CADMIO Il Cadmio (Cd) è un metallo ampiamente diffuso e
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CADMIO Il Cadmio (Cd) è un metallo ampiamente diffuso e
CADMIO Il Cadmio (Cd) è un metallo ampiamente diffuso e altamente tossico per l’uomo. Nella crosta terrestre è presente con un’abbondanza di 0.1-0.5 ppm, è comunemente associato a zinco, piombo e rame ed è anche un costituente naturale degli oceani, dove si trova con una concentrazione media compresa tra <5 e 110 mg/L. Le emissioni naturali risultano dalle eruzioni vulcaniche, dagli incendi boschivi, dagli aerosol marini e da altri fenomeni naturali (Shevchenko et al. 2003). Per quanto riguarda le fonti antropiche il cadmio è raffinato e consumato per venire impiegato nelle batterie (83%), pigmenti (8%), rivestimento materiali (7%), stabilizzante per plastiche (1,2%) e altro (0,8%). Le principali emissioni di Cd di origine antropica derivano dall’estrazione e la raffinazione dei metalli, manifattura e applicazione dei fertilizzanti fosfatici, combustione dei combustibili fossili, incenerimento e smaltimento dei rifiuti ed altre emissioni urbane o industriali. La maggior parte del cadmio e dei suoi composti (ossido, cloruro e solfuro di cadmio) presenti in atmosfera viene trasportato, anche per lunghe distanze, e poi depositato (umido o secco) sulla superficie terrestre e marina, dove i livelli di questo inquinante quindi possono essere elevati anche in posti remoti o comunque lontano dalle fonti di emissione (Shevchenko et al. 2003). Effetti sulla salute L’esposizione al cadmio avviene principalmente per ingestione (cibo e acqua da bere contaminati) e per inalazione di particolato atmosferico e fumo di sigaretta. Il Cd ha una emivita che varia da 10 a 30 anni e gli organi più sensibili alla tossicità cronica di questo inquinante sono reni, fegato e ossa in seguito ad esposizione per via orale e reni e polmoni come conseguenza di una esposizione per via inalatoria (ATSDR 2012). Il rene è l’organo più colpito da questo inquinante, in quanto si accumula nelle cellule del tubulo prossimale andando a compromettere la filtrazione glomerulare e alterandone così la funzionalità. Può inoltre causare demineralizzazione ossea sia danneggiando direttamente l’osso sia, indirettamente, come effetto secondario della disfunzione renale (EFSA 2012). Esposizioni ripetute ambientali a bassi livelli di Cd possono comportare una diminuita funzionalità renale ed effetti sul sistema scheletrico (osteoporosi, aumento del rischio di fratture ossee, diminuzione della densità minerale ossea). Lo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) e il DHHS (Department of health and human services) hanno classificato il cadmio ed i suoi composti come cancerogeni per l’uomo. Limiti e parametri di riferimento L’agenzia per la protezione ambientale ha fissato il limite giornaliero riferito alla concentrazione di cadmio in acqua pari a 0,0005 mg/L nel cibo pari a 0,001 mg/Kg. L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda come dose settimanale tollerabile un limite di 7 µg/Kg di peso corporeo; mentre l’ATSDR identifica, sulla base degli effetti avversi di questo inquinante sul rene, la durata di esposizione cronica orale minima, intesa come minimo livello di rischio (MRL), pari a 0,0002 mg/Kg /giorno. Bibliografia ATDSR, 2012. Toxicological Profile for Chromium. Atlanta, GA: US Department of Health and Human Services, Public Health Service, Agency for toxic Substances and Disease Registry. (http://www.atsdr.cdc.gov/). EFSA, 2012. Cadmium dietary exposure in the European population. EFSA Journal, 10(1): 2551. (http://www.efsa.europa.eu/). Shevchenko et al, 2003. Heavy metals in aerosols over the seas of the Russian Arctic. Science of the Total Environment, 306: 11-25