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Sintesi incontro Gruppo di Lavoro UPL “Caccia e Pesca” – Milano, 12 marzo
2008
Presieduto dal Coordinatore Luigi Pisoni, si è riunito mercoledì 12 marzo 2008, a Milano, presso la
sede di Via della Moscova 12, il Gruppo di Lavoro UPL “Caccia e Pesca”, con il seguente Ordine
del Giorno:
 Normativa e recenti sentenze sulla Rete Natura 2000: riflessi sull'esercizio della caccia e
della pesca nei SIC e ZPS;
 Progetto di legge regionale in merito alle procedure di approvazione dei Piani Faunistici
Venatori;
 Licenze di pesca: proposte snellimento procedimento amministrativo: decisione definitiva;
 Varie ed eventuali.
All’incontro sono intervenuti:
- per la Provincia di Bergamo: l’Assessore Luigi Pisoni e il funzionario Giacomo Moroni;
- per la Provincia di Brescia: il dirigente Federico Pea;
- per la Provincia di Cremona: il funzionario Bruno Cottarelli;
- per la Provincia di Lecco: il funzionario Pietro Gatti;
- per la Provincia di Lodi: il funzionario Paola Rosa;
- per la Provincia di Mantova, l’Assessore Dimitri Melli e il dirigente Palmira Vanoni;
- per la Provincia di Milano: l’Assessore Alberto Grancini, il funzionario Carmelo Miceli con
Fausto Zoller;
- per la Provincia di Pavia: l’Assessore Mario Anselmi;
- per la Provincia di Sondrio: l’Assessore Severino De Stefani e il dirigente Daniele Moroni;
- per UPL, il Responsabile della Segreteria Tecnica Dario Rigamonti.
In apertura dei lavori, alle 10.45 circa, PISONI comunica che è pervenuta alla Direzione UPL la
nota del 15 febbraio a firma del Dirigente U.O. Sviluppo e Tutela del Territorio Rurale e Montano
Paolo Lassini con la quale si richiede la designazione di quattro Assessori provinciali quali
rappresentanti UPL nella Consulta regionale della pesca prevista dalla l.r. 12/2001 all’art. 5.
PISONI chiede la disponibilità degli Assessori presenti, osservando che da quando la Consulta è
stata costituita nel 2002 (ed egli è stato chiamato a farne parte in rappresentanza di UPL insieme
agli ex Assessori delle Province di Cremona e Milano, Francesco Giubelli e Doriano Riparbelli,
nonché all’Assessore provinciale di Brescia Alessandro Sala), non gli risulta mai esser stata
convocata. Si dichiarano disponibili, oltre allo stesso Pisoni, gli Assessori Melli, Grancini e De
Stefani. RIGAMONTI evidenzia che comunicherà quanto sopra al Presidente Carioni, per le
determinazioni di competenza.
PISONI introduce quindi il punto 1) l’Ordine del Giorno, ricordando che la normativa nazionale di
riferimento è oggi il Decreto del Ministero dell’Ambiente del 17/10/2007 recante “Criteri minimi
uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione e a
Zone di protezione speciale”; tale decreto lungi dal vietare a priori la caccia nei siti di Natura 2000,
ha però introdotto forti restrizioni al suo esercizio (si veda in particolare l’art. 5), tali da
differenziare nettamente l’attività venatoria all’interno delle ZPS da quella che si svolge dove ZPS
non ve ne sono.
UPL – UNIONE PROVINCE LOMBARDE
Via Vivaio 1 – 20122 MILANO
Tel. 02 7740.1 – Fax 02 7740.2237
Sul finire di gennaio 2008, il TAR Lombardia si è pronunciato con sentenza n. 105/2008 su di un
ricorso della LAC (presentato peraltro quasi due anni prima) contro la Provincia di Pavia. Nel
ricorso, la LAC accusava la Provincia di non aver previsto il divieto di caccia nella ZPS Risaie della
Lomellina, estesa per più di 30.000 ha. A giudizio della ricorrente, le ZPS sono infatti a tutti gli
effetti equiparabili alle aree naturali protette (parchi e riserve naturali, ecc.) e quindi il divieto di
caccia dovrebbe essere il primo a scattare in tali zone.
La sentenza del TAR è di difficile interpretazione: da un lato, ribadisce il divieto di caccia alle
specie di cui all’allegato I della Direttiva “Uccelli” (ma è precisazione inutile, perché in tale
allegato sono comprese tutte le specie protette in tutti i Paesi membri UE, indipendentemente dalla
classificazione o meno del territorio a ZPS). Da questo punto di vista, il TAR perciò è stato
tautologico.
Dall’altro lato, il TAR sottolinea pure il divieto di caccia nelle ZPS ricadenti all’interno di aree a
parco o riserva naturale: ma anche questa è una precisazione del tutto inutile, perché trattandosi di
aree naturali protette, il divieto di caccia scatta per tale ragione e non per la presenza di una ZPS.
Sembra invece oscuro il motivo per cui il TAR abbia completamente sottaciuto il decreto
ministeriale di cui sopra che, come dicevamo, pur dettando i cosiddetti “criteri minimi uniformi” cui
attenersi nella gestione delle ZPS e ZSC con pesanti limitazioni alla caccia, non ha comunque
bandito l’attività venatoria tout court.
PISONI osserva che finché il decreto di Pecoraro Scanio rimarrà in vigore, coloro che si troveranno
a cacciare in ZPS coincidenti con il territorio a caccia programmata, saranno soggetti a tali
restrizioni che si assommeranno a quanto previsto dal Calendario venatorio regionale e dalle
relative integrazioni provinciali, con la conseguente sperequazione di diritti tra questi cacciatori e
quelli che avranno la “fortuna” di cacciare dove non vi siano ZPS; evidenzia peraltro la sentenza è
stata pronunciata prima che venisse adottata la DGR regionale che il problema è il rinvio del
Decreto ad un successivo provvedimento legislativo regionale, che Regione Lombardia dovrebbe
adottare con urgenza (per esempio nel collegato ordina mentale).
Secondo GRANCINI, al di là della situazione favorevole della provincia di Milano (dove non vi
sono ZPS sul territorio a caccia programmata, bensì soltanto in zone già a divieto di caccia come il
Parco del Ticino o la riserva naturale del Bosco di Cusago), non sussistono motivi di particolare
preoccupazione in merito alla citata sentenza del TAR.
Dopo un ampio dibattito, il Gruppo di Lavoro, dopo aver espresso solidarietà alla Provincia
di Pavia e la disponibilità a contribuire a risolvere la questione, demanda al Coordinatore
Pisoni l’invio di una nota alla Regione Lombardia per sollecitare una rapida azione legislativa
che recepisca il Decreto ministeriale senza naturalmente aggiungere nulla di più restrittivo.
In relazione al punto 2), PISONI evidenzia che recentemente il consigliere regionale Pietro
Macconi (AN), ha presentato un progetto di legge per la modifica della L.R. n. 26/93, con il quale
s’intenderebbe affidare al Consiglio regionale l’approvazione con legge dei singoli Piani faunistico
venatori provinciali, che le Province si limiterebbero ad adottare. Tale modifica sarebbe finalizzata
a scongiurare il rischio di ricorsi al TAR da parte animalista e ambientalista, con la possibilità di
sospensione dei Piani e quindi la conseguente chiusura della caccia (a Bergamo lo scorso novembre,
la caccia è stata chiusa per dieci giorni finché il Consiglio di Stato non ne ha decretato la riapertura
su ricorso della Provincia).
RIGAMONTI osserva che UPL, di norma, è chiamata ad esprimersi solo sui Progetti di Legge
predisposti dalla Giunta.
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Nel breve dibattito che segue, emerge comunque la perplessità su tale proposta di modifica che, pur
traendo origine da una motivazione condivisibile, finisce per ridurre il ruolo delle Province.
Su proposta del Coordinatore Pisoni, il Gruppo di Lavoro conviene di vigilare sugli eventuali
sviluppi del PdL in questione, prima di prendere posizione.
Sul punto 3) PISONI, dopo aver ricordato che l’argomento è già stato sviscerato in tutti i suoi
aspetti, propone di comunicare alla Regione Lombardia la disponibilità di UPL ad affrontare tale
questione in sede di Tavolo tecnico ad hoc. GRANCINI condivide e propone, ricordando la norma
che esclude gli stranieri dall’obbligo del pagamento di tributi regionali inferiori a 16 €, di chiedere
alla Regione di uniformare il pagamento a quello richiesto ai cittadini italiani. Il Gruppo concorda.
Prima della conclusione dell’incontro, da parte dei rappresentanti della Provincia di Milano, si fa
presente che pervengono continuamente dagli utenti richieste di modifica del tesserino venatorio
regionale, ricordando che in passato se ne era già discusso senza pervenire a un cambiamento, ma
che oggi, almeno nella provincia milanese, il problema continua a ripresentarsi, soprattutto
considerando che quasi tutte le altre Regioni da anni adottano un tesserino regionale di formato a
libretto.
Emerge inoltre il problema dei cormorani e delle continue segnalazioni da parte di Enti e privati che
subiscono ingenti danni sulla ittiofauna, come nell’ultima richiesta pervenuta dal Parco Adda Nord,
che chiede interventi urgenti per limitare i danni.
Il Gruppo concorda di approfondire i due argomenti nella prossima riunione.
GRANCINI introduce quindi il tema della richiesta di tesserini aggiuntivi per la caccia agli
ungulati, in quanto, mentre il tesserino regionale deve essere riconsegnato, come noto, entro il 31
marzo successivo alla chiusura della stagione venatoria, certe cacce in selezione agli ungulati
proseguono anche dopo tale termine, oppure cominciano molto prima dell’apertura canonica della
terza domenica di settembre. Il Gruppo concorda sulla proposta del Vice Coordinatore
Grancini di invitare la Regione a voler considerare l’opportunità di un tesserino aggiuntivo,
esclusivo per la selezione agli ungulati, di cui dotare chi pratica tale forma di caccia come già
avviene nelle altre regioni, come l’Emilia-Romagna, la Liguria o la Toscana.
DE STEFANI ripropone infine la necessità di una modifica dell’art. 34, comma 1, e art. 51, comma
7 della l.r. 26/93, già richiesta nel passato, con lettera del 4 novembre 2005, nella riunione del
Gruppo del 19 marzo alla presenza dell’Assessore regionale Beccalossi e con lettera del
Coordinatore Pisoni alla stessa Beccalossi del 1° ottobre 2007, per attivare l’iter di modifica della
legge o per adottare altra idonea soluzione a risolvere l’annosa questione. Avendo ancora una
volta l’Assessore De Stefani avanzato nuova richiesta con la nota del 29 febbraio, il Gruppo,
pur condividendo ancora una volta tale istanza, conviene sull’opportunità di sostenerla
direttamente con la Regione, nelle occasioni che si presenteranno.
Milano, 17 marzo 2008
IL COORDINATORE
GRUPPO DI LAVORO UPL
“CACCIA E PESCA”
Luigi PISONI
UPL – UNIONE PROVINCE LOMBARDE
Via Vivaio 1 – 20122 MILANO
Tel. 02 7740.1 – Fax 02 7740.2237