spiegazione del katame-no-kata
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SPIEGAZIONE DEL KATAME-NO-KATA Il Kata utilizza tecniche di controllo senza indicare la direzione (non prevede l’esecuzione a destra o a sinistra) lasciando al praticante la gestione adeguata del KI. Otto anni dopo la fondazione del Kodokan (1882) Jigoro Kano fornì una spiegazione del Katame-waza che comprende ancora oggi: • Osaekomi • Shime • Kansetsu tecniche per bloccare tecniche di soffocamento tecniche di leva alle articolazioni Per una corretta gestione del KI, il Katame suggerisce un altro messaggio; infatti, paragonando il corpo ad un sistema solare, si ha: Sole (KI) al centro (il corpo) Pianeti che gravitano intorno (i movimenti del corpo) Inoltrandosi nella comprensione dei Kata il Judoka attento comprende (con un maestro-guida) che Katame-no-kata va oltre la tecnica ed indica il migliore impiego per la corretta gestione del KI. Tecnicamente il Katame impiega anche forme per il cerimoniale: • Kyioshi-no-kamae • Tò-ma • Chi-kama posizione d’inizio distanza lunga distanza corta Il cerimoniale che prepara all’esecuzione delle tecniche prevede: Tori, alla sinistra di Joseki, si trova di fronte ad Uke, a 4 metri di distanza; entrambi in posizione shizen-tai si girano verso il lato d’onore salutando in ritzu-rei; s’inginocchiano e, fronteggiandosi, eseguono za-rei. Si alzano e, una volta entrati nell’area del kata, assumono la posizione kyoshi-no-kamae. Uke avanza così di due passi e si sdraia; aspettando che Tori avanzi solleva la testa e il ginocchio sinistro. I Judoisti del C.S.I. Veneto hanno sempre praticato facendo mantenere ad Uke la testa sollevata durante l’esecuzione del Kata; sono stati così ignorati i testi che affermavano (e affermano) il contrario; questo per evitare quella posizione che, secondo il loro parere, manifesta abbandono e disinteresse da parte di Uke nell’esecuzione delle tecniche.