presentazione viaggio etiopia
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presentazione viaggio etiopia
Sede Operativa: 48121 Ravenna Via Baccarini,66-68 ; Tel.0544 39534; fax 0544 245471; Cell.o SMS: 329 2374440 [email protected] ; www.ctacli.ra.it ; INVITO SABATO 17 DICEMBRE 2011 ore 10.00 presso la Sala del Planetario(g.c.) Giardini Pubblici di Ravenna Il Prof.Alberto ELLI, guida esperta. Presenterà il viaggio con la proiezione di immagini: ETIOPIA LA ROTTA STORICA e la Pasqua Copta: 09-21 Aprile 2012(13 giorni/11 notti,con voli da Milano) (Addis Abeba-Debra Marcos -Bahar Dar-Gondar-Axum-Makallè-Tigray-Lalibella-Addis Abeba) La rotta storica e’ un percorso di circa 2.500 km che si snoda attraverso le regioni a Nord e tocca tutti i principali siti storici e religiosi del paese, ponte tra la cultura europea, mediorientale ed Africana!!L’escursione sul Lago Tana con i suoi monasteri , il Nilo azzurro con le sue spettacolari cascate, il tormentato massiccio del Simyen, Axum con il mistero dell’Arca dell’Alleanza e i suoi obelischi, lo spettacolare complesso delle chiese rupestri del Tigray terminando con Lalibela, la Gerusalemme etiope, con le sue 11 chiese monolitiche. In uno dei complessi di chiese più importanti della fede copta Etiope, in Axum, dove si dice sia segretamente conservata l’arca dell’alleanza, parteciperemo alla veglia per la celebrazione della Madonna di Zion, patrona della chiesa. Una folla di fedeli provenienti dalle regioni circostanti invaderà tutta la zona circostante il complesso di fronte al parco delle steli…. In tale circostanza,funziona il servizio di Segreteria per la raccolta delle iscrizioni al all’Associazione e al viaggio,che si concluderanno con l’esaurimento dei posti disponibili. Alle ore 11.30 circa l’incontro si concluderà con un aperitivo, e lo scambio degli AUGURI per le prossime festività. Segreteria CTA: il lunedì,martedì,mercoledì ore 16.00-18.00, Venerdì e Sabato ore 10.00-12.00 tel.0544 39534;e-mail: [email protected]; www.ctacli.ra.it; info Cell.329 2374440 Ravenna, 23 Novembre 2011 L’Etiopia è una delle culle dell’umanità, fatto confermato dal ritrovamento, nel 1974, dei resti del più antico ominide eretto, la famosa “Lucy”, vissuta circa tre milioni e mezzo di anni fa. Durante il I millennio a.C. il territorio dell’odierna Etiopia fu interessato dall’arrivo di popolazioni semitiche provenienti dalla penisola arabica, le quali fondarono il regno di Axum. In Etiopia si sviluppò il primo importante regno della storia africana. La tradizione etiope fa discendere la stirpe reale dall’unione della regina di Saba e il re d’Israele Salomone. La ricchezza e la potenza del regno di Axum erano immense, tanto da farlo rivaleggiare con la Persia. L’equilibrio fra cristiani e musulmani si mantenne fino allo scoppio della cosiddetta “guerra dei trent’anni” (1527-1557), che vide anche il coinvolgimento dell’impero portoghese. Nello stesso periodo avvenne l’espulsione dei gesuiti dal territorio come reazione al loro tentativo di convertire i cristiani etiopi copti al cattolicesimo romano. Nel XVIII secolo, dopo decenni di dominio incontrastato, l’impero di Axum si frantumò. L’Etiopia fu divisa in province dai numerosi signori locali; in questo quadro di profonde divisioni interne, si inserirono facilmente le potenze straniere una spinta in direzione dell’accentramento del potere venne dato dagli imperatori Teodoro II (1865-1868) e Giovanni IV (1872-1889). Il successore fu Menelik II, considerato spesso il fondatore della moderna Etiopia, avendo unito con successo i popoli all’interno dei suoi confini. In questo periodo le potenze europee, in particolare l’Italia, iniziarono ad interessarsi all’Etiopia. A causa della tensione tra i due paesi scatenata dal trattato degli Uccialli, i cui contenuti differivano nella versione in italiano da quella in amarico, si arrivò alla guerra, che vide la sconfitta dell’esercito italiano. La figura più importante dopo Menelik, fu Tafari Makonnen, uomo colto e moderno, che chiese ed ottenne un posto nella Società delle Nazioni. Egli adottò il nome di Hailè Selassiè, che in amarico significa “la forza della trinità”. In seguito all'ascesa di Benito Mussolini, le mire italiane sull'Etiopia furono rivitalizzate e nell'ottobre del 1935, malgrado le proteste della Società delle Nazioni, l'Italia invase il paese. La conquista dell’Etiopia venne portata avanti anche con l’uso di armi chimiche. L’Etiopia andò, quindi, a costituire l’Africa Orientale Italiana, insieme a Somalia ed Eritrea. Nel 1941 la guerriglia e gli inglesi sconfissero gli italiani. Hailè Selassiè rientrò ad Addis Abeba, dopo l’esilio in Gran Bretagna, nel 1942, e restò al potere fino al 1974. Con il Trattato di Parigi del 1947 tra le forze alleate e l’Italia si sarebbe dovuto raggiunger un accordo sulla questione delle ex colonie italiane nel corno d’Africa; in mancanza di tale accordo, le Nazioni Unite votarono a favore della costituzione dell’Eritrea in “unità autonoma” federata all’Etiopia. Questa formula garantiva all’Eritrea l’autonomia in tutto tranne che nelle decisioni di politica estera e nelle finanze, che restavano in mano al governo etiope. Selassiè, deluso dalla decisione presa dall’ONU, cominciò a limitare l’autonomia dell’Eritrea riducendola, nel 1960, al rango di provincia; ciò provocò la nascita di un movimento di resistenza nazionale, il Fronte Popolare di Liberazione dell’Eritrea (FPLE). Le richieste d’indipendenza da parte dei guerriglieri eritrei e la difesa dell’integrità nazionale portata avanti dall’Etiopia portarono ad una guerra che durò trent’anni e che si concluse con l’indipendenza dell’Eritrea nel 1991. Intanto Selassiè iniziò a perdere consenso tra la popolazione, tanto da arrivare ad una rivolta popolare nel 1974 che lo depose, istituendo un Consiglio amministrativo provvisorio. La figura che s’impose alla guida del nuovo governo, fu il colonnello Menghitsu Hailé Mariam che instaurò un regime militare a carattere socialista. Approfittando dell’instabilità interna dell’Etiopia, la Somalia e l’Eritrea insorsero: il tentativo di invasione da parte della prima fu bloccato con l’ausilio di truppe sovietiche e cubane, mentre il movimento indipendentista eritreo riuscì ad estendere il fronte militare. Nel 1984, Menghistu fu eletto segretario generale del nuovo Partito etiopico del lavoro (WEP), che divenne il partito unico; nel 1987 fu proclamata la Repubblica democratica popolare d’Etiopia, con presidente lo stesso Menghistu. La sua presidenza è ricordata come un periodo di terrore e fame. Nel 1990, egli fu costretto alla fuga dall’azione di due movimenti ribelli alleati, il Fronte rivoluzionario democratico del popolo etiopico (FRDPE) ed il Fronte popolare di liberazione dell'Eritrea (FPLE). Nel 1993 l’Eritrea venne dichiarata ufficialmente indipendente. Pochi anni dopo scoppiarono nuovi scontri tra i due paesi, che videro la vittoria dell’Etiopia nel 2000 e la firma di un trattato di pace con la mediazione dell’Algeria e dell’Organizzazione dell’Unione Africana (OUA). Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizzò, nel luglio del 2000, la missione UNMEE (United Nations Mission in Ethiopia and Eritrea) con lo scopo di monitorare la fine degli scontri e il rispetto degli accordi di sicurezza sottoscritti dalle due parti. Questo, tuttavia, non risolse la controversia; il problema della delimitazione delle frontiere, il cui simbolo è il villaggio di Badmè conteso dai due paesi, ha portato alla creazione dell’ all’Ethiopian-Eritrean Border Commission (EEBC) da parte dell’ONU e dell’OUA.