IL GIAGGIOLO (IRIS),

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IL GIAGGIOLO (IRIS),
Terra Trentina
cibo e salute
consigliati in dietetica, propone 500 mg per la vit. E e 1000
mg per la vit. C e cosi via.
Da questi brevi cenni si vede che una fetta di studiosi rispettabili è su questa linea.
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Tutto a posto, dunque? Non proprio!
Recenti studi, pubblicati su
autorevoli riviste, affermano
esattamente il contrario!!
In particolare uno studio pubblicato su JAMA (Giornale dei
medici americani) contraddice
la convinzione che supplementi
antiossidanti quali carotene, vit.
A, vit. E, vit.C possano prevenire le malattie ed avere effetti benefici per la salute e giunge alla
conclusione che dosi elevate di
vitamine non arrecano benefici,
almeno per quanto riguarda la riduzione della mortalità.
Anche il recente congresso della
Società de Chimici Americani dedicato a “Cibi che combattono il
cancro” esalta il ruolo dei mirtilli, dei cibi ricchi di fibre, del succo di mela, dei pomodori, dei cavoli e broccoli contro vari tipi di
tumori.
“Ma tutti questi nutrienti sono
utili se assunti coi cibi. Gli integratori distruggono l’equilibrio delle sostanze presenti
in natura. Il loro effetto può
essere deleterio per la salute,
anziché benefico”
Afferma il prof. Berrino, direttore del Dipartimento di medicina
preventiva dell’Istituto Tumori di
Milano.
Per concludere, il lettore si
può chiedere: perché non si
arriva ad una posizione univoca e oggettiva?
La risposta potrebbe essere: la
medicina non è una scienza e
tanto meno una scienza esatta, come la fisica e la chimica, e
quindi in questo campo non esiste l’oggettività cioè possono esistere diverse opinioni.
Il giaggiolo
(iris),
una pianta da giardino
utile anche in fitoterapia
e in profumeria
A primavera, in molti dei nostri
giardini, appaiono piante dalla
fioritura particolarmente vistosa,
spesso così elegante da far sì che
esse vengano addirittura definite le “orchidee italiane”. Sono i
giaggioli, o iris, noti a tutti anche
per la loro frequenza sui muri e
negli orti oltre che per la bellezza dei loro colori.
La storia di queste piante si perde
nella notte dei tempi. Già conosciute presso gli abitanti dell’antica Siria e dell’Egitto, furono tenute in considerazione anche da
altri popoli del passato; sappiamo
per certo che, un tempo, in Europa il rizoma del giaggiolo veniva
usato come profuma-biancheria.
L’iris prende il nome da Iride, la
messaggera degli dei che, secondo la mitologia greca, aveva le
Iris Fontanari
ali d’oro impregnate di gocce di
rugiada: illuminata dalla luce del
sole, si rivestiva di tutti i colori.
Iride era la preferita da Giunone perché portatrice solo di buone notizie. La dea volle perciò
premiarla trasformandola nell’iride (l’arcobaleno) che costituiva il
legame, secondo gli antichi, tra il
cielo e la terra.
Note botaniche e colturali
Le specie di iris sono molte (circa
300) e molti di più sono gli ibridi
da giardino, ma noi qui prenderemo in esame solo il giaggiolo o
ireos (Iris germanica), che dalle
nostre parti è senz’altro la specie
più diffusa e rappresentativa.
orto&dintorni
attenzione che non siano troppo vecchi e che abbiano almeno un paio di gemme ciascuno,
e si pianteranno abbastanza superficialmente (a non più di 1015 cm di profondità) nel terreno, in posizione orizzontale. Si
passerà poi all’annaffiatura per
far sì che il rizoma risulti solidamente piantato. In seguito, le
annaffiature non saranno troppo frequenti: basta bagnare la
pianta una volta in settimana,
aumentando al momento della
fioritura.
Durante l’inverno si controllerà
che i rizomi siano coperti da uno
strato di terriccio e si aggiungerà eventualmente anche qualche
centimetro di torba per rendere
più soffice il terreno e proteggere i cespi dalle gelate.
Uso officinale
La parte utilizzata in fitoterapia è
il rizoma, cioè il grosso e ramificato fusto sotterraneo, che si raccoglie in piena estate o, al massimo, entro il mese di settembre.
Appena raccolti, i rizomi si lavano, si mondano della corteccia che li ricopre e si fanno essiccare al sole dopo averli infilati
con uno spago a mo’ di collana.
L’odore iniziale è piuttosto sgradevole, ma con l’essiccazione diventa simile a quello della viola
mammola, grazie ad un olio essenziale chiamato “irone”, che si
sviluppa e aumenta sempre più
con la stagionatura. Oltre all’essenza, il rizoma contiene anche
amido, resine e mucillagine. Essiccato e ridotto in polvere, si
rivela un energico espettoran-
Terra Trentina
L’Iris germanica appartiene alla
famiglia delle Iridacee che comprende generi molto importanti
in floricoltura come Crocus, Fresie e Gladioli.
Cresce spontaneo nei luoghi aridi e rocciosi, ma da secoli viene coltivato anche negli orti e nei
giardini, dove si distingue per la
grazia dei suoi grandi fiori dal caratteristico colore azzurro-violetto. Attualmente, i suoi colori sono molto vari e vanno dal giallo
al rosso e marrone, dal bianco al
nero-porpora.
Tutti gli anni, nel mese di maggio, viene inaugurata, a Firenze,
un’interessante mostra del giaggiolo con numerosissime specie
e varietà.
Le foglie sono allungate e appuntite e assomigliano a spade
verde-grigio più o meno falcate,
che alla base si sormontano l’un
l’altra. Il fusto fiorifero può raggiungere l’altezza di un metro. La
fioritura si ha in primavera (aprile-maggio), poi la pianta entra in
una fase di riposo che fa essiccare le foglie durante l’estate, mantenendo però vivi i grossi rizomi superficiali, che si allargano
“con prepotenza” nel terreno circostante fino ad assumere carattere di infestanti.
Il giaggiolo è una pianta robusta
che si adatta con facilità ad ogni
tipo di terreno. Tuttavia la posizione ideale per la sua coltura
prevede un terreno ben drenato,
meglio se esposto al sole, senza
altre piante addosso.
Il momento migliore per moltiplicare i gladioli e procedere al
trapianto è quello del riposo vegetativo quando la temperatura
non è eccessiva, ossia a cavallo
dei mesi di giugno e luglio o all’inizio di settembre.
Prima dell’impianto si arricchirà il terreno con letame maturo
ben mischiato alla terra. Si preleveranno quindi pezzi di rizomi dalla pianta madre, facendo
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orto&dintorni
te (utile perciò in casi di asma,
bronchiti e tossi persistenti) e un
buon diuretico.
Una tisana espettorante si prepara facendo bollire per un paio di
minuti 20 g di rizoma in un litro
d’acqua; si dolcifica con miele e
si beve tiepida. Con 30 g di rizoma, sempre in un litro d’acqua,
si ottiene invece una tisana utile
per fare gargarismi contro le faringiti, le laringiti e le tonsilliti.
Si può fare anche un vino diuretico lasciando macerare per tre
giorni 100 g di rizoma in un litro
di vino bianco; si filtra e se ne
bevono tre bicchierini al giorno.
La polvere del rizoma è un buon
ingrediente nei dentifrici e guarisce l’alitosi.
Terra Trentina
In profumeria
I rizomi secchi sono utilizzati anche per produrre un profumo simile a quello della viola.
A livello casalingo, qualche pezzo di radice posta nei cassetti e
negli armadi rende profumata la
biancheria; può, inoltre, aggiungere una piacevole fragranza alle composizioni invernali di fiori
secchi. La polvere di iris, mescolata ai vari ingredienti, costituisce
anche un efficace fissativo per i
profumi del pot-pourri (miscugli
di petali di fiori, essenze naturali
ed erbe aromatiche).
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NB! Sia in fitoterapia come in
profumeria vengono spesso usate anche altre due specie di iris,
l’I. pallida e l’l. fiorentina, i cui
rizomi possiedono le stesse proprietà dell’I. germanica.