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30 Provincia
L'ARENA
Martedì 23 Giugno 2015
SANGIOVANNI LUPATOTO. Collegamento da viaCa’ NovaZampieri
Lapistaciclabile ricavatalungo viaMonte Pastello FOTO AMATO
IlVeronaUno
a portata di pedale
Conl’asfaltaturadivia MontePastello, ricavata
unapista di600metri.Gli Amicidellabicicletta
chiedonoperòulterioriinterventi perlasicurezza
Centro commerciale Verona
Uno più vicino per i ciclisti.
L’amministrazione comunale di San Giovanni Lupatoto
nel corso dei recenti lavori di
riasfaltatura di via Monte Pastello ha ricavato sul lato sinistro di questa strada una pista ciclabile lunga circa 600
metri. Il percorso collega via
Ca’ Nova Zampieri con la rotatoria dell’Uci Cinema. Il
centro commerciale Verona
Uno – che dista neppure 200
metri - diventa, grazie a que-
sto intervento, assai più «avvicinabile» in sicurezza per
gli amanti delle due ruote.
Il locale gruppo degli Amici
della Bicicletta segnala però
la necessità di una serie di piccoli interventi. «L’amministrazione comunale ha realizzato una ciclabile togliendo finalmente spazio ai mezzi che
venivano abusivamente parcheggiati sul marciapiede e
che impedivano addirittura
il passaggio dei pedoni», dice
Alberto Bottacini, esponente
degli Amici della Bici lupatotini. «È stata un’ottima scelta
in quanto finalmente c’è uno
spazio per camminare e per
pedalare in zona industriale
nella quale servono sicuramente degli spazi riservati ai
pedoni e ai ciclisti vista la circolazione di camion».
«Ci permettiamo comunque di fare alcune importanti
segnalazioni», aggiunge Bottacini. «La prima è che nella
nuova segnaletica dipinta a
terra ci sono solamente i pit-
togrammi della bicicletta. A
nostro avviso quella pista dovrebbe essere una ciclopedonale e pertanto dovrebbero
esserci anche i pittogrammi
dei pedoni. Poi manca la segnaletica verticale prevista
dal codice della strada. Almeno all’inizio e alla fine andrebbe installato il segnale blu verticale già utilizzato anche nelle altre ciclabili del paese.
Inoltre nella rotonda di via
Ca’ Nova Zampieri mancano
gli attraversamenti ciclopedonali necessari per mettere
in collegamento le due ciclabili, quella, appunto, di via
Cà Nova Zampieri e quella di
via Monte Pastello. Infine
nella rotonda di fronte all’Uci Cinema, la nuova ciclabile si interrompe bruscamente quando, con un intervento, semplice ma di fondamentale importanza, di segnaletica orizzontale e verticale si potrebbe farla continuare fino alla ciclabile che
porta a via Battisti e quindi
verso il cavalcavia dell’autostrada e Borgo Roma. Grazie
a questo intervento di completamento su via Monte
Amiata si verrebbe a creare
una importante via di collegamento sicura tra San Giovanni Lupatoto e la città».
Sarebbe questo il completamento in grado di legare il
centro commerciale con la rete di ciclabili lupatotine e porre conseguentemente in collegamento il centro del paese
con le grandi strutture di vendita locali. L’esponente dei
appassionati delle bici vorrebbe addirittura l’estensione del divieto di parcheggio
sui marciapiedi che si trovano ai lati di via Monte Pastello, finora valvola di sfogo di
automobilisti e camionisti
che frequentano la zai lupatotina. • R.G.
TREGNAGO. Si vorrebberoeliminareledifferenze trauomo edonna
IlprofessoreGandolfini
parla dell’ideologia gender
I gruppi Noi di Cellore, Cogollo, Illasi, Monte e Strà di Colognola e Tregnago, hanno
organizzato un incontro dibattito sull’ideologia gender
per capire quali ricadute possano esserci su famiglia, scuola e società. L’appuntamento
è per questa sera alle 20,30
all’auditorium Mario Pigozzi, organizzato con la collaborazione del Comune di Tregnago, del centro culturale
Fumino e dell’associazione
Donum vitae. «Abbiamo invi-
tato a parlare del tema il professore di neurologia e neurochirurgia, nonché psichiatra
Massimo Gandolfini, uno degli esperti riconosciuti in Italia per trattare il tema», spiegano gli organizzatori, «perché sta prendendo piede una
nuova concezione dell’uomo
fondata sulla teoria del gender, che vuole eliminare le differenze tra uomo e donna, distruggendo l’identità stessa
della persona. In questo incontro cercheremo di spiega-
re come questa ideologia si
stia diffondendo in Italia, penetrando a livello scolastico e
istituzionale all’insaputa dei
genitori».
Gandolfini che con la moglie, anch’essa medico, ha sette figli, tutti adottati, ha 63
anni ed è primario neurochirurgo, direttore del Dipartimento di Neuroscienze della
Fondazione Poliambulanza
dell’Istituto ospedaliero di
Brescia, membro della Commissione etica dell’Ordine
dei medici della Provincia di
Brescia, è anche consultore
neurochirurgo della Sacra
congregazione per le cause
dei santi e collabora con la
Santa Sede e con numerose
istituzioni che affrontano i temi della biomedicina e
dell’etica e deontologia medica. Vicepresidente del Consiglio esecutivo di Scienza & Vita, opera nel campo delle tecniche di neurostimolazione
cerebrale profonda talamica,
applicate anche come tentativo terapeutico nello stato vegetativo persistente. Gandolfini guida il comitato Difendiamo i nostri figli che ha organizzato la manifestazione
in piazza San Giovanni a Roma contro l’educazione al
gender nelle scuole. • V.Z.
Lugo
LESSINIA
«Salvaiunneonato.Sono
diventatoilsuopadrino»
Alessandra Scolari
A Lugo di Grezzana il passaggio di consegne tra i due
medici di base è stato un po’
complicato. Del resto, dopo
39 anni di ininterrotto servizio del medico di base Giuliano Dalle Molle, qualche
disagio era da mettere in
conto. Lo stesso dottor Dalle Molle, con il sindaco Mauro Fiorentini e l’assessore
Giuseppe Ferrari, dallo scorso aprile seguiva la vicenda
della sua sostituzione. L’
Ulss 20 ha contattato alcuni medici che, probabilmente per la brevità dell’incarico, hanno rinunciato.
Ha preso servizio il 5 giugno, nell’ambulatorio di Via
Fontana 5, il dottor Marco
Barbetta. Un giovane medico di origini grezzanesi (il
nonno materno Desiderio
Murari è stato sindaco di
Grezzana negli anni Cinquanta).
Il dottor Dalle Molle precisa: «Ho cessato l’attività di
medico di medicina generale, che comunque avrei dovuto lasciare entro due anni, per prolungare la mia vita lavorativa. Ho già assunto l’incarico di direttore sanitario di un importante
centro medico specialistico
veronese. Sono arrivato a
Lugo il 15 maggio 1976, in
qualità di medico condotto
interino e sono diventato titolare nel 1978, a seguito di
concorso. Lavoravo in cinque ambulatori - Lugo, Stallavena, Corso, Corrubio e Alcenago- con 3.050 assistiti
ed ero a disposizione, come
tutti gli altri medici, 24 ore
al giorno».
ALLORA i medici nel comu-
ne erano tre: Luigi Cazzaroli, Ruggero Maggioni e Dalle Molle. Alla fine degli anni
Settanta, agli enti mutualistici, subentrò il Servizio sanitario nazionale e nel tempo il numero degli assistiti
per medico diminuì: oggi il
massimo è 1.500.
Commenta Dalle Molle:
«Provvidenziale è stata l’istituzione della Guardia medica: ci ha consentito di dormire sonni più tranquilli e
di dedicare più tempo
all’aggiornamento. Così come, in tempi più recenti,
l’avvio del Servizio di assistenza domiciliare integrata e programmata ci ha per-
messo di seguire con maggiore attenzione i casi più
complessi. Certo la cultura
sanitaria della popolazione
è cambiata. Oggi si è più
consapevoli e responsabili:
ci si rivolge al medico solo
quando necessario. Viceversa, si è appesantito, al limite
del tollerabile, il carico degli
adempimenti burocratici e
informatici che vanno a scapito della professione».
ESERCITARE la professione
e vivere a Lugo? «In paese
mi sono sempre trovato bene: ho lavorato e cresciuto i
miei tre figli. Nella professione ho cercato sempre di
impegnarmi e questo credo
che i lughesi lo abbiano capito ed apprezzato. Certamente, in buona fede, ho fatto
anche degli errori ai quali
ho sempre cercato di rimediare». Dalle Molle ricorda
con emozione due episodi
particolari:
«Un’efficace
manovra di rianimazione
cardiopolmonare che mi ha
permesso di salvare una cara persona, e l’assistenza a
un parto precipitoso avvenuto a domicilio: la famiglia mi volle poi come padrino del neonato».
Sottolinea inoltre: «Con i
colleghi della Valpantena e
Lessinia ho sempre avuto
un buon rapporto; sono medici preparati e disponibili,
abituati a lavorare in prima
persona, senza demandare
troppo al pronto soccorso»
Il medico Giuliano Dalle
Molle a Lugo è sempre stato
stimato e benvoluto, soprattutto dagli anziani. A tal riguardo il medico ha detto:
«Per alcuni anziani le badanti (tutte straniere ndr),
si sono rivelate una vera risorsa: sono brave e scrupolose nell’assistenza e affidabili
nel somministrare le terapie: hanno evitato, in alcuni
casi, il ricovero dell’anziano/a in casa di riposo».
Dalle Molle è stato anche
assessore ai servizi sociali
(1997 al 2001), impegnandosi tenacemente per avviare la casa di riposo Don Michele Garonzi. LA Struttura
inaugurata nel 2000 e ancora oggi gestita da questo istituto. Anche il sindaco Mauro Fiorentini, durante il consiglio del 3 giugno, ha pubblicamente ringraziato il
dottor Dalle Molle «per il
suo lungo e prezioso servizio sul territorio».
Rondea tutela
dibovinie lupi
Stasera
sifalezione
UnlupoinLessinia
Parte con una lezione di formazione la campagna di sorveglianza dei bovini nelle
malghe a cura dei volontari,
cittadini e associazioni che
vorranno unirsi a Legambiente, che ha lanciato l’idea
delle ronde notturne nelle
malghe della Lessinia per tutelare il bestiame in alpeggio
dalle predazioni dei lupi, ma
anche per difendere i lupi da
gesti sconsiderati di chi potrebbe essere esasperato dallo loro presenza e dalla caccia
agli animali domestici.
L’appuntamento è oggi alle
20 nella sede di Legambiente, in via Bertoni 4 a Verona,
per un incontro che avrà per
tema «Biologia ed etologia
del lupo: chi avremo di fronte nelle notti in Lessinia» ed
è destinato ai volontari del Cigno, ma anche a tutti coloro
che sono interessati a saperne di più ed eventualmente
ad aderire all’iniziativa.
Altre informazioni si possono chiedere anche per telefono (045.8009686) oppure
scrivendo a info legambienteverona.it. Poiché la maggior
parte degli attacchi dei lupi
avviene durante la notte, Legambiente ha pensato di istituire delle ronde volontarie
che trascorrano qualche notte estiva a guardia delle mucche al pascolo, che per tradizione sono lasciate all’aperto
per tutto il periodo dell’alpeggio. «Un’azione che sembra
di difesa solo dei bovini, ma
in realtà è in difesa dei lupi,
che dovranno faticare un po’
di più per mangiare, rivolgendo le proprie attenzioni alla
fauna selvatica, e che comunque vogliamo difendere dai
malintenzionati», annunciano gli organizzatori di Legambiente.
L’adesione
all’iniziativa,
che era stata lanciata a fine
maggio, è andata finora oltre
le previsioni, con una cinquantina di iscrizioni. • V.Z.