33170 PORDENONE c/o CARRARAFIERE – Viale Galileo Galilei, 133 – 54033 MARINA DI CARRARA (MS) c/o FIERA MILANO TECH – Via Gattamelata, 34 – 20149 MILANO c/o SENAF – Via Eritrea, 21/A – 20157 MILANO c/o EDIMET – Via Brescia, 117 – 25018 MONTICHIARI (BS) c/o PADOVAFIERE – Via N. Tommaseo, 59 – 35131 PADOVA Via Monte Pasubio, 137 – 36010 ZANE’ (VI) Via Artigiani, 17 – 25030 TORBIATO DI ADRO (BS) Via Grosio, 10/4 – 20151 MILANO Via Sondrio, 1 – 20063 CERNUSCO SUL NAVIGLIO (MI) Via A. Gilardoni, 1 – 23826 MANDELLO DEL LARIO (LC) Vaartveld, 9 – 4704 SE ROOSENDAAL (Olanda) Via delle Rovedine, 4 – 23899 ROBBIATE (LC) Via Facca, 10 – 35013 CITTADELLA (PD) Via A. Tadino, 19/A – 20124 MILANO Via S. Bernardino, 92 – 24126 BERGAMO Via Privata Iseo, 6/E – 20098 S. GIULIANO MILANESE (MI) Via Bizet, 36/N – 20092 CINISELLO BALSAMO (MI) Viale dello Sport, 22 – 21026 GAVIRATE (VA) Via Fratelli Canepa, 8 – 16010 SERRA RICCO’ (GE) Corso Buenos Aires, 8 – Corte Lambruschini – 16129 GENOVA Via del Lavoro, 28 – 20049 CONCOREZZO (MI) Via Torino, 216 – 10040 LEINI’ (TO) Freibühlstrasse, 19 – 78224 SINGEN (D) Via Serio, 4/6 – 25015 DESENZANO DEL GARDA (BS) Via Piave, 33 - Z.I. – 17047 VADO LIGURE (SV) c/o the C’ Comunicazione – Via Orti, 14 – 20122 MILANO Via Rosellini, 12 – 20124 MILANO c/o the C’ Comunicazione – Via Orti, 14 – 20122 MILANO Via C. Massaia, 75/L – 10147 TORINO Via Circonvallazione, 7 – 10080 VICO CANAVESE (TO) Via del Lavoro, 8 – 36020 CASTEGNERO (VI) Via Torricelli, 15/A – 37135 VERONA S.P. Rivoltana, 35/b – 20090 LIMITO DI PIOLTELLO (MI) Via Varesina, 184 – 20156 MILANO Via Palladio, 19 – 35010 ONARA DI TOMBOLO (PD) Via Fornaci, 45/47 – 25040 ARTOGNE (BS) Via Monte Bianco, 30/3 – 20043 ARCORE (MI) Via S. Bernardino, 92 – 24126 BERGAMO Via Meucci, 26 – 36030 COSTABISSARA (VI) c/o the C’ Comunicazione – Via Orti, 14 – 20122 MILANO Viale Europa, 40 – 41011 CAMPOGALLIANO (MO) Via delle Foppette, 6 – 20144 MILANO Via Nazionale, 50a – 70 – 23885 CALCO (LC) Via della Tecnica, 3 – 36030 VILLAVERLA (VI) Piazzale Santorre di Santarosa, 9 – 20156 MILANO Via Mazzini, 69 – 35013 CITTADELLA (PD)